COSA DOVREMMO INTENDERE CON “REGNO DI DIO“?

Aperto da Mario Barbella, 07 Gennaio 2017, 15:25:06 PM

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Mario Barbella

:)
COSA DOVREMMO INTENDERE CON
"REGNO DI DIO"?

Nei Vangeli Gesù promette ed invita ad attendere l'imminente avvento del "Regno di Dio"; non vi aggiunge molto di più, proprio come avviene quando un evento è molto atteso e, quindi, di condivisa necessità e di sufficiente chiarezza. Possiamo abbastanza facilmente arguire che il Cristo dei vangeli alludesse all'incombente presenza del peccato originale" sull'Umanità, con tutto il peso della irreversibilità entropica della condanna divina, ovvero della perdita assoluta della speranza di riuscire ad approssimare almeno la direzione della "Conoscenza Assoluta" cioè Dio, cioè l'eterna sussistenza in Me dell'IO cosciente. La locuzione "Conoscenza Assoluta" qui è usata per approssimare il significato del termine "Dio", con cui, ma con gravissima inappropriatezza di linguaggio, è da sempre usato in senso oggettivo, come ci induce a fare la consueta cultura dell'oggettivazione di tanti concetti. Ma l'entità divina  non è trasportabile fuori dall'IOcoscienteproprioper l'inoggettività sia del concetto di divinità sia di quello di IO cosciente". A questo riguardo va notato come il linguaggio degli stessi Vangeli porti ad oggettivare, materializzandola, la natura del Cristo per avvicinare l'umanità povera e bisognosa di amore e aiuto. Ma veniamo al concetto di "Regno di Dio", a cosa alludono esattamente i Vangeli? Potrem-mo pensare, come minimo, ad un mondo quale sarebbe dopo la cancellazione del peccato originale o, almeno, nel carattere dell'irreversibilità di questo e delle sue temute conseguenze. Ciò, penso, definirebbe in qualche modo il Regno; ma si potrebbe anche aggiungere che il Regno inizi con la morte e la resurrezione del Cristo. Tutto questo appare ragionevole, ma bisogna fare sempre attenzione al rischio di oggettivare l'inoggettivabile il che, alla lunga, porta (e, nei fatti, ha da sempre portato) all'ateismo banale e, spessissimo,
palesemente stupido. Come evitare questo? Ricorrendo all'auto-analisi dell'IO cosciente concepito come baricentro dell'Universo, in modo da puntare ogni attenzione verso la singolarità della propria autocoscienza, in altre parole, verso l'universalità,  l'unicità e la responsabilità universale dell'IO. Ciò dovrebbe essere colto come il senso profondo della preghiera. Un bel dire!..  Ma basterebbe forse a far sperare di riuscire a cogliere qualcosa del senso profondo e della complessità dell'argomento di questa discussione ed anche questo è un bel dire! Un interessantissimo libro che allude a queste argomentazioni, anzi, le include, penso a: "La grande domanda" di McGrath, edito nel 2016. :)  
Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

giona2068

Citazione di: giona2068 il 07 Gennaio 2017, 17:12:40 PM
Citazione di: Mario Barbella il 07 Gennaio 2017, 15:25:06 PM
:)
COSA DOVREMMO INTENDERE CON
"REGNO DI DIO"?

Nei Vangeli Gesù promette ed invita ad attendere l'imminente avvento del "Regno di Dio"; non vi aggiunge molto di più, proprio come avviene quando un evento è molto atteso e, quindi, di condivisa necessità e di sufficiente chiarezza. Possiamo abbastanza facilmente arguire che il Cristo dei vangeli alludesse all'incombente presenza del peccato originale" sull'Umanità, con tutto il peso della irreversibilità entropica della condanna divina, ovvero della perdita assoluta della speranza di riuscire ad approssimare almeno la direzione della "Conoscenza Assoluta" cioè Dio, cioè l'eterna sussistenza in Me dell'IO cosciente. La locuzione "Conoscenza Assoluta" qui è usata per approssimare il significato del termine "Dio", con cui, ma con gravissima inappropriatezza di linguaggio, è da sempre usato in senso oggettivo, come ci induce a fare la consueta cultura dell'oggettivazione di tanti concetti. Ma l'entità divina  non è trasportabile fuori dall'IOcoscienteproprioper l'inoggettività sia del concetto di divinità sia di quello di IO cosciente". A questo riguardo va notato come il linguaggio degli stessi Vangeli porti ad oggettivare, materializzandola, la natura del Cristo per avvicinare l'umanità povera e bisognosa di amore e aiuto. Ma veniamo al concetto di "Regno di Dio", a cosa alludono esattamente i Vangeli? Potrem-mo pensare, come minimo, ad un mondo quale sarebbe dopo la cancellazione del peccato originale o, almeno, nel carattere dell'irreversibilità di questo e delle sue temute conseguenze. Ciò, penso, definirebbe in qualche modo il Regno; ma si potrebbe anche aggiungere che il Regno inizi con la morte e la resurrezione del Cristo. Tutto questo appare ragionevole, ma bisogna fare sempre attenzione al rischio di oggettivare l'inoggettivabile il che, alla lunga, porta (e, nei fatti, ha da sempre portato) all'ateismo banale e, spessissimo,
palesemente stupido. Come evitare questo? Ricorrendo all'auto-analisi dell'IO cosciente concepito come baricentro dell'Universo, in modo da puntare ogni attenzione verso la singolarità della propria autocoscienza, in altre parole, verso l'universalità,  l'unicità e la responsabilità universale dell'IO. Ciò dovrebbe essere colto come il senso profondo della preghiera. Un bel dire!..  Ma basterebbe forse a far sperare di riuscire a cogliere qualcosa del senso profondo e della complessità dell'argomento di questa discussione ed anche questo è un bel dire! Un interessantissimo libro che allude a queste argomentazioni, anzi, le include, penso a: "La grande domanda" di McGrath, edito nel 2016. :)  

Ma secondo te gli Apostoli, Paolo compreso che era il più colto, elucubravano così tanto per diventare apostoli?
Ti immagini Cefa che era un pescatore non colto a fare questi giri di parole?
Ciò nonostante sono giunti alla santità.
Allora occorre essere più semplici e oltretutto più umili senza pretendere di spiegare cosa il regno del Signore Dio senza prima farne parte, perché non abbiamo ancora capito che, fino a quando non saremo puri, lo combattiamo senza accorgercene. Personalmente so che è il regno dell'amore e della pace della  quale però ho sentito solo il profumo.
Non inganniamoci credendo che il nostro non farne parte dipenda dal nostro peccato originale come se noi non avessimo peccato. In verità ti dico che il peccato originale viene perdonato anche senza pentimento, ma tutto il resto è colpa nostra. La colpa aumenta ogni qualvolta che  cerchiamo di aggirare l'ostacolo, come il ladrone crocifisso alla sua sinistra..

jsebastianB

Citazione di: Mario Barbella il 07 Gennaio 2017, 15:25:06 PM
Ma veniamo al concetto di "Regno di Dio", a cosa alludono esattamente i Vangeli? Potrem-mo pensare, come minimo, ad un mondo quale sarebbe dopo la cancellazione del peccato originale o, almeno, nel carattere dell'irreversibilità di questo e delle sue temute conseguenze. Ciò, penso, definirebbe in qualche modo il Regno; ma si potrebbe anche aggiungere che il Regno inizi con la morte e la
resurrezione del Cristo. 
  

Bisognerebbe domandarsi semmai il Gesu' della storia ( quello somatico ) considerava la sua morte e, soprattutto, il suo successivo ritorno in vita ( seppur trasformato con un' entita' pneumatica ) "come" inizio del fatidico Regno..  
Curioso invece è che il Gesu' terreno mai fece intendere non solo di essere una sorta di Ultimo Adam - ma altresi' - di essere stato mandato espressamente quaggiu' dal dioYahwè per riparare quel (fantasioso) fattaccio dell' Eden. 

Piuttosto il Gesu' terreno si è comportato nè piu' nè meno come gli altri Inviati, Consacrati, Profeti. Infatti il loro ruolo, la loro missione era rivolta verso i distratti devoti circa le loro responsabilita' ma soprattutto per esortarli alla perseveranza della fedelta' all' Alleanza.
Cosi' lo è stato anche per il Gesu' della storia ( almeno se è credibile quel mitico passo di Mt. 15.24 :
- Non sono stato inviato CHE alle pecore perdute della casa di Israele ) -

Ora - come dal tema - cosa alludono gli autori dei testi con quel ripetuto ( quanto imminente ) venuta del Regno espresso dal Gesu' terreno - in particolare quel famosissimo e sempre citato passo di Lc. 17.21 ( Esso è "dentro" di voi ) ?
Esso in cosa consisteva ? Come lo intendevano invece i discepoli ? Di "quale" Regno si trattava ? di un un "qualcosa" post-mortem ?  

Sicuramente non una Novita' assoluta. 
Il mitico passo di Luca ( o chi per esso ) altro non è che una RI-proposizione di quanto GIA' espresso dal profeta Sofonia ( cap. 3 ) allorquando l' ispirato autore "fa dire" al dio di Israele ( dopo che Egli aveva debellato/sterminato gli empi nel terrificante Giorno di Yahwè ):
- RE di Israele è il Signore "in mezzo"a te / non dovrai temere alcun male -
- il SignoreYahwè, il tuo Dio è "in mezzo" a te, e protegge con la sua Potenza.

Per contro altri profeti ( Geremia, Ezechiele, Zaccaria.. ecc.. ) useranno la formula piu' tradizionale, essendo essa GIA' presente nel Pentauteco. In esso infatti l' autore del Levitico ( cap. 26 ) riporta che proprio il dioYahwè annunciava a Mosè: 
- stabiliro' la Mia dimora "in mezzo a voi" / / - Camminero' in Mezzo a voi, saro' IO il vostro Dio e voi sarete il Mio popolo!

Questa sara' il leit-motiv dei tanti profeti del tempo antico.. proprio  per ricordare la perenne presenza - in mezzo a loro - del dioYahwè e, in quanto tale, riconosciuto come Solo/Unico/Solo Re. 
Vivere, operare, camminare con la "presenza" (interiore) del dioYahwè non richiederebbe alcuna spiegazione.. 

Ma oltre a questa solenne affermazione - vien riportato altresi' che lo stesso dioYahwè elargi', agli scampati ( in quanto Nuovo popolo ), un Nuovo cuore ( non piu' di pietra), purifico' le loro sozzure, iscrisse nei loro cuori ( interiormente ) un nuovo spirito e con essi avrebbe sancito un' alleanza eterna.
Significativo quei continui:  
- Porro' dunque il Mio spirito " dentro di voi" e osserverete cosi' i Miei   statuti - perchè voi sarete il Mio popolo e IO il vostro "dio" ( sempre e comunque con il popolo di Sua esclusiva proprieta' ). 

Quale diversita' del Pentauteco e/o dei profeti rispetto al messaggio del Gesu' terreno ?? 
Come si vede se non è zuppa è pan bagnato / /  Ma in effetti che cosa è cambiato ??

Elpis50

Per quanto ne so io, dai Vangeli risulta che il regno di Dio è già presente come inizio nelle parole e nelle azioni di Gesù. Secondo il suo insegnamento esso indica la sovranità di Dio alla fine dei tempi, quando il male sarà vinto e si attuerà la salvezza piena dell'uomo in ogni suo aspetto: spirituale e corporale, personale e sociale.

Angelo Cannata

C'è un criterio molto semplice e nello stesso tempo efficace per farsi un'idea corretta del Regno di Dio, includendo in un colpo solo tutti i vari significati che quest'espressione include nei vangeli. Questo criterio consiste nel sostituire alla parola "regno" il verbo "regnare". Il Regno di Dio non è altro che il regnare di Dio. Dovunque Dio regna, in tutti i vari modi in cui riusciamo a pensare che Dio regna, quello è Regno di Dio. In questo modo si spazzano via tutte le elucubrazioni, derivate proprio dalla difficoltà di attribuire alla parola "regno" i molteplici significati che essa assume nei vangeli. Il verbo "regnare" è invece più capace di inglobare in sé tutti i vari significati, senza peraltro confonderli, perché, grammaticalmente parlando, un verbo non indica, come un sostantivo, un oggetto definito, preciso, esclusivo, ma un contesto, una condizione, un'attività che riesce ad essere allo stesso tempo precisa e molteplice. Provate semplicemente a dire "il regnare di Dio" al posto di "il regno di Dio" e noterete che tutto diventerà molto più semplice e chiaro, senza nulla togliere alla profondità del concetto. Provate ad applicare questa sostituzione in tutte le frasi del vangelo in cui esiste l'espressione "Regno di Dio" e vedrete che diventeranno di colpo più chiare, semplici e facili da percepire, mantenendo tutta la loro profondità e molteplicità di significati.

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