Considerazioni sulla Fede

Aperto da acquario69, 07 Settembre 2016, 02:05:12 AM

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acquario69

che cose la Fede?

e' un dogma? un sentimento umano? e' razionale,irrazionale...?
oppure ho sentito dire spesso che la fede e' cieca..ma e' davvero cieca la fede?
e' forse questione di cuore o cervello?...od anche entrambi?
ma in questo caso cosa si dovrebbe intendere veramente per cuore e cervello?

difficile trovare espressioni adatte su un argomento che di per se si può solo arrivare ad "avvertire" dentro di se...e percio possono venir fuori molti fraintendimenti...e naturalmente non mi autoescludo.

da una altra parte ho scritto:
ma infatti la fede non ha niente a che vedere col sentimento.
la fede e' Conoscenza e il "contatto" e' Spirituale e sono la medesima cosa.

innanzitutto affermo che la fede non ha niente a che vedere col sentimento,ma credo sia più attinente dire sentimentalismo
perché questo sfocia nel moralismo e infine nell'irrazionalità
la Conoscenza si intende come conoscenza interiore (conosci te stesso) quindi e' arrivare al centro di se che corrisponde e coincide a quel "contatto" Spirituale dove non vi e' piu dualità (DIO non e' un entità "esterna" a noi,come penso finisca per intenderlo a torto la religione) e simbolicamente e' sede nel cuore (che non va inteso in senso umano e sentimentale ma Spirituale che e' profondamente diverso)

la Fede percio e' aver realizzato la visione attraverso la Conoscenza.

naturalmente ben venga se qualcuno può farmi notare delle cose magari non corrette secondo questa esposizione

Duc in altum!

#1
La fede è in tutto ciò che noi facciamo, è la manifestazione del nostro essere personale interno espresso attraverso la corteccia corporea.
La questione è che noi impieghiamo la fede sin dalla tenera età, ripeto: in ogni circostanza, senza riflettere sulla sua origine, come se ci fosse dovuta, utilizzandola come se fosse un organo qualsiasi, come un'abitudine istintiva: tipo andare al bagno più volte al giorno. E solo quando ci rendiamo conto che forse un merito ontologico non è (se non il solo suo uso), o che, forse, non è lì per caso, che la sua imponente potenzialità sul senso dell'esistenza ci travolge.

Fede è credere di terminare gli studi e poter poi lavorare con passione, per poi restare invalido il giorno dopo della laurea; fede è decidere che vagabondare per il globo sia l'unica cosa che davvero sviluppi positivamente l'uomo, per poi darti all'alcool dopo aver scoperto di avere 7 figli orfani sparsi per il mondo; fede è scrivere una lettera o un sms ad una ragazza che non ti fila, per poi sposarla a 50 anni dopo che ha divorziato dal tuo migliore amico; fede è bramare che il Napoli vinca lo scudetto anche senza Higuain (ricordo che sono napoletano, anche se vivo all'estero), per poi osservare per l'ennesima volta lo J-Stadium festeggiare; fede è ritenere che l'onestà ripaga, per poi ritrovarti a votare un partito perché ti raccomandi.

Sono tante le considerazioni sulla fede, io preferisco associarmi a quella ben interpretata da don Cuba, prete caro ai fiorentini, in cui il sacerdote diceva: Dio mi ama e tutto quello che mi capita è il meglio per me.
Solo con la fede in Dio la speranza del laureato, dell'alcolista, dell'innamorato, del tifoso, del virtuoso, prende vigore nell'accezione che tutto ha un senso, anche la sconfitta e il fallimento, e non che le circostanze debbano per forza dare dei frutti.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Sariputra

Per me il termine "fede" è una di quelle parole del linguaggio umano sostanzialmente priva di significato. Acquista senso solo se definiamo l'oggetto di questa fede. Per es. , se dico " Giovanni è un uomo di fede" cosa intendo? Se mi trovo in ambito cristiano potrebbe indicare che Giovanni crede in Yeoshwa. Se invece mi trovo  alla Mecca potrebbe essere inteso come Giovanni che crede in Allah. Allo stadio, come dice Duc, qualche invasato potrebbe ritenere che Giovanni ha fede che la sua squadra vinca la partita, e così via. Affermare che tutto comporta un atto di fede iniziale è allo stesso modo generico, perchè , senza una definizione sulla particolare fede, se tutto è un atto di fede ne consegue che nulla è un atto di fede. Un termine ha significato se designa una relazione con gli altri termini del linguaggio.
Infatti all'affermazione "Io ho fede" subito scatta la domanda: "In che cosa?". "Io ho fede", da solo, non significa nulla.
In ambito religioso il termine Fede indica una certezza in qualcosa di cui non ho un'esperienza sensibile. Può indicare anche la fiducia nella giustezza di una propria intuizione o esperienza spirituale.
Spesso il luogo dove abita una fede è popolato dal senso di colpa, nato dall'impossibilità di soddisfare interiormente il modello che la Fede impone.
E' un termine così vasto che si dovrebbe sempre, a parer mio, concentrarsi su una particolare definizione di fede.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

Citazione di: Sariputra il 07 Settembre 2016, 12:03:29 PM
Per me il termine "fede" è una di quelle parole del linguaggio umano sostanzialmente priva di significato. Acquista senso solo se definiamo l'oggetto di questa fede. Per es. , se dico " Giovanni è un uomo di fede" cosa intendo? Se mi trovo in ambito cristiano potrebbe indicare che Giovanni crede in Yeoshwa. Se invece mi trovo  alla Mecca potrebbe essere inteso come Giovanni che crede in Allah. Allo stadio, come dice Duc, qualche invasato potrebbe ritenere che Giovanni ha fede che la sua squadra vinca la partita, e così via. Affermare che tutto comporta un atto di fede iniziale è allo stesso modo generico, perchè , senza una definizione sulla particolare fede, se tutto è un atto di fede ne consegue che nulla è un atto di fede. Un termine ha significato se designa una relazione con gli altri termini del linguaggio.
Infatti all'affermazione "Io ho fede" subito scatta la domanda: "In che cosa?". "Io ho fede", da solo, non significa nulla.
In ambito religioso il termine Fede indica una certezza in qualcosa di cui non ho un'esperienza sensibile. Può indicare anche la fiducia nella giustezza di una propria intuizione o esperienza spirituale.
Spesso il luogo dove abita una fede è popolato dal senso di colpa, nato dall'impossibilità di soddisfare interiormente il modello che la Fede impone.
E' un termine così vasto che si dovrebbe sempre, a parer mio, concentrarsi su una particolare definizione di fede.


può darsi che come dici tu e per come l'ho impostato e' un po generico,ma ho aperto l'argomento perché faceva riferimento ai discorsi che si stanno facendo qui sotto;

http://www.riflessioni.it/logos/tematiche-spirituali/ma-dio-e-buono-o-cattivo/

visto che negli ultimi post si sta trattando di Fede,ricollegato a Dio,al trascendente,alla religione....e per dirottarlo in questo,anche perché mi sembrava che si andasse fuori tema

acquario69

CitazioneGiona scrive:
Non può quindi essere che esista fede senza sentimento, sarebbe come collegare il cavo alla rete elettrica e credere che in questo non passi la corrente. 



ammesso che il sentimento e' il punto di contatto,per riallacciarsi alle sfere superiori,non trovi pero che nel sentimento ce' il pericolo che si trasformi in sentimentalismo e che riguarda quelle inferiori..facendo così corto circuito?!

giona2068

#5
Citazione di: acquario69 il 07 Settembre 2016, 13:38:51 PM
CitazioneGiona scrive:
Non può quindi essere che esista fede senza sentimento, sarebbe come collegare il cavo alla rete elettrica e credere che in questo non passi la corrente.



ammesso che il sentimento e' il punto di contatto,per riallacciarsi alle sfere superiori,non trovi pero che nel sentimento ce' il pericolo che si trasformi in sentimentalismo e che riguarda quelle inferiori..facendo così corto circuito?!

Il sentimento è la corrente che passa attraverso il cavo/fede e non può mai diventare sentimentalismo perché, se la fede è il cavo che ci collega al cuore del Signore Dio, dal cuore del Signore sgorga solo amore.

Caro acquario69, secondo te,  è possibile avere fede o fiducia in chi non ti ama?
No!, perché chi non ama odia, quindi si riceverebbe solo odio, ma se la risposte non può che essere no, non è questa la prova che fede e sentimento sono strettamente connesse?
Si potrebbe ancora continuare dicendo che chiunque crede che esista fede senza amore, è senza fede e senza fiducia, ma speriamo sia solo mancanza di conoscenza a livello mentale e non a livello di cuore.

paul11

#6
E strano come termini importanti come lo stesso Dio, amore e fede siano difficili, se vengono approfonditi, tanto da essere ambigui, ma per loro intrinseca vastità.
Per questo Dio viene descritto per negazione.La posizione positiva ad esempio di Dio viene spesso descritta con la formula del prendere un termine, un attributo, un predicato come buono o conoscenza e ponilo nel superlativo assoluto, il risultato è buonissimo, onnisciente  e così per mille altri attributi umani.
ma se mi avessero chiesto ,quando ero adolescente che quella ragazza con cui avevo parlato e che mi aveva appassionato, fosse semplice  infatuazione, innamoramento  o ancora vero amore, sarei stato confuso.Forse l'amore richiede la prova del tempo per trovare un'essenza.

La fede è un risultato, non un incipit, richiede l'accettazione di una Rivelazione, perchè praticamente tutti concordano teologicamente che Dio non può  ingannare nè tanto meno ingannarsi.
Il motivo della fede è l'autorità di Dio rivelante.
Una massima della teologia del soprannaturale : "è la scienza  che per mezzo della ragione e della rivelazione, tratta di Dio, delle creature, in quanto si riferiscono a Dio".
L'uomo,prima di giungere all'atto di fede,ha i motivi razionali con cui può vedere  come il credere alla parola di Dio sia pienamente conforme alla sua ragione.
Il passaggio è che la ragione "legge" la rivelazione, prima gli appare credibile e poi viene creduta, per cui il mistero ora è fede attraverso la ragione.Non c'è contrasto fra fede e ragione, la vera fede è conquista della ragione che razionalizza.

Gasacchino

Caro acquario69,
ti do la mia visione della fede, vedi te che prenderne.

A mio vedere la fede è un sentimento, in quanto tale irrazionale e probabilmente di conseguenza anche cieca.
Penso che la fede sia alla base di tutto ciò che si possa definire religione, e anche non, infatti, chi si professa ateo afferma di "aver fede" nel fatto che non vi sia nessuna divinità, niente al di là della vita che viviamo. La fede in pratica credo che sia quel sentimento che ti porta ad avere determinate tendenze, le quali verranno poi definite con il ragionamento e con una ricerca negli ambiti che si crederanno opportuni.

Citazione di: acquario69 il 07 Settembre 2016, 02:05:12 AMinnanzitutto affermo che la fede non ha niente a che vedere col sentimento,ma credo sia più attinente dire sentimentalismo[/font][/size] perché questo sfocia nel moralismo e infine nell'irrazionalità la Conoscenza si intende come conoscenza interiore (conosci te stesso) quindi e' arrivare al centro di se che corrisponde e coincide a quel "contatto" Spirituale dove non vi e' piu dualità (DIO non e' un entità "esterna" a noi,come penso finisca per intenderlo a torto la religione) e simbolicamente e' sede nel cuore (che non va inteso in senso umano e sentimentale ma Spirituale che e' profondamente diverso) la Fede percio e' aver realizzato la visione attraverso la Conoscenza.
Riguardo a questa parte, noto che abbiamo davvero una definizione diversa di fede, non posso far altro che ribadire che trovo sia la base la fede, base irrazionale, un sentimento che può esserci, nascere o sparire in una persona. In fin dei conti se penso alla questione "Dio esiste?" non cerco argomentazioni a supporto o contro, che credo siano superflue, uniche argomentazioni da ritenersi valide sarebbero scientifiche, ma non né abbiamo né pro ne contro; pensando a tale domanda piuttosto mi vien da rimuginarci un attimo e sentire se per me è accettabile o meno come idea. La fede credo sia il la base comune di ogni religione (compreso l'ateismo), le costruzioni sopra di essa sono invece di altra natura.

acquario69

#8
Rispondo a giona e Gasacchino

quanto dite sul sentimento ho capito..ma io avrei dei dubbi che non possa trasformarsi anche in sentimentalismo e cercherò di spiegare il perché dal mio punto di vista.

consideriamo innanzitutto che non tutti riescono a capire il "confine" tra l'uno e l'altro,oppure che lo capiscono benissimo usando il secondo per fini personali,quindi ipocrisia e falsità come sinonimo del sentimentalismo stesso, e consideriamo pure (almeno per quello che mi sembra di aver capito) che la natura umana ha una sua intrinseca ambiguità,non so chiaramente se e' la sua,diciamo per come e' fatto,o se dipende dalla dimensione implicita dell'esistenza stessa o se entrambi alla fine non siano pure la stessa cosa.

mettendomi dal punto di vista di un cristiano credente,mi sembra che viene sempre fatto riferimento al bene e al male,e questo impersonato dal diavolo.
ma il diavolo chi sarebbe se non quello di raffigurare (metaforicamente? ma credo che giona su questo non sarebbe molto d'accordo) un significato,per farci notare appunto che in noi coesiste questo duplice aspetto.
se guardiamo l'etimologia della parola diavolo,si ha in sostanza il significato di separatore,ed e' qui che ritorno al punto di domanda che ho fatto prima...

allora faccio un ragionamento (che non ho nessuna pretesa di Verita,ma abbiamo comunque una testa per pensare per conto nostro) e dico;

il sentimento e il sentimentalismo potrebbero anche in questo caso essere le due versioni di un unica natura (umana) ?
io mi rispondo di si
successivamente attraverso questi si stabilisce un "confine" dove se finisce per prevalere l'uno o l'altro cambia praticamente tutto...se prevale il sentimento allora posso anche ammettere quello che dite,ma se prevale l'altro,questo comporta la separazione che ho detto sopra..e lo ammetteresti che ci sia questa possibilità?
inoltre tra i due aspetti non sempre e' facile distinguerli..non si dice che satana e' la scimmia di Dio,come a dire che e' un imitatore o ne sarebbe la sua parodia rovesciata?

e a parte tutto questo (di cui credo si debba tener conto) non ritieni che Dio sia qualcosa che trascende queste stesse peculiarità umane,quali il sentimento e il suo corrispondente sentimentalismo?
quindi non si dovrebbe anche noi stessi cercare di superare queste contraddizioni (se tali sarebbero) e proprio per evitare il pericolo che ho provato a spiegare sopra?!

se la dottrina rimane solo nell'ambito umano (il che non significa che questo vada negato) io avrei l'impressione che inevitabilmente a prevalere siano le forze che ci abbassano e non quelle che ci elevano,perché scendere e' molto più facile che salire e se viene a mancare l'autorevolezza della dottrina stessa,(che fronteggi il buonismo sentimentale) conseguenza e' il caos,perché ognuno si sentirà autorizzato a decidere secondo il suo "sentire" (umano) e che sappiamo quanto sia fragile allo stesso tempo...e pensare che persino il papa attuale ha detto:
"chi sono io per poter giudicare?"
...e questo non sarebbe (sterile) sentimentalismo?!..percio pure un chiaro incitamento al caos.

acquario69

Citazione di: giona2068 il 07 Settembre 2016, 15:39:20 PM
Si potrebbe ancora continuare dicendo che chiunque crede che esista fede senza amore, è senza fede e senza fiducia, ma speriamo sia solo mancanza di conoscenza a livello mentale e non a livello di cuore.

per come lo interpreto,l'amore e' la consapevolezza che "tu" ed "io" siamo la stessa cosa...cioè' siamo Uno e non due.

Duc in altum!

**  scritto da acquario69:
Citazione...e pensare che persino il papa attuale ha detto:
"chi sono io per poter giudicare?"
...e questo non sarebbe (sterile) sentimentalismo?!..percio pure un chiaro incitamento al caos.
(Solo per chiarire, senza voler giudicare nessuno)

No, Papa Francesco ha detto: "...chi sono io per poter giudicare una persona che cerca il Signore e ha buona volontà?!?!..." - quindi automaticamente, chi non cerca il Signore con buona volontà è più che giudicabile da parte di chi serve umilmente e sinceramente il Signore.
Infatti in un altro momento Papa Francesco sostiene:
«Davanti a Dio siamo tutti peccatori e bisognosi di perdono. Tutti! Gesù infatti ci ha detto di non giudicare. La correzione fraterna è un aspetto dell'amore e ...della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri. Ma correggere il fratello è un servizio ed è possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte».
Papa Francesco all'Angelus
Ricordiamoci che Gesù è morto proprio per testimoniare che non si può fare tutto quel che ci pare e piace, è il Vangelo a dettare la dottrina e il redarguire per la salvezza dell'anima.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

giona2068

Citazione di: Duc in altum! il 08 Settembre 2016, 07:20:51 AM
**  scritto da acquario69:
Citazione...e pensare che persino il papa attuale ha detto:
"chi sono io per poter giudicare?"
...e questo non sarebbe (sterile) sentimentalismo?!..percio pure un chiaro incitamento al caos.
(Solo per chiarire, senza voler giudicare nessuno)

No, Papa Francesco ha detto: "...chi sono io per poter giudicare una persona che cerca il Signore e ha buona volontà?!?!..." - quindi automaticamente, chi non cerca il Signore con buona volontà è più che giudicabile da parte di chi serve umilmente e sinceramente il Signore.
Infatti in un altro momento Papa Francesco sostiene:
«Davanti a Dio siamo tutti peccatori e bisognosi di perdono. Tutti! Gesù infatti ci ha detto di non giudicare. La correzione fraterna è un aspetto dell'amore e ...della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri. Ma correggere il fratello è un servizio ed è possibile ed efficace solo se ciascuno si riconosce peccatore e bisognoso del perdono del Signore. La stessa coscienza che mi fa riconoscere lo sbaglio dell'altro, prima ancora mi ricorda che io stesso ho sbagliato e sbaglio tante volte».
Papa Francesco all'Angelus
Ricordiamoci che Gesù è morto proprio per testimoniare che non si può fare tutto quel che ci pare e piace, è il Vangelo a dettare la dottrina e il redarguire per la salvezza dell'anima.

Girala come vuoi, ma il papa dicendo: Chi sono io per giudicare gli omosessuali se cercano Dio ed hanno buona volontà ha finito per sdoganare l'omosessualità. Certo se uno ha buona volontà e cerca Dio è sulla buona via, ma se veramente ha buona volontà smette di peccare.
In ogni caso la cosa è solo una idea perché l'omosessuale non può avere buona volontà di smettere essendo sovrastato dal peccato stesso che toglie ogni potere sul volere.
Quando si parla dal pulpito oltre ad essere attenti a quello che si dice occorre anche essere attenti a quello che altri possono capire.
Le conseguenze dell'affermazione del papa che ha finito per sdoganare l'omosessualità sono state devastanti perché ha rimosso ogni remora. Infatti la Cattolicissima Irlanda, dopo questa affermazione ha indetto un referendum con il quale è stato approvato il matrimonio fra persone dello stesso sesso. La Corte Suprema Americana ha sentenziato che il matrimonio omosex è un diritto costituzionale e Obana ha definito quella pronuncia un grande passo avanti. Immediatamente dopo, la Corte Europea ha bacchettato l'Italia perché non aveva ancora fatto una legge sulle unioni civili e nel giro di pochi mesi è stata approvata la legge Cirinnà.
Avrebbe dovuto, in quella occasione, dire che in Lv 20/13 è scritto che l'omosessualità è un abominio/schifezza agli occhi del Signore Dio.
Meno male che questa è un Europa dalle radice "cristiane", ma nelle aree geografiche di religioni diverse da quella "cristiane" non esistono queste porcherie.
Ben inteso, non sto dicendo che la religione cristiana non è giusta religione, ma che ci sono falsi cristiani che si comportano come lupi vestiti di agnello e che la loro "fede" è solo fede mentale.

Duc in altum!

**  scritto da giona2068:
CitazioneGirala come vuoi, ma il papa dicendo: Chi sono io per giudicare gli omosessuali se cercano Dio ed hanno buona volontà ha finito per sdoganare l'omosessualità. Certo se uno ha buona volontà e cerca Dio è sulla buona via, ma se veramente ha buona volontà smette di peccare.
Dunque, secondo questa tua personale rispettabile interpretazione, continuando nel non voler giudicare nessuno: tu hai smesso di peccare?
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

giona2068

#13
Citazione di: Duc in altum! il 08 Settembre 2016, 16:24:31 PM
**  scritto da giona2068:
CitazioneGirala come vuoi, ma il papa dicendo: Chi sono io per giudicare gli omosessuali se cercano Dio ed hanno buona volontà ha finito per sdoganare l'omosessualità. Certo se uno ha buona volontà e cerca Dio è sulla buona via, ma se veramente ha buona volontà smette di peccare.
Dunque, secondo questa tua personale rispettabile interpretazione, continuando nel non voler giudicare nessuno: tu hai smesso di peccare?

Se per te ammonire è sinonimo di giudicare vuol dire che se senti qualcuno bestemmiare ti giri dall'altra parte. L'ammonimento riguarda il fatto non l'essere della persona e deve nascere dall'amore nel quale c'è il volere bene. Ciò che qualifica quello che facciamo è il perché lo facciamo.
Quanto alla mia buona volontà sto cercando di recuperarla facendo attenzione a non cadere, ma non penso che chi vive l'omosessualità sia tanto avanti.
Colui che ha detto a costoro: Chi sono io per giudicare chi ha buona volontà, si è riferito ad un universo tipo che la volontà di smettere ancora non ce l'ha.
Tu chiamalo giudizio ma, se le opere sono testimoni fedeli, questa si chiama costatazione.
Il fatto è che: Io amo le persone omosex e desidero che si ravvedano, chi non le ama avalla, sbagliando, il loro sbaglio.
L'amore è correzione, innanzitutto verso noi stessi.
Girarsi dall'altra parte non solo non giova ma danneggia.
In ogni caso non siamo su questo forum per stabilire chi di noi è più o meno peccatore, questo attiene alla propria coscienza, e nessuno conosce le opere degli altri perché non ci conosciamo, ma siamo qui  per renderci conto di cosa è giusto e cosa è sbagliato.

Duc in altum!

**  scritto da giona2068:
CitazioneSe per te ammonire è sinonimo di giudicare vuol dire che se senti qualcuno bestemmiare ti giri dall'altra parte. L'ammonimento riguarda il fatto non l'essere della persona e deve nascere dall'amore nel quale c'è il volere bene. Ciò che qualifica quello che facciamo è il perché lo facciamo.
Quanto alla mia buona volontà sto cercando di recuperarla facendo attenzione a non cadere, ma non penso che chi vive l'omosessualità sia tanto avanti.
Colui che ha detto a costoro: Chi sono io per giudicare chi ha buona volontà, si è riferito ad un universo tipo che la volontà di smettere ancora non ce l'ha.
Tu chiamalo giudizio ma, se le opere sono testimoni fedeli, questa si chiama costatazione.
Il fatto è che: Io amo le persone omosex e desidero che si ravvedano, chi non le ama avalla, sbagliando, il loro sbaglio.
L'amore è correzione, innanzitutto verso noi stessi.
Girarsi dall'altra parte non solo non giova ma danneggia.
In ogni caso non siamo su questo forum per stabilire chi di noi è più o meno peccatore, questo attiene alla propria coscienza, e nessuno conosce le opere degli altri perché non ci conosciamo, ma siamo qui  per renderci conto di cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Prendendo spunto da questo passo: "...Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno..." (Mt5,37)  - potevi semplicemente rispondere "no" alla mia sollecitazione.
Pace&Bene
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

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