Ci sono cose che non andrebbero lette...

Aperto da bluemax, 09 Novembre 2016, 13:05:06 PM

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Duc in altum!

#45
**  scritto da InVerno:

CitazioneSe l'esistenza è una collezione di atti di fede positivi e negativi
a) L'esperienza empirica non avrebbe alcun valore e sopratutto non sarebbe ravvisabile nel mondo reale, le calcolatrici comincerebbero a dire che 2+2 fa 4,5,6,7 randomicamente, i sassi a volare etc.

Collezione non penso sia il termine appropriato, ma ci sei andato vicino, infatti che la sera ti addormenti e poi la mattina ti svegli è un atto di fede, che quella colazione "vegetariana" (per esempio eh!) ti farà vivere qualche anno in più è un atto di fede, che poi giungerai al lavoro in perfetto orario, dopo aver fatto 30 km in scooter, è un atto di fede, che quel progetto su cui hai investito i risparmi si realizzi, è un atto di fede, che quel matrimonio duri per sempre, è un atto di fede (reciproco), che dopo la Morte ci sarà o non ci sarà quel che tu desideri (e io spero per te che così sia!), è un atto di fede.
E questo è sperimentabile empiricamente nel quotidiano di ogni essere umano, altro che non c'è valore.
Inoltre, per chi ci crede, la calcolatrice dell'esistenza sì che al 2+2 fa 4, 5, 6, e 7: chiamasi miracoli.


Citazioneb) La fede di per se non esisterebbe, essendo l'approccio verso ogni cosa sarebbe allo stesso tempo l'approccio verso nessuna cosa e non sarebbe identificabile.

Infatti siamo noi a decidere ciò che è identificabile come valore e cosa no. La fede di per sé esiste poiché è identificabile nella speranza. Dove c'è speranza (che era quello che sostenevo a @sgiombo) c'è, inevitabilmente, fede. Solo che passando dal dare la mano con fiducia ai genitori, alla nostra metà, ai nostri colleghi, ai nostri figli, e senza che nessuno ci faccia notare che ci siamo affidati con fede a quelle mani, tutto sembra scontato e meritato, mente invece non c'è niente di logico o dovuto se non la fede.


Citazionec) La non esistenza degli unicorni è un atto di fede? Perfetto, però a quel punto anche la tua esistenza è un atto di fede e tu sei nel solipsismo, non nel cattolicesimo.

Certo che è un atto di fede credere nell'unicorno, io stravedo per Guerre Stellari, e non ti nascondo che da sempre do per valida la teoria che in altri pianeti dell'Universo ci siano quei "personaggi strani" che George Lucas ci ha presentato nei suoi film. Per non parlare della: "forza oscura"  ;D  ;D  ;D  

La mia esistenza è un atto di fede cattolico, giacché io esisto per volontà del mio Padre celeste, e ho una dignità solo perché "sono" importante ai suoi occhi, è questo non è solipsismo ma fede. Io esisto empiricamente ( e non più solo nei Suoi sogni) non per mio merito, ma perché Lui mi ha creato dal nulla, e col nulla non ho niente a che condividere finché gli do la mano con totale abbandono, questa è fede e non solipsismo.



CitazioneSe convincerti di questa teoria che tutto è un atto di fede ti aiuta a sentirti meno strano in mezzo agli "altri" buon per te, ma mi sembra un argomentazione di una debolezza incredibile e che non ha riscontro neppure nella religione che dici di praticare. E' uno stupro deliberato della parola fede a scopi puramente personali.

Beh che un cattolico debba sentirsi strano in mezzo agli altri ( e non perché strano, ma perché dice la verità) non sono io che l'ha rivelato, ma un certo Gesù di Nazareth, quindi questo mi conforta, "forse" sono sulla via giusta, anche se per le mie vere debolezze (dacché quella che solo la fede determina l'uomo è incontrovertibile) non sono ancora degno di fregiarmi di questo merito.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da sgiombo:
CitazioneEd é perfettamente inutile che insinui che a non cerdere a una religione si può sbagliare: ovviamente da uomini ci si può sempre sbagliare, sia che si creda (in una delle tante religioni "rivelate") sia che non si creda (in nessuna).
Sta di fatto (i fatti dimostrano; anche per Maral) che si può benissimo (vivere bene e) perire serenamente senza credere alla vita eterna.
Ma io non dico che non si può morire serenamente senza credere nella vita eterna, anzi (spero che lo scriverlo ti rassicuri) - mio zio è deceduto così qualche mese fa, seduto in poltrona, improvvisamente, senza credere nell'aldilà, pieno di comodità, senza soffrire, senza apparenti rimorsi, fine migliore, secondo Epicuro, impossibile, amen - affermo semplicemente che siccome non sappiamo cosa sia con certezza assoluta la Morte e il suo "dopo", ci si può affidare a quel momento (come ha fatto mio zio) solo con la speranza che davvero sia così,
Da ciò, però, posso anche (perché voglio) sostenere che visto che ognuno affronta la Morte secondo la sua speranza: o tutte le verità in essa recondite hanno lo stesso valore, o qualcuna, se la verità fosse una, unica e universale, è più sbagliata o più azzeccata che un'altra.

Tu stesso, caro @sgiombo, m'insegni che non è la stessa cosa avere speranza nel comunismo, nel fascismo o nel populismo, perché improvvisamente dovrebbe essere diverso nei confronti dell'unica cosa, altro che la politica, che davvero dovrebbe ricevere tempo per riflettere e meditare da ogni individuo: l'appuntamento magico con la Morte.

Saluti.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da InVerno:
CitazioneGira voce che tutti vedano le stesse cose (è una voce che gira tra chi vuole provare "qualcosa") in realtà mi ero documentato e le visioni cambiano a seconda della propria cultura e del momento in cui accade (che può anche non suscitare un bel niente, non penso siano "obbligatorie"). Insomma, con il giusto "setting" potrei anche vedere un harem di donne nude dall'altra parte, invece che l'omone con la barba e la tunica bianca, bisogna lavorarci su.
Gira voce ...potrei ...come vedi non hai nulla di empirico ( hai solo documentazioni e argomentazioni di teorie, ipotesi, velleità), se non la certezza che ti è concessa (anche questa senza sapere come, ma intanto ne usufrutti) dalla tua speranza che forse è così. E la speranza diviene dalla fede ...altro che setting!  :D  ;)  :D
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da sgiombo:
CitazioneE' logicamente ovvio che immediatamente dopo l'ultimo istante, per chi lo vive, non c' è più nulla di reale, ovvero c' é "il nulla"; dunque non il prolungamento eterno dell' ultimo istante che precede il nulla, che sarebbe qualcosa di reale.
E no, chi lo vive non sappiamo che cosa è quel che sta sperimentando dopo che diverrà assente in questo pianeta, lo vediamo da testimoni esterni e ci può apparire come se stesse vivendo il nulla (e forse davvero non ci sarà niente di reale, ma non lo possiamo sapere, possiamo solo affidarci alla speranza che sia così), infatti non c'è più nulla del defunto se non il corpo in fase di decomposizione biologica e da ciò posso dedurre che di quell'individuo non c'è più nulla, ma non è ovvio, e men che meno logico in virtù della speranza di chi invece pensa che quel soggetto stia continuando a esistere, questo è ovvio e più che logico.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

bluemax

Citazione di: baylham il 10 Gennaio 2017, 15:25:27 PMTesi incomprensibili, contraddittorie logicamente: se rileggi attentamente sostieni che la mente e la materia sono su piani paralleli che però si intersecano reciprocamente.
Quali sono i piani paralleli della mente e della materia? Che cosa significa stato mentale? Come si influenzano la materia e la mente?
Una domanda: la parola, la scrittura, il mio commento, sono  materiali o mentali?
No... intendo dire qualcosa di simile (simile = diverso).
La mente segue le leggi di causalità non materiali, la materia invece segue leggi di causalità materiali e su questo non vi son dubbi.

La mente pero' viene INFLUENZATA (mantenendo comunque una sua indipendenza visto che influenzare non significa diventare)  dal corpo (materia) mentre il corpo viene influenzato dagli stati mentali.

la distinzione tra mente e corpo (materia) in ambito buddista è alla base di ogni cosa. Se vuoi posso indicarti alcuni testi dove spiega esattamente in cosa la materia differenzia dalla mente. Facendo il copia incolla qua avrebbe poco senso. :) 
Posso al limite darti questo link https://www.youtube.com/watch?v=_zSaynjf354&t=1074s che, A GRANDI LINEE, e molto superficialmente puo' aiutare a comprendere cosa si intende per MENTE (non cervello o pensieri).

Posso dirti che gli stanti mentali possono arrivare ad essere 52. Alcuni di essi escludono l'uno la presenza dell'altro. 
Posso dirti che lo stato mentale di INVIDIA ha effetto sul "tuo" (notare le virgolette) corpo e immediatamente dopo nell'universo circostante (motivo per cui è necessario addestrarsi a domare la mente ;) )
Posso dirti che la mente precede la parola, la parola precede l'azione quindi la scrittura viene dopo la mente :) il tuo commento (mente) viene prima dell'azione di scrittura :) 

scusami molto per la sintesi grossolana ma sono a lavoro. :) 

ciao :)

InVerno

Citazione di: Duc in altum! il 10 Gennaio 2017, 16:25:50 PM
**  scritto da InVerno:
CitazioneGira voce che tutti vedano le stesse cose (è una voce che gira tra chi vuole provare "qualcosa") in realtà mi ero documentato e le visioni cambiano a seconda della propria cultura e del momento in cui accade (che può anche non suscitare un bel niente, non penso siano "obbligatorie"). Insomma, con il giusto "setting" potrei anche vedere un harem di donne nude dall'altra parte, invece che l'omone con la barba e la tunica bianca, bisogna lavorarci su.
Gira voce ...potrei ...come vedi non hai nulla di empirico ( hai solo documentazioni e argomentazioni di teorie, ipotesi, velleità), se non la certezza che ti è concessa (anche questa senza sapere come, ma intanto ne usufrutti) dalla tua speranza che forse è così. E la speranza diviene dalla fede ...altro che setting!  :D  ;)  :D
Ho detto "gira voce" perchè è esattamente questo, una voce che viene fatta girare senza nessun dato empirico, i dati empirici sono stati collezionati e il risultato è quello che ho detto subito dopo, la relatività culturale delle allucinazioni. Potrei è un condizionale non un desiderio, l'incertezza è data dal fatto che non ho controllo su quel tipo di avvenimento per motivi ben chiari e che nulla hanno a che fare con l'ordinamento dell'universo, diversamente da quanto ne ho su cosa mangerò stasera, che non è un atto di fede. Cosi come la dieta, la velocità dello scooter e altro ancora. Sei semplicemente un mistificatore per tornaconto personale, quella che chiami "fede" è una forma malata di relativismo dove ogni cosa è legittimata dalla sola possibilità di crederci (quasi appunto stessi vivendo un esistenza solipsistica) e dove ogni affermazione è apparentemente equivalente salvo poi tirare fuori un libro a tua scelta per renderne alcune "migliori" delle altre secondo tue interpretazioni personali (e quindi concedendo a te stesso il potere di veto e di pontificare). Quando il proprio ego è cosi grande, Dio è cosi piccolo che aver fede in lui è come scegliere una dieta vegana o la velocità dello scooter. ;) :) :D
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

sgiombo

Citazione di: baylham il 10 Gennaio 2017, 15:25:27 PM
Citazione di: bluemax il 10 Gennaio 2017, 12:27:47 PM
si pone un problema di natura "logico".
La mente, questa, non ha nulla a che fare con la materia. La mente ubbidisce alle regole causali (stato mentale successivo dipende da quello precedente e via all'infinito nel continum mentale) la mente non puo' nascere dalla materia (cervello) in quanto seguono leggi causali differenti (materia con materia, mente con mente).

L'istante prima del primo stato mentale DEVE essere per forza di natura mentale e non materiale, l'istante successivo alla cessazione del corpo deve per forza di cose essere di tipo mentale e non materiale. Questa REGOLA UNIVERSALE non puo' essere violata (ed è su questa che si basa la dottrina buddista per quanto riguarda la rinascita, il bardo e successive fasi). Tutto l'universo è governato da tale legge (karma) quindi, per "induzione" è ovvio che la mente non puo' "finire" con la cessazione della "materia".

Del resto l'universo intero insegna. E' regolato da infiniti CICLI. Anche quando si va a "dormire" si sperimenta una piccola morte. ogni giorno è una piccola vita... ed una vita è un piccolo "eone" e cosi' via. :)

il libro tibetano dei morti è "annessi" (dove per annessi vi sono miriadi di libri di "studio" di tal materia) è interessantissimo.


In certe situazioni di meditazione è possibile "isolare" la mente dalla materia e "notare" in cosa consiste la "corretta visione". :)
Del resto... l'errore comune che viene fatto è quello di associare il karma di cio' che non è materiale (la mente) a cio' che invece è materiale (il corpo o mezzo).
Ambedue si influenzano ma viaggiano su binari decisamente differenti.

ciao :)

Tesi incomprensibili, contraddittorie logicamente: se rileggi attentamente sostieni che la mente e la materia sono su piani paralleli che però si intersecano reciprocamente.
Quali sono i piani paralleli della mente e della materia? Che cosa significa stato mentale? Come si influenzano la materia e la mente?
Una domanda: la parola, la scrittura, il mio commento, sono  materiali o mentali?





MI SCUSO PER LA GRAFiCA INCASINATA (quel che segue é un' unico intervento che non sono riuscito a evitare venisse spezzettato in tante diverse citazioni)

Citazione
CitazioneTrovo ineccepibile l' affermazione che mente e materia divengono parallelamente su piani diversi, per la chiusura causale del mondo fisico che non ammette effetti non naturali materiali (per esempio non mentali) sul divenire naturale - materiale.

CitazioneTanto la materia quanto il pensiero (enti ed eventi materiali ed enti ed eventi mentali) di cui abbiamo esperienza cosciente sono insiemi-successioni di sensazioni fenomeniche.

CitazioneI cervelli umani sono enti materiali di cui abbiamo esperienza cosciente; come tali essi sono insiemi-successioni di sensazioni fenomeniche di tipo materiale; essi si trovano nelle esperienze fenomeniche coscienti (di coloro che li percepiscono, osservano); e non (contrariamente a un diffuso luogo comune): le esperienze fenomeniche coscienti sono nei cervelli.

CitazioneLe moderne neuroscienze dimostrano sempre più convincentemente che necessariamente ogni certo determinato evento di coscienza (materiale o mentale) nell' ambito di una certa determinata esperienza fenomenica cosciente necessariamente corrisponde biunivocamente con un certo determinato stato funzionale "di un certo tipo" (ve ne sono infatti anche "di altri tipi" che non sono accompagnati da -corrispondenti a- coscienza) di un certo determinato cervello (e viceversa); e non (contrariamente a un diffuso luogo comune): che ogni certo determinato stato di coscienza si identifica con o é causato da un certo determinato stato funzionale di un certo determinato cervello.

Citazione(Ri-) Propongo (un' altra volta; e mi scuso per le numerose ripetizioni) un' ipotesi per spiegare tutto ciò:
CitazioneOltre alle esperienze fenomeniche coscienti accade realmente (esiste, diviene) una realtà in sé o noumeno tale che nel suo ambito certi determinati enti-eventi (che si possono chiamare "soggetti di esperienza cosciente") corrispondono biunivocamente ciascuno a una certa determinata esperienza fenomenica cosciente; il divenire di ciascuna cosa in sé "soggetto" è separato (incomunicante) da quello della rispettiva esperienza fenomenica, attuandosi essi "parallelamente su piani incomunicanti, reciprocamente trascendenti ma correlati.
Citazione1) Oltre alle esperienze fenomeniche coscienti accade realmente (esiste, diviene) una realtà in sé o noumeno tale che nel suo ambito certi determinati enti-eventi (che si possono chiamare "soggetti di esperienza cosciente") corrispondono biunivocamente ciascuno a una certa determinata esperienza fenomenica cosciente; il divenire di ciascuna cosa in sé "soggetto" è separato (incomunicante) da quello della rispettiva esperienza fenomenica, attuandosi essi "parallelamente su piani incomunicanti, reciprocamente trascendenti ma correlati.
Citazione2) Allorché una cosa in sé soggetto di esperienza (nell' ambito del noumeno) si trova in certi determinati rapporti con certi determinati enti e/o eventi in sé da esso stesso diversi che si possono chiamare "oggetti" della sua esperienza fenomenica cosciente, accadono nell' ambito di quest' ultima certe determinate sensazioni fenomeniche materiali (necessariamente e solo quelle, non altre).
Citazione3) Allorché una cosa in sé soggetto di esperienza (nell' ambito del noumeno) si trova in certi determinati rapporti con se stesso, accadono nell' ambito della sua esperienza fenomenica cosciente certe determinate sensazioni fenomeniche mentali (necessariamente e solo quelle e non altre): si ha in questi casi coincidenza, identità, nell' ambito del noumeno, di soggetto e oggetto di esperienza fenomenica cosciente.
Citazione4) Le sensazioni materiali (contrariamente a quelle mentali) sono intersoggettive perché nell' ambito delle diverse esperienze fenomeniche coscienti di ciascun soggetto corrispondono biunivocamente agli stessi oggetti in sé (diversi dai soggetti; purché ciascun soggetto si trovi nelle stesse relazioni degli altri con gli oggetti), e dunque transitivamente sono reciprocamente corrispondenti fra loro.
Citazione5) Gli stessi eventi in sé (nell' ambito del noumeno) corrispondono (purché si diano determinate relazioni nell' ambito del noumeno stesso) a un certo determinato stato di una certa determinata esperienza fenomenica cosciente (quella di un soggetto che ne è anche oggetto: si tratta quindi di esperienza fenomenica mentale) e a un certo determinato stato fisiologico di un certo determinato cervello (almeno potenzialmente e di solito di fatto indirettamente per il tramite dell' imaging neurologico) nell' ambito di determinate altre, diverse esperienze fenomeniche coscienti di altri soggetti (di esse), il cui oggetto è da esse diverso (si tratta quindi di esperienze fenomeniche materiali): quando io penso certe determinate cose, ho certi determinate esperienze mentali (sono in certi determinati rapporti con me stesso), allora chiunque può in linea di principio constatare (nell' ambito materiale della propria esperienza cosciente) che necessariamente il mio cervello si trova in certi determinati stati funzionali e solo in quelli; e quando io ho certe determinate sensazioni materiali (sono in certi determinati rapporti con altri enti/eventi in sé da me diversi), allora chiunque può in linea di principio constatare (nell' ambito materiale della propria esperienza cosciente) che necessariamente il mio cervello si trova in certi determinati altri stati funzionali e solo in quelli.
Citazione6) Grazie per l' infinita pazienza (ai prodi che l' avessero avuta nel seguirmi ancora una volta fin qui).

sgiombo

Citazione di: Duc in altum! il 10 Gennaio 2017, 16:42:46 PM
**  scritto da sgiombo:
CitazioneE' logicamente ovvio che immediatamente dopo l'ultimo istante, per chi lo vive, non c' è più nulla di reale, ovvero c' é "il nulla"; dunque non il prolungamento eterno dell' ultimo istante che precede il nulla, che sarebbe qualcosa di reale.
E no, chi lo vive non sappiamo che cosa è quel che sta sperimentando dopo che diverrà assente in questo pianeta, lo vediamo da testimoni esterni e ci può apparire come se stesse vivendo il nulla (e forse davvero non ci sarà niente di reale, ma non lo possiamo sapere, possiamo solo affidarci alla speranza che sia così), infatti non c'è più nulla del defunto se non il corpo in fase di decomposizione biologica e da ciò posso dedurre che di quell'individuo non c'è più nulla, ma non è ovvio, e men che meno logico in virtù della speranza di chi invece pensa che quel soggetto stia continuando a esistere, questo è ovvio e più che logico.

Risposta di Sgiombo:
Ma la questione che affrontavo con Maral non era se la vita sia eterna o meno (so già cosa pensi tu in proposito e non credo che riuscirei a convincerti che sbagli, anche se lo deisderassi con tutto il cuore), bensì se l' istante della morte sia eterno o meno.

(Sono molto contento per tuo zio; non che sia morto, ovviamente, anche se prima o poi tocca a tutti, ma che sia morto serenamente; e spero che lo abbia letto anche Maral).

Duc in altum!

**  scritto da InVerno:
CitazioneHo detto "gira voce" perchè è esattamente questo, una voce che viene fatta girare senza nessun dato empirico, i dati empirici sono stati collezionati e il risultato è quello che ho detto subito dopo, la relatività culturale delle allucinazioni.
Esatto, relatività, niente di assoluto, quindi ancora c'è la speranza che post-mortem tutto è possibile.


CitazionePotrei è un condizionale non un desiderio, l'incertezza è data dal fatto che non ho controllo su quel tipo di avvenimento per motivi ben chiari e che nulla hanno a che fare con l'ordinamento dell'universo,
No, potrei è l'unica risposta possibile nei confronti del fatto (come tu ben dici) che non hai (abbiamo) controllo (sapere, gnosi, fatti) sull'avvenimento del post-mortem (e puoi solo speculare, e chi te lo proibisce, sull'esperienza pre-mortem). Quindi potresti incontrare l'harem, potresti incontrare il niente, potresti incontrare la re-incarnazione, potresti incontrare il primo giudizio divino, ecc. ecc.
E i motivi del perché non hai (abbiamo) controllo/conoscenza su cosa ci sia dopo l'ultimo respiro terrestre, non sono per niente ben chiari, anche questo è un Mistero, e quindi sì che hanno a che vedere con l'ordinamento dell'Universo, poiché anch'esso ancora privo, quindi sconosciuto, di una verità assoluta sul suo esistere.


Citazionequella che chiami "fede" è una forma malata di relativismo dove ogni cosa è legittimata dalla sola possibilità di crederci
Fin quando non "potrai" avere le prove del perché esisti davvero (facendo a meno della fede), e se davvero l'esperienza post-mortem è un'allucinazione, penso che la tua (qui sopra) sia una giusta e gratificante definizione della fede, grazie.
La tua cena stasera, sempre nella speranza recondita (che tu non consideri per abitudine ad essa pensando che ti sia dovuta perché dotato di ragione) che tu vi giunga (mi dispiace ma è così che funziona la realtà: niente è scontato tranne le tasse e la morte (dal film "Ti presento Joe Black"), è legittimata dal fatto che esisti, e se esisti senza ancora sapere il vero motivo, puoi solo crederci, non hai altre possibilità. Buon appetito.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

Duc in altum!

**  scritto da sgiombo:
CitazioneMa la questione che affrontavo con Maral non era se la vita sia eterna o meno (so già cosa pensi tu in proposito e non credo che riuscirei a convincerti che sbagli, anche se lo deisderassi con tutto il cuore), bensì se l' istante della morte sia eterno o meno.
Se l'istante della morte fosse come quello dell'attimo in cui ci si addormenta, e poi non ci sarebbe più risveglio, penso, secondo me che sì è eterno. Mi addormento e resto addormentato per sempre. Buio e assenza di coscienza per sempre.
Se invece si dovessero aprire nuovamente gli occhi, o qualcosa di simile percezione, bisognerebbe esserci per sperimentare la probabile possibilità che sia eterno o meno.


P.S. = non potresti convincermi del fatto che sto sbagliando perché l'unica arma a tua disposizione è la tua fede nella fortuna, e io che "forse" sono più fortunato di te non ho mai creduto in essa.  ;D  ;D ;D
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Citazione di: Duc in altum! il 10 Gennaio 2017, 20:37:53 PM
**  scritto da sgiombo:
CitazioneMa la questione che affrontavo con Maral non era se la vita sia eterna o meno (so già cosa pensi tu in proposito e non credo che riuscirei a convincerti che sbagli, anche se lo deisderassi con tutto il cuore), bensì se l' istante della morte sia eterno o meno.
Se l'istante della morte fosse come quello dell'attimo in cui ci si addormenta, e poi non ci sarebbe più risveglio, penso, secondo me che sì è eterno. Mi addormento e resto addormentato per sempre. Buio e assenza di coscienza per sempre.
Se invece si dovessero aprire nuovamente gli occhi, o qualcosa di simile percezione, bisognerebbe esserci per sperimentare la probabile possibilità che sia eterno o meno.


P.S. = non potresti convincermi del fatto che sto sbagliando perché l'unica arma a tua disposizione è la tua fede nella fortuna, e io che "forse" sono più fortunato di te non ho mai creduto in essa.  ;D  ;D ;D
L'istante eterno è una contraddizione in termini perchè l'istante è una frazione di tempo mentre l'eternità è al di lá del tempo e con quest'ultimo non ha nulla in comune. Così come non ha senso pensare di risvegliarsi dopo la morte se questo risveglio lo si colloca nel tempo o comunque condizionato da questo.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD


sgiombo

Citazione di: Duc in altum! il 10 Gennaio 2017, 20:37:53 PM
**  scritto da sgiombo:
CitazioneMa la questione che affrontavo con Maral non era se la vita sia eterna o meno (so già cosa pensi tu in proposito e non credo che riuscirei a convincerti che sbagli, anche se lo deisderassi con tutto il cuore), bensì se l' istante della morte sia eterno o meno.
Se l'istante della morte fosse come quello dell'attimo in cui ci si addormenta, e poi non ci sarebbe più risveglio, penso, secondo me che sì è eterno. Mi addormento e resto addormentato per sempre. Buio e assenza di coscienza per sempre.
Se invece si dovessero aprire nuovamente gli occhi, o qualcosa di simile percezione, bisognerebbe esserci per sperimentare la probabile possibilità che sia eterno o meno.


P.S. = non potresti convincermi del fatto che sto sbagliando perché l'unica arma a tua disposizione è la tua fede nella fortuna, e io che "forse" sono più fortunato di te non ho mai creduto in essa.  ;D  ;D ;D

CitazioneIo e Maral discutevamo di altre cose.

No, credo che non riuscirei a convincerti per i tuoi pregiudizi acritici che non sei disposto a mettere in discussione (so già che attribuirai, come al solito, pregiudizi acrirtici del tutto analoghi anche a me;  ma in realtà io credo per fede a molte meno tesi indimostrabili né mostrabili che te, solo a quelle che chiunque sia comunemente ritenuto sano di mente per lo meno si comporta come se vi credesse: questa é già una risposta anticipata probabibilmente esauriente alle tue prevedibili obiezioni, che commentei solo nell' improbabile caso contenessero qualche nuovo argomento non da te di gà avanzato e da me di già criticato numerosissime altre volte).

Duc in altum!

**  scritto da donquixote:
CitazioneL'istante eterno è una contraddizione in termini perchè l'istante è una frazione di tempo mentre l'eternità è al di lá del tempo e con quest'ultimo non ha nulla in comune. Così come non ha senso pensare di risvegliarsi dopo la morte se questo risveglio lo si colloca nel tempo o comunque condizionato da questo.

Certo, ma si potrebbe anche distinguere l'eterno come un susseguirsi infinito di attimi, più o meno quel che passa nel trascorrere della nostra esistenza: 40, 80 o 100 anni vissuti, anche se appare surreale, in realtà non sono altro che milioni d'istanti coscienti (inclusi i sogni e l'inconscio) ripetutosi fino alla morte. Quindi se nell'attimo dopo un infarto fulminante, cessasse tutto questo, non possiamo definire quel lapso di tempo, pervaso dal niente, dal buio e dal silenzio assoluti, che diverrebbe dopo.
Mentre se, passato il dolore lacerante del cuore spezzato, si dovesse riconquistare un certo che di coscienza, penso, anzi immagino (visto che godo di questa grazia), anche perché ancora umano, che "forse" quegli istanti che si susseguirebbero, formando la vita eterna, non sarebbero poi tanto diversi da quelli sperimentati, assurdamente, nel pianeta terra.
"Solo quando hai perduto Dio, hai perduto te stesso;
allora sei ormai soltanto un prodotto casuale dell'evoluzione".
(Benedetto XVI)

donquixote

Citazione di: Duc in altum! il 11 Gennaio 2017, 09:12:44 AMCerto, ma si potrebbe anche distinguere l'eterno come un susseguirsi infinito di attimi, più o meno quel che passa nel trascorrere della nostra esistenza: 40, 80 o 100 anni vissuti, anche se appare surreale, in realtà non sono altro che milioni d'istanti coscienti (inclusi i sogni e l'inconscio) ripetutosi fino alla morte. Quindi se nell'attimo dopo un infarto fulminante, cessasse tutto questo, non possiamo definire quel lapso di tempo, pervaso dal niente, dal buio e dal silenzio assoluti, che diverrebbe dopo. Mentre se, passato il dolore lacerante del cuore spezzato, si dovesse riconquistare un certo che di coscienza, penso, anzi immagino (visto che godo di questa grazia), anche perché ancora umano, che "forse" quegli istanti che si susseguirebbero, formando la vita eterna, non sarebbero poi tanto diversi da quelli sperimentati, assurdamente, nel pianeta terra.

Non per vis polemica, ma è importante non confondere l'eternità con un concetto condizionato dal tempo, altrimenti su certi argomenti ci si condanna inevitabilmente alla confusione assoluta. La serie di istanti (o di secondi, ore, giorni eccetera) che non finisce mai si indica con "perpetuità"; ciò che è perpetuo continua indefinitamente nel tempo, mentre ciò che è eterno è qualcosa che non è condizionato dal tempo e il suo manifestarsi non è misurabile in termini di istanti, giorni, secoli. La vita eterna quindi non ha niente a che fare con quella che sperimentiamo qui sulla terra, che se fosse come dici tu sarebbe perpetua, e non è per niente legata alla consapevolezza e alla coscienza così come siamo abituati a considerarla.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

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