Ci sono cose che non andrebbero lette...

Aperto da bluemax, 09 Novembre 2016, 13:05:06 PM

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paul11

Noi siamo la categoria di pensiero che decidiamo di essere.
Vogliamo esser un microbo ? il folle penserà di essere un microbo e sarà un umano che penserà d iessere microbo.
Vogliamo essere materiali? penseremo di essere il prodotto di metaboliti.
Vogliamo essere spirituali? Ci focalizzeremo più su un modo di essere e di fare.

Feuerbach diceva che siamo quello che mangiamo. E un insetto che si chiama stercoraro di cosa sarebbe fatto?
 E il pensiero da quale nutriente deriverebbe?

Ci ritroviamo un cervello, che nonostante noi, problematizza qualunque cosa, ci porta per altre strade e su quella strada sta la nostra esperienza e vita che può mutare il nostro pensiero, il nostro modo di essere e fare.

Così posso trovarmi davanti un fanatico dell'Isis che mi punta una pistola, o  un serial killer, o  un mercenario.
Cosa importa se il prodotto di un pensiero spirituale fanatico, di una follia o per denaro ,se quella pistola puntata h ala stessa finalità?
Importa se voglio capire il prodotto di un pensiero, ma daccapo allora non siamo più dentro un alogica di metaboliti, ma di pensiero.
Perchè se anche fossimo metaboliti quelli producono un pensiero ed è il pensiero che costituisce  cultura e una città è fatta di cultura non di metaboliti.

bluemax

Questo sarebbe vero se i pensieri li consideri come "TUOI". 

Penso invece che i pensieri non sono affatto tuoi ma presi in prestito da altri. Entrano, usano il tuo cervello e se ne vanno. 

Entrano nella tua testa e si propagano grazie ad immagini, suoni, odori, sentiti dire, e passano di cervello in cervello subendo ogni volta una leggera modificazione.

In altre parole una possibile nuova forma di "vita" che utilizza i cervelli per svilupparsi. 
(del resto cosa è che differenzia una forma di vita da una priva di vita ?)

Ogni idea infatti nasce, muore (o meglio, si modifica), si riproduce, si unisce con altre idee per formarne una nuova... 

Come dicevo penso che i pensieri o riflessioni in realtà non sono assolutamente i "tuoi" (dove per tuo intendo un qualcosa che ti appartiene o generato da un tuo << Sè >> che abbiamo visto non esistere)  ma possono essere paragonati ad ospiti che per motivi causali (diverso da casuali) utilizzano il tuo cervello come ambiente per svilupparsi e nulla di piu'.

La persona appartenente all' ISIS non ha un cervello differente dal tuo. La struttura è totalmente simile. I Suoi pensieri e credenze non sono dettate da un hardware differente al tuo. Al limite il suo "cervello" è utilizzato da una "idea" sviluppatasi in quell'area.

Pensa che persino il linguaggio non è un qualcosa di "cosciente" ma è un qualcosa di "incosciente". Quando parliamo non ci soffermiamo mai (o se lo facciamo ecco che esso rallenta o si blocca) su quale parola dobbiamo dire o utilizzare, ma vengono stimolate le parti del cervello utilizzate per far battere il cuore, per il respiro ecc... ecc... . Quindi, pare, che anche il linguaggio sia una rappresentazione sonora di mappe cerebrali che il cervello "visualizza" in un determinato stato. Mappe che vengono continuamente corrette con le nuove informazioni.

Del resto quando una nuova vita nasce, non ha possibilità di interagire col mondo esterno sino a quando il cervello (tramite il sonno) non abbia creato "mappe" su cui elaborare informazioni. 

La cosa sorprendente è che tali mappe possono essere "dimenticate". Caso bellissimi sono quelli che studiano il comportamento di persone che, dopo un trauma cranico, e la perdida di alcune parti del cervello (di alcune mappe) sono perfettamente in grado di parlare e ricordare, ma quando vedono il proprio braccio o la propria immagine allo specchio si chiedono di chi sia quel braccio... e chi sia la persona nello specchio... 

il tutto molto affascinante :)

Angelo Cannata

Citazione di: bluemax il 11 Novembre 2016, 11:00:08 AM
Penso invece che i pensieri non sono affatto tuoi ma presi in prestito da altri. Entrano, usano il tuo cervello e se ne vanno.

Entrano nella tua testa e si propagano grazie ad immagini, suoni, odori, sentiti dire, e passano di cervello in cervello subendo ogni volta una leggera modificazione.

In altre parole una possibile nuova forma di "vita" che utilizza i cervelli per svilupparsi.
(del resto cosa è che differenzia una forma di vita da una priva di vita ?)

Ogni idea infatti nasce, muore (o meglio, si modifica), si riproduce, si unisce con altre idee per formarne una nuova...

Esprimevo quasi le stesse idee alcuni mesi fa in due post del mio blog (Strutture della spiritualità II e III).
Questo modo di pensare può essere ravvisato nel modo in cui Michel Foucault considera l'uomo come determinato dal linguaggio.
Credo che questa visione materialista non tolga nulla alla spiritualità, anzi la apre ad ulteriori sviluppi che hanno il vantaggio di essere liberi da credenze religiose o di qualsiasi altro genere.

Phil

Citazione di: Angelo Cannata il 10 Novembre 2016, 22:35:04 PMCredo che comunque il meditare non per questo sia da buttar via; si tratta di coltivarlo con maturità, senza perdere di vista il fascino del silenzio, ma neanche il dramma insanabile del male.
Varrebbe la pena chiedersi(/ti) cos'è questo "male" (con la minuscola, quindi escludendo approcci che "personificano" tale male) che mette in scena il suo insanabile dramma... non è anch'esso solo un prodotto concettuale/interpretativo, una categoria determinata dal linguaggio che ne parla?

Angelo Cannata

Citazione di: Phil il 11 Novembre 2016, 16:28:59 PM
Varrebbe la pena chiedersi(/ti) cos'è questo "male" (con la minuscola, quindi escludendo approcci che "personificano" tale male) che mette in scena il suo insanabile dramma... non è anch'esso solo un prodotto concettuale/interpretativo, una categoria determinata dal linguaggio che ne parla?
Senza dubbio: ciò che chiamiamo male è male per noi umani, non certo per altre specie e ancor meno per altri oggetti. Ciò non diminuisce la sua drammaticità (per noi), ma credo che offra il vantaggio di guidarci a trattarlo in termini più capaci di reggere alla critica. Cioè, il male non è un dato oggettivo, ma una nostra esperienza. Anche quando vedo un animale soffrire, non ha senso pensare che quell'animale si ponga interrogativi esistenziali sull'esistenza del male. In tal caso, mi darò da fare per combattere la sofferenza degli animali non perché essa sia un male oggettivo, ma perché la mia sensibilità umana mi spinge a farlo. Ciò non diminuisce la validità di un impegno del genere, ma lo situa in un contesto mentale più rispondente alle nostre capacità critiche odierne.

Donalduck

bluemax ha scritto:
CitazioneE' appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che il tutto avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello.
Non c'è spiritualità, non c'è dolore ne gioia (se non ricompense chimiche volute dall'evoluzione), non c'è mente se non processi cerebrali, ma sopratutto non vi è un Se' un io... se non come sovrapposizione di mappature tra quel che l'occhio vede e quel che il corpo prova (è il mondo a muoversi o la testa ? Per valutare questo serve la creazione di un IO illusorio).
E non c'è amore, non c'è odio, non c'è Libero arbitrio...
L'errore secondo me sta nel considerare questa fantomatica (irrimediabilmente inafferrabile) realtà, come qualcosa di monodimensionale. Questa concezione è immediatamente smentita dall'esperianza, che abbiamo costantemente, di una realtà multidimensionale in cui abbiamo almeno un "mondo esterno" e un "mondo interno", interconnessi ma dotati di caratteristiche e leggi completamente diverse tra loro. Arrivare alle tue conclusioni significa aderire a quella corrente di pensiero chiamata "riduzionismo materialista" o semplicemente "riduzionismo" secondo cui la "vera" realtà sarebbe quella della materia (termine abbastanza problematico di suo) e tutto il resto sarebbe una sorta di "effetto collaterale" dell'interazione di forze brute e inintelligenti. Non ho mai trovato una giustificazione razionale di questa convinzione, per cui la considero una conclusione "emotiva" o comunque extrarazionale.

Un atteggiamento come il tuo porterebbe anche a dire che, quando guardi un video, mettiamo un notiziario, tutto quello che è reale sono gli elettroni che si muovono e le onde elettromagnetiche che si propagano, e tutto il resto non è altro che illusione: non c'è giornalista, non ci sono notizie, solo energia, onde e particelle. Ignorando che il movimento delle cariche elettriche è preordinato, e le onde elettromagnetiche sono modulate in modo da essere veicolo di informazioni che nulla hanno a che fare con le particelle e le onde, ma non sono certo meno reali di queste.  E che, almeno in questo caso, i "fenomeni fisici" sono causati da altri elementi di realtà e non viceversa. E tuttavia, senza il mezzo (il substrato materiale) non ci sarebbe nessun notiziario.

Secondo me si parla con troppa disinvoltura di illusione, senza neppure curarsi di definirla, come se fosse un concetto scontato. Se lo fosse, sarebbe facile rispondere alla domanda: come si fa a distinguere la realtà dall'illusione, in generale? Cosa differenzia una dall'altra?

Sariputra

Citazione di: Donalduck il 01 Dicembre 2016, 00:45:01 AMbluemax ha scritto:
CitazioneE' appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che il tutto avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello. Non c'è spiritualità, non c'è dolore ne gioia (se non ricompense chimiche volute dall'evoluzione), non c'è mente se non processi cerebrali, ma sopratutto non vi è un Se' un io... se non come sovrapposizione di mappature tra quel che l'occhio vede e quel che il corpo prova (è il mondo a muoversi o la testa ? Per valutare questo serve la creazione di un IO illusorio). E non c'è amore, non c'è odio, non c'è Libero arbitrio...
L'errore secondo me sta nel considerare questa fantomatica (irrimediabilmente inafferrabile) realtà, come qualcosa di monodimensionale. Questa concezione è immediatamente smentita dall'esperianza, che abbiamo costantemente, di una realtà multidimensionale in cui abbiamo almeno un "mondo esterno" e un "mondo interno", interconnessi ma dotati di caratteristiche e leggi completamente diverse tra loro. Arrivare alle tue conclusioni significa aderire a quella corrente di pensiero chiamata "riduzionismo materialista" o semplicemente "riduzionismo" secondo cui la "vera" realtà sarebbe quella della materia (termine abbastanza problematico di suo) e tutto il resto sarebbe una sorta di "effetto collaterale" dell'interazione di forze brute e inintelligenti. Non ho mai trovato una giustificazione razionale di questa convinzione, per cui la considero una conclusione "emotiva" o comunque extrarazionale. Un atteggiamento come il tuo porterebbe anche a dire che, quando guardi un video, mettiamo un notiziario, tutto quello che è reale sono gli elettroni che si muovono e le onde elettromagnetiche che si propagano, e tutto il resto non è altro che illusione: non c'è giornalista, non ci sono notizie, solo energia, onde e particelle. Ignorando che il movimento delle cariche elettriche è preordinato, e le onde elettromagnetiche sono modulate in modo da essere veicolo di informazioni che nulla hanno a che fare con le particelle e le onde, ma non sono certo meno reali di queste. E che, almeno in questo caso, i "fenomeni fisici" sono causati da altri elementi di realtà e non viceversa. E tuttavia, senza il mezzo (il substrato materiale) non ci sarebbe nessun notiziario. Secondo me si parla con troppa disinvoltura di illusione, senza neppure curarsi di definirla, come se fosse un concetto scontato. Se lo fosse, sarebbe facile rispondere alla domanda: come si fa a distinguere la realtà dall'illusione, in generale? Cosa differenzia una dall'altra?


"Compenetrazione di mondi"...uno dei fondamenti della filosofia Hwa Yen...molto interessante da sviluppare ( in altro topic magari...).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Mario Barbella

#22
Citazione di: bluemax il 09 Novembre 2016, 13:05:06 PM
Ci sono libri che non andrebbero letti... e ricerche che non andrebbero fatte... superata poi la miseria del conoscere ci si sente finalmente liberi, sereni, tranquilli, il tutto è come deve essere e non ci puoi far nulla.

Mi riferisco al fatto che essendomi avvicinato negli ultimi tempi (a causa dello studio sulla mente buddista) a testi neuroscientifici...

Beh... la domanda è semplice.
E' appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che il tutto avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello.

Non c'è spiritualità, non c'è dolore ne gioia (se non ricompense chimiche volute dall'evoluzione), non c'è mente se non processi cerebrali, ma sopratutto non vi è un Se' un io... se non come sovrapposizione di mappature tra quel che l'occhio vede e quel che il corpo prova (è il mondo a muoversi o la testa ? Per valutare questo serve la creazione di un IO illusorio).
                     
ECCO LA MIA (di Barbella) R I S P O S TA  a Bluemax


Già, di primo acchito  e senza troppo riflettere, lo scritto di Bluemax sembra un tavolo mancante almeno di una gamba; mi rendo conto che qualcuno non riesca ad immaginare di quale gamba si tratti, in effetti ciò è difficile senza un minimo di riflessione.
Ora, dico a Bluemax,: ma chi può dire che la sua sintesi  è completa (quindi, corretta) o no?  Ecco la Risposta: l'OSSERVATORE, ma chi è costui? Lo chiedo semplicemente a Bluemax. Buona fortuna amico mio! ;D

Un augurio di buona salute non si nega neppure a... Salvini ! :)
A tavola potrebbe pure mancare il cibo ma... mai il vino ! Si, perché una tavola senza vino è come un cimitero senza morti  ;)  (nota pro cultura (ed anche cucina) mediterranea)

sgiombo

Citazione di: bluemax il 09 Novembre 2016, 14:49:26 PM
Citazione di: giona2068 il 09 Novembre 2016, 13:14:52 PM
Citazione di: bluemax il 09 Novembre 2016, 13:05:06 PM
E' appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che il tutto avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello.

Non c'è spiritualità, non c'è dolore ne gioia (se non ricompense chimiche volute dall'evoluzione), non c'è mente se non processi cerebrali, ma sopratutto non vi è un Se' un io... se non come sovrapposizione di mappature tra quel che l'occhio vede e quel che il corpo prova (è il mondo a muoversi o la testa ? Per valutare questo serve la creazione di un IO illusorio).

E non c'è amore, non c'è odio, non c'è Libero arbitrio...

la filosofia muore lentamente, l'arte pure, la spiritualità diviene inutile di fronte la realtà dei fatti... ossia che non siamo molto differenti da un minerale...

E già, ma chissà perché queste sensazioni/sentimenti nei minerali e nell'uomo morto/senza anima non esistono!
Perchè non esistono neppure nell'uomo vivo, se non come mere illusioni create dal cervello... sono semplici reazioni chimiche che il cervello identifica come "emozioni". Le emozioni servono unicamente per stabilire se una qualsiasi azione (che ricordiamoci non deriva in alcun modo da libero arbitrio) ha effetto benefico sul corpo oppure no. Anche l'amore materno, che molti identificano come la piu' grande forma di amore, è del tutto semplice frutto di evoluzione.

Pare che a differenza dei rettili che deponevano uova, e che quindi si disinteressavano della prole, i mammiferi (tutti) abbiano sviluppato la secrezione di certe sostanze all'interno del cervello (che noi definiamo amore perchè ricompensano con oppiacei quindi contentezza) quando la prole era al sicuro. Altrimenti i mammiferi non avrebbero potuto evolversi (come del resto chissà quante prove fallimentari nella scala evolutiva vi sono state).

Quindi, pare che non vi sia alcun chè di magico, trascendentale, inspiegabile al di fuori del cervello.
Cervello e mente coincidono. Superstizioni, Religioni, Credenze... tutto frutto di serotonina con il semplice scopo di far progredire la specie.
Anche la bontà e aggressività fanno parte di tutto questo...

insomma... a quanto pare è finita l'era della filosofia e della spiritualità in quanto prettamente superate dai fatti...

questo inizialmente angoscia (come ogni nuova idea che distrugge credenze precedenti pensate come vere ed inconfutabili) ma dopo aver assimilato il concetto (e visto che non c'è alternativa) devo ammettere che tutto diviene.... sereno...

ma inizialmente l'angoscia è notevole...


Questo sarebbe vero se i pensieri li consideri come "TUOI". 

Penso invece che i pensieri non sono affatto tuoi ma presi in prestito da altri. Entrano, usano il tuo cervello e se ne vanno. 

Come dicevo penso che i pensieri o riflessioni in realtà non sono assolutamente i "tuoi" (dove per tuo intendo un qualcosa che ti appartiene o generato da un tuo << Sè >> che abbiamo visto non esistere)  ma possono essere paragonati ad ospiti che per motivi causali (diverso da casuali) utilizzano il tuo cervello come ambiente per svilupparsi e nulla di piu'.


CitazioneInnanzitutto la "morte della filosofia" é già stata proclamata innumerevoli volte da svariati scientisti, e la filosofia é sempre viva e vegeta più che mai!

Poi non é affatto appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che "il tutto" avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello.
Ciò che é appurato oltre ogni ragionevole dubbio (e non senza alcun dubbio in assoluto; dubbio che la scienza deve sempre coltivare autocriticandosi continuamente per poter progredire) é che necessariamente a una certa determinata condizione di una certa determinata esperienza fenomenica cosciente corrisponde sempre necessariamente una certa determinata condizione (neuro-) fisiologica di un certo determinato cervello e viceversa; che é ben altra cosa da una pretesa identificazione di eventi di coscienza ed eventi cerebrali (nell' ambito -direttamente o più spesso di fatto indirettamente- di determinate esperienze coscienti): non é la coscienza (con i suoi elementi mentali e del tutto parimenti con i suoi elementi materiali) ad essere nel cervello, ma al contrario é il cervello (sono i cervelli) ad essere nella coscienza (nelle coscienze). Fin che non si renderanno conto di questo, fin che non compiranno questa necessaria "rivoluzione copernicana" neurofisiologi in vena di proclami filosofici e filosofi della mente monisti materialisti non faranno che affermazioni errate.

Il cervello é un insieme di sensazioni direttamente esperite o di deduzioni da sensazioni direttamente esperite circa sensazioni in linea teorica direttamente esperibili.
Esattamente come "spiritualità", dolore e gioia (e altri sentimenti) e come la mente (in generale la "res cogitans"), proprio allo stesso identico modo, anche i corpi e gli eventi materiali (in generale la "res extensa"), e in particolare i cervelli, sono insiemi e successioni di sensazioni facenti parte di esperienze fenomeniche coscienti: gli uni non sono in alcun modo più reali degli altri: entrambe le "cose", "extensa" e "cogitans" sono del tutto ugualmente reali fenomenicamente, come insiemi e successioni di sensazioni (presentemente in atto o potenzialmente esperibili come tali).

E in questo davvero non c' é proprio nulla di magico e inspiegabile (di trascendente sì, perché per la chiusura causale del mondo fisico eventi materiali non possono interagire con eventi mentali e viceversa, ma solo, per così dire, "divenire parallelamente, di pari passo su piani diversi e incomunicanti, ovvero reciprocamente "trascendenti").

Inoltre nel cervello non entrano affatto "pensieri" o "riflessioni", ma solo impulsi elettrici condotti lungo i nervi sensitivi (che sono ben altre cose!); e così pure ne escono solo impulsi elettrici condotti lungo nervi motori o comunque efferenti (idem!).
E i pensieri e le riflessioni (come anche i sentimenti, i ricordi, le immaginazioni, i desideri, le aspirazioni, ecc.), mentre accadono, sono una cosa; mentre le trasmissioni di impulsi lungo fasci di assoni, le eccitazioni ed inibizioni trans-sinaptiche, ecc. che necessariamente vi corrispondono biunivocamente in determinati cervelli sono un' altra, diversa cosa, anche se le due "cose" necessariamente coesistono" (tra identificarsi e coesistere c' é una bella differenza!).

maral

#24
Citazione di: bluemaxE' appurato, e accettato, e consolidato, senza alcun dubbio, che il tutto avviene come semplice reazione chimica all'interno del cervello.
Non c'è spiritualità, non c'è dolore ne gioia (se non ricompense chimiche volute dall'evoluzione), non c'è mente se non processi cerebrali, ma sopratutto non vi è un Se' un io... se non come sovrapposizione di mappature tra quel che l'occhio vede e quel che il corpo prova (è il mondo a muoversi o la testa ? Per valutare questo serve la creazione di un IO illusorio).
E non c'è amore, non c'è odio, non c'è Libero arbitrio...
E perché mai quel "se non"? Perché dovrebbe esserci un cervello e dei processi cerebrali? Perché mai dovrebbe esserci l'occhio che vede? Sono forse queste cose che ci sono o non forse solo parole messeci in testa? Perché è vero: il linguaggio non ci appartiene, la vita che ci vive (qualsiasi cosa sia) non ci appartiene. Arriviamo in fondo a quello che dici, non fermiamoci a metà strada per creare nuove ontoteologie metafisiche di apparenti materialità oggettive, fatte di occhi e di cervelli, anziché di dolore e gioia, di mente o di anima. Perché si dovrebbe credere a queste piuttosto che a quelle? Dicono forse più di quelle cos'è la realtà dietro i sogni dei suoi significati? Non sono anch'esse solo parole che solo se si prendono nella loro autoreferenzialità sembrano dire qualcosa di reale?
Diciamo allora che realmente non c'è niente, proprio niente, ma se non c'è niente c'è tutto: c'è il dolore e c'è la gioia, c'è la mente e l'anima, ci sono io con i miei sogni di me stesso e ci sono gli altri con i loro sogni che costruiscono il sogno di un me stesso, ci sono gli atomi, le molecole e i neuroni, che sono parole come tante altre per raccontarsi dei sogni, ci sono le nostre prassi, i nostri modi di dire e di pensare, che non sono per nulla nostri, ma sono il prodotto di un numero sterminato di sogni sognati insieme per fare qualcosa insieme e che si presentano ora, in ogni istante a dettare i sogni secondo i quali si vedono cervelli o menti, gioie e dolori o trasmissioni sinaptiche. Galileo non vide la luna com'era con il suo telescopio, ma vide un sogno per come quel telescopio glielo faceva sognare e volle condividerlo. Perché anche queste prassi non sono che le prassi di un sogno. La realtà non è che un sonno profondo, senza sogni, che continuamente li genera per vedere cosa ha turbato la propria originaria perfetta beatitudine. La realtà è il sogno che sogna un sonno profondo e lo vuole credere realtà e beatitudine e sognandolo ne è terrorizzata.
Citazione di: Angelo Cannata il 09 Novembre 2016, 19:51:29 PM
Di per sé proprio l'acquisizione scientifica detta da bluemax potrebbe essere accusata di essere una pretesa di verità, quindi pretesa metafisica, realista, oggettivista, ma in realtà la scienza vera non ha pretese di verità intese in senso metafisico: la scienza fa ricerche e presenta i risultati, molto umilmente.
No, Angelo, te lo dico a te, ex prete, da ex ricercatore. La scienza, anche quella vera, non ha nessuna umiltà, ha la stessa eterna pretesa metafisica che tiene ben nascosta ai suoi stessi occhi: vedere le cose per come stanno per poterle usare, credere di avere in esterno una realtà in oggetto tutta da scoprire. E questa è la pretesa dell'uomo da quando nasce cosciente e la scienza è e resta umana, prodotta dalla coscienza umana che nell'eterno riproporsi del proprio limite vede l'oltre limite che non può mancare per vivere e ancora desiderare. La scienza non è umile perché l'uomo non è umile e non è umile perché, a differenza dell'animale quanto di Dio, l'uomo è sempre in bilico, sa, vivendo, di morire e non può crederci al punto da evocare un Dio che si faccia uomo per risorgere come Dio.

sgiombo

#25
Citazione di: maral il 08 Gennaio 2017, 15:47:53 PM

Citazione di: Angelo Cannata il 09 Novembre 2016, 19:51:29 PM
Di per sé proprio l'acquisizione scientifica detta da bluemax potrebbe essere accusata di essere una pretesa di verità, quindi pretesa metafisica, realista, oggettivista, ma in realtà la scienza vera non ha pretese di verità intese in senso metafisico: la scienza fa ricerche e presenta i risultati, molto umilmente.
No, Angelo, te lo dico a te, ex prete, da ex ricercatore. La scienza, anche quella vera, non ha nessuna umiltà, ha la stessa eterna pretesa metafisica che tiene ben nascosta ai suoi stessi occhi: vedere le cose per come stanno per poterle usare, credere di avere in esterno una realtà in oggetto tutta da scoprire. E questa è la pretesa dell'uomo da quando nasce cosciente e la scienza è e resta umana, prodotta dalla coscienza umana che nell'eterno riproporsi del proprio limite vede l'oltre limite che non può mancare per vivere e ancora desiderare. La scienza non è umile perché l'uomo non è umile e non è umile perché, a differenza dell'animale quanto di Dio, l'uomo è sempre in bilico, sa, vivendo, di morire e non può crederci al punto da evocare un Dio che si faccia uomo per risorgere come Dio.

CitazioneMa come un conto é la religione (per come dovrebbe essere idealmente; che é umile, almeno credo, dai lontani ricordi del catechismo seguito da bambino) e un altro conto sono i preti (che, essendo peccatori né più né meno dei non-preti, possono anche essere superbi), non sono forse allo stesso modo i ricercatori e non la scienza (per come dovrebbe essere idealmente: la scienza "quella vera") a non avere di fatto in molti casi umiltà (e a cadere nello scientismo)?

Inoltre non vedo che male ci sia, da parte della scienza, nel cercare di conoscere la realtà naturale - materiale (che é oggetto delle sue ricerche) per come é (limitatamente, com' é ovvio, senza assurde pretese di onniscienza o di onnipotenza, che sono casomai dello scientismo e non della scienza) e non per come arbitrariamente (e dunque quasi di sicuro, almeno per molti aspetti, falsamente) si vorrebbe eventualmente che fosse.

Di fronte alla morte l' uomo non si é limitato ad
evocare un Dio che si faccia uomo per risorgere come Dio ma per esempio ha anche proposto con Epicuro la considerazione che finché siamo vivi la nostra morte non c' é, mentre allorché c' é la nostra morte non ci siamo più noi come soggetti coscienti e sue "vittime".


                                           Firmato: un ex-credente ed ex-molte altre cose; non ex-comunista, contrariamente a tanti miei coetanei, ma comunista tuttora

maral

Citazione di: sgiomboDi fronte alla morte l' uomo non si é limitato ad evocare un Dio che si faccia uomo per risorgere come Dio ma per esempio ha anche proposto con Epicuro la considerazione che finché siamo vivi la nostra morte non c' é, mentre allorché c' é la nostra morte non ci siamo più noi come soggetti coscienti e sue "vittime".
Già e poiché il nulla non potremo mai incontrarlo, l'ultimo istante, dopo il quale non vi è nulla di esperibile, coincide con l'eternità di noi stessi, il definitivo incontro glorioso ed eterno con ciò che siamo.

InVerno

Potrei fare una lista infinita di cose "finte" che nella loro complessità generano qualcosa di grado diverso
L'arcobaleno esiste davvero? No, è un gioco di rifrazione della luce, ma questo non toglie nulla alla sua esistenza e perdipiù da un punto di vista umano alla sua bellezza. Mi piace vedere alla nostra coscienza come ad un arcobaleno, non ci deve essere qualcosa di fisicamente\chimicamente eccezionale alla base di qualcosa di eccezionale, il mondo è pieno di esempi a dimostrarlo. Se c'è qualcosa che invece mi lascia perplesso è quanto poco siamo riusciti a distanziarci dal mondo animale e quanto ancora i nostri schemi risentano di quelle "regole" deterministe.
Esiste peraltro quella branca del panpsichismo (verso la quale sono scettico, ma comunque interessato) che dichiara che essendo la coscienza incommensurabile è inutile tentare di misurarla ma vada vista sotto l'aspetto di un unità di misura, di una dimensione, anzichè di oggetto misurabile (vedi David Chalmers). E' un artificio linguistico interessante e comodo, d'altro canto se passassimo la vita a cercare il "tempo" o la "lunghezza" non troveremmo mai niente, come mai non abbiamo trovato niente riguardo alla "coscienza", che sia questo il giusto posto per le cose che non esistono ma il cui utilizzo ci aiuta moltissimo a capire il mondo esterno? Chissà..
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

maral

Citazione di: InVerno il 09 Gennaio 2017, 15:35:28 PM
Potrei fare una lista infinita di cose "finte" che nella loro complessità generano qualcosa di grado diverso
L'arcobaleno esiste davvero? No, è un gioco di rifrazione della luce, ma questo non toglie nulla alla sua esistenza e perdipiù da un punto di vista umano alla sua bellezza.
Ma i giochi di rifrazione della luce esistono davvero? o non sono che una traduzione/ricostruzione di significati in modo da stabilirne un'utilizzabilità condivisa e funzionale a prescindere da altri significati?

sgiombo

Citazione di: maral il 09 Gennaio 2017, 13:17:13 PM
CitazioneDi fronte alla morte l' uomo non si é limitato ad evocare un Dio che si faccia uomo per risorgere come Dio ma per esempio ha anche proposto con Epicuro la considerazione che finché siamo vivi la nostra morte non c' é, mentre allorché c' é la nostra morte non ci siamo più noi come soggetti coscienti e sue "vittime".
Già e poiché il nulla non potremo mai incontrarlo, l'ultimo istante, dopo il quale non vi è nulla di esperibile, coincide con l'eternità di noi stessi, il definitivo incontro glorioso ed eterno con ciò che siamo.

CitazioneL' ultimo istante non mi pare possa essere considerato eterno, ma casomai di durata infinitamente breve.
In generale non capisco questa frase (é ironica? E in che senso?).

Comunque sia, come ci ha insegnato Epicuro e come molti, oltre a lui, di fatto hanno provato praticamente, si può ben accettare serenamente la morte senza bisogno di inventarsi un Dio che risorga e la sconfigga dandoci (illusoriamente!) una vita eterna.

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