Chi non sta bene da solo in realtà sta male con se stesso?

Aperto da Socrate78, 28 Ottobre 2017, 13:59:08 PM

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Socrate78

Vi sono persone che, come da titolo, affermano di non sopportare la solitudine e di avere un bisogno costante di stare con gli altri, anche magari litigando con loro o non stando comunque bene, ma per loro niente è peggiore della solitudine. Ora mi chiedo: la solitudine in realtà esiste? Io dico di no, poiché nel momento in cui si è soli si è in realtà in COMPAGNIA di se stessi, quindi ciò che non si sopporta è proprio la compagnia del nostro Io. Quindi chi non sopporta la solitudine è perché ha un disagio con se stesso, che verrebbe solo mitigato dall'altro, ma nel momento in cui deve fare i conti con se stesso esso si ripresenta. La spiritualità soprattutto di origine orientale insegna appunto a concentrarsi su noi stessi per raggiungere una condizione di pace, di appagamento interiore. Che cosa ne pensate?

Angelo Cannata

Mi sembra che porre la questione in questo modo sia impoverente, perché si limita a porre l'alternativa stare bene / stare male. Se si sta male, ciò che bisogna cercare è stare bene, se si raggiunge lo stare bene è tutto risolto. Questo per me è impoverente, se la spiritualità dovesse ridurre a questo i suoi scopi, sarebbe una ben misera cosa.

Qualsiasi male, in questo caso il problema della solitudine, piuttosto che essere affrontato concentrandosi interamente ed esclusivamente verso la sua eliminazione, verso il raggiungimento dello stare bene, può essere sfruttato per esplorare più a fondo gli interi universi a cui esso è connesso, in questo caso le dinamiche dell'io. Ridurre le dinamiche dell'io ad uno star bene / star male con sé stessi mi risulta impoverente. Trovo più arricchente in questo caso esplorare le dinamiche che portano a star bene o star male con sé stessi, quindi il mondo delle relazioni col nostro io e con gli altri, in cui entrano in gioco un'infinità di fattori: consapevolezza, fiducia, amore, concorrenza, emozioni, aspettative, significati, ricerca, fisionomie, storia, illusioni... Allora sì che la questione diventa arricchente. Al confronto, un ridursi a voler stare bene, in pace, è troppo simile alla morte: riposa in pace, amen.

green demetr

Citazione di: Socrate78 il 28 Ottobre 2017, 13:59:08 PM
Vi sono persone che, come da titolo, affermano di non sopportare la solitudine e di avere un bisogno costante di stare con gli altri, anche magari litigando con loro o non stando comunque bene, ma per loro niente è peggiore della solitudine. Ora mi chiedo: la solitudine in realtà esiste? Io dico di no, poiché nel momento in cui si è soli si è in realtà in COMPAGNIA di se stessi, quindi ciò che non si sopporta è proprio la compagnia del nostro Io. Quindi chi non sopporta la solitudine è perché ha un disagio con se stesso, che verrebbe solo mitigato dall'altro, ma nel momento in cui deve fare i conti con se stesso esso si ripresenta. La spiritualità soprattutto di origine orientale insegna appunto a concentrarsi su noi stessi per raggiungere una condizione di pace, di appagamento interiore. Che cosa ne pensate?

Hai perfettamente ragione.
Il problema però è che il nostro io, va costruito.

In una società corrotta e abominevole come la nostra non esiste amore, esiste solo l'interesse.

E allora uno non trova le risorse psicologiche necessarie per investire in se stesso.

Ecco che allora inizia la grande corsa al consenso (dell'altro, della famiglia, della società).

Il che ovviamente è l'esatto contrario del costruire se stessi.

Quindi si sta male con se stessi, perchè il nostro "essere noi stessi" è stato preso in consegna dalla società di massa. E ce lo ha restituito chiaramente impoverito, e con la povertà nessuno sta bene.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 28 Ottobre 2017, 19:59:08 PM
Mi sembra che porre la questione in questo modo sia impoverente, perché si limita a porre l'alternativa stare bene / stare male. Se si sta male, ciò che bisogna cercare è stare bene, se si raggiunge lo stare bene è tutto risolto. Questo per me è impoverente, se la spiritualità dovesse ridurre a questo i suoi scopi, sarebbe una ben misera cosa.

Qualsiasi male, in questo caso il problema della solitudine, piuttosto che essere affrontato concentrandosi interamente ed esclusivamente verso la sua eliminazione, verso il raggiungimento dello stare bene, può essere sfruttato per esplorare più a fondo gli interi universi a cui esso è connesso, in questo caso le dinamiche dell'io. Ridurre le dinamiche dell'io ad uno star bene / star male con sé stessi mi risulta impoverente. Trovo più arricchente in questo caso esplorare le dinamiche che portano a star bene o star male con sé stessi, quindi il mondo delle relazioni col nostro io e con gli altri, in cui entrano in gioco un'infinità di fattori: consapevolezza, fiducia, amore, concorrenza, emozioni, aspettative, significati, ricerca, fisionomie, storia, illusioni... Allora sì che la questione diventa arricchente. Al confronto, un ridursi a voler stare bene, in pace, è troppo simile alla morte: riposa in pace, amen.

Non ho capito Angelo cosa ci sia di male nel voler stare bene.

L'impoverimento scusa se dissento, non è dato dal voler stare bene o male (come se uno volesse stare male...sul serio?), ma proprio dal fatto che come dici tu, l'amore etc...ti vengono negati anzitutto come orizzonte.

Se tu neghi l'orizzonte ecco che arriva il nichilismo. Non tutti hanno la forza necessaria anche solo ad iniziare un certo percorso.

Vai avanti tu che mi vien da ridere

paul11

#4
Citazione di: Angelo Cannata il 28 Ottobre 2017, 19:59:08 PM
Mi sembra che porre la questione in questo modo sia impoverente, perché si limita a porre l'alternativa stare bene / stare male. Se si sta male, ciò che bisogna cercare è stare bene, se si raggiunge lo stare bene è tutto risolto. Questo per me è impoverente, se la spiritualità dovesse ridurre a questo i suoi scopi, sarebbe una ben misera cosa.

Qualsiasi male, in questo caso il problema della solitudine, piuttosto che essere affrontato concentrandosi interamente ed esclusivamente verso la sua eliminazione, verso il raggiungimento dello stare bene, può essere sfruttato per esplorare più a fondo gli interi universi a cui esso è connesso, in questo caso le dinamiche dell'io. Ridurre le dinamiche dell'io ad uno star bene / star male con sé stessi mi risulta impoverente. Trovo più arricchente in questo caso esplorare le dinamiche che portano a star bene o star male con sé stessi, quindi il mondo delle relazioni col nostro io e con gli altri, in cui entrano in gioco un'infinità di fattori: consapevolezza, fiducia, amore, concorrenza, emozioni, aspettative, significati, ricerca, fisionomie, storia, illusioni... Allora sì che la questione diventa arricchente. Al confronto, un ridursi a voler stare bene, in pace, è troppo simile alla morte: riposa in pace, amen.

Sono d'accordo. lavorare sui motivi per cui ci si sente a proprio agio o disagio, capire perché ci sono momenti che viviamo come felici e infelici, significa lavorare su stessi per capire noi stessi, quali nodi gordiani abbiamo da risolvere o quali ci portano a star bene. Riuscire a capire questo significa anche poter capire gli altri e aiutare, consigliare. o semplicemente confrontare i propri vissuti e a nostra volta imparare o meglio ancora crescere insieme.La spiritualità è anche qualcosa di profondo in tutti noi che ci accomuna e ha un suo linguaggio da estrapolare, comunicare

viator

Salve a tutti.

A) il denaro non può dare la felicità. La mancanza di denaro può dare l'infelicità

B) solo chi è in grado di badare (interiormente) a sé stesso può poi risultare in grado di aiutare agli altri
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

Citazione di: Socrate78 il 28 Ottobre 2017, 13:59:08 PM
Vi sono persone che, come da titolo, affermano di non sopportare la solitudine e di avere un bisogno costante di stare con gli altri, anche magari litigando con loro o non stando comunque bene, ma per loro niente è peggiore della solitudine. Ora mi chiedo: la solitudine in realtà esiste? Io dico di no, poiché nel momento in cui si è soli si è in realtà in COMPAGNIA di se stessi, quindi ciò che non si sopporta è proprio la compagnia del nostro Io. Quindi chi non sopporta la solitudine è perché ha un disagio con se stesso, che verrebbe solo mitigato dall'altro, ma nel momento in cui deve fare i conti con se stesso esso si ripresenta. La spiritualità soprattutto di origine orientale insegna appunto a concentrarsi su noi stessi per raggiungere una condizione di pace, di appagamento interiore. Che cosa ne pensate?
Forse hai ragione.
Si potrebbe aggiungere che i motivi di maggior dissidio con gli altri si abbiano quando questi ci ricordano troppo noi stessi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Angelo Cannata

Citazione di: green demetr il 30 Ottobre 2017, 23:53:19 PMNon ho capito Angelo cosa ci sia di male nel voler stare bene.
C'è di male che induce a dimenticare che le nostre sensazioni di benessere possono essere estremamente ingannatorie. Il mondo è pieno di persone che ritengono di stare bene perché è riuscito loro un furto, oppure sono riusciti a sopraffare il prossimo. Queste persone non si rendono conto che la loro sensazione di benessere è dovuta a meccanismi di natura, basati sulla legge del più forte, che sono in grado di oscurare l'attenzione verso il progresso, la crescita della personalità, la maturazione del carattere, l'arricchimento spirituale. Perciò dev'essere chiaro che quando pensi di stare bene, pensi di essere felice, non hai raggiunto proprio niente che meriti interesse, perché si tratta di una situazione a totale rischio di acriticità e quindi rischio di asservimento alle più basse leggi di natura e di sopravvivenza.
Una persona che cerca il benessere è una persona che, senza accorgersene, è entrata in un meccanismo di presunzione, la presunzione, cioè, di aver capito cosa si deve cercare: aver capito che bisogna cercare il benessere, la felicità. Siccome il mondo è strapieno di povera gente caduta in questa spirale di presunzione, è anche strapieno di impostori che promettono esattamente felicità e benessere.

Citazione di: green demetr il 30 Ottobre 2017, 23:53:19 PMNon tutti hanno la forza necessaria anche solo ad iniziare un certo percorso.
Molte cose sono difficili non perché siano davvero tali, ma soltanto perché il mondo in cui cresciamo ci ha totalmente distolti dalla loro coltivazione. Pensa alle lingue: una lingua straniera può risultare difficilissima, ma si capisce subito che, se così fosse, dovrebbe risultare difficile anche a chi vi è nato dentro.

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