Che cosa ne pensate della teoria della reincarnazione?

Aperto da Socrate78, 07 Dicembre 2020, 18:07:56 PM

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Socrate78

Personalmente che cosa pensate della teoria della reincarnazione? Io da cristiano tendo a rigettarla , tuttavia essa in un certo senso mi affascina e non me la sento di escluderla del tutto, anche perché nessuno di noi può sapere che cosa ci aspetta dopo questo percorso terreno.
In effetti secondo le religioni orientali la reincarnazione sarebbe un progredire dell'anima, che attraverso più cicli di vita terrena giungerebbe ad una coscienza superiore (nirvana): le esistenze terrene servirebbero sia per progredire sia per purificare dalle colpe commesse nelle vite precedenti, per espiare il karma negativo ed accumularne di positivo.
Il problema del male verrebbe, in questa cornice, spiegato forse più facilmente rispetto alla teodicea tradizionale, poiché la presenza maggiore di dolore in alcune vite potrebbe essere vista come un'espiazione di colpe commesse nelle precedenti reincarnazioni e quindi acquisterebbe un significato che altrimenti resterebbe celato.
Tuttavia l'aspetto negativo di tale teoria è che di fatto nessuno ricorderebbe quello che è accaduto nelle vite precedenti e quindi non può nemmeno migliorarsi, non sapendo in che cosa abbia errato in precedenza.
Voi che cosa ne pensate? Ritenete che ci sia del vero in tale teoria?


viator

#1
Salve Socrate78. Sempre il solito problema. Come si fa a rispondere che si trova o non si trova del vero nella dottrina della reincarnazione........................se prima non ci mettiamo d'accordo.............reincarnazione di che ??.

Dell'anima, dici tu. Dello spirito, dirà qualcun altro. Del prana, diranno altri ancora...........del grana (padano) diranno i caseifici padani............del parmigiano reggiano, diranno caseifici emiliani--------------------


In ogni caso si dovebbe trattare di veder reincarnato qualcosa di non carnaceo, cioè qualcosa di separabile, "smontabile", dal corpo. Tieni poi presente che la reincarnazione, per chi vi crede, coinvolge sia la condizione umana che quella animale.

Quindi si dovrebbe reincarnare non la memoria proveniente dagli stadi precedenti (la quale manca nei reincarnati), non l'anima (o pensi che anche lombrichi e pipistrelli possiedano un'anima ?), non lo spirito (entità che,fuor dalle distillerie, nessuno riesce a definire in maniera soddisfacente), non la ragione (questa sì che sarebbe un distillato del materialismo).................insomma.............tu od altri cosa SERIAMENTE proponete che si reincarni ?


D'altra parte il chiedersi il perchè delle cose senza avere chiaro in cosa consistano le cose.....rappresenta comportamento tipico dei fanciulli, beati loro !. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

stelle dell'auriga

Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2020, 18:07:56 PM

Tuttavia l'aspetto negativo di tale teoria è che di fatto nessuno ricorderebbe quello che è accaduto nelle vite precedenti e quindi non può nemmeno migliorarsi, non sapendo in che cosa abbia errato in precedenza.
Voi che cosa ne pensate? Ritenete che ci sia del vero in tale teoria?
Ciao Socrate, sinceramente non posso ritenere completamente falsa tale teoria, perchè ci sono molte persone nel mondo che hanno raccontato di avere ricordi molto precisi di una vita precedente, c'è un famoso neurologo: Brian Weiss che da anni se ne occupa in modo molto rigoroso, ci sono anche dei libri a riguardo.
Ci sarebbe da chiedersi come mai tante persone hanno questi ricordi, da dove provengono le memorie  legate a posti, epoche ed esperienze specifiche?
Sono domande da non poter liquidare in maniera leggera.
Una cosa è la fantasia partorita da alcune menti, altre sono esperienze con riscontri.

viator

Salve isfrael. Effettivamente le tue osservazioni danno da pensare. A questo punto, anche se non è certo che ci sia la reincarnazione, il fatto che molti ne abbiano parlato e qualcuno abbia pure raccontato delle cose...............rende l'ipotesi reincarnatoria altamente probabile.
Infatti a me non è mai capitato di udire o leggere di qualcuno che abbia avuto visioni, sogni, fantasie, convinzioni, fedi, credenze......................armadi...................diversi dal tema reincarnatorio.
Da che mondo è mondo, infatti, più senti parlare di una cosa più quella sarà sicuramente vera. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#4
Citazione di: Isfrael il 15 Marzo 2021, 17:55:33 PM
Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2020, 18:07:56 PM

Tuttavia l'aspetto negativo di tale teoria è che di fatto nessuno ricorderebbe quello che è accaduto nelle vite precedenti e quindi non può nemmeno migliorarsi, non sapendo in che cosa abbia errato in precedenza.
Voi che cosa ne pensate? Ritenete che ci sia del vero in tale teoria?
Ciao Socrate, sinceramente non posso ritenere completamente falsa tale teoria, perchè ci sono molte persone nel mondo che hanno raccontato di avere ricordi molto precisi di una vita precedente, c'è un famoso neurologo: Brian Weiss che da anni se ne occupa in modo molto rigoroso, ci sono anche dei libri a riguardo.
Ci sarebbe da chiedersi come mai tante persone hanno questi ricordi, da dove provengono le memorie  legate a posti, epoche ed esperienze specifiche?
Sono domande da non poter liquidare in maniera leggera.
Una cosa è la fantasia partorita da alcune menti, altre sono esperienze con riscontri.
Ma in che senso sarebbe rigoroso il lavoro di Weiss?
Il nostro cervello è certamente un accumulo di eredità ,ma senza esserne un elenco , anche solo casualmente consultabile.
Cose strane succedono a tutti è vero.
Ma come andrebbero interpretate in modo rigoroso secondo il neurologo citato?
Come si dimostra una reincarnazione?

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#5
Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2020, 18:07:56 PM
Personalmente che cosa pensate della teoria della reincarnazione? Io da cristiano tendo a rigettarla , tuttavia essa in un certo senso mi affascina e non me la sento di escluderla del tutto, anche perché nessuno di noi può sapere che cosa ci aspetta dopo questo percorso terreno.
In effetti secondo le religioni orientali la reincarnazione sarebbe un progredire dell'anima, che attraverso più cicli di vita terrena giungerebbe ad una coscienza superiore (nirvana): le esistenze terrene servirebbero sia per progredire sia per purificare dalle colpe commesse nelle vite precedenti, per espiare il karma negativo ed accumularne di positivo.
Il problema del male verrebbe, in questa cornice, spiegato forse più facilmente rispetto alla teodicea tradizionale, poiché la presenza maggiore di dolore in alcune vite potrebbe essere vista come un'espiazione di colpe commesse nelle precedenti reincarnazioni e quindi acquisterebbe un significato che altrimenti resterebbe celato.
Tuttavia l'aspetto negativo di tale teoria è che di fatto nessuno ricorderebbe quello che è accaduto nelle vite precedenti e quindi non può nemmeno migliorarsi, non sapendo in che cosa abbia errato in precedenza.
Voi che cosa ne pensate? Ritenete che ci sia del vero in tale teoria?
Io credo che , il credere che la nostra condotta di vita influenzi le nostre vite future eventuali, influenzi con certezza soltanto questa.
In casi rari ho rilevato una chiara consapevolezza di ciò  al punto che alcuni miei conoscenti hanno scelto terapeuticamente in cosa credere.
Dicono di crederci perché li fa' stare bene.
Sono però persone che hanno pesanti problemi caratteriali per i quali il credo funziona come terapia.
In genere comunque vale per tutti.
Tutti crediamo in qualcosa che ci condiziona la vita.
Questa, le altre non si può dire.
Mi pare che in questo filone terapeutico si sia inserita anche la pratica filosofica.
Meglio Platone che una medicina.
O è proprio così che è nata la filosofia?
Certe arti mediche non occidentali si confondono con la filosofia, in effetti.
A me filosofare mi fa' stare bene, in questa vita.

Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

stelle dell'auriga

Citazione di: iano il 15 Marzo 2021, 21:22:12 PM
Citazione di: Isfrael il 15 Marzo 2021, 17:55:33 PM
Citazione di: Socrate78 il 07 Dicembre 2020, 18:07:56 PM

Tuttavia l'aspetto negativo di tale teoria è che di fatto nessuno ricorderebbe quello che è accaduto nelle vite precedenti e quindi non può nemmeno migliorarsi, non sapendo in che cosa abbia errato in precedenza.
Voi che cosa ne pensate? Ritenete che ci sia del vero in tale teoria?
Ciao Socrate, sinceramente non posso ritenere completamente falsa tale teoria, perchè ci sono molte persone nel mondo che hanno raccontato di avere ricordi molto precisi di una vita precedente, c'è un famoso neurologo: Brian Weiss che da anni se ne occupa in modo molto rigoroso, ci sono anche dei libri a riguardo.
Ci sarebbe da chiedersi come mai tante persone hanno questi ricordi, da dove provengono le memorie  legate a posti, epoche ed esperienze specifiche?
Sono domande da non poter liquidare in maniera leggera.
Una cosa è la fantasia partorita da alcune menti, altre sono esperienze con riscontri.
Ma in che senso sarebbe rigoroso il lavoro di Weiss?
Il nostro cervello è certamente un accumulo di eredità ,ma senza esserne un elenco , anche solo casualmente consultabile.
Cose strane succedono a tutti è vero.
Ma come andrebbero interpretate in modo rigoroso secondo il neurologo citato?
Come si dimostra una reincarnazione?

In realtà Brian Weiss ha dedicato il suo lavoro e studi all' ipnosi regressiva, una paziente in particolare gli parlò di dettagli della vita di alcune donne scomparse da tempo che solo loro e la famiglia a cui appartenevano, potevano conoscere, Weiss in seguito ha verificato questi dettagli ed erano reali, non fantasie, per cui si è interessato molto di questo fenomeno e per chi volesse approfondire c'è molto materiale in internet.
C'è un altro medico, Ian Stevenson ( mi riferivo a quest' ultimo) il quale ha dedicato molti studi alle memorie spontanee di bambini:
"In qualità di psichiatra, Stevenson cercava di comprendere il perché di certe paure e fobie, o anche di certi talenti innati riscontrabili spesso nei bambini piccoli; voleva inoltre spiegarsi il motivo delle simpatie e antipatie che a volte i piccoli dimostrano fin dalla più tenera età. Studiando questi aspetti, Stevenson si rese conto che i bambini, oltre a mostrare fobie o attitudini particolari, a volte ricordavano cose che non avrebbero dovuto sapere: parlavano di vicende di vita diverse da quelle contemporanee e soprattutto di episodi di morte (presumibilmente riferibili a vite precedenti), che sembravano spiegare e giustificare proprio quelle paure e quelle fobie."
Ha scritto un libro sulla questione, il suo libro più importante, ormai un classico in materia, è "Reincarnazione – venti casi a sostegno", personalmente non l'ho  letto, sembrebbe però  davvero allettante per chi avesse voglia di scoprire un pò di più su questa tematica.
Nessuno penso abbia la verità in tasca rispetto ad un argomento così particolare, se ne può fare un' idea, leggendo proprio i lavori di chi se ne è occupato, oppure se una persona ha dei ricordi di vita già vissuta, potrebbe ricorrere all' ipnosi regressiva.
:-\


Kobayashi


L'obiettivo di questa teoria mi sembra quello di dare consistenza al tempo presente (in cui ci si gioca la qualità della prossima vita), e permettere la redenzione del tempo passato (i cui errori mi spingono a essere più consapevole nel presente e determinare così un futuro migliore).
L'istante vissuto acquista consistenza, sensatezza. Ma al costo di far ricadere su di se' la responsabilità della sofferenza che si vive (anche quando questa sembra essere generata dal caso, da scelte che solo nel presente si rivelano sbagliate e dolorose).
Mi chiedo se ne valga la pena...
Non sarebbe meglio perseguire teorie che parlano di innocenza anziché di colpa, di futuro da esplorare e da costruire anziché di necessità che ci trasciniamo come una condanna da eterni cicli di vite?
Come fa ad essere terapeutica una dottrina del genere?

sapa

Citazione di: Kobayashi il 17 Marzo 2021, 11:24:20 AM

L'obiettivo di questa teoria mi sembra quello di dare consistenza al tempo presente (in cui ci si gioca la qualità della prossima vita), e permettere la redenzione del tempo passato (i cui errori mi spingono a essere più consapevole nel presente e determinare così un futuro migliore).
L'istante vissuto acquista consistenza, sensatezza. Ma al costo di far ricadere su di se' la responsabilità della sofferenza che si vive (anche quando questa sembra essere generata dal caso, da scelte che solo nel presente si rivelano sbagliate e dolorose).
Mi chiedo se ne valga la pena...
Non sarebbe meglio perseguire teorie che parlano di innocenza anziché di colpa, di futuro da esplorare e da costruire anziché di necessità che ci trasciniamo come una condanna da eterni cicli di vite?
Come fa ad essere terapeutica una dottrina del genere?
Buongiorno Kobayashi, posto che hai perfettamente ragione  sul fatto che anche la reincarnazione profila una serie di colpe/errori da espiare nel presente, come del resto fanno direi quasi tutte le teorie dell'aldilà a parte forse quelle pagane, io la trovo una teoria più rassicurante, rispetto per esempio a quella dell'aldilà cristiano. In fondo, il ciclo di morti e rinascite è un quadro quasi naturalistico, dove la vita è una serie di esistenze passate che aspira all'annullamento, come risultato finale. Si parte dal presupposto, quindi, che vivere è fonte di errore, solo il non vivere è perfetto.La beatitudine non sarebbe una esistenza post-mortem, alla quale non riesco proprio a credere, ma l'annullamento definitivo e perfetto, che sostanzialmente mi dà sollievo.

iano

#9
Citazione di: Kobayashi il 17 Marzo 2021, 11:24:20 AM

L'obiettivo di questa teoria mi sembra quello di dare consistenza al tempo presente (in cui ci si gioca la qualità della prossima vita), e permettere la redenzione del tempo passato (i cui errori mi spingono a essere più consapevole nel presente e determinare così un futuro migliore).
L'istante vissuto acquista consistenza, sensatezza. Ma al costo di far ricadere su di se' la responsabilità della sofferenza che si vive (anche quando questa sembra essere generata dal caso, da scelte che solo nel presente si rivelano sbagliate e dolorose).
Mi chiedo se ne valga la pena...
Non sarebbe meglio perseguire teorie che parlano di innocenza anziché di colpa, di futuro da esplorare e da costruire anziché di necessità che ci trasciniamo come una condanna da eterni cicli di vite?
Come fa ad essere terapeutica una dottrina del genere?
Ottima analisi dei pro e contro di una dottrina.

La terapia funziona quando è individuale, non di massa.
Le dottrine però tendono ad essere di massa e si reincarnano, loro si, da una generazione all'altra.
Questo fa' si che ci si ritrovi di fronte ad un esperimento non voluto, dove si possono valutare le conseguenze dell'assumere una dottrina .
Siccome l'esperimento va' avanti da millenni si può provare a trarne qualche conclusione almeno parziale.
Naturalmente è discutibile quale dottrina abbia più successo, ma credo che una conclusione si possa condividere.
L'esito peggiore si ha quando una dottrina manca.
Se ne potrebbe trarre la conclusione che il compito di una dottrina , più che portare da qualche parte, sia quello di farci andare avanti insieme, come massa.
Si sbaglia in compagnia e poi ci si corregge in compagnia, stiracchiando all'occorremza la dottrina, ma senza mai cestinarla.
Questo fatto spiegherebbe perché anche le dottrine più bislacche resistano ad ogni ragionevole critica, e resistono anche quando col senno di poi appaiono come favole sempre più improbabili.

Socrate ( che privilegio dialogare con Socrate😊) ci chiede se la dottrina della reincarnazione potesse vedersi come una buona scelta.
Ma di solito noi non scegliamo le dottrine, ma veniamo scelti da esse e Socrate la "sua" scelta non la cambierà di sicuro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Kobayashi

Citazione di: sapa il 17 Marzo 2021, 17:50:20 PM
Si parte dal presupposto, quindi, che vivere è fonte di errore, solo il non vivere è perfetto.
Non sono tanto convinto che i simpatizzanti della reincarnazione si sentano affini a tale teoria per questo motivo.
Anche perché chiunque non sia completamente dominato dalla melanconia deve ammettere l'evidenza dell'esistenza di momenti positivi, vitali, temporanei stati di pienezza. Cose piccole, intendiamoci: il piacere di pensare e leggere nei giorni di grande salute, conversare con calma con un amico, passeggiare in un bosco etc.
E tuttavia si tratta di un positivo che la teoria cerca di coprire, di svalutare, di confutare. Ma è una forzatura.
Rimane una contraddizione tra il positivo della vita e le persuasive ragioni negative della teoria.
Tra stati temporanei di vitalità e la volontà di negare la vita nel suo complesso.
E darsi tempo nel ciclo delle vite mi sembra un modo per convivere con tale contraddizione.


Citazione di: iano il 17 Marzo 2021, 18:13:52 PM
Socrate ( che privilegio dialogare con Socrate😊) ci chiede se la dottrina della reincarnazione potesse vedersi come una buona scelta.
Ma di solito noi non scegliamo le dottrine, ma veniamo scelti da esse e Socrate la "sua" scelta non la cambierà di sicuro.
Forse è vero ma conviene imparare a scegliere se non si vuole ripetere il passato con tutto il suo potenziale negativo.
Immagino che i cristiani siano stanchi di sentirsi dire in che cosa devono credere per essere considerati tali, stanchi dell'assurdità non tanto del contenuto a volte favoloso oggetto di fede, ma dell'obbligo, del comandamento.
Bisogna educare la propria ragione a individuare ciò di cui si ha bisogno per prosperare. La capacità di riconoscere quando la propria crescita è reale, e quando invece è solo un movimento difensivo finalizzato alla conservazione di se'.
Per questo motivo bisogna imparare ad essere eretici, se si parla di religione. Libertà di rigettare il mito del Figlio sacrificato dal Padre per il perdono di tutti, libertà di tenersi l'immagine del Figlio che insegna a riappropriarsi della vita, a riconciliarsi con essa, a purificarsi dallo spirito della vendetta e della colpa.

Alexander

Buongiorno a tutti



Quando ci si approccia a dottrine nate e sviluppatesi in altre epoche, o addirittura in età arcaica, dovremmo sempre prendere in considerazione l'ambiente storico e socio-economico che le produsse. La dottrina della rinascita sorge in ambiente agricolo e il modello scelto è ovviamente l'agricoltura: si pianta un seme, c'è un periodo di tempo durante il quale un qualche processo invisibile e misterioso ha luogo, e poi la pianta spunta e può essere raccolta. Il risultato di un atto che poi determina una rinascita viene infatti chiamato "frutto" (occasionalmente anche "raccolto", letteralmente "mietitura"). Il tempo che intercorre fra l'atto e il frutto è imprevedibile. La dottrina della rinascita  è uno sviluppo incredibile del pensiero umano dell'epoca, anche se a noi , migliaia di anni dopo,può sembrare ingenua. Prima di essa un uomo che moriva andava dagli "antenati", indipendentemente se le sue azioni in vita fossero state buone o malvagie.  Si credeva in una cosmogonia binaria: questo mondo e il mondo degli antenati. Con la dottrina del karma s'impone per la prima volta il principio della responsabilità etica dell'individuo. Una rivoluzione per il pensiero e la coscienza umana.  Un comportamento eticamente corretto portava ad un buon "raccolto"; un comportamente malvagio a un pessimo raccolto. Entra in campo l'idea di una cosmogonia a tre mondi ( i famosi "tre fuochi" della ritualità indù).
E' accaduto molto raramente che , nella storia umana, le persone abbiano accettato di essere totalmente responsabili di se stesse. Ancora di più in società in cui le condizioni dell'esistenza, come in quelle agricole arcaiche,dipendevano dalle scorte di cibo determinate dalle mutevolezze del clima. Anche un alto tasso di morbilità rendeva la vita poco attraente. Parlare adesso , per noi grassi e satolli di piaceri uomini del XXI sec. della bellezza della vita e delle cose positive che scorgiamo in essa, sarebbe sembrata probabilmente un'assurdità alle orecchie di un contadino indoariano, che arrivava , se era fortunato, ai 35anni e che quasi sicuramente vedeva morire alcuni figli prima di lui, lavorando dall'alba al tramonto, tutti i giorni, per ottenere un "raccolto" quasi sempre insufficiente. La vita come cosa positiva, appare molto un giudizio dell'uomo moderno, per lo più occidentale,  che si è in parte affrancato (ma non del tutto) dalla "fatica di vivere" .
Che il principio di responsabilità si sia affermato, nonostante tutto, in quelle popolazioni, rappresenta sicuramente un progresso del pensiero umano. Se tutto il karma ha un valore etico, l'intero universo di viene allora un luogo etico, perché la collocazione che vi hanno tutti gli esseri dipende dai loro meriti. Si potrebbe anche definire come l'inizio del declino del valore arcaico della forza, che diventa allora non un valore in sè , ma solo se al servizio di qualche valore etico sentito dalla comunità agricola. Pensare che l' "uomo forte", che deruba il raccolto altrui, può essere malvagio e quindi avere un pessimo futuro "frutto" dalle sue azioni, oltre che consolatorio, aveva anche un effetto deterrente ( in parte, purtroppo).
Obeyesekere ha mostrato come sia logico che l'eticizzazione dell'escatologia di una società porti alla sua universalizzazione. Quando l'etica è ridotta ai semplici valori di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e viene collocata nella mente, che è comune a tutti gli esseri umani, le distinzioni di sesso, età e classe sociale diventano irrilevanti. Così tutti possono raccogliere "frutti" dalle loro azioni.

bobmax

Ritengo che l'idea della reincarnazione nasca da esperienze effettivamente vissute a cui è poi seguita una interpretazione razionale.

Tutte le credenze religiose derivano secondo me da uno slancio spirituale, a cui però segue inevitabilmente la caduta, che consiste nella costruzione di una verità.
Ed essendo costruita, questa verità non è sorretta da una fede, bensì da una superstizione.

Nel caso della reincarnazione, penso che l'esperienza spirituale consista, e avvenga in condizioni molto particolari, nel ritrovarsi incarnati in un altro corpo.

Questa constatazione è travolgente.
Esauritasi l'esperienza si cerca di darne una spiegazione.
Spiegazione che ben difficilmente riesce a prescindere dall'io.

Dando perciò l'io per scontato, ci si immagina di aver avuto l'esperienza di una diversa incarnazione, ma con lo stesso io.

È l'io che si reincarna.

Bisognerebbe invece mettere in discussione pure questo punto fermo: l'io.

Non vi è nessun io.
E l'esperienza che pur è avvenuta ne dimostra infatti la nullità.

Una nullità, tuttavia, che è difficile da vivere.
Occorre essere Nulla.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

iano

#13
Citazione di: bobmax il 19 Marzo 2021, 09:58:52 AM
Bisognerebbe invece mettere in discussione pure questo punto fermo: l'io.

Non vi è nessun io.
Sicuramente l'io va' messo in discussione, ma non negato.
Andrebbe magari ridimensionato forse ,perché la dottrina della reincarnazione, ed altre similari, ne certificano in fondo l'invadente protagonismo.
Esso però svolge una funzione importante ,tanto importante che se non ci fosse andrebbe inventato.
E questa è in effetti secondo me la chiave per comprenderlo.
Riguardarlo come fosse una invenzione, e in quanto tale non è eliminabile.
È una costruzione funzionale.
Quale funzione svolge?
Secondo me quella di consentirci di essere una moltitudine che nel confronto, possibile perché ci siamo inventati tanti io contendenti, fino a percepirci come tali, si evolve.
Cioè è viva.
Annullare l'io significa annullare la vita.
Una vita fuori dal tempo, una vita eterna, vale il suo annullamento.
Ma la vita continua e l'io è solo uno dei suoi strumenti, così importante da essersi montato la testa, peccando di protagonismo.
Ma su fatto che sia un protagonista essenziale della vita non ci piove.
Se non pretendiamo di chiedergli la carta di identità possiamo ben dire che si reincarna.
Infatti non ha mai smesso di esserci.
Si perpetua sarebbe termine meno compromettente.
Puoi anche pensare che l'io si annulli, ma il fatto è che tanti ne annulli e tanti te ne ritrovi, dal che si potrebbe pensare che si reincarni, come se vi fosse il numero chiuso.🤗
Ma se è una costruzione ne costruisci quanti ne vuoi.
Ci aggiungi e ci togli ciò che vuoi, se non ne comprometti l'aitopercezione funzionale.

In fondo esso è un modo in cui gli elementi della vita si organizzano, prendendo parte, e non hanno mai smesso di riorganizzarsi, in questo modo, e questo è il motivo per cui definirne i confini, ciò che sta dentro e ciò che sta fuori, a fronte di una percezione forte di se', non sembra facile, perché non è definito in assoluto, ma sempre ridefinibile.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#14
Mi rendo ben conto che nel dire che senza io la vita finisce equivale a dire che la coscienza l'ha sempre accompagnata.
È una ipotesi forte, ma spiega tante cose e semplifica ogni mistero, meno ovviamente che il mistero dell'ipotesi stessa.
Certo, per descrivere la vita, come qualunque altra cosa, dobbiamo individuare discontinuità, senza le quali la descrizione sarebbe impossibile, inventandole se necessario quindi.
Vedere discontinuità, fino a percepirle come certe, ma entrando in difficoltà quando cerchiamo di descriverle, di trovare i confini di ciò che non può essere descritto, in quanto strumento di descrizione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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