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Che cos'è la Fede^

Aperto da 0xdeadbeef, 29 Luglio 2018, 14:07:16 PM

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0xdeadbeef

Da molto tempo mi chiedo se il desiderio di Dio possa equivalere alla Fede...
Se posso portare la mia esperienza personale, io mi sento come quel personaggio di Dostoevskij che afferma: "se
anche Dio non fosse verità, starei con Dio, non con la verità".
Il desiderio di Dio è in me fortissimo, ma altrettanto forte è il timore che non ci sia nulla di vero; che dal
nulla proveniamo ed al nulla torneremo.
Potrei dunque mai dire di "credere"? Io non credo (...), laddove penso che "credere" voglia dire aver se non la
certezza perlomeno una qualche speranza.
Anni fa, nel vecchio forum, a seguito di queste esternazioni qualcuno (non ricordo il nome) mi consigliò di
andare a Medjugorje: non sono ancora andato e sono ancora fermo in quel medesimo "punto"...
Qualcuno di voi mi sa dire in cosa consiste la Fede?
saluti

viator

#1
Salve Ox. La fede è l'espressione dell'istinto di sopravvivenza il quale, una volta che nell'uomo si evolvette la coscienza (e quindi poi l'intera sfera mentale, della quale fa parte anche la capacità di astrarre dalla realtà giungendo ad immaginare......guarda caso, l'immortalità)......il quale istinto di sopravvivenza, dicevo, essendo l'impulso prioritario del vivere, si è PRECIPITATO ad invadere il nuovo spazio creatosi nel nostro encefalo, creando appunto una propria estensione cosciente (cosciente ma irragionevole poiché l'IdS è di radice biologica e poi psichica, appartenendo quindi ad ambiti che sono al di fuori e prima di ogni ragione).

Quindi la fede non è altro che l'Ids della nostra coscienza. Naturalmente la sua veste è quasi sempre religiosa (l'argomento religioso è quello più "portata di mano" per chi non vuole stare troppo a meditare su certi argomenti, inoltre è quello più attivamente propagandato dalle culture umane). Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Il desiderio di Dio è l'unica autentica fede. Con "Dio" intendendo il Bene.

La possibilità che Dio non coincida con la Verità, compare soltanto se non sono coinvolto totalmente. Perché che Dio sia, dipende solo da me.
Dio vuole infatti TUTTO.

Il nulla da cui provengo e a cui ritorno non mi deve spaventare: io sono in effetti nulla.

Ma più constato la mia nullità, e più io e Dio siamo Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

GionniFara

#3
belle queste parole bobmax
forse perchè il tutto e il niente sono due facce della stessa medaglia , quindi crediamo al tutto cosi quanto crediamo al niente fa parte della stessa medaglia

anche io penso a volte che non ci sia nulla , cosi come penso che ci sia qualcosa dopo la morte

ma cmq ci sono delle prove che testimoniano tutto cio
mio zio andò in coma e ogni sera si vedeva fuori da corpo ,
adesso se è solo un gioco mentale , si vedeva in tutte le maniera e in tanti modi , ma no lui invece si vedeva prorpio ogni sera fuori dal corpo accanto al letto
quindi credo che dio esista
e forse lui ha creato il tutto proprio in una maniera tale da farci dubitare perchè la fede è un qualcosa che va coltivata con la volontà nonostante tutto sia non visibile

bobmax

Sì GionniFara, il nulla e il tutto sono le due facce della stessa medaglia. Infatti il tutto non è un qualcosa...
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

InVerno

La Fede è il coraggio dello spirito che si slancia in avanti, sicuro di trovare la verità. La fede ("fede in") è la vigliaccheria dello spirito, che ha già la verità "in" pugno e si ritrae in essa anzichè slanciarsi. Non penso che per avere Fede sia necessario credere in Dio, o l'aldilà, o Medjugorje.. è un moto dello spirito, ma non un moto a luogo. Quando la Fede trova il suo oggetto si spegne, diventa "fede in", ossessione, ripetizione, religione. Il cosidetto "salto della fede" (o il più usato anglofono "leap of faith") è un salto nel vuoto, non un salto sul materasso divino. E tu che fretta hai di atterrare? Quello che volevi non era volare?
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Kobayashi

#6
Citazione di: InVerno il 30 Luglio 2018, 13:28:52 PMLa Fede è il coraggio dello spirito che si slancia in avanti, sicuro di trovare la verità. La fede ("fede in") è la vigliaccheria dello spirito, che ha già la verità "in" pugno e si ritrae in essa anzichè slanciarsi. Non penso che per avere Fede sia necessario credere in Dio, o l'aldilà, o Medjugorje.. è un moto dello spirito, ma non un moto a luogo. Quando la Fede trova il suo oggetto si spegne, diventa "fede in", ossessione, ripetizione, religione. Il cosidetto "salto della fede" (o il più usato anglofono "leap of faith") è un salto nel vuoto, non un salto sul materasso divino. E tu che fretta hai di atterrare? Quello che volevi non era volare?


Ma se si tratta solo di un movimento senza oggetto, non è il caso di farsi qualche domanda sulla natura stessa del desiderio? E magari capire che è solo un gioco che viene dalla mancanza d'essere del soggetto più che dalla potenza dell'Altro...

Si sogna per continuare a dormire. Non si dorme per poter sognare...

Voglio dire che il coraggioso slancio dello spirito verso la verità si riduce a puro consumo della propria vitalità a meno di convincersi che dietro alle immagini dell'Altro ci sia qualcosa che finalmente colmerà almeno in parte la propria mancanza.
Ma sappiamo che semplicemente dobbiamo convincerci di questo perché fuori da questo gioco il desiderio mostra la sua natura mortifera, il suo essere pura pulsione di morte.
L'alternativa non è tra la fede in qualche dottrina e la fede nel senso del puro slancio verso dottrine che vengono trattenute e poi lasciate per continuare nella propria avventura spirituale.
L'alternativa è tra stare al gioco del desiderio o porsi fuori di esso (cioè fuori della vita).

Elia

#7
Bello quello che hai scritto Oxdeadbeef, hai descritto ciò che provo anch"io. Infatti faccio molta fatica a definirmi credente, ma non posso neppure definirmi atea.
Viator, credo che l'istinto di sopravvivenza diventi desiderio di immortalità, desiderio di eternità, di resurrezione e di reincarnazione (ammesso che sia frutto del solo ids).
La Fede può essere intesa secondo me in due modi differenti, il primo e piú diffuso è quello del comune credente che accetta le cosiddette "verità di fede" o dogmatiche. Il secondo deve essere inteso come apertura, speranza e desiderio della possibilità del divino, cercare Dio nella verità. Credo anche che la fede sia la capacità  di andare oltre la nostra psyché ed elevarci al nous.  
Il cristianesimo attuale si è distaccato molto da questa seconda visione di "fede" in quanto divenuto dogmatico. Attualmente mi sto interessando alla spiritualità ebraica (è  qualcosa  che va oltre la religione), e molti concetti sono simili a quelli cristiani, nella pratica molto simile al cristianesimo primitivo, è fondamentale l'amore per l'altro e l'educazione del proprio ego, unica via per raggiungere e conformarsi al Creatore.  Tutto questo non si raggiunge singolarmente ma nella pratica ritrovandosi nella comunità (la famosa koinonia) tant'è  che penso che Gesù  appartenesse a questa specifica branca dell'ebraismo. A me sta piacendo, per ora, e nei limiti della diffidenza che ho sempre di fronte a queste cose; ho scoperto un mondo nuovo e antico allo stesso tempo, cioè determinati concetti o intuizioni  esistiti da sempre ma spesso dimenticati o travisati dalle religioni. Mi sono ripromessa di partecipare al loro prossimo congresso che si terrà in Israele, cosí colgo l'occasione di visitare quelle terre. Ho sempre desiderato fare un viaggio in Israele, le occasioni ci sono pure state ma per vari motivi ho dovuto rinunciare.
Penso che ognuno debba trovare la strada a sé piú consona per elevarsi spiritualmente.
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

0xdeadbeef

Vi ringrazio, tutti, delle bellissime risposte.
Ma che senso potrebbe mai avere un Dio che non è "altro" dall'uomo? Un Dio che, in sè, non fosse distinzione del giusto
e dell'ingiusto? Come possiamo vivere senza la speranza vi sia un qualcosa che ripari la profonda ingiustizia della
terra?
Anni fa ero profondamente ateo. A seguito di una malattia che ha colpito un mio familiare mi sono ritrovato per giorni
e notti dentro un ospedale nel cui corridoio vi era una immagine sacra. Era una continua processione di persone "semplici"
che chiedevano la grazia o che semplicemente pregavano quell'immagine, e lì ho capito di non avere alcun diritto di
propagandare il mio stupido ateismo, come fin'allora avevo fatto irridendo i "creduloni".
Da quel momento, anche grazie alla filosofia, è cominciato un percorso interiore che se non mi ha portato alla Fede
mi ha portato quantomeno a "scegliere di stare con Dio", perchè anche se Dio non dovesse esistere (cosa che io ritengo
probabilissima) quelle persone che dicevo, e noi tutti, abbiamo il diritto "assurdo" di sperarvi.
Conoscevo un prete (gran persona) che usava dire: "cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per
meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"...
saluti

Sariputra

cit.Oxdeadbeef:
"cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per
meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"...

Beh!...Si potrebbe però anche dire che, se invece ci fosse qualcosa, per quelli che non credono sarebbe un'enorme fregatura ;D ...la famosa scommessa pascaliana.
Comunque, visto che non si verrebbe giudicati sulla fede ma bensì sulle opere...una chance inaspettata potremmo averla tutti (anche se è da vedere se c'è più bontà che fede nel cuore...).
La fede implica sempre, a mio parere, un certo grado di abbandono. Non è un caso che questo 'abbandono' spesso si trovi al termine di una dura lotta per sostenere il proprio non-credere. Il fatto di dire, con Dostevskij, che "Se anche Dio non esistesse, io starei con Dio" , oltre che implicitamente attestare la fede nell'Assoluto, il quale è anche carne, mostra proprio la qualità di questo abbandonarsi (che è l'abbandono anche delle pretese dell'io ...).
La fede 'semplice' di cui scrivi, vista nei gesti e sui volti di tanta gente sofferente o in angoscia per i propri cari, è simile all'abbandono del bimbo nelle braccia materna. Il piccolo non si chiede quanto è buona la madre, se è buona o in che misura, ma si 'lascia andare' fiducioso, come un istinto ...
Raskol'nikov combatte contro l'amore di Sonja ma...quando non ce la fa più...crolla! E senza saperlo si trova inginocchiato...
 Sonja è la figlia di Marmeladov,personaggio  disoccupato ed alcolizzato, costretta a prostituirsi ma piena di  carità cristiana e di una compostezza dell'anima che 'colpisce'  chi le passa accanto.
Sonja rappresenta l'energia mistica, a mio parere e, a questa energia vibrante, Dostoevskij consegna l'abbandonarsi di Raskol'nikov, ossia la possibilità di un processo di trasformazione esistenziale per "via d'amore". Una catarsi che gli permetterà di non perdersi nel suo scisma esistenziale...nella frammentazione schizofrenica che è pure la nostra, dei nostri tempi.
Nemmeno lui, poi, avrebbe saputo dire com'era accaduto. A un tratto si sentì come afferrato e gettato ai piedi di lei. Piangeva, e le abbracciava le ginocchia... 
...Avrebbero voluto parlare, ma non potevano. Avevano le lacrime agli occhi. Tutti e due erano pallidi e magri, ma sui loro volti sbiancati dalla malattia splendeva già la luce di un futuro diverso, di una completa rinascita, di una vita nuova. Li aveva risuscitati l'amore: il cuore dell'uno, ormai, racchiudeva un'inesauribile sorgente di vita per il cuore dell'altro...
.....Alla dialettica era subentrata la vita, e nella sua coscienza si preparava ormai qualcosa di completamente, oscuramente diverso.........
(Delitto e Castigo)
L'abbandono è anche un tuffo in quel baratro che vorremmo evitare, perché una vera fede non può stare in piedi senza perderci a noi stessi, al demone nichilista interiore che ci governa, che ti dice sempre. "Goditela la vita" ...e mentre l'ascolti e l'assecondi non ti vien quasi mai di godertela davvero finché,in un attimo, come irretita da una lunga corda, la vita finisce la sua corsa...
Ciao
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Elia

Citazione di: Sariputra il 01 Agosto 2018, 17:24:48 PM
cit.Oxdeadbeef:
"cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per
meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"...

Beh!...Si potrebbe però anche dire che, se invece ci fosse qualcosa, per quelli che non credono sarebbe un'enorme fregatura ;D ...la famosa scommessa pascaliana."
Ahahah... È quello che dico anch'io, Sariputra!  Anche tu hai dato una bellissima risposta. E anche Oxdeadbeef scrive cose molto belle, sia se parla di politica , sia se parla di altri argomenti.
Ecco, questa è un'altra risposta alla domanda del post. Pubblico il video perché è una spiegazione lunga, spero vi dia spunto di riflessione...

https://m.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=0X9S8jeMqIc
"L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura".
(M.V.)

Apeiron

#11
Citazione di: Sariputra il 01 Agosto 2018, 17:24:48 PM
cit.Oxdeadbeef:
"cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per
meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"...

Beh!...Si potrebbe però anche dire che, se invece ci fosse qualcosa, per quelli che non credono sarebbe un'enorme fregatura ;D ...la famosa scommessa pascaliana.
Comunque, visto che non si verrebbe giudicati sulla fede ma bensì sulle opere...una chance inaspettata potremmo averla tutti (anche se è da vedere se c'è più bontà che fede nel cuore...).
La fede implica sempre, a mio parere, un certo grado di abbandono. Non è un caso che questo 'abbandono' spesso si trovi al termine di una dura lotta per sostenere il proprio non-credere. Il fatto di dire, con Dostevskij, che "Se anche Dio non esistesse, io starei con Dio" , oltre che implicitamente attestare la fede nell'Assoluto, il quale è anche carne, mostra proprio la qualità di questo abbandonarsi (che è l'abbandono anche delle pretese dell'io ...).
La fede 'semplice' di cui scrivi, vista nei gesti e sui volti di tanta gente sofferente o in angoscia per i propri cari, è simile all'abbandono del bimbo nelle braccia materna. Il piccolo non si chiede quanto è buona la madre, se è buona o in che misura, ma si 'lascia andare' fiducioso, come un istinto ...
Raskol'nikov combatte contro l'amore di Sonja ma...quando non ce la fa più...crolla! E senza saperlo si trova inginocchiato...
Sonja è la figlia di Marmeladov,personaggio  disoccupato ed alcolizzato, costretta a prostituirsi ma piena di  carità cristiana e di una compostezza dell'anima che 'colpisce'  chi le passa accanto.
Sonja rappresenta l'energia mistica, a mio parere e, a questa energia vibrante, Dostoevskij consegna l'abbandonarsi di Raskol'nikov, ossia la possibilità di un processo di trasformazione esistenziale per "via d'amore". Una catarsi che gli permetterà di non perdersi nel suo scisma esistenziale...nella frammentazione schizofrenica che è pure la nostra, dei nostri tempi.
Nemmeno lui, poi, avrebbe saputo dire com'era accaduto. A un tratto si sentì come afferrato e gettato ai piedi di lei. Piangeva, e le abbracciava le ginocchia...
...Avrebbero voluto parlare, ma non potevano. Avevano le lacrime agli occhi. Tutti e due erano pallidi e magri, ma sui loro volti sbiancati dalla malattia splendeva già la luce di un futuro diverso, di una completa rinascita, di una vita nuova. Li aveva risuscitati l'amore: il cuore dell'uno, ormai, racchiudeva un'inesauribile sorgente di vita per il cuore dell'altro...
.....Alla dialettica era subentrata la vita, e nella sua coscienza si preparava ormai qualcosa di completamente, oscuramente diverso.........
(Delitto e Castigo)
L'abbandono è anche un tuffo in quel baratro che vorremmo evitare, perché una vera fede non può stare in piedi senza perderci a noi stessi, al demone nichilista interiore che ci governa, che ti dice sempre. "Goditela la vita" ...e mentre l'ascolti e l'assecondi non ti vien quasi mai di godertela davvero finché,in un attimo, come irretita da una lunga corda, la vita finisce la sua corsa...
Ciao

Concordo con il Sari (che novità  ;D ). Ho letto un anno fa "Delitto e Castigo" e confermo che è un capolavoro. Sonja un vero personaggio fantastico che esprime, secondo me, un vero e proprio ideale cristiano (ovvero una espressione veramente autentica dell'agape). Già, la fede è abbandono. Più precisamente: esiste una dimensione della fede che è "ciò a cui si crede", ovvero la fede "dogmatica". Per esempio, credere che esiste un Dio Creatore è fede in questo senso. Ma vi è un'altra "fede", che è più simile alla "fiducia". Questa fiducia è un "affidarsi", smettere di "cercare di controllare tutto da soli", di voler assoggettare la realtà al proprio "ego". Affidarsi significa anche "lasciar andare", anche smettere ad un certo punto di farsi domandare, di voler sapere tutto ecc. Fiducia significa anche accettare il Mistero, l'Ignoto ovvero non volere inquadrare il Mistero nelle proprie categorie mentali.

Riguardo al "godersi la vita", c'è da dire che non solo finisce ma che una prospettiva simile, in realtà, conduce alla frustrazione perchè, in fin dei conti, la ricerca del piacere porta alla felicità solamente se viene soddisfatta. In realtà è proprio una prospettiva simile che conduce ad un'esistenza tormentata. E visto che la nostra natura ci porta alla continua ricerca del piacere (con conseguente frustrazione) anche il solo fatto di abbandonare anche parzialmente la ricerca è un affidarsi, un abbandonarsi.


P.S.

Riguardo alla questione del dopo-morte...

Spesso gli atei criticano i cristiani dicendo che il Cristianesimo è una favola, nel senso che promette che la vita continua per sempre dopo la morte. Tuttavia, personalmente, talvolta il messaggio cristiano mi incute molto timore, specie se si considera, ad esempio, che oltre al Paradiso, c'è anche l'Inferno/"Geenna" (rispetto a quest'ultima opzione, ritengo più desiderabile il nulla). Usando le parole di Kierkegaard è un "aut-aut" estremamente radicale (in fin dei conti il messaggio evangelico dell'agape è molto impegnativo). Facendo un discorso più generale valido anche per altre religioni e filosofie, secondo me credere veramente cha la morte non è la fine e che il dopo dipenda (in qualche modo) da come si è vissuto conduce a vedere le cose in un altro modo, a vedere le esperienze che si hanno durante la vita in un'altra luce. Conduce ad una prospettiva più ampia e quindi le azioni e le esperienze di questa "vita terrena" vengono valutate secondo tale prospettiva. Ovviamente è importante il "veramente" sottolineato poc'anzi. Infatti si può dare poca importanza a tale "credenza".
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

anthonyi

Citazione di: Sariputra il 01 Agosto 2018, 17:24:48 PM
cit.Oxdeadbeef:
"cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per
meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"...

Beh!...Si potrebbe però anche dire che, se invece ci fosse qualcosa, per quelli che non credono sarebbe un'enorme fregatura ;D ...la famosa scommessa pascaliana.

Un saluto a Sariputra, Oxdeadbeef, si d'accordo, ma tutto questo vale se si ipotizza che "essere buoni" sia un disagio rispetto al "godersi la vita", secondo me la vita te la godi proprio essendo buono, il male ti lacera dentro, ti esaspera continuamente con l'idea del piacere sessuale, dell'accumulazione dei soldi, della vendetta del torto, reale o presunto, subito, dell'ebbrezza del potere e dei paradisi artificiali, per me la scommessa è sempre vinta nel primo caso, con o senza il paradiso celeste.

Apeiron

Citazione di: anthonyi il 02 Agosto 2018, 19:12:19 PM
Citazione di: Sariputra il 01 Agosto 2018, 17:24:48 PMcit.Oxdeadbeef: "cari parrocchiani dobbiamo tutti sforzarci di essere buoni per meritarci il paradiso. Poi, certo, se di là non ci fosse nulla sarebbe una bella fregatura"... Beh!...Si potrebbe però anche dire che, se invece ci fosse qualcosa, per quelli che non credono sarebbe un'enorme fregatura ;D ...la famosa scommessa pascaliana.
Un saluto a Sariputra, Oxdeadbeef, si d'accordo, ma tutto questo vale se si ipotizza che "essere buoni" sia un disagio rispetto al "godersi la vita", secondo me la vita te la godi proprio essendo buono, il male ti lacera dentro, ti esaspera continuamente con l'idea del piacere sessuale, dell'accumulazione dei soldi, della vendetta del torto, reale o presunto, subito, dell'ebbrezza del potere e dei paradisi artificiali, per me la scommessa è sempre vinta nel primo caso, con o senza il paradiso celeste.

Ciao anthonyi,

concordo. Secondo me, però, la prospettiva di una continuazione, come spiegavo sopra, può essere un incentivo a fare il bene e ad evitare il male. Penso che il @Sari per "godersi la vita" intenda la prospettiva di continuare la ricerca della gratificazione dell'ego, del piacere edonistico* (ovvero quello che hai indicato con "male")  :) in fin dei conti se si "crede veramente" in una prospettiva "più grande" certe cose perdono importanza.



*uso la parola nel senso "comune" del termine. Non mi sto riferendo a tipi di "edonismo" "elevato" come il caso di Epicuro.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

Se parliamo di una fede spirituale trovo che questa non può prescindere dall'interesse e dalla responsabilità personale.  L'etica diventa allora strumento per sviluppare proprio questa responsabilità verso ciò che ci circonda e , man mano che il senso di responsabilità aumenta e si fa più chiaro, aumento la gioia...
Una fede forte quasi sempre nasce da un incontro, da una trasmissione "da cuore a cuore" e non certo dall'indottrinamento. Questa trasmissione ishin den shin (da mente/cuore a mente/cuore) la vediamo proprio, a mio parere, nella narrazione della relazione umana tra un distrutto 'spiritualmente' Raskol'nikov e una sofferente fisicamente, ma non spiritualmente, Sonja.
Le lettura del testo sacro ( in questo caso la BIbbia...) resta sullo sfondo, non è centrale. Il testo acquista il suo senso solo quando si instaura la comunione ishin den shin tra i due esseri, nel momento che s'incontrano proprio nel punto nevralgico, centrale del loro essere, provato dalla sofferenza (dukkha)...
Rifiutare lo sterile spiritualmente, e però pericoloso indottrinamento, cercando invece questo contatto umano fa sì che un vero maestro spirituale non predica, ma bensì insegna... e l'insegnamento non può avvenire senza l'incontro tra due cuori...
Sul 'bene' che è premio a se stesso ( anche se non ci protegge dalle sventure e dal kamma nocivo collettivo...) non va sottovalutata la sua efficacia, pensando con scetticismo: "nulla mi aiuterà a migliorare". Una brocca si riempie anche con il flusso costante di gocce d'acqua. Allo stesso modo la pratica del bene porta alla gioia/serenità a poco a poco.  :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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