C’ERANO UN VOLTA I GIGANTI

Aperto da xxmaurizio, 19 Aprile 2021, 09:55:59 AM

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iano

#30
@ ciao Paul 11.
Tutti hanno parlato di diluvio universale, perché sulle montagne hanno trovato conchiglie fossili.
Quindi su quelle montagne v'era stata acqua , portata da un diluvio universale, oppure secondo la moderna visione i fondali oceanici si sono sollevati formando montagne.
Il ritrovamento di altri grandi fossili lo hanno spiegato con una razza estinta di giganti, o dinosauri nella versione moderna.
Ognuno può scegliere quali versioni fare proprie pesando l'autorevolezza delle fonti con la propria bilancia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo


Non c'è alcun dubbio che i "giganti" siano davvero esistiti; ed infatti ne sono rimaste chiarissime tracce fossili.
https://cdn-thumbs.imagevenue.com/71/bb/0c/ME13FJI0_t.jpg
***
Si trattava del cosiddetto  "Meganthropus", un ominide alto circa due metri e mezzo, con un peso da 181 a 272 kg, vissuto parecchie centinaia di migliaia di anni fa.
;)


iano

#32
Diciamo che agli individui effetti da gigantismo si riservavano sepolture di riguardo, e non è raro quindi trovare tombe fuori misura standard, anche quando non vi si trovano più resti fossili.
Lo stesso riguardo non sarà stato riservato agli individui affetti da nanismo, le cui tombe inoltre  non possono distinguersi per dimensioni da quelle di giovani individui.
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Eutidemo

Citazione di: iano il 30 Maggio 2021, 07:38:32 AM
Diciamo che agli individui effetti da gigantismo si riservavano sepolture di riguardo, e non è raro quindi trovare tombe fuori misura standard, anche quando non vi si trovano più resti fossili.
Lo stesso riguardo non sarà stato riservato agli individui affetti da nanismo, le cui tombe inoltre  non possono distinguersi per dimensioni da quelle di giovani individui.
Non si trattava di "gigantismo patologico", bensì di "gigantismo fisiologico": i "megantropi", infatti, costituivano una "specie" a parte di ominidi, i quali erano tutti giganti.

iano

In effetti leggo che il gigantismo patologico è stato escluso, in quanto in questi casi sono presenti un mento esagerato e denti piccoli, non riscontrati sui fossili ritrovati relativi a parti di una mascella e di cranio.

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green demetr

Ma perchè Caino è visto come un simbolo che rappresenta l'inquinamento e il gigante no?   :D
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Socrate78

Ecco un'altra possibile interpretazione del termine "giganti", che sovvertirebbe tutto il significato del passo biblico che dice: "C'erano anche i giganti (termine ebraico "nephilim") a quei tempi, e ce ne furono anche di poi, quando i figli di Dio si accostarono alle figlie degli uomini e generarono dei figli: sono questi gli "eroi" dell'antichità, uomini famosi". Ora, secondo alcuni studiosi ebraici e rabbini, il termine riferito ai giganti, cioè nephilim, non significherebbe giganti, ma aborti, poiché la radice del sostantivo deriverebbe dal verbo abortire. Quindi il passo biblico significherebbe: "C'erano anche gli aborti a quei tempi (esseri deformi o morti prima di nascere) e ce ne furono anche dopo...", ad indicare una frequenza notevole di malformazioni e di aborti che sarebbe derivata proprio dall'accoppiamento dei figli di Dio con le figlie degli uomini. Niente giganti quindi, ma al contrario esseri malati, deformi, aborti. Personalmente ritengo che sia più vera l'interpretazione che parla di aborti piuttosto che di giganti e ciò è confermato anche dalla mitologia babilonese e sumerica (molto precedente alla Bibbia) che afferma come quando gli dei vollero creare gli uomini MESCOLANDO la creta dell'Abisso, il risultato furono uomini con handicap, ciechi, paralitici, con le gambe orribilmente gonfie, malati! E' interessante osservare che la mitologia babilonese dice che questi uomini, creati da dei che sembra siano tutto fuorché perfetti nelle loro opere, crei mescolando elementi diversi, e addirittura in un passo si dice che la dea Nintu mescolò l'argilla, in modo che Dio e uomo fossero mescolati insieme. Ecco, Dio e uomo mescolati insieme, come i figli di Dio che si uniscono con le figlie degli uomini.
Ora, che cosa dedurre da questo? Nei miti a mio avviso vi è sempre qualche verità nascosta a cui ci si riferisce con un linguaggio fiabesco, quindi il riferimento della Bibbia e dei miti babilonesi al mescolamento di "Dei" ed uomini starebbe ad indicare che vi furono, in tempi antichissimi, due specie diverse che si accoppiarono, una umana e fisicamente molto prestante (I figli di Dio), l'altra animalesca e con tratti bestiali (i figli degli uomini): l'ibridazione, a causa dei problemi genetici che ne derivano, generò molti esseri deformi e un'alta frequenza di aborti, mentre vi fu anche il caso di figli ibridi che nacquero invece con una notevole forza e vigore, e questi sarebbero appunti gli "eroi dell'antichità", uomini famosi per la loro forza e le loro opere. E questo è spiegabile anche con le leggi della genetica che affermano come nell'ibridazione, nonostante possano verificarsi con maggiore frequenza aborti e malformazioni, si possa avere anche un effetto opposto chiamato "vigore dell'ibrido", cioè una prole con caratteristiche di maggior vigore e forza.

viator

Salve. Molto appropriato discutere di gigantismo (mitico, genetico, anatomico) aprendo uno specifico topic nella sezione Spiritualismo. Non so se miti e tradizioni prevedano anche la passata esistenza di gigantismo suino........nel qual caso potremmo leggere interessanti ipotesi circa le caratteristiche della mortadella dei maiali fuori misura.



Citando comunque Socrate78 . "vi furono, in tempi antichissimi, due specie diverse che si accoppiarono, una umana e fisicamente molto prestante (I figli di Dio), l'altra animalesca e con tratti bestiali (i figli degli uomini)".........noto l'uso di certi aggettivi (prestante, animalesco, bestiale). Non viene però specificato il significato da attribuirsi a tali aggettivi/attributi : Vale la loro interpretazione (a noi ignota) di Socrate?; quella di Dio(idem)?; vale l'interpretazione della genetica?:.........dell'anatomia?;.........Allegria!, come diceva il buon Mike Bongiorno !. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

JE

Ciao, presuppongo di non avere letto tutto tutto ma se il senso del post a grandi linee é:


"Credo che effettivamente possano essere esistiti sulla terra dei giganti e che quelli nominati nella bibbia non siano una svista o una metafora"


Ti rispondo da una prospettiva estremamente religiosamente asettica ma che potrebbe darti qualche spunto di ricerca.


Prima la mia opinione: Sono tranquillo che possa tranquillamente essere, anzi lo trovo più probabile della narrazione storica contemporanea.


Ti consiglio di guardare i seguenti argomenti:


Sequestro di scheletri "anormalmente grandi" da parte dello smithsonian e successivo occultamento (molti articoli di giornale conservati risalenti a inizio secolo scorso ne parlano ad esempio... Una fonte tra tante)


Storia e mito sumero. Non mi riferisco alle ricerche di alcuni esperti, che magari ci prendono anche, ma che potrebbero dare un'interpretazione errata.


Controlla i miti, parti da qui per capire che intendo: https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_reale_sumerica


Francamente io, che non sono di "fede", sono stato più interessato agli aspetti anche meno legati alla bibbia, e se si vuole trovare fatti poco congrui con la storia narrata beh... una decade passa in fretta.


Non cito perché di solito qualsiasi ricerca di questo tipo la si fa partendo da una voce, si trova un debunk, si trova un debunk del debunk, si cercano fatti ed annotazioni, si rimane spesso in sospeso con qualcosa che potrebbe spiegarsi e molto di "lasciato perdere". insomma non é un "link" (penso che questo lo sai gia se hai provato - lo scrivo per i "neofiti" non che io sia un esperto)


Ma l'ammontare complessivo di incongruenze, unito al "gaslighting" politico e mediatico moderno su tutti i fronti suscita in me un certo senso che quel che viene lasciato perdere sia molto piu significativo del comunemente previsto.


Una particolare nota se me la scusi la farei sull'argomento atomico, come citò Oppenheimer dalla gita, citazione presa da un dio che creò un'esplosione "pari a mille soli", sul cui terreno se non sbaglio poi non crebbe piu niente per molto tempo. Anche molti studi fatte su rovine storiche trovate anche recentemente suggeriscono che nel passato fossero gia comparsi dei "piccoli scienzati", per via di tracce residue di radiazioni.


Interessanti anche le piramidi disperse per le penisole siberiche e sud americane (vado a memoria ora...).


Tutto questo per dire che anche se i giganti sarebbero sicuramente il legame tra tutto il mondo di ricerca "di nicchia" e la piu dibattuta storia biblica, credo che la storia del mondo antico non sia poi cosi ben divulgata e probabilmente ci sono dei perché significativi.




green demetr

Devo dire che a parte il problema giganti (ma ce ne sarebbero a iosa di esempi simili) quello che mi colpisce in negativo delle discussioni su questi temi religiosi-fantastici è l'incredibile confusione tra dogmi della contemporaneità (genetica) e convinzioni della piattezza della Bibbia.
A con ciò intendo dire che a mio parere si fa un torto di peso universale interpretare la Bibbia nel suo senso letterale.


Sto studiando anche io la Bibbia e il suo universo di contorno (trovando risposte più sensate nel rabbinismo che nei pretoni), e devo dire che infine sono molto deluso dal livello infimo della discussione.


Sinceramente mi sono accorto anche dell'incredibile muro d'odio che circonda la discussione su questi argomenti.


Qualcosa che va al di là della semplice politica cattolica.  C'è veramente qualcosa di marcio che si è depositato come scoria tossica nei secoli.


Sono tra l'altro sconvolto dalla reticenza rabbinica, o dal suo allinearsi alla politica cattolica, non saprei come sennò spiegare la profonda ignoranza della loro stessa lingua.


L'ebraico non nasce in Siria, recentissimi studi stanno sempre più mettendo in evidenza come vi siano delle similitudini fortissime tra l'alfabeto fenico e quello dell'antico ebraico.


E' all'interno di quella saggezza, che a sua volta proviene dalla notte dei tempi, che si trovano le risposte più alte.


Me ne sto convincendo sempre di più, non tanto per l'evidenza della storia delle lingue semitiche, quanto invece per quella sacca semantica a cui attinge quell'intera zona geografica, che poi è la culla della futura civiltà occidentale.


Vi è una tale saggezza in essa che meriterebbe e merita di fatto, l'intero studio vita natural durante.


Ora che Adam fosse un angelo è piuttosto evidente. Ma cosa significa essere un angelo? (e di conseguenza un gigante etc..etc..?)


Manca la fantasia non tanto nella narrazione delle storiografie fantastiche, a cui uno può o meno aderire, quanto la fantasia per immaginarsi quale fosse quella saggezza quel senso che la letteratura ci indica e che abbiamo completamente perso.


Certo qualcosa di quel tempo aureo rimane ancora, persino le pessime traduzioni occidentali su cui Voltaire ha ironizzato così acutamente, non sono riuscite a debellare completamente quel luogo dell'antico sapere (e interrogare).


E allora ragioneremo insieme di queste sacche semantiche. Forse è il tempo.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#40
In fondo è passato solo qualche migliaio di anni, e noi siamo sempre quegli uomini, a parte un po' di nuove tecnologie in più in aggiunta a quelle del fuoco e della scrittura. Quindi certamente c'è nel testo in oggetto una saggezza "a noi attinente", e in generale in tutti quei testi antichi che non per caso sono ancora fra noi.
Ho scarsa o nulla conoscenza della Bibbia, se non per quella parte della genesi a tutti più o meno nota, e già li mi pare che si dica molto su chi siamo noi , a saper leggere fra le righe, perché poi mi pare che con un testo altro non si possa fare. Cosa è davvero una interpretazione letterale infatti, riferendosi a qualunque scritto?
È davvero una cosa possibile e in che senso?
Se ha un senso direi che è comunque inversamente proporzionale al tempo passato, perché noi siamo sempre gli stessi, ma i linguaggi cambiano, e se fatichiamo a interpretare quelli attuali , figuriamoci quelli passati.
L'importanza di testi antichi come la Bibbia io la porrei sul fatto che in questi è riportata nero su bianco una memoria orale la cui tradizione viene interrotta  dall'invenzione stessa della scrittura, e cioè  i racconti che si facevano attorno all'altra scoperta, il fuoco.


Inquadrerei il problema di prendere alla lettera la Bibbia più in generale riferendola ad ogni teso.
Nella tradizione della trasmissione orale certamente ognuno aggiungeva del suo, ma personalmente sono convinto che se la lettura di un testo non abbia come conseguenza una nostra aggiunta interpretativa di troppo, allora quella lettura è servita a ben poco.


Nei testi scritti in generale vi è della saggezza, ma in nessuno vi è la saggezza, e resto sempre sorpreso dal fatto che qualcuno creda possa esistere un testo del genere e che l'unico problema consista solo nel potervi davvero accedere interpretandolo "correttamente". È come se il senso del magico non abbia mai smesso di accompagnarsi ai segni, come se i millenni passati non ci avessero cambiati.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#41
E, se non siamo stati ancora capaci di digerire la scrittura per quel che è, una pura tecnologia, non mi sorprendono i mal di pancia ancora in corso per tutte quelle tecnologie venute dopo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

Citazione di: iano il 17 Ottobre 2021, 01:17:22 AM
In fondo è passato solo qualche migliaio di anni, e noi siamo sempre quegli uomini, a parte un po' di nuove tecnologie in più in aggiunta a quelle del fuoco e della scrittura. Quindi certamente c'è nel testo in oggetto una saggezza "a noi attinente", e in generale in tutti quei testi antichi che non per caso sono ancora fra noi.
Ho scarsa o nulla conoscenza della Bibbia, se non per quella parte della genesi a tutti più o meno nota, e già li mi pare che si dica molto su chi siamo noi , a saper leggere fra le righe, perché poi mi pare che con un testo altro non si possa fare. Cosa è davvero una interpretazione letterale infatti, riferendosi a qualunque scritto?
È davvero una cosa possibile e in che senso?
Se ha un senso direi che è comunque inversamente proporzionale al tempo passato, perché noi siamo sempre gli stessi, ma i linguaggi cambiano, e se fatichiamo a interpretare quelli attuali , figuriamoci quelli passati.
L'importanza di testi antichi come la Bibbia io la porrei sul fatto che in questi è riportata nero su bianco una memoria orale la cui tradizione viene interrotta  dall'invenzione stessa della scrittura, e cioè  i racconti che si facevano attorno all'altra scoperta, il fuoco.


Inquadrerei il problema di prendere alla lettera la Bibbia più in generale riferendola ad ogni teso.
Nella tradizione della trasmissione orale certamente ognuno aggiungeva del suo, ma personalmente sono convinto che se la lettura di un testo non abbia come conseguenza una nostra aggiunta interpretativa di troppo, allora quella lettura è servita a ben poco.


Nei testi scritti in generale vi è della saggezza, ma in nessuno vi è la saggezza, e resto sempre sorpreso dal fatto che qualcuno creda possa esistere un testo del genere e che l'unico problema consista solo nel potervi davvero accedere interpretandolo "correttamente". È come se il senso del magico non abbia mai smesso di accompagnarsi ai segni, come se i millenni passati non ci avessero cambiati.
Come insegna mastro Nietzche, l'uomo continua ad aggiungere colori alla sua tavolozza.
Ma rispetto all'antichità abbiamo perso completamente il senso del vivere.
La vita non c'entra molto con la tecnologia che la trasmette, dunque sono problemi separati, qui non mi addentro.
Ti chiedi se possa esistere un senso letterale: certo sopratutto se si vuole difendere una vulgata, un dogma, un dettato.
Ma penso che in realtà volessi dire, e concordo, che ogni testo ha un senso letterario, ossia disponibile ad aggiunte e ripensamenti.
La Bibbia ha un senso che è il deposito e l'eredità di un pensiero profondo che riguarda l'uomo.
Dunque la Bibbia è il libro che parla dell'uomo, della sua anima non del suo corpo diremmo con parole cristiane diverse rispetto a quelle giudaiche che invece parlano del mistero e del viaggio.
Non è importante la tradizione semantica a cui apparteniamo l'importante è saperla rendere viva di nuovo, renderla anima e corpo. Questa tradizione punta allo spirito in senso cristiano, e alla shekinà in senso ebraico.
Ma lo spirito e la shekinà sono solo elementi magici, all'interno del corpo, la nefesh ebraica, inteso come popolo, inteso come israele, inteso come erranza.
In fin dei conti il cristianesimo ha la possibilità di farlo con la sua tradizione e il suo massimo esponente eretico che poi è Dante (e il suo viaggio inter e ultra-mondano).
Insomma il sedimento come alludi anche tu, si è stratificato sempre più.
Ma abbiamo smesso di pensare.
Per questo voglio lo stesso azzardare a parlarne pubblicamente, sopratutto in un momento storico, dove la sopravvivenza conta sempre di più e il pensiero prima marginalizzato e reso impotente, oggi rischia di venir sfrattato senza dire niente.
No! è tutta l'estate che penso, suvvia buon Green armati di un minimo di coraggio, e spara le ultime cartucce di parola rimaste in questo tristo tempo di lebbrosi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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