"Li ho uccisi perchè erano felici!"

Aperto da anthonyi, 30 Settembre 2020, 07:45:14 AM

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Jacopus

Per Socrate: non si può esportare la democrazia, figurarsi il pensiero scientifico. Ognuno è libero di pensarla come vuole. Ritengo però, in armonia con il pensiero greco, che le idee debbano essere confrontate in un pubblico dibattito per eventualmente adottare quella più persuasiva.
In ciò il pensiero ateo ha la stessa legittimazione del pensiero orientato teologicamente, a meno che non si voglia ripristinare insieme agli esorcisti anche la Santa Inquisizione.
Detto ciò,  sulla origine umana della malvagità sono certo, così come su meccanismi di difesa della negazione, proiezione e rimozione. La copertura data attraverso la possessione demoniaca "rimuove" spesso ben altri tipi di possessione, avvenuti in tenera età. Il bambino però ha una capacità interpretativa limitata di ciò che accade. Inoltre non è detto che scoprire ciò che gli è accaduto gli possa fare davvero bene. In gergo, "slatentizzare i ricordi", ovvero farli riemergere, può provocare break up disastrosi, fino al suicidio. Su tutto ciò  fortunatamente esiste ormai una letteratura solida, confortata anche da prove fisiche ( fmri, pet) e da documentazione clinica ormai con quasi duecento anni di storia.
Personalmente cerco di essere molto rispettoso di tutti i tipi di credenti, ma in questo caso, questo particolare tipo di credenza ( l'indemoniato come espressione del malvagio) pregiudica in modo sostanziale la comprensione del fenomeno della devianza e della criminalità in tutte le sue modalità.
Su lievitazioni e comprensione di linguaggi antichi o conoscenze dei peccati altrui da parte di indemoniati, aspetto le prove, ovvero la riproduzione di questi fenomeni in ambienti verificabili e imparziali, magari con l'ausilio di videoregistrazione ed ogni altro apparato che permetta la documentazione di eventi così importanti, da dimostrare, almeno indirettamente, la stessa esistenza di Dio. Insomma non stiamo parlando di quisquilie.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Socrate78

#61
Per Jacopus: Non puoi dimostrare però che dietro la strutturazione di una personalità criminale non ci sia anche un'azione demoniaca per chi ci crede. Ora ti faccio un esempio di un serial killer cannibale tremendo, forse il peggiore di tutti: si chiamava Jeffrey Dahmer. Egli aveva diverse perversioni sessuali, tra cui appunto il sadismo, la necrofilia soprattutto, il cannibalismo, sin da piccolo era attratto dai morti, dalle ossa e il suo modus operandi consisteva nel drogare le vittime per renderle impotenti, stuprarle ripetutamente sia da coscienti che da incoscienti, a volte fare esperimenti sulle vittime come iniettare delle sostanze, dell'acido mescolato nei loro crani per produrre in loro uno stato di incoscienza, poi smembrava i cadaveri (a volte ancora vivi o in stato di coscienza), li cucinava in parte o ne conservava alcune altre parti come trofei nel freezer.
Ora, questo serial killer da ragazzo aveva iniziato ad adorare Satana, costruiva nel suo appartamento altari dedicati al Maligno, quindi in fondo non è possibile che il demonio stesso, conoscendo perfettamente tutte le sue inclinazioni perverse, abbia agito sulla sua mente per produrre i terribili crimini che sono tali da andare anche oltre l'immaginazione umana?
E' ovvio anche per me che la personalità criminale si struttura da esperienze dell'individuo e anche forse da una generica predisposizione genetica, ma per il mio punto di vista di credente anche il demonio ci mette lo zampino, nel senso che approfitta del terreno fertile per tentare particolarmente queste menti predisposte al male, per rendere il male più forte e più grande, per amplificarlo. Il demonio insomma batte il ferro quando è caldo.
E poi, tutte le diagnosi che gli psicologi e gli psichiatri fanno per descrivere quei disturbi comportamentali dei bambini/adolescenti da cui poi molti adulti sviluppano una personalità deviata e antisociale, ecco, tutte quelle diagnosi secondo me non hanno alcun vero fondamento scientifico.
Infatti si parla di "disturbo della condotta", "disturbo oppositivo-provocatorio (per bambini/preadolescenti", "disturbo antisociale di personalità (dalla maggiore età)", ma tutti questi disturbi da dove derivano? Qual è la causa? Non viene indicata nessuna lesione organica, nessuna causa documentabile in maniera obiettiva, ma vi è solo una descrizione dei comportamenti, dei sintomi, su cui poi si forma la diagnosi.
Quindi non solo le opinioni dei religiosi su demoni e simili, ma anche le opinioni degli psichiatri sono ascrivibili ad una pseudo-scienza. Io posso anche sentirmi libero di pensare che dietro questi disturbi si nasconda anche l'azione del Maligno, che agisce sulle menti di tali soggetti per renderli peggiori degli altri, inclini al male, approfittando di situazioni favorevoli.

anthonyi

Citazione di: InVerno il 07 Ottobre 2020, 19:19:58 PM
L'ateismo non esiste, è un termine usato dai religiosi per perseguire con la violenza gli apostati, se dovessimo identificarci per quello in cui non crediamo o di cui siamo scettici (compreso Zeus, verso il quale sei un ateo) non finiremmo più.

Tutte le culture umane nella storia sono state caratterizzate da fondamenti, a volte laici, più spesso religiosi, che era considerato obbligatorio accettare e sostenere perché da quei fondamenti dipendevano le civiltà che esprimevano quelle culture.
Forse a inventare il termine "ateo" è stato un religioso, ma è indubbio che quel concetto (Che in Grecia era definito con empietà e per il quale era prevista la pena capitale) era ritenuto utile e necessario a tutti gli uomini di quel tempo, tant'è vero che poi le punizioni, di solito, le comminava il potere civile.
E comunque ateismo si intende in senso assoluto, cioè non credere in nessun Dio. Negli USA questo è un punto fondamentale, nella cultura americana c'è un forte pregiudizio nei confronti degli atei, e si tende a dare fiducia a chi crede, indipendentemente dalla specifica religione professata.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 07 Ottobre 2020, 17:48:43 PM
Ciao Inverno, pensa te che la sensazione che ho io, invece, è che il combinato disposto esorcismo (Il 8/10/2007, domani fanno 13 anni) insieme a preghiere e controllo interiore nei tempi successivi mi abbiano reso capace di vedere la realtà per quello che è, quando la stessa visione era in precedenza alterata da questo "male interiore".
Sono tutte sensazioni, seppur non ho idea quanto le nostre esperienze siano assimilabili, che comprendo molto bene. Infatti, per un anno ho evitato molto attentamente di tornare in quei territori della mia mente, e darle un nome sarebbe stato avventato perchè in qualche modo l'avrebbe rievocata, ma in generale ne ho voluto stare alla larga il più possibile. Oggi posso tornarci, a patto di essere vigile e di avere difese razionali innalzate, ma sicuramente non me la sentirei di tornarci nel caso chessò, avessi bevuto un bicchiere di troppo o nei sogni (ho una discreta capacità di indurre sogni lucidi). Anche io potrei identificarci delle personificazioni, ma anzichè Satana ci indentifico una mia personalità, sepolta e dimenticata, che ha raccolto tutti gli "scarti" della mia vita cosciente, che siano paure, fallimenti o altre sensazioni che eliminiamo dal nostro vissuto automaticamente. E' una "bad company", in tutti i sensi, e un giorno mi sono promesso che l'affronterò di nuovo a viso aperto, ma sono proprio io, non un demone.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: Socrate78 il 07 Ottobre 2020, 19:51:45 PM

Ora, questo serial killer da ragazzo aveva iniziato ad adorare Satana, costruiva nel suo appartamento altari dedicati al Maligno, quindi in fondo non è possibile che il demonio stesso, conoscendo perfettamente tutte le sue inclinazioni perverse, abbia agito sulla sua mente per produrre i terribili crimini che sono tali da andare anche oltre l'immaginazione umana?


Ciao Socrate, l'evocazione del male, da forza al male. Quello che voglio dirti è che il rapporto tra certi riti e l'evoluzione patologica criminale non è un'eventualità, ma un vero rapporto causale, come osserviamo anche negli eventi connessi con la festa di Halloween, che originariamente era per gli occultisti la festa di Satana, e che oggi si è sviluppata come festa laica alla quale partecipano tanti giovani senza neanche conoscerne il senso originario. E non è raro che qualcuno di essi si ritrovi ad essere ucciso, o morire suicida per effetto di incomprensibili (Ma per chi crede comprensibilissime) alchimie psico-sociali.

InVerno

#65
Citazione di: anthonyi il 07 Ottobre 2020, 20:19:30 PM
Tutte le culture umane nella storia sono state caratterizzate da fondamenti, a volte laici, più spesso religiosi, che era considerato obbligatorio accettare e sostenere perché da quei fondamenti dipendevano le civiltà che esprimevano quelle culture.
Forse a inventare il termine "ateo" è stato un religioso, ma è indubbio che quel concetto (Che in Grecia era definito con empietà e per il quale era prevista la pena capitale) era ritenuto utile e necessario a tutti gli uomini di quel tempo, tant'è vero che poi le punizioni, di solito, le comminava il potere civile.
E comunque ateismo si intende in senso assoluto, cioè non credere in nessun Dio. Negli USA questo è un punto fondamentale, nella cultura americana c'è un forte pregiudizio nei confronti degli atei, e si tende a dare fiducia a chi crede, indipendentemente dalla specifica religione professata.
Il mondo cristiano e islamico è ossessionato dal riconoscimento del proprio Dio, nonostante la religione è qualcosa che si manifesta in diverse maniere, sottoforma di affiliazione, pratiche, credi etc. E allora puoi trovare cose strane, come il fatto che la maggioranza dei giapponesi si dichiara atea ma partecipa comunque ai riti shintoisti. Per un ebreo è molto importante partecipare alla vita comunitaria,  rispettare le regole della Torah, ma non pone grande accento sulle credenze. In scandinavia la maggior parte sono atei.. ma la maggior parte crede vi sia un "qualcosa" che permea l'universo e battezza i bambini per onorare tradizioni nazionali. Per un indiano è totalmente indifferente in quale dei miliardi di divinità della zona tu creda... Islamici e cristiani sono ossessionati dall'idea che il loro Dio debba essere riconosciuto dagli altri, e le idee di chi non lo riconosce sono invalide a priori. Come veniva (e viene) trattata l'apostasia da queste comunità è unico, le persone vengono demonizzate, isolate, coercizzate, derise, e con il benestare dello stato anche ammazzate. Questo ovviamente riflette l'esigenza teologica di convertire gli altri, di evangelizzare, di eradicare le idee dell'altro alla fonte, è una forma di non rispetto radicale, che può avere il suo spazio nelle crociate, in Arabia Saudita, ma non su un forum che fa del dialogo e della riflessione il proprio caposaldo. Invece di scandagliare la testa degli altri e lanciare anatemi, conviene leggere bene i post, proporre argomenti e controargomenti interessanti, e arricchirsi tutti insieme allegramente. "Ateo" è semplicemente un marchio che si appone o a un nemico, o una potenziale vittima della propria abilità di convertire, tutte cose che non vanno d'accordo con lo spirito del forum.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Jacopus

#66
Per Socrate. L'esempio di Dahmer mi fa dire che si è trattato, anche in questo caso, di un bambino abusato, a cui è stato dato il supporto materiale ma non quello affettivo. È un dato verificato che da bambino torturava ed uccideva piccoli mammiferi come rane o gatti. Questo è un tipo di comportamento predittivo rispetto all'insorgenza del disturbo della condotta e di quello antisociale. Piuttosto che il demonio, chiamerei in causa due genitori lontani empaticamente. Mi ha fatto riflettere anche le lamentele della nonna nei suoi confronti per il tanfo che proveniva dalla cantina dove abitava, senza che facesse nulla (tanfo che derivava dalla putrefazione, quindi un odorino pungente!). Lo stesso abbandonare il figlio dalla nonna, esprime chiaramente il processo di abbandono di Dahmer da parte di entrambi i genitori. All'età di 7 anni fu lasciato solo dalla madre per due giorni e fu in quell'occasione che il padre lo trovò affamato mentre cercava di comunicare con i morti ( visto che i vivi di riferimento non comunicavano con lui).
Un uomo senza una solida base affettiva è come un albero senza radici. A questo handicap se ne possono aggiungere altri che non fanno che peggiorare le cose. Un incidente stradale ad esempio può compromettere il senso etico delle persone, se il trauma avviene nella regione orbitofrontale e le persone traumatizzate dai genitori hanno una possibilità statistica di incappare in incidenti in auto  più alta della media. Invece vi possono essere, nella vita delle persone traumatizzate, eventi che curano il trauma, come ad esempio una fidanzata o un professore o un sacerdote particolarmente empatico. Si chiamano fattori di rischio e fattori di protezione rispetto al trauma.
Una  volta iniziati gli omicidi, bisogna considerare un secondo processo che corre parallelo al primo: i pattern comportamentali. Dahmer dopo il primo omicidio vomitó, ma con l'affinarsi dell'esperienza divenne per lui sempre più una routine. Per certi versi funziona esattamente come una droga: per ottenere lo stesso effetto sui recettori dopaminergici bisogna incrementare le uccisioni e renderle più fantasiose. Lo stesso processo avveniva in un'altra epoca, alle SS, che si abituavano alla violenza, anch'essi sottoposti all'inevitabile legge dei pattern comportamentali ( oggi ritradotti anche con il termine di memi comportamentali).
A proposito della obiezione che gli psichiatri non forniscono prove organiche della malvagità,  mi  vien da dire "e meno male". Immagina un mondo dove i malvagi sono individuati per via di differenze organiche. Che possibilità vi sarebbero di reintegrarli? In realtà però,  neppure questo è vero, poiché dai tempi di Lombroso sono stati fatti molti passi avanti, ed è possibile individuare i circuiti neuronali dell'empatia, della violenza, dell'aggressività,  così come i processi epigenetici che mantengono la memoria della violenza inferta e subita per almeno tre generazioni.
Ciò che bisogna chiedersi è se queste variazioni sono innate o si modellano sulla base delle esperienze, vista l'enorme capacità plastica dei nostri 100 miliardi di neuroni e 300 miliardi di sinapsi.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Socrate78

@Jacopus: Non tutti i bambini abusati sessualmente o che hanno subito abbandoni, privazioni affettive, diventano successivamente criminali, anzi a volte chi ha avuto un'infanzia infelice finisce per essere poi altruista da adulto perché vuole dare agli altri quello che da piccolo non ha ricevuto. Quindi il nesso di causalità tra personalità criminale e privazione affettiva, abuso sessuale o simili nell'infanzia non è deterministico per nulla, al massimo può essere un fattore che predispone alla devianza, ma non determina niente. Non tutti coloro che hanno avuto genitori anaffettivi poi diventano devianti o anch'essi anaffettivi da grandi.  Io voglio solo dire che secondo me può esserci benissimo altro, da credente ritengo che noi abbiamo una parte spirituale che è l'ANIMA, e quest'anima può essere influenzata dal principio del bene che è Dio, che si manifesta anche attraverso le figure di riferimento che la persona incontra e che guidano l'anima al bene, ma può anche essere influenzata dalle forze del male che a mio avviso esistono, e queste forze del male approfittano delle situazioni sfavorevoli al bene in cui l'anima si trova per orientare la persona in maniera negativa.
E poi tu stesso, affermando che esistono meccanismi epigenetici secondo cui la violenza inferta rimane nella memoria anche per tre generazioni, in fondo non fai altro che affermare scientificamente una verità espressa dalla Bibbia, secondo cui i peccati dei padri ricadrebbero sui figli......

anthonyi

Citazione di: InVerno il 07 Ottobre 2020, 20:31:48 PM
Sono tutte sensazioni, seppur non ho idea quanto le nostre esperienze siano assimilabili, che comprendo molto bene. Infatti, per un anno ho evitato molto attentamente di tornare in quei territori della mia mente, e darle un nome sarebbe stato avventato perchè in qualche modo l'avrebbe rievocata, ma in generale ne ho voluto stare alla larga il più possibile. Oggi posso tornarci, a patto di essere vigile e di avere difese razionali innalzate, ma sicuramente non me la sentirei di tornarci nel caso chessò, avessi bevuto un bicchiere di troppo o nei sogni (ho una discreta capacità di indurre sogni lucidi). Anche io potrei identificarci delle personificazioni, ma anzichè Satana ci indentifico una mia personalità, sepolta e dimenticata, che ha raccolto tutti gli "scarti" della mia vita cosciente, che siano paure, fallimenti o altre sensazioni che eliminiamo dal nostro vissuto automaticamente. E' una "bad company", in tutti i sensi, e un giorno mi sono promesso che l'affronterò di nuovo a viso aperto, ma sono proprio io, non un demone.

A me sembra che la differenza tra la mia situazione e la tua è soprattutto nel fatto che tu parli al passato, mentre per me si tratta di una situazione continua. Anche adesso mentre scrivo io continuo a sentire i sibili in punti specifici del mio cervello. Per me comunque il problema della rievocazione (O meglio l'esigenza della rimozione) non esiste. In effetti ho osservato un meccanismo per il quale la presa di coscienza di una certa situazione, di un itinerario della mia mente riconosciuto come pericoloso, è un automatico deterrente ad entrare in quell'itinerario. Naturalmente lo è oggi, ma nel passato ne ho vissuti di brutti pensieri.
Mi sembra comunque che tu sia convinto che per me è fondamentale autoconvincersi dell'esistenza di quest'entità aliena, in realtà non è così, per me si tratta soprattutto di un'interpretazione epistemica, funzionale alla risoluzione di un grande problema di sofferenza.
Anche uno psicologo, al quale mi ero rivolto, cercò di convincermi, come te, che quello era una parte del mio io, e sono convinto che sia un'idea poco efficace. Ho fatto un lavoro notevole per imparare a differenziare tra i miei pensieri, e altri pensieri che si formavano (Su questo punto posso ragionevolmente parlare al passato) nella mia mente ma non erano miei, ed erano strumentali a portarmi su strade sbagliate, e l'ho potuto fare anche per effetto dell'idea che, quei pensieri erano estranei, alieni, anche se erano nella mia testa.

Jacopus

Per Socrate. Se leggi i miei interventi precedenti non dico che gli abusi nell'infanzia determinano in modo automatico nell'infante un'indole criminale. Vi sono molte strategie di risposta, una delle quali è quella. Ma si può diventare criminali anche per altri motivi, ad esempio perché considerati dai genitori come esseri speciali e superiori a tutti, in una sorta di maltrattamento per eccesso di considerazione. Sono i piccoli tiranni che diventano narcisisti e poi anche possibili soggetti violenti. Così come si può diventare miti ed oppositori della violenza, anche se traumatizzati. Questo accade di solito quando ci si identifica nella vittima piuttosto che nel persecutore, esito altrettanto possibile, ma più facile se esiste una sensibilità innata o fattori di protezione, come ho indicato prima.
La criminologia non è una scienza esatta ma si fonda su alcuni nessi, che danno un certo potenziale esplicativo, seppure senza quella capacità totale delle hard sciences.  E fra questi nessi uno è certamente il trauma, che non sempre è esercitato verso di sé da una figura genitoriale. Il genitore può creare un figlio criminale anche senza mai toccarlo, ma ad esempio, addestrandolo ad essere aggressivo, ad essere privo di rimorsi, a credere il mondo diviso in chi subisce e in chi fa subire. La criminogenesi nasce anche da un apprendimento.
Che l'epigenetica sia in sintonia con la Bibbia, significa semplicemente che gli scrittori della Bibbia hanno intuito una scoperta scientifica, che è stata dimostrata qualche millennio dopo.
Anche in questo caso non mi sognerei mai di dire che la Bibbia è un libro da bruciare o insulso. Credo anzi che sia uno dei libri più importanti dell'Occidente. Ciò non toglie che fu anche lo strumento di una cultura patriarcale e asiatica, che solo l'influsso ellenistico ha ricondotto in un alveo più europeo, grazie al Nuovo Testamento.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 07 Ottobre 2020, 22:33:25 PM
Mi sembra comunque che tu sia convinto che per me è fondamentale autoconvincersi dell'esistenza di quest'entità aliena, in realtà non è così, per me si tratta soprattutto di un'interpretazione epistemica, funzionale alla risoluzione di un grande problema di sofferenza.
Anche uno psicologo, al quale mi ero rivolto, cercò di convincermi, come te, che quello era una parte del mio io, e sono convinto che sia un'idea poco efficace. Ho fatto un lavoro notevole per imparare a differenziare tra i miei pensieri, e altri pensieri che si formavano (Su questo punto posso ragionevolmente parlare al passato) nella mia mente ma non erano miei, ed erano strumentali a portarmi su strade sbagliate, e l'ho potuto fare anche per effetto dell'idea che, quei pensieri erano estranei, alieni, anche se erano nella mia testa.

Per questo ho fatto differenza tra chi viene esorcizzato e chi pratica esorcismi, perchè per il primo per dirla in inglese "whatever works" a me va bene pure, a patto che la sua abilità di riconoscere se funziona non sia alterata da altri presupposti (che sia il voler permanere in una comunità o non voler tradire aspettative esterne etc) mentre il secondo a mio avviso cammina su una linea molto sottile tra l'aiutare il prossimo e sfruttarlo per i propri scopi (che sia mettersi qualcosa in tasca o riconfermare le proprie idee). Detto questo, so che suona ipocrita, ma l'idea di cambiare idee agli altri non mi passa neanche per la testa, innanzitutto perchè la ritengo una forma di violenza (Ghandi ben esplorò questo principio) ma anche perchè lo ritengo estremamente improbabile fuori da un processo maieutico (che non è quello del dibattito nelle formule disponibili su un forum), perciò tieniti pure le tue idee, che non ritengo strampalate, semplicemente "umane troppo umane". Non è questione di essere atei, ma di esprimere il massimo scetticismo verso quelle idee che ci fanno comodo a risolvere una situazione personale, perchè sono quelle che generalmente hanno la maggior probabilità di essere infondate (ma non è detto che lo siano).
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 08 Ottobre 2020, 00:19:40 AM


Non è questione di essere atei, ma di esprimere il massimo scetticismo verso quelle idee che ci fanno comodo a risolvere una situazione personale, perchè sono quelle che generalmente hanno la maggior probabilità di essere infondate (ma non è detto che lo siano).

Quindi tu non credi nella funzionalità delle idee ? L'uomo ha sviluppato la capacità di produrre idee proprio perché gli serviva per risolvere problemi concreti e personali. Poi certo, la complessità dei sistemi culturali tende a far perdere questa relazione funzionale, ma essa è indiscutibile.

InVerno

Io credo nella capacità dell'uomo di produrre linguaggio, verbo, logos, e che la sua funzione principale non sia quella comunicativa come generalmente si assume, ma introspettiva e terapeutica (in un certo senso, l'esorcismo è comunicazione terapeutica). Detto questo, siccome la famosa scimmia con una macchina da scrivere ha tante combinazioni disponibili, ci sono criteri di cernita tra le varie possibili combinazioni, e il "funziona per me" che va tanto di moda nell'invidualismo è il criterio più inaffidabile in assoluto, è lo stesso che usa un eroinomane prima di mettere la siringa nel braccio o un assassino prima di uccidere la propria madre, a cui si può tuttavia appellarsi nel caso tutti gli altri criteri abbiano fallito nel fornire una verifica. Perciò la funzione introspettiva del linguaggio deve essere accompagnata da un confronto che sfrutta codici più o meno accurati per ottenere riscontri, la religione è una di queste codificazioni della funzione introspettiva (per questo gli atei sono un finto problema, nessuno può far a meno di un codice e di un lessico) che utilizza un set di idee e relazioni per giungere ad un interpretazione, tuttavia essendo un codice molto antico, soffre di problemi diacronici.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

anthonyi

Citazione di: InVerno il 08 Ottobre 2020, 10:32:12 AM
Io credo nella capacità dell'uomo di produrre linguaggio, verbo, logos, e che la sua funzione principale non sia quella comunicativa come generalmente si assume, ma introspettiva e terapeutica (in un certo senso, l'esorcismo è comunicazione terapeutica). Detto questo, siccome la famosa scimmia con una macchina da scrivere ha tante combinazioni disponibili, ci sono criteri di cernita tra le varie possibili combinazioni, e il "funziona per me" che va tanto di moda nell'invidualismo è il criterio più inaffidabile in assoluto, è lo stesso che usa un eroinomane prima di mettere la siringa nel braccio o un assassino prima di uccidere la propria madre, a cui si può tuttavia appellarsi nel caso tutti gli altri criteri abbiano fallito nel fornire una verifica. Perciò la funzione introspettiva del linguaggio deve essere accompagnata da un confronto che sfrutta codici più o meno accurati per ottenere riscontri, la religione è una di queste codificazioni della funzione introspettiva (per questo gli atei sono un finto problema, nessuno può far a meno di un codice e di un lessico) che utilizza un set di idee e relazioni per giungere ad un interpretazione, tuttavia essendo un codice molto antico, soffre di problemi diacronici.

Mi sembra tu abbia fatto un salto, dalle idee, che sono un processo individuale, alla dialettica, che è un processo interindividuale.
La dialettica deve processare idee individuali, e io sono d'accordo sull'idea che la dialettica migliora le idee, ma si parte sempre da idee individuali, e cioè dal "funziona per me". Di quel "funziona per me" tu devi tener conto se vuoi costruire un'idea sociale ragionevolmente democratica ed egualitaria, altrimenti stai semplicemente imponendo a qualcuno qualcosa che non vuole, e non sta scritto da nessuna parte che, a priori, quello che vuole sia sbagliato.
Tu mi fai l'esempio dell'individualismo del drogato e dell'assassino, ma permetti che siano casi un po' estremi, oltretutto rappresentativi di comportamenti che la cultura religiosa ha sempre condannato. Per cui di logica la tua critica al "funziona per me", diventa ammissione di una certa validità del metodo religioso dell'indottrinamento, per carità antico quanto vuoi, ma riguardo alla condanna della droga e dell'omicidio magari ancora attuale.
Un saluto.

viator

Salve anthonyi. Sono un debole. Ma non ce la faccio a non replicare : "L'uomo ha sviluppato la capacità di produrre idee proprio perché gli serviva per risolvere problemi concreti e personali. Poi certo, la complessità dei sistemi culturali tende a far perdere questa relazione funzionale, ma essa è indiscutibile".

Quindi secondo te non sono i "problemi" (i bisogni naturali e poi via via tutto il resto dell'ambiente che ci circonda) che hanno stimolato la produzione delle "idee per risolverli", ma l'inverso.

Questo vorrebbe dire che prima sono comparse le idee, e solo dopo sono cominciati i problemi (mangiare, andar di corpo, venir predati da altri grossi mammiferi etc.) ?. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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