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Was ist Mitgefuhl

Aperto da Jacopus, 23 Dicembre 2020, 22:01:57 PM

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Jacopus

Oltre che della propria intelligenza, ognuno dovrebbe essere responsabile del proprio cuore, ma indifferentemente, a destra, a sinistra e al centro, quella voce viene derisa: è femmina, è debole, è ipocrita, è buonista.
Da Cartesio in poi il cogito ha espropriato le emozioni, perché con le emozioni non si costruiscono campi di sterminio e gulag. Difficile trasportare schiavi nel Nuovo Mondo se si lascia spazio alle emozioni.
Al posto del cuore e dei suoi tanti falsari farisei, abbiamo eretto cattedrali all'agire tecnico  orientato allo sfruttamento, dove "solo uno può vivere". La libertè e l'egalitè si fanno ancora guerra, ma hanno ucciso nella culla il loro terzo gemello, la "fraternitè". E così, come al tempo di Cicerone, una porta della storia si è fragorosamente chiusa, lasciandoci alla ricerca di un senso che cerchiamo nei "mechanoi" o all'estremo opposto, nello "ethos". Fra Antigone e Creonte, solo brevi sprazzi di fenomenologia dello spirito, subito repressi dall'elettrificazione, dal passo d'oca e dai free riders in groppa al toro di Wall Street.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Digressione, del tutto estemporanea, che non ti riguarda : sai che, nel mio candore (rozzamente) educativo, credo di aver finalmente capito la ragione per la quale nelle chat e nei forum (questo incluso)....a parte gli estremi del linguaggio sincopato, degli acronimi, dei xchè, del cmq, etc......non si usa salutare gli interlocutori nè aprendo nè chiudendo un intervento...... (qui in passato ci fu chi benevolmente me lo fece notare, ma allora non capii).......ma, soprattutto i nomi propri ed i "nick" sono tutti privi di maiuscola.....? Solo ora mi rendo conto che sempre più prende piede la tastiera dello smartphone, anche perchè la gente non ha tempo da perdere per scrivere a casa da seduta. Tutto ciò che è d'impaccio alla velocità di scrittura va quindi rimosso, poichè anche le riflessioni è meglio vengano comunicate "agilmente" senza perdere tempo con la grammatica o l'educazione. Perdona la mia divagazione.
Per quanto riguarda il tuo intervento-argomento invece......devo scusarmi ancora ! "Che s's'ha dda fà per ffà campà stò forum!". Perciò voglio tener fede alla mia vocazione cinico-materialistica nel replicarti attraverso i miei sottostanti commenti grassettati :


Citazione di: Jacopus il 23 Dicembre 2020, 22:01:57 PM
Oltre che della propria intelligenza, ognuno dovrebbe essere responsabile del proprio cuore (non sarei d'accordo, visto che al cuor non si comanda : cervello e cuore : a ciascun organo il proprio distinto ruolo, visto che di organi sdoppiati abbiamo solo reni e polmoni), ma indifferentemente, a destra, a sinistra e al centro, quella voce viene derisa: è femmina, è debole, è ipocrita, è buonista (non è detto : esistono anche i duri di cuore ed i sentimentalmente pervertiti).
Da Cartesio in poi il cogito ha espropriato le emozioni, perché con le emozioni non si costruiscono campi di sterminio e gulag. Difficile trasportare schiavi nel Nuovo Mondo se si lascia spazio alle emozioni (Hai ragione. Il fatto però è che le emozioni fan parte dell'irrazionale, cioè di una sfera delll'esistente di per sè è imprevedibile, ingestibile. Alcuni preferiscono l'imprevisto, altri no).
Al posto del cuore e dei suoi tanti falsari farisei, abbiamo eretto cattedrali all'agire tecnico  orientato allo sfruttamento, dove "solo uno può vivere". La libertè e l'egalitè si fanno ancora guerra, ma hanno ucciso nella culla il loro terzo gemello, la "fraternitè". E così, come al tempo di Cicerone, una porta della storia si è fragorosamente chiusa, lasciandoci alla ricerca di un senso che cerchiamo nei "mechanoi" o all'estremo opposto, nello "ethos" (il senso lo cercheremo sempre e non troveremo mai quello che ci soddisfi (solo l'immortalità soddisferebbe). Quindi il cercarlo da una parte piuttosto che dall'altra non farà alcuna differenza). Fra Antigone e Creonte, solo brevi sprazzi di fenomenologia dello spirito, subito repressi dall'elettrificazione, dal passo d'oca e dai free riders in groppa al toro di Wall Street (secondo me anche l'Italia dovrebbe adeguarsi agli attuali tempi di rapine finanziarie. Proporrei una (proporzionalemente più modesta) statua in latta di una grande vacca, da posizionarsi nel cuore della finanza nostra (che qualcuno, sbagliando, colloca in Vaticano, ignorando che lì si è all'estero), cioè a Milano in Piazza degli Affari, la quale Piazza per l'occasione andrebbe ribattezzata "Piazza degli Arraffi").
Scusami ancora e cordiali saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi


Ciao Jacopus, a quanto pare tu riproponi la dicotomia emozione-ragione, tacciando quest'ultima, oltre che di aver annichilito l'emozione, di aver prodotto i campi di sterminio.
Ora, se ben ricordo, questi campi sono nati da parte di due nazioni, la Germania e l'Italia, nelle quali ha avuto luogo una degenerazione dello spirito patriottico, che poi è diventata nazionalismo e infine fascismo/nazismo.
E cos'è lo spirito patriottico se non un sentimento un'emozione, a me qualche conto non torna nel tuo ragionamento.
Un saluto e Buon Natale

Ipazia

Anche a me risulta improponibile tale antinomia. L'emozione non comporta solo empatia, ma pure antipatia nei confronti dell'ignoto e del diverso. Non mi risulta che il secolo romantico sia stato meno sanguinario del secolo razionalista e tutti i grandi manipolatori del consenso, dai dittatori ai pubblicitari agli "umanitari", conoscono bene il metodo di bypassare lo sbarramento razionale per attivare le "ragioni del cuore". Che diventano "ragioni della pancia" quando non fanno comodo ai suddetti manipolatori.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Citazione di: anthonyi il 24 Dicembre 2020, 07:47:48 AM

Ciao Jacopus, a quanto pare tu riproponi la dicotomia emozione-ragione, tacciando quest'ultima, oltre che di aver annichilito l'emozione, di aver prodotto i campi di sterminio.
Ora, se ben ricordo, questi campi sono nati da parte di due nazioni, la Germania e l'Italia, nelle quali ha avuto luogo una degenerazione dello spirito patriottico, che poi è diventata nazionalismo e infine fascismo/nazismo.
E cos'è lo spirito patriottico se non un sentimento un'emozione, a me qualche conto non torna nel tuo ragionamento.
Un saluto e Buon Natale


Infatti è ciò che affermo anch'io nella mia prima replica. Comunque, per favore, lasciamo perdere i campi di sterminio italiani (campi di smistamento-internamento vennero istituiti solo dopo l'8 settembre per assecondare la sacrosanta incazzatura dell'alleato tedesco nei confronti di quelle fazioni d'Italia che avevano tradito). In Italia in quegli anni si mise in atto una farsa nella quale, senza la regia della Germania nazista, non si sarebbe in pratica fatto male quasi nessuno.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

#5
 Adatto che lo hai posto in filosofia l'argomento adducendo la modernità come imputato e sottolineo giustamente, il focus sarebbe nel periodo dei primi decenni del Novecento, quando ci fu la crisi della Bella Epoque e della scienza, nelle analisi di Husserl e del suo discepolo con cui ci furono contrasti, Heidegger.
Husserl in una sua opera sulla crisi delle scienze,  pensa che la crisi dell'uomo, in quanto produttore delle scienze e delle tecniche, sia da porre nella "dimenticanza" degli insegnamenti della tradizione greca. Heidegger, al contrario ,pensa che la colpa sia nella preistoria della filosofia metafisica, in quanto dominio e impossessamento di tecniche. Heidegger ritiene che questa uomo disumanizzato sia dato dalla contrapposizione fra Physis e Techne, fra natura e tecnica, in cui quest'ultima ha vinto disumanizzando. La sua intuizione nasce da Arisitotele che suddivide la Physis come capacità di potere apparire e riprodurre da sé, mentre la Tecnhe è l'artefatto umano che appare per volontà umana ,ma incapace di riprodursi da sé.
Filosoficamente quindi l'indagine andrebbe posta nelle analisi di Husserl prima ed Heidegger dopo, quanto meno come indizio. Per questo Heidegger fa "rinascere" filosoficamente il termine Essere come capacità di potenza fra i tanti enti di potersi pro-gettare. Adatto che la disamina è veramente "enorme" preferirei qui glissare.


Ciò che emerge è che le analitiche di quell'IO sono da una parte una soggettivazione, in quanto io che predica una conoscenza, e dall'altra una oggettivazione, in quanto quell'io viene sezionato come su un tavolo anatomico come "parti" perdendo la relazione fra uomo-vita-esistenza- significati-autenticità.
Noi siamo nel pieno del tempo della tecnica, come produzione, come artefatto, tanto che i ritmi non sono la physis, la natura, ma sono economici, finanziari, relazioni attraverso social, media, tecnologie. Tutto ciò ha assoggettato l'uomo ormai inconsapevolmente.
Quello che oggi chiamiamo "complessità" disarmante è il prodotto di volontà di possedere le conoscenze per creare altri artefatti, un "uso" della natura, passando per la tecnica per fine di potenza umana. Non ci siamo accorti, diciamo così, che questa frenesia ha alla fin fine posto lo stesso uomo che lo ha prodotta, schiavo e assoggettato, tanto da estraniarsi, alienarsi, diventare "altro da sé", così oggi ci è praticamente impossible uscirne.
L'uomo disumanizzato è il risultato dell'enfasi salvifica sulla tecnica e di una filosofia che voleva essere da supporto alle nascenti scienze di alcuni secoli fa.

Ipazia

Siamo nel tempo della tecnica fin dall'invenzione della ruota, della metallurgia e ceramica, dell'agricoltura. Basta con questa mitologia di una physis salvifica. Physis è omnium contra omnes. E' cannibalismo. Solo grazie a techne ci siamo salvati dall'estinzione. Che sia una lama affilata da entrambe le parti è scoprire l'acqua calda, ma visto che senza techne non possiamo vivere, l'unica cosa ragionevole è cavalcarla, lasciando alle loro infinite contraddizioni chi si limita a demonizzarla.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

Citazione di: Ipazia il 24 Dicembre 2020, 16:21:35 PM
Siamo nel tempo della tecnica fin dall'invenzione della ruota, della metallurgia e ceramica, dell'agricoltura. Basta con questa mitologia di una physis salvifica. Physis è omnium contra omnes. E' cannibalismo. Solo grazie a techne ci siamo salvati dall'estinzione. Che sia una lama affilata da entrambe le parti è scoprire l'acqua calda, ma visto che senza techne non possiamo vivere, l'unica cosa ragionevole è cavalcarla, lasciando alle loro infinite contraddizioni chi si limita a demonizzarla.


solita superficialità........e come mai dalla strutturazione filosofica, le altre civiltà pur avendo ruote, metallurgie e quant'altro hanno una relazione fra phisys, natura, e tecnica diversa, prima di essere globalizzati e conglomerati occidentali?

bobmax

Citazione di: Ipazia il 24 Dicembre 2020, 16:21:35 PM
Siamo nel tempo della tecnica fin dall'invenzione della ruota, della metallurgia e ceramica, dell'agricoltura. Basta con questa mitologia di una physis salvifica. Physis è omnium contra omnes. E' cannibalismo. Solo grazie a techne ci siamo salvati dall'estinzione. Che sia una lama affilata da entrambe le parti è scoprire l'acqua calda, ma visto che senza techne non possiamo vivere, l'unica cosa ragionevole è cavalcarla, lasciando alle loro infinite contraddizioni chi si limita a demonizzarla.

Ancora prima.

La tecnica è da sempre manifestazione della nostra razionalità.

Demonizzarla equivale a rigettare lo stesso pensiero determinato.

Pensiero razionale che deve invece essere utilizzato al meglio, anche attraverso i risultati tecnici che può raggiungere.

Cercando però di capire di cosa si tratta.
Ovvero che è uno strumento, indispensabile, ma solo uno strumento. Che ha dei limiti.

E allora scrutare il limite, per percepirne il mistero.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

Citazione di: paul11 il 24 Dicembre 2020, 17:12:18 PM
Citazione di: Ipazia il 24 Dicembre 2020, 16:21:35 PM
Siamo nel tempo della tecnica fin dall'invenzione della ruota, della metallurgia e ceramica, dell'agricoltura. Basta con questa mitologia di una physis salvifica. Physis è omnium contra omnes. E' cannibalismo. Solo grazie a techne ci siamo salvati dall'estinzione. Che sia una lama affilata da entrambe le parti è scoprire l'acqua calda, ma visto che senza techne non possiamo vivere, l'unica cosa ragionevole è cavalcarla, lasciando alle loro infinite contraddizioni chi si limita a demonizzarla.

solita superficialità........e come mai dalla strutturazione filosofica, le altre civiltà pur avendo ruote, metallurgie e quant'altro hanno una relazione fra phisys, natura, e tecnica diversa, prima di essere globalizzati e conglomerati occidentali?

Perchè techne è plurale e si offre a chiunque. Ha già risposto bobmax. Superficiale è pensare techne come un demoniaco monolite occidentale glissando sulla responsabilità di chi permette che ciò sia avvenuto e avvenga. Il problema e la soluzione stanno ad un livello diverso dalla tecnica. Ad un livello sociopolitico, et(olog)ico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve. Non capisco la relazione tra compassione e tecnologia.O meglio, credendo di capirla, trovo che non sia necessario spiegarla.

Si può benissimo rinunciare alla scienza ed alla tecnica in nome della compassionem se lo vogliamo e se ci riusciamo. La mancanza di tecnologie attuali riguarda ovviamente il passato.

In passato non esistevano tutte le perverse e snaturanti conseguenze attuali (e prevedibilmente future) del progresso. C'era più compassione? Più bontà? Più giustizia e condivisione? A me non sembra.

Esisteva una spiritualità (la cui pratica, in qualsiasi epoca, è sempre stata consentita dalla disponibilità di un minimo vitale di cibo) più diffusa della attuale? In apparenza (cioè a posteriori) sembra di sì. Bella forza ! un tempo sulla terra cìera un miliardo o due di persone il cui tempo di vita era assorbito SOLO dalla sopravvivenza (tanto) o dalla spiritualità (il poco rimanente).
Poi i miliardi diventarono 3,4,.......7,8 (forse si pensava più alla riproduzione che alla compassione spirituale per la tanta fame di chi veniva al mondo).............ed ora qui qualcuno si lamenta che scienza e tecnologia abbiano fatto in modo da rimediare (ancora per poco) ai problemi demografici creati da ere, culture, filosofie, religioni che hanno prodotto solo spiritualismi dalla pancia piena (avrei dovuto dire : dal grembo pieno, dato che i maschi sono stati sempre assai più "spirituali" delle femmine, le quali si limitavano a ruoli assai più carnali e prosaici).

A questo punto, per veder crescere nuovamente il tasso di compassionevolezza e spiritualità dell'umanità, basterebbe ingranare la marcia indietro (oppure lasciar fare al Covid?). Saluti.



Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: viator il 24 Dicembre 2020, 13:25:05 PM
Citazione di: anthonyi il 24 Dicembre 2020, 07:47:48 AM

Ciao Jacopus, a quanto pare tu riproponi la dicotomia emozione-ragione, tacciando quest'ultima, oltre che di aver annichilito l'emozione, di aver prodotto i campi di sterminio.
Ora, se ben ricordo, questi campi sono nati da parte di due nazioni, la Germania e l'Italia, nelle quali ha avuto luogo una degenerazione dello spirito patriottico, che poi è diventata nazionalismo e infine fascismo/nazismo.
E cos'è lo spirito patriottico se non un sentimento un'emozione, a me qualche conto non torna nel tuo ragionamento.
Un saluto e Buon Natale


Infatti è ciò che affermo anch'io nella mia prima replica. Comunque, per favore, lasciamo perdere i campi di sterminio italiani (campi di smistamento-internamento vennero istituiti solo dopo l'8 settembre per assecondare la sacrosanta incazzatura dell'alleato tedesco nei confronti di quelle fazioni d'Italia che avevano tradito). In Italia in quegli anni si mise in atto una farsa nella quale, senza la regia della Germania nazista, non si sarebbe in pratica fatto male quasi nessuno.
Nel mettere anche l'Italia con la Germania io mi riferivo ai campi di concentramento fatti dal regime fascista nelle guerre coloniali in Africa, che vengono prima degli assai più conosciuti campi nazisti, d'altronde è risaputo che Hitler imparò da Mussolini ...

viator

Salve Anthonyi. Ah, certo !! Per te "campo di concentramento" (anche uno stadio di calcio è un campo circondato da un concentramento di tifosi) e "campo di sterminio" sono sinonimi.

Io interesserei la Magistratura circa la supponibile esistenza - in tempi passati od attuali, in una infinità di collocazioni nazionali - di non identificati "campi" ugualmente sinonimi (di patate, di pomodori, di concentramento per comunitari caporalati etc. etc.). Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

paul11

#13
citaz. Bobmax
Ancora prima.La tecnica è da sempre manifestazione della nostra razionalità.Demonizzarla equivale a rigettare lo stesso pensiero determinato.Pensiero razionale che deve invece essere utilizzato al meglio, anche attraverso i risultati tecnici che può raggiungere.Cercando però di capire di cosa si tratta.Ovvero che è uno strumento, indispensabile, ma solo uno strumento. Che ha dei limiti.E allora scrutare il limite, per percepirne il mistero.

Il problema è il fine di una razionalità, lo scopo. La ragione razionale per cosa viene usata? Essere razionali non significa in sè che sia moralmente un bene.

Daccapo, cosa significa una "correttezza razionale"? Significa solo che linguisticamente le proposizioni sono corrette.
Cosa intendiamo per strumento? Un utensile, un comfort? La tecnica è quel pensiero fideistico secondo cui la salvezza è determinata dal progresso tecnico scientifico , con i suoi tempi, ritmi che scandiscono l'adattamento culturale a cui l'uomo DEVE sottomettersi .Sono i tempi economico finanziari, sono i tempi produttivi della fabbrica, sono i tempi politici, ecc.
Le relazioni affettive, le relazioni famigliari, le relazioni naturali, rischiano di essere un'anomalia al sistema tecnico.
E' impossible limitare il tempo e ritmo dell'innovazione e trasformazione, è l'uomo che deve orami adattarsi al sistema.
La tecnica è diventato destino.

Ipazia
La responsabilità di un sistema culturale tecnico che non è più a misura d'uomo, perchè è sfuggito il senso e l'uomo è smarrito, non permette che l'uomo lo limiti o gli ponga responsabilità. La tecnica è quella che si potrebbe definire "estrema complessità" che non permette nè al presidente USA o cinese o chicchessia di poterlo cambiare. La politica ragiona in termini "tecnici", sono indicatori, parametri, protocolli, processi, razionali che non permettono intralci umani perchè non c'è niente di umano; siamo numeri.

Viator
Non c' è troppo tempo per avere compassione, è rubato dallo scandire dei ritmi tecnici che stressano ciò che è ancora umana. Semmai bisogna dire che la tecnica ha sicuramente dispensato e profuso ,per la parte di mondo, occidentale, potenza, così da permettere anche un progresso in termini di ricchezza, anche se a scapito di altre parti di mondo.
Ha profuso l'idilliaca speranza di ricchi premi e cotillon che tutt'ora convince africani a perdere la propria vita pur di arrivarci all'eden tecnico. E' così potente nella pratica che l'uomo mondano non è ancora emancipato da poterlo quanto meno comprendere, perchè è impalpabile come cappa culturale, ma fragoroso nelle pratiche.
La natura umana non ritengo che sia mutata negli ultimi millenni. Il rapporto sociale, diciamo antico, era diretto e più chiaro anche nella crudeltà. Non sono le quantità numeriche che fanno la qualità della vita. La tecnica si nutre di numeri umani . Non sono possibili marce indietro e sarebbe comunque anacronistico

anthonyi

Citazione di: viator il 25 Dicembre 2020, 21:35:07 PM
Salve Anthonyi. Ah, certo !! Per te "campo di concentramento" (anche uno stadio di calcio è un campo circondato da un concentramento di tifosi) e "campo di sterminio" sono sinonimi.

Io interesserei la Magistratura circa la supponibile esistenza - in tempi passati od attuali, in una infinità di collocazioni nazionali - di non identificati "campi" ugualmente sinonimi (di patate, di pomodori, di concentramento per comunitari caporalati etc. etc.). Saluti.


Infatti io parlo di campi di concentramento, nei quali una parte importante degli ospiti è destinata a morire per la durezza delle condizioni. Anche i Nazisti, d'altronde, non hanno mai parlato di sterminio, ma di campi di lavoro. Poi siamo d'accordo sul fatto che i Nazisti sono stati più efficienti dei Fascisti, ma la differenza è quantitativa, non qualitativa.

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