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Was ist Aufklärung

Aperto da Jacopus, 12 Agosto 2019, 02:22:05 AM

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Jacopus

"L'illuminismo è l'uscita dell'uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l'incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro."

Questa frase di Kant riassume il pensiero occidentale, iniziato duemiladuecento anni prima con Socrate. Essa é anche l'espressione di un ceto che sta per stravolgere definitivamente il mondo, la borghesia. Ma é anche, in una storia culturale di lungo respiro, un tassello che congiunge Socrate a Gesù, Gesù a Lutero e Lutero a Decartes.
In questa storia culturale si struttura la domanda critica "perché", rivolta a tutti i problemi e principalmente a quelli etico-politici. Un perché che si costituisce contro la tradizione e contro tutto ciò che attraverso la tradizione, istituisce i ruoli di dominatore e dominato.
Ne viene esaltato il ruolo quasi eroico dell'individuo, che non solo può ma deve liberarsi dalle catene della opinio comunis.
Ecco quindi, nella sua forma più pura e sintetica la società moderna. L'individuo borghese, eroicamente dotato di intelletto, contro l'individuo nobile, dotato di strumenti di dominio, giustificati dalla tradizione.
Nell'ottocento, fintanto che il passaggio delle consegne avveniva, il gioco era piuttosto limpido e fu proprio questa limpidezza a portare borghesi e addirittura nobili a votarsi per la parte sempre più estremistica dell'emancipazione "dalla guida di un altro".
Ma una volta conquistato il potere, la borghesia si è trovata di fronte ad un duplice problema, scatenato dall'illuminismo. Illuminare tutti significava mettere in discussione gli stessi privilegi che lentamente i borghesi avevano acquisito dalla classe nobiliare e primo fra tutti il diritto ereditario. E nello stesso tempo, il diritto di tutti ad essere illuminati ha fatto credere che per diventarlo bastava volerlo, senza cioè una faticosa autodisciplina morale e culturale.
L'illuminismo si é quindi ridotto da movimento di massa, capace di modificare la rappresentazione del mondo a simulacro in parte ipocrita e in parte infantile e deresponsabilizzante.
A fronte di ciò le reazioni legittime di Shopenhauer e Nietzsche e di un grande pensatore italiano misconosciuto, Pareto. E poi in un ambito più realistico ma anche più truculento, la reazione dei totalitarismi.
La faticosa controffensiva del pensiero illuminista, alleato con la scienza e con la tecnica ci ha permesso ancora molti anni di benessere ma ora nuovi nuvoloni si vedono all'orizzonte e temo che se non recuperiamo il senso dell'illuminismo come azione coerente, disciplinata, eticamente alta, avranno la meglio i neotradizionalisti, i cinici, i qualunquisti, che sotto diverse spoglie cercheranno di dividersi come meglio potranno le forze materiali del mondo.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

leibnicht1

In solchen Augen sind verzauberten Seen

leibnicht1

Denket nach, bis ihr wollt, aber gehorcht
In solchen Augen sind verzauberten Seen

Eutidemo

Citazione di: leibnicht1 il 12 Agosto 2019, 03:49:31 AM
Denket nach, bis ihr wollt, aber gehorcht

Il cui "corollario" logico-giuridico, secondo me, è il famoso "Gesetz ist Gesetz" :)

anthonyi

Ciao Jacopus, quando si parla del rinnovamento culturale realizzato dall'Illuminismo si tende ad avere una visione monotomica dell'evoluzione sociale.
I comportamenti sociali possono essere riportati alla combinazione di due forze differenti, l'emozione e la ragione. Non vi è dubbio che l'illuminismo rappresentasse l'evoluzione massima della ragione umana a quel tempo, ma in quella società si muovevano altre forze che muovevano il popolo e che avevano un rapporto con questa.
La distinzione è evidente proprio studiando il principale effetto dell'Illuminismo, la Rivoluzione Francese, che ha nella rivolta del terzo stato la sua rivoluzione borghese e razionale, e nelle sommosse popolari quella emotiva.
Io non condivido l'idea che tu esprimi dicendo:
" Illuminare tutti significava mettere in discussione gli stessi privilegi che lentamente i borghesi avevano acquisito dalla classe nobiliare "
"L'illuminismo si é quindi ridotto da movimento di massa, capace di modificare la rappresentazione del mondo a simulacro in parte ipocrita e in parte infantile e deresponsabilizzante."
Innanzitutto l'illuminismo non è un movimento di massa, esso riguarda l'intellighenzia, la ragione che c'è nel sistema sociale, che ha certamente operato una costruzione simbolica che aveva elementi di concretezza nella tutela degli interessi economici. Chiunque fosse stato illuminato e reso edotto di tali interessi avrebbe razionalmente condiviso la tutela di quei diritti economici che sono alla base dello sviluppo economico, e non avrebbe condiviso quei privilegi nobiliari che invece mantenevano il sottosviluppo.
Per spiegare certe evoluzioni successive, come l'evoluzione del pensiero collettivista, e la reazione dei totalitarismi, non basta parlare di ragione, bisogna anche parlare di emozione e della sua interazione con le strategie che la ragione pone in essere per controllare l'emozione.
Un saluto

Ipazia

Non si può ridurre l'illuminismo storico alla contrapposizione di un paio di categorie: ragione-ignoranza o ragione-emozione. Vedere solo antinomie ovunque è un tipico vezzo filosofico datato.

Il successo dell'illuminismo dipese da innumerevoli fattori che risalgono per il sapere alla rivoluzione copernicana, per l'economia all'organizzazione economica dell'impresa capitalistica che spinse su posizioni rivoluzionarie la classe borghese che ne era protagonista, ma che non deteneva il potere politico. Tutto questo ha investito anche l'etica e il diritto mettendo in crisi le pretese di dominio di clero e aristocrazia. Ai principi (nel duplice significato diversamente apostrofato) della fede e del sangue subentrano i principi del denaro e dell'economia. Un'autentica rivoluzione antropologica che ha coinvolto tutte le classi subalterne, non solo la borghesia, in un processo di presa di coscienza dei propri diritti che ridurlo a questioni di pancia fa davvero venire il mal di pancia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Ciao Ipazia, io non metto in discussione che lo sviluppo del pensiero razionale nell'illuminismo abbia condizionato anche altre parti della società. Ciononostante quello sviluppo si confronta anche con "questioni di pancia" come tu le hai definite, che assai più facilmente condizionano un popolo mosso da meccanismi viscerali. La "presa di coscienza dei propri diritti" è qualcosa di razionale, anche perché segue la costruzione concettuale di questi diritti, ha sicuramente un effetto, ma comunque limitato rispetto al potenziale l'onda di messaggi emotivi e di personaggi che catturano il consenso e la fede delle persone. Certo poi vi sono caratteri differenti, gli Inglesi, ad esempio, possono essere annoverati tra i più razionali, non hanno mai conosciuto rivolte di popolo, eppure anche loro sono stati trascinati dall'impeto emotivo dell'Eurofobia.

Ipazia

Le rivoluzioni (francese, russa, cinese,...) per essere vincenti non possono permettersi di essere meno razionali della condotta di un esercito regolare. Esse richiedono molta più testa che pancia perchè si combatte contro un nemico che ha l'esercito dalla sua parte. Anche il meno acculturato proletario francese o russo aveva motivi razionalmente inoppugnabili per abbattere la monarchia francese e russa, per cui non era, e lo sapeva perfettamente con la sua testa, nient'altro che carne da sfruttamento e macello.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 12 Agosto 2019, 15:05:07 PM
Le rivoluzioni (francese, russa, cinese,...) per essere vincenti non possono permettersi di essere meno razionali della condotta di un esercito regolare. Esse richiedono molta più testa che pancia perchè si combatte contro un nemico che ha l'esercito dalla sua parte. Anche il meno acculturato proletario francese o russo aveva motivi razionalmente inoppugnabili per abbattere la monarchia francese e russa, per cui non era, e lo sapeva perfettamente con la sua testa, nient'altro che carne da sfruttamento e macello.

Che avessero dei motivi per abbattere la nobiltà e la monarchia non c'è dubbio, ma l'avversione non implica un disegno razionale. Un disegno razionale è un progetto alternativo, è la coscienza delle funzioni che nobiltà e monarchia svolgevano e della necessità che le stesse funzioni continuassero ad essere soddisfatte. La necessità della razionalità, nelle rivoluzioni, è insita nel bisogno di costruire un ordine successivo, per cui se per vittoria della rivoluzione intendi questo, allora hai ragione anche se nella rivoluzione francese l'ordine successivo è stato l'impero napoleonico.
La rivoluzione nel senso di semplice sconfitta del potere in realtà è caratterizzata da meccanismi differenti da quelli delle guerre tra eserciti. Inizia con la caduta del carisma dei potenti, soprattutto nell'esercito, che è comunque fatto di popolo. Un potente stimato dal suo esercito difficilmente subirà una rivoluzione.
Comunque non vi è dubbio che i capi della rivoluzione debbano avere testa, lo stesso non si può dire per chi vi partecipa, chi ragiona con la sua testa è spinto a realizzare un bene individuale, cioè salvare la propria vita, e non ad abnegare se stesso combattendo per un obiettivo collettivo come quello della rivoluzione.

paul11

Ci sono sempre delle condizioni che fanno maturare un pensiero che diverrà cultura dominante.
Sono Galileo e Newton le vere premesse della modernità come pensiero filosofico.
Altra cosa è la pratica della Rivoluzione francese. Anche qui vi furono condizioni , dissesto economico del re francese, menefreghismo della corte di Versailles, mentre i commercianti assumevano di fatto l'economia e un popolo affamato con un clero filo nobiliare.
Ma il vero "evento" reale per cui si può far muovere un popolo, grazie ripeto a condizioni del "non c'è più nulla da perdere", furono i principi universalistici , di pensare alla libertà, giustizia, eguaglianza come "spinta" emotiva.

La borghesia ha sostituito la nobiltà come classe di potere e sappiamo che la democrazia, pur vivendo per tutto l'Ottocento i sussulti di contro reazioni e passando da monarchie assolute a quelle costituzionali, ridefinirà le forme organizzative della borghesia e democrazia rappresentativa.
L'illusione sta nel fatto di far credere all'universalità del popolo che ognuno, anche lo strillone all'angolo ( come si farà in USA) può diventare un "buon borghese" e arrivare al comando.
Questa forma illusionistica è ancora presente nelle democrazie decadenti, cambiano "facce" per non cambiare mai niente della realtà. Il capitalismo ha avuto questo formidabile retroterra "democratico rappresentativo" di ingenua illusione da far accettare anche ai popoli sfruttati, perché se c'è borghesia ci deve essere un "quarto stato".La mobilità sociale fra classi, l'invidia e le gelosia, la competizione fra colleghi di lavoro, la sfiducia quindi umana, hanno "mandato a spasso" quei valori che anche nelle successive rivoluzioni (magari meno libertà, ma più eguaglianza e giustizia sociale) dell"Ottobre" e di Mao, per citarne due, hanno oggi demotivato i popoli a credere a quei valori.
La rivoluzione borghese e quelle comuniste hanno "fallito" proprio nel passaggio fra pensiero e azione

Oggi manca un "evento".
Alain Badiou, perspicace filosfo accomunò i principi universalistici cristiani del pensiero cattolico di San Paolo, all'evento di credere nella rsurrezione di Cristo, all'evento dei valori proclamati nella rivoluzione francese, all'evento della rivoluzione dell' Ottobre.
Ci deve essere sempre una condizione reale(debolezza economica, difficoltà di coloro che in quel momento hanno il potere,) e una condizione di "fede" universale che riunisca comunità tanto da porla persino come "ragion di vita".

Ipazia

Citazione di: anthonyi il 12 Agosto 2019, 18:07:16 PM
... Comunque non vi è dubbio che i capi della rivoluzione debbano avere testa, lo stesso non si può dire per chi vi partecipa, chi ragiona con la sua testa è spinto a realizzare un bene individuale, cioè salvare la propria vita, e non ad abnegare se stesso combattendo per un obiettivo collettivo come quello della rivoluzione.

Chi ragiona con la sua testa capisce che, entro certi ragionevoli limiti, no man si an island. Le rivoluzioni sono il luogo storico in cui le classi subalterne, anche a livello individuale, ragionano assai intorno al progetto rivoluzionario che le aggrega. Ragionano senz'altro di più che nelle paludi omologanti della conservazione di regime come quella che stiamo vivendo: nasci, produci, consuma, crepa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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viator

Salve Ipazia. Allo slogan "NASCI PRODUCI CONSUMA CREPA" purtroppo manca qualcosa per risultare capitalisticamente efficace e funzionale.

I suoi ideatori (amene figure sessantottin-goliardiche) dimenticarono l'aspetto principale che ha sempre consentito la perpetuazione della dinamica da esso evocata e proposta.

Aspetto che, guarda caso, ha sempre anche rappresentato sollazzavole responsabilità del proletariato.

Al capitalismo fa tanto comodo la questione demografica !. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 13 Agosto 2019, 17:48:24 PM
Citazione di: anthonyi il 12 Agosto 2019, 18:07:16 PM
... Comunque non vi è dubbio che i capi della rivoluzione debbano avere testa, lo stesso non si può dire per chi vi partecipa, chi ragiona con la sua testa è spinto a realizzare un bene individuale, cioè salvare la propria vita, e non ad abnegare se stesso combattendo per un obiettivo collettivo come quello della rivoluzione.

Chi ragiona con la sua testa capisce che, entro certi ragionevoli limiti, no man si an island. Le rivoluzioni sono il luogo storico in cui le classi subalterne, anche a livello individuale, ragionano assai intorno al progetto rivoluzionario che le aggrega. Ragionano senz'altro di più che nelle paludi omologanti della conservazione di regime come quella che stiamo vivendo: nasci, produci, consuma, crepa.

Ipazia, vedo che per te il problema della "Coscienza di classe", che lo stesso Marx affermava essere di difficile risoluzione, è già risolto. Comunque hai ragione nel notare la differenza, i comportamenti di coloro che credono in qualcosa di collettivo (Che sia uno stato, un partito, una fede) sono rappresentabili come dotati di un'intelligenza comune, anche se questo non vuol dire che di questa intelligenza i singoli siano coscienti.
Un saluto

Ipazia

Lo "spirito dei tempi", der Zeitgeist, prodotto da eventi storici imponenti come l'Illuminismo in effetti produce anche un inconscio collettivo, oltre che una selva di questioni coscienti. Ma confondere l'inconscio con la pancia è un insulto riduzionista alla psicologia umana. Che resta sempre quella di un animale sociale, oltreindividuale. Limitare le dinamiche umane all'individuo non permette di capire i fenomeni storici. L'individualismo è la forma più compiuta della filosofia della pancia. Perfettamente rappresentata dal motto celebre della Thatcher. Della pancia piena, per lo più. La cui variante storica più celebre è quella delle brioches.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
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anthonyi

Ipazia, originariamente io avevo contrapposto l'emozione alla ragione, la Pancia mi pare che l'hai introdotta proprio tu. Comunque la pancia, cioè la componente istintuale, in effetti sarebbe un terzo componente da addizionare.
Si tratta comunque di un componente che non può avere un ruolo nello spiegare quella "intelligenza comune" della quale parlavo, perché l'istinto muove soprattutto comportamenti individualistici.
Un saluto.

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