Vorreste che la (vostra?) vita fosse più semplice o più complicata ?

Aperto da viator, 27 Aprile 2022, 18:04:02 PM

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viator

Salve. Per "vita" e basta intendo l'intera "vita", cioè funzionamento complessivo del mondo così come "esiste" e "funziona".......per quanto a vostra "conoscenza".
(Il virgolettato è filosoficamente obbligatorio dati i milioni di significati diversi che vengono attribuiti ai "massimi concetti").

Per "vostra vita", intendo circoscrivere il quesito all'ambito personal-esistenziale di ciascun colui che vorrà intervenire.

Pregherei solo di dedicare le vostre repliche all'uno oppure all'altro dei due ambiti, precisando esattamente quello al quale intendete riferirvi all'interno del vostro intervento. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Alexander

Per quanto riguarda la "vita complessiva", diciamo così, la vorrei più semplice. Vorrei meno sofferenza, meno ingiustizia, che spesso non dipende solo dall'uomo, ma da com'è la vita stessa. Vorrei non aver sempre timore di qualcosa. Oggi la malattia, poi la guerra, la povertà economica, la paura per i figli, quella per le persone, che non sono tutte buone, anzi. La vita complessiva spinge al cinismo. Diventi cinico anche per proteggerti, per sopportare le avversità. Ti metti la corazza cinica e speri così di soffrire meno. E questa è anche, ancora, paura (del dolore). Mi piacerebbe che il lupo e l'agnello vivessero insieme pacificamente, ma ovviamente la vita non lo permette. Per questo provo disprezzo per la vita. Perché è in essenza profondamente ingiusta. Ingiusta nel senso dell'uomo, dell'osservatore cosciente; di colui cioè che conosce  e vede la sofferenza altrui e ne soffre, anche se non lo tocca .

Per la vita personale, di nuovo, la vorrei più semplice. Soprattutto la vorrei meno veloce. Vorrei riavere quel senso ampliato ed estasiato del tempo che vivevo da bambino, quando i pomeriggi non finivano mai e la vita riservava ogni giorno meraviglia. Ovviamente , anche questo, non è possibile e allora, come un sasso che rotola dal monte, e scendendo acquista sempre più velocità,  la mia vita brucia il suo tempo in modo sempre più veloce e ogni giorno, seppure diverso, mi sembra sempre uguale.

viator

Salve alexander. Citandoti : " Per questo provo disprezzo per la vita. Perché è in essenza profondamente ingiusta. Ingiusta nel senso dell'uomo, dell'osservatore cosciente;"


Quindi trovi che la vita (ed il Mondo, credo) andrebbe regolata da meccanismi diversi da quelli passati ed attuali, cioè da contenuti e comportamenti umanamente considerabili "più giusti" (cioè più adatti agli umani scopi e sensibilità) rispetto a quelli che vigono in natura al di là delle umane aspirazioni.

A me sembra che l'Uomo rappresenti una complicazione dei contenuti originari del Mondo e della vita e che la sua comparsa abbia provocato un aumento della complessità, della varietà dell'esistente.

Il fatto che l'uomo poi si ponga a trovar insoddisfacente ciò che l'ha generato....beh, questa secondo me rappresenta una complicazione di una complicazione = complicazione^2.

Quindi se tu trovi che la natura/vita vada "riformata" rispetto alla sua originaria semplicità (per noi spesso ingiusta e dolorosa, in conseguenza della sua imprevedibilità), significherebbe che propendi per una maggiore "umanizzazione" e cioè quindi controllo e complicazione del mondo che ci circonda.

Ciò implicherebbe una certa contraddizione con la tua proclamata iniziale preferenza per una auspicata semplificazione di esso.

A livello invece di sfera personale, ciascuno invece scelga se si sentirà maggiormente appagato da una vita da leone piuttosto che da pecora. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

atomista non pentito

Ciao , probabilmente hai volutamente evitato la terza opzione ( di mezzo) ossia "va bene cosi'"......... poiche' adirei a questa opzione (anche perché la ritengo l'unica possibile non avendo mai avute pulsioni suicide) evito di rispondere alla domanda.
Buon proseguimento.

Alexander

Buondì Viator

cit.Quindi trovi che la vita (ed il Mondo, credo) andrebbe regolata da meccanismi diversi da quelli passati ed attuali, cioè da contenuti e comportamenti umanamente considerabili "più giusti" (cioè più adatti agli umani scopi e sensibilità) rispetto a quelli che vigono in natura al di là delle umane aspirazioni.

Beh, sì! Il mio ideale è quello edenico: uomo e natura in perfetta simbiosi, passeggiare nudi senza sapere di esserlo, sentire la presenza di Dio "che cammina nel giardino dell'uomo".  Essere persona non frantumata, paranoica, come siamo dopo aver "mangiato dell'albero". Vogliamo e non vogliamo, desideriamo e non desideriamo, spesso allo stesso tempo. Tempo che non viviamo, ma che invece consumiamo. Quindi non evoluzione da questo stato ordinario, ma uno stato d'essere completamente diverso. Integro. E' un ideale ovviamente.

cit.A me sembra che l'Uomo rappresenti una complicazione dei contenuti originari del Mondo e della vita e che la sua comparsa abbia provocato un aumento della complessità, della varietà dell'esistente.

Sì, l'uomo è estremamente complesso e non fa che aumentare di continuo la complessità.Pensiamo solo a quante cose dobbiamo fare noi, nella vita di ogni giorno, rispetto a un uomo di 200 anni fa, per esempio. Un aumento continuo di complessità e di pesantezza esistenziale. In un giardino edenico non c'è tecnica.

cit.Quindi se tu trovi che la natura/vita vada "riformata" rispetto alla sua originaria semplicità (per noi spesso ingiusta e dolorosa, in conseguenza della sua imprevedibilità), significherebbe che propendi per una maggiore "umanizzazione" e cioè quindi controllo e complicazione del mondo che ci circonda. Ciò implicherebbe una certa contraddizione con la tua proclamata iniziale preferenza per una auspicata semplificazione di esso.

E' giusto. Se aspirassi a "riformarla" l'esito potrebbe essere proprio una ancor maggiore complicazione. Per me quindi una maggiore umanizzazione deve coincidere con una semplificazione (passare dal grattacielo alveare al giardino). Se fosse possibile questo. Se volessi , con un esempio, semplificare una tavolozza di colori continuamente mischiandoli, l'esito sarebbe di avere ancora maggiori tonalità ; se invece usassi dell'acquaragia laverei via tutto e rimarrei con la nuda tavolozza, apprezzando la bellezza del legno, che non vedevo prima perché coperto dall'enorme quantità di colore soprastante. Anche i colori sono belli., però vorrei magari poter vedere la tavolozza (se c'è). Molti invece sono attratti solo dai colori.


viator

Citazione di: atomista non pentito il 28 Aprile 2022, 14:24:48 PMCiao , probabilmente hai volutamente evitato la terza opzione ( di mezzo) ossia "va bene cosi'"......... poiche' adirei a questa opzione (anche perché la ritengo l'unica possibile non avendo mai avute pulsioni suicide) evito di rispondere alla domanda.
Buon proseguimento.
Salve atomista. La "terza opzione" anzitutto, se fossa stata proponibile, avrebbe intollerabilmente allungato il titolo del "topic".

Comunque essa non è una "terza opzione" in quanto le opzioni si manifestano allorquando esista la possibilità di sceglierle, non quando - come in questo caso - si identifichino con una situazione già attuale e soprattutto priva di possibilità DI SCELTA FACOLTATIVA perchè soggetta al dato di fatto connesso a "questo è l'unico mondo possibile".

Nella realtà non si può (neppure idealmente!) scegliere di accettare il mondo come è, ma solamente - appunto - accettarlo nel senso di doverlo comunque subire. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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