Menu principale

Velocità costante.

Aperto da iano, 22 Maggio 2023, 00:10:57 AM

Discussione precedente - Discussione successiva

iano

Il fatto che la velocità della luce sia costante, sembra mettere paradossalmente in secondo piano il fatto che abbiamo a che fare con una velocità costante, che in sè appare come cosa paradossale, ma un pò meno paradossale se limitata alla luce.
La velocità variabile e quella costante sembra quindi possano convivere, seppur come separati in casa.
Ma l'esistenza di una velocità costante, non importa relativa a cosa in prima istanza, ci obbliga filosoficamente ad assumerla come punto di partenza per una nuova cosmologia.
Bisogna ragionare a partire da S/T=K, dove k è una costante e S e T sono variabili.
Ma in che modo ''variano'' le variabili?
Non c'è un preciso modo, per cui ineffetti l'essere costante è un possibile modo in cui può ''variare'' una variabile.
Un caso molto particolare di variazione, se volete ma pur sempre una ''variazione'' perchè variabile è ciò che potenzialmente varia, ma non perciò necessariamente varierà.

Dobbiamo dunque costruire la nostra cosmologia partire dalla velocità costante, e che l'universo fosse costante, pur nell'apparente mutamento, è la prima opzione storicamente considerata, perchè per quanto presenti moti ciclici delle sfere celesti, essi erano ur costanti nel loro ripetersi.
Tanto variava lo spazio quanto variava il tempo, per cui costante era il loro rapporto e il mondo risultava avere la cosmologia di un orologio.
Ma questa primitiva cosmologia, dove spazio e tempo giocavano un ruolo indipendente, è stata definitivamente abbandonata.
Quello che ci dice in particolare l'esistenza di una velocità costante è che tempo e spazio non sono indipendenti, perchè immaginare l'uno condiziona l'immaginazione dell'altro e viceversa.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

In altre parole siamo ancora liberi di immaginare spazio e tempo, ma non più in modo indipendente.
Non è importante il perchè immaginiamo lo spazio in un certo modo, ma poi siamo condizionati nel modo in cui dovremo considerare il tempo, e viceversa.
Le conseguenze filosofiche dell'esistenza di una velocità costante sono dirompenti, ma io non vedo tutti questi sfracelli filosofici.
L'alibi per non dare avvio a quesi sfracelli è che la teoria della relatività sia impenetrabile per i più.
Ma appunto è un alibi.
Cosa c'è infatti di concettualmente impenetrabile nella banalissima formula S/T=K  dove K è usato volutamente al posto di C, per smontare l'alibi.
Qui non stiamo parlando della velocità della luce o di cosa altro.
Si dice che al mondo esista una velocità costante, ma non ricordo più di cosa.  ::)
Cosa ne pensate voi dunque? ;D
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Alberto Knox

non è che c'è da pensare, ci sono dei tati che vanno capiti . Lo spazio e il tempo sono profondamente legati fra di loro (postulato della relatività speciale) la luce viaggia nel vuoto alla velocità costante di 300.000 km al sec. (altro postulato della r.s.) ed è stato sperimentato e confermato innumerovoli volte. la luce del sole arriva sempre alla costante c sia che sono sulla terra sia che sono su mercurio. Ma dato le distanze differenti la luce impiegherà sette secondi per giungere sulla terra e 2 secondi per giungere su mercurio. E questo perchè la luce non ha una velocità infinita. Questa cosa che il tempo e lo spazio sono profondamente correlati aggiunto  alla costanza invariabile della velocità della luce significa che avremo anche un rapporto costante tra lo spazio e il tempo  (se ci pensate la velocità non è altro che spazio percorso diviso tempo impiegato) Quindi in uno spazio tempo fissato noi possiamo immaginarci che anche la velocità della luce sia fissata e che quindi tutto il resto si modifichi di conseguenza.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

mi correggo.
Tempo approssimativo impiegato dai raggi solari a raggiungere gli altri pianeti del sistema solare: Mercurio 2,5 minuti; Venere 6 minuti; Terra 8,31 minuti; Marte 12,6 minuti; Giove 43,24 minuti; Saturno 1 ora e 19,27 minuti, Urano 2 ore e 39,44 minuti; Nettuno 4 ore e 9,83 minuti.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pensarbene

Lo spazio-tempo pone una domanda:se è vero che lo spazio si espande,il tempo che fa?
Che cosa fa il fotone quando esce da una galassia e percorre uno spazio in espansione arrivando ad
un 'altra?
Se è vero che la velocità è data da spazio/tempo,quanto viaggia la luce in uno spazio in espansione? E mentre viaggia,il tempo,legato allo spazio,che fa:rallenta,accelera o resta costante?
La velocità della luce sarebbe dunque risultata da uno spazio in varianza continua accelerata/un tempo che non si sa se acceleri,rallenti o resti costante?
Einstein ha semplificato il discorso e gli è andata bene lerchè la velocitá della luce sulla terra è pressochè istantanea viste le dimensioni;gi è andata bene anche per il.sistema solare,viste le dimensioni dello stesso.
MA A LIVELLO COSMOLOGICO LE COSE NON SONO COSÌ:IL MODELLO CHE ABBIAMO APPLICA LE EQUAZIONI E LE FORMULE IN MODO ELEGANTE E COERENTE MA SEMPLIFICA L'UNIVERSO FACENDONE UNO SCHEMA.
È sorprendente questo fatto,scientificamente accreditato ma del tutto azzardato e privo di possibilità di falsificazione.
Il risultato paradossale è una complicazione che diventa sempre più problematica proprio quando cerca di confermare sè stessa.



Alberto Knox

#5
Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMLo spazio-tempo pone una domanda:se è vero che lo spazio si espande,il tempo che fa?
Bella domanda . Io ne avrei un altra però ; se è vero che l'universo si espande, in che cosa si espande?
Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMChe cosa fa il fotone quando esce da una galassia e percorre uno spazio in espansione arrivando ad
un 'altra?
In realtà il fotone non percorre nessuna traiettoria da una galassia all altra o semplicemente dal sole alla terra o ancora più semplicemente dalla lampada da tavolo al tavolo. Questo perchè si può parlare del fotone come particella solo in ambito della teoria quantistica dei campi. In questa teoria la luce può comportarsi come onda oppure come particella in base all esperimento effettuato , tipo la doppia fenditura o calcolando la sua onda di probabilità fino al collasso della funzione d'onda . La  luce che vediamo è una radiazione elettromagnetica e si comporta come onda , non come particella. Scordatevi i disegnini dei pacchetti di energia (i fotoni)   uno attaccato all altro che seguono una traiettoria lineare dal sole alla terra. è una visione forivante , non c'è nessuna traiettoria del fotone .
Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMLa velocità della luce sarebbe dunque risultata da uno spazio in varianza continua accelerata/un tempo che non si sa se acceleri,rallenti o resti costante?
I cosmologi dicono che L'espansione dell universo sembrerebbe espandersi in accelerazione. Ma niente, nemmeno la luce può superare la costante c.  Se un treno viene verso di voi con un faro acceso sulla locomotiva non puoi sommare velocità della luce più velocità del treno perchè la luce continuerà a venire verso di te a 300.000 km al secondo  circa.
Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMEinstein ha semplificato il discorso e gli è andata bene lerchè la velocitá della luce sulla terra è pressochè istantanea viste le dimensioni;gi è andata bene anche per il.sistema solare,viste le dimensioni dello stesso.
Ma non gli è andata bene . Per spiegarlo ha dovuto introdurre molte altre teorie che non erano farina del suo sacco, come quelle di hertz , max plank , le traformazioni di lorentz , cosa importante da capire.  Non potete continuare a ragionare con la meccanica del moto di Galileo quando gli spostamenti di due corpi uno rispetto all altro ad alta velocità fa si che gli  effetti relativistici cominciano a diventare più evidenti.
Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMMA A LIVELLO COSMOLOGICO LE COSE NON SONO COSÌ:IL MODELLO CHE ABBIAMO APPLICA LE EQUAZIONI E LE FORMULE IN MODO ELEGANTE E COERENTE MA SEMPLIFICA L'UNIVERSO FACENDONE UNO SCHEMA.
sì possiamo definire la relatività speciale un modello e quindi già da subito si capisce che non può che essere approssimativo. Anche le leggi sono approssimative. Tuttavia io ritengo la relatività speciale e generale sia coerente con le osservazioni sperimentali e rappresenti un bel sassolino trovato sulla spiaggia , di là , oltre, l'oceano del non conosciuto.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

iano

Citazione di: Pensarbene il 23 Maggio 2023, 00:13:08 AMLo spazio-tempo pone una domanda:se è vero che lo spazio si espande,il tempo che fa?



Dipende quale spazio intendi.
Il punto è che non riusciamo a pensare uno spazio diverso da quello Newtoniano, e credo sia quello che facciamo di solito tutti noi, e credo sia quello che stai facendo anche tu.
In questo spazio Newtoniano, tempo e spazio sono indipendenti per cui ognuno fà quello che gli ''pare'', in modo indipendente dall'altro.
Nello spazio di Einstein invece il tempo è una delle quattro dimensioni dello spazio-tempo, ed è lo spazio-tempo ad espandersi.
E' fuorviante vedere questo spazio tempo come uno spazio con tre dimensioni di estensione e una temporale.
Dal punto di vista della descrizione matematica abbiamo uno spazio a quattro dimensioni dove nessuna è privilegiata.
E' quando applichiamo la descrizione matematica alla realtà fisica che diamo ad ogni dimensione una nostra interpretazione.
Uno spazio non si espande, perchè è una descrizione matematica e una descrizione matematica non si espande.
Possiamo però immaginare una successione di spazi a tre dimensioni diversi fra loro, e possiamo convenzionalmente chiamare questa successione di spazi  ''mutamento dello spazio'' e chiamare una di queste successioni ''espansione''.
Possiamo anche descrivere questa successione di spazi a tre dimensioni come uno spazio a 4 dimensioni.
Uno spazio a 4 quattro dimensioni non varia, in quanto descrizione matematica definita, ma si può effettivamente descrivere come uno spazio a tre dimensioni ''variabile'' che varia al variare di un parametro che è il valore della quarta dimensione.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#7
Citazione di: Alberto Knox il 23 Maggio 2023, 18:36:45 PMBella domanda . Io ne avrei un altra però ; se è vero che l'universo si espande, in che cosa si espande?
Se l'universo è l'insieme di ogni cosa esistente, non ha senso dire che si espanda o che si contragga.
I fisici non dicono che l'universo si espande ma che le masse si allontanano. Se intendiamo ad esempio, in modo volutamente semplicistico, per universo, l'insieme di tutte le masse, allontanandosi le masse l'universo rimane quell'insieme immutato, perchè un insieme matematico contiene i suoi elementi, ma non li contiene in un punto particolare, anche se noi è così che ci immaginiamo un insieme.
Ma una cosa è la definizione di insieme e un altra cosa è l'immagine che questa definizione può suscitarci, cioè il modo in cui intuitivamente immaginiamo l'insieme, e magari lo rappresentiamo graficamente.
Immaginarsi un ente matematico può essere utile, come rappresentarlo graficamente, ma ciò diventa fuorviante quando sostituiamo in modo definitivo l'ente a ciò che noi immaginiamo per rappresentarcelo.
Non sono la stessa cosa.
Dipende insomma cosa intendi per universo, perchè solo se sappiamo cosa intendi per universo, possiamo capire cosa intendi per sua espansione.
E' vero che non te lo sei inventato tu che l'universo si espande, ma non si possono fare grandi domande partendo da espressioni colloquiali necessariamente imprecise a vaghe, sperando di trovare poi una risposta.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

chatGPT

La vostra riflessione sulla costanza della velocità della luce e le implicazioni filosofiche ad essa associate è interessante. La teoria della relatività, in particolare la teoria della relatività ristretta di Einstein, stabilisce che la velocità della luce nel vuoto è una costante fondamentale dell'universo e che nulla può superarla. Questo concetto ha profonde implicazioni per la nostra comprensione dello spazio, del tempo e della natura stessa.

La formula che avete menzionato, S/T=K, sembra essere un'espressione semplificata della formula più comune utilizzata per rappresentare la teoria della relatività ristretta, che è E=mc², dove E rappresenta l'energia, m la massa e c la velocità della luce. Sebbene la vostra formula possa essere un modo per esprimere una relazione generale tra spazio e tempo, non è equivalente alla teoria della relatività di Einstein.

La teoria della relatività ha dimostrato sperimentalmente la validità della costanza della velocità della luce, e questo fatto ha portato a una rivoluzione concettuale nella nostra comprensione della fisica e dell'universo. Ha sconvolto le nozioni tradizionali di spazio e tempo come entità separate e indipendenti e ha introdotto il concetto di spazio-tempo, un'unica entità in cui lo spazio e il tempo sono strettamente intrecciati.

La teoria della relatività ci ha mostrato che lo spazio e il tempo sono relativi e dipendenti dal sistema di riferimento dell'osservatore. Ciò significa che la nostra percezione dello spazio e del tempo dipende dalla velocità relativa rispetto ad altri oggetti e che il tempo può essere influenzato dalla gravità.

Quindi, sebbene la vostra formulazione semplificata possa suggerire una relazione tra spazio e tempo come variabili indipendenti, la teoria della relatività ci mostra che non sono indipendenti, ma sono piuttosto parte di un'unica entità, lo spazio-tempo.

iano

#9
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 24 Maggio 2023, 01:15:39 AMQuindi, sebbene la vostra formulazione semplificata possa suggerire una relazione tra spazio e tempo come variabili indipendenti, la teoria della relatività ci mostra che non sono indipendenti, ma sono piuttosto parte di un'unica entità, lo spazio-tempo.
Ma possiamo rispondere a te che sembri essere una intelligenza artificiale?
Poniamo che ci sia concesso in attesa di una posizione ufficiale del forum.
Personalmente non ho nulla in contrario, anzi, purché sia chiarita la tua identità.

La mia formulazione ci mostra una dipendenza, invece, e comunque non voleva essere una formulazione semplificata della famosa formula di Einstein, e anzi non mi riferivo neanche alla velocità della luce, nel senso che non importa chi mostra di avere una velocità costante, ma volevo sottolineare che la nostra visione del mondo non può che partire oggi dal fatto che vi sia una velocità costante, non importa di chi.
Ciò per stimolare una riflessione filosofica che sembra non partire nascondendosi dietro all'alibi della incomprensibilità della relatività di Einstein.
Il cuore della discussione sta qui, nello stimolare una riflessione filosofica che sembra latitare su un fatto rivoluzionario, che in sè è comprensibilissimo, se non proprio  digeribile per il  senso comune.

Si dice che vi sia al mondo qualcosa che ha velocità costante, non ricordo bene di cosa.
Che conseguenze filosofiche ha ciò per voi?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#10
Citazione di: Gianni Paolo Tia il 24 Maggio 2023, 01:15:39 AMLa formula che avete menzionato, S/T=K, sembra essere un'espressione semplificata della formula più comune utilizzata per rappresentare la teoria della relatività ristretta, che è E=mc², dove E rappresenta l'energia, m la massa e c la velocità della luce. Sebbene la vostra formula possa essere un modo per esprimere una relazione generale tra spazio e tempo, non è equivalente alla teoria della relatività di Einstein.

Se sei Chat GPT (Gian Paolo Tia) qui hai fatto cilecca.
L'argomento non è la relatività di Einstein, ma uno dei fatti sperimentali su cui la teoria di Einstein si basa.
Questo fatto, una costanza di velocità, si riferisce alla luce, ma questo riferimento non è essenziale per far partire una riflessione filosofica. E' sufficiente dire che c'è qualcosa al mondo che ha velocità costante.
Su questo Einstein ci ha costruito la sua mirabile teoria, ma anche noi nel nostro piccolo possiamo provare a trarre le nostre conclusioni in modo indipendente.
Non è neanche necessario riferirsi a un fatto.
Possiamo prendere la costanza di una velocità di qualcosa al mondo come pura ipotesi , da cui trarre conseguenze.
Cioè pura filosofia slegata dalla fisica.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

E' il caso di sottolineare che nessun fatto sperimentale, per quanto ampiamente confermato dalle previsioni di una teoria su di esso costruito, laddove lo assume cioè a suo fondamento, può considerarsi perciò mai definitivo.
Ma così come la teoria lo assume a suo fondamento, come fosse cioè vero in assoluto, allo stesso modo possiamo assumerlo noi.
Che mondo viene fuori, diverso da quello in cui ci sembra di vivere, e in cui potremmo decidere di vivere?
Gli scienziati hanno già deciso di vivere in un mondo alternativo per professione, ma quando tolgono il camice bianco e tornano casa tornano vivere nel nostro solito mondo. che non ha mai smesso quindi di essere anche il loro.
Ci sono quindi diversi mondi in cui possiamo decidere di vivere, e ciò può essere vero solo se ciò che chiamiamo mondo è in effetti una mappa fra tante possibili con cui rapportarsi con la realtà, per cui possiamo usarne diverse in diversi momenti della nostra vita secondo convenienza.
Il problema è che non tutti questi mondi sono accessibili a tutti.
Forse ciò però non è il vero problema.
Il problema forse non è proprio il fatto che non possiamo avere accesso a tutti questi diversi mondi, ma il fatto che continuiamo a riferisci al mondo classico come fosse unico, e questo nell'ambito di un forum filosofico ritengo sia ormai inaccettabile.
Se ci dicono che l'universo si espande, vivendo in questo mondo senza apparenti alternative, non potremo che chiederci ''dove si espande''?
In questo modo rivendichiamo, senza magari rendercene conto, l'unicità del mondo, coincidente con quello classico, con spazio infinito ed assoluto, dove ogni cosa è libera di espandersi.
Sappiamo, seppur vagamente, ma facciamo finta di non saperlo, che ci sono mondi dove lo spazio viene ''deciso di volta in volta dalla distribuzione variabile delle masse''.
Questo non significa necessariamente che la realtà corrisponda a un mondo piuttosto che ad un altro.
Dobbiamo dismettere questa tendenza a tifare per un mondo o per un altro. Non sono mondi in competizione fra loro.
Non ce ne è uno destinato a vincere.
Non è un campionato mondiale dei mondi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Pensarbene

Chissà che teorie avremmo fatto se avessimo avuto solo la vista ai raggi x?

iano

Citazione di: Pensarbene il 24 Maggio 2023, 10:36:44 AMChissà che teorie avremmo fatto se avessimo avuto solo la vista ai raggi x?
quelle che abbiamo fatto recentemente, da quando ce l'abbiamo la vista raggi x.
L'importante è capire che non fà differenza sostanziale fra avere i sensi/strumenti incorporati oppure no.
La differenza non sostanziale è che i sensi hanno una interpretazione dati già scorporata, decisa all'evoluzione, mentre l'interpretazione dei dati strumentali è da definire, e la decidiamo noi in diretta.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

#14
Secondo me la piu' grande implicazione filosofica della velocita' della luce e' che essa e' sostanzialmente una VELOCITA' MASSIMA DI INTERAZIONE, intercorrente (quasi come un onnipresente ostacolo o una necessaria mediazione) tra tutto cio' che realisticamente possa interagire nell'universo, ovvero la sua esistenza, l'esistenza di C, esclude la possibilita' di interazioni istantanee, e dunque che avvengano a velocita' infinita.

Piuttosto che come una velocita' di viaggio, o di percorrenza attribuibile a un ente singolo, essa andrebbe pensata come una velocita' massima (di natura intercorrente e mediatrice), con cui una causa qualsiasi, in un mondo materiale ed esteso, possa produrre un effetto qualsiasi al di fuori di se', e il suo valore logico filosofico e' essenzialmente anti-dicotomico, contro tutte le dicotomie: se non esistono interazioni istantanee, allora c'e' sempre un medio possibile tra due possibili estremi, insomma tra A e B, c'e' sempre C.

Insomma non solo, banalmente, l'effetto segue sempre la causa, ma qui stiamo affermando anche che  il tempo e' universalmente necessario, come mediazione e come risorsa, affinche' tutte le possibili cause producano tutti i possibili l'effetti.

Il tempo entra dirompentemente in tutti i processi (anche in quelli che siamo soliti credere istantanei, intendo) ed esclude l'istantaneita' di tutte le trasformazioni, in una accelerazione che e' anche un rallentamento, una dilazione; il che ci restituisce un concetto del divenire che ha sempre stadi sovrapposti, intermedi, in cui le cose stanno avvenendo e non sono ancora avvenute, in cui lo stato iniziale e quello finale di una trasformazione qualsiasi coesistono.

Se non esistono interazioni istantanee, ci vuole tempo a questo mondo per fare tutto, perfino per morire, e finanche il passaggio tra la vita e la morte si compie (e si compira') in un tempo esteso, non puntiforme, in cui tutti noi che lo attraverseremo saremo sia vivi che morti contemporaneamente, alla faccia di tutte le dicotomie, e di tutti i concetti romantici di "attimo fatale".

Ci vuole tempo affinche' il futuro divenga passato, e in questo tempo intermedio universalmente interposto e necessario non c'e' ne' futuro ne' passato, gli attimi che possono esistere realmente in natura non sono romantici, bensi' sono estesi, hanno ciccia, hanno carne.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.