Una verità è assoluta quando è ...umile!

Aperto da Carlo Pierini, 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM

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Sariputra

@ A.Cannata scrive:
 Ogni innegabilità è relativa a chi la sostiene.

Oddio! Angelo...se io sostengo che "un cane non è un gatto" affermo qualcosa che "dovrebbe" essere innegabile anche per un altro ( a meno che non si giunga a dubitare e affermare che "un cane è anche un gatto", in questo caso forse una visitina dal medico sarebbe consigliata... ;D ) . Quindi colui che enuncia  la verità che "un cane non è un gatto" afferma qualcosa di condiviso e non relativo al soggetto che la esprime. Credo che Carlo Pirini intenda "verità" in questo senso e non come imposizione metafisica di cose indimostrabili. Se ho ben compreso ovviamente, perché in questo periodo mi sento un pò "tardo a capire" :-[...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Angelo Cannata

#31
Citazione di: Sariputra il 20 Settembre 2017, 11:46:27 AMse io sostengo che "un cane non è un gatto" affermo qualcosa che "dovrebbe" essere innegabile anche per un altro ( a meno che non si giunga a dubitare e affermare che "un cane è anche un gatto", in questo caso forse una visitina dal medico sarebbe consigliata... ;D ) . Quindi colui che enuncia  la verità che "un cane non è un gatto" afferma qualcosa di condiviso e non relativo al soggetto che la esprime. Credo che Carlo Pirini intenda "verità" in questo senso e non come imposizione metafisica di cose indimostrabili. Se ho ben compreso ovviamente, perché in questo periodo mi sento un pò "tardo a capire"
Il problema di fondo sta sempre nel fatto che si dimentica, si trascura il soggetto, cioè colui che pensa, colui che parla, e si tratta l'oggetto, cioè la verità, o anche la realtà, come qualcosa che sia possibile pensare senza alcun condizionamento proveniente dal soggetto.

Hai scritto "dovrebbe": questo "dovrebbe" è sempre in relazione a qualche soggetto: dovrebbe per me, dovrebbe per te: non risulta umanamente possibile pensare alcun tipo di "dovrebbe" che non dipenda, appena viene pensato, dal cervello di qualcuno. In altre parole, non risulta umanamente possibile pensare senza usare il cervello. Questa dovrebbe essere un'affermazione ridicola per il suo essere estremamente elementare, eppure viene a risultare sistematicamente trascurata, dimenticata. Quindi il "dovrebbe" che hai espresso indica già relatività, cioè relazione con qualcuno, con qualche soggetto.

Riguardo alle visitine dal medico, chi è che stabilisce chi dev'essere visitato? Chi stabilisce chi sono i pazzi e chi sono quelli che ragionano? Ventilare visite dal medico non è altro che una minaccia, un'intimidazione contro chi la pensa diversamente da noi. Ciò non significa che i medici non dovrebbero esistere, ma guarda caso essi sono spesso più umili e modesti di chi avanza la presunzione di stabilire chi vada mandato da loro.

Poi hai usato la parola "condiviso": questa parola significa semplicemente che i soggetti, invece di ridursi a uno solo, sono più di uno; ma sono sempre soggetti. Un tempo, che la terra fosse piatta, era una verità condivisa: cioè relativa a quei soggetti. Era condivisa, ma le successive scoperte hanno mostrato che tale condivisione era molto molto relativa, molto molto soggettiva. In questo senso, quando scrivi "condiviso" è come se scrivessi "relativo": relativo a un certo numero di persone.

Vorrei aggiungere che ciò che dico non sono affermazioni assolutiste pronunciate da un relativista: sarebbe la classica contraddizione del relativista che dice "Tutto è relativo" e con ciò cade nella pretesa di affermare una verità. Il relativista è anche uno che prima di essere tale è stato un metafisico, uno che crede nelle verità assolute. Il problema è che proprio questa posizione l'ha portato a conclusioni contraddittorie. In altre parole, il metafisico è uno che trascura il soggetto, il relativista è un metafisico che ha avuto cura di non trascurare il soggetto e si è imbattuto immediatamente nelle contraddizioni che ne conseguono.

Vorrei provare ad esprimere ciò in termini ancora più elementari.

Il relativista è in partenza un metafisico, uno che, come tanti altri, crede nelle verità assolute, nelle certezze indubitabili. Vediamo cosa succede.

Vogliamo credere che l'esistenza del pianeta terra è un fatto oggettivo, sicuro? Ottimo, bene, crediamoci: il pianeta terra esiste. Bene.

Vogliamo ritenere che oltre al pianeta terra esiste anche il dire la verità, quindi il dire che la terra esiste? Bene, affermiamolo con tranquillità: chi dice che la terra esiste dice una verità.

Vogliamo dirlo che anche noi esistiamo, siamo degli esseri di carne e ossa che vivono su questo pianeta? Bene, anche questo affermiamolo come verità o come fatto certo, tranquillo, inconfutabile.

A questo punto nasce nella mente di qualcuno un barlume: ma, se la terra esiste, se la verità esiste, se noi esistiamo, tutte queste cose che stiamo dicendo non provengono forse da noi che esistiamo? Anche questa viene a risultare una verità inconfutabile. Ma se tutto questo discorso è inevitabilmente, inconfutabilmente dipendente dalle menti di noi che stiamo pensando e parlando, come facciamo a stabilire che tutto ciò è inconfutabile? Inconfutabile per noi! Chiediamo ad altri? Ma questi altri non avranno esattamente lo stesso nostro problema? A chi chiedere se questo mondo esiste davvero oppure è una nostra illusione?

Ecco le contraddizioni a cui perviene il metafisico, il credente nella verità, nel momento in cui non chiude il discorso, ma lo porta avanti fino a prendere atto che tutto ciò che sta pensando è inevitabilmente invischiato nella dipendenza dal proprio cervello. Ma allora anche quest'idea stessa che tutto è dipendente dal nostro cervello è da considerare come inattendibile, visto che anch'essa a sua volta dipende dal nostro cervello? Certo, il problema è che questo non ci fa guadagnare nessuna fiducia nella possibilità che qualcosa sia attendibile.

È come uno che usi un bulldozer perché vuole distruggere tutto. Distrugge case, palazzi, castelli, e alla fine, per coerenza, deve distruggere anche il bulldozer. Ma la distruzione del bulldozer non fa tornare le case in piedi. Se vogliamo ipotizzare che qualche casa possa essere rimasta in piedi, siamo di nuovo all'inizio del discorso, a chiederci chi ci dirà che è davvero in piedi.

A questo punto c'è chi si appella al pratico, come colui che di fronte alla messa in dubbio del divenire, del moto, si mise semplicemente a camminare. Il problema è che un gesto del genere non è altro che una manifestazione di potere: se io ho il potere di camminare, allora ho il potere di dire che il moto esiste. Ma in filosofia non si può dare ragione a chi ha più potere, perché in questo modo torniamo al problema dei pazzi: i più prepotenti stabiliscono chi sono i pazzi, allo stesso modo in cui i libri di storia vengono scritti da chi ha vinto le guerre.

sgiombo sostiene che un giudizio analitico a priori sia indubitabile. Ma, oltre a quanto ho già obiettato, qui diventa naturale riproporre il problema del metafisico che, se va avanti con coerenza nei suoi ragionamenti, non potrà fare a meno di scontrarsi, prima o poi, con la dipendenza dal soggetto. Cioè: può esistere un giudizio analitico a priori non pensato da cervello umano? Se io dico che una rosa è una rosa, questa sembra un'affermazione inconfutabile. Ma è inconfutabile semplicemente perché non procediamo col ragionamento, con le deduzioni. Tutto è inconfutabile se i ragionamenti vengono fermati. È come dire che ho vinto una partita di calcio, ma in realtà l'ho vinta perché la partita è stata sospesa dopo il primo goal che ho segnato io.  Il primo goal è dire che una rosa è una rosa. Vogliamo sospendere qui la partita e così vantarci di averla vinta? Se non la sospendiamo, aggiungeremo che ci è stato possibile affermare che una rosa è una rosa solo perché abbiamo usato il cervello, e così siamo al problema del soggetto. Si osservi che questo non è un discorso relativista, ma un discorso di metafisica, certezza, inconfutabilità, con la differenza che però non è stato sospeso a metà partita.

Apeiron

@Angelo Cannata: quello che stai descrivendo è molto simile al fallibilismo.
Il relativismo nega l'esistenza di una prospettiva che "include" tutte le prospettive, cosa che mi sembra impossibile. Il relativismo non può essere dimostrato. Ma un fallibilista è ben coscio dell'importanza del soggetto  ;)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Carlo Pierini

#33
Citazione di: Angelo Cannata il 20 Settembre 2017, 02:47:35 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 01:53:48 AMSe dico: <<mia madre ha gli occhi azzurri>> enuncio una semplice e schietta verità: una verità innegabile e quindi assoluta.
Tu stesso hai scritto "enuncio": se c'è qualcuno che la enuncia, allora è relativa a questo qualcuno, non è assoluta. Ogni innegabilità è relativa a chi la sostiene. Chi sostiene che è innegabile? Tu? Allora è un'innegabilità relativa a te, non è innegabilità assoluta. Il problema è sempre lo stesso: far finta che il soggetto non esista e che la verità esista da sola, senza nessuno che la pensa.


Siete fatti proprio con lo stampino voi relativisti! Anche tu, infatti, stai giocando con la doppia accezione di "relativo", con-fondendo l'accezione di "riferito a-" con quella di "negabile", "dubitabile", "aleatorio".  Questa, al mio paese, si chiama "manipolazione del linguaggio per scopi ideologici", detta anche volgarmente "truffa verbale".

Se una verità assoluta è la concordanza innegabile tra ciò che si dice e i fatti a cui si riferisce il nostro dire, questo significa che ogni possibile affermazione ha senso solo se si riferisce a qualcosa, cioè, se è relativa a qualcosa, altrimenti sarebbe un suono fine a sé stesso, un significante privo di significato. Ma ciò non ha niente a che vedere con l'accezione di "relatività" sostenuta da quella "filosofia" delirante, autocontraddittoria e truffaldina chiamata "relativismo".

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 01:53:48 AMChi vi ha messo in testa...
...
fantasie di onniscienza...
... siete abituati a mentire...

Non si capisce perché tu senta il bisogno di squalificare chi ti contraddice con valutazioni che esulano dal merito della discussione. Se non riesci a sopportare l'essere contraddetto, se non ce la fai a non diventare nervoso con chi ti mostra argomentazioni opposte,

CARLO
Perché sono umano e perdo la pazienza quando devo faticare tanto per far capire in un forum di filosofia cose che il mio nipotino di 7 anni capisce al volo senza bisogno di tante chiacchiere.

Carlo Pierini

Citazione di: Sariputra il 20 Settembre 2017, 11:46:27 AM
@ A.Cannata scrive:
Ogni innegabilità è relativa a chi la sostiene.

Oddio! Angelo...se io sostengo che "un cane non è un gatto" affermo qualcosa che "dovrebbe" essere innegabile anche per un altro ( a meno che non si giunga a dubitare e affermare che "un cane è anche un gatto", in questo caso forse una visitina dal medico sarebbe consigliata... ;D ) . Quindi colui che enuncia  la verità che "un cane non è un gatto" afferma qualcosa di condiviso e non relativo al soggetto che la esprime. Credo che Carlo Pirini intenda "verità" in questo senso e non come imposizione metafisica di cose indimostrabili. Se ho ben compreso ovviamente, perché in questo periodo mi sento un pò "tardo a capire" :-[...

Invece hai capito benissimo, ...tu, ...che, grazie a Dio, sei tra i pochi a non essere stato contagiato dal virus relativista!   ;D

Angelo Cannata

#35
Citazione di: Apeiron il 20 Settembre 2017, 13:14:44 PM@Angelo Cannata: quello che stai descrivendo è molto simile al fallibilismo.
Il relativismo nega l'esistenza di una prospettiva che "include" tutte le prospettive, cosa che mi sembra impossibile. Il relativismo non può essere dimostrato. Ma un fallibilista è ben coscio dell'importanza del soggetto  ;)
Quella che hai sollevato è una questione di definizioni. Quando si tratta di definizioni, se vogliamo essere esatti non basta neanche far riferimento ai vocabolari: diventa necessario prendere in considerazione l'intera storia di quella parola, considerare in quanti e quali modi è stata intesa lungo i secoli e poi esaminare come ciascuno di questi modi continui ad esercitare il suo influsso nel modo in cui viene intesa oggi. Sarebbe un lavoro giusto, corretto, ma significherebbe disperderci nel mare delle precisazioni, delle sfumature, delle contaminazioni dei significati. Questo problema riguarda termini come relativismo, metafisica, fallibilismo, ecc.

Per tagliare la testa al toro, ritengo più efficiente chiarire che ciò che io intendo con ciascuno di questi termini è ciò che emerge dal discorso che faccio e ciò che ritengo più fruttuoso per evidenziare i termini che stanno alla base delle problematiche. Sono consapevole del fatto che "relativismo" può avere un significato che non coincide con quello che gli attribuisco io. Secondo me è fruttuoso all'approfondimento della problematica tenerne conto attribuendogli le caratteristiche che nella discussione ho fatto emergere.

In questo senso, quando dico, ad esempio, "metafisica", non posso disperdermi a precisare tutti i modi particolari in cui il termine è stato inteso dai vari autori e come oggi possa essere inteso. Con metafisica intendo semplicemente un modo di pensare che ritiene oggettiva l'esistenza di una realtà esterna al nostro cervello, e di conseguenza, ritiene che esistano verità assolute, inconfutabili, indubitabili.

Per quanto riguardo la parola "relativismo", ritengo infruttuoso intenderla nel senso del dogmatismo contraddittorio di chi pretende ingenuamente di sostenere che "tutto è relativo". Ritengo fruttuoso intendere il relativismo nel senso in cui l'ho appena descritto: metafisica che non si accontenta di fermarsi a stabilire la realtà, ma procede oltre nella riflessione e prende atto che c'è anche un soggetto di cui tener conto. Questa mia scelta non è certo dettata dal gusto di creare confusione nei significati delle parole. È dettata da ciò che vedo avvenire nella cultura di oggi: oggi, quando si discute di queste problematiche, vedo che il termine più usato correntemente è "relativismo", non è "fallibilismo". Intendere il relativismo come un ingenuo e contraddittorio dogmatismo induce a liquidare con troppa facilità una posizione filosofica che invece merita di essere presa in considerazione in maniera più approfondita.

Angelo Cannata

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 13:19:47 PMogni possibile affermazione ha senso solo se si riferisce a qualcosa, cioè, se è relativa a qualcosa
Questo è il primo goal della partita, ma non ha senso dire che la partita è vinta se viene sospesa a questo punto. Se provi a completare l'indagine, noterai che non esiste solo il qualcosa a cui l'affermazione è riferita: esiste anche un soggetto, senza il quale l'affermazione non potrebbe esistere. È questo che tu trascuri, questo è il nocciolo del problema: viene trascurato il soggetto.

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 13:19:47 PMsono umano e perdo la pazienza quando devo faticare tanto per far capire in un forum di filosofia cose che il mio nipotino di 7 anni capisce al volo senza bisogno di tante chiacchiere.
È proprio il disprezzo dell'intelligenza altrui a farti perdere la pazienza. Disprezzare gli interlocutori, come fai spesso in questo forum, non è certo il modo più nobile di dimostrarsi umani.

Carlo Pierini

#37
Citazione di: Angelo Cannata il 20 Settembre 2017, 12:35:17 PM

A chi chiedere se questo mondo esiste davvero oppure è una nostra illusione?

Lo devi chiedere a un buon psicoterapeuta. E lui troverà il modo di farti capire che, se scrivi in un forum di filosofia, è perché in realtà sei certo che il forum non è un'illusione, e che invece è un'illusione questa montagna di dubbi che esprimi nei tuoi scritti. Un tale eccesso potrebbe derivare da un disorientamento esistenziale dovuto semplicemente ad uno sradicamento (più o meno parziale) del tuo "io", sia dal fondamento istintivo del tuo essere (gli animali non hanno dubbi sul proprio esistere), sia dal fondamento spirituale (chi si relaziona con Dio partecipa della Sua "pienezza dell'Essere"). Come dice Jung:

"Nulla allontana l'uomo dal piano fondamentale dei suoi istinti quanto la sua capacità di apprendimento, che si rivela come una vera e propria spinta verso una continua trasformazione del comportamento. [...] Con ciò essa è anche la fonte dei molteplici disturbi psichici, causati dal progressivo sradicamento dell'uomo dal suo fondamento istintivo e dalla sua identificazione con la coscienza, con esclusione dell'inconscio."  [JUNG: Realtà dell'anima - pg.204]


L'angolo musicale:
MOZART: Serenade, n. 10 KV361 VII
https://youtu.be/_BQLH5u9GOg

Angelo Cannata

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 14:05:11 PMLo devi chiedere a un buon psicoterapeuta.
Se non riesci ad argomentare, scrivendo insulti non fai altro che mettere sempre più a nudo il nervosismo che ti crea il non ricevere approvazione.
Il problema filosofico rimane sempre lo stesso: trascuri il soggetto, cioè te stesso, trascuri in continuazione che tutto ciò che scrivi è scritto da te, quindi è relativo a te. È inutile che tenti di cambiare discorso, il nocciolo è quello: trascuri il soggetto.

baylham

"Mia madre ha gli occhi azzurri" sarebbe una verità assoluta?

Diamo per assodati, sebbene siano dubitatili anch'essi, la maternità e gli occhi. Ma gli occhi non hanno un colore azzurro, è l'iride, una parte dell'occhio, ad essere colorata, pigmentata di azzurro. Azzurro che ha gradazioni differenti. Se ci avviciniamo notiamo che la colorazione dell'iride non è uniforme. Inoltre i colori variano al variare della luce dell'ambiente. Mi sembra che la verità assoluta, sebbene umile. non ci sia. Mi limito a questi rilievi ma potrei continuare a lungo.

Abbiamo una verità relativa, largamente accettata, risultato di una contrattazione collettiva, sociale.

I bambini sono intellettualmente immaturi, probabilmente per questo motivo non riescono a comprendere le riflessioni filosofiche.

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 20 Settembre 2017, 14:17:42 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 14:05:11 PMLo devi chiedere a un buon psicoterapeuta.
Se non riesci ad argomentare, scrivendo insulti non fai altro che mettere sempre più a nudo il nervosismo che ti crea il non ricevere approvazione.
Il problema filosofico rimane sempre lo stesso: trascuri il soggetto, cioè te stesso, trascuri in continuazione che tutto ciò che scrivi è scritto da te, quindi è relativo a te. È inutile che tenti di cambiare discorso, il nocciolo è quello: trascuri il soggetto.

Non ti rendi conto che stai predicando un solipsismo cosmico, cioè l'impossibilità che una mia verità sia anche una tua verità? Sai perché la scienza dopo aver introdotto il metodo di verifica sperimentale, è diventata la forma di sapere più alta, efficace ed evoluta che l'uomo abbia mai prodotto? Perché ha scoperto - con grande profitto - che la verità non sta solo nelle chiacchiere del SOGGETTO che la enuncia, ma soprattutto nella concordanza OGGETTIVA tra le chiacchiere e i fatti. Ed è questa concordanza la risposta alla tua idea solipsistico-soggettiva della verità. Tutta la filosofia dovrebbe prendere esempio dalla scienza e confrontarsi con il reale, invece di elucubrare astrattamente e senza punti di riferimento concreti come fai tu.

Angelo Cannata

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 15:58:22 PM...stai predicando... ...chiacchiere...
A quanto pare non ce la fai proprio a rispettare un minimo di correttezza nel discutere: sembra intrattenibile per te il bisogno di disprezzare i tuoi interlocutori, già prima di qualsiasi argomentazione. È come se tu dicessi: "Per prima cosa lasciami soddisfare il mio bisogno di esprimerti tutto il mio disprezzo per te; poi vedremo di cosa si discute". Non capisco tutto questo bisogno di disprezzare, che poi d'altra parte non fa che accrescere sempre di più in te il nervosismo. È ovvio che non puoi reggere una dicussione senza innervosirti, se il tuo punto di partenza obbligato è il disprezzo per l'interlocutore.

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 15:58:22 PM...concordanza OGGETTIVA...
Oggettiva per chi? Quale cervello lo pensa? Ecco la solita omertà riguardo al soggetto che, non si sa perché, vuole a tutti i costi dare a vedere di non avere niente a che fare con ciò che dice.

Mi viene da immaginarlo in chiave ironica:

Soggetto? Quale soggetto? Io non ho visto nessun soggetto. Io? Io non c'ero. Io non ho visto niente. Andate a chiederlo alla scienza, alla concordanza oggettiva. Io non c'entro niente.

Carlo Pierini

#42
Citazione di: baylham il 20 Settembre 2017, 15:29:00 PM
"Mia madre ha gli occhi azzurri" sarebbe una verità assoluta?

Diamo per assodati, sebbene siano dubitatili anch'essi, la maternità e gli occhi. Ma gli occhi non hanno un colore azzurro, è l'iride, una parte dell'occhio, ad essere colorata, pigmentata di azzurro. Azzurro che ha gradazioni differenti. Se ci avviciniamo notiamo che la colorazione dell'iride non è uniforme. Inoltre i colori variano al variare della luce dell'ambiente.

Quello che hai scritto è vero. Assolutamente vero. Quindi sei un assolutista anche tu, non un relativista. Infatti "azzurri" è un'approssimazione (che era sottintesa nella mia affermazione; e in ciò consiste "l'umiltà"), ma è sufficiente per essere assolutamente sicuri che mia madre non ha gli occhi castani, oppure rossi, oppure verdi, né gialli come quelli di un gatto. Se poi hai bisogno di altre verità assolute, magari più dettagliate, posso fornirti delle foto in primo piano di entrambi gli occhi, oppure puoi venire tu stesso a controllare con un buon microscopio e annotare la frequenza esatta dell'azzurro nei diversi punti dell'iride, e i dati che ne ricaverai saranno sicuramente meno generici, ma non corrisponderanno MAI con l'onniscienza sugli occhi di mia madre. E infatti, nessuno - tranne te - si è mai sognato di associare il termine "ab-solutus" con l'onniscienza.

CARLO
Mi sembra che la verità assoluta, sebbene umile. non ci sia.

BAYLHAM
L'assolutezza riguarda la verità della mia affermazione, non l'azzurro degli occhi di mia madre. Solo se avessi detto che gli occhi di mia madre sono "assolutamente azzurri", la mia sarebbe stata una verità relativa, per tutte le ragioni che hai spiegato tu (solo l'iride è azzurra, i puntini neri nell'azzurro, le diverse tonalità presenti nello stesso occhio, ecc.); ma dicendo semplicemente che mia madre ha gli occhi azzurri, NESSUNO, controllando il colore dei suoi occhi, contraddirebbe la mia affermazione. Tranne te, naturalmente, che continui erroneamente a scambiare l'assolutezza di una verità con l'onniscienza sui termini che compaiono nell'affermazione.

Carlo Pierini

Citazione di: Angelo Cannata il 20 Settembre 2017, 16:14:23 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 15:58:22 PM...stai predicando... ...chiacchiere...
A quanto pare non ce la fai proprio a rispettare un minimo di correttezza nel discutere: sembra intrattenibile per te il bisogno di disprezzare i tuoi interlocutori, già prima di qualsiasi argomentazione. È come se tu dicessi: "Per prima cosa lasciami soddisfare il mio bisogno di esprimerti tutto il mio disprezzo per te; poi vedremo di cosa si discute". Non capisco tutto questo bisogno di disprezzare, che poi d'altra parte non fa che accrescere sempre di più in te il nervosismo. È ovvio che non puoi reggere una dicussione senza innervosirti, se il tuo punto di partenza obbligato è il disprezzo per l'interlocutore.

Citazione di: Carlo Pierini il 20 Settembre 2017, 15:58:22 PM...concordanza OGGETTIVA...
Oggettiva per chi? Quale cervello lo pensa? Ecco la solita omertà riguardo al soggetto che, non si sa perché, vuole a tutti i costi dare a vedere di non avere niente a che fare con ciò che dice.

Mi viene da immaginarlo in chiave ironica:

Soggetto? Quale soggetto? Io non ho visto nessun soggetto. Io? Io non c'ero. Io non ho visto niente. Andate a chiederlo alla scienza, alla concordanza oggettiva. Io non c'entro niente.

Senti Angelo, se non hai la più pallida idea sulla differenza che c'è tra le chiacchiere puramente autoreferenziali e le affermazioni verificate dai fatti, io non posso farci nulla. Studia un po' di scienze VERE (chimica, fisica, medicina, ecc.) e capirai da solo a cosa mi riferisco.

Phil

Mi avete tolto le parole di bocca, o meglio, la scrittura dalla mano:
Citazione di: Apeiron il 20 Settembre 2017, 13:14:44 PM
una prospettiva che "include" tutte le prospettive, cosa che mi sembra impossibile
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM
una verità è assoluta [...] può esser tale solo quando ammette i propri limiti epistemici, cioè quando dichiara il proprio dominio di validità
Citazione di: maral il 19 Settembre 2017, 15:40:51 PM
non vi sono fatti assoluti, ma fatti che ci riguardano nel contesto in cui esistiamo [...] non ho alcuna pretesa che essa sia una verità assoluta, ma che sia vera nel contesto relativo in cui questa frase ha un significato
Citazione di: green demetr il 19 Settembre 2017, 11:02:23 AM
questo assoluto è relativo, ma è relativo agli infiniti soggetti, ossia alle infinite posizioni nel mondo di ognuno di noi, e in ogni istante diverso da quello precedente
Citazione di: Sariputra il 20 Settembre 2017, 11:46:27 AM
colui che enuncia  la verità [...] afferma qualcosa di condiviso
Citazione di: Angelo Cannata il 20 Settembre 2017, 12:35:17 PM
Un tempo, che la terra fosse piatta, era una verità condivisa: cioè relativa a quei soggetti. Era condivisa, ma le successive scoperte hanno mostrato che tale condivisione era molto molto relativa, molto molto soggettiva. In questo senso, quando scrivi "condiviso" è come se scrivessi "relativo": relativo a un certo numero di persone
Citazione di: baylham il 20 Settembre 2017, 15:29:00 PM
Abbiamo una verità relativa, largamente accettata, risultato di una contrattazione collettiva, sociale.
;)

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