Una verità è assoluta quando è ...umile!

Aperto da Carlo Pierini, 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM

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Carlo Pierini

Il relativismo rifiuta il concetto di "verità assoluta" perché lo identifica erroneamente con l'ambizione all'onniscienza, con l'arroganza di voler spiegare in poche parole ...questo mondo e l'Altro, di credersi il "Verbo incarnato". Invece è l'esatto contrario: una verità è assoluta solo quando è innegabile; e può esser tale solo quando ammette i propri limiti epistemici, cioè quando dichiara il proprio dominio di validità.
E non è casuale che "ab-solutus" derivi da "ab-solvere". Il sacerdote "ab-solve" il credente dopo la confessione; dopo la confessione dei suoi limiti e dei suoi "peccati".
In questo senso essa è davvero "l'incarnazione del Verbo", perché, come Cristo, da un lato è il Logos, è "la Via, la Verità, la Vita", ma dall'altro è un modello universale di umiltà. Essa, cioè, è una complementarità di opposti.

green demetr

Sì ci ho iniziato a pensare proprio questa estate. Non ti rispondo direttamente, ma faccio anch'io le mie considerazioni. (un abbozzo di risposta alla fine).

Poichè le due polarità sviluppate dall'alchimia sono quelle del solvo et coagulo.

Ho cominciato ad avere intuizioni radicali e misteriose.

Anch'io ho pensato subito all'AB-SOLUTIO.

Ed è vero, come in un romanzo di Paul Auster (la triologia di New York) più gli oggetti svaniscono più il protagonista acquista in interiorità e felicità.

Nella mia bizzaria l'ho chiamato la questione della SOLVENZA.

Ossia ho intuito che solo il processo della soluzione, attinge alla dimensione del Mistero, producendo moti dell'inconscio tali che automaticamente si apre il tema della CONDENSAZIONE.

Ossia una intellezione di pensieri assolutamente diversi dalla norma: che si addensano come desiderio.
Non hanno una precisa destinazione, ma il loro giungere numeroso e imprevisto chiede cioè una concettualizzazione (coagulo), ossia una intellettualizzazione appunto.

Dunque l'ASSOLUTO è il termine (presunto ma necessario, come nella grande metafisica, ossia Hegel) indicale e non determinato.
Che serve solo alla produzione intellettuale.

Ovviamente il mio pensiero si è automaticamente reso conto che la parola produzione ne è il suo centro (uso una parola bruttissima) naturale.

L'errore grave e gravissimo è dunque, me ne rendo conto mentre scrivo, che l'indicale viene scambiato per il suo effetto. Ossia l'errore logico principe della storia occidentale e non: intendere causa, ciò che invece è causato!
(ci sto ragionando a fondo tra l'altro tramite l'ultimo aforisma il primo della fase milanese di "Umano Troppo Umano").

Indubbiamente hai delle maledette intuizioni caro amico Carlo. 8)
Peccato che si risolvano, ossia si coagulino nel modo più errato e becero possibile. (e qui mi fermo perchè mi son ripromesso lasciar perdere).
Quindi non riesco a odiarti come vorrei  ;D

Ma andiamo alle cose intellettuali, quelle per cui in fin dei conti siamo qua (si spera, visto che sono qua per bulimia...e tu pure mi sembra...ma comunque...)

Il relativismo crede che l'assolutismo sia una arroganza.

Diciamo la verità non so se sia il relativista che lo pensi, o se invece è la stragrande maggioranza delle persone.

Comunque sia come spesso dici tu, il relativista è il "principe" degli ipocriti, perchè si fa carico di un assolutismo tutto suo.

E infatti li odio anch'io. (di norma, Nietzche è un caso a sè)

Ammetto di dover leggere quello che dovrebbe essere il 3d principale sulla complementarità degli opposti, certo leggendo gli altri, non so quali altri nefandezze intellettuali mi devo aspettare.

E sinceramente penso che non mi interessi tanto (non capisco ripeto la necessità di alcuna episteme ragionata).
Lascio agli altri il compito della guerra al potere della stessa (episteme) tramite colpi d'articolo scientifico e chissà quali altre non dette nefandezze (di cui è piena la storia).

Ma le prime riflessioni sono state apprezzate e parecchio.

ciao  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

baylham

Una verità è assoluta quando non esiste.

Quando viene detta è la verità di qualcuno su qualcosa, una verità relativa.

Apeiron

Vari "significati" del termine assoluto.
Una verità valida per ogni "qualcuno". Ossia valida per ogni mente ecc ecc.
Oppure è la "mappa perfetta"
La conoscenza diretta senza il "velo di Maya"...
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Carlo Pierini

#4
Citazione di: Apeiron il 14 Settembre 2017, 19:39:03 PM
Vari "significati" del termine assoluto.
Una verità valida per ogni "qualcuno". Ossia valida per ogni mente ecc ecc.
Oppure è la "mappa perfetta"
La conoscenza diretta senza il "velo di Maya"...

Il significato più semplice e più appropriato di "verità assoluta" è quello di "innegabile" (<<la verità non può essere negata>>). Se poi si tratta della verità di un Principio universale ultimo che è valido in ogni disciplina del sapere e in ogni aspetto della vita ("la mappa perfetta"), il suo grado di assolutezza sarà massimo (il Logos). Se, invece, è associato ad una verità semplice come <<stamattina mi sono svegliato alle 8:30>> il suo grado di assolutezza sarà ...umile.
Cristo ha sia la dignità del "Verbo Divino incarnato", del Logos del Giudizio Universale, sia l'umiltà di chi ...lava i piedi ai suoi discepoli.
La <<conoscenza diretta senza il "velo di Maya">> per i buddhisti è al di fuori della parola. Mentre noi stiamo parlando della verità nella parola.


L'angolo musicale:
VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Giuditta T.:
https://youtu.be/zM0-tT8ghvA

Carlo Pierini

Citazione di: green demetr il 14 Settembre 2017, 12:56:03 PM
Sì ci ho iniziato a pensare proprio questa estate. Non ti rispondo direttamente, ma faccio anch'io le mie considerazioni. (un abbozzo di risposta alla fine).

Poichè le due polarità sviluppate dall'alchimia sono quelle del solvo et coagulo.

Il <<solve et coagula>> non è altro che un'allusione al metodo dell'alternanza (non infinita, ma conclusiva) dell'analisi (solve) e della sintesi (coagula). Prima devi separare-distinguere-analizzare gli opposti (laddove si presentano con-fusi insieme) e poi devi complementarli, in un "tertium" superiore.

GREEN DEMETER
Indubbiamente hai delle maledette intuizioni caro amico Carlo. 8)
Peccato che si risolvano, ossia si coagulino nel modo più errato e becero possibile. (e qui mi fermo perchè mi son ripromesso lasciar perdere). Quindi non riesco a odiarti come vorrei  ;D

CARLO
Più che odiarmi, dovresti provare a CONDENSARE le tue idee e farmi capire in cosa le trovi becere, altrimenti mi appaiono solo come delle tue fantasie personali a cui non ho modo di dare importanza

GREEN DEMETER
Ammetto di dover leggere quello che dovrebbe essere il 3d principale sulla complementarità degli opposti, certo leggendo gli altri, non so quali altri nefandezze intellettuali mi devo aspettare.

CARLO
Tu leggilo, e se ci troverai delle nefandezze, me le mostrerai. Io ti ascolterò.



L'angolo musicale:
G. GABER: Lo shampoo
https://youtu.be/ccqcpOLaMk8

Carlo Pierini

#6
Citazione di: baylham il 14 Settembre 2017, 17:50:34 PM
Una verità è assoluta quando non esiste.

...Quindi, quello che hai appena detto è una verità relativa, cioè confutabile?

BAYLHAM
Quando viene detta è la verità di qualcuno su qualcosa, una verità relativa.

CARLO
Anche tu, come tutti i relativisti, stai giocando disonestamente con le parole.
"Relativo", infatti, ha due accezioni di significato diverse: una che significa "passibile di confutazione", e l'altra che significa "riferito a-". Tu hai usato la seconda contrabbandandola per la prima.  ...E questa si chiama "truffa verbale"!  :(

baylham

A me il gioco piace, ma il commento non era giocoso.

Nel mio caso valgono entrambe le definizioni, sono convergenti: siccome non riconosco nulla di assoluto, non c'è alcuna verità assoluta. 
Una verità non soggetta a falsificazione non è una verità, perché non puoi chiedere se è vera o falsa.

E' la mia verità, relativa, può essere rifiutata e smentita.

maral

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM
Il relativismo rifiuta il concetto di "verità assoluta" perché lo identifica erroneamente con l'ambizione all'onniscienza, con l'arroganza di voler spiegare in poche parole ...questo mondo e l'Altro, di credersi il "Verbo incarnato". Invece è l'esatto contrario: una verità è assoluta solo quando è innegabile; e può esser tale solo quando ammette i propri limiti epistemici, cioè quando dichiara il proprio dominio di validità...

La verità assoluta che ammette i propri limiti epistemici dichiarando il proprio dominio di verità è peraltro una verità relativa, essendo relativa al campo definito dai propri limiti, ossia è una verità parziale.
Il problema relativo alla verità assoluta non è tanto nella arrogante pretesa di chi ne afferma il possesso, quanto nella sua pretesa totalizzante che ne rende impossibile (contraddittorio) qualsiasi possesso: l'assoluto, inteso come totalità non può appartenere a nessuno ed è pertanto del tutto indicibile, mentre tutti appartengono ad esso.
Assoluto viene dal latino ab solutus, che significa "sciolto da", sciolto da qualsiasi vincolo o limite e assolvere significa appunto sciogliere da ogni vincolo di colpa o peccato. In tal senso la cosa assoluta è precisamente la cosa in sé, che autosussiste in virtù solo di se stessa, è totalità completamente autoreferenziale che non significa nulla e nel linguaggio è esprimibile solo con la tautologia che non dà conto di nulla né esige nulla. 

Carlo Pierini

#9
Citazione di: baylham il 15 Settembre 2017, 10:39:27 AM
E' la mia verità, relativa, può essere rifiutata e smentita.

...E allora non ho motivi per tenerne conto.

Carlo Pierini

#10
Citazione di: maral il 15 Settembre 2017, 11:07:15 AM
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 10:09:58 AM
Il relativismo rifiuta il concetto di "verità assoluta" perché lo identifica erroneamente con l'ambizione all'onniscienza, con l'arroganza di voler spiegare in poche parole ...questo mondo e l'Altro, di credersi il "Verbo incarnato". Invece è l'esatto contrario: una verità è assoluta solo quando è innegabile; e può esser tale solo quando ammette i propri limiti epistemici, cioè quando dichiara il proprio dominio di validità...

La verità assoluta che ammette i propri limiti epistemici dichiarando il proprio dominio di verità è peraltro una verità relativa, essendo relativa al campo definito dai propri limiti, ossia è una verità parziale.

Allora facciamo così: dimmi cosa intendi tu per "verità assoluta" e per "verità relativa". E poi fammi un esempio dell'una e dell'altra.

Apeiron

Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 20:54:12 PM
Citazione di: Apeiron il 14 Settembre 2017, 19:39:03 PMVari "significati" del termine assoluto. Una verità valida per ogni "qualcuno". Ossia valida per ogni mente ecc ecc. Oppure è la "mappa perfetta" La conoscenza diretta senza il "velo di Maya"...
Il significato più semplice e più appropriato di "verità assoluta" è quello di "innegabile" (<>). Se poi si tratta della verità di un Principio universale ultimo che è valido in ogni disciplina del sapere e in ogni aspetto della vita ("la mappa perfetta"), il suo grado di assolutezza sarà massimo (il Logos). Se, invece, è associato ad una verità semplice come <> il suo grado di assolutezza sarà ...umile. Cristo ha sia la dignità del "Verbo Divino incarnato", del Logos del Giudizio Universale, sia l'umiltà di chi ...lava i piedi ai suoi discepoli. La <> per i buddhisti è al di fuori della parola. Mentre noi stiamo parlando della verità nella parola. L'angolo musicale: VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Giuditta T.: https://youtu.be/zM0-tT8ghvA

Non credo di aver affermato una cosa troppo diversa dalla tua  :P Ho solo sparato un po' di possibili significati partendo dalla parola "assoluta". Uno dei quali è appunto quando nessuno può dubitare tale verità  ;)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Carlo Pierini

#12
Citazione di: Apeiron il 15 Settembre 2017, 19:50:19 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 14 Settembre 2017, 20:54:12 PM
Citazione di: Apeiron il 14 Settembre 2017, 19:39:03 PMVari "significati" del termine assoluto. Una verità valida per ogni "qualcuno". Ossia valida per ogni mente ecc ecc. Oppure è la "mappa perfetta" La conoscenza diretta senza il "velo di Maya"...
Il significato più semplice e più appropriato di "verità assoluta" è quello di "innegabile" (<>). Se poi si tratta della verità di un Principio universale ultimo che è valido in ogni disciplina del sapere e in ogni aspetto della vita ("la mappa perfetta"), il suo grado di assolutezza sarà massimo (il Logos). Se, invece, è associato ad una verità semplice come <> il suo grado di assolutezza sarà ...umile. Cristo ha sia la dignità del "Verbo Divino incarnato", del Logos del Giudizio Universale, sia l'umiltà di chi ...lava i piedi ai suoi discepoli. La <> per i buddhisti è al di fuori della parola. Mentre noi stiamo parlando della verità nella parola. L'angolo musicale: VIVALDI: Veni me sequere fida, op. Giuditta T.: https://youtu.be/zM0-tT8ghvA

Non credo di aver affermato una cosa troppo diversa dalla tua  :P Ho solo sparato un po' di possibili significati partendo dalla parola "assoluta". Uno dei quali è appunto quando nessuno può dubitare tale verità  ;)

Sì, infatti solo la prima è ambigua: <<una verità valida per ogni "qualcuno">>. Anche una "verità di fede", cioè, una "verità" solo soggettiva, può essere valida "per ogni qualcuno" senza tuttavia essere necessariamente una verità autentica, la quale deve avere un saldo supporto oggettivo nella concordanza con l'osservazione.



L'angolo musicale:
TELEMANN - Sinfonia Spirituosa (fino a 2':58'')
https://youtu.be/gMlGtyMrqp0

maral

#13
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Settembre 2017, 13:58:30 PM
Allora facciamo così: dimmi cosa intendi tu per "verità assoluta" e per "verità relativa". E poi fammi un esempio dell'una e dell'altra.
La verità relativa risulta vera nel contesto che la rende vera. E' quindi parziale e limitata, in quanto ogni contesto è limitato. I contesti non sono peraltro isolabili, dunque tutte le verità relative sono di fatto discutibili. Le verità relative sono sempre molte.
La verità assoluta è una verità illimitata in quanto valida in ogni contesto, non è prospettica, non si evolve, non è rappresentabile linguisticamente ed è definitiva. Appare come una rivelazione improvvisa e devastante per l'io e può fare riferimento solo a un modo di sentire in cui il soggetto si trova completamente assorbito nell'oggetto (quindi è estremamente rischiosa, perché nella verità assoluta il soggetto, nella sua coscienza di sé, muore e non è detto che ritorni in sé dopo averla avvertita). La verità assoluta è una sola, collegata all'esperienza mistica (religiosa o artistica) o folle. E' come una luce così forte che rende ciechi, come nell'esperienza mistica (o folle) di San Paolo.
Normalmente noi esistiamo solo nel gioco delle verità relative, tutte le verità che affermiamo e su cui si vuole razionalmente convincere sono relative. Le verità relative sono quelle che ci permettono normalmente di esistere e muoverci seguendo le nostre prospettive mentre tentiamo di farlo il più appropriatamente possibile mantenendoci nei limiti che ci sono propri.
Spesso c'è la volontà di presentare una verità relativa come se fosse la verità assoluta, è una volontà impositiva del tutto falsificante, alla radice di tutti i peggiori guai del genere umano. E' un aspetto della volontà di potenza, spesso inconsapevole di se stessa.

Carlo Pierini

#14
Citazione di: maral il 16 Settembre 2017, 12:13:52 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 15 Settembre 2017, 13:58:30 PM
Allora facciamo così: dimmi cosa intendi tu per "verità assoluta" e per "verità relativa". E poi fammi un esempio dell'una e dell'altra.
La verità relativa risulta vera nel contesto che la rende vera. E' quindi parziale e limitata, in quanto ogni contesto è limitato. I contesti non sono peraltro isolabili, dunque tutte le verità relative sono di fatto discutibili. Le verità relative sono sempre molte.
La verità assoluta è una verità illimitata in quanto valida in ogni contesto, non è prospettica, non si evolve, non è rappresentabile linguisticamente ed è definitiva. Appare come una rivelazione improvvisa e devastante per l'io e può fare riferimento solo a un modo di sentire in cui il soggetto si trova completamente assorbito nell'oggetto (quindi è estremamente rischiosa, perché nella verità assoluta il soggetto, nella sua coscienza di sé, muore e non è detto che ritorni in sé dopo averla avvertita). La verità assoluta è una sola, collegata all'esperienza mistica (religiosa o artistica) o folle. E' come una luce così forte che rende ciechi, come nell'esperienza mistica (o folle) di San Paolo.
Normalmente noi esistiamo solo nel gioco delle verità relative, tutte le verità che affermiamo e su cui si vuole razionalmente convincere sono relative. Le verità relative sono quelle che ci permettono normalmente di esistere e muoverci seguendo le nostre prospettive mentre tentiamo di farlo il più appropriatamente possibile mantenendoci nei limiti che ci sono propri.
Spesso c'è la volontà di presentare verità relative come se fossero la verità assoluta, è una volontà impositiva falsificante alla radice di tutti i peggiori guai del genere umano.

Tu vedi solo un volto della verità assoluta (quello che io identifico con un Principio Ultimo), il volto più luminoso che corrisponde con il grado massimamente generale. Poi esiste una vasta gamma di verità  altrettanto innegabili-assolute, ma di grado minore: dalle leggi generali della fisica, della logica, della geometria, ecc.), giù giù fino al grado più umile delle verità innegabili-assolute della vita quotidiana (<<Franco ha un'auto sportiva rossa>>, <<mio padre è stato in guerra>>, ecc.).
Insomma, se è vero che esiste un Comandante Generale dell'Esercito, esistono anche i generali di brigata, i colonnelli, i capitani, i tenenti, ...giù giù fino ai più umili "soldati semplici"; e sono tutti appartenenti al medesimo genere "uomo", come le verità di cui sopra appartengono al medesimo genere "verità innegabile-assoluta".
Poi esistono le verità relative, che sono solo "mezze verità", cioè, sono vere solo sotto certi aspetti, ma non sotto ogni aspetto (i soldati indisciplinati e "lavativi"). Poi ancora, dulcis in fundo, ci sono le menzogne, che possono essere più o meno condite con brandelli di verità (i soldati bugiardi, traditori, venduti al nemico).

Ecco, è tutto qua; ciò che ho scritto è banale, è roba per bambini di scuola elementare, non per adulti partecipanti ad un forum filosofico. E il fatto che ci si debbano scrivere sù decine di pagine, la dice lunga sulla condizione involuta-degradata della filosofia moderna.


L'angolo musicale:
BRITNEY SPEARS: Criminal
https://youtu.be/s6b33PTbGxk?list=RDs6b33PTbGxk&t=85

FERGIE: Clumsy
https://youtu.be/tf_gPZSDIxI

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