Una possibile definizione di corpo.

Aperto da iano, 09 Novembre 2021, 01:14:24 AM

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iano

È ciò che, essendo parte, si trova in moto.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#1
Se esistesse un solo corpo, esso non sarebbe in moto.
Perché vi sia moto devono esistere almeno due corpi.
Quindi il moto non è relativo, ne' assoluto, ma è una relazione fra due corpi o più corpi.
Neanche la sua descrizione sarebbe relativa nel caso di due corpi, essendo che le due descrizioni coincidono. Ciò toglie significato assoluto all'espressione  "un corpo che gira attorno a un altro" , che mantiene un senso solo relativo.
Per avere descrizioni diverse, ovvero relative, occorrono almeno tre corpi.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

green demetr

Si come la definiva Hume.


Oggi si usano le categorie di Kant, ossia lo spazio indicizza, poi perfezionato da Cartesio, xyz, l'oggetto che cosi diventa una operazione matematica.


Aggiungiamo il tempo, ed ecco che emerge il moto continuo, l'unità di misura della direzione delle forze.


Discontinue o meno, è solo una operazione matematica.


Quindi io concordo con Hume io so di essere io solo perchè quello davanti a me dopo se ne va, e  a volte ritorna.


Hume aveva un sacco di intuizioni geniali sulla percezione. Quanto mi manca!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

iano

#3
Sono ignorante, e non solo in Filosofia, ma mi compiaccio, con malcelata vanità, di aver intercettato il pensiero di Hume senza conoscerlo, il quale a sua volta chissà quale altro pensiero intercettò.
Cartesio stesso, cosa poco nota, nel trasmutare la geometria in algebra, fu' costretto alla fine a concedere di aver intercettato il pensiero del suo contemporaneo Pierre Fermat, il quale a sua volta intercetto quello di chi lo sa'.
Le storie della filosofia e della scienza sono piene di diatribe sul diritto di precedenza, e ciò significa che quando una idea è matura diversi possono coglierla in modo indipendente, essendo di tutti e di nessuno.
Altre idee si ripresentano ciclicamente come fossero vergini, ma di idee veramente nuove  impossibile dimostrare che ve ne siano, eppure non v'è dubbio che abbiano una nascita, ma nella testa di nessuno in particolare.
Il pensiero che sentiamo così intimo è in effetti come l'aria che tutti respiriamo.
La stessa aria che alla fine diventa viziata, vizio che  nel pensiero si trasmuta in forma di ovvietà, come ad esempio  per l'espressione "girare attorno".
Comprendere il vero significato di queste espressioni comporta provare a riscrivere la storia del pensiero all'incontrario, compito che con maggior leggerezza può tentare chi non la conosce.
Chi la conosce invece può facilmente dimostrare che tutto era stato almeno  già accennato.
Nel cercare di svelare la natura di ciò che sembra giustificarsi da se', come ovvio ed evidente, si scopre la natura comunitaria del pensiero, che a noi appare invece così intimo da credere di poter dimostrare che siamo, se pensiamo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
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iano

#4
Ora appunto, provando ad andare a ritroso col pensiero, partendo da una presunta ovvietà, mi pare che concetti apparentemente indipendenti, come corpo e moto, tali non siano.
Banalmente ci appare che non ha senso parlare di moto se non parlando di corpi.
Meno banale ci appare il contrario, ma azzardo che ugualmente banale sia.
Insomma i due concetti andando a ritroso mi sembrano uno.
E se così è ciò non è certamente banale, perché al concetto di corpo leghiamo quello dell'essere in quanto tale, cioè il punto di partenza, da ogni altro quindi indipendente.
Alla fine dovremo ammettere che per raccontare una storia occorre stabilire un inizio per necessità, ma che ciò non dimostra che quello sia il "vero" inizio, per quanto buona sembri la storia.
Se ne possono scrivere tante, una per ogni inizio, che messe insieme fanno una storia circolare.
Si parte dal corpo cui segue il moto e si torna al corpo.
Sembra più la storia di una relazione, e mi pare che oggi si parli tanto di relazioni, o almeno lo respiro nell'aria.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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