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Un motivo per vivere

Aperto da Ivo Nardi, 29 Dicembre 2017, 17:49:39 PM

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epicurus

Aperion, Sgiombo, grazie del bentornato.  :D
Vedo che ho aperto il vaso di pandora parlando di metafisica.  ;D

Citazione di: Apeiron il 12 Gennaio 2018, 11:59:43 AM
Curiosità: secondo te (A2) e (B2) sono domande senza senso o sono enigmi impossibili da risolvere con la sola razionalità [...]?  è lecito fare delle ipotesi di risposta a tali domande o non posso farlo?
In merito alla questione generale della metafisica, per non sviare troppo la discussione, qui dirò solo che, come in ogni dominio linguistico, ci sono questioni metafisiche senza senso (generate da un uso forviante o non corretto dei concetti) e altre che sono sensate.

Ho parlato di due interpretazioni della domanda "qual è il senso della vita?": un'interpretazione umana (espressione un po' infelice, lo ammetto) e un'interpretazione metafisica. La domanda umana è sensatissima: io vivo per rendere il prossimo più felice, io vivo per portare più giustizia, io vivo per la mia famiglia, io vivo per ottenere più potere, ecc... Rappresentano i nostri principi, i nostri scopi, le nostre massime priorità.

Dicevo, nel mio post precedente, che la domanda metafisica del senso della vita è problematica quanto la domanda "perché c'è qualcosa anziché niente?". In merito a ciò che mi chiedi ("sono senza senso o irrisolvibili?"), ormai dovrebbe essere chiaro che io li ritengo dei nonsense, frutto da un uso superficiale del linguaggio. Se queste domande vogliono tener conto di tutto (e così dovrebbero essere intese) allora sono senza senso perché non ci sono cose rimaste fuori che possono fungere da scopo/motivo/spiegazione/causa.

Non c'entra nulla se la questione è empirica o meno. La questione è proprio cosa si vorrebbe chiedere con quella domanda... non sono io che mi impongo e dico "no, non ci sono risposte a queste domande". Invece, io reputo che non siano delle domande vere e proprie, che non si sta chiedendo niente.

Prendiamo la riposta "Dio" che alcuni potrebbero dare ad entrambe le domande, come tu stesso suggerisci. Dio fa parte del tutto, come può essere una risposta legittima? E' come se un ateo rispondesse "Universo", ok, non sta rispondendo alle due domande di cui sopra, ma a qualcos'altro. Forse è un modo per dare importanza a Dio (o all'Universo), ricadendo nell'interpretazione umana della domanda del senso della vita, ma non è la risposta alla domanda metafisica: Dio fa parte della vita ed il mitologico senso della vita (se non fosse un nonsense) deve essere qualcosa d'altro rispetto anche a Dio.

Apeiron

Grazie @epicurus per aver esposto la tua opinione  :)



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Prendiamo la riposta "Dio" che alcuni potrebbero dare ad entrambe le domande, come tu stesso suggerisci. Dio fa parte del tutto, come può essere una risposta legittima? E' come se un ateo rispondesse "Universo", ok, non sta rispondendo alle due domande di cui sopra, ma a qualcos'altro. Forse è un modo per dare importanza a Dio (o all'Universo), ricadendo nell'interpretazione umana della domanda del senso della vita, ma non è la risposta alla domanda metafisica: Dio fa parte della vita ed il mitologico senso della vita (se non fosse un nonsense) deve essere qualcosa d'altro rispetto anche a Dio.

Risposta di Apeiron:
Ottima osservazione, ci "mediterò" sopra  :) Su questo tipo di questioni secondo me è un po' come dire "su ciò di cui non si può parlare si deve tacere" (Wittgenstein) - secondo me quel "ciò" è qualcosa di reale, col discorso di "Dio" dicevo questo (che è un po' diverso dal discorso dell'etica*). Per altri letteralmente la Storia è una sorta di mito, ma appunto non è la mia opinione.

*l'etica è qualcosa di diverso dal "senso dell'esistenza" (Wittgenstein non capì a quanto pare questa distinzione). Non a caso appunto dell'etica invece parlo - ma qui c'è un po' di "platonismo personale"  ;)
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

epicurus

Citazione di: Apeiron il 15 Gennaio 2018, 14:39:12 PMGrazie @epicurus per aver esposto la tua opinione  :)

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Prendiamo la riposta "Dio" che alcuni potrebbero dare ad entrambe le domande, come tu stesso suggerisci. Dio fa parte del tutto, come può essere una risposta legittima? E' come se un ateo rispondesse "Universo", ok, non sta rispondendo alle due domande di cui sopra, ma a qualcos'altro. Forse è un modo per dare importanza a Dio (o all'Universo), ricadendo nell'interpretazione umana della domanda del senso della vita, ma non è la risposta alla domanda metafisica: Dio fa parte della vita ed il mitologico senso della vita (se non fosse un nonsense) deve essere qualcosa d'altro rispetto anche a Dio.

Risposta di Apeiron:
Ottima osservazione, ci "mediterò" sopra  :)
Prego.  ;)

Citazione di: Apeiron il 15 Gennaio 2018, 14:39:12 PMSu questo tipo di questioni secondo me è un po' come dire "su ciò di cui non si può parlare si deve tacere" (Wittgenstein) - secondo me quel "ciò" è qualcosa di reale, col discorso di "Dio" dicevo questo (che è un po' diverso dal discorso dell'etica*). Per altri letteralmente la Storia è una sorta di mito, ma appunto non è la mia opinione.

*l'etica è qualcosa di diverso dal "senso dell'esistenza" (Wittgenstein non capì a quanto pare questa distinzione). Non a caso appunto dell'etica invece parlo - ma qui c'è un po' di "platonismo personale"  ;)
Il Wittgenstein del Trattato è molto diverso dal Wittgenstein successivo, quest'ultimo forse avrebbe visto come infelice quella sua, ormai famosa, espressione, o, comunque, sicuramente l'avrebbe intesa in modo molto differente. La stessa concezione dell'etica cambiò molto in Wittgenstein.

Comunque per quanto mi riguarda, tale proposizione è troppo severa e restrittiva. Mi pare legittimissimo il mio parlare sul senso della vita nella misura nella quale mostro come sia un nonsense.  ;D

Apeiron

EPICURUS
Il Wittgenstein del Trattato è molto diverso dal Wittgenstein successivo, quest'ultimo forse avrebbe visto come infelice quella sua, ormai famosa, espressione, o, comunque, sicuramente l'avrebbe intesa in modo molto differente. La stessa concezione dell'etica cambiò molto in Wittgenstein.

Comunque per quanto mi riguarda, tale proposizione è troppo severa e restrittiva. Mi pare legittimissimo il mio parlare sul senso della vita nella misura nella quale mostro come sia un nonsense. 


APEIRON
Mi torna che la sua filosofia del linguaggio è radicalmente cambiata dopo il suo ritorno a Cambridge. Ma da quanto mi ricordo fino ad almeno il 1930 non credo che la sua opinione su religione ed etica fosse variata (ho letto la "Lezione sull'Etica" del 1929 e le Conversazioni con Schlick del 29-30. E da quanto ho capito non mi pare che la sua posizione sia cambiata di molto). A cosa ti riferisci? ;)

Ah ovviamente anche per me è "troppo restrittiva" ma a livello "ultimo" non posso che concordare. A livello "umano", no. In fin dei conti il discorso del "SIgnore degli Anelli" l'ho tirato fuori io  ;D
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

epicurus

Citazione di: Apeiron il 16 Gennaio 2018, 00:35:12 AM
EPICURUS
Il Wittgenstein del Trattato è molto diverso dal Wittgenstein successivo, quest'ultimo forse avrebbe visto come infelice quella sua, ormai famosa, espressione, o, comunque, sicuramente l'avrebbe intesa in modo molto differente. La stessa concezione dell'etica cambiò molto in Wittgenstein.

Comunque per quanto mi riguarda, tale proposizione è troppo severa e restrittiva. Mi pare legittimissimo il mio parlare sul senso della vita nella misura nella quale mostro come sia un nonsense.  


APEIRON
Mi torna che la sua filosofia del linguaggio è radicalmente cambiata dopo il suo ritorno a Cambridge. Ma da quanto mi ricordo fino ad almeno il 1930 non credo che la sua opinione su religione ed etica fosse variata (ho letto la "Lezione sull'Etica" del 1929 e le Conversazioni con Schlick del 29-30. E da quanto ho capito non mi pare che la sua posizione sia cambiata di molto). A cosa ti riferisci? ;)
Sintetizzando e semplificando, c'è il Wittgenstein del Tractatus (1921) e il Wittgenstein delle Ricerche Filosofiche e Della Certezza (entrambi pubblicati postumi). Nella Lezione sull'Etica si è ancora vicini al primo Wittgenstein.

Il secondo Wittgenstein comprende: significato fondato sull'uso, somiglianza di famiglia, impossibilità del linguaggio privato, giochi linguistici, forme di vita, seguire la regola. Non entro nel dettaglio dell'interpretazione del secondo Wittgenstein riguardo ad etica e religione (perché è il topic sbagliato e perché potrebbe essere un lavoro troppo complicato per me), ma sicuramente avrebbe considerato i discorsi etici e religiosi sensati perché appartenenti a dei giochi linguistici e fondati in quando forme di vita.

Apeiron

Sì, conoscevo la differenza tra il primo e il secondo Wittgenstein (ho letto sia il "Tractatus" che "Sulla Certezza"). Però non pensavo che avesse cambiato idea su temi come etica, spiritualità ecc

Grazie dell'appunto!  :)  mi informerò sulla cosa!
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

epicurus

Citazione di: Apeiron il 16 Gennaio 2018, 11:33:54 AM
Sì, conoscevo la differenza tra il primo e il secondo Wittgenstein (ho letto sia il "Tractatus" che "Sulla Certezza"). Però non pensavo che avesse cambiato idea su temi come etica, spiritualità ecc

Grazie dell'appunto!  :)  mi informerò sulla cosa!
Figurati, lieto di esser stato utile.  ;)
Comunque, giusto per finire la questione: il testo definitivo da leggere è "Ricerche Filosofiche" (non tratta direttamente l'etica e la religione), ma uno molto più modesto ma anche più focalizzato sulla questione etico-religiosa è "Note sul Ramo d'oro di Frazer".  :)

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