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Tutto bene e niente male

Aperto da viator, 30 Settembre 2018, 21:22:18 PM

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viator

Salve. In passati interventi ho già avuto occasione di ribadire un concetto a me caro circa la presunta contraddizione tra il Bene ed il Male, cioè tra i due concetti addirittura basilari sui quali è fondata - sembra proprio - ogni etica individuale ed ogni morale collettiva.

Più ancora che di contraddizione, conflitto o compensazione tra tali due concetti, la mia visione parte dalla negazione dell'esistenza del male, cioè dalla convinzione che esso è privo di consistenza.

Facciamo che il male sia il buio ed il bene la luce. L'allegoria, che non mi sembra fuori luogo, dovrebbe mostrarci che dei due termini ne può esistere solo uno.

La luce c'è (mi sembra che tale affermazione - pur se filosoficamente indimostrabile - sia largamente condivisa sia dal punto di vista del senso comune che da quello scientifico e persino (in senso figurato) da quello fideistico-religioso.

Il buio consiste nella MANCANZA di luce. Ciò però è quanto viene affermato unicamente in sede di senso comune.

Dal punto di vista scientifico il buio non è certo una grandezza fisica misurabile e nemmeno teorizzabile.
Per la scienza esiste la luce, grandezza relativa connessa alle manifestazioni dell'energia. Come l'energia la luce è localmente presente in diversa intensità. Come l'energia essa è onnipresente, indipendentemente dalla capacità dei nostri occhi di percepirla e dei nostri strumenti di misurarla. L'assenza totale di luce (cioè il buio) è da escludere ovunque. Niente luce=niente energia=niente calore=zero termico assoluto, inesistente all'interno dell'universo.

Perciò per la scienza ovunque devono esistere quantità - non importa quanto minime - di luce.

Dal punto di vista fideistico-spiritualistico-metafisico, per quanto si ricorra spesso a parole come "buio" e "tenebre" (e solo per affermare una carenza di "illuminazione"), dovrebbe essere chiaro che la "luce" è la semplice condizione esistenziale di qualsiasi fede.

Perciò sia per la scienza che per la metafisica e la fede il "buio" in sé non esiste se non inteso come relativa CARENZA, LIMITATEZZA, RELATIVITA' di presenza luminosa.

Naturalmente a livello dialettico qualcuno potrebbe ribaltare quanto ho scritto sin qui, affermando che è invece la luce a rappresentare la mancanza o carenza di buio. A tal punto mi limiterei ad osservare che, per logica, verrebbe comunque dimostrata l'impossibilità della coesistenza dei termini luce/buio.

Naturalmente incontreremo chi sostenga che male e bene sono cose diverse da buio/luce.

Male e bene non sono grandezze fisiche bensì concetti astratti. Ma come si fa a sostenere che il male non esiste quanto tanti lo sperimentano ?.
Ma il fatto è che io il male, a livello - ripeto - di senso comune ed esistenziale - lo sto solo rinominando, non negando o cancellando.

Il MALE non è altro che relativa CARENZA, IMPERFEZIONE, di quel principio che regna da sempre sul mondo (includendo sia i suoi contenuti materiali che quelli immateriali, spirituali) e che consiste nel BENE (dovrei parlare del significato cosmico dell'AMORE ma non voglio/posso dilungarmi).

Poiché però a questo punto non avrò convinto quasi nessuno di voi, per chiudere farò ora anche l'"avvocato del diavolo" sostenendo ciò che fin qui ho tentato di negare, cioè l'esistenza sia del male che del bene.

Se esistono sia il male che il bene, essi non potranno che risultare relativi. Assoluti no certamente poiché
l'esistenza di un assoluto non può che escludere l'esistenza di altri....no ?? (la metà della gente però purtroppo ignora il concetto di "assoluto").

Se tali due ambiti (bene/male) coesistono e sono addirittura l'uno il contrario dell'altro, ci sarà certo una netta distinzione tra loro Esisterà certo un confine individuabile ai due lati del quale stanno - distintamente - bene e male.
Qual è il punto od il momento in cui qualcosa si trasforma nel proprio opposto, annullandosi sino ad esprimere la negazione di sé ?. Non esiste.

Gli opposti nella realtà non possono esistere. E' la nostra mente a concepirli grazie unicamente alla intrinseca limitatezza con cui essa funziona. Alla nostra mente basta concentrarsi sul concetto di luce (concentrarsi significa "limitarsi a ....." dopodiché - con un semplice cambio di connessioni neuronali - si smette di pensare alla luce e ci si concentra sul concetto di buio. Oplà, eccoci con due opposti beatamente commutabili come se azionassimo l'INTERRUTTORE DELLA MENTE pardon, della LUCE !. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Concordo, il male non può avere una sua autonoma realtà. Il suo esserci consiste esclusivamente in una carenza di bene.

Tuttavia, così come nel nostro "esserci" il vero si impone proprio in quanto negazione di ogni possibile falso, pure il bene si manifesta come antitesi di ogni possibile male.

È il male a permettere la consapevolezza del bene.
Se non vi fosse alcun male, neppure come possibilità, potrebbe "esserci " il bene?

Inoltre è proprio il male che mi ritrovo ad essere, a far brillare il bene come non mai.
L'inferno rende certo il paradiso, come ciò che assolutamente è.

E penso che lo stesso valga per la luce. Se non vi fosse carenza, se non vi fosse il buio, potrebbe esservi ancora la luce?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Phil

In fondo, si tratta di dare i voti a ciò che accade: sotto il 6 è "male", sopra o uguale a 6 è "bene". 
Purtroppo non è però un compito di matematica, ma un tema: professori differenti danno voti differenti; ad alcuni professori non sfugge nulla, ad altri sfugge molto; alcuni apprezzano certi contenuti, altri ne prediligono di diversi...

Carlo Pierini

Citazione di: Phil il 30 Settembre 2018, 23:59:57 PM
In fondo, si tratta di dare i voti a ciò che accade: sotto il 6 è "male", sopra o uguale a 6 è "bene".
Purtroppo non è però un compito di matematica, ma un tema: professori differenti danno voti differenti; ad alcuni professori non sfugge nulla, ad altri sfugge molto; alcuni apprezzano certi contenuti, altri ne prediligono di diversi...
CARLO
Certo, ma se consegni il compito in bianco non ci sarà nessun professore che ti darà 6. ...Spero!

Phil

Con "dare i voti a ciò che accade" intendevo che ciò che accade è "il compito" e noi che lo valutiamo siamo i professori (con abilità, competenze, gusti differenti); "compito in bianco" significherebbe che non accade nulla, quindi non c'è nulla da valutare...

Carlo Pierini

#5
Citazione di: Phil il 01 Ottobre 2018, 10:18:27 AM
Con "dare i voti a ciò che accade" intendevo che ciò che accade è "il compito" e noi che lo valutiamo siamo i professori (con abilità, competenze, gusti differenti); "compito in bianco" significherebbe che non accade nulla, quindi non c'è nulla da valutare...

CARLO
...E io intendevo dire che l'etica non è una questione solo soggettiva, arbitraria, convenzionale, ma che possiede una componente per così dire oggettiva (oggettività metafisica). E non è un caso che i sistemi giudiziari più evoluti siano essenzialmente equivalenti.
Consegnare il compito in bianco significa metaforicamente non aver fatto nulla di bene, è il male assoluto.

green demetr

Ma è proprio la carenza di cui parli ciò che viene detto il male....mi sembri molto confuso!

Comunque questa è la genealogia di come viene visto il bene ed il male. (salvo che tu non vedi il male, il che è bizzarro!)

Comunque sia ho cambiato idea. La luce non è determinata dall'energia, ma è la causa dell'energia. In quanto l'energia è sprigionata dal decadimento cinetico dell'"atomo" eterico.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

viator

Salve Green Demetr. Vedo che hai capito tutto sia dello stato della mia  mente sia di ciò che ho scritto. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Socrate78

#8
Non credo che sia esatto, credo che il male sia una realtà diversa ed autonoma rispetto al bene. Infatti esso non solo rappresenta una privazione di una capacità, di qualcosa che dovrebbe esserci, ma produce anche effetti proprio opposti e differenti rispetto al bene: per intenderci un pugno che ti colpisce al volto e ti fa male lesionandoti oppure un insulto che ti fa provare dolore morale e ti umilia non sono affatto una semplice mancanza di bene, ma sono qualcosa di negativo opposto al bene di una carezza o di un sorriso, di una lode disinteressata. In fondo un cancro è qualcosa di presente nell'organismo, non una mancanza di qualcosa, eppure produce un male assoluto proprio per la sua natura patologica, cattiva. Sono proprie realtà diverse, appartenenti a mondi di realtà differenti. Per effettuare un paragone con la realtà, se si considera che tutto in fondo è energia si può considerare il bene come una precisa vibrazione su determinate frequenze, mentre il male sarebbe una vibrazione a frequenze differenti, ma NON una mancanza di energia, semplicemente una vibrazione diversa a cui sono associati sentimenti e pensieri negativi.

green demetr

Citazione di: viator il 01 Ottobre 2018, 18:03:36 PM
Salve Green Demetr. Vedo che hai capito tutto sia dello stato della mia  mente sia di ciò che ho scritto. Salutoni.

Non tu, intendevo quello che hai scritto. Voglio dire perchè tutto bene e niente male? in base a che la carenza di cui andavi parlando sarebbe ancora bene?
E' come dire che la carenza di cibo e di lavoro è ancora bene, perchè stiamo parlando comunque di cibo e lavoro......
La domanda era onesta, non volevo offendere!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

green demetr

Citazione di: Socrate78 il 01 Ottobre 2018, 18:07:32 PM
Non credo che sia esatto, credo che il male sia una realtà diversa ed autonoma rispetto al bene. Infatti esso non solo rappresenta una privazione di una capacità, di qualcosa che dovrebbe esserci, ma produce anche effetti proprio opposti e differenti rispetto al bene: per intenderci un pugno che ti colpisce al volto e ti fa male lesionandoti oppure un insulto che ti fa provare dolore morale e ti umilia non sono affatto una semplice mancanza di bene, ma sono qualcosa di negativo opposto al bene di una carezza o di un sorriso, di una lode disinteressata. In fondo un cancro è qualcosa di presente nell'organismo, non una mancanza di qualcosa, eppure produce un male assoluto proprio per la sua natura patologica, cattiva. Sono proprie realtà diverse, appartenenti a mondi di realtà differenti. Per effettuare un paragone con la realtà, se si considera che tutto in fondo è energia si può considerare il bene come una precisa vibrazione su determinate frequenze, mentre il male sarebbe una vibrazione a frequenze differenti, ma NON una mancanza di energia, semplicemente una vibrazione diversa a cui sono associati sentimenti e pensieri negativi.

Se fossero a frequenze diverse, il pugno non ti arriverebbe nemmeno...

Comunque al di là di questo manca tutto il contesto. Se qualcuno fa del male a te, o alla tua famiglia per limitarci alla morale comune, perchè il pugno dovrebbe essere considerato negativo??
Da chi?
Forse tu intendi chi ha scagliato quel pugno. Ma l'atto di violenza è sempre dovuto ad una carenza di sentimenti, di cibo, di lavoro. In realtà la storia della carenza è messa giù bene. Solo che non si capisce come si fa a chiamarla bene!
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Jacopus

#11
Non ho afferrato bene il senso del discorso di Viator. "Il male non esiste" è la tesi iniziale ma in realtà la tesi è "il male è un deficit di bene", una carenza: come se l'agente malefico debba essere educato a riscoprire il bene. Però in seguito si dice anche che non fare niente (compito in bianco) è il male assoluto...
Sul bene e il male è stato detto tanto, anche in questo forum.
Mi limito ad osservare che sono fra i fautori di un'etica né metafisica né soggettivo/convenzionale. L'etica è a mio parere sempre intersoggettiva e intersoggettivamente variabile. Tizio, ad esempio, può ritenere buono sfruttare gli immigrati perché intersoggettivamente ha condiviso con altri questo principio etico. Se Però c'è un immigrato fra i tifosi della sua squadra, prevarrà un diverso rapporto etico, fondato su valori, che in questa situazione sono confliggenti e che la creatività del singolo cercherà di risolvere.
La complessità della società attuale ci pone spesso di fronte a questi dilemmi etici ai quali talvolta si è tentati di rispondere con soluzioni assolute, che sono però sostanzialmente illusorie.
La mia etica pertanto è connessa al percorso storico dell'uomo, non dissimile a quello teorizzato da Elias e da Freud, con la consapevolezza che esso non procede a senso unico, ma può recedere, prendere altre vie, anche involutive, come già accaduto.
La credenza in un bene onnipresente e assoluto può essere consolatorio oppure un movente per cercare il bene sempre e comunque. Quindi anche questa tesi non sfugge all'ambivalenza della condizione umana.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve. Per Green Demeter. Ok. C'è stato allora un malinteso. Noto che le repliche al mio intervento iniziale sono quasi tutte incentrate su obiezioni relative agli effetti fisici del cosiddetto male.

Siamo in forum di filosofia e voglio far notare che IL CONCETTO di male non ha nulla a che vedere con quello che i bimbi chiamano "la bua" e gli adulti "dolore".

Al di là della sua esistenza od inesistenza, la definizione di male secondo me sarebbe "ciò che produce una perdita diversamente evitabile". Naturalmente un simile concetto non verrà compreso da molti. Non ho la pazienza di spiegarlo.

Il male quindi non è di per sé "ciò che dispiace o danneggia qualcuno". Questa è invece la definizione degli egoisti e dei semplici di spirito.

Infatti tumori e pugni in faccia corrispondono a tale seconda definizione.

La CARENZA di cibo e lavoro non è un bene. il BENE sono IL CIBO ed IL LAVORO. Se ce n'e poco, ci sarà in circolazione poco bene. Cioè ci sarà una quantità di BENE che continuerà però a consistere nel BENE. Il MALE sarà quindi solo la CARENZA di essi.

In estrema sintesi, e limitandosi all'ambito umano, il BENE è ciò di cui possiamo comprendere l'utilità (naturalmente a livelli soggettivi anche molto, molto, molto diversi......si va dall'utilità del denaro all'utilità dell'avere una fede religiosa !) mentre il MALE è ciò di cui possiamo comprendere la negatività (sempre all'interno dei medesimi estremi soggettivi). Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

La tua, Viator è una concezione di bene/male in qualche modo quantitativa. Come se fosse una risorsa scarsa, possibilmente da incrementare attraverso la scoperta di nuovi giacimenti di bene. Ma la carenza di aggressività è un bene o un male? La carenza/abbondanza di giustizia? La carenza/abbondanza di controllo poliziesco? La carenza/abbondanza di amore? Sesso? Ricchezza? Lunghezza della vita (Il massimo del bene sarebbe quindi l'immortalità?). E anche il lavoro e il cibo, in che senso sono un bene? Il fatto che ve ne sia in gran quantità ma che si tratti di lavoro da schiavi è la stessa cosa di professioni rare ma ben pagate? Che vi sia tanto cibo spazzatura è meglio di una quantità  inferiore ma più genuina?
A mio giudizio il male, se vogliamo oltrepassare il discorso etico che ho posto prima, è una condizione umana sempre possibile ed è il male che osserviamo scaturire dalla natura e dai nostri simili. Il male è la morte che ci priva del senso della vita. Ma il male sarebbe anche l'immortalità che ci renderebbe esseri viventi inutili, privi di un disegno e di un destino, per via di un orizzonte infinito.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

bobmax

In estrema sintesi, il Male è l'Altro.
Ossia il 2, la scissione, l'esserci come soggetto/oggetto.

Mentre il Bene è l'Uno.

Tuttavia è solo tramite l'Altro che si può cercare l'Unità.

Sono convinto che la luce sia messaggera di questa intrinseca unità.
Per il fotone, infatti, tutto il tempo è un semplice istante senza durata, mentre tutto lo spazio non è che un punto (un nulla).
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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