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Tra Probabile e Possibile

Aperto da Ingordigia, 14 Giugno 2017, 12:24:16 PM

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Ingordigia

Posso immaginarmi di vedere un unicorno , ma sono conscio di non averlo mai esperito sensibilmente.
Quali limiti vietano ad un accadimento intellegebile di verificarsi nel mondo sensibile che percepiamo ?

doxa

i limiti te li pone la realtà ! O quella che percepisci come tale.

sgiombo

#2
Secondo me niente di oggettivo vieta a priori a un avvenimento (non scrivo "evento" per non fare incazzare Heidegger*) puramente e semplicemente immaginario e non reale, come l' esistenza di un ippogrifo (animale al quale sono personalmente molto affezionato; e credo anche Maral) di essere pensato (essere reale).

Invece le definizioni di "reale", "non reale", "possibile", "impossibile", "permesso", "vietato", ecc. vietano (analiticamente a priori: con questo non si sa nulla di come la realtà é o non é) che qualsiasi avvenimento non reale sia realmente (che possa essere nella realtà; e non solo nel pensiero circa la realtà) reale; e che qualsiasi avvenimento reale non sia realmente (che possa non essere nella realtà; e non sono nel pensiero circa la realtà) reale.

Pensare che un ippogrifo esista o che qualsiasi altro evento descrivibile senza cadere in contraddizioni logiche realmente accada si può sempre in linea teorica, di principio.
Ciò che in realtà non si può pensare (sensatamente; avverbio pleonastico; ma casomai solo credere erroneamente, falsamente di pensare) é qualcosa di autocontraddittorio.
Nella realtà per definizione qualcosa necessariamente é/accade oppure non é/non accade, ovvero se é/accade, allora necessariamente é/accade (ovvero non può non essere/non accadere; ma casomai può solo pensarsi che non sia/non accada); mentre se non é/non accade necessariamente non é/non accade (ovvero non può essere/accadere; ma casomai può solo pensarsi che sia /accada).
Ma nel pensiero (circa la realtà) può anche darsi (= ma può anche pensarsi = ma é anche possibile) che sia/accada qualcosa (purché non autocontraddittorio) che nella realtà non é/non accade e/o può anche darsi (= ma può anche pensarsi = ma é anche possibile) che non sia/non accada qualcosa che nella realtà  é/accade.

Dunque:

Reale (in positivo; oppure in negativo: non reale) = necessario:

possibile = pensabile (non autocontraddittoriamente, in maniera logicamente corretta, sensata).

Questi sono giudizi sintetici a priori, mere deduzioni da definizioni arbitrarie, logicamente corrette (certamente vere), ma conoscitivamente (circa la conoscenza di ciò che é reale o meno) del tutto sterili, che non dicono nulla su cosa realmente é/accade o meno.

Fondamentale importanza filosofica (almeno per me) della distinzione fra realtà in generale e (quel peculiare genere di realtà che é la realtà del) pensiero (circa la realtà o meno)!

Può pensarsi essere reale ciò che non é reale (= credersi il falso) e non pensarsi essere reale ciò che é reale (= ignorarsi ciò che é reale), nonchè pensarsi che non sia reale ciò che é reale (= credersi il falso) e pensarsi che sia reale ciò che non é reale (idem).
Oltre a potersi pensare che é reale ciò che é reale e che non é reale ciò che non é reale (= credersi il vero = conoscere qualcosa della realtà).




__________________________________
* L' anacronismo é voluto (spero che apprezzerai l' ironia).

paul11

#3
ciao Ingordigia,
è possible nella misura in cui l'intelletto può alterare la manifestazione fenomenica di un cavallo e mentalmente trasporla in una fantasia come un unicorno
Il limite è logico: c'è un unicorno nel mondo fenomenico del sensibile?
Quindi il cavallo che si trova nel dominio del fenomenico è identico all'unicorno nel dominio dell'astratto?

lorenzo

#4
Citazione di: Ingordigia il 14 Giugno 2017, 12:24:16 PMPosso immaginarmi di vedere un unicorno , ma sono conscio di non averlo mai esperito sensibilmente.
Quali limiti vietano ad un accadimento intellegebile di verificarsi nel mondo sensibile che percepiamo ?
Posso immaginarmi di essere il vincitore di un miliardo all'enalotto, ma sono certo di di non averlo mai esperito sensibilmente.
Secondo te, quale limite impedisce a questo accadimento intelligibile di verificarsi nel mondo sensibile?
(puoi anche rispondermi in privato, che poi facciamo a metà!)


Ma, a proposito di unicorni:
L'unicorno esiste e vive in Toscana
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Sariputra

Citazione di: lorenzo il 15 Giugno 2017, 09:50:37 AM
Citazione di: Ingordigia il 14 Giugno 2017, 12:24:16 PMPosso immaginarmi di vedere un unicorno , ma sono conscio di non averlo mai esperito sensibilmente. Quali limiti vietano ad un accadimento intellegebile di verificarsi nel mondo sensibile che percepiamo ?
Posso immaginarmi di essere il vincitore di un miliardo all'enalotto, ma sono certo di di non averlo mai esperito sensibilmente. Secondo te, quale limite impedisce a questo accadimento intelligibile di verificarsi nel mondo sensibile? (puoi anche rispondermi in privato, che poi facciamo a metà!)

Ma, a proposito di unicorni: L'unicorno esiste e vive in Toscana

Un mio caro amico si presentò un giorno all'ingresso di Villa Sariputra facendo sfoggio di un unico corno che gli cresceva sulla tempia sinistra.  Incuriosito, e un pò sconcertato dal fatto per me inusuale, gliene chiesi la ragione. La risposta , per quanto paradossale, aveva una sua logica: "Mio caro Sari" mi rispose " sono vittima anch'io, come molti,  di una donna tanto amata quanto infedele. Ma quando le ho chiesto il perché non potevo, almeno come consolazione, far sfoggio di una vera coppia di preziosi e utili corni, come tutti i cristiani, e se poteva darmi spiegazione del perché mi trovavo in questa imbarazzante situazione mi ha semplicemente, e con candore, spiegato che poteva trattarsi del fatto che lei non mi aveva mai tradito con uomo... ma bensì con la sua migliore amica! E che quindi si poteva considerare un...mezzo tradimento!".   :o
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

sgiombo

Ben tornato, Sari, si sentiva la mancanza della tua arguzia!

(Fra l' altro, da amante sfegatato degli ippogrifi, come animali immaginari, puoi immaginare quanto piacere mi abbia fatto sapere che gli unicorni esistono, e dunque non possono attentare alla paradigmaticità -orrenda parola, lo so- dei cavalli volanti).

sgiombo

#7
Citazione di: paul11 il 14 Giugno 2017, 22:08:19 PM
ciao Ingordigia,
è possible nella misura in cui l'intelletto può alterare la manifestazione fenomenica di un cavallo e mentalmente trasporla in una fantasia come un unicorno
Il limite è logico: c'è un unicorno nel mondo fenomenico del sensibile?
Quindi il cavallo che si trova nel dominio del fenomenico è identico all'unicorno nel dominio dell'astratto?
CitazioneA rischio di passare per un insopportabile pignolo (probabilmente non sarebbe la prima né, purtroppo per voi, l' ultima volta; e comunque chiedo preventivamente scusa), secondo me il limite é empirico: non c' é (almeno a quanto finora si sappia) un cavallo con un unico corno nel mondo fenomenico del sensibile (mentre un capriolo con un corno solo c'é, come ci ha informato Sari); invece non c' é limite logico che impedisca di pensare (che ne impedisca l' esistenza "mentale") un cavallo con un unico corno (non é un concetto autocontraddittorio).

Dunque il cavallo reale che si trova nel mondo fenomenico é ben diverso dall' "unicorno equino" immaginario che (a quanto pare) si trova unicamente nell' ambito del pensiero immaginario (che é reale solo in  quanto pensato), proprio per questa profonda diversità o non identità ontologica fra loro.


P.S.: A costo di rischiare di passare per un orrendo "buonista", chiedo ulteriormente scusa a Lorenzo, per aver indebitamente attribuito a Sariputra l' informazione sull' esitsenza reale dell' unicorno

paul11

#8
ciao Sgiombo,
posso essere d'accordo sull'ippogrifo, come ho precedentemente scritto, se le regole logiche  hanno costruito contraddizioni, aporie, antinomie, fra il dominio del sensibile e il dominio dell'astratto (il mentale), ma non che necessariamente il concetto nell'astratto debba essere dimostrato nel dominio del sensibile, del fisico, naturale.

Vi sono innumerevoli concetti non determinabili, almeno per ora, poi chissà, fisicamente: il mentale, la coscienza, lo spirituale, ecc.
Quando trovo uno scienziato fisicista che mi dice che non esiste la coscienza in quanto non dimostrabile, dovrebbe a su volta spiegarmi come  i suoi processi metabolici siano pervenuti a questa linguistica e concettuale definizione deduttiva senza una coscienza ,senza una mente: per motilità intestinale? Ho provato a chiederlo alle cagnette di mio figlio, mi guardavano in maniera strana volevano solo mangiare.

sgiombo

Citazione di: paul11 il 15 Giugno 2017, 14:07:56 PM
ciao Sgiombo,
posso essere d'accordo sull'ippogrifo, come ho precedentemente scritto, se le regole logiche  hanno costruito contraddizioni, aporie, antinomie, fra il dominio del sensibile e il dominio dell'astratto (il mentale), ma non che necessariamente il concetto nell'astratto debba essere dimostrato nel dominio del sensibile, del fisico, naturale.

Vi sono innumerevoli concetti non determinabili, almeno per ora, poi chissà, fisicamente: il mentale, la coscienza, lo spirituale, ecc.
Quando trovo uno scienziato fisicista che mi dice che non esiste la coscienza in quanto non dimostrabile, dovrebbe a su volta spiegarmi come  i suoi processi metabolici siano pervenuti a questa linguistica e concettuale definizione deduttiva senza una coscienza ,senza una mente: per motilità intestinale? Ho provato a chiederlo alle cagnette di mio figlio, mi guardavano in maniera strana volevano solo mangiare.
CitazioneMi sembra tutto un grosso fraintendimento.

Non ho risposto a Ingordigia che i concetti logici debbano essere "dimostrati"empiricamente a posteriori attraverso il "dominio del sensibile"; fra l' altro ho sempre considerato "spazzatura" (mi scuso per la franchezza con i "fondamentalisti della filosofia analitica", ma é ciò che modestamente ne penso) la pretesa di Quine che non esistano giudizi analitici a priori e i pretesi tali (per lui) vadano ridotti a giudizi sintetici a posteriori.

Gli ho solo obiettato (a Ingordigia) che il limite all' esistenza dell' unicorno (equino), ciò che la nega, non é logico (trattandosi di un concetto logicamente del tutto corretto, coerente, la cui esistenza, nell' ambito del pensiero, é possibilissima), bensì secondo me é empirico a posteriori (non c' é alcun unicorno -almeno finora così pare- nel "mondo fenomenico del sensibile", pur potendone esistere quanti se ne vuole nel mondo -pure fenomenico ma- mentale degli oggetti fantastici di pensiero).

Quanto alla filosofia della mente ho sempre decisamente criticato e negato il monismo materialistico professando fieramente un "monismo del noumeno - dualismo dei fenomeni" per il quale la coscienza non é in alcun modo riducibile al, né in alcun senso "emerge dal" o "sopravviene al" cervello, la coscienza e il pensiero non sono nel cervello ma invece é il cervello ad essere nella coscienza.

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