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Ti sento, quindi esisti.

Aperto da iano, 14 Gennaio 2023, 23:20:20 PM

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daniele22

Citazione di: Ipazia il 15 Gennaio 2023, 16:03:45 PML'esistere, o l'esser-ci, se preferite, è fondato nel tempo di vita di ogni ente indipendentemente dal rapporto soggetto-oggetto, osservatore-osservato. La montagna, sequoia, umano, gatto, hanno un tempo di vita che resiste a qualsiasi sofisma, che al massimo può attaccare il significante loro attribuito da un intelletto umano. Laddove il reale si fa razionale e comunicabile.
Scusa Ipazia, questa me l'ero persa e l'ho notata solo perché l'ha ripresa niko. Vorresti spiegare meglio cosa intendi dicendo che "l'esserci" è fondato nel tempo di vita di ogni ente indipendentemente dal rapporto soggetto-oggetto, osservatore osservato? Infatti io avevo ripreso il tema buttandolo sul ridicolo con niko, essendo per me al limite dell'assurdo. Visto però che la metti pure tu in questi termini ribadisco che tale pensiero corrisponda a pura follia ... e pensare che io mi sono autocertificato folle

Ipazia

Perchè follia ? L'Everest (la montagna cui abbiamo attribuito quel significante condiviso) esiste solo quando qualcuno l'osserva ? Prima non esisteva (i giochini sul significante non valgono come risposta) ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

iano

#47
Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2023, 08:03:00 AMPerchè follia ? L'Everest (la montagna cui abbiamo attribuito quel significante condiviso) esiste solo quando qualcuno l'osserva ? Prima non esisteva (i giochini sul significante non valgono come risposta) ?
io propongo di considerare che esista quando l'osservazione e' condivisa, e non perchè l'unanimità osservativa diventa prova della sua esistenza. La prova della sua esistenza infatti dovrebbe passare per una sua definizione precisa, e invitando gli osservatori a darne ognuno una sua non ne troveremmo due uguali.
E quando tutti pur converremo di condividere una di quelle definizioni, questa esistenza convenzionale non corrisponde ad una esistenza indipendente dagli osservatori.
Però io, con questa che sembra una questione di lana caprina, non voglio  demolire l'oggetto della percezione umana o di quella scientifica, ma il contrario, rafforzarne le fondamenta precisandolo meglio.
Il problema non è se così rischiamo di trovarci di fronte ad una illusione , perchè che sia una illusione il prodotto della nostra percezione ( classica o scientifica) lo assumiamo a priori.
La differenza la fanno le conseguenze funzionali dell'illusione che si rafforzano ad esempio quando condivisa.
Ciò che conta sono cioè le conseguenze della illusione, che possono andare dall'ottenere il premio Nobel al guadagnarsi l'esilio dalla comunità umana.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#48
Assumere l'esistenza delle cose in sè o rifiutarla, per me, che sono portato a non fidarmi di ciò che mi appare evidente se non so perchè evidente mi appare, ha solo il valore di una ipotesi di lavoro, e quello che mi interessa in definitiva sono le conseguenze di questa ipotesi.
L'ipotesi della esistenza in sè non manca di conseguenze positive, perchè mi consente di mettere in un ordine coerente tutte le mie esperienze passate, ma ha lo svantaggio di condizionare, zavorrandole, le mie esperienze future.
L'esistenza in sè è cioè una ipotesi conservativa, che si sarebbe mostrata perfetta se, come tutti credevano alla fine del novecento, fossimo giunti a sapere tutto quello che c'era da sapere, ma diventa un impedimento se quel che c'è da sapere non sembra aver fine, e quindi in sostanza non c'è propriamente qualcosa di preciso da sapere (verità), né tantomeno c'è un immutabile osservatore al quale manchi solo di colmare appena qualche sua lacuna per guadagnarsi uno status  definitivo.
Il punto, ribadisco, è che io non mi fido delle apparenze, neanche di quelle formalizzate dalla scienza, non perchè non sia giusto e utile farlo, ma perchè non è sufficiente farlo se pensiamo che il nostro percorso non abbia una meta definita.
Certo dietro la mia posizione incombe il rischio nichilista, perché assumere questa posizione significa scommettere sull'uomo, un uomo che non  non decida, seppur stremato, di fare l'ultimo miglio perchè lì forse è la fine del percorso col cartello ''verità''. Ma un uomo che trovi dentro sè i motivi per andare avanti. Un essere vivente fra tanti in relazione con tutti gli altri, ma che è un individuo relazionale in quanto spinto da una motivazione che è dentro, e non fuori di sè.
Quale altro senso dovremmo dare sennò all'individualità?
Come potremmo diversamente giustificarla?
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

daniele22

Citazione di: Ipazia il 18 Gennaio 2023, 08:03:00 AMPerchè follia ? L'Everest (la montagna cui abbiamo attribuito quel significante condiviso) esiste solo quando qualcuno l'osserva ? Prima non esisteva (i giochini sul significante non valgono come risposta) ?
Quando la gente mi dice che la luna esiste anche se non la guardo io sorrido tra me e me e lascio perdere. Ma quando me lo dice una persona che si dice sensibile alle questioni filosofiche un po' mi fa innervosire. Intanto, per come la vedo io, avresti forse dovuto dire che è l'essere ad esistere a prescindere dal rapporto osservatore-osservato e non l'esserci, ma non sarebbe sostenibile ugualmente. In ogni caso l'essere sarebbe comunque un conio umano dovuto all'osservazione che compie l'esserci. Quindi dimentichiamoci di esistenze a prescindere dagli osservatori osservanti. Quello che poi queste persone esperte non intendono comprendere, dimostrandosi anzi assai ostinate al riguardo, sarebbe che è vero che l'Everest esiste anche se non lo guardo, ma fatalità io non l'ho mai visto. Io però non ho alcun dubbio sul fatto che l'Everest esista, ma quel che cerco di spiegare a costoro che mi fanno innervosire sarebbe che non è importante il fatto che l'Everest esista anche se non lo guardo, bensì che l'Everest esista comunque nella mia testa. E questo accade perché qualcuno mi ha detto che esiste l'Everest e io gli credo. Siccome me l'ha detto il libro di scuola diciamo che son così propenso a fidarmi. Resta il fatto che l'Everest, per quel che mi riguarda, esiste solo nella mia testa, dato appunto che non l'ho mai visto. A questo punto, siccome in questo forum da parte di qualcuno c'è molta maleducazione e poco rispetto per il tempo che uno dedica al dialogo gradirei che tu rispondessi e non che ti dileguassi come fanno tanti che gettano il sasso e poi li rivedi che si dedicano ad altro senza curarsi minimamente del tuo tempo sprecato, perché a 'sto punto è proprio sprecato, a parlare con loro. Dopo poco che entrai nel forum mi hai detto al proposito che forse si vergognavano a farlo data la pochezza del mio pensare. A parte che questo non sarebbe secondo me un motivo sufficiente per non rispondere, puoi benissimo dirmelo ancora una volta se è questo che devi dire, mica mi offendo. Un saluto

iano

#50
Possiamo immaginare la percezione condivisa come una scienza praticata secondo natura, dove la condivisione ha il ruolo ausiliario di essere un rafforzativo della percezione, e la scienza propriamente detta come una pratica innaturale, un peccato da emendare per tornare allo stato naturale.
Ma questa tensione del ritorno allo stato naturale nella sua dinamica circolare equivale a un immobilismo statico, dove possiamo avere di noi finalmente una considerazione definitiva, dunque genuina, dunque vera, che renda conto di come possiamo autoconcepirci , seppur in apparente mutazione, per cui questa mutazione deve essere appunto una vuota apparenza, una prova cui qualcuno ci sottopone, che, se superata, avrà come premio l'essere finalmente pienamente ciò che percepiamo, essere noi stessi.
L'alternativa è accettarsi per quel che si è, come condizione necessaria per poter stare dentro una esistenza condivisa, dove la condivisione ha il maggior valore, e l'individualità ha  il solo valore ausiliario di renderla possibile.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#51
@ Daniele.
la mancata puntualità che sempre più insistentemente lamenti di risposte ai tuoi post temo preluda ad una tua fuoriuscita dal forum, cosa che considero come un impoverimento del forum, e quindi un impoverimento personale facendone parte.
Lascia quindi che faccia un tentativo di scongiurare ciò, dicendo che non credo ci sia qualcuno che si sentirebbe di darti torto, perchè non credo che vi sia alcuno in questo forum che non si sia trovato a modo suo, e continui trovarsi, nel frangente che lamenti.
Io mi ci trovo una volta si e una volta no.
Mi sembra a volte di parlare da solo, ma alla fine ho dovuto realizzare, non cedendo al nervosismo, che questo parlarsi da soli a cui a volte si riduce la comunicazione ha comunque un suo valore, se quando raramente mi succede di rileggere qualche mio post, specie se molto vecchio, mi sembra sia stato scritto da un altro.
Anzi giuro che, se sopra non leggessi Iano, difficilmente lo riconoscerei per mio, e non riconoscendolo come mio potrei decidere di ''rispondermi'', ma anche no.
A volte così mi chiedo se vale davvero la pena di continuare a parlare con un me stesso che non sempre mi risponde.
Ma tu potresti davvero giurare di essere nella posizione di quello che non riceve risposte, e non anche nella condizione di quello che non ne dà?
Non sempre di risposte ne abbiamo, a volte facciamo solo Rock 'n' Roll. Sono solo canzonette Daniele, non metterci alle strette.
Vogliaci dunqueperdonare in anticipo e a prescindere, come noi ti perdoniamo, per le risposte che non ci daremo. :)
Magari è solo che a volte lasciamo talmente maturare le nostre risposte che alla fine cadono.
Magari se ne riparla poi alla prossima fioritura e alle prossime mele, che sembrano le stesse dell'anno prima, ma che non sono mai uguali.
A volte le cogliamo, a volte cadono.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

#52
I pazzi per quanto mi riguarda sono i solipsisti e gli spiritualisti...

Basta con questo giochetto del confondere la parola con la cosa, il significante con il significato.

La materia esiste al di fuori della parola che la dice e dell'intelligenza che la pensa.

Volete fare i relativisti della conoscenza, i posapiano noOlogici, e il bello e' che lo volete fare senza accettare la realta' naturale e naturalistica dell'ignoto, che sola potrebbe giustificare il CORRETTO relativismo della coscienza e della conoscenza, ovvero la materia/tempo/spazio che si estende liberamente entro e oltre i limitati campi di osservazione dei viventi.

Vera liberta' fondamentale fondante, questa della materia di poter entrare e uscire dai nostri piccolissimi e mediocrissimi campi di osservazione rimanendo se stessa, altroche' arbitrio, altroche' liberta' dello Spirito.

Gli prende un colpo, a Daniele, se qualcuno gli spiega che, oltre all'Everest, che lui ha studiato sul libro di scuola ed esso e' nella sua testa, anche il MONTE SENZA NOME del pianeta senza nome della stella senza nome nella galassia senza nome esiste benissimo in virtu' dello spazio, del tempo, della materia e delle loro possibili, viventi e non, COMBINAZIONI, anche se lui, quel monte lontano tremila anni luce proprio "non lo conosce", ed esso non e' "nella sua testa"?

E che il MONTE SENZA NOME sul pianeta lontanissimo, mai guardato da occhi e pensato da teste esisterebbe ugualmente e beatissimamente di suo addirittura se tra tutti i viventi presenti, passati e futuri del cosmo non lo conoscesse mai nessuno, e se esso non transitasse mai "nelle teste" e sotto gli occhi di nessuno?

Perche' esistere non significa "esistere per qualcuno", non significa "essere osservati"....

Esistere significa esistere....

I nevrotici, pensano che la realta' stia dentro la loro testa...

E mi meraviglio qui anche di Iano, che, avendo una formazione o quantomeno una forte curiosita' scientifica, non ha pensato subito alla meccanica quantistica, che permette di inquadrare correttamente la questione dell'osservatore "realizzante" la realta' senza cadere nel solipsismo o nello spiritualismo: e' ben vero che  l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda "realizza" la realta' e costringe quello che era sovrapposto a collocarsi in uno stato preciso, ma e' ben falso, che l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda implichi necessariamente una azione umana o tantomeno un'azione intelligente, cosciente.

Due enti a-vitali e a-coscienti, come per esempio due particelle o aggregati di particelle,  possono "osservarsi", (cioe' fuor di metafora urtarsi, come nella miglior tradizione atomistica antica) tra di loro realizzando il nesso tra realta' e "osservazione" (ma meglio si dovrebbe dire: tra realta' e interazione!) che si vorrebbe falsamente attribuire allo spirito (nello spiritualismo) o all'ego (nel solipsismo).

La realta' dipende dall'osservazione e tutto e' interconnesso, ma non e' uno scienziato col camice bianco o uno studente che studia l'Everest sui libri di scuola, a creare DAL NULLA, (altro maldigerito e inconsapevole nichilismo della china che sta prendendo l'occidente) la realta'.

Se il SACRO e' radicato nel riconoscimento di cio' che trascende e limita la nostra volonta', il MATERIALISMO e' radicato nel riconoscimento di cio' che trascende e limita le proprieta' cosmogoniche e realizzative della nostra coscienza e conoscenza, quindi ben lungi dall'opporsi al sacro, gli e' cugino.

Scusate per i toni un po' focosi, ma io ritengo che l'ovvio sia che i pini esistono quando nessuno li guarda, la contraddizione all'ovvio che esistono solo se guardati, ed e' chi contraddice l'ovvio che ha l'onere della prova.

E invece che prove, finora, dei pini divinamente realizzati dall'osservazione, finora qui ho letto solo chiacchiere.





Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

atomista non pentito

Niko hai fatto una tirata enciclopedica apprezzabilissima per ribadire (e io sono pienamente con Te , si vedano i miei interventi a proposito , certo meno eruditi , ma sostanzialmente consonanti) che molte delle fantasiose elucubrazioni che ci vengono propinate sono in realta' onanismo mentale ( poco utile )   che  , inoltre , a chi lo pratica ha buone possibilita' di generare ( questo si' ) cecita'.

daniele22

Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 10:29:19 AM@ Daniele.
la mancata puntualità che sempre più insistentemente lamenti di risposte ai tuoi post temo preluda ad una tua fuoriuscita dal forum, cosa che considero come un impoverimento del forum, e quindi un impoverimento personale facendone parte.
Lascia quindi che faccia un tentativo di scongiurare ciò, dicendo che non credo ci sia qualcuno che si sentirebbe di darti torto, perchè non credo che vi sia alcuno in questo forum che non si sia trovato a modo suo, e continui trovarsi, nel frangente che lamenti.
Io mi ci trovo una volta si e una volta no.
Mi sembra a volte di parlare da solo, ma alla fine ho dovuto realizzare, non cedendo al nervosismo, che questo parlarsi da soli a cui a volte si riduce la comunicazione ha comunque un suo valore, se quando raramente mi succede di rileggere qualche mio post, specie se molto vecchio, mi sembra sia stato scritto da un altro.
Anzi giuro che, se sopra non leggessi Iano, difficilmente lo riconoscerei per mio, e non riconoscendolo come mio potrei decidere di ''rispondermi'', ma anche no.
A volte così mi chiedo se vale davvero la pena di continuare a parlare con un me stesso che non sempre mi risponde.
Ma tu potresti davvero giurare di essere nella posizione di quello che non riceve risposte, e non anche nella condizione di quello che non ne dà?
Non sempre di risposte ne abbiamo, a volte facciamo solo Rock 'n' Roll. Sono solo canzonette Daniele, non metterci alle strette.
Vogliaci dunqueperdonare in anticipo e a prescindere, come noi ti perdoniamo, per le risposte che non ci daremo. :)
Magari è solo che a volte lasciamo talmente maturare le nostre risposte che alla fine cadono.
Magari se ne riparla poi alla prossima fioritura e alle prossime mele, che sembrano le stesse dell'anno prima, ma che non sono mai uguali.
A volte le cogliamo, a volte cadono.



Non preoccuparti iano, ti ringrazio per il messaggio, ma non so proprio come ti sia venuta questa idea ... sei un bel diavoletto pure tu. Non me ne vado proprio dal forum, ma come? non hai ancora capito che sono in missione per conto di io?, o Dio, decidi tu. Quello che dico sulle mancate risposte è solo un invito ad una serietà che qualora manchi in un sito dedicato alla cultura lo farebbe cadere di molto, relegandolo alle categorie più basse dei cosiddetti social. Va ben che questa è la sbobba che ci dobbiamo mangiare quotidianamente, ma almeno ho il coraggio di dirlo chiaro e forte. Soprattutto perché è un invito anche al dovuto rispetto che si deve alle persone, nonostante queste stesse persone a cui manca tale rispetto si ergano poi a paladini della giustizia sociale. Belle facce di bronzo! ... E magari ti tacciano di essere un venditore di fumo, ma scartando sempre il dialogo sul piano logico razionale. Iano non è a te che imputo in particolare queste non risposte, comunque pur non giurando che non si sa mai, da quando son qui le risposte le do sempre a meno di non avvisare prima. Dopo, più o meno da quando andossene l'illustrissimo, la buona sorte sia sempre con lui, ho cambiato registro, son divenuto un po' più aggressivo e ora come ora proprio non considero più certe figure a meno che non si presentino loro a me e in panni almeno decenti. Ciao

iano

#55
Citazione di: niko il 18 Gennaio 2023, 13:35:29 PME mi meraviglio qui anche di Iano, che, avendo una formazione o quantomeno una forte curiosita' scientifica, non ha pensato subito alla meccanica quantistica, che permette di inquadrare correttamente la questione dell'osservatore "realizzante" la realta' senza cadere nel solipsismo o nello spiritualismo: e' ben vero che  l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda "realizza" la realta' e costringe quello che era sovrapposto a collocarsi in uno stato preciso, ma e' ben falso, che l'urto/osservazione/collasso della funzione d'onda implichi necessariamente una azione umana o tantomeno un'azione intelligente, cosciente.





Io mi meraviglio di te che continui a darmi del solipsista nostante i miei argomenti contro. Nel mio caso, ho provato ad argomentare dovrebbe trattarsi semmai di un  solipsismo relativo all'umanità, cioè condiviso dagli individui umani, e in quanto tale non-solipsismo.
Mentre ho dichiarato un solipsismo individuale possibile quanto privo di interesse per me.

Per quanto riguarda la meccanica quantistica non l'ho tirata in ballo perchè non mi piace vincere facile, ma visto che mi passi incautamente l'assist, come la mettiamo con l'esistenza duale della particella-onda che non è  dunque  in sè materia, né non-materia, perchè essere contemporaneamente le due cose significa non essere alcuna delle due.
Non è Everest né spirito che aleggia sulle montagne. Allora quale esistenza possiede in sè?
Facciamo entrare tutte le nuove entità che bussano alle porte del regno delle cose in sè, senza chiedergli la parola d'ordine?
Io direi di si, però poi non possiamo più chiamarlo regno delle cose in sè.
In alternativa potremmo dire con Einstein che la teoria funziona, ma non è completa, sottintendendo che lo scopo delle teorie è duale, di funzionare e contemporaneamente dirci la verità.
Gli scienziati però, dopo averci ragionato a lungo hanno deciso che la verità non è affar loro, ma dei filosofi, e la teoria sta bene così.
Io non sono scienziato, ma sopratutto non sono filosofo, nel senso che non posseggo l'armamentario culturale per potermi così fregiare, ma forse proprio per questo, non portando il peso di una cultura specifica, accetto agevolmente ogni novità che contro quella cultura possa andare , ma non certo per odio verso di essa, anzi, verso la quale mi sento invece manchevole.
Però non tutto il male vien per nuocere.
Da non filosofo però dico, insieme a Bobmax, che non può esistere una nuova filosofia slegata dall'esperienza umana, e in particolare quella scientifica,  e che  rimastichi perciò sterilmente sempre lo stesso cibo.
Perciò, visto che condividiamo lo stesso interesse per la scienza, mi aspetterei che di questa nuova filosofia fossi tu portatore sano.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 15:33:43 PMIo mi meraviglio di te che continui a darmi del solipsista nostante i miei argomenti contro. Nel mio caso, ho provato ad argomentare dovrebbe trattarsi semmai di un  solipsismo relativo all'umanità, cioè condiviso dagli individui umani, e in quanto tale non-solipsismo.
Mentre ho dichiarato un solipsismo individuale possibile quanto privo di interesse per me.

Per quanto riguarda la meccanica quantistica non l'ho tirata in ballo perchè non mi piace vincere facile, ma visto che mi passi incautamente l'assist, come la mettiamo con l'esistenza duale della particella-onda che non è  dunque  in sè materia, né non-materia, perchè essere contemporaneamente le due cose significa non essere alcuna delle due.
Non è Everest né spirito che aleggia sulle montagne. Allora quale esistenza possiede in sè?
Facciamo entrare tutte le nuove entità che bussano alle porte del regno delle cose in sè, senza chiedergli la parola d'ordine?
Io direi di si, però poi non possiamo più chiamarlo regno delle cose in sè.
In alternativa potremmo dire con Einstein che la teoria funziona, ma non è completa, sottintendendo che lo scopo delle teorie è duale, di funzionare e contemporaneamente dirci la verità.
Gli scienziati però, dopo averci ragionato a lungo hanno deciso che la verità non è affar loro, ma dei filosofi, e la teoria sta bene così.
Io non sono scienziato, ma sopratutto non sono filosofo, nel senso che non posseggo l'armamentario culturale per potermi così fregiare, ma forse proprio per questo, non portando il peso di una cultura specifica, accetto agevolmente ogni novità che contro quella cultura possa andare , ma non certo per odio verso di essa, anzi, verso la quale mi sento invece manchevole.
Però non tutto il male vien per nuocere.
Da non filosofo però dico, insieme a Bobmax, che non può esistere una nuova filosofia slegata dall'esperienza umana, e in particolare quella scientifica,  e che  rimastichi perciò sterilmente sempre lo stesso cibo.
Perciò, visto che condividiamo lo stesso interesse per la scienza, mi aspetterei che di questa nuova filosofia fossi tu portatore sano.


L'esistenza non e' fondata ne' sull'io ne' sull'umanita' / intersoggettivita'.

Ne' sull'io ne' sul noi.

E' fondata sulla complessita' , e quindi su una sorta di inter-oggettivita'.

Su un "noi" dato, che e' interazione, automatismo molto piu' spesso di quanto non sia conoscenza.

La conoscenza, vale perche' e' rara.

L'amore, vale perche' e' raro.


Tu puoi "vedere" in senso lato, quindi anche: pensare e percepire, delle "cose" entro un certo "campo".

Se prendiamo l'intera umanita', il campo aumenta di tanto, rispetto al tuo, ma rimane sempre minimissimo, esiguo, rispetto al mondo, rispetto a quello che davvero esiste.

Per quel che mi riguarda, l'umanita' puo' essere ignorante quanto un singolo uomo.

Ma non e' la conoscenza, che ha il potere di fondare la realta', e' la realta' che non solo, fonda la conoscenza, ma puo' fare infinite altre cose, oltre che fondare la conoscenza.

Essa puo' lavorare per se stessa, oltreche' per noi.

Fondare la conoscenza e' una -singola- potenzialita' della realta', ma non la esaurisce.

Quindi esistono pini non visti da nessuno.







Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

iano

Non ricordo chi ha scritto qui, credo Bobmax, che la complessità è l'idolo alla moda della scienza, che segue all'informazione, e così via passando da un idolo all'altro .
Cosa proporrà la nuova collezione primavera- estate?
Un coordinato- interoggetivo?
Sono curioso.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

niko

#58
Citazione di: iano il 18 Gennaio 2023, 18:43:04 PMNon ricordo chi ha scritto qui, credo Bobmax, che la complessità è l'idolo alla moda della scienza, che segue all'informazione, e così via passando da un idolo all'altro .
Cosa proporrà la nuova collezione primavera- estate?
Un coordinato- interoggetivo?
Sono curioso.


Sempre meglio del ridicolo, di fondare l'esistenza su solipsismi individuali o collettivi.

Sempre meglio del banale, di interpretare il dualismo onda/particella come il dualismo spirito/materia.

Mentre a logica esso dovrebbe essere il dualismo:

Materia 1/ materia2.  E spirito non pervenuto.

Ma prima bisognerebbe fare lo sforzo di capire.

E aspetto ancora le prove di come l'umanita' possa rendere reale la realta'.

I fossili di dinosauro?

Quelli esistevano, e ruggivano, pure senza uomini a guardarli.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

Più che la complessità il problema è la "risoluzione". E la risoluzione fisica e metafisica della problematica opposta da jano sulla onda-particella è che siamo ai limiti delle nostre tecnologie di indagine sui fenomeni naturali, per cui dobbiamo accontentarci della loro scarsa risoluzione e dobbiamo rassegnarci ad assemblare fotografie discontinue del fenomeno, non essendo in grado di fotografarlo tutto istantaneamente.

Che le cose esistano indipendentemente dall'essere osservate è una banalità dal punto di vista empirico di cui anche la metafisica deve farsene una ragione, dopo tutti i fallimenti della sofistica nel prospettare una realtà altra da quella empiricamente riscontrabile.

La quale può essere falsificata, ma solo da strumentazioni empiriche, osservazioni, e calcoli più sofisticati, aumentando la risoluzione del fenomeno, non certo da argomentazioni metafisiche.

Il noumeno è altra cosa e lo sganciarsi della verità scientifica da esso è un progresso epistemico. Una volta che noi diamo significato e significante ad un referente e ne specifichiamo i limiti del campo di esistenza non lo abbiamo cristallizzato in una verità noumenica, ma poniamo una verità per noi, fenomenica,  funzionale alla nostra transeunte intellezione dell'universo. Il realismo si limita a questa operazione asseverativa di cui riconosce e accetta la falsificabilità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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