Teorizzare la guerra senza una prospettiva storica

Aperto da Giorgiaz_, 19 Aprile 2022, 18:20:01 PM

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Ipazia

#15
La guerra di per sé è una prospettiva storica con una propria storia che ha condizionato le altre storie. Dalle Termopili all'etica cortese al patriottismo alle ricorrenze celebrative,  la storia della guerra è penetrata grandemente nell'immaginario sociale.

La modernità ha imposto la guerra economica ma, rendendo la guerra militare un business hi-tec, le ha concesso ancora una lunga vita, in cui l'intreccio politica-affari-guerra è divenuto inestricabile in un classico contesto interimperialistico che ha pure esso una sua attualissima, ormai secolare, storicità.

Anche lo spostamento della guerra sui corpi e le menti individuali, con complesse macchinazioni psico-bio-sociali è divenuto, incluse le fituribili declinazioni, repertorio storico e vissuto (distopico) quotidiano.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Freedom

Citazione di: Giorgiaz_ il 19 Aprile 2022, 18:20:01 PMFino a che punto si può teorizzare la guerra senza una prospettiva storica?
Cioè senza una causa geopolitica?

Penso che dentro l'uomo la guerra sia, ahimè, perenne. Ne consegue la stessa cosa anche al di fuori di lui. Poi, naturalmente, anche solo come alibi, un motivo si troverà sempre. Un interesse da proteggere, anche un motivo ideale, di principio. Non ultimi, ma questi sono celati per via di un certo falso e meschino pudore, sentimenti, puri sentimenti di invidia, rivalsa, gelosia, vendetta.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Jacopus

CitazionePenso che dentro l'uomo la guerra sia, ahimè, perenne. Ne consegue la stessa cosa anche al di fuori di lui.
In realtà Freedom bisogna intenderci. La competizione evolutiva è connaturata all'ambiente che viviamo e quindi il "ne consegue la stessa cosa anche al di fuori di lui" lo posso interpretare in questo senso. Invece che la guerra sia un comportamento perenne dell'uomo è smentito dall'osservazione di molte popolazioni tribali e primitive. In questo campo è stato osservata la più grande varianza di comportamenti. Dalle tribù estremamente violente, che facevano o fanno dell'omicidio un grande onore e vanto, alle tribù e alle civiltà pacifiche che donano le proprie mogli agli ospiti, e sentono in questo un grande onore e vanto. Se posso ripetere, l'ahimè, esso riguarda solo alcune strutturazioni sociali dell'uomo, collegate alla tesaurizzazione, all'invenzione dell'agricoltura e alla scoperta del territorio come risorsa da difendere. Non credo che l'uomo sia stato "ingegnerizzato" per essere portatore di guerra e violenza. In realtà è portatore di uno strumento altamente sofisticato che lo rende plasticamente adattabile. Inoltre il lungo periodo di apprendimento che serve al bambino per diventare adulto è un altro meccanismo che favorisce l'acquisizione e l'interiorizzazione di modelli culturali che trascendono e superano (senza annullarli) gli istinti di base.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve. Così come il singolo individuo, messo alle strette, farà qualsiasi cosa per soddisfare i propri bisogni fisiologico-istintuali (mangiare, bere, respirare e pochi altri adempimenti ineludibili)..........così qualsiasi collettività, società, civiltà, posta nelle adeguate (vere o presunte) condizioni di bisogno (di territorio, di risorse, di libertà)......non avrà a disposizione che la guerra quale strumento per soddisfare i propri (ripeto e sottolineo : veri o presunti) bisogni collettivi.

Che poi tali bisogni collettivi vengano prima inventati, poi inculcati da parte di chi è maggiormente interessato a muovere una guerra.......ciò è indifferente.

Citatemi voi degli esempi di guerre che non siano state iniziate reclamando più risorse, più spazio, più "diritti". Non ne troverete neppure una in tutta la storia dell'umanità.......e persino nella storia dell'intero mondo biologico !!. Saluti.

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Jacopus

Viator. Nel primo periodo sembra che tu asserisca che vi sia un dato "antropologico" oggettivo e indiscutibile: la guerra dipende da bisogni fisiologico-istintuali ineludibili. Nel secondo invece ritieni che detti bisogni siano inventati e inculcati. Delle due l'una. O sono bisogni fisiologici-istintuali ineludibili o sono qualcosa di culturale, e che quindi possono essere inventati e inculcati. A livello fisiologico-organico non si inventa e inculca niente.
Sul fatto che tutti quelli che entrano in guerra reclamano la propria legittimazione a farla, su questo non ci piove. Un esercito che viene mandato al macello con delle direttive dubitative sulla sua legittimazione ad ammazzare, sarebbe un grande esercizio di umanità e di verità, ma scarsamente idoneo a motivare il suddetto esercito a macellare ed automacellarsi.

Sul "persino nella storia dell'intero mondo biologico" invece ci andrei cauto. Non mi risulta che le piante si siano mai organizzate in strutture militari, tranne che nei cartoni animati.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve jacopus. Pur non parendomi di risultare prolisso o contorto, evidentemente parlo troppo e spesso chi mi legge - per colpa del mio esprimermi - capisce fischi per fiaschi.

Cercando di giungere alla massima chiarezza possibile, non mi resta che condensare, riproponendo : "Citatemi voi degli esempi di guerre che non siano state iniziate reclamando più risorse, più spazio, più "diritti". Non ne troverete neppure una in tutta la storia dell'umanità!!"

Piante, animali, eserciti, Forze Armate, Ministri della Difesa etc. lasciamoli quindi pure fuori poichè servono solo a far fare confusione a qualcuno. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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