Teoria della mente bicamerale

Aperto da Apeiron, 19 Dicembre 2016, 14:00:11 PM

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Apeiron

https://it.wikipedia.org/wiki/Il_crollo_della_mente_bicamerale_e_l'origine_della_coscienza

Premessa: la teoria che espongo non mi convince del tutto, la espongo solo perchè la ritengo interessante e credo che abbia dei meriti.

Secondo lo psicologo Julian Jaynes nell'antichità gli esseri umani non erano coscienti. La loro mente era "bicamerale" perchè in sostanza era costituita da due parti. Una era la parte "che dava ordini" mentre la seconda era la parte "che riceveva". Secondo Jaynes nell'antichità la "voce della coscienza" veniva sentita esattamente come una voce esterna e quindi l'uomo antico pensava di "ricevere comandi da un'entità esterna a lui". Il residuo di questa epoca si ritroverebbe oggi nei pazienti affetti da allucinazioni uditive (guarda a caso una delle allucinazioni uditive frequenti sarebbe quella di "comando" in cui il paziente dice di aver ricevuto l'ordine di una entità superiore per agire...). La sua conclusione era che quando si legge negli scritti antichi della "voce degli dei" quello che gli antichi sentivano era una voce. Da qui Jaynes che era ateo finì per dire che le religioni e gli dei erano frutto di "allucinazioni". Ora questa era la sua conclusione. Un credente può semplicemente dire che Dio comunicava con gli uomini antichi in quel modo e oggi in un altro (tant'è che oggi pochi credenti dicono che Dio si manifesta con una vera e propria voce...).

In sostanza il suo argomento è che noi oggi siamo coscienti per il fatto che sappiamo di pensare i nostri pensieri mentre allora la gente interpretava i propri pensieri come voci esterne. Dal 1000a.c. in poi tale mente sarebbe stata "sostituita" da quella odierna. A mio giudizio questa teoria ha un merito: quella di spiegare la superstizione degli spiriti e dei demoni (ad esempio oggi uno schizofrenico lo si cura con la medicina, una volta lo si pensava "posseduto" ecc). D'altronde se una persona sente voci quello che pensa è che in qualche modo tale voce sia "esterna" e non "interna". La cosa interessante è che spiega benissimo il fatto che più si va avanti nella storia meno si crede che:
1) il linguaggio divino e umano siano identici;
2) spiriti e demoni siano reali (ma semplicemente siano "proprietà della nostra mente");
3) l'eventuale elemento "sovrannaturale" (o meglio "sovrumano") sia "comprensibile" dall'uomo.
Tant'è che nell'antichità si credeva letteralmente nell'animismo ossia che tutto avesse un'anima identica a quella umana (perfino i sassi, le montagne ecc). Con questo però a differenza di Jaynes non voglio dire che "tutto ciò che dicevano gli antichi era allucinazione" ma che la loro percezione del mondo e del sé era diversa e quindi certi concetti che a noi sembrano assurdi in realtà lo sembrano solo perchè qualcosa in noi è cambiato.

N.B.: Ad oggi NON è accettata come teoria scientifica (è una "speculazione" scientifica al massimo) e a mio giudizio NON inficia la validità delle religioni. Solamente spiega come alcuni "dettagli" di minore importanza delle religioni oggi siano considerati superstizione e non fede! Riporto l'idea solo perchè l'ho scoperta di recente e l'ho trovata affascinante.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

InVerno

#1
Citazione di: Apeiron il 19 Dicembre 2016, 14:00:11 PM
N.B.: Ad oggi NON è accettata come teoria scientifica (è una "speculazione" scientifica al massimo) e a mio giudizio NON inficia la validità delle religioni. Solamente spiega come alcuni "dettagli" di minore importanza delle religioni oggi siano considerati superstizione e non fede! Riporto l'idea solo perchè l'ho scoperta di recente e l'ho trovata affascinante.
Capisco che non vuoi farti saltare addosso, ma in realtà le inficia alla grande...E' una speculazione molto interessante, sai mica a cosa si riferisce quel 1.000 a.c.? non so se poi nel testo originale si sostenga che quella mentalità venga "sostituita" con un cambio repentino, mi sembra poco plausibile? Detto questo, noto che l'autore è morto nel 97, due anni dopo la scoperta di Gobekli Tepe, probabilmente se ne avesse saputo avrebbe anticipato questo "cambio" di parecchi anni!. Sempre che divinità antropomorfe dominanti stiano a significare il raggiungimento di un unità cognitiva..(per questo chiedo numi riguardo al 1.000ac)

Angelo Cannata

Citazione di: Apeiron il 19 Dicembre 2016, 14:00:11 PM...spiega come...
Una teoria non si valuta in base a quante e quali cose riesce a spiegare: se così fosse, io potrei inventarmi di punto in bianco l'esistenza di un fantasma che gestisce i comportamenti della natura, o dell'uomo, e il fatto è che la gente ci casca davvero, perché la gente non capisce ciò che ci ha svelato Popper, cioè il falsificazionismo: una teoria non si valuta in base a quanti fatti la confermano, ma in base a quanti fatti abbiamo a disposizione per poterla dimostrare falsa. Quanti fatti abbiamo a disposizione per poter dimostrare falsa la teoria che hai riferito? Nessuno, quindi la teoria vale zero. Quanti fatti abbiamo a disposizione per dimostrare come falsa, per esempio, l'idea che il sangue contenga globuli rossi? Moltissimi: si può vedere al microscopio se per caso non è vero che esistono, li si può far interagire, li si può curare o aggredire e vedere cosa succede; ne consegue che l'idea che il sangue contenga globuli rossi è di una validità e serietà immensa, proprio perché abbiamo a disposizione migliaia di modi per poterla smentire.

Apeiron

#3
Citazione di: InVerno il 19 Dicembre 2016, 16:33:22 PM
Citazione di: Apeiron il 19 Dicembre 2016, 14:00:11 PMN.B.: Ad oggi NON è accettata come teoria scientifica (è una "speculazione" scientifica al massimo) e a mio giudizio NON inficia la validità delle religioni. Solamente spiega come alcuni "dettagli" di minore importanza delle religioni oggi siano considerati superstizione e non fede! Riporto l'idea solo perchè l'ho scoperta di recente e l'ho trovata affascinante.
Capisco che non vuoi farti saltare addosso, ma in realtà le inficia alla grande...E' una speculazione molto interessante, sai mica a cosa si riferisce quel 1.000 a.c.? non so se poi nel testo originale si sostenga che quella mentalità venga "sostituita" con un cambio repentino, mi sembra poco plausibile? Detto questo, noto che l'autore è morto nel 97, due anni dopo la scoperta di Gobekli Tepe, probabilmente se ne avesse saputo avrebbe anticipato questo "cambio" di parecchi anni!. Sempre che divinità antropomorfe dominanti stiano a significare il raggiungimento di un unità cognitiva..(per questo chiedo numi riguardo al 1.000ac)

In realtà non so perchè si parli del 1000 a.c, forse si riferisce alla datazione dei testi nei quali si comincia a vedere introspezione.

Detto questo inficia solo una interpretazione un po' superstiziosa della religione.Voglio dire se tiri via l'interpretazione letterale della "voce di Dio" ad esempio puoi benissimo dire che siccome gli autori dei testi volevano farsi capire hanno usato quel linguaggio. Oppure puoi dire che Dio ora comunica in modo diverso con noi e comunicava allora in quel modo siccome allora era più "credibile" in quel modo. Puoi "aggirare" il problema in questo modo. Ad esempio puoi essere buddista senza pensare che Mara parlasse veramente al Buddha e puoi essere cristiano in modo simile.  

se mastichi l'inglese ti consiglio questo articolo https://en.wikipedia.org/wiki/Bicameralism_(psychology)  dove si spiega di più.

Citazione di: Angelo Cannata il 19 Dicembre 2016, 17:20:20 PM
Citazione di: Apeiron il 19 Dicembre 2016, 14:00:11 PM...spiega come...
Una teoria non si valuta in base a quante e quali cose riesce a spiegare: se così fosse, io potrei inventarmi di punto in bianco l'esistenza di un fantasma che gestisce i comportamenti della natura, o dell'uomo, e il fatto è che la gente ci casca davvero, perché la gente non capisce ciò che ci ha svelato Popper, cioè il falsificazionismo: una teoria non si valuta in base a quanti fatti la confermano, ma in base a quanti fatti abbiamo a disposizione per poterla dimostrare falsa. Quanti fatti abbiamo a disposizione per poter dimostrare falsa la teoria che hai riferito? Nessuno, quindi la teoria vale zero. Quanti fatti abbiamo a disposizione per dimostrare come falsa, per esempio, l'idea che il sangue contenga globuli rossi? Moltissimi: si può vedere al microscopio se per caso non è vero che esistono, li si può far interagire, li si può curare o aggredire e vedere cosa succede; ne consegue che l'idea che il sangue contenga globuli rossi è di una validità e serietà immensa, proprio perché abbiamo a disposizione migliaia di modi per poterla smentire.

Chiaro ma una teoria che oggi non è falsificabile domani potrebbe esserlo se si trova un modo per falsificarla. E sinceramente questa teoria non parla di "altri mondi", quindi posso pensare che una sua versione migliore potrà essere falsificabile. Da quello che ho capito il problema di questa teoria è che nessuno l'ha veramente formulata bene.

N.B. La mia conoscenza di questa "teoria" si basa su Wikipedia, fonte che so che ha i suoi problemi. Però in linea di massima l'idea mi pare interessante.

P.S. Detto questo non ho aperto il thread per discutere la scientificità di questa speculazione oppure il suo rapporto con la religione (il mio tentativo di dire "non falsifica la religione" era proprio per evitare un tale dibattito...). Semplicemente volevo sentire un vostro parere su questa originale (?) idea. Volevo proporre cioè una riflessione sulla coscienza e su come credete che questa speculazione si accordi (o non accordi...) con la vostra concezione della stessa.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

baylham

Ipotesi strampalata sulla mente. Il linguaggio è pensiero e parola, il parlante non aveva dubbi su chi fosse l'autore del pensiero.

Una volta inventato il linguaggio l'uomo ha immaginato la sua relazione con Dio in termini verbali perché Dio è fatto ad immagine e somiglianza dell'uomo. Il comando indica l'asimmetria del potere nella relazione, analoga a quello tra genitore e figlio o tra signore e servo.

I sogni sono un forma preferenziale di rapporto con Dio.

Apeiron

Citazione di: baylham il 19 Dicembre 2016, 19:26:08 PMIpotesi strampalata sulla mente. Il linguaggio è pensiero e parola, il parlante non aveva dubbi su chi fosse l'autore del pensiero. Una volta inventato il linguaggio l'uomo ha immaginato la sua relazione con Dio in termini verbali perché Dio è fatto ad immagine e somiglianza dell'uomo. Il comando indica l'asimmetria del potere nella relazione, analoga a quello tra genitore e figlio o tra signore e servo. I sogni sono un forma preferenziale di rapporto con Dio.

Vedi una delle cose che non ho mai capito della coscienza è perchè si ha la sensazione di "sentire i propri pensieri". Ad esempio quando sono stressato a volte i pensieri mi sembrano avere un tono più forte. Quindi in realtà è come se avessimo una vera e propria "voce interiore" che magari all'inzio era scambiata per "esterna" (ecco magari non dagli uomini del 1000a.c ma dai primati).

Detto questo la cosa che non mi convince di questa ipotesi è che mi sembra che il linguaggio che necessiti di un certo grado di coscienza mentre l'autore dice il contrario (altrimenti più che un linguaggio si avrebbero "suoni indistinti"). La domanda che potremo fargli è: come sono nati i concetti e il simbolismo nella sua ipotesi?
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maral

La  teoria che presenti si basa su un presupposto strettamente fisiologico (e questo la rende orecchiabile nel contesto pseudo scientifico a cui fa riferimento), ma è totalmente arbitraria e quindi, come giustamente dice Angelo Cannata non vale nulla. Se fa riferimento a un contesto scientifico di significato dovrebbe infatti essere supportabile da prove scientifiche, non da intuizioni ad hoc del tipo se gli antichi prima del 1000 a.C. sentivano voci avevano una mente divisa, così tutto si spiega. Non vedo nemmeno come potrebbe essere verificabile un'idea del genere. Vale quanto affermare che prima del 1000 a.C. le pietre emettevano vibrazioni sonore che gli antichi percepivano come ordini dall'Alto (la qual cosa spiegherebbe egregiamente ad esempio il decalogo ricevuto da Mosé sul Monte Sinai). E' evidente che con affermazioni di questo genere si può spiegare tutto e il contrario di tutto, esattamente come con un'intuizione mistica del tutto soggettiva, salvo che qui l'autore non la intende presentare come intuizione mistica, ma vuole supportarla con una parvenza di scientificità oggettiva che tiene conto del modo di pensare e di sentire attuale. Ed è proprio questo modo di pensare attuale su cui gioca per conferire alla sua soluzione ad hoc una accattivante credibilità.

Apeiron

Citazione di: maral il 19 Dicembre 2016, 20:14:59 PMLa teoria che presenti si basa su un presupposto strettamente fisiologico (e questo la rende orecchiabile nel contesto pseudo scientifico a cui fa riferimento), ma è totalmente arbitraria e quindi, come giustamente dice Angelo Cannata non vale nulla. Se fa riferimento a un contesto scientifico di significato dovrebbe infatti essere supportabile da prove scientifiche, non da intuizioni ad hoc del tipo se gli antichi prima del 1000 a.C. sentivano voci avevano una mente divisa, così tutto si spiega. Non vedo nemmeno come potrebbe essere verificabile un'idea del genere. Vale quanto affermare che prima del 1000 a.C. le pietre emettevano vibrazioni sonore che gli antichi percepivano come ordini dall'Alto (la qual cosa spiegherebbe egregiamente ad esempio il decalogo ricevuto da Mosé sul Monte Sinai). E' evidente che con affermazioni di questo genere si può spiegare tutto e il contrario di tutto, esattamente come con un'intuizione mistica del tutto soggettiva, salvo che qui l'autore non la intende presentare come intuizione mistica, ma vuole supportarla con una parvenza di scientificità oggettiva che tiene conto del modo di pensare e di sentire attuale. Ed è proprio questo modo di pensare attuale su cui gioca per conferire alla sua soluzione ad hoc una accattivante credibilità.

Ok capisco.
Sul discorso della scientificità (perdonate la banalità dell'esempio) anche il pensiero di un Democrito allora non avrebbe valore visto che la sua intuizione sull'esistenza di "grani" della materia non ha valore (ok, so che è il classico esempio.) però oggi riconosciamo che lui e Platone avevano "intuito" qualcosa di giusto quando parlavano di atomi. Non sto dicendo che ha ragione, sto solo dicendo che magari la sua teoria ha qualcosa di buono quindi secondo me visto che l'idea che lui propone è abbastanza forte credo che sia giusto prenderla in considerazione.

Come ho già detto una delle possibili obiezioni è che lui afferma che il linguaggio precede la coscienza mentre per me è il contrario. Però eh se vuoi capire l'origine di credenze di spiriti che oggi stanno scomparendo questa "teoria" spiega la cosa automaticamente.

Discorso diverso se qualcuno più esperto di me abbia affossato completamente la sua teoria con argomentazioni più forti (tra l'altro questa speculazione ha influenzato gente come Dennet che non mi sembra un credulone...).

Personalmente volevo sentire argomentazioni a favore o contrarie all'idea e non alla scientificità dell'idea (cosa che ho già messo in chiaro io...). Se ci serve la scientificità di tutto per discutere allora dovremmo evitare di fare discussioni di metafisica, di epistemologia ecc.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

maral

#8
Apeiron, perdonami, ma come si fa ad argomentare pro o contro una teoria del genere? su che basi oltre un certo modo di sentire collettivo stimolato da qualche riferimento neurologico che oggi va tanto di moda? Certo non si parla di folletti che abitano nel cervello, ma solo perché nel contesto attuale l'ipotesi dei folletti non funziona più. Per credere abbiamo bisogno che si parli di neuroni ed emisferi cerebrali, non di spiriti, ma il risultato è esattamente lo stesso. Poi da qualsiasi cosa si possono trovare spunti, qualsiasi "narrazione" ha qualcosa di vero nel suo modo di significare, ma che cosa? Il punto è che siamo letteralmente sommersi dalle teorie pseudo scientifiche più strampalate che assomigliano alle favolette per i bambini ma con tante pretese in più su come stanno le cose e che trovano magari pure un Dennett che ci crede, solo perché invece di parlare di Cappuccetto Rosso che incontra il Lupo si fanno vaghi riferimenti alla neurofisiologia.
Se l'ipotesi in questione fa appello a qualcosa di scientifico deve essere valutabile in questi termini, non basta che si proponga una soluzione ad hoc, perché allora qualsiasi favola o leggenda va ugualmente bene. Tutto quello che si può dire è questa idea mi piace oppure no e giustamente tu sollevi un'obiezione sulla base del tuo modo di sentire e credere alla precedenza della coscienza sul linguaggio. Ma a parte i gusti personali mi chiedo in che modo si potrebbe mai dimostrare la validità o meno di un'ipotesi simile. Poi è evidente che sotto qualsiasi favola un fondo di verità c'è sempre e se la si vuole interpretare nei significati sociali e psicologici che esprime e da cui viene espressa va bene, ma sicuramente no se la si prende alla lettera pensando in essa di trovarvi il vero e oggettivo motivo per cui tremila anni fa si dice si sentisse la voce divina, mentre oggi non la si sente più. Che sia perché oggi sentire le voci lo si può vedere appropriato solo per una mente schizofrenica? Chissà, magari un giorno una sorta di follia collettiva, ci farà identificare pure la parte del cervello dove risiede Dio (ops, dimenticavo che qualcuno pensa già di averla identificata  ;) )

Apeiron

Citazione di: maral il 19 Dicembre 2016, 22:29:23 PMApeiron, perdonami, ma come si fa ad argomentare pro o contro una teoria del genere? su che basi oltre un certo modo di sentire collettivo stimolato da qualche riferimento neurologico che oggi va tanto di moda? Certo non si parla di folletti che abitano nel cervello, ma solo perché nel contesto attuale l'ipotesi dei folletti non funziona più. Per credere abbiamo bisogno che si parli di neuroni ed emisferi cerebrali, non di spiriti, ma il risultato è esattamente lo stesso. Poi da qualsiasi cosa si possono trovare spunti, qualsiasi "narrazione" ha qualcosa di vero nel suo modo di significare, ma che cosa? Il punto è che siamo letteralmente sommersi dalle teorie pseudo scientifiche più strampalate che assomigliano alle favolette per i bambini ma con tante pretese in più su come stanno le cose e che trovano magari pure un Dennett che ci crede, solo perché invece di parlare di Cappuccetto Rosso che incontra il Lupo si fanno vaghi riferimenti alla neurofisiologia. Se l'ipotesi in questione fa appello a qualcosa di scientifico deve essere valutabile in questi termini, non basta che si proponga una soluzione ad hoc, perché allora qualsiasi favola o leggenda va ugualmente bene. Tutto quello che si può dire è questa idea mi piace oppure no e giustamente tu sollevi un'obiezione sulla base del tuo modo di sentire e credere alla precedenza della coscienza sul linguaggio. Ma a parte i gusti personali mi chiedo in che modo si potrebbe mai dimostrare la validità di un'ipotesi simile. Poi è evidente che sotto qualsiasi favola un fondo di verità c'è sempre e se la si vuole interpretare nei significati sociali e psicologici che esprime e da cui viene espressa va bene, ma sicuramente no se la si prende alla lettera pensando in essa di trovarvi il vero e oggettivo motivo per cui tremila anni fa si dice si sentisse la voce divina, mentre oggi non la si sente più. Che sia perché oggi sentire le voci lo si può vedere appropriato solo per una mente schizofrenica? Chissà, magari un giorno una sorta di follia collettiva, ci farà identificare pure la parte del cervello dove risiede Dio (ops, dimenticavo che qualcuno pensa già di averla identificata ;) )

Guarda da come tu, Angelo Cannata e baylham avete reagito mi viene da pensare che ho preso uno di quei classici granchi che prende uno quando vede una speculazione apparentemente potente ma che in realtà è totalmente infondata (modo complesso per dire che mi sono auto-suggestionato  ;D ). D'altronde "nulla è così difficile come non auto-ingannarsi" (Wittgenstein). In sostanza non escludo di aver fatto una figuraccia  ;D in tal caso chiedo perdono e spero di essere più attento la prossima volta.
Ti dico perchè la pensavo interessante: noi prendiamo la nostra auto-consapevolezza come "scontata" e pensiamo d'istinto che i "primi uomini" (perdona il termine) fossero uguali in questo aspetto a noi. Qui invece abbiamo davanti l'unica (? magari qui ne sai più di me...) speculazione di una evoluzione della consapevolezza di sé. Personalmente la vedo dura che diventerà scienza perchè come dici tu testarla è un po' difficile. Detto questo ritengo questa speculazione tra le altre cose "troppo semplice" come spiegazione della nascita della consapevolezza di sé.

Sai per caso se ci sono "speculazioni" alternative su questo argomento?
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

InVerno

#10
Per conto mio Apeiron ha specificato ben precisamente che si tratti di una speculazione e non di una teoria, non capisco la "gogna" riguardo qualcosa che non ha mai detto (non so invece cosa abbia sostenuto a riguardo l'autore). O forse davvero cerca di difenderla come teoria? non si capisce. In ogni caso anche le speculazioni sono utili, non per trovare la verità, ma per immagire percorsi da seguire e in caso verificare (o dare spunti ad altri). A volte una teoria emerge dalle prove, a volte le prove vengono cercate dopo una speculazione. Basta non aver fretta di credere e prendere le cose per quelle che sono, e solo per quello che sono. Il tizio certamente aveva fantasia da vendere per riuscire a collegare questa  idea coi testi, per quello ero interessato a come fosse arrivato a 1000ac :)

Angelo Cannata

Forse è il caso di specificare anche un altro criterio che riguarda la ricerca umana. Sappiamo tutti che anche dalle fantasie più assurde possono venire fuori scoperte importantissime. Questa però è un'eccezione, non è una regola. Ne consegue che il fatto che ciò possa accadere non comporta che la miglior cosa da fare sia dedicarsi alle fantasie più assurde. È purtroppo una questione di limitatezza del nostro essere umani: se vivessimo in eterno, potremmo permetterci di dedicarci a tutte le fantasie che vogliamo: anche se la scoperta importantissima venisse fuori soltanto alla miliardesima fantasia, ciò non sarebbe affatto un problema, considerato che saremmo del tutto indifferenti al tempo. Il fatto è che la nostra vita è breve e non possiamo permetterci di dedicarci a ciò che si profila all'orizzonte come troppo poco produttivo. Ciò significa che, se per fare una certa scoperta sarà necessario aver percorso con la mente una certa precisa fantasia, purtroppo siamo condannati, come genere umano, a non poter fare mai tale scoperta, visto che non possiamo permetterci di dedicarci a tutte le fantasie possibili di questo mondo. Possiamo solo sperare di poter arrivare alle stesse scoperte per altre vie facenti parte di quelle che riconosciamo produttive, oppure che, come è già accaduto, si dia il puro caso che qualcuno azzecchi la fantasia giusta che ci voleva per fare una determinata scoperta. Questa prospettiva seduce alcune menti, esattamente come seduce quanti si dedicano al gioco del lotto. Tutto dipende da quanto è prezioso per noi il tempo della nostra vita e, di conseguenza, in che modo scegliamo di spenderlo in relazione alle leggi della probabilità.

baylham

Citazione di: Apeiron il 19 Dicembre 2016, 19:45:04 PM
Vedi una delle cose che non ho mai capito della coscienza è perchè si ha la sensazione di "sentire i propri pensieri". Ad esempio quando sono stressato a volte i pensieri mi sembrano avere un tono più forte. Quindi in realtà è come se avessimo una vera e propria "voce interiore" che magari all'inzio era scambiata per "esterna" (ecco magari non dagli uomini del 1000a.c ma dai primati).

Da un punto di vista logico per considerare la voce della coscienza come esterna bisogna già avere il senso di interno, di proprio. 

Invece è molto più interessante come base esplicativa la teoria freudiana, che introduce la distinzione tra Es, Io e Super Io. L'Es e il Super Io sono sicuramente fuori del controllo dell'Io, esterni in questo senso. Nella teoria dei sistemi, cibernetica, lo stesso Io perde la natura di interno ed esterno e diventa parte di un circuito più ampio.

maral

#13
Apeiron, l'ipotesi è interessante, ma, secondo me non è interessante per il fenomeno che vorrebbe spiegare, ma per il significato che dà al fenomeno, significato che può aiutarci a capire non come erano i primi uomini (e chi potrà mai dircelo! uno psicologo dei giorni nostri forse? con una conoscenza psicologica che non riesce nemmeno a dare ragione di ciò che siamo noi, uomini attuali, concretamente ed effettivamente!), ma i contesti che determinano i nostri pensieri e la nostra credulità. Credulità che, a dispetto dell'affermarsi delle cosiddette "scienze oggettive", è diventata enorme, basta suggestionare con un certo linguaggio para scientifico e subito lo si trova eccitante, soprattutto per chi brancola tra le "scienze umane" e vorrebbe tanto farne una sorta di fisica ma non può. Si sono cancellati i miti per tradurli in favolette per bambini a cui credere.
Chissà, magari tra tremila anni qualche psicologo del futuro formulerà qualche suggestiva ipotesi di come doveva essere combinato il nostro cervello per farci pensare in questo modo, o magari (speriamo) non nutrirà più finalmente pretese di questo genere.
Che poi dalle ipotesi apparentemente più strampalate saltino fuori descrizioni indubitabili che dettano il significato comune e condiviso delle nostre esistenze è certamente vero, ma questo non ha nulla a che fare con l'adeguamento dell'intelletto alla realtà delle cose.

sgiombo

Citazione di: Angelo Cannata il 20 Dicembre 2016, 01:35:01 AM
Forse è il caso di specificare anche un altro criterio che riguarda la ricerca umana. Sappiamo tutti che anche dalle fantasie più assurde possono venire fuori scoperte importantissime. Questa però è un'eccezione, non è una regola. Ne consegue che il fatto che ciò possa accadere non comporta che la miglior cosa da fare sia dedicarsi alle fantasie più assurde. È purtroppo una questione di limitatezza del nostro essere umani: se vivessimo in eterno, potremmo permetterci di dedicarci a tutte le fantasie che vogliamo: anche se la scoperta importantissima venisse fuori soltanto alla miliardesima fantasia, ciò non sarebbe affatto un problema, considerato che saremmo del tutto indifferenti al tempo. Il fatto è che la nostra vita è breve e non possiamo permetterci di dedicarci a ciò che si profila all'orizzonte come troppo poco produttivo. Ciò significa che, se per fare una certa scoperta sarà necessario aver percorso con la mente una certa precisa fantasia, purtroppo siamo condannati, come genere umano, a non poter fare mai tale scoperta, visto che non possiamo permetterci di dedicarci a tutte le fantasie possibili di questo mondo. Possiamo solo sperare di poter arrivare alle stesse scoperte per altre vie facenti parte di quelle che riconosciamo produttive, oppure che, come è già accaduto, si dia il puro caso che qualcuno azzecchi la fantasia giusta che ci voleva per fare una determinata scoperta. Questa prospettiva seduce alcune menti, esattamente come seduce quanti si dedicano al gioco del lotto. Tutto dipende da quanto è prezioso per noi il tempo della nostra vita e, di conseguenza, in che modo scegliamo di spenderlo in relazione alle leggi della probabilità.

CitazioneMa limitarsi a seguire le via più battute perché ritenute (ancora) "produttive" (di conosenza) perché lo sono state in passato può essere insufficiente di fronte a problemi "di grande portata" che potrebbero richiedere, per essere risolti, profonde rivoluzioni scientifiche.
Per questo spesso gli autori delle scoperte più rivoluzionarie sono goivani, la cui mente non é ancora abituata a "percorre le solite strade" già battutissime e che non hanno portato a nulla di buono, ed é più libera di esplorarne di nuove.

Il paragone con i giocatori del lotto mi sembra calzante solo in riferimento a ipotesi deisamente "stramalate" (tipo UFO o "scie chimiche") di fatto scarsamente o per nulla fondate scientificamente più che "inusuali" od originali (ma non contraddicenti le basi più profonde e generali (in larga misura "filosofiche") della scienza nota e al presente non falsificate empiricamente.
In realtà ogni ipotesi per risolvere un problema scientifico é di per sé "gratuita" e necessitante di verifica empirica; ed é difficile se non impossibile stabilire a priori confronti quantitativi di "gratuità" fra di esse.
Le ipotesi che si sottomettono alla verfica empirica sono tutte a priori infondate (e il maggiore o minore "intuito" o "fiuto" che può guidare chi le propone é decisamente qualcosa di non razionale, non calcolabile, non basato su ragionamenti).
La differenza principale col giocatore d' azzardo é che questo irrazionalmente perde i suoi soldi nella speranza di fatto vana (probabilitsticamente infima) di arricchirsi mentre lavorando (e magari lottando per cambiare "lo stato di cose presente" -Marx e e Engels, l' Ideologia tedesca-) avrebbe molte più possibilità di vivere sufficientemente bene (comunque, per iniqua e miserabile che sia la società in cui vive: pochissimo é pur sempre più di "praticamente zero"), mentre il ricercatore non può sapere a priori (calcolare) quanto (im-) probabili siano le ipotesi che la sua fantasia gli propone e fra di esse quali siano le meno improbabili (o più probabili).

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