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Tempo e memoria

Aperto da ricercatore, 25 Giugno 2023, 15:39:12 PM

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ricercatore

Non esiste il concetto di tempo senza una memoria che sia in grado di registrare gli eventi.


Dunque esiste davvero il tempo? Oppure il tempo esiste solo nella nostra testa (e nella testa di tutti gli altri esseri viventi che hanno una memoria)?


"La misurazione cambia lo stato dell'elettrone. Dopo la misurazione, l'universo non è più lo stesso. Per descrivere ciò che è accaduto, bisogna eliminare la vecchia parola "osservatore" e sostituirla con il nuovo termine "partecipatore". In un certo qual modo, l'universo è un universo partecipatorio." - John Wheeler

iano

#1
in genere crediamo che i mutamenti avvengano nel tempo, ma in effetti i mutamenti sono logicamente primitivi rispetto al tempo, tanto è vero che misuriamo il tempo attraverso mutamenti ciclici , contando i cicli.
Il contare implica a sua volta la possibilità di tenere il conto, di tenere memoria cioè del conteggio.
Un movimento ciclico di cui non potremmo tenere memoria non apparirebbe neanche come tale, perchè ci apparirebbe sempre nuovo.
Quindi ci vuole la memoria per registrare gli eventi, ma gli eventi per poter essere registrati devono poter essere astratti da una realtà che in sè non è fatta da eventi, essendo potenzialmente un unico evento continuo.
Per astrarre gli eventi bisogna decidere un criterio, perchè non c'è un solo modo di farlo.
Il criterio della ''ciclicità nel cambiamento'', il ripetersi nel mutare, si presenta da solo come se emergesse in evidenza rispetto ogni altro possibile criterio, per cui possiamo dire che il tempo è una qualità emergente della realtà percepita.
Il tempo cioè in sè non esiste, così come in sè non esiste una pinza finché noi non la costruiamo manipolando la realtà, ed entrambi sono utili strumenti coi quali interagiamo con la realtà.
Come ultima riflessione noto che la contrapposizione apparentemente paradossale fra essere e divenire si ricompone in un divenire che contempla anche una ciclicità, laddove quindi il mutamento non esclude la permanenza come suo caso particolare.
L'essere quindi è una particolare forma del divenire, ciò che nel suo ciclico ripetersi si conserva, senza che questa ciclicità emerga alla nostra percezione.
Un pò come contare uno, dimenticarsi di aver contato, e riprendere a contare da uno e così via.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#2
L'essere è quella parte della realtà in cui non emerge il tempo, perchè se il tempo non esiste, se non come qualcosa che da essa  emerge , esso può allora emergere alla nostra percezione come non emergere.
Ad una percezione nuova, quella scientifica, le ciclicità presenti nell'essere della materia apparentemente immutabile invece emergono, anche se in modo più complicato del previsto.
L'onda, come emblema di ciclo ripetitivo, diventa un onda di probabilità, e ciò che tradizionalmente chiamiamo realtà è in effetti ciò che emerge dalla nostra interazione con la vera realtà, alla quale quindi partecipiamo.
Non posso usare una immobile roccia di quarzo per misurare il tempo, a meno di non guardarci meglio dentro scoprendo il suo essere intimamente ciclico, costruendo orologi al quarzo, facendo così emergere il tempo da una roccia.
Ma già prima gli archeologi facevano emergere il tempo dalle rocce contandone i sovrapposti strati.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

bobmax

Sì, nessun tempo, tuttavia occorre secondo me considerare che senza memoria non esiste proprio niente.

Nel senso, che senza memoria non è possibile alcuna distinzione.

Non solo temporale, tra un prima e un dopo, ma pure spaziale, mentale, percettivo.
Perché lo stesso pensiero si sviluppa memorizzando se stesso, nello sforzo di essere coerente.

Senza memoria non potrebbe esservi alcun concetto. La mente non sarebbe che un fermento caotico, lampi di idee embrionali subito abortite.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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