Menu principale

Sulla violenza

Aperto da Aspirante Filosofo58, 18 Maggio 2023, 12:16:52 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Aspirante Filosofo58

Buongiorno, ho trovato questo pensiero che vorrei condividere con voi:

« Per poter reagire in modo ragionevole bisogna prima di tutto essere commossi, e l'opposto dell'emozionale non è il razionale, bensì l'incapacità a lasciarsi commuovere. »

Hannah Arendt, "Sulla Violenza"

Cosa ne pensate? Grazie
La teoria della reincarnazione mi ha dato e mi dà risposte che altre teorie, fedi o religioni non possono, non sanno o non vogliono darmi. Grazie alle risposte ottenute dalla reincarnazione oggi sono sereno e sono sulla mia strada che porterà a casa mia!

Claudia K

Lo trovo un pensiero luminoso, vero. 

Pio

L'opposto dell'emozionale è quella freddezza del cuore che spessissimo sfocia in un sordo cinismo, spesso definito pragmatismo in modo giustificatorio . E la violenza ha quasi sempre bisogno del cinismo come spalla. Infatti il cinismo è sempre pronto ad assolvere la violenza quando non tocca personalmente.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

atomista non pentito

Quando ci tocca personalmente anziché assolverla si e' indotti ( costretti ?) spesso ad usarla. Questo per dire , in soldoni , che il pensiero esposto e' si' bello e luminoso , ma solo quando e' lontano dai marciapiedi.

Socrate78

La violenza nasce secondo me praticamente quasi sempre da un attaccamento del cuore a qualcosa, quindi la parte emozionale c'entra eccome, non c'è mai solo la parte razionale nella violenza. Quindi non è la sola ragione ad essere causa del male, la ragione è semmai il mezzo con cui il male si attua e si progetta, ma la fonte profonda è il cuore contaminato. Ad esempio può essere attaccamento al denaro, alla propria reputazione che non si vuole lesa, timore di essere ingannati, desiderio di potere, voglia di primeggiare in qualsiasi ambito della vita, desiderio di vendetta,  ma tutte queste cose nascono dalla parte emozionale dell'uomo, la ragione è solo un mezzo. 

Claudia K

Citazione di: Socrate78 il 18 Maggio 2023, 17:59:52 PMnon è la sola ragione ad essere causa del male, la ragione è semmai il mezzo con cui il male si attua e si progetta, ma la fonte profonda è il cuore contaminato.
Secondo me non stai affermando un concetto troppo distante da quello dell'autrice.

Tu lo chiami "cuore contaminato". Io lo chiamerei "cuore incapace di <sentire> l'altro, nella sua umanità ( umanità intesa come <condizione umana> e non come particolare capacità spiccatamente filantropico-razionale, che quest'ultima, ma solo quest'ultima, sono d'accordissimo con Atomista, è quella che si elabora nello studiolo come ennesima prova narcistica inconsistente, e poi si infrange miseramente e risibilmente sui marciapiedi, ma anche e persino sui  social!  Ricordo il Dr. Cagnoni, illustre medico  in prima linea, anche in TV,  CONTRO la violenza sulle donne...che ha ucciso sua moglie da lurido  a bastonate, ed è pure scappato dalla finestra come un gatto dopo l'esplosione di un petardo, quando i Carabinieri lo cercavano perchè ormai l'avevano inquadrato e suonarono alla sua porta...).

Recentemente mi è capitato di veder piangere una persona che nessuno ha mai visto piangere.
Persona molto tracotante e del tutto insensibile alla sorte di  chiunque (se non a chiacchiere complete di citazioni colte). Persona letteralmente e ARGOMENTATAMENTE avvinta da sempre e soltanto dai propri piaceri e dal proprio connaturatissimo (anche se ingiustificatissimo) senso della propria superiorità sia intellettuale che culturale (poi vai a vedere ed è un fallito totale, ma proprio TOTALE, su qualunque fronte).
Avevo e ho un'idea molto consolidata di questa persona. E' una di quelle persone che mi hanno convinta del fatto che, come sostiene la Psichiatria, la malvagità esiste. Significa che per quanto ripercorra la sua storia in lungo e in largo...NULLA può motivare il suo vivere pensando solo ed unicamente a sè, alla faccia di chiunque, sempre.

Ho visto piangere questa persona mentre ricordava un qualche proprio gesto in cui si era evidentemente sentito particolarmente nobile d'animo, e mentre la nobiltà d'animo non sa proprio cosa sia.
Mi è venuto di getto interromperlo per chiedere "sbaglio o ti commuvi PENSANDO A TE (= pensando a come siano stati secondo te frustrati i tuoi sentimenti SECONDO TE?" .
E manzonianamente "la sventurata" persona rispose "Sììììììììììììììììì!!!" (con violenza, ovvio).

Ecco: per "commossi" non è da fraintedere lo "emotivamente turbati" dal perenne autorefenzialismo ed egocentrismo esistenziale.

Si intende commossi dall'altrui condizione umana.



Jacopus

Riprendo questa discussione partendo da una rilettura di Recalcati:
"Se nell'animale la violenza scaturisce dal programma dell'istinto....nell'uomo essa appare innanzitutto come una tentazione: quella di liberarsi dal peso della presenza dell'alterità dell'altro".

Questa definizione presuppone che uomo e il resto degli esseri viventi ubbidiscano a leggi radicalmente diverse e che quindi lo statuto biologico dell'uomo sia a sè stante. Solo nell'uomo la violenza nascerebbe dal desiderio narcisista di bastare a sè stesso così da non doversi confrontare con la mediazione necessaria con l'altro.
Si tratta di una possibile lettura sulla genesi della violenza umana, piuttosto tradizionale, secondo la quale la civiltà "educa" il genere umano, originariamente selvaggio. È il passaggio, ad esempio, indicato da Freud con la tripartizione Es-Io-SuperIo.
La violenza quindi in questa visione, parte dal basso, da una sorta di difetto di fabbrica o genetico dell'umanità.

Ma esiste una interpretazione speculare per la quale la violenza è il risultato della stessa civilizzazione, una interpretazione che si sviluppa da Rosseau in poi e mette in gioco la civiltà come fattore iatrogeno della violenza.
Volendo integrare le due visioni, risulta che la civiltà è contemporaneamente cura e veleno, ovvero un pharmakon. Ma non potendo più sacrificare giovanetti per placare gli dei (significato originale di pharmakon), dobbiamo trovare meccanismi che possano amplificare gli aspetti di "cura" della civiltà e ridurre gli aspetti "tossici" della civiltà.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

daniele22

Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2023, 08:37:32 AMRiprendo questa discussione partendo da una rilettura di Recalcati:
"Se nell'animale la violenza scaturisce dal programma dell'istinto....nell'uomo essa appare innanzitutto come una tentazione: quella di liberarsi dal peso della presenza dell'alterità dell'altro".

Questa definizione presuppone che uomo e il resto degli esseri viventi ubbidiscano a leggi radicalmente diverse e che quindi lo statuto biologico dell'uomo sia a sè stante. Solo nell'uomo la violenza nascerebbe dal desiderio narcisista di bastare a sè stesso così da non doversi confrontare con la mediazione necessaria con l'altro.
Si tratta di una possibile lettura sulla genesi della violenza umana, piuttosto tradizionale, secondo la quale la civiltà "educa" il genere umano, originariamente selvaggio. È il passaggio, ad esempio, indicato da Freud con la tripartizione Es-Io-SuperIo.
La violenza quindi in questa visione, parte dal basso, da una sorta di difetto di fabbrica o genetico dell'umanità.

Ma esiste una interpretazione speculare per la quale la violenza è il risultato della stessa civilizzazione, una interpretazione che si sviluppa da Rosseau in poi e mette in gioco la civiltà come fattore iatrogeno della violenza.
Volendo integrare le due visioni, risulta che la civiltà è contemporaneamente cura e veleno, ovvero un pharmakon. Ma non potendo più sacrificare giovanetti per placare gli dei (significato originale di pharmakon), dobbiamo trovare meccanismi che possano amplificare gli aspetti di "cura" della civiltà e ridurre gli aspetti "tossici" della civiltà.

Premetto che il pensiero esposto dalla Arendt sarebbe per me errato in partenza, a meno che non si voglia sostenere che le persone anafettive siano violente. Jacopus ... sempre lì si torna. La civiltà contemporanea somministra un farmaco che è presunta cura per chi sta bene e presunto veleno per chi sta male. Secondo me li intossica tutti e due, ma mi sembra che gli idioti non se ne diano proprio conto. Grazie per l'esposizione del tuo pensiero

Alberto Knox

Citazione di: Jacopus il 22 Dicembre 2023, 08:37:32 AMLa violenza quindi in questa visione, parte dal basso, da una sorta di difetto di fabbrica o genetico dell'umanità.
L'essere umano non è il prodotto di una fabbrica,bensì della natura. Troppo spesso pensiamo che l'uomo viene dalla natura ma si è , in un certo senso, distaccata da essa, prendendo un suo percorso propio e che anzi abbia superato la natura modificando l ambiente, il clima, costruendo metropoli, la dominazione totale sul regno animale, la tecnologia ecc.
Niente di più falso , un essere umano che nasce oggi prende per bagaglio dalla natura stessa la pulsione sessuale e l' aggressività. Noi non siamo diversi dagli animali quando cerchiamo di conquistare una donna, ci mettiamo in primo piano, facciamo scanso dei potenziali contendenti e quando qualcuno di esterno mina ciò che si è faticosamente conquistato ecco che scatta l aggressività. E su questo piano schematico rispondiamo tutti alle medesime inclinazioni naturali. Cosa fa si che si abbia il controllo sulle pulsioni, in questo caso l aggressività , non può essere la sola ragione, perchè per la ragione può essere molto conveniente far fuori un avversario. Quindi c'è bisogno di quel qualcosa in più che regge e sorregge l'etica di ogni individuo. Quel qualcosa in più lo si indica filosoficamente nella coltivazione di quelle che sono le 4 virtù cardinali nelle quali però bisognerebbe aggiungerne una che i filosofi buddisti, in questo caso più accorti di noi  , hanno individuato chiamandola qualità ma il senso è il medesimo, questa quinta virtù si chiama "gioia" . Sì, la gioia è una virtù , la contentezza è uno stato d animo passeggero . E che non si confonda gioia con felicità.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Socrate78

Secondo me vi state sbagliando, io credo che gli animali non siano solo istinto, ma anche se in modo primitivo pensino e che quindi traggano anche piacere dalla loro violenza e ricerchino tali gratificazioni attivamente. Anche nel cervello umano la parte razionale NON è SEPARATA  da quella emozionale (è un errore molto grave errore separare ragione ed emozione, un errore su cui quasi tutti cadono) ma il sistema limbico è connesso con la neocorteccia da infinite connessioni che vanno dal limbico e poi procedono in direzione opposta.  Ora, anche negli animali esistono tali connessioni tra le due parti e oltretutto, mentre si compie un'azione, nel cervello (anche in quello animale) si attivano sostanze chimiche che sono collegate a sensazioni, ad emozioni di piacere o dolore. Questo però è un male o un bene? Io dico che purtroppo non è un bene, perché viene fuori inevitabilmente da tutto ciò che qualsiasi azione viene compiuta per puro egoismo, cioè per evitare il dolore e ricercare il piacere, quindi se ritengo un individuo come una minaccia per il mio benessere, la mia incolumità, il mio senso di valore (si possono fare tanti esempi legati alla sfera emotiva) posso giungere alla violenza in vari gradi, sino alla soppressione fisica. Ora, passando agli animali, che cosa fanno i predatori in natura? Ricercano la preda, esercitano il loro istinto fin da piccoli ma spesso non aggrediscono per fame, ma anche per esercitare l'istinto predatorio (ci sono gatti che giocano sadicamente con il topo, si vede che provano piacere nel predare.....): nel loro cervello si innesca il meccanismo del piacere nel fare questo (neurotrasmettitori come dopamina ed altri), quindi provano gratificazione e non operano la violenza solo per sopravvivere (come razionalmente sarebbe pure giusto, visto che non possono sopravvivere altrimenti......), ma anche per eliminare i rivali capobranco (leoni contro leoni), per difendere il territorio da chi vuole appropriarsene (primitivo senso del possesso e del controllo territoriale, uguale all'uomo solo che nell'uomo è più raffinato!) e io credo che provino piacere in tutto questo.

Ipazia

#10
Motivazioni e forme della violenza sono molteplici. Se Arendt ci ha scritto un libro significa che questa molteplicità non può essere racchiusa in formule striminzite.

Certamente l'empatia esime dalle forme più brutali di violenza anaffettiva, che arriva ad esercitarla senza rendersene conto. L'empatico se ne rende sempre conto quando è costretto ad esercitare violenza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

Citazione di: Alberto Knox il 22 Dicembre 2023, 18:53:33 PML'essere umano non è il prodotto di una fabbrica,bensì della natura. Troppo spesso pensiamo che l'uomo viene dalla natura ma si è , in un certo senso, distaccata da essa, prendendo un suo percorso propio e che anzi abbia superato la natura modificando l ambiente, il clima, costruendo metropoli, la dominazione totale sul regno animale, la tecnologia ecc.
Niente di più falso , un essere umano che nasce oggi prende per bagaglio dalla natura stessa la pulsione sessuale e l' aggressività. Noi non siamo diversi dagli animali quando cerchiamo di conquistare una donna, ci mettiamo in primo piano, facciamo scanso dei potenziali contendenti e quando qualcuno di esterno mina ciò che si è faticosamente conquistato ecco che scatta l aggressività. E su questo piano schematico rispondiamo tutti alle medesime inclinazioni naturali. Cosa fa si che si abbia il controllo sulle pulsioni, in questo caso l aggressività , non può essere la sola ragione, perchè per la ragione può essere molto conveniente far fuori un avversario. Quindi c'è bisogno di quel qualcosa in più che regge e sorregge l'etica di ogni individuo. Quel qualcosa in più lo si indica filosoficamente nella coltivazione di quelle che sono le 4 virtù cardinali nelle quali però bisognerebbe aggiungerne una che i filosofi buddisti, in questo caso più accorti di noi  , hanno individuato chiamandola qualità ma il senso è il medesimo, questa quinta virtù si chiama "gioia" . Sì, la gioia è una virtù , la contentezza è uno stato d animo passeggero . E che non si confonda gioia con felicità.
Sono d'accordo con la premessa, meno d'accordo sul resto. La ragione dovrebbe essere la sola che riesce a contenere le pulsioni, ma può essere senz'altro che a volte non ci riesca. Della violenza sarebbero responsabili la pulsione sessuale e, non so se sia categorizzato come pulsione, il gioco. Non capisco inoltre la differenza tra gioia e felicità

Alberto Knox

#12
Citazione di: Socrate78 il 22 Dicembre 2023, 21:05:26 PMAnche nel cervello umano la parte razionale NON è SEPARATA  da quella emozionale (è un errore molto grave errore separare ragione ed emozione, un errore su cui quasi tutti cadono) ma il sistema limbico è connesso con la neocorteccia da infinite connessioni che vanno dal limbico e poi procedono in direzione opposta.
rispondo a te ma è rivolto a tutti. Voi tutti sapete che nell essere umano ci sono almeno sei emozioni che sono universali e che sono la paura , la rabbia, la tristezza, la felicità, il disgusto e la sorpresa. Ma scegliete forse se avere paura? o avere rabbia? o essere tristi? le emozioni sono il primo momento, o meglio,sono la prima manifestazione della nostra interiorità.
Quello che noi chiamiamo mente, io, sé , ego è soggetto agli stati emozionali. Non scelgo infatti di avere paura, succede qualcosa è ho paura, poi si tratta di governarla , di non cadere nel panico. E questo che vale per la paura vale per tutte le altre emozioni. Perciò quando dico "gioia" io non intendo la felicità che è appunto un emozione di primo livello ma non intendo nemmeno il secondo livello della vita psitica che è il sentimento. Il quale sentimento è un emozione stabilizzata; provo emozione di rabbia per una persona , continuo a provare rabbia fino a che si stabilizza nel tempo  e questa mia emotività diventa un sentimento che si chiama "odio". Ma non è neanche il terzo livello di manifestazione della nostra interiorità che si chiama "passione" , non è neanche il quarto livello che si chiama "ideali".
niente di tutto questo, la gioia è una virtù . La virtù è una forza interiore , forza interiore di volontà che scaturisce da te quando hai assimilato tutto il percorso di emozione, sentimento , passione e ideale quando lo hai assimilato , ovvero quando impari a padroneggiarle questa cosa diventa una virtù, capace di governarti. Siamo sempre capaci di governarci? parlo per me; no. Qualche volta siamo capaci di governarci? parlo per me; sì. Quando invece che essere diretto dai venti occasionali che molte volte dirigono la nostra vita faccio una scelta ponderata che cosa sto facendo? metto in pratica quella che è la prima delle virtù cardinali che nell antica grecia si chiamava "phronesis" che noi traduciamo male dicendo "prudenza" ma si tratta invece della saggezza ovvero il discernimento. Quando tu fai questo metti in pratica la prima virtù, domini le emozioni , i sentimenti, le passioni , non che li schiacci ma insomma li padroneggi e agisci in maniera virtuosa perchè hai una forza interiore. Fra queste virtù io inserisco anche la gioia che è diversa dalla felicità, la felicità arriva e va come il vento , la gioia è una cosa che si impara. Nella felicità non devi imparare niente, è un emozione che vivi, cosa c'è da imparare?  Dice Seneca nelle lettere a Lucilio ;senti bene Lucilio ,devi imparare a gioire, perchè la gioia è una virtù e ricordati Lucilio che "gaudium res severa est" la gioia è una cosa seria , cosa pensi che tutti quelli che ridono sono gioiosi ,che sono nella gioia? no dice Seneca , la vera gioia è qualcosa di interiore. Ecco la distinzione fra gioia e felicità.

"Non ti manchi mai la gioia, voglio però che ti nasca in casa, e ti nascerà, se sorge dentro di te"
Seneca a Lucilio.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pensarbene

Su dice "a c.l non si comanda" a maggior ragione si dica "a cervel non si comandi":
il cervello umano va bene così com' è, come tutto il resto, funzioni come funzioni,gli animali insegnano e l'uomo è un animale.
I problemi mentali vengono dal fatto che i bambini nascono naturalmente, naturali , spontanei e innocenti. Non potendo crescere così in un mondo che è tutto il contrario prima o poi sviluppano reazioni e problemi.
Psichiatri & Co di qualsiasi tendenza o idea , invece di agire per cambiare il mondo e, intanto, operare preventivamente in favore dei nati, lavorano come stampelle e protesi mentali.
Una cosa vergognosa che fa della terra, insieme a consimili modi di essere e di fare,  incompetenza e impotenza  DOC e ad hoc.
 

Pensarbene

aggiungo: la psicologia, soprattutto quella clinica e dinamica, è stata costruita in base alla psicopatologia umana, quindi tutte le scuole psicologiche cliniche e non cliniche ne risentono fortemente. Le persone sane e creative sono state lasciate da parte per ovvi motivi.
Questo ha creato una imago e una visione dell'essere umano improduttiva e negativa e, nel contempo,idealizzata.
In realtà, se andiamo a vedere da vi ino la gente 




Discussioni simili (5)