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sull' etica

Aperto da sgiombo, 06 Ottobre 2017, 10:56:13 AM

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Jacopus

buonasera Viator. Io non sono assolutamente contrario alle differenze. Gli uomini entro certi limiti sono diversi fra di loro e va premiata l'intelligenza e la creatività. Ad essere coerenti con questo discorso però, bisognerebbe essere molto più egualitari di quello che in effetti si è.
Infatti non ha senso ereditare dai propri genitori, visto che in questo non trovo alcun merito e neppure ereditare una situazione politica vantaggiosa, come accade a tutti coloro che casualmente nascono in una nazione più ricca di un'altra.
Immagina il rinascimento in Italia. Splendido periodo, ricco di personaggi creativi, artisti, poeti, filosofi. Hanno cambiato il mondo e sono tuttora uno dei motivi principali per cui l'Italia è un paese visitatissimo dai turisti stranieri. Cosa li ha resi così creativi e innovativi rispetto agli altri popoli? Un diverso DNA? Il noto quanto inesplicato senso artistico dell'italiano? La fortuna e il caso?
In realtà ogni sviluppo, fiorire di intelligenze e di creatività, sono sempre il prodotto di una società intelligente e fiorente. Neppure chi crede nelle più pure qualità individualiste può sfuggire a questa regola. Al contrario, pensa un Leonardo nato in una riserva indiana, appena istituita dal generale Custer. Le possibilità di emergere si sarebbero alquanto ridotte. Non trovi?
Ed inoltre non tutti i domini sono uguali. Non credo neppure io ad una idealistica comunanza di ricchezza, di intelligenza e di pace. Poichè vi sarà sempre qualcuno che crederà di dover essere più uguale degli altri. Ma si può dominare con la frusta e recludere i sottoposti nelle banlieu, oppure dominare con moderazione e condividere di più la propria ricchezza e conoscenza.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Hlodowig

#121
Citazione
Gli uomini entro certi limiti sono diversi fra di loro e va premiata l'intelligenza e la creatività.

Aggiungerei una terza importante caratteristica, data anche dalla fusione delle prime due:

L' intelligenza emotiva.

Qualcuno la chiamava Cuore, sempre che questo archetipo esista ancora e che il suo linguaggio simbolico, non si sia sbiadito del tutto.

Ma si sa, io sono solo un sognatore.

PS: or ora, mi è venuto in mente un semplice quanto profondo pensiero su di un antico detto dei nativi americani:

Citazione
Una madre che cresce un figlio, cresce un uomo, una madre che cresce una figlia, cresce un popolo.

Ipazia

@viator

Capita che talvolta ti rispondi da solo:

Citazione di: viator il 21 Marzo 2020, 17:25:15 PM
Certo i veicoli a motore hanno anche una utilità (anche i vizi citati sopra hanno una qualche benemerenza creando e mantenendo posti di lavoro) ma non si capisce perchè mai non si possa mantenere appunto la loro utilità strumentale imponendo per legge che non possano progettualmente superare i vigenti limiti di velocità (con motori da 25kW e veicoli da max. 130 km/h si può utilmente andare dappertutto). Tale è la mia visione di questi aspetti. Saluti.

Citazione di: viator il 21 Marzo 2020, 21:48:47 PM
In qual modo potrebbe fondarsi una società strutturata secondo la separazione dei ruoli ? Se tutti san fare tutto, nessuno vorrà occuparsi degli aspetti meno appaganti della vita !.Quindi nessuna tecnologia comune, modo di vita condiviso, cultura collettiva potrebbero mai affermarsi tra le infinite possibile, con tanti saluti alle società egualisticamente strutturate. Infatti il termine "società" contiene il concetto di "diversificazione" ed esclude quello di "egualitarismo".

Quella accennata sopra è la condizione che tutti gli idealisti egualitaristi sognano  o reclamano senza aver mai abbastanza riflettuto, ma che per loro disgrazia e per la fortuna del mondo nel suo insieme (sto parlando del MONDO, non dell'umanità) risulterà eternamente irrealizzabile. Saluti.

Ma per venirti incontro nei bisticci tra te e te si potrebbe considerare il fatto che siamo effettivamente tutti diversi, ma ognuno ha le sue inclinazioni e nel variegato mondo della creatività umana c'è spazio per tutti.

Qui si vede l'infinita superiorità della concezione materialistica della storia e della sua dialettica di fronte ai sillogismi della koinè borghese-classista. Tale superiorità si avvale, quale strumento, della vituperata tecnoscienza che permette di superare la concezione del mondo agrippiana trasferendo gli organi motori della società, e le funzioni più umili e pericolose necessarie alla sopravvivenza, dall'uomo alla macchina. Rimanendo, alla mente egualitaria, il compito di progettare e alla pancia solidale quello di godere dei frutti dell'intelligenza. Il pranzo comunista egualitario è servito. Buon appetito.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus


Il rapporto fra "merito" ed "uguaglianza" è complesso e andrebbe, secondo me, sempre tenuto in equilibrio. Se dovessimo pensare che ci sarà sempre chi domina perchè più meritevole, non si capisce dove vada a parare quella "meritorietà", al punto che anche i nazisti o gli stalinisti erano da lodare e rispettare e agli ebrei e agli internati dei gulag non restava che imparare a memoria il discorso degli ambasciatori ateniesi al popolo dei Meli:
"Poichè voi sapete tanto bene quanto noi che, nei ragionamenti umani, si tiene conto della giustizia quando la forza incombe con parità da ambo le parti; in caso diverso, i più forti esercitano il loro potere e i più deboli vi si adattano" (Tucidide).
Altrettanto problematico è l'altro versante dell'antinomia. L'uguaglianza, portata alle sue estreme conseguenze, non comporta alcuna ricompensa, provocando o un livellamento verso il basso (e qui c'è una serie impressionante di prove, a partire dall'architettura tetra dei quartieri di periferia dei regimi socialisti) e la repressione dello spirito di iniziativa e della creatività umana.
Nella realtà, questi due "idealtipi" sono spesso ideologizzati e si fa passare per merito ciò che è solo clientelismo o familismo e per uguaglianza ciò che invece è differenziazione basata su criteri ancora una volta clientelari o familistici.

Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

La dialettica tra merito ed equità si risolve più equamente in una società classista o una egualitaria ?

Inoltre: il compenso sociale del merito non è riducibile al modello antropologico capitalistico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

CitazioneLa dialettica tra merito ed equità si risolve più equamente in una società classista o una egualitaria ? Inoltre: il compenso sociale del merito non è riducibile al modello antropologico capitalistico. /


Condivisibile in via teorica. I miei fondati dubbi derivano dalla presenza di disuguaglianze e clientelismi anche in quei regimi del passato e del presente che fanno o facevano mostra di essere più egalitari o totalmente egalitari, facendo emergere un altra tematica collegata a questo binomio, l'autoritarismo. La scommessa è tutta nello sperare che il capitalismo tecnologico di oggi possa davvero invertire la rotta oppure se siamo destinati a sopravvivere in questa nicchia di benessere che viene progressivamente erosa, emergenze sanitarie a parte (anzi forse proprio le emergenze sanitarie possono farci capire la necessità di ridiscutere gli attuali modelli di sviluppo fondati sull'aumento asimmetrico e geometrico di potenza).
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

viator

Salve Ipazia. Citandoti senza alcuna utilità : "Ma per venirti incontro nei bisticci tra te e te si potrebbe considerare il fatto che siamo effettivamente tutti diversi, ma ognuno ha le sue inclinazioni e nel variegato mondo della creatività umana c'è spazio per tutti.
Qui si vede l'infinita superiorità della concezione materialistica della storia e della sua dialettica di fronte ai sillogismi della koinè borghese-classista. Tale superiorità si avvale, quale strumento, della vituperata tecnoscienza che permette di superare la concezione del mondo agrippiana trasferendo gli organi motori della società, e le funzioni più umili e pericolose necessarie alla sopravvivenza, dall'uomo alla macchina. Rimanendo, alla mente egualitaria, il compito di progettare e alla pancia solidale quello di godere dei frutti dell'intelligenza. Il pranzo comunista egualitario è servito. Buon appetito".                                                                                             
Trovo della confusione. Secondo me sono proprio le pance ad essere egualitarie e le menti invece decisamente tra loro variegate, come da te stessa ammesso in esordio.
In un ammasso di menti egualitarie infatti credo avremo grossi problemi nell'esprimere variegate creatività.Alla creatività occorrono stimoli, non piani quinquennali producenti tecnologie soddisfacenti pance solidali.
Tra l'altro, nel caso in cui la concezione materialistica egualitaria risultasse INFINITAMENTE superiore alle altre, ciò esprimerebbe benissimo sia la sua rigorosa utopicità che la sua consequenziale irraggiungibilità. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Ipazia. Citandoti : "La dialettica tra merito ed equità si risolve più equamente in una società classista o una egualitaria ?".                                                                                                                                                                         A parte il fatto che io potrei chiedere se la dialettica tra merito ed equità si risolve più meritoriamente in una società classista o una egualitaria?................la risposta ad entrambi i quesiti dipende dagli ambiti che si vogliano considerare, che sono sempre due :

Si risolve più equamente in una società egualitaria, cioè se restiamo nell'ambIto UMANO (sottoambito della natura).
Si risolve più meritoriamente in una società classista, cioè se restiamo nell'ambito NATURALE.

La questione consiste nel dover scegliere tra l'etica dell'equità e l'efficienza della diseguaglianza. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

#128
Citazione di: viator il 23 Marzo 2020, 13:15:40 PM
Salve Ipazia. Citandoti : "La dialettica tra merito ed equità si risolve più equamente in una società classista o una egualitaria ?".
A parte il fatto che io potrei chiedere se la dialettica tra merito ed equità si risolve più meritoriamente in una società classista o una egualitaria?

Definire cos'è equo è già difficile, ma definire cos'è merito lo è assai di più ed implica che si decida prima cos'è equo. A meno che non si voglia ideologicamente bruciare le tappe affermando che ...

Citazionela risposta ad entrambi i quesiti dipende dagli ambiti che si vogliano considerare, che sono sempre due :

Si risolve più equamente in una società egualitaria, cioè se restiamo nell'ambIto UMANO (sottoambito della natura).
Si risolve più meritoriamente in una società classista, cioè se restiamo nell'ambito NATURALE.

La questione consiste nel dover scegliere tra l'etica dell'equità e l'efficienza della diseguaglianza. Saluti.

... la natura è responsabile delle iniquità umane, ovvero che la vecchia regina d'Inghilterra merita la sopravvivenza più dei nostri vecchietti padani. Secondo natura ...  8)
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pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: Jacopus il 23 Marzo 2020, 11:57:31 AM
CitazioneLa dialettica tra merito ed equità si risolve più equamente in una società classista o una egualitaria ? Inoltre: il compenso sociale del merito non è riducibile al modello antropologico capitalistico. /

Condivisibile in via teorica. I miei fondati dubbi derivano dalla presenza di disuguaglianze e clientelismi anche in quei regimi del passato e del presente che fanno o facevano mostra di essere più egalitari o totalmente egalitari, facendo emergere un altra tematica collegata a questo binomio, l'autoritarismo. La scommessa è tutta nello sperare che il capitalismo tecnologico di oggi possa davvero invertire la rotta oppure se siamo destinati a sopravvivere in questa nicchia di benessere che viene progressivamente erosa, emergenze sanitarie a parte (anzi forse proprio le emergenze sanitarie possono farci capire la necessità di ridiscutere gli attuali modelli di sviluppo fondati sull'aumento asimmetrico e geometrico di potenza).

Io penso che dal modello antropologico capitalistico non ci siamo mai schiodati neppure nelle esperienze più bolsceviche. La dittatura del capitale (e dei suoi aggregati ideologici Economics) la stiamo vivendo al calor bianco grazie a quel finissimo metafisico che è il corona virus denominato covid-19, per cui l'autoritarismo lo relegherei alla sfera dell'ideologico prima che del politico.

Ancor più, visto che l'autoritarismo strisciante e occulto del capitale sta facendo più morti dell'autoritarismo palese dell'ultimo paese nominalmente comunista che ha pensato prima al virus e poi al PIL. Con un ritardo di una decina di giorni rispetto al nostro ritardo che vale ormai più di un mese e ancora non si schioda del tutto. Lasciando deflagrare l'epidemia e riducendosi a sparare a palle incatenate contro untori lievi, mettendoli tutti agli arresti domiciliari. Inclusi i milioni di non infettati dei territori che poteva salvare per tempo. Facendo quindi carne di porco di tutte le sue bufale liberal-liberiste. Perfino un campione di esse, quale BoJo, dopo aver evocato l'ectoplasma di Darwin, di fronte alla tragedia padana, non ha trovato di meglio che mettere agli arresti domiciliari i vecchietti britannici per tre mesi...ovviamente non tutti in condizione (meritata ?) Windsor...

...quando la nemesi naturale unisce la tragedia alla farsa.

Il merito è sempre stato legato ad un binomio tra produzione e asservimento al potere. Forse bisognerebbe ripensarlo in termini neoumanistici, andando a ravanare in culture autenticamente socialiste prima che il capitale omologasse tutto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

bobmax

Il merito e l'uguaglianza sono importanti.
Ma perché?

Non lo sono forse perché sono strade da percorrere nella ricerca del Vero? Che poi è lo stesso Giusto?

La valutazione del merito ricerca infatti la giustizia dell'opera.
Mentre l'uguaglianza vuol stabilire la giustizia dell'essere.

E' importante che il merito sia riconosciuto. E' una questione di Giustizia!
Ed è altrettanto importante tenere sempre presente l'uguaglianza. Senza la quale non vi sarebbe Giustizia.

Tuttavia, se teniamo fermi questi due capisaldi, inoltrandoci nella nostra ricerca del Vero, possiamo ritrovarci in una situazione paradossale.

Dove il merito e l'uguaglianza tendono a svanire...

Perché in effetti, da un lato non vi è mai alcun autentico "merito".
Merito infatti di chi? Visto che ogni opera ha la sua origine che si perde nella notte dei tempi...

Mentre dall'altro l'uguaglianza si ritrova come ragion d'essere il Nulla!
In quanto proprio su nulla si fonda l'uguaglianza. Se non il Nulla che io stesso sono.

D'altronde per essere "giusto", dovrei comportarmi come Dio si comporterebbe se fosse nei miei panni.

Ma non succede forse già adesso?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Hlodowig

Citazione
La valutazione del merito ricerca infatti la giustizia dell'opera.
Mentre l'uguaglianza vuol stabilire la giustizia dell'essere.

Sostituirei volentieri la parola giustizia con;

Giustezza.

Parto dal semplice assunto, che per poter assurgere al Vero, non si debba forzatamente rinchiudersi in assolutismi e ideologie assortite.

L' esser Veri, è indice di una mostruosa forza di Volontà.

In questo credo, si identifichi il Nulla.

Non il giusto, non il buono.

Né lo sbagliato, né il cattivo.

Il Vero.

Chi è dunque, Vero, tra tutti gli uomini?

Grazie ✋



bobmax

Citazione di: Hlodowig il 23 Marzo 2020, 19:19:34 PM
Citazione
La valutazione del merito ricerca infatti la giustizia dell'opera.
Mentre l'uguaglianza vuol stabilire la giustizia dell'essere.

Sostituirei volentieri la parola giustizia con;

Giustezza.

Parto dal semplice assunto, che per poter assurgere al Vero, non si debba forzatamente rinchiudersi in assolutismi e ideologie assortite.

L' esser Veri, è indice di una mostruosa forza di Volontà.

In questo credo, si identifichi il Nulla.

Non il giusto, non il buono.

Né lo sbagliato, né il cattivo.

Il Vero.

Chi è dunque, Vero, tra tutti gli uomini?

Grazie

Ritengo più appropriato il termine "giustizia" in quanto la valutazione del merito non è una questione di correttezza (giustezza) ma di fare giustizia: a ognuno il suo.
E sempre una questione di giustizia è l'uguaglianza.

Giustizia che in se stessa è vuota: le si deve dare concretezza.
Mentre la giustezza implica una regola a cui riferirsi.

Non penso che l'essere Veri necessiti di "una mostruosa forza di volontà". Piuttosto si è Veri con  lo svanire di ogni velleità egoica.
Quando nulla più si vuole.

E poichè non è possibile volere di volere, allo stesso modo è impossibile volere di non volere.
Di modo che la volontà cessa quando ciò deve accadere.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Hlodowig

Immagino un periodo di grande crisi, in cui la fame regna sovrana.

Quale giustizia c'è in questo?

Mors tua Vita mea!

Questo, forse volevi intendere.

Se ne farà poco, della giustizia, un ipotetico Bobmax, quando preso dai crampi della fame (quella vera), lo porterà a rubare un tozzo di pane pure ad un bambino, se necessario.

E poco farà, l' essere o non essere di Shakespeariana memoria.

La Giustezza è la vera meta, la giustizia è sua figlia.

Poiché la prima è necessaria per la corretta regola, la seconda è necessaria per l' adempimento della prima.

E questo sia in ambito spirituale, che sociale, che prettamente ed essenzialmente vitale.

Perché, altrimenti, a parer mio si rischia che un ipotetico Hlodowig, abbia un concetto di giustizia, che non sia lo stesso di un ipotetico Bobmax.

Per ciò che è l' uguaglianza, sono spinto a pensare che si è eguali solo in due occasioni; quando si nasce e quando si muore.

L' uguaglianza è anche esso un assolutismo che ha continuato a perseverare come un meme, tra le menti di coloro che di concetti come la libertà, ne hanno fatto un vanto per assoggettare i più vulnerabili mentalmente e psichicamente.

Ecco lo stato di cose a cui oggi, tutti noi siamo costretti a vivere.

E poco fa, l' essere non egoici, in quanto a tale scelta, non necessariamente ne risulta una mente capace di pensare e ragionare in maniera veramente libera.

E con buona pace di volontà e dell' esser Veri, perché cosi si è scelto.

In ogni caso, per far cessare, basta un revolver.

(Chiedo venia, ma oggi sono un po' nervoso, quindi mi si perdonerà il piccolo sfogo.)




bobmax

Non si ha un concetto di Giustizia, perché la Giustizia non è un concetto.

La Giustizia è la stessa Verità. Ed essendo il Fondamento dell'esserci non può essere ridotta a concetto. Non può essere conosciuta, compresa, posseduta.

Semmai è la Verità (Giustizia) a possederci, totalmente.

Di modo che Bobmax e Holdowig non "hanno" il medesimo concetto di Giustizia, ma sono essi stessi espressione della Giustizia.

È l'Assoluto!

Bobmax è alla ricerca della Verità.
Ma in realtà è l'Uno che cerca se stesso.

E questa ricerca è Amore.

Potranno succedere, e sono successe, le cose più terribili Bobmax. Ma non angustiarti, abbi fede nella Verità.
Questo tu sei: l'Uno.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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