Su alcuni termini di attualità e su Gramsci

Aperto da Jacopus, 13 Agosto 2023, 18:06:50 PM

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Ipazia

Coi ricchi filantropi che trasformano l'umanità in cavie per profitti biotecnologici mi farei poche illusioni sulla funzione sociale dell'imprenditore. I lavoratori di qualsiasi rango sono necessari per "il bene della collettività", i padroni no.

Come funzioni il potere e l'economia del padrone borghese lo spiega bene Marlon Brando, in un bordello, ai proprietari di schiavi:


Citazione di: Phil il 16 Agosto 2023, 22:29:33 PM(ho già ricordato rupi spartane, roghi umani e tratta di schiavi, e non di quelli metaforici di cui parla Ipazia).

Fuor di metafora, per la tratta di schiavi la pillola del divino Marlon mi pare sufficiente. Per la rupe tarpea bastano le delocalizzazioni per liberarsi dei "malriusciti" del Mercato e se non si riciclano ci pensano da soli a gettarsi dalla rupe, esentando il capitalista pure dalla manualità dell'operazione. I roghi sono diventati intelligenti e le guerre umanitarie del petrolio ce ne hanno fornito abbondanti esempi.

E' vero che cartismo, socialismo, socialdemocrazia hanno mitigato le condizioni di sfruttamento, ma questo valeva, caro Jacopus, finchè il babau leninista attirava consensi dai dannati della terra. Caduto il muro si torna a Marlon Brando e guai ai vinti.

Fine della storia ? No, perchè i dannati della terra continuano ad esserci e l'esperienza comunista, per quanto sconfitta, ha lasciato memoria e know how, che funzionano anche in salsa turbocapitalistica, quantomeno limitando, anche con la guerra se necessario, i nipotini di Marlon Brando che pensano di essere ancora i padroni del mondo.

La cosa si percepisce poco dalla California a Kiev, ma altrove, a est e a sud, si muove. Non è il comunismo, ma si riprende la marcia così, con la liberazione delle economie nazionali. Poi toccherà al denaro farlocco area USA-UE, alla finanza tossica di rapina, ... E magari, prima o poi, si riuscira a rendere liberi anche gli umani nella loro, ora alienata, singolarità. Il progetto è questo, in tutta la sua materialità.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Citazione di: Ipazia il 17 Agosto 2023, 20:09:05 PMFuor di metafora...
Peccato che dopo questa benaugurante premessa seguano altre metafore a briglia sciolta (e a mio avviso anche poco calzanti, se posso dire), così come il discorso di Brando, oggi, non è minimamente attuale poiché parla, appunto, di schiavitù non metaforica (salvo intenderlo metaforicamente a sua volta, confermando così ulteriormente di non parlare «fuor di metafora»).

Citazione di: Ipazia il 17 Agosto 2023, 20:09:05 PMLa cosa si percepisce poco dalla California a Kiev, ma altrove, a est e a sud, si muove. Non è il comunismo, ma si riprende la marcia così, con la liberazione delle economie nazionali. Poi toccherà al denaro farlocco area USA-UE, alla finanza tossica di rapina, ... E magari, prima o poi, si riuscira a rendere liberi anche gli umani nella loro, ora alienata, singolarità. Il progetto è questo, in tutta la sua materialità.
A sud c'è l'Africa e il "movimento" principale è quello migratorio, cui fanno pendant colpi di stato, corruzione, malgestione delle risorse, fame, violenza sociale, etc. non mi sembra esattamente un buon modello "in marcia" (non farei a cambio, non so tu...); mentre ad est quello che si muove, fra manipolazione di diritti umani (Cina) ed "esportazione della giusta pace tramite cannonate" (Russia), è comunque mosso da oligarchi e da velleitari sogni di impero capitalista anche economico, quindi nulla di troppo differente di quanto già accada ad ovest (e, nondimeno, non farei a cambio nemmeno con loro; tu?). Per il resto, parlare al futuro (lo segnalai già a niko) è per me spesso indice di desideri o profezie (o "promesse" da campagna elettorale), più che di progetti ponderati e fattibili, la cui "materialità" seria non sta certo nel descriverli autoreferenzialmente come tali o nello essere scritti, appunto, al futuro (incerto).

Ipazia

Citazione di: Phil il 17 Agosto 2023, 21:11:02 PMPeccato che dopo questa benaugurante premessa seguano altre metafore a briglia sciolta (e a mio avviso anche poco calzanti, se posso dire), così come il discorso di Brando, oggi, non è minimamente attuale poiché parla, appunto, di schiavitù non metaforica (salvo intenderlo metaforicamente a sua volta, confermando così ulteriormente di non parlare «fuor di metafora»).

Prendo atto che oltre agli autoproclamati padroni del mondo ci sono pure gli autoproclamati padroni delle metafore. Anche le forme di schiavitù si evolvono e il marxismo lo ha spiegato assai bene per chi ha "classe" per intendere. Ma se uno non capisce il concetto di "egemonia" culturale, difficilmente comprenderà l'evoluzione delle prassi e tecniche di dominio. E delle classi dominanti.

CitazioneA sud c'è l'Africa e il "movimento" principale è quello migratorio, cui fanno pendant colpi di stato, corruzione, malgestione delle risorse, fame, violenza sociale, etc. non mi sembra esattamente un buon modello "in marcia" (non farei a cambio, non so tu...);

Più onestamente gli antichi romani, dove non conoscevano, scrivevano: "hic sunt leones". In Africa si sta combattendo una guerra strategica, a base di risorse strategiche, tra un decadente impero veterocoloniale e chi ha i mezzi per farlo decadere del tutto. Questa è la sanguinolenta luna. Ti lascio il dito. 

Citazionementre ad est quello che si muove, fra manipolazione di diritti umani (Cina) ed "esportazione della giusta pace tramite cannonate" (Russia), è comunque mosso da oligarchi e da velleitari sogni di impero capitalista anche economico, quindi nulla di troppo differente di quanto già accada ad ovest (e, nondimeno, non farei a cambio nemmeno con loro; tu?). Per il resto, parlare al futuro (lo segnalai già a niko) è per me spesso indice di desideri o profezie (o "promesse" da campagna elettorale), più che di progetti ponderati e fattibili, la cui "materialità" seria non sta certo nel descriverli autoreferenzialmente come tali o nello essere scritti, appunto, al futuro (incerto).

I barbari puzzavano e non si radevano e più o meno il baronetto Churchill vedeva così i bolscevichi, ma quando le bombe di Hitler cominciarono a martellare Londra tornò buono pure un alleato come Stalin. E tanto i barbari che i bolscevichi furono la carta vincente della loro storia. Chiunque disferà l'impero canaglia, per quanto canaglia sia di suo, farà opera meritoria. Poi sarà quel che sarà. Ma sempre nel segno della "materialità" delle relazioni umane e con l'egemonia di chi vi saprà meglio provvedere. Che, per me, non è l'usa e getta di merce umana del capitalismo. Che il futuro diventi presente non dipende dagli automatismi di una formazione sociale, ma dalla volontà politica di chi non ha nulla da perdere. Gli automatismi, comunque, spingono, e prima o poi, la storia insegna, qualcosa accade. Di mio, "autoreferenzialmente", ci posso solo mettere da che parte stare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Alberto Knox

#48
Devo ammettere che questi discorsi li capisco poco. Tuttavia ho trovato in molti interventi materiale di riflessione. In primis , una critica sulla natura del potere (tema che si è ripetuto in varie fasi) . Altro tema ricorsivo è l'interconnessione  tra l'individuo e la società, o meglio, tra la sfera del privato e quella del pubblico.(dove jacopus si era soffermato) . Naturalmente ci sono stati diversi filosofi che hanno trattato di questi argomenti , fra cui ricorderei il padre delle scienze sociali , ovvero Auguste Comte. Il termine "sociologia" è una sua invenzione. Ma Comte è anche il padre del positivismo da cui i Francesi si ispirarono e ebbe un importanza fondamentale nel positivismo Francese , ideologia alla quale prendo le dovute distanze. Per una riflessione critica circa la natura del potere e le sue implicazioni pratiche nella vita quotidiana dell'individuo mi servirei invece del filsofo Francese Michel Foucault. Egli pone seriamente in discussione le concezioni "classiche" del potere, ovvero, quelle che rimandano alla sovranità dello Stato . Foucault fa un anaologia fra il sistema di controllo penale e quello nei sistemi sociali nell opera "Sorvegliare e punire" dove analizza il concetto di società disciplinare. Questo concetto si applica a tutte quelle istituzioni come la prigione, la scuola, la fabbrica, il mondo militare, in cui un individuo viene analizzato e indirizzato laddove il suo agire si mostra più produttivo. Così facendo però, ogni essere umano viene considerato non a seconda delle sue peculiarità, ma a seconda dei tratti che lo accomunano ad una determinata categoria, nella quale può essere inserito e reso utile.
In ognuna delle strutture nominate, vigono precise regole di comportamento più o meno rigide, alle quali gli individui che ne fanno parte si devono attenere. Anche in una Fabbrica gli individui che non seguono il protocollo di disciplina aziendale vengono sottoposti ad un processo disciplinare volto a modificarli dall'interno. Tramite lettere, sanzioni , ammonimenti verbali a volte anche con il sistema dell isolamento e scherno.  Li si vuole "normalizzare" riportare ad essere quell ingranaggio funzionale nella catena di montaggio.
 In questo modo si innesca un sistema di controllo, un potere assolutamente decentralizzato, basato su una fitta rete di relazioni tra individui all'interno della quale è impossibile risalire ad un organo centrale che emana ordini definiti.
  Già prima di lui diversi autori si erano mossi avvalendosi di concetti simili, o  attraverso intuizioni affini; così si possono trovare "biocrazia" già in Comte o la folgorante intuizione della "volontà di potenza" in Nietzsche, che contribuiscono a formalizzare il complesso rapporto tra la vita e il potere politico . Il concetto di biopolitica in Foucaut  (biòs, vita) è inteso a livello di collettività e mai di individuo. Da qui la necessità di un controllo capillare al fine di amalgamare ogni singolarità.  Sarebbe interessante chiedere a Focault cosa ne pensa dei social Network, cosa che non ha fatto in tempo a vedere, nei quali è l'individuo stesso che spontaneamente si vuole amalgamare, mettendo in piazza la sua sfera privata, cene con gli amici e parenti, figli, fidanzamenti e con chi ecc. per amalgamarsi il più possibile a ciò che l opinione comune definisce normale , o socialmente accettato. In un sistema così controllato e "normalizzato", dove anche le app del telefono ci controllano appare dunque facile che uno stato si possa permettere di obbligare alla vaccinazione o che si arroghi il diritto di decidere sulla vita o la morte di un individuo con la condanna capitale, dove i valori innalzati dallo stesso stato di diritto alla vita e uguaglianza si annullano in una scarica elettrica. Anche in quelle istituzioni che noi consideriamo di potere come la comunità scientifica , il governo e gli industriali , sì , anche all'interno del capitalismo vige una biopolitica di controllo dove ogni "pedina" e formata, istruita e deve adempiere a determinati compiti e ruoli e quando non funziona, cade. Questo sistema decentralizzato di controllo è certamente a favore dei politici  e delle industrie e mostra come si muove in termini pubblici. Qual'è dunque la natura del potere? un sitema di enti (le istituzioni) o la sovrastruttura di controllo che regge la struttura di tali sistemi?
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: Ipazia il 17 Agosto 2023, 21:47:22 PMPrendo atto che oltre agli autoproclamati padroni del mondo ci sono pure gli autoproclamati padroni delle metafore.
Capisco la battuta, ma non è che ogni osservazione critica denota troppo facilmente un "padrone" e/o un avversario politico? Il vedere padroni dappertutto è anch'essa una metafora o un effetto collaterale ideologico? In fondo mi sono solo limitato ad osservare come alla premessa («fuor di metafora») non sia poi seguito adeguato discorso; dunque non esalto nessuna "padronanza", se non quella del linguaggio e della comunicazione coerente.

Citazione di: Ipazia il 17 Agosto 2023, 21:47:22 PMPiù onestamente gli antichi romani, dove non conoscevano, scrivevano: "hic sunt leones". In Africa si sta combattendo una guerra strategica, a base di risorse strategiche, tra un decadente impero veterocoloniale e chi ha i mezzi per farlo decadere del tutto. Questa è la sanguinolenta luna. Ti lascio il dito. 
Intendi davvero che "la luna" dell'Africa (intera, non di una manciata di stati in subbuglio) è oggi fatta soprattutto di liberazione dai coloni, mentre tutto quello che ho citato (v. elenco) è solo "un dito" (quindi addirittura separato dalla luna)? Se così fosse, allora "hic sunt compañeros". Sebbene mi pare che i fatti raccontino di ben altra luna continentale su cui far "sbarcare" (a proposito di sbarchi) i propri auspici di "rivoluzione del sistema". Tranquilla, non indulgerò in statistiche, citazioni e altre forme di fact-checking (non sia mai dovessimo imbatterci nella realtà), limitiamoci solo a ciò che può esser utile ad una certa ideologia e, a proposito di realismo e sogni, auguriamoci almeno che lì nasceranno (al futuro ovviamente) condizioni migliori per chi ci vive.

InVerno

Citazione di: anthonyi il 17 Agosto 2023, 11:36:50 AMRagionare con queste chiavi semplicistiche, inverno, nello spiegare la decadenza delle società, non serve a molto. Anche perché se il concetto di egoismo è abbastanza chiaro, quello di solidarietà è altruismo non lo é per nulla, essendoci miliardi di individui bisogna scegliere verso chi si direziona l'altruismo.
Anche dire: "prima gli italiani" é una versione di altruismo.
Le società comunque vanno in crisi se ne vengono messi in crisi i sistemi di valore, tra i quali certamente ci sono forme di solidarietà ma non solo quelle. Il discorso é chiaramente troppo complesso per essere anche solo accennato in questa sede.
C'é una riflessione importante che mi si presenta, e riguarda lo stretto rapporto tra chi parla di una crisi della società e chi vuole una crisi della società. Parlare di una crisi della società é infatti un modo per cercare di concretizzarla visto che quelle basi di sistemi di valore sulle quali si regge la società stessa sono generati dalla comunicazione tra tutti gli individui e tramite la stessa potrebbero essere demoliti.
Concordo che i termini semanticamente troppo estesi non aiutino a trovare risposte puntuali, ma mi sento anche a casa nella sezione filosofia,  dove gli iperonimi sono spesso perdonati, lasciami "sbracare". Non ho crucci con questo mondo per non aver adottato il comunismo capitalismo di stato anzichè il libero mercato, non mi interessa che i filistei muoiano insieme a Sansone, e sono ben conscio delle seduzioni dell'apocalitticismo, cassandre e via dicendo.. ma dopo quindici anni dove provo a parlare con la gente, vedere i loro sguardi vitrei e il loro disinteresse, ho nettamente rinunciato alla strada delle riforme dal basso, fatto esclusione per alcuni giovanissimi(*). Non ho vendette in testa, ma sul lato climatico non penso ci siano vie di fuga che non comportino sacrifici devastanti e ricordandoti che la Francia è andata a ferro e fuoco per sei mesi per un balzello pensionistico, non sono ottimista sulla tenuta politica nazionale di fronte a questi stress. Lo stimato Draghi ha dimostrato con una sola dichiarazione, che anche proporre un sacrificio dell'aria condizionata viene visto come una misura draconiana e  "illiberale", il futuro sarà duro per chi non sopporta il sudore sulla fronte.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

InVerno

@ Phil

Sono tutte considerazioni legittime, non voglio sembrare eccessivamente difensivo di ciò che dico anche perchè avanzo queste idee più in termini ipotetici\maieutici che assertivi, con qualche specificazione. Uso il termine "implodono" non nel senso di una sorta di autocombustione,  ma per voler sottilineare la responsabilità endogena nel cedere alle pressioni esterne, politiche, militari o ecologiche che siano..Per quanto riguarda "quale società", i risultati della globalizzazione mi farebbe propendere per "tutta", farei eccezioni ma colorando "mediamente" una cartina geografica suddivisa in nazioni, perlomeno se riferito ai problemi che pone il cambiamento climatico. Tuttavia ognuna di queste "società" affrontano problemi diversi, o perlomeno diversificati, e si possono identificare diverse società a seconda di quali sono i rischi più gravi di decandenza. Ci sono infatti regioni come la Groenlandia e la Siberia che probabilmente godranno del cambiamento climatico, per "loro" non  rappresenta un rischio e la "loro" eventuale decadenza avrà "aggressori" diversi,  dovranno dimostrare fibra e carattere in altre sfide. 
E hai ragione nel sostenere che c'è un problema diacronico nell'osservare il passato, la distorsione del primo pannello di Bosch,  il giardino dell'Eden è sempre nel passato monolitico. Ma ancora, qui non sono a difendere società del passato di buoni selvaggi, noto solamente che quella attuale sembra essere indisposta al cambiamento, impreparata al futuro e socialmente debole considerato il contesto in cui agisce. La mitografia testimonia che non è per niente un evento eccezionale, una vera "fine della storia"/apocalisse" accade una volta solta, ma al contrario che i fallimenti umani sono ubiqui e costanti nella storia. Falliamo continuamente nel risolvere problemi, non esistono società immuni, ma questa volta la posta in gioco è talmente moralmente imperativa da essere obbligatorio non fallire.
Comunque a mio avviso, la critica più forte che mi puoi fare sono appunto i "giovanissimi"*, inteso che "decandenza" intende un fenomeno dilatato nel tempo loro ne sono già parte come attori e come potenziali vittime,  alcuni di loro (e qualche statistica) mi fanno tutto sommato ben sperare che esiste una reazione ed un adattamento...comunque in maniera estremamente timida ed inefficace, sembrano guidati dalla volontà di impotenza.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

Ipazia

Così si attualizza meglio il concetto di egemonia culturale di Gramsci:

"La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi,a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un'uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell'uomo non fa che aumentare. L'uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo."

(George I. Gurdjieff)
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2023, 08:22:32 AMCosì si attualizza meglio il concetto di egemonia culturale di Gramsci:

"La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi,a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un'uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell'uomo non fa che aumentare. L'uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo."

(George I. Gurdjieff)
Se sostituiamo il concetto di schiavitù con quello di "socializzazione", che ha avuto un ruolo determinante nella sociologia americana, diciamo che gramsci non fa che osservare gli aspetti più efficaci di un sistema sociale improntato al libero mercato e ad un sistema di valori tradizionale. Domanda: ma cosa c'é di tanto terribile in questo, in un mondo amato dagli uomini, che collaborano ad esso orgogliosi del loro ruolo, qualunque esso sia? 

Phil

Citazione di: Ipazia il 19 Agosto 2023, 08:22:32 AMCosì si attualizza meglio il concetto di egemonia culturale di Gramsci:
"La civiltà contemporanea vuole degli automi. E le persone sono certamente sul punto di perdere le proprie abitudini di indipendenza, diventando sempre più simili ad automi,a pezzi di macchine. Non è possibile dire come finirà tutto questo né come uscirne, e neppure se ci sarà una fine o un'uscita. Una sola cosa è certa, ed è che la schiavitù dell'uomo non fa che aumentare. L'uomo sta diventando uno schiavo volontario. Non ha più bisogno di catene: incomincia ad amare la sua schiavitù, a esserne fiero. E nulla di più terribile potrebbe accadere ad un uomo."
(George I. Gurdjieff)
Quello che la citazione non considera è che la natura (con o senza maiuscola) è fatta di automatismi, sia microbiologici che macroscopici, dalla combinazione degli atomi ai moti planetari passando per gli automatismi cognitivi e delle neuroscienze; infatti la citazione stessa finisce con il contraddirsi contrapponendo l'automatismo alle «abitudini di indipendenza», come se le abitudini non fossero forme di automatismi (anche interpretativi, per intenderci...).
Nonostante la lisa retorica che vede nella metafora della macchina un'alienzazione scadente dell'uomo, nessuno più di noi contemporanei apprezza di fatto una macchina che funziona bene, al punto che se un governo risolvesse problemi di bilancio come una calcolatrice risolve calcoli, non credo ce ne lamenteremmo.
Torniamo all'abitudine/automatismo: chi è abituato a lavorare la terra non è forse un automa che ripete sempre le stesse azioni negli stessi periodi dell'anno con lo scopo di ottenere gli stessi risultati? Il figlio che impara dal padre a zappare, fra fatica e sudore, è dunque uno "schiavo volontario"? Cambiando settore: il dipendente che lavora per x ore al mese, fra possiibli ferie, permessi, integrazioni varie, etc. facendo il suo lavoro (che inevitabilmente prevede un numero limitato di attività), ricevendo il suo stipendio da spendere come meglio crede (e magari da accantonare per la prole), è schiavo? Ovviamente no, è libero di licenziarsi, diventare lavoratore autonomo, influencer, "schiavista" a sua volta, contadino o persino eremita. Se questa è la "schiavitù all'occidentale", forse bisogna avere il buon gusto di parlarne solo fra noi (come stiamo facendo), a porte chiuse, ma senza poi volgere lo sguardo a posti (soprattutto a sud ed a est) dove tale "schiavitù" di sindacati, start-up cofinanziate, libertà varie (manifestazioni, etc.) non è per niente egemonica (purtroppo per loro, verrebbe quasi da dire; senza che ciò comporti scadere nella narrativa da Istituto Luce del «mondo amato dagli uomini, che collaborano ad esso orgogliosi del loro ruolo, qualunque esso sia»).

anthonyi

Quello che ho scritto, Phil, ha ben poco a che vedere con l'istituto luce, ma sintetizza bene quel sistema motivazionale che é stato propaganda to nell'America way of life fino ai primi anni 60 del secolo scorso. 
Si tratta certamente di propaganda, ma, a differenza di quella dell'istituto luce, non é una propaganda nazionalistica, non é una propaganda di asservimento al potere istituzionale o a personalità specifiche. 
E' propaganda di sistema ed é stata particolarmente efficace nel difendere le popolazioni statunitensi dal contagio della ideologia marxiana che si é diffusa in quasi tutto il resto del mondo. Magari per qualcuno questa sarà una cosa terribile, per me invece é magnifica, questione di punti di vista.  ;D

Ipazia

L'egemonia reale è strutturata in modo che se esci da un Trumann Show entri in un altro. Il catename è a monte: si chiamama euro, dollaro, rating, onu, nato, ue, oms, fmi, green pass, bancomat,...

Gli automatismi avanzano, insieme alla tecnologia, ed ogni passo avanti permette a chi dirige le danze di stringere un clic di più la garrota. Che non prevede dimissioni e fonti di sostentamento alternative.

Siamo già arrivati al progetto di sanità coatta universale diretta dalle pedine di chi ci fa sopra profitti fantamiliardari. Nemmeno nel più cupo regno del più cupo medioevo ...
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Phil

Citazione di: anthonyi il 19 Agosto 2023, 17:14:18 PMsistema motivazionale che é stato propaganda to nell'America way of life fino ai primi anni 60 del secolo scorso.
Si tratta certamente di propaganda, ma, a differenza di quella dell'istituto luce, non é una propaganda nazionalistica,
Se non è propaganda nazionalistica come mai la associ alla «America way of life»? Va bene che l'America, intendendo con tale termine gli USA, è una repubblica federale, ma credo che ci siamo capiti lo stesso... paternità a parte, una falsità resta una falsità (anche se travestita da "sistema motivazionale"), e se è sia retorica che strumentale, allora è da guardare con maggior sospetto (se si ha spirito critico). Il discorso che "l'importante è evitare il contagio" può valere per i virus, in democrazia dovrebbe preferirsi, correggimi se sbaglio, il confronto e la ragione del «conosco, valuto e, eventualmente, scarto» più che il fanciullesco «non ti vedo, non ti sento, così per me non esisti». Anche perché altrimenti si ricade nello stesso "discorso sinistro" secondo cui l'importante è danneggiare gli USA, a prescindere da quel che costi. Infantilismo politico, prima che etico, di cui stiamo vedendo le "adulte" conseguenze.

anthonyi

#58
Anche le politiche Marxiste sono fatte di propaganda e di ideologia e menzogne. Infatti le utopie di felicità che presentavano si sono concretizzato in repressione, dittatura, sofferenze e privazioni equamente distribuite tra la popolazione, con l'esclusione chiaramente di quelli che comandano.
E per essere precisi nel sistema Motivazionale americano non c'erano menzogne, le promesse di quel sistema sono sempre state chiare, quando si parla di "diritto alla ricerca della felicità" il concetto é abbastanza chiaro, la felicità sei tu che te la costruisci, non te la regala nessuno.
E comunque non é nazionalistica perché ha riferimenti sempre interni, non c'é la competizione con altri popoli e stati che é tipica della gran parte degli altri paesi, e che caratterizza il nazionalismo.
Il confronto tra le differenti ideologie, poi, si può anche fare. Ma é cosa di competenza di chi ha la cultura per farlo, non a caso i pochi marxisti che puoi trovare in usa sono persone di alto livello culturale, che hanno studiato anche Marx. Negli USA chi vuole studiare marx può farlo, ma l'americano medio cerca soluzioni concrete e immediate ai suoi problemi quotidiani, si interessa poco dei massimi sistemi.

InVerno

Le critiche alla relazione uomo-macchina sono certamente "lise", ma nel senso di "consunte dal tempo", il luddismo non è certamente un filone "rinnovato" e neanche "rinomato", le critiche Chapliniane rappresentano solamente una parte del problema, se coniugato all'attualità. Avendo chiaro che bisogna ridurre le energie spese sul pianeta per la nostra sopravvivenza, le macchine competeranno con gli esseri umani per l'energia. E' meglio avere un ventilatore od un ventaglio? Diventa un gioco a somma zero.

Ps. Stalin svendette così tanto grano per trovare i soldi per le macchine occidentali da causare una famosa sopratutto oggi carestia...il fascino della macchina a carbone non ha mai risparmiato nessuno, salvo che il carbone è kaput.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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