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Spazio ed oggetti.

Aperto da iano, 19 Novembre 2017, 13:06:02 PM

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iano

Attraverso i sensi e gli strumenti di misura riceviamo segnali la cui elaborazione è in diverso grado sotto il nostro controllo e il cui risultato sono le percezioni.
Correggetemi se  , come probabile , non uso termini corretti , anche se il senso di quello che scrivo dovrebbe essere chiaro.
Potremmo provare a descrivere i diversi gradi di elaborazione.
Quello immediato,sul quale non abbiamo alcun controllo , che porta ad esempio alla percezione di oggetti.
Quello mediato , sul quale abbiamo scarso controllo , che porta ad esempio alla percezione dello spazio e del tempo.
Quello scientifico , dove l'intero processo è sotto il nostro controllo.
L'uso degli strumenti è un arricchimento che ci aiuta anche , per confronto. a comprendere meglio i processi di percezione in generale , piuttosto che , come finora è avvenuto , un modo per gettare discredito su di essi quando vengono coinvolti i sensi.

Proviamo adesso a costruire una narrazione in cui si dipanano i diversi gradi della percezione.

Noi non percepiamo in modo immediato lo spazio , ma gli oggetti.
Una proprietà degli oggetti è quella di essere distinti .
Questa distinzione media la percezione di uno spazio quindi lo spazio è una proprietà che attribuiamo agli oggetti. Lo spazio è la separazione fra gli oggetti.
Gli strumenti ci aiutano a supportare questa narrazione perché non è possibile pensare ad un esperimento il cui risultato sia la prova dell'esistenza dello spazio.
Lo stesso dicasi del tempo.
Possiamo provare a trovare anche per il tempo un corrispondente fra le proprietà che attribuiamo in modo arbitrario agli oggetti.
Proviamo a immaginare una istantanea in cui sono fotografati diversi oggetti.
Questi oggetti non hanno alcun ordine intrinseco ,ma è sempre possibile attribuirgliene uno.
Questo ordine ha a che fare con la nostra percezione del tempo , laddove parleremo più propriamente di eventi piuttosto che di oggetti.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#1
Potremmo concludere che la percezione di spazio e tempo sia illusoria se non fosse che in questo modo li sottolineeremmo in negativo , mentre nella nostra narrazione abbiamo provato a dimostrare l'utilità di queste costruzioni mediate attraverso la percezione degli oggetti.
Se così stanno le cose possiamo provare a riabilitare le illusioni percettve le quali possono essere riviste sia come costruzioni che hanno uno scopo ben preciso, anche quando non notò , o , al minimo , come gli scarti necessari di un processo che comunque è virtuoso , in quanto ci consente di interagire con la realtà , qualunque cosa sia questa realtà , la cui conoscenza non potrà comunque mai essere del tutto immediata.
È vero che non possiamo escludere che si possa accedere alla realtà in modo immediato attraverso un processo che porti all'illuminazione , ma in tal caso quello che potremmo comunicare agli altri non  è la realtà, ma solo quel processo  e solo nella misura in cui ne abbiamo avuto il controllo.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#2
In tutta questa narrazione mi preme sottolineare un punto.
Se sono riuscito a convincervi che spazio e tempo , sulla cui realtà tutti saremmo pur pronti a giurare , sono solo costruzioni , elaborazioni di seconda mano , a partire dalla percezione degli oggetti , allora l'idea che gli oggetti stessi siano il risultato di una elaborazione mentale dovrebbe risultare più familiare , anche se su quel tipo di costruzione noi non abbiamo ,almeno al momento , e per quel che ne so , alcun controllo.
Questa nuova  consapevolezza dovrebbe aiutarci a capire dove si annidano le difficoltà nel digerire le nuove e apparentemente molto strambe teorie fisiche come la relatività e la meccanica quantistica più tutte quelle ancor più strambe che si profilano all'orizzonte come ad esempio la gravità quantistica e la teoria delle stringhe.
Chi ci dice in fondo che il processo che porta alla percezione degli oggetti , essendoci ignoto , non sia parimenti strambo e alieno in se ?
La stramberia è solo mancanza di familiarità,che nel caso della percezione degli oggetti si è dipanata nei tempi evolutivi.
Non è il caso di sperare dunque che tale processo possa ripetersi nel poco tempo a nostra disposizione e forse dovremmo solo cambiare tipo di atteggiamento.
La familiarità aiuta molto , ma non è strettamente necessaria.
La coscienza e il controllo dei processi ha i suoi pro e i suoi contro.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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