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Solitudine

Aperto da daniele75, 26 Ottobre 2019, 17:26:42 PM

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daniele75

La solitudine è ascoltarsi, valutare cosa siamo,dove stiamo andando, lo stare con sé stessi. La solitudine sana è impare ad accettarsi, vivere nel presente, notare l'essenza delle cose, meditare ascoltando il respiro. Lavare i piatti, in pieno silenzio, ascoltando il rumore dell'acqua. La solitudine aumenta la fiducia in sé stessi, l'amor proprio. Dedicare del tempo alla solitudine è lasciar uscire fuori la propria anima, le nostre credenze, i nostri difetti. La solitudine è un accettazione totale. Solo dopo aver compreso se stessi si può comprendere il mondo. Allora si socializza contribuendo alla crescita degli altri tramite gesti e parole. Oggi la solitudine è fuori moda. La crescita interiore è fuori moda, si usano droghe per annullare i conflitti interiori. La solitudine è intelligenza, condivisa da pochi. Diventare amici di sé stessi è un percorso di crescita. Verrai incompreso se dici di amare la solitudine, la gente la teme, la scaccia. Continua a cercarti navigatore curioso, la via è lunga.

doxa

Ciao Daniele, mi sembra che la tua descrizione della solitudine sia un po' poetizzata.

La solitudine può essere  deserto o giardino.


Solitudine come pratica che motiva le persone alla ricerca di isolamento considerato positivo o necessario.

Ci si isola per poter stabilire un rapporto con se stesso, ad avere un "dialogo interiore" come se si fosse in due.


A volte capita all'improvviso il dilemma di essere in mezzo al guado o di pensare alle solite domande esistenziali: chi sono? che faccio? dove vado?. Si fa il bilancio  della propria vita fino a quel momento, si fa la lista delle occasioni perdute, delle delusioni subìte e di quelle causate agli altri.


Si, certo, la solitudine a volte permette anche di selezionare meglio le relazioni interpersonali, di capire quali sono le cose che gratificano. Invece il timore della solitudine sociale suscita la frenesia per incontri e relazioni talvolta poco significative.


Un aforisma attribuito al filosofo Friedrich Nietzsche afferma che: Troppo frettoloso è il solitario, nel tendere la mano a colui che incontra".

green demetr

La solitudine è per me stata, la porta indispensabile per arrivare alla meditazione, per aprire una dimensione di incontro con il divino.
Da lì si imparai anche il valore tragico del tempo.
Oggi il tempo viene frammentato per impedire alla mente di sentire la sua presenza (del tempo) che si manifesta nella noja, nella solitudine angosciante.

Ma la solitudine è stata poi anche il dolore di non riuscire più a socializzare normalmente, troppo forte l'idea di "IO" che ne esce forgiata  (da quella meditazione).

Per poi una volta capita quella solitudine si è trasformata in rabbia, la solitudine è una induzione del pensiero sacerdotale, una forma di politica di controllo delle masse.

Dunque al dolore della condizione umana, e dell'impossibilità di andare oltre, nelle dimensione estetiche ed estatiche dell'arte, si è aggiunta quella della rabbia.

Grazie al cielo ho recuperato la mia dimensione umana nei vent'anni, a contatto con gli altri. E' quella la vera filosofia.

Oggi però vedo tante, troppe persone sole,

Io non auguro a nessuno la solitudine. Se proprio bisogna meditare, meditiamo sulla vita, e cioè su come possiamo relazionarci con gli altri, al meglio nostro e loro. Meditiamo sugli errori.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

daniele75

La solitudine non è isolamento. È uno stato di interiorizzazione. Va coltivata, alternandole a momenti di socializzazione.

doxa

Daniele la  "solitudo" è più articolata di quel che pensi in modo perentorio. Può servire in modo volontario alla meditazione (per ore, giorni, mesi ?) ma può anche essere angosciante per chi non ha amici, per chi vorrebbe dialogare con altri e non ci riesce per vari motivi. Allora per questi lo scorrere del tempo assume un "valore tragico",  come dice nel suo post "green demetr.

L'horror solitudinis. Saper stare soli è una virtù, un'autonomia, certamente, purché sia voluta. Infatti la vita non va svilita nel contatto effimero, superficiale con altri. Amicizie troppo vincolanti possono imporre adattamenti forzati.

Sono varie le facce della solitudine: si può anche gioire di pause in cui si sta soli, specie se si è introversi e introspettivi, o per interessi peculiari che non richiedono compagnia. Ma anche per discrepanza tra le relazioni effettive e quelle ideali.

Né il rapporto di coppia salva dalla solitudine. Spesso alla fine ci si tollera.

Contatti numerosi ma di qualità povera non alleviano la solitudine, come i virtuali contatti sui social network.

daniele75

La solitudine per come la intendo io è immergersi dentro se stessi per capirsi. Di conseguenza avrai più possibilità di avere amici di qualità. I social li uso poco. Intorno a noi ce un mondo che usa la psicologia applicata al marketing, politica etc etc che ci condiziona pesantemente, spostandoci dal centro. Vogliono infelici, consumano di più. Se temi la solitudine temi te stesso.

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