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SOLIPSISMO 2

Aperto da daniele22, 12 Dicembre 2022, 09:47:08 AM

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daniele22

Buongiono. Avevo visto un post di ieri sera a cura dell'illustre viator al quale volevo rispondere, ma non l'ho più trovato ... forse ho avuto un'allucinazione. Visto poi che volevo aprire questo topic mi son reso conto che l'illustrissimo già l'aveva a suo tempo aperto e allora riporto il suo incipit sull'argomento:
********
"Salve. Lo spunto per questo argomento mi è stato fornito da DonaldDuck attraverso il seguente suo intervento comparso in "Tutto Bene e niente Male" : Cito : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza".

Se una simile opinione deve venir presa alla lettera senza nulla aggiungervi da parte dell'Autore, questo sarebbe un ottimo Manifesto del Solipsismo."
***********

Apro questo topic poiché definendomi un solipsista consapevole mi sento quasi offeso dalle opinioni che non solo in questo forum vengono espresse nei confronti di tale posizione. E' altresì ovvio che lo faccio in questa sede perché anche qui sento spesso prese di posizione nei suoi confronti che a mio vedere si costitiscono in giudizi dal sapore vagamente dogmatico. Naturalmente posso anche sbagliarmi, dato che un solipsista non è così sciocco da pensare che la realtà in cui è calato abbia pure delle lacune per consapevolezze che in lui sarebbero evidentemente mal fondate. Auspicherei pertanto che le ostative a questa posizione filosofica venissero espresse da qualcuno di voi, specialmente da parte dei piu scettici al riguardo. Questo invito viene rivolto poiché ho il dubbio che quelli che hanno dato vita a questa corrente filosofica non avessero del tutto chiaro ciò che con essa si dovrebbe intendere. Ringrazio per eventuali interventi

Eutidemo

Ciao Daniele22. :)
Sotto un profilo strettamente logico, il "manifesto solipsista" di DonaldDuck non fa una piega; ed infatti non c'è dubbio alcuno che "Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente; nè si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente, dato che la realtà è definita dalla mente stessa."
***
Il punto debole del "solipsismo individualistico" in senso stretto di DonaldDuck, è che, se è vero quello che dice, allora lui, tu, e tutto il resto del mondo non esistono in modo oggettivo, ma sono soltanto un parto della mia fantasia individuale; così come lo sono anche il mio stesso corpo, e la mano che sta scrivendo queste parole.
Dovrei quindi usare unicamente la "prima persona singolare" dei verbi, in quanto la "prima persona plurale" sarebbe soltanto un'illusione; ed infatti, così come nella discussione con tre miei amici in un sogno, il "noi", in realtà, è soltanto il mio "io" sognante.
***
Personalmente, invece, io propendo per la concezione dell'Advaita Vedanta, che nega l'apparente pluralismo del mondo, sostenendo che in realtà, siamo tutto e tutti "UNO"; ma quell'uno non è il mio "io individuale", il quale ha la stessa sostanza e consistenza di un'onda nel mare o di un singolo raggio di sole, bensì è il mio "Sè universale", cioè, l'"UNO" che è metaforicamente paragonabile al mare o al sole.
***
Il che, peraltro, non differisce molto dalla preghiera di Gesù nel Vangelo di Giovanni, il quale pregava: "...perché tutti siano una sola cosa, come tu, Padre, sei in me e io in te, ed essi pure siano anch'essi in noi una cosa sola, e, perché siano tutti perfetti nell'Unità!" (Gv 17,20-26)
Ovvero, come scrisse Paolo: "Chi si unisce al Signore forma con lui UN solo spirito" (1Corinzi 6,15-20); perchè Dio è "Omnia in omnibus" (Colossesi 3, 11).
***
In altre parole, per semplificare la mia (opinabile) concezione:
- così come nella discussione con tre miei amici onirici in sogno, quando mi sveglio mi accorgo che eravamo tutti e "quattro" soltanto "uno solo" (cioè il mio "io" individuale);
- così quando mi risveglierò nella morte, penso che mi accorgerò che in realtà tutti e tutto erano/eravamo soltanto "UNO SOLO" (cioè il mio "SE'" universale, o Dio, se preferite).
***
Però, proprio per questo, non credo che il mondo sia una parto della mia "mente individuale" (con nome e cognome), la quale, con la morte, secondo me è destinata ad estinguersi e fondersi nella mia "mente universale"; così come tutte le onde, riassorbite nel mare, perdono la loro provvisoria e precaria individualità!
***
Un saluto! :)
***
P.S.
Da giovane, invece, avevo una visione solipsistica di tipo classico; credo molto simile alla tua!

Alberto Knox

Complimenti a Eutidemo per il pensiero ben chiaro e ben esposto che desterà in me non poche riflessioni . ::)
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Pio

Sono molto d'accordo con il pensiero di Eutidemo. Voglio solo aggiungere che anche TUTTO e UNO sono concetti della mente e quindi la loro realtà è una costruzione mentale, una proiezione di essa. La mente, se facciamo il paragone con un fiume,si proietta verso la foce ma, come l'acqua, non scorge la sorgente.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

daniele22

Citazione di: Eutidemo il 12 Dicembre 2022, 11:57:25 AM
Ciao Daniele22. :)
Sotto un profilo strettamente logico, il "manifesto solipsista" di DonaldDuck non fa una piega; ed infatti non c'è dubbio alcuno che "Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente; nè si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente, dato che la realtà è definita dalla mente stessa."
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Il punto debole del "solipsismo individualistico" in senso stretto di DonaldDuck, è che, se è vero quello che dice, allora lui, tu, e tutto il resto del mondo non esistono in modo oggettivo, ma sono soltanto un parto della mia fantasia individuale; così come lo sono anche il mio stesso corpo, e la mano che sta scrivendo queste parole.
Dovrei quindi usare unicamente la "prima persona singolare" dei verbi, in quanto la "prima persona plurale" sarebbe soltanto un'illusione; ed infatti, così come nella discussione con tre miei amici in un sogno, il "noi", in realtà, è soltanto il mio "io" sognante.
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Ciao Eutidemo, grazie per l'intervento, anche se non mi sembra che tu sia maldisposto nei confronti del solipsismo. Io non so quale fosse l'intenzione di Donalduck quando espresse quel pensiero, ma quel pensiero non corrisponde al mio se gli si vuole attribuire la dimensione di manifesto del solipsismo. E tra l'altro il fatto che io mi definisca un solipsista non c'entra nulla con l'obiezione che voglio fare a siffatto manifesto. Cioè dico, non bisogna mica essere solipsisti per svelare un errore grossolano. Semplicemente la realtà non è definita dalla mente stessa, ma dal corpo e dalla mente stessi. Non c'è nessun parto della fantasia, pur essendocene molti anche in questo forum. Ordunque, va anche bene che il mio personale pensiero sia in transito su quest'universo ... diciamo che non sono molto interessato ... ma purtroppo il mio corpo non la pensa così. E come la pensa il mio corpo? La pensa più o meno come tutti gli altri corpi

Ipazia

Per una filosofia della prassi, il solipsismo è impraticabile in quanto viviamo in un mondo in cui, anche restando nell'immanenza, tutto è relazionato.

Una mente coerentemente solipsista non riuscirebbe nemmeno a garantire il mantenimento del corpo che la contiene. E non avrebbe nemmeno una lingua - prodotto assolutamente intersoggettivo - con cui dirsi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

niko

#6
Il solipsismo come posizione filosofica, secondo me e' intrinsecamente sconfessato dall'esistenza, al mondo, della sofferenza, la quale rappresenta un fallimento, se non della MENTE, quantomeno della VOLONTA'.

Se il mondo fosse una creazione balzana e stravagante del mio io/ego, sicuramente lo creerei e lo "proietterei", sullo schermo della mia stessa mente, conforme ai miei personali gusti e desideri, e finanche criteri di perfezione, come quando, in un sogno, accortici di stare sognando, riusciamo a modificarne i contenuti e i dettagli, facendo in modo che il sogno si svolga sempre piu' o meno come piace a noi.

Il fatto che al mondo non solo ci sia in generale sofferenza, ma ci sia anche proprio la mia personale sofferenza, cioe' la mia volonta' in gran parte frustrata e inappagata, gia' di per se' dimostra che il mondo non e' un sogno lucido, non e' una creazione diretta della mia volonta'.

Quindi delle due, l'una:

1 o al mondo c'e' altro rispetto al mio io/ego, che non e' tutto ma frammento piu' o meno esiguo del tutto, e non ha potere indefinito e illimitato di plasmare il mondo

2 o il mio io ego, che pure ha in se' il potere di proiettare il mondo, ha parti segrete di se stesso che vogliono soffrire, ed entrano in contrasto con le parti manifeste, che invece non vogliono soffrire.

Penso che, stando cosi' le cose, la stragrande maggioranza delle persone sane di mente sceglie la 1, abbandonando completamente l'ipotesi del solipsismo.

Comunque esiste, e non si puo' negare, anche la possibilita' 2, che porta direttamente nel cuore dell'io onnipotente e protettivo e delle sue reali caratteristiche e proprieta' la "molteplicita' " negante il solipsismo, che di solito l'opinione comune individua invece nel mondo "esterno",  lasciando cosi' intatta l'ipotesi del potere protettivo dell'esistenza in un mondo nullo se non fosse per il soggetto.

Insomma o l'altro dall'io, l'oggetto per il soggetto,  porta nel mondo la sofferenza, o le parti inespresse del mio io, le istanze segrete di un se' di fatto onnipotente ma conflittuale, portano nel mondo la sofferenza.

Comunque, come da prima nobile verita' del buddismo non si puo' negare che la sofferenza al mondo c'e', e quindi il solipsismo come ipotesi si adombra e si incrina, non come solipsismo della percezione/mente, ma a livello molto piu' essenziale e profondo, come solipsismo della volonta'.

La sofferenza qui intesa nella sua realta' dinamica di differenza e dilazione tra desiderio e realta', insomma come immediatamente manifesto altro-dalla volonta', e quindi, sinteticamente e antropicamente, come altra-volonta'.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Citazione di: Ipazia il 12 Dicembre 2022, 20:40:52 PMPer una filosofia della prassi, il solipsismo è impraticabile in quanto viviamo in un mondo in cui, anche restando nell'immanenza, tutto è relazionato.
Una mente coerentemente solipsista non riuscirebbe nemmeno a garantire il mantenimento del corpo che la contiene. E non avrebbe nemmeno una lingua - prodotto assolutamente intersoggettivo - con cui dirsi.
Grazie per il tuo intervento Ipazia, soprattutto perché ti ho sempre pensata come persona abbastanza ostile al solipsismo, sicuramente in modo non dogmatico per quel che ne so.
Ovvio che viviamo in un mondo relazionato, ma non vedo come il solipsismo non possa sostenere, coltivandolo pure, tale mondo relazionato, ma questo tuo pensiero forse dipende molto da quello che esprimi in successione.
Il termine solipsismo purtroppo esiste anche in psicologia e sicuramente da questa disciplina non viene dipinto in termini positivi, anzi, tutt'altro. Questo fatto può anche influenzare. Personalmente, e qui ti devi fidare, non ho alcun problema con l'alterità, anche se a volte posso perdere le staffe né più né meno di quanto fanno tutti. Per il linguaggio non so proprio che dire, se vuoi che approfondiamo l'argomento sono a disposizione, ma quello di cui parli è riferibile a un imbecille cerebroleso, non al solipsismo. Il corpo Ipazia! Il corpo! Senza corpo col suo sistema nervoso non può esistere alcuna realtà. Non! "Senza la mente non esiste alcuna realtà". Il corpo tiene la mente coi piedi per terra, non può non farlo perché il corpo sa cos'è il bene, ma soprattutto cos'è il male. E la mente lo sa benissimo, e se questa compie voli pindarici al limite del ridicolo pur che il corpo goda o non stia male non è certo imputabile al solipsismo, almeno quello filosofico. Il solipsista filosofico, e qui te lo dico per esperienza personale, è quello che si rende conto chiaramente che il suo altruismo è un gesto egoistico, o per il corpo o per la mente; oppure, se vuoi metterla in termini discutibili a livello filosofico, il solipsista è quello che si rende conto che il suo discorso (il suo logos) dialoga col proprio corpo prima che esca fuori di lui. E' in questa comprensione che egli realizza che la realtà è una proiezione del proprio corpo mente. Fine di tutta la faccenda. Preciso pure che io ho scoperto per caso di essere un solipsista, me l'ha detto in modo indiretto viator. Avevo qualche sospetto che il mio pensiero fosse eretico, ma non l'avevo inquadrato con una parola. Saluti, anche all'illustrissimo, una tra le menti più vere del forum

@niko : ti risponderò domani

Pio

Ma è un problema dell'onda l'esistenza della sofferenza non certo del mare. Quello che all'onda appare come male può essere semplicemente il modo necessario di manifestarsi del mare.
Non ci abitueremo mai ai metodi ruvidi di Dio, Joseph (cit. da Hostiles film)

iano

#9
Citazione di: daniele22 il 12 Dicembre 2022, 09:47:08 AM"Salve. Lo spunto per questo argomento mi è stato fornito da DonaldDuck attraverso il seguente suo intervento comparso in "Tutto Bene e niente Male" : Cito : "Anche il fatto che si possa parlare di "esistenza" prescindendo dalla mente mi sembra un'altra supposizione gratuita. Tutto quello di cui possiamo parlare è racchiuso nella mente, non si dà, per quanto possiamo sapere o concepire, nessuna realtà senza mente (intesa come centro di coscienza, di soggettività), dato che la realtà è definita dalla mente stessa. Non smetto mai di stupirmi di come si continui ad ignorare questa semplice evidenza".

Se una simile opinione deve venir presa alla lettera senza nulla aggiungervi da parte dell'Autore, questo sarebbe un ottimo Manifesto del Solipsismo."
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Ma la mente intesa come centro di coscienza, di soggettività, non esclude che l'esistenza venga condivisa da diverse menti, che sia cioè intersoggettiva, senza che perciò debba coincidere con la realtà.
Il senso di un mondo che si interfacci con la realtà, senza esserla, se non per quella parte della realtà che è la stessa creazione mentale, è che ci si possa vivere in esso, non perchè è reale, ma perchè condiviso, se la vita è relazione.
Se tutti si interfacciano con la realtà allo stesso modo, quell'interfaccia diventa una realtà di fatto.
l'umanità nel suo insieme è certamente solipsista e se l'individuo solipsista vive in questo mondo, in questa interfaccia attuale, si illude solo di essere solipsista, anche se nessuno può dimostrargli il contrario.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

#10
Ciao a tutti! :)
Le vostre sono considerazioni molto acute, argute e interessanti, alcune da me condivisibili altre meno; ma sono talmente tante, che, ribadendo quanto ho scritto, mi manca però il tempo per rispondere a tutte, e non voglio far torto a nessuno!
***
Aggiungerò soltanto, in generale, che, il fatto che "la nostra percezione sia il risultato di una nostra interazione con la realtà esterna", è senz'altro possibile; però si tratta soltanto di una mera "congettura", in quanto ciò che "esperiamo" è solo mentale.
***
Ed infatti tutto dipende dalla nostra fede nel "nesso di causalità" tra il presunto "noumeno" (cioè il "fuoco in se stesso"), ed il "fenomeno" (cioè il "fuoco per come si presenta alla nostra mente" la luce, il calore ecc.); cioè noi diamo per scontato che l'oggetto esterno "fuoco", per via sensoriale e poi percettiva,  provochi l'effetto mentale interno "fuoco".
***
Ovviamente, lo do per scontato anch'io, però mi rendo conto che è solo una "congettura"; come è una "congettura" l'esistenza del resto del mondo, il mio stesso corpo, amici, parenti, scienziati, medici, psicologi  e membri di LOGOS compresi, perchè di nessuna di queste cose io ho mai avuto una "esperienza" veramente "diretta".
E' tutta roba che mi si manifesta solo al livello mentale!
***
In effetti, a voler essere pignoli, il "nesso di causalità" noi lo riscontriamo solo tra "fenomeni" (cioè l'"immagine mentale" del fuoco causa l'"immagine mentale" del calore), ma non abbiamo modo di riscontrarlo tra il presunto inconoscibile "noumeno" e il constatato conoscibile "fenomeno" (cioè che esista fuori della mente un "fuoco in se stesso", che causa attraverso i presunti sensi l'"immagine mentale" del fuoco, la quale, a sua volta, causa '"immagine mentale" calore).
Si tratta di due livelli diversi, uno "presunto" ed uno "constatato", tra i quali è quindi un po' azzardato dedurre un nesso di causalità; tutto quello che è stato scientificamente dimostrato al riguardo, infatti, potrebbe essere soltanto un sogno della (mia?) mente.
Per cui quello che è stato scientificamente dimostrato, dimostra tutto, meno se stesso!
***
Il che sarebbe però un po' paradossale (ed anche contraddittorio), perchè l'universo non può certo essere il "sogno individuale di Pinco Pallino", impiegato del catasto residente a Pisciocavallo;  è molto meglio pensare che si tratti di un "sogno della mente di Dio", di cui la "mia mente" è soltanto un transitorio epifenomeno transeunte; così come le onde sono solo sporadiche e temporanee manifestazioni del mare, e i raggi di luce sono solo singole manifestazioni del sole.
***
Un saluto a tutti! :)
***

Ipazia

In metafisica tutti i parti della "mente" sono legittimi, ma poi è la realtà il giudice che li assolve o li condanna una volta cresciuti.

Siamo animali duali, sul limite tra un dentro mentale e un fuori effettuale in cui la macchia corporea umana non lascia spazio a pratiche solipsistiche assolutamente coerenti.

Avendo Daniele posto la questione in termini filosofico esistenziali e eutidemo in termini classicamente metafisici, ho risposto con la mia filosofia della prassi che tiene conto della dualità psicosomatica che accompagna ogni umano, e probabilmente ogni vivente nel dentro della sua insondabile mente e nel fuori del suo materico e vulnerabile corpo, dalla nascita alla morte.

All'atto esistenziale pratico, anche la mia prassi di vita è marcatamente solipsistica, con una sua costantemente verificata dose di pessimismo che mi ha portato alla scelta di non fornire i miei geni incarnati ai padroni del mondo, ma questa scelta, a suo modo metafisicamente estrema, non mi porta a legittimare una posizione metafisica integralisticamente solipsistica.

Semmai un solipsismo temperato, centrato sul valore assoluto della unicità di ogni vivente (per sé, non per chi vuole mettere il suo cappello sulla vita altrui), da valorizzare al meglio, ma sempre nella consapevolezza della relazionalità del nostro esistere: dentro e fuori.



pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele22

@Eutidemo : Non ti devi certo scusare con tutti dato che il topic in questione l'ho aperto io. Piuttosto avresti potuto rispondere a me, dato il tuo avallo sul manifesto del solipsismo sul quale invece io ti contestavo l'esistenza di un errore grossolano che però è pure fondamentale. Tra l'altro segnalo quella che a mio giudizio è una cosa poco sostenibile, o espressa male e sarebbe determinata dall'errore grossolano non evidenziato nel manifesto: il nesso causale tra il noumeno ed il fenomeno può essere certamente una fede mentale, ma sarebbe in prima battuta una fede sul fatto che se lasci la mano sul fuoco te la bruci. Un saluto
@ Pio : Circa la tua riflessione sull'onda: qualche giorno fa Kobayashi, contestando qualcuno che sosteneva che il male è assenza di bene rilevava giustamente che viviamo più che altro in mezzo al male e che il bene venga più che altro come sollievo dal male. Pertando, il mare sarebbe il dolore, mentre l'onda la naturalezza con la quale il pensiero cerca di sfuggire al mare
@niko : Contesto la prima parte del discorso, ma per ora lasciamo perdere. Delle due ipotesi che metti in campo la seconda non mi è del tutto chiara, ma la numero 1 è senz'altro vera e così mi collego a @Ipazia la quale nel suo ultimo intervento sostiene che tutti i parti della mente sono legittimi, ma è la realtà il giudice che li assolve e condanna una volta cresciuti. Mi vien da chiederle  se prevede che la realtà li risolverà con rivolte sanguinose, con guerre oppure con la ragione, dato pure, e qui mi si conceda un po' di propaganda, che il capitalismo senza dubbio alcuno è un parto metafisico. Alla fine mi sembra che l'intervento di @iano sia il più sensato di tutti, anche se ventilato da Ipazia.  L'intersoggettività intesa pure come forma di espressione democratica dovrebbe essere infatti il metro con cui si afferma l'individuo, però al solipsismo che nulla è se non una parola come tante altre, riconosco senz'altro un valore pratico determinante nella società odierna: cioè che la sua sentenza sul fondamentale egoismo dell'individuo sia importante. Un egoismo che dovrebbe manifestarsi anche come altruismo di gruppo, di affettività, di compassione reciproca, anche tra pochi singoli, cosa di cui abbiamo quotidianamente anche testimonianza. Un egoismo quindi che in teoria dovrebbe manifestarsi più marcatamente altruista, ma ne sarebbe inibito e impedito da un mostro metafisico che ci domina e da una mentalità un po' "soggetto a rischio". E allora è facile per il solipsista riconoscere chi è altruista da chi vende chiacchiere spacciandole per potenziali azioni altruistiche, proprio perché è ben trincerato nella convinzione che l'altruismo è una concessione dell'egoismo, e siccome la realtà odierna ci ha condotti ad una diffidenza esasperata, renderla manifesta, data una eventuale pubblica ammissione della pregnanza dell'egoismo nell'individuo, contribuirebbe a mettere molto più agevolmente il venditore di fumo con le spalle al muro
@Bobmax : ciao vecchio Bob, l'altro giorno ti ho chiesto qualcosa circa le colpe dei padri e la salvezza dei credenti. Beh, io non credo in Dio, ma dato che sarebbe infinitamente più potente di me lascio a lui l'incombenza semmai di giudicarmi. Nel topic che ho in piedi con Green Demetr, speriamo stia bene, sulla "Fenomenologia dello Spirito di Hegel" dico pure che secondo me la sensazione (interiore) è quella che darebbe origine a qualsiasi tipologia di fede. Siccome le sensazioni a volte si rilevano esatte potrebbe essere benissimo che il Dio dei cristiani esista, per quel che ne so io. Ma da solipsista consapevole, in virtù della consapevolezza dell'egoismo che è nell'individuo, pretendo pure la coerenza alla dottrina di Cristo per quelli che si dicono cristiani, specialmente dal Papa; non ci si accontenta più del siamo peccatori, pena il loro essere reclutati subito tra i venditori di chiacchiere metafisiche senza star lì a pensarci tanto. E' per questo che ti chiedevo sulla salvezza
Bene, se qualcuno deve aggiungere qualcosa lo faccia

niko

Citazione di: Pio il 13 Dicembre 2022, 00:40:34 AMMa è un problema dell'onda l'esistenza della sofferenza non certo del mare. Quello che all'onda appare come male può essere semplicemente il modo necessario di manifestarsi del mare.

Forse sono stato troppo lungo e non chiaro...

Sostanzialmente il solipsismo si puo' intendere in due modi, quindi, possiamo dire ci sono due tipi di solipsismo: o (1) io proietto il mondo come un Dio gnostico o biblico, quindi secondo autocoscienza E secondo volonta' , facendone di fatto un sogno lucido in cui io decido cosa succede e chi incontro, oppure (2) io proietto il mondo si', ma come un semplice e scalcagnato IO (tipico di certa filosofia moderna da Cartesio in poi), cioe' in qualche modo lo proietto SOLO secondo autocoscienza, in maniera "meramente" proiettiva ed illusiva, con la volonta' che resta sullo sfondo e puo' ben essere frustrata, lasciando spazio all'implicazione della sofferenza.

Ora, la 1 la si scarta subito perche' chiunque con un minimo di sale in zucca puo' constatare che lui non e' onnipotente e beato  come il Dio biblico: al mondo c'e' la sofferenza, e lui stesso soffre.

Con cio', fine del solipsismo del Dio, resta solo da analizzare il solipsismo dell'io.

La 2 e' aporetica, nessuno puo' dimostrare ne' che sia vera, ne' che sia falsa.

Pero' e aporetica ed inquietante, perche' io, proiettando il mondo a prescindere dalla mia volonta', sono RESPONSABILE, di tutta la sofferenza che c'e' nel mondo, e della mia sofferenza; se il mondo e' interamente e senza residuo proiezione dell'io, e l'io soffre, e l'io non sa e non "ammette" di voler soffrire, allora ci sono parti e frazioni dell'io, altrettanto proiettive del mondo, ma non manifeste e non espresse, che in qualche modo vogliono soffrire e lo fanno soffrire.

Insomma se al mondo ci sono solo io, la sofferenza non si spiega in altro modo se non che von una mia responsabilita' personale, per quanto non volontaria.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Ipazia

L'io solipsistico può ritenere la sofferenza umana come una illusoria proiezione della sua mente, al pari della felicità umana.j Vana ogni ricerca di senso in questa proiezione cinematografica in cui tutto si equivale e diventa reale solo nel regista dello spettacolo: l'io solipsistico.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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