Socrate e il brodino di pollo!

Aperto da Eutidemo, 04 Agosto 2024, 17:32:17 PM

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Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
Hai ragione: ed invero la metafora dell'onda e del mare, un po' come tutte le metafore, calza fino ad un certo punto. :-[
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Ed in effetti nessuno muore, per la semplice ragione che, in realtà,  non c'"è" nessuno; però, a mio avviso, tale assunto va un po' esplicitato (sebbene, in tal caso, il "linguaggio" risulti sempre e comunque inadeguato).
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Cioè, secondo me, si potrebbe dire che ciascun "io individuale" è dotato dell'"esistere", in quanto, provvisoriamente si manifesta come un apparente "epifenomeno" dell'"Essere"; però, in realtà, a livello "noumenico", l'"io individuale" non "E'" niente, avendo la stessa sostanza dei sogni.
Per cui, più che morire, al risveglio "si dissolve"!
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Quindi, in realtà, l'"io individuale"  non nasce e non muore, se non, appunto, come il personaggio di un sogno, che si agita per un breve attimo sulla scena; e poi, quando il dormiente si sveglia, sparisce e torna nel suo unico '"uno".
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Questa notte ho sognato di entrare in una mensa, piena di commensali, con i quali chiacchieravo; ma quando mi sono svegliato mi sono accorto che eravamo tutti "uno"! ???
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Però mi rendo conto che anche le "similitudini", così come le "metafore", calzano fino ad un certo punto; e non sono mai in grado di esprimere in modo davvero puntuale ed esauriente ciò che si vorrebbe comunicare.
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Un cordiale saluto! :)
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iano

#16
Citazione di: Eutidemo il 06 Agosto 2024, 06:22:34 AMl'"io individuale" non "E'" niente, avendo la stessa sostanza dei sogni.
Il sogno è qualcosa, essendo fatto della nostra stessa sostanza, racchiuso nello spazio e nel tempo di una vita.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Hai ragione!
Ed infatti anche le "similitudini", così come le "metafore", lasciano un po' il tempo che trovano, e calzano solo fino ad un certo punto;  non sono mai in grado di esprimere in modo davvero puntuale ed esauriente ciò che si vorrebbe comunicare.
***
Però anche Shakespeare ebbe modo di osservare che: "Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, e nello spazio e nel tempo d'un sogno è raccolta la nostra breve vita" (W. Shakespeare, La tempesta, atto IV, scena I).
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Un cordiale saluto! :)

iano

#18
Il sogno non riesce bene, dove eccelle la veglia appropriandosi indebitamente della realtà, ma essendo fatti della stessa sostanza, allo stesso modo sogni e realtà si possono raccontare, e come dietro al sogno ci siamo noi dietro la realtà c'è  la vera realtà che non coincide mai col suo racconto, e non solo essa diviene, ma  ne  muta pure il racconto, perchè diviene chi la racconta.
Se noi nella nostra gravità passiamo, tendono a sopravviverci i sogni con il loro essere  leggeri, e se è vero che sono parte di noi, ogni breve vita nasce e muore nello spazio e nel tempo di un lungo sogno.

Signor Shakespeare, ma mi facci il piacere!
Totò.
 :)
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Fino ad un certo punto, "credo" di aver seguito -e di condividere- il "filo" del tuo ragionamento.
***
Ed infatti, anche secondo me, la "veglia", anche se si appropria indebitamente del titolo di "realtà", in effetti è anch'essa della stessa sostanza dei "sogni"; si tratta solo di un diverso "grado" di illusorietà (più costante e coerente) della esistenza del nostro "io individuale".
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Vale a dire che, come dietro al sogno c'è il nostro "io individuale" della veglia, dietro ad entrambi c'è  la vera realtà del nostro "sè universale"!
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Però, sempre ammesso e non concesso che io abbia correttamente interpretato la prima parte del tuo "post", poi, però, non ho ben compreso il resto; quando pari di "racconto", "gravità" ecc.!
Che cosa intendevi dire?
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Un cordiale saluto!
***
P.S.
Ora vado fuori città, per cui non credo di poter rispondere prima di un giorno o due.

iano

Ciao Eutidemo. Con
''Il sogno non riesce bene, dove eccelle la veglia appropriandosi indebitamente della realtà,
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#21
Ciao Eutidemo, chiedo scusa per il messaggio precedente che non riesco a cancellare, ma rileggendomi non riesco a capirmi da solo, e allora cambiamo discorso, e ti lascio quindi con una riflessione:

La realtà  è un sogno ad occhi aperti che non possiamo modificare, perchè quando ci svegliamo la nostra capacità di elaborare i sogni  si addormenta.
E' come se la realtà che viviamo, un tempo l'avessimo sognata, e trovando il sogno così bello, lo avessimo fissato, per ritrovarlo sempre uguale ogni volta che ci svegliamo, come quell'amata la cui bellezza, pur invecchiando,  ci è rimasta negli occhi.


Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Eutidemo

Ciao Iano. :)
Ora ho capito che cosa volevi dire, e sono d'accordo con te quando scrivi che, in un certo senso, la realtà  è come un sogno ad occhi aperti; che, però, non possiamo modificare come, invece, a volte è possibile fare "oniricamente" con la tecnica dei cosiddetti "sogni lucidi".
***
Non sono invece d'accordo con te quando scrivi che la realtà è un "sogno" così bello, che lo abbiamo fissato, per ritrovarlo sempre uguale ogni volta che ci svegliamo (come quell'amata la cui bellezza, pur invecchiando,  ci è rimasta negli occhi); ed infatti la "realtà fenomenica" del mondo che mi circonda, illusoria o meno che essa sia, più che un bel "sogno" a me sembra un orribile "incubo".
Dal quale spero di risvegliami il prima possibile!
***
Un cordiale saluto! :)
***

Ipazia

#23
La fallacia si chiama falsa analogia, e dimostra come la logica possa essere ingannevole. E usata a tale scopo.

L'analogia vera nel frammento è tra lo stato logicamente contrapposto veglia-sonno e vita-morte. Ovvero due stati che non possono coesistere.

Su questo si innesta il trucco sofistico del divenire tra tali stati escludentesi.

Un pensatore moderno, degno di questo nome, si accorge subito che il processo veglia-sonno è reversibile, mentre quello vita-morte è irreversibile. Con conseguente collasso dell'analogia.

Confondere lo stato di una coppia logica con il divenire della stessa è un trucco da baraccone metafisico (non sequitur) che spesso è ricorso anche nelle varie "dimostrazioni" dell'esistenza dei numi.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Koba II

D'altra parte non abbiamo alcun elemento per considerare certo che ciò che non appare più sia diventato un niente. Il divenire è trasformazione senza fine. Il corpo non diventa polvere (e qui si intende polvere come un quasi-niente che precede il niente), il corpo continua la sua avventura.
Il Se' invece sparisce. Non appare più. A questa assenza ci dobbiamo limitare. Che forme di memoria e coscienza differenti, non immaginabili ora, possano prendere il suo posto, questo non si può escludere se vogliamo essere rigorosi, immuni dall'opinione degli stolti.


bobmax

Citazione di: Eutidemo il 07 Agosto 2024, 06:24:25 AM
Non sono invece d'accordo con te quando scrivi che la realtà è un "sogno" così bello, che lo abbiamo fissato, per ritrovarlo sempre uguale ogni volta che ci svegliamo (come quell'amata la cui bellezza, pur invecchiando,  ci è rimasta negli occhi); ed infatti la "realtà fenomenica" del mondo che mi circonda, illusoria o meno che essa sia, più che un bel "sogno" a me sembra un orribile "incubo".
Dal quale spero di risvegliami il prima possibile!


Mi spiace Eutidemo per questa tua disperazione.
Ognuno ha la propria storia di vita, con le sue esperienze. Chi più fortunate chi meno.
E io sono stato fortunato, molto.
Per cui dovrei starmene zitto.
Però ho comunque provato anch'io più volte la disperazione. Una angoscia, senza speranza che potesse mai finire. Sebbene poi una luce sia infine sempre comparsa.

Così vorrei dirti che il mistero dell'Essere c'è e pure... non c'è.
Il mistero è razionale, mai spirituale.

Voglio credere che tu sia stato certamente amato in questa vita.
Ecco, guarda quell'amore che hai ricevuto.
Lì non vi è alcun mistero.
Aggrappati a quell'amore.

Anche se sembra ormai passato, mero ricordo degno solo di nostalgia, non è così!
È la voce del Padre.
E tu chi saresti mai se non il figlio?
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Eutidemo

Citazione di: Ipazia il 07 Agosto 2024, 18:05:49 PMLa fallacia si chiama falsa analogia, e dimostra come la logica possa essere ingannevole. E usata a tale scopo.

L'analogia vera nel frammento è tra lo stato logicamente contrapposto veglia-sonno e vita-morte. Ovvero due stati che non possono coesistere.

Su questo si innesta il trucco sofistico del divenire tra tali stati escludentesi.

Un pensatore moderno, degno di questo nome, si accorge subito che il processo veglia-sonno è reversibile, mentre quello vita-morte è irreversibile. Con conseguente collasso dell'analogia.

Confondere lo stato di una coppia logica con il divenire della stessa è un trucco da baraccone metafisico (non sequitur) che spesso è ricorso anche nelle varie "dimostrazioni" dell'esistenza dei numi.
L'hai spiegato meglio di me!
Grazie e cordiali saluti! :)

Eutidemo

Citazione di: Koba II il 07 Agosto 2024, 18:26:45 PMD'altra parte non abbiamo alcun elemento per considerare certo che ciò che non appare più sia diventato un niente. Il divenire è trasformazione senza fine. Il corpo non diventa polvere (e qui si intende polvere come un quasi-niente che precede il niente), il corpo continua la sua avventura.
Il Se' invece sparisce. Non appare più. A questa assenza ci dobbiamo limitare. Che forme di memoria e coscienza differenti, non immaginabili ora, possano prendere il suo posto, questo non si può escludere se vogliamo essere rigorosi, immuni dall'opinione degli stolti.
Che forme di memoria e di coscienza differenti, non immaginabili ora, possano prendere il posto di quelle mie, non si può certo escludere; quello che, invece, si può escludere con assoluta certezza, è che le mie personali e individuali  forme di memoria e di coscienza possano sopravvivere alla morte del mio organismo psico-fisico, essendo ad esso strettamente ed intrinsecamente collegate e  connesse.
L'ho verificato sperimentalmente durante le tre anestesie totali che ho dovuto subire, per cui non ci sono argomenti che potranno mai convincermi del contrario!

Eutidemo

Ciao Bobmax. :)
Io non mi riferivo in particolare alle mie esperienze di vita, le quali, tutto sommato, non sono poi state troppo malvage; mi riferivo, invece, a quanto accade ed è sempre accaduto nel mondo!
***
In ogni caso io non sono affatto "disperato", in quanto, per fortuna, so che morirò presto; il che, più che una semplice "speranza", è  per fortuna una "certezza".
Sarei davvero "disperato" se dovessi vivere in eterno in questo mondo di schifo!
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Però devo riconoscere che la vita una cosa buona, anzi, ottima ce l'ha: prima o poi finisce! ;)
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Così come devo riconoscere che anche Milano una cosa buona, anzi, ottima ce l'ha: il treno per Roma! ;)
(scherzo)
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Quanto all'amore, certo che l'ho avuto; ma la gioia che mi ha dato è stata ampiamente compensata dal dolore che mi ha dato la sua perdita!
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Quanto al discorso del "Padre e del figlio", io non credo assolutamente ad una divinità dalle caratteristiche "antropopatetiche"; per cui l'unico "padre" che avevo è ormai morto, e non ne avrò mai più un altro!
***
Un cordiale saluto! :)
***

bobmax

Citazione di: Eutidemo il 08 Agosto 2024, 06:28:22 AM
Che forme di memoria e di coscienza differenti, non immaginabili ora, possano prendere il posto di quelle mie, non si può certo escludere; quello che, invece, si può escludere con assoluta certezza, è che le mie personali e individuali  forme di memoria e di coscienza possano sopravvivere alla morte del mio organismo psico-fisico, essendo ad esso strettamente ed intrinsecamente collegate e  connesse.
L'ho verificato sperimentalmente durante le tre anestesie totali che ho dovuto subire, per cui non ci sono argomenti che potranno mai convincermi del contrario!


Durante una delle sei anestesie totali, che ho subito, ho invece fatto una esperienza che mi ha segnato, e che poi mi ha spinto decisamente nella ricerca.

Infatti ero rimasto memore di me stesso e, allo stesso tempo, mi sono ritrovato a vivere una situazione di vita in cui non ero io... bensì mio padre!
Ero mio padre, che si stava prendendo cura del proprio bambino.
E quel figlio, che tenevo in braccio, ero ancora io!

Ed era realtà, non era un sogno, ne sono certo.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

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