Siamo liberi di pensare ciò che vogliamo?

Aperto da Carlo Pierini, 10 Agosto 2017, 17:35:27 PM

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Carlo Pierini

Se prestiamo una certa attenzione a noi stessi, possiamo osservare delle profonde analogie o parallelismi tra funzioni psichiche e funzioni organiche.
Un esempio per tutti: il parallelismo tra la nutrizione del corpo e l'apprendimento intellettuale-culturale. Così come il corpo si nutre di cibi materiali, l'anima si nutre di significati immateriali, di idee, di simboli; e così come il corpo digerisce e assimila il cibo, usiamo addirittura lo stesso termine "assimilazione" quando ci riferiamo all'apprendimento culturale, alla comprensione di certe idee o di certe informazioni. Ma così come un cibo avariato intossica l'intero organismo, così pure l'apprendimento di idee false, malsane o contraddittorie può intossicare l'anima e generare dei conflitti. Conflitti che, tuttavia, spesso diventano inconsci; e di questa contraddittorietà noi avvertiamo solo il risultato: la depressione (due forze uguali e contrarie si annullano a vicenda, indebolendo così l'"economia energetica" della psiche).
Naturalmente, si può anche essere portatori sani di idee malsane, specialmente se per indole/carattere affidiamo le nostre scelte più al cuore (o all'intuizione-istinto) che all'intelletto. Ma resta comunque il fatto che noi siamo *solo relativamente* liberi di pensare ciò che vogliamo e che una eccessiva trascuratezza nei confronti delle nostre idee potrebbe rivelarsi nociva per la nostra salute mentale, almeno quanto una scarsa attenzione a ciò che mangiamo potrebbe essere nociva per la nostra salute fisica.


Termino sottolineando che questo parallelismo non significa *identità* corpo/anima, cioè non significa - per intenderci - che lo stomaco è deputato alla funzione che chiamiamo "apprendimento"; significa che anche la psiche è un organismo, ma un organismo ALTRO da quello fisico, proprio come il principio Yin è ALTRO dallo Yang, pur essendo simili e reciprocamente complementari.
Questo è anche il senso delle parole del Vangelo: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio» (Matteo 4: 4 / Luca 4:4). Ma è anche il senso dell'assunzione dell'ostia nel rito eucaristico, il quale simbolizza la comprensione-assimilazione della parola di Cristo (l'ostia è il simbolo del "Corpus Christi").

Insomma: se è vero che siamo liberi di volere ciò che pensiamo, non siamo del tutto liberi di pensare ciò che vogliamo. :-)

doxa

#1
Carlo ha scritto:
CitazioneQuesto è anche il senso delle parole del Vangelo: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio» (Matteo 4: 4 / Luca 4:4). Ma è anche il senso dell'assunzione dell'ostia nel rito eucaristico, il quale simbolizza la comprensione-assimilazione della parola di Cristo (l'ostia è il simbolo del "Corpus Christi").

Carlo fammi capire. Il tuo riferimento al Vangelo è condizionato dal tuo credo religioso o è casuale ?

Concludi il tuo post dicendo:
Citazionese è vero che siamo liberi di volere ciò che pensiamo, non siamo del tutto liberi di pensare ciò che vogliamo.


Questa tua affermazione rimanda al condizionamento sociale del pensiero. Il nostro modo di considerare la "realtà" non dipende solo dalla nostra soggettività ma ha implicazioni oggettive derivanti dal contesto sociale e culturale in cui viviamo.

Karl Marx  era consapevole che  le situazioni oggettive delle classi sociali condizionano il pensiero e la visione del mondo.

Un altro Karl, Mannheim (fondatore della "sociologia della conoscenza") elaborò la tesi marxista del condizionamento sociale del pensiero in una teoria basata sulla correlazione strutturale e dinamica tra tutti gli elementi culturali del sistema sociale.

Oltre a Mannheim c'è da citare il filosofo tedesco Max Scheler, che nel 1924  coniò l'espressione
"Wissenssoziologie", la quale studia le modalità per la conoscenza, per il sapere e la produzione del sapere. La conoscenza fornisce all'individuo significati del mondo  in cui vive, significati che vengono percepiti  dal soggetto come il modo naturale di  considerarlo.

Oltre agli autori citati ce ne sono altri che hanno approfondito lo studio del condizionamento sociale del pensiero.

Carlo Pierini

#2

> CARLO
> Questo è anche il senso delle parole del Vangelo: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio» (Matteo 4: 4 / Luca 4:4). Ma è anche il senso dell'assunzione dell'ostia nel rito eucaristico, il quale simbolizza la comprensione-assimilazione della parola di Cristo (l'ostia è il simbolo del "Corpus Christi").

ALTAMAREA
Carlo fammi capire. Il tuo riferimento al Vangelo è condizionato dal tuo credo religioso o è casuale ?

CARLO
Io non ho un credo religioso. Le mie idee si basano sull'osservazione oggettiva dei fatti e sull'esperienza. Sono stato ateo-marxista fino ad una ventina di anni fa, fino a quando cioè non ho avuto delle visioni piuttosto singolari (di cui parlo nella sezione "Tematiche spirituali") che mi hanno spinto ad intraprendere una ricerca a 360 gradi (psicologia, teologia, filosofia, scienza) che continua tutt'ora e che ha trasformato radicalmente la mia visione del mondo

> CARLO
> se è vero che siamo liberi di volere ciò che pensiamo, non siamo del tutto liberi di pensare ciò che vogliamo.

ALTAMAREA
Questa tua affermazione rimanda al condizionamento sociale del pensiero. Il nostro modo di considerare la "realtà" non dipende solo dalla nostra soggettività ma ha implicazioni oggettive derivanti dal contesto sociale e culturale in cui viviamo.
Karl Marx  era consapevole che  le situazioni oggettive delle classi sociali condizionano il pensiero e la visione del mondo.
Un altro Karl, Mannheim (fondatore della "sociologia della conoscenza") elaborò la tesi marxista del condizionamento sociale del pensiero in una teoria basata sulla correlazione strutturale e dinamica tra tutti gli elementi culturali del sistema sociale.
Oltre a Mannheim c'è da citare il filosofo tedesco Max Scheler, che nel 1924  coniò l'espressione
"Wissenssoziologie":  studia le modalità per la conoscenza, per il sapere e la produzione del sapere. La conoscenza fornisce all'individuo significati del mondo  in cui vive, significati che vengono percepiti  dal soggetto come il modo naturale di  considerarlo.
Oltre agli autori citati ce ne sono altri che hanno approfondimento lo studio del condizionamento sociale del pensiero.

CARLO
Il condizionamento esiste, ma non è onnipotente; se lo fosse, non sarebbero mai esistite rivoluzioni di pensiero, e lo stesso marxismo (che è una reazione al condizionamento borghese) non sarebbe mai nato.

In definitiva, il marxismo cade nel medesimo estremismo in cui cade il riduzionismo neurobiologico moderno: mentre quest'ultimo riduce la mente al substrato neurale-cerebrale facendo derivare la prima dal secondo, il marxismo, in modo analogo, riduce la cosiddetta "sovrastruttura ideologica" alla "struttura economica". Entrambi i paradigmi, cioè, hanno ignorato l'ALTRO senso di relazione possibile tra le due polarità: quello secondo cui la mente condiziona e a volte determina gli eventi cerebrali, e quello secondo cui la "sovrastruttura ideologica" condiziona e a volte determina la "struttura economica".

lorenzo

Citazione di: Carlo Pierini il 10 Agosto 2017, 17:35:27 PMQuesto è anche il senso delle parole del Vangelo: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio» (Matteo 4: 4 / Luca 4:4). Ma è anche il senso dell'assunzione dell'ostia nel rito eucaristico, il quale simbolizza la comprensione-assimilazione della parola di Cristo (l'ostia è il simbolo del "Corpus Christi").

Insomma: se è vero che siamo liberi di volere ciò che pensiamo, non siamo del tutto liberi di pensare ciò che vogliamo. :-)

Mah.
Mi pare che per un cattolico l'ostia non sia il simbolo ma realmente il corpo di Cristo.
Se per pensare intendiamo qualcosa di più serio di "penso che stasera mi farò una bistecca" o "penso che Luigi sia una brava persona", se parliamo di un pensare voluto, come nella soluzione di un quesito matematico o un problema di scacchi, allora ci accorgiamo che possiamo realmente pensare ciò che vogliamo, che possiamo dedicare la nostra vigile attenzione solo a ciò che noi stessi vogliamo far entrare nel nostro spazio mentale.
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Carlo Pierini

Citazione di: lorenzo il 10 Agosto 2017, 22:19:14 PM
Citazione di: Carlo Pierini il 10 Agosto 2017, 17:35:27 PMQuesto è anche il senso delle parole del Vangelo: «Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola di Dio» (Matteo 4: 4 / Luca 4:4). Ma è anche il senso dell'assunzione dell'ostia nel rito eucaristico, il quale simbolizza la comprensione-assimilazione della parola di Cristo (l'ostia è il simbolo del "Corpus Christi").

Insomma: se è vero che siamo liberi di volere ciò che pensiamo, non siamo del tutto liberi di pensare ciò che vogliamo. :-)

Mah.
Mi pare che per un cattolico l'ostia non sia il simbolo ma realmente il corpo di Cristo.

..E tu non hai niente da obiettare? :-)

lorenzo

Una cosa è ciò che io penso, altro ciò che riferisco di quanto crede un cattolico o un induista: la prima è una opinione, la seconda un fatto.
(non citare tutto, quando rispondi)
Ciao.
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Carlo Pierini

Citazione di: lorenzo il 11 Agosto 2017, 00:04:31 AM
Una cosa è ciò che io penso, altro ciò che riferisco di quanto crede un cattolico o un induista: la prima è una opinione, la seconda un fatto.
(non citare tutto, quando rispondi)
Ciao.

Ma il problema fondamentale dell'esegesi cristiana è proprio questo: il calspestamento delle più comuni esigenze della ragione e del buon senso, come se l'umanità si fosse fermata all'irrazionalità del Medioevo. A cominciare dal pregiudizio secondo cui i racconti biblici sarebbero eventi storici, invece che allegorie simboliche, miti ispirati da Dio. 
Chi può credere più, ai giorni nostri, che l'apertura del Mar Rosso, la tentazione del serpente edenico, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il miracolo di Cana, e poi la morte, la resurrezione, e l'ascesa al cielo di Gesù (senza uno straccio di ...tuta spaziale), siano degli avvenimenti storici realmente accaduti? Eppure i preti continuano imperterriti a insultare la ragione (come se non fosse anch'essa un dono di Dio e, come tale, degna del massimo rispetto), alimentando così l'allontanamento dalla religione, se non addirittura l'ateismo.

lorenzo

Ciao Carlo, mi pare che qui si dovrebbe qui parlare della libertà del pensare, quello sull'ostia era solo un inciso.
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Carlo Pierini

Citazione di: lorenzo il 11 Agosto 2017, 09:48:08 AM
Ciao Carlo, mi pare che qui si dovrebbe qui parlare della libertà del pensare, quello sull'ostia era solo un inciso.

Sto parlando proprio della libertà del pensare. Se pensi come vero ciò che non è vero, danneggi te stesso e chi ti crede. Proprio come se ti nutri (e fai nutrire altri) di cibi avariati.

Daniele Bragagnolo

Io credo che in questo spunto molto interessante possa aiutare moltissimo Nietzsche. Di fatto egli si è resoconto che parlare di libertà è probabilmente qualcosa di inconcepibile. Una parola forse troppo romanzata. Bellissimo a riguardo, uno dei suoi libri "Cosi parlò Zarathustra". La libertà forse è una meta che forse mai raggiungeremo completamente, proprio perchè come dice Nietzsche occorre una morte di dio. E' interessante vedere come molti pensieri siano rivolti a questo : la libertà spesso la si trova dove vi è una morte o una mortificazione. Secondo me ci troviamo di fronte a qualcosa di estremamente affascinante quanto paradossale : per ritrovare la libertà di noi stessi dobbiamo "morire", concedetemi la parola. Siamo cosi impregnati dei nostri legami sociali e culturali che non distinguiamo piu effettivamente quale sia il cibo avariato da quello sano. Di fatto siamo all'interno di un contesto nel quale l'importante è essere sazi, a priscindere dalle conseguenze dei cibi che ingeriamo. Ma per effetto di certi scompensi psicologici (vedi teoria della dissonanza cognitiva) siamo cosi abili nel razionalizzare certe catene che abbiamo, tanto che poi le consideriamo come condizioni della nostra libertà. Io credo che la soluzione per piu avvicinarci a questa tanto ambita libertà sia la conoscenza critica, distruggendo innanzitutto quegli ideali, quelle concezioni che abbiamo che gia ci portano, prima ancora di avere conoscenza, ad avere dei pregiudizi. Questi sono la vera avaria, questi non ci permettono di essere liberi perchè condizioneranno sempre la nostra "gnoseologia".

lorenzo

Citazione di: Carlo Pierini il 11 Agosto 2017, 15:09:35 PMSto parlando proprio della libertà del pensare. Se pensi come vero ciò che non è vero, danneggi te stesso e chi ti crede. Proprio come se ti nutri (e fai nutrire altri) di cibi avariati.
Condivido, ovviamente.
Ma pensavo che tu ti ponessi su un versante più filosofico, da ciò la mia risposta, che ripropongo (scusandomene, ma è breve)
CitazioneSe per pensare intendiamo qualcosa di più serio di "penso che stasera mi farò una bistecca" o "penso che Luigi sia una brava persona", se parliamo di un pensare voluto, come nella soluzione di un quesito matematico o un problema di scacchi, allora ci accorgiamo che possiamo realmente pensare ciò che vogliamo, che possiamo dedicare la nostra vigile attenzione solo a ciò che noi stessi vogliamo far entrare nel nostro spazio mentale.
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Amphitrite

Citazione di: Carlo Pierini il 11 Agosto 2017, 01:24:08 AMChi può credere più, ai giorni nostri, che l'apertura del Mar Rosso, la tentazione del serpente edenico, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il miracolo di Cana, e poi la morte, la resurrezione, e l'ascesa al cielo di Gesù (senza uno straccio di ...tuta spaziale), siano degli avvenimenti storici realmente accaduti? 
Si può credere a tutto ciò menzionato da te. Anche perché se visiti Gerusalemme, Cana, e altri luoghi dove Cristo andò, la Sua presenza è  visibile e palpabile (e quindi, anche i Suoi miracoli).
Inoltre, ogni anno durante la Pasqua cristiana-ortodossa, nella chiesa del Santo Sepolcro scende sempre la Luce Santa. Migliaia di pellegrini di tutte le religioni arrivano apposta per riceverla. Un vescovo greco-ortodosso, accompagnato da altri sacerdoti, arriva ed entra dentro il Sepolcro. Nel frattempo, una scia di luce scende sopra i fedeli, presenti nella chiesa. Poco dopo, il vescovo esce con 33 candele accese nella mano (33 età di Cristo) e accende le candele dei fedeli. La luce non brucia per 33 minuti - in altre parole, questo avvenimento è un miracolo non solo palpabile, ma anche visibile. E' una dimostrazione che l'essere umano non vaga da solo nel mondo, ma che ha una guida spirituale, un Dio.
Qui, il filmato della Pasqua di quest'anno: https://www.youtube.com/watch?v=qLKeutIO7Nc
Stranamente, la TV italiana non fa vedere questi filmati (probabilmente per non "disonorare" la Chiesa Cattolica, una volta parte di quella Bizantina).

CitazioneEppure i preti continuano imperterriti a insultare la ragione (come se non fosse anch'essa un dono di Dio e, come tale, degna del massimo rispetto), alimentando così l'allontanamento dalla religione, se non addirittura l'ateismo.
Ai preti simili, evidentemente, manca lo spirito teologico ("Poiché molti sono chiamati, ma pochi eletti"). Realmente parlando, il sacerdote (ponte simbolico tra il fedele e Dio) preferirebbe "censurare" la ragione perché la persona che ragiona "vede" e "distingue", quindi è "incontrollabile". Non è affatto una sorpresa che un atteggiamento simile abbia causato un smarrimento spirituale nel seno della Chiesa.
"Aveva un temperamento insofferente della disciplina e temerario, non aveva rispetto né per gli dei né per gli uomini che dimostravano di non meritarlo (...) Non aveva alcuna considerazione per chi sapeva solo parlare senza essere capace di agire." (Su Dionisio I di Siracusa)

lorenzo

Amphitrite GRAZIE, vorrei scriverlo in caratteri enormi. Come è possibile che siano in così pochi a conoscere questo evento?
Per saperne di più ho trovato questa pagina in italiano
http://www.holyfire.org/file/Italian_Un_Grande_Miracolo.htm

Chissà cosa ha da dire il cicap.
Gli USA importano merci ed esportano dollàri.

Amphitrite

#13
Prego Lorenzo, e grazie mille anche per la pagina suggerita da te.
Come ho scritto nel post precedente, l'evento è poco conosciuto anche perché i mass-media (in Italia) non ne parlano (da quello che ho sentito e visto). La mia ipotesi è che se lo facessero, tanti fedeli cattolici ragionevoli si chiederanno come mai la Santa Luce scende soltanto durante la Pasqua cristiana-ortodossa (e quindi metterebbero in "pericolo" la chiesa cattolica). Non vorrei andar oltre, perché sennò farei propaganda religiosa. Tuttavia, il fatto storico del Scisma accaduto tra le due chiese sorelle dovrebbe chiarire i cuori confusi.

Ritornando, comunque, al tema di questa discussione, la mia risposta è: sì, siamo liberi di pensare tutto ciò che vogliamo (è anche fare) perché abbiamo in dono qualcosa di prezioso: il libero arbitrio. Dio non obbliga nessun'anima a seguirlo oppure ascoltarlo.
"Aveva un temperamento insofferente della disciplina e temerario, non aveva rispetto né per gli dei né per gli uomini che dimostravano di non meritarlo (...) Non aveva alcuna considerazione per chi sapeva solo parlare senza essere capace di agire." (Su Dionisio I di Siracusa)

InVerno

#14
Citazione di: lorenzo il 13 Agosto 2017, 12:08:44 PM
Amphitrite GRAZIE, vorrei scriverlo in caratteri enormi. Come è possibile che siano in così pochi a conoscere questo evento?
Per saperne di più ho trovato questa pagina in italiano
http://www.holyfire.org/file/Italian_Un_Grande_Miracolo.htm

Chissà cosa ha da dire il cicap.
Non serve il cicap, il fosforo si autoinnesca (mai sentito dei fuochi fatui?) quando il solvente evapora (puoi mettere il "timer" aumentando il solvente). In quel posto sembra tirare un bel venticello e la fiamma non sta ferma, cosi come i credenti che credono ma non abbastanza, infatti la muovono continuamente in modo da non bruciarsi (se si può tecnicamente camminare sulle braci senza intervento divino, si può anche giocare con una candela)
La TV Italiana non trasmette questi eventi ma ha spesso dato spazio a Silvan, Jucas Casella e altri professionisti capaci di ben più mirabolanti meraviglie, non c'è alcuna interruzione delle leggi della fisica e chiunque può riprodurre un giochetto simile a casa.
Non ci si salva da un inferno, sposandone un altro. Ipazia

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