Se i quadrati avessero un Dio, avrebbe quattro lati

Aperto da Eutidemo, 06 Febbraio 2024, 12:39:16 PM

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bobmax

Citazione di: Alberto Knox il 08 Febbraio 2024, 23:05:49 PMnon ho detto "quello che vedo è solo confusione" ,ma ho scritto :dire di vedere la confusione non contraddice il non illudersi negli assuolutismi (che sia il bene , il male ecc) che è un altra cosa. Perchè vi sia confusione sarei dovuto essere contradditorio. E affinchè un affermazione sia contradditoria bisogna che il predicato contraddica il precedente riguardo il medesimo oggetto/soggetto.No, descrivo il dramma umano in realtàNo per carità non sentirti in colpa, leggi i pensieri di Pascal o di Marco Aurelio piuttosto, fanno bene, nutrono la mente e il cuore. ;)bhè, chi pensa di stare in piedi guardi di non cadere  :)comodo il tuo inferno, accesso a internet, pancia sempre piena , diritti costituzionali , smart tv . Vai in Cisgiordania o in Ucraina a portare medicine, viveri, coperte, assitenza. Poi torna e dimmi com'era l'inferno ;)Non mi serve l'inferno  per guardare in faccia il dolore. mi basta leggerti , ma son certo che tu mi dirai che non soffri, che hai le risposte, che hai risolto il mistero. La differenza fra me e te è che io vedo il mistero mentre per te il mistero non c'è, è tutto risolto nelle tue formule. Perchè dobbiamo sempre capire tutto? ma capire nel senso etimologico  dal verbo "capiere" che significa afferrare, contenere , assimiliare prendere! . Il mistero di cui parlo non lo puoi contenere ,non lo puoi assimimilare , non lo puoi risolovere è lui che ti  contiene e che forse ti può risolvere. Se non lo senti va bene, vai avanti per la tua strada fatta di formulette chiare solo a te stesso e va bene così. grazie e altrettanto :)

E questa è solo confusione.

Ma comunque non sei solo.
Buona continuazione 
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

bobmax

Il fatto è, che credo nell'altro.
Credo nella sua essenza positiva. Al di là di ogni malvagità, stupidità, vi è comunque una essenza di bene.

Deve essere così!
Nonostante possa risultare proprio l'opposto, le perle vanno gettate comunque.
Anche laddove ti fissa la Medusa.
Perché il male non è mai assoluto.

Prego Dio che resti in me sempre questa fede nella Verità.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

#62
La scienza epistemica ha contestualizzato il concetto di verità alle evidenze sperimentali, sempre falsificabili.

Le "leggi naturali" sono nulla più che ricorrenze fenomeniche tradotte in numeri, necessari per produrre gli artefatti tecnologici. Riversarle in dogmatica filosofica, come fanno idealismo e scientismo, è rendere un pessimo servizio alla filosofia e al sapere.

Sull'essere filosofico Parmenide ha dato la formula definitiva che l'episteme scientifica ha legato alla dimostrazione, appropriandosi dell'ontologia.

Di assoluti se ne vedono pochi, forse 0 K e c, fino a prova contraria.

Chiamare Dio "le cose che sono" è una indebita protuberanza antropologica non convertibile in ontologia.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Jacopus

CitazioneDeve essere così!
Nonostante possa risultare proprio l'opposto, le perle vanno gettate comunque.
Anche laddove ti fissa la Medusa.
Perché il male non è mai assoluto.
Non è sufficiente. Il bene avviene quando ognuno di noi si rende conto di essere talvolta un maiale e talvolta uno che lancia perle. Qui sta la fatica, altrimenti si fa solo carità paternalistica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

niko

Piu' che altro, chiamare Dio "le cose che sono" non esclude, di fatto, gli antropomorfofismi e gli antropopatetismi di Dio che magari con questa formula ingenuamente si vorrebbero escludere, e che invece rientrano dalla finestra, perche', a ben pensarci, l'uomo, l'uomo terreno e materiale, che pensa a Dio, e', lui stesso, "tra le cose che sono", una cosa tra le altre e una parte del tutto, quindi, se accettiamo la premessa che, in generale, "le cose che sono" abbaino essenza divina, anche la conclusione, che l'uomo abbia essenza divina, essendo l'uomo "una cosa che e' ", semiplicemente, consegue.

Quindi gli antropomorfismi e gli antropatetismi, non sarebbero l'essenza totale di Dio, non sarebbero il tutto/Dio, ma comunque resterebbero la "parte" costututiva di Dio, parte tra le altre ma pur sempre leggittima parte, piu' simile all'uomo, e piu' interessante per l'uomo, e piu' adatta a trarne un'etica, una religione, delle leggittime e ben fondate conclusioni eccetera.

Non credo di esagerare se dico che tutta la metafisica occidentale, soprattutto teologica e medioevale, si puo' ricostruire, con poche o nulle variazioni, partendo dalla premessa che Dio sia "tutte le cose che sono".

Cioe' l'affermazione che Dio sia "tutte le cose che sono", non e' particolarmente eretica, ne' tantomeno originale e innovativa, rispetto al nostro radicato e archetipico modo di pensare Dio, e la religione in generale. Credenti o no che noi possiamo essere.

E' quello che dicevo prima: il Cristo, puo' essere ricondotto, a una metafora del fatto che Dio e' "tutte le cose che sono", e quindi questo comprende l'uomo, (se Dio e' tutte le cose che sono, allora Dio e' anche l'uomo, per forza e non si scappa, dalla logica platonico aristotelica) da cui la genesi necessitata e simbolica dell'uomo perfetto, del Cristo appunto, che accede dal suo "spirito parziale", cioe' dalla sua coscienza/anima, di singolo e alienato uomo tra gli uomini, allo "spirito totale" cioe' a Dio, che e' realta' di "minimo comune denominatore", di quanto la "sua" anima, l'anima del Cristo, abbia in comune con le "anime", di tutte le altre cose, stelle, alberi, montagne eccetera, e soprattutto di tuttii gli altri uomini, del mondo; insomma logos, verita' dalla totalita', escludente il nulla (padre) e quindi giungente alla comprensione migliore possibile anche di esso.

Gli antorpomofrismi/antropopatetismi del Dio, non si superano in altro, (e intendo, non si superano in un tipo d'uomo capace di accettare l'assenza totale del Dio o quantomeno un tranquillo ed emotivamente "freddo" teismo astratto o filosofico, perche' a me interessa una filosofia che parli del "carattere", dell'uomo che fa la filosofia, non dei concetti); permangono, e diventano gli antropomorfismi/antropopatetismi del Cristo: per questo la formula, la formula del "Dio che e' tutte le cose", puo' ben piacere, a qualcuno o a molti, nel soddisfare certi desideri e certi caratteri, appunto, ma non funziona, ai fini di escludere, gli antropomorfismi/antropopatetismi, come spero di aver dimostrato.

Se Dio e' tutte le cose, e' leggittimo, che i quadrati immagginino Dio a forma di quadrato, e i cavalli a forma di cavallo, e gli uomini a forma di uomo. Deriva dalla premessa. Il cavallo Dio, o l'uomo Dio, si riferisce a partire da una singola parte pensante alla totalita' nel tentativo di comprenderla o includerla, si riferisce al fatto che i cavalli hanno leggittimamente trovato Dio dentro di loro, e gli uomini pure, e i quadrati pure. Sono partiti, per la loro ricerca, da cio' che avevano di piu' simile a loro, e non di piu' diverso: gli uomini da un uomo, i quadrati da un quadrato, i cavalli da un cavallo. Del resto, la parze cavallina, di Dio, e' la parte piu' eticizzante, e paterna, e genitoriale, e significativa per i cavalli, la parte quadrata per i quadrati, e la parte umana per gli uomini. Ci saranno in giro per il grande cosmo, sacerdoti umani, sacerdoti quadrati e sacerdoti cavalli, come e' giusto che sia.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alberto Knox

Citazione di: bobmax il 09 Febbraio 2024, 05:08:19 AME questa è solo confusione.
ma infatti non sono io quello che ha risolto tutto con delle formule (perle ;) ) .
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Alberto Knox

Citazione di: niko il 09 Febbraio 2024, 10:59:07 AMla formula del "Dio che e' tutte le cose",
è quella copula  "è" che riguarda il primo e secondo genere di conoscenza .  Allora diciamo Dio è così , Dio è questo,  Dio è il tutto, Dio è l'uno. è la presunzione di pensare di poter definire Dio che non riesco a condivedere . Perchè si vuole conquistare, carpire, cioè prendere, afferrare Dio in una formula  o in un è questo o quell altro concetto . Rimanendo così vincolati alla volontà di potenza di conoscere.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Phil

Citazione di: Alberto Knox il 09 Febbraio 2024, 11:29:11 AMè la presunzione di pensare di poter definire Dio
Una tipica attuale pre-sunzione (in senso etimologico) è pensare l'esistenza di un dio disegnato "a mano libera": prima gli diamo "a tavolino" gli stessi attributi del nulla (infalsificabile per definizione, ignoto per posizione e consistenza, tutti ne parlano ma nessuno sa cos'è davvero, etc.), poi lo presentiamo come esistente (e la sua presenza è solo nel discorso che ne parla), infine gli mettiamo una maiuscola per renderlo autorevole, scimmiottando la "possanza morfologica" delle religioni. In pratica si costruisce un "vitello d'oro amatoriale" che di "oro" ha solo l'oralità. Ma anche questa pre-sunzione dà adito a giochi semantici ed esistenziali, anche piuttosto di moda in questa epoca, quindi non va sottovalutata.

niko

Citazione di: Alberto Knox il 09 Febbraio 2024, 11:29:11 AMè quella copula  "è" che riguarda il primo e secondo genere di conoscenza .  Allora diciamo Dio è così , Dio è questo,  Dio è il tutto, Dio è l'uno. è la presunzione di pensare di poter definire Dio che non riesco a condivedere . Perchè si vuole conquistare, carpire, cioè prendere, afferrare Dio in una formula  o in un è questo o quell altro concetto . Rimanendo così vincolati alla volontà di potenza di conoscere.


Si, per me personalmente si puo' pure fare a meno, di Dio e del concetto di Dio...

Dicevo che la natura umana, e' innegabile, a differenza di Dio, che e' una superflua ipotesi, superflua, dico, quando non utile, come fu nel suo passato storico di entita' religiosa, a sviluppare potenza, consenso e sopravvivenza, in chi in esso, e in questa ipotesi/congettura "credeva"; quindi, se assumiamo che Dio sia "in noi", allora Dio ha anche i nostri sentimenti, sensazioni meschinita' eccetera, perche' noi siamo, i nostri sentimenti, sensazioni, meschinita' eccetera.
Vi corrispondiamo. 
Non siamo realmente (e paranicamente) scissi, in male e bene, dentro di noi.
E pure Dio, se vuole "stare" dentro di noi, anche solo come concetto e oggetto di presunta "sapienza" a tutte queste piccolezze e specificita'  umane deve corrispondere. Deve dall'uomo, essere compreso. Dal bene, dell'uomo. E pure dal male, dell'uomo.
Cosa mai altro potremmo essere?
Noi non ci trascendiamo in Dio, se crediamo, nella misura in cui crediamo, nella misura in cui "possediamo" Dio anche solo concettualmente, prima o poi abbassiamo Dio a noi. Per questo, il cristianesimo era, e fu un destino.

E per questo dire che dio sia "in tutte le cose", non ci porta molto piu' lontano rispetto a dove ci ha (gia') portato il cristianesimo. Dio sta in tutte le cose quindi anche in noi. E tutti gli antropomorfismi e antropopatetismi, di Dio, sono giustificati, in quanto divinizzazioni dell'uomo, antropopatetismi dell'uomo/Dio.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Alberto Knox

Citazione di: Phil il 09 Febbraio 2024, 11:54:30 AMIn pratica si costruisce un "vitello d'oro amatoriale" che di "oro" ha solo l'oralità. Ma anche questa pre-sunzione dà adito a giochi semantici ed esistenziali, anche piuttosto di moda in questa epoca, quindi non va sottovalutata.
le modalità di descrizione possono cambiare di epoca in epoca ma la motivazione centrale rimane sempre la stessa , noi stessi. Forse Dio ha creato l'uomo, ma l'uomo ha creato Dio solo per inventare se stesso. PEr dare sicurezza alla sua esistenza.
Noli foras ire , in teipsum redi, in interiore homine habitat veritas.

Ipazia

"le cose che sono" richiedono una dimostrazione del loro esserci per entrare nel mondo ontologico. La dimostrazione è sottoposta a vincoli logici ed empirici che concedono a Dio lo status delle cose che sono immaginarie. Fino a prova di essere qualcosa di più. L'immaginario è un costrutto antropologico insufficiente a dimostrare l'esistenza di ciò che immagina al di fuori della sfera immaginaria.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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