Se Dio non esiste, allora tutto è lecito

Aperto da 0xdeadbeef, 25 Gennaio 2019, 18:12:20 PM

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sgiombo

Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2019, 16:55:36 PM
Direi di più: mentre alcuni ebrei sono sopravvissuti al genocidio nazista al punto di poter fondare uno stato

Citazione
Purtroppo!
(Per parte mia).
E l' unico gravissimo errore di Stalin l' averlo favorito in misura determinante (nessuno é perfetto).

Ma non erano Ebrei qualsiasi, bensì Sionisti (che stanno agli Ebrei esattamente come i Nazisti stanno ai Tedeschi (e gli Arabi Palestinesi di oggi -e chissà fino a quando?- agli Ebrei dei secoli scorsi fino ad Aushcwitz compresa).
Checché millantino con una propaganda letteralmente "goebbelsiana" i cultori politicamente corretti del "giorno della memoria" e de  "la shoa" come fatto unico nella storia: mica un orrendo tentativo di genocidio come gli altri, ma invece assolutamente "unico" (sottinteso: avendo per vittima  non un popolo come gli altri, ma invece un popolo razzisticamente unico nella sua superiorità).


, ben più misera fu la sorte dei nativi nordamericani il cui genocidio, compiuto da democratici liberali con la Bibbia in tasca, rimane il più efficiente e impunito della storia umana.

Ipazia

Lasciamo perdere i particolari  :P Erano ebrei, sopravvissuti anche grazie a Stalin. I nativi nordamericani non hanno avuto nessun santo protettore né in cielo né in terra. E neppure un giorno della memoria. Evidentemente anche con Dio, tutto è lecito.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Per me si tratta di ben altro che di "particolari"!

Jacopus

Ox said:

CitazioneCiao Jacopus
A me sembra che nella "Leggenda del Grande Inquisitore" Dostoevskij formuli "subliminalmente" una accusa allo
stesso Cristo...
L'accusa è di essere troppo "difficile"; di essere per le "elites"; non certo per un popolo che ha bisogno
di sicurezze e di miracoli, non di libertà (un Dostoevskij populista, potremmo dire...).
Dunque Cristo come Alexeij Karamazov, o anche come Sonija, la fidanzata di Ralskol'nikov. Degli "idioti"
(proprio nel senso del principe Myskin); dei "puri" che poco sanno della tremenda complessità dell'animo
umano (ben conosciuta invece dall'Inquisitore, come da Ivan o da Raskol'nikov).
Non sono quindi per nulla d'accordo sulla tua affermazione che riporto in citazione. L'Inquisitore dimostra,
anzi, di conoscere meglio di Cristo l'uomo, e forse di essere persino più benevolo verso di lui...
Non vedo piuttosto correlazioni di questo capitolo con l'affermazione che si diceva. Sia che Dio sia quello
dell'Inquisitore sia che sia quello di Cristo è infatti necessario che esista nella sua assolutezza (pena,
appunto, l'essere tutto lecito).
a pag. 350 della mia copia dei fratelli Karamazov termina il racconto del grande inquisitore, con il bacio che Gesù gli dà e con il successivo ordine che il G.I. rivolge a Gesù di andarsene e scomparire. Nel colloquio successivo Alesa paragona Ivan proprio al grande Inquisitore, irritato da quel bacio, forse anche stravolto, poichè Gesù non solo non ha usato la forza delle schiere celesti ma lo ha baciato, dimostrando nuovamente il suo amore illimitato. Ivan stesso appare turbato, provato dal racconto, incapace in fondo di decidere da che parte stare.
Quello che qui interessa è l'obiezione che Alesa rivolge a Ivan "come farai a vivere con questo inferno nel petto?", e Ivan risponde "con la forza della bassezza karamazoviana" ovvero, e qui è Alesa che parla, "nel senso che tutto è permesso?", di quel tutto è permesso che Ivan aveva tirato in ballo qualche giorno prima nella discussione con Miusov.
Questo per dire che la leggenda del Grande Inquisitore è intimamente connessa con la frase incriminata, già esaminando il testo scritto da Dostoevskij.

Prendiamo una diversa prospettiva:  Il Grande Inquisitore e Gesù sono entrambi interessati alla salvezza dell'uomo, qui sulla terra ma solo Gesù mantiene viva la speranza. Alla speranza però serve la libertà e Gesù deve concederla, e la concede proprio sacrificandosi, pur sapendo che tale libertà condurrà o potrebbe condurre all'iniquità, come secoli di storia ci hanno raccontato. Il sacrificio di Cristo ha un immenso valore in questo senso, valido sia se si crede che sia realmente avvenuto, sia se lo si tratta come un grande racconto della cultura umana.
Il Grande Inquisitore risolve tutto, sottomettendo l'umanità, nel nome di Dio e di un Cristo strumentalizzato. Il popolo belante è quindi esentato dal pensare, dal decidere. Il male è asportato, asportando anche la libertà. E' l'identico processo che avviene quando Ivan dice "Se Dio non esiste, allora tutto è permesso". Delegare a Dio, ad una entità esterna, i fondamenti del bene e dell'armonia, significa smettere di pensare, chinare il capo ed acclamare il Grande Inquisitore.
Questo discorso è connesso con quello intervenuto nelle ultime pagine di questa discussione, perchè pensare ad un uomo che moralmente è sempre lo stesso e non può cambiare, nè in peggio, nè in meglio, ipostatizza una situazione per la quale sarà sempre necessaria una divinità o qualsivoglia stampella esterna per governare gli esseri umani. Prendendo in prestito Freud, si potrebbe dire che una tale concezione ritiene gli esseri umani dotati di un super-Io piuttosto rachitico e irretiti dall'eterno incantesimo plautiano.

Dostoevskij invece, inevitabilmente è dalla parte di Cristo, dalla parte della libertà per quanto quella libertà possa essere usata male ma che potrà sempre essere ricondotta nel mondo dell'umano, come dimostra il bacio finale di Cristo al Grande Inquisitore. Questo non significa però che D. amasse il progresso: tutt'altro. In altri luoghi ha definito il progresso il palazzo di cristallo, equiparandolo ad una gabbia dove vige la violenza eretta a legge. Ma D. non è mai lineare e quindi non gli resta che sperare in un diverso "progresso", quello delle coscienze, quello dell'umanità riconosciuta e solidale, ancora più umana e solidale perchè attraversata comunque dall'egoismo e dall'odio. Del resto, ritornando a Freud, meglio un egoismo e un odio riconosciuto piuttosto che un odio nascosto nell'inconscio e pronto ad agire in modo ben più sanguinario.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

0xdeadbeef

#49
Citazione di: Ipazia il 27 Gennaio 2019, 15:11:52 PM
Forse è un semplice, ma tutt'altro che disprezzabile, progresso tecnico del Leviatano, che si accompagna sempre ad un progresso etico, non indotto metafisicamente, ma materialisticamente, dalla semplice constatazione che con più sicurezza sociale e welfare si vive meglio. Constatazione mica da poco, perché rende meno probabile un regresso etico. E lascia meno spazio a metafisiche incentrate su arbitrarie volontà di potenza.
.

Ciao Ipazia
E come lo istituiamo, di grazia, questo "Leviatano" che garantisce sicurezza sociale e welfare?
Lo istituiamo, per tornare a C.Schmitt, con un "diritto già posto" (magari assolutamente...) o con una azione
fondante, essa, del diritto (cioè con la volontà di potenza)?
In realtà potrebbe esserci un'altra via: quella per cui esso si "auto-istituisce" grazie all'interrelazione fra
gli individui. E' la via anglosassone, quella liberale, e presuppone appunto un individuo naturalmente buono,
cioè una società capace di "progresso morale" (per me, non esistendo queste condizioni, la via risulta impraticabile...)
saluti

Sariputra

La leggenda del grande Inquisitore è uno dei passaggi più enigmatici dei "I fratelli Karamazov". Si leggono, anche tra commentatori cristiani, interpretazioni totalmente diverse. Son passati molti anni da quando l'ho letto e quindi devo affidarmi alla memoria. Io vedo nella figura del grande Inquisitore la volontà di sostituirsi a Dio a "fin di bene", perché il G.I. ama  l'uomo, pensa di amarlo più di Dio stesso. Rinfaccia anzi a Cristo che il suo messaggio così sublime val bene 'per pochi', per degli eletti...ma la massa? Tutta quella gente che soffre, innocente, che non capisce e che non può, non ha la forza della sequela? Non la si può abbandonare, bisogna confortarla, dargli una speranza, financo "permettergli di peccare"...almeno un pò. Il G.I. è tollerante, lui vuole...accettare la proposta che il tentatore fa a Cristo nel deserto, non solo vuole...l'accetta " è da otto secoli che noi siamo con Lui". E qual'è la proposta? Accettare di trasformare le pietre in pane.Cristo rifiuta decisamente, le pietre sono pietre e non saranno Mai pane, ma...allora? Non ci saranno mai pance piene? non ci sarà mai il 'paradiso in terra'? Come puoi Cristo non pensare a utti quelli che soffrono, ai bimbi che muoiono, alla bambine violentate? Ecco 'noi' , dice il G.I. , pensiamo a loro e abbiamo creato qualcosa per portare loro il pane, per evitare le violenze (la chiesa?e il suo insegnamento? la razionalità umana?), ma per far questo abbiamo dovuto mentire, almeno un pò, abbiamo dato tranquillità, abbiamo promesso e ora "sono un pò felici". Pensando di amare più di Cristo stesso l'uomo, il G.I. assume un volto satanico perché  manifesta l'ipocrisia stessa dell'uomo:  dire di amare il prossimo come se stessi, ma non amare veramente, solo fingere di farlo".  Ivan indugia morbosamente nei particolari macabri e dolorosi: il bimbo a cui i turchi sparano in faccia, la bimba violentata,e...sembra che provi pietà per  questo, e piange e dice che Dio non esiste perché succede questo orrore...ma poi, proprio l'indugiare sui particolari, sui dettagli, sulla morbosità rivela il lato di profonda avversione e quasi di  'piacere' che prova nel raccontare...Ivan non ama veramente il bimbo ucciso, non piange veramente per "quel" bimbo...lui gode di questo perché lo conferma nell'illusione di amare veramente, più di un Cristo che non interviene..ma non comprende che Cristo E' quella bimba violentata, E' quel bambino che soffre e muore....E' l'abisso tra il dire d'amare e l'amare veramente. E' l'abisso che divide la creatura dal creatore, sembra dirci Dostoevskij...infatti Cristo sta in silenzio, non dice una parola a sua discolpa, lo fissa per tutto il tempo quasi sorridendo...e poi lo bacia! Il G.I. ne è sconvolto, ne è sconvolto ma non cambia idea...troppo attaccato alla sua idea di giustizia e d'amore...un'idea tutta umana.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

paul11

#51
Citazione di: 0xdeadbeef il 25 Gennaio 2019, 18:12:20 PM
"Se Dio non esiste, allora tutto è lecito" dice Ivan nell'immortale capolavoro di Dostoevskij (naturalmente
parlo de: "I Fratelli Karamazov".
Vorrei spiegare perchè a parer mio Ivan ha ragione...
Ha ragione essenzialmente perchè non può esistere una morale "laica" e relativa: la morale o è "sacra" ed
assoluta o, semplicemente, non è (come la legge giuridica, che da essa trae ispirazione, che è "uguale per
tutti", cioè assoluta, o non è - una legge giuridica relativa è un controsenso).
Affermazione "forte", certo, me ne rendo conto. Non saranno d'accordo in molti; ma quel che Ivan afferma
non è l'esistenza o l'inesistenza di Dio, bensì un imperativo ipotetico (in definitiva una funzione "se-allora").
Nell'universo descritto da Nietzsche infatti (un universo nel quale Dio è "morto") l'unico discrimine è la
volontà di potenza, che non contempla alcuna morale come suo fondamento (ma anzi del valore morale è,
essa, fondamento).
E infatti magari si dirà: anche colui che disse: "Dio esiste", era animato da volontà di potenza (e magari in nome
di Dio ha commesso crudeltà inenarrabili). Vero, ma se così fosse, daccapo, Dio non esisterebbe (e quindi tutto
sarebbe lecito).
saluti
dal punto di vista filosofico, visto che è postato in filosofia, tutto è possibile con  o senza "dio".
Distinguo il termine possibile da lecito, perchè il secondo presuppone una"legge".
Come la storia dimostra, ogni individuo può essere un santo virtuoso, una bestia sanguinaria, a prescindere dal vessillo che mostra.
Si può essere sanguinari credenti e virtuosissimi atei.
La differenza è che le spiritualità, quando non plagiano o strumentalizzano a fini diversi, cercano vie interiori ed esteriori all'animo umano E SONO CODIFICATE e formalizzate, ma nelle stesse spiritualità c'è chi cerca vie individuali come il buddismo e vie  anche sociali come il cristianesimo, per cui queste ultime sono obbligate a codificare una morale culturale collettiva.

Nella modernità con la scelta del naturalismo e materialismo trovo che gli unici coerenti,con questa scelta, siano Nietzsche(direi molto più naturalista e molto meno materialista)  e Marx(nemmeno Engels che si caratterizza in modo diverso )
Perchè hanno capito, il primo che il superuomo non è codificabile culturalmente, ma solo spontaneamente , mentre Marx ha capito che solo la violenza muta i sistemi culturali in quanto questi forme condizionanti dei poteri dominanti.
Ed entrambi, Nietzsche e Marx sono a modo loro ,"messianici"

paul11

... la seconda risposta,
il problema è il fondamento e quindi l'origine argomentativa da cui un cultura trae morali ed etiche comportamentali.
E quì necessariamente entra in causa il giudizio.
Non posso che ribadire che il problema è l'interpretazione della natura umana ed è proprio su questo che Nietzsche e Marx divergono, seppur avessero accettato presupposti naturalistici comuni e non certo metafisici o religiosi.

Personalmente sostengo il contrario, essendo l'uomo per natura "ambigua"in essere, in origine, e non come spera Marx o una certa cultura "per soli" fattori ambientali costituiti ,per lui, dal materialismo storico.
La speranza di Marx è un "ritorno" (e c'è anche in Nietzsche un "eterno ritorno" ) al comunismo primitivo, ovviamente nella progressione storica . Questa speranza materialista il sottoscritto l'ha persa più di vent'anni fa, rielaborando e ripensando  diversi influssi culturali, storicamente dati.
Per cui ritengo che solo esternamente all'uomo, sia possibile una codificazione comportamentale,e quindi superiore al dominio umano e della natura.

Quando, in vari post, anche di non questa discussione si dice di religiosi che sono stati sanguinari, attenzione perchè il problema non è l'abbattimento della religione in sè e per sè, ma significa che NEMMENO le religioni sono riuscite a limitare la barbaria umana.

Quando ad esempio nella seconda lettera ai Tessalonicesi S.Paolo scrive del famoso" Mysterium iniquitatis"(in cui qualcuno vede addirittura le dimissioni di Benedetto XVI,) significa che nessuno, nemmeno le religioni e spiritualità sono esenti dalle contraddizioni del "male"
Perchè e lo ribadisco, il problema è L'UOMO

Apeiron

#53
Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2019, 10:56:41 AM
... la seconda risposta,
il problema è il fondamento e quindi l'origine argomentativa da cui un cultura trae morali ed etiche comportamentali.
E quì necessariamente entra in causa il giudizio.
Non posso che ribadire che il problema è l'interpretazione della natura umana ed è proprio su questo che Nietzsche e Marx divergono, seppur avessero accettato presupposti naturalistici comuni e non certo metafisici o religiosi.

Personalmente sostengo il contrario, essendo l'uomo per natura "ambigua"in essere, in origine, e non come spera Marx o una certa cultura "per soli" fattori ambientali costituiti ,per lui, dal materialismo storico.
...

Quando, in vari post, anche di non questa discussione si dice di religiosi che sono stati sanguinari, attenzione perchè il problema non è l'abbattimento della religione in sè e per sè, ma significa che NEMMENO le religioni sono riuscite a limitare la barbaria umana.
...


Concordo largamente con questa analisi. Personalmente, non riesco a vedere come la violenza 'in nome delle religioni' ci possa far concludere che le religioni sono la causa di tutti i mali. Il problema come ben fai notare è proprio l'ambigua 'natura umana' che tende sia al male che al bene.

In fin dei conti, la Storia ci insegna che anche le 'ideologie' 'irreligiose' come il marxismo stesso hanno ispirato la barbarie umana. In particolare, si può pensare alle atrocità compiute nel regime di Pol Pot, nello stalinismo, il caso delle foibe ecc.

In generale, quanti totalitarismi sono nati dalla convinzione che certe azioni avrebbero portato il 'bene' all'umanità. Troppo spesso, quale che sia l'ideologia di partenza, i tentativi di 'rendere il mondo un posto migliore' sono finiti in disastri. Direi che il problema non sono le religioni ma proprio l'ambigua natura umana. Le religioni sonno anzi spesso estremamente coscienti di questo problema...(ciononostante, la Storia ci ha insegnato che anche questo non è bastato :( )

Purtroppo, Dostoevskij non aveva torto. La tendenza al male è estremamente radicata nell'uomo - riesce perfino a mistificare questa tendenza alla brutalità come 'amore per il prossimo'  :(
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

Sariputra

#54
Quando, in vari post, anche di non questa discussione si dice di religiosi che sono stati sanguinari, attenzione perchè il problema non è l'abbattimento della religione in sè e per sè, ma significa che NEMMENO le religioni sono riuscite a limitare la barbaria umana.
Quando ad esempio nella seconda lettera ai Tessalonicesi S.Paolo scrive del famoso" Mysterium iniquitatis"(in cui qualcuno vede addirittura le dimissioni di Benedetto XVI,) significa che nessuno, nemmeno le religioni e spiritualità sono esenti dalle contraddizioni del "male".Perchè e lo ribadisco, il problema è L'UOMO

Forse perchè l'UOMO ha smarrito lo stato d'armonia con la natura. Stato 'edenico' in cui vita e morte erano in comunione e armonia e l'uomo era in questa comunione, che per il Cristianesimo era Dio stesso ("Dio passeggiava nel giardino dell'uomo"). Poi l'uomo decide che non vuol più 'morire' ...inizio della fase del 'timore' e del 'terrore' ("Dove ti sei nascosto?) e del voler essere 'come Dio' (ossia non morire...)e quindi sforzo di emanciparsi dalla morte con la conoscenza ( cibarsi dell'albero della conoscenza ma non dell'albero della vita...) seguendo la menzogna che conoscendo sarai felice e vivrai 'per sempre' (inizio della fase eroica...l'arte e l'eroismo per sopravvivere alla morte nel ricordo altrui...). Poi la fase scientifica e religiosa ("Io ricostruirò l'Eden. Io ritornerò all'Eden. Io non ho bisogno di Dio...Io sono più buono di Dio (Grande Inquisitore). Io...Io...Io...).
E' l'"Io" che spezza l'armonia edenica e fa sorgere religione e scienza...per fondare in se stesso l'utopia e la falsità...

"Alla fine ti ho scovato costruttore di questa casa d'iniquità; le tue travi sono abbattutte, i tuoi muri riversi" Buddha Siddhartha Gautama

Pensieri e suggestioni in libertà...prendeteli così... :)

@Apeiron. Concordo ampiamente...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve. Per Apeiron e Sariputra. Certo che finisce con il prevalere la "natura" umana. Ma la contraddizione consiste nel fatto che la religione, per chi vi crede, dovrebbe risultare dimensione superiore all'umano e generante i comportamenti umani. Se i credenti eccedono e peccano, significa solo che la religione non incarna affatto ciò che essi sostengono, ma è anch'essa solo un prodotto di umana ideologia. Salve.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

0xdeadbeef

Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2019, 10:16:52 AMdal punto di vista filosofico, visto che è postato in filosofia, tutto è possibile con  o senza "dio".
Distinguo il termine possibile da lecito, perchè il secondo presuppone una"legge".

A Paul11
Sai meglio di me che c'è una enorme differenza fra i termini "legale" e "legittimo"...
La "legittimità" ha a che fare con l'"autorità", la cui eclissi nella modernità può essere sintetizzata nel
modo seguente: "scompare l'idea del Padre" (cioè "muore Dio", detto in termini nietzscheiani).
Se scompare l'autorità, cioè se scompare l'idea del padre, scompare la legittimità, e rimane la legalità...
Cos'è la "legalità"? E' la legittimità privata dell'idea di "autorità", quindi dell'idea sacrale e, insieme,
amorevole del "padre". E', in definitiva, solo una banale imposizione...
Ed essendo solo una banale imposizione essa può "legittimamente" (si badi bene...) non essere rispettata, se
non addirittura rovesciata (come nel caso dell'azione del Fuhrer descritta da C.Schmitt, che fonda un diritto,
non che si chiede se tale azione sia conforme ad un diritto posto in precedenza).
In parole povere, in questa discussione ciò che a me pare sfuggire completamente è la portata GIURIDICA della
massima di Dostoevskij (non mi riferisco certamente a te).
Quello che a mio parere è un ingenuo ribadire la morale "laica" nasconde in realtà l'incapacità di vedere la
riproposizione della struttura sacrale della "legittimità" nella "legalità".
saluti

Apeiron

#57
Citazione di: viator il 28 Gennaio 2019, 12:55:35 PM
Salve. Per Apeiron e Sariputra. Certo che finisce con il prevalere la "natura" umana. Ma la contraddizione consiste nel fatto che la religione, per chi vi crede, dovrebbe risultare dimensione superiore all'umano e generante i comportamenti umani. Se i credenti eccedono e peccano, significa solo che la religione non incarna affatto ciò che essi sostengono, ma è anch'essa solo un prodotto di umana ideologia. Salve.

Salve Viator,

mi sembra che le religioni sono spesso consapevoli del problema dell'ipocrisia proprio per quella 'natura ambigua' dell'uomo di cui spesso sono consapevoli. Quindi il tuo argomento non è per nulla convincente (visto che le religioni stesse ammettono la possibilità dell'ipocrisia...cosa che mi sembra trascurata in molte discussioni di questo tipo).

L'ipocrisia può esserci sia con le religioni che con le 'ideologie' di natura non religiosa (faccio notare che l''ipocrisia' può esserci sia con che senza la consapevolezza da parte dell'ipocrita di essere ipocrita). Quindi, in particolare, è possibile che atrocità di varia natura possano essere commesse da persone che per farle trovano ispirazione in una data religione o ideologia di natura non religiosa anche se, in realtà, tali azioni sarebbero contrarie alla data religione o ideologia contrariamente a quanto loro credono.
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

acquario69

Hai pienamente ragione oxbeef ... secondo me infatti non è tanto stare a discutere se dio è "morto".. quanto il fatto, questo sì davvero fondamentale,che (la modernità) ha "ucciso" il Sacro.

paul11

#59
Citazione di: 0xdeadbeef il 28 Gennaio 2019, 13:23:58 PM
Citazione di: paul11 il 28 Gennaio 2019, 10:16:52 AMdal punto di vista filosofico, visto che è postato in filosofia, tutto è possibile con  o senza "dio".
Distinguo il termine possibile da lecito, perchè il secondo presuppone una"legge".

A Paul11
Sai meglio di me che c'è una enorme differenza fra i termini "legale" e "legittimo"...
La "legittimità" ha a che fare con l'"autorità", la cui eclissi nella modernità può essere sintetizzata nel
modo seguente: "scompare l'idea del Padre" (cioè "muore Dio", detto in termini nietzscheiani).
Se scompare l'autorità, cioè se scompare l'idea del padre, scompare la legittimità, e rimane la legalità...
Cos'è la "legalità"? E' la legittimità privata dell'idea di "autorità", quindi dell'idea sacrale e, insieme,
amorevole del "padre". E', in definitiva, solo una banale imposizione...
Ed essendo solo una banale imposizione essa può "legittimamente" (si badi bene...) non essere rispettata, se
non addirittura rovesciata (come nel caso dell'azione del Fuhrer descritta da C.Schmitt, che fonda un diritto,
non che si chiede se tale azione sia conforme ad un diritto posto in precedenza).
In parole povere, in questa discussione ciò che a me pare sfuggire completamente è la portata GIURIDICA della
massima di Dostoevskij (non mi riferisco certamente a te).
Quello che a mio parere è un ingenuo ribadire la morale "laica" nasconde in realtà l'incapacità di vedere la
riproposizione della struttura sacrale della "legittimità" nella "legalità".
saluti
L'uomo può autolegittimarsi e autoconsacrarsi (Napoleone che si autoincorona...)
perchè ciò che spaventa l'Uomo è l'indifferenza divina.

E le può fare in maniere diverse, basta anche solo non crederci...........
Per questo dico "è nella possibilità umana di fare qualunque cosa...........", ma questo lo sapevano già  gli antichi di millenni fa che la religione ha codificato solo dopo. Perchè la BIbbia è comunque una codificazione di più libri.
Perchè mai, il diluvio universale avrebbe dovuto spazzare via l'intera umanità decadente? L'uomo può autodeterminarsi e storicamente agire,questo non  è negato nelle sue possibilità.

Sostengo da tempo che l'uomo ha necessità di una verità al di sopra di lui , perchè conosce la natura e l'ha violentata,conosce abbastanza la sua stessa natura da violentarsi, vuole dominare facendosi lui stesso demiurgo e artefice.
Ha costruito ipocritamente una cultura utilizzando le forme del sacro svuotate di dio, per sacralizzare laicamente  le leggi  costituzioni, adottando principi generali umani, bellissimi, ma del tutto impraticati,dimostrando l'ipocrisia costitutiva del diritto positivo nella storia contemporanea(e su queste analisi Marx ha ragione ).
Come può una morale/etica essere il presupposto della legge e del diritto se è fondata sull'uomo e sulla natura?
Lasciamo stare il singolo individuo, che come ho scritto, può essere un religioso sanguinario o un ateo virtuoso.
Mi interessa il "codice" culturale che tiene in piedi l'intera organizzazione socio economica e parliamo di miliardi di persone.
La classica risposta è: è la storia che ha dato all'uomo la legittimità attraverso il progresso della tecnica, sociale, civile, culturale.
Questa giustificazione, che ha un presupposto,l'autolegittimazione umana di poter essere potente con i suoi stessi simili e con la natura fisica(appunto il credere nel naturalismo e materialismo), ma soprattutto di DOVER RISPONDERE SOLO A SE STESSO.
Quale è allora il rapporto fra diritto nelle leggi laiche e giustizia?
Ed è in quest'ultima che il "progetto" della progressione sociale ,civile, umana ,affonda. Perchè diventa solo storia di potere,
non dovendo che rispondere l'uomo che a se stesso, per cui ogni momento storico, rappresenta il punto di equilibrio di un sistema economico sociale culturale

Per cui rispondendo a Viator: certo che la religione,ma direi tutte le spiritualità, possono essere credute o non credute,
ma nessuna altra cultura riesce a spiegare il viatico umano, tanto meno chi crede al naturalismo e materialismo.
Semplicemente perchè  queste ultime non hanno  risposte a domande fondamentali ,accettano lo status del venire dal nulla e finire nel nulla.

Sariputra, hai centrato una problematica fondamentale che paradossalmente unisce cristiani, Nietzsche e Marx, ovviamente in dinamiche totalmente diverse.
Il cristiano in cuor suo desidererebbe tornare alla condizione edenica originaria del "senza peccato"
Nietzsche nello Zarathustra, ha per compagni giocosi e gioiosi l'aquila e il serpente
Marx vorrebbe tornare allo stato primitivo di comunismo (quello delle prime comunità umane)

Li differenzia l'origine fondativa e il "male" contro cui devono combattere per "ritornare " allo stato edenico
Sono queste le grandissime differenze:ma l'intento è identico.

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