Se Dio non esiste, allora tutto è lecito

Aperto da 0xdeadbeef, 25 Gennaio 2019, 18:12:20 PM

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Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 27 Febbraio 2019, 20:20:46 PM
Ciao Ipazia
Per un sovranista come me è piuttosto imbarazzante essere definito "eurocentrico", ma pazienza...
E, in cosa consisterebbe questa insostenibilità (anche) sul piano teorico dell'eurocentrismo
della premessa da me postulata?
saluti

Ridurre il dibattito filosofico al confronto tra una filosofia negriera pratica (utilitarismo anglosassone) e una filosofia negriera teorica continentale (l'animale-schiavo dell'Etica aristotelica) ignorando le prospettive filosofiche non schiavistiche.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Ipazia

Citazione di: viator il 27 Febbraio 2019, 12:49:24 PM
Salve Ipazia. Si, ricordo le tue precedenti osservazioni. E' proprio vero che le parole, che per gli ingenui potrebbero anche essere pietre, sono soltanto aria fritta. Se nella presente sede si devono accettare simili confusioni, figurati cosa ne può venir fuori non dico al tavolino del Bar dello Sport, ma all'interno dei consessi internazionali o nelle aule dei tribunali. Si chiama sfascio della logica, la quale ormai è stata confinata all'interno dell'informatica. Salutoni.

Non è più semplice ammettere che viator si è fatto un'idea tutta sua di etica e morale e da lì non si vuole schiodare ? :)

Idea fondata su una separazione netta tra individuo e società molto viatoriana ...  :D
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Certo che faccio una distinzione netta tra individuo e società. Sto categorizzando. Cioè attribuendo un confine alle relazioni insite nel concetto logico (forse solo logica viatoriana....ma non si sa !) di categoria.

Se invece tu possiedi un'apertura mentale (e ti prego di credere che lo credo possibile) tanto ampia da poter logicizzare senza far ricorso a delle categorie....................complimenti ! Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

tersite

-----> Ridurre il dibattito filosofico al confronto tra una filosofia negriera pratica (utilitarismo anglosassone) e una filosofia negriera teorica continentale (l'animale-schiavo dell'Etica aristotelica) ignorando le prospettive filosofiche non schiavistiche.

Eccotene una :-)

---E' permesso catturare con la forza e ingannare negri o altri indigeni che non hanno fatto male a nessuno? Risposta :NO

E' permesso comprare,vendere o fare contratti riguardanti negri o altri indigeni che non hanno fatto male a nessuno e sono stati catturati con la forza e con l'inganno? Risposta :NO

I possessori di negri o altri indigeni che non hanno fatto male a nessuno e sono stati catturati con la forza e con l'inganno sono tenuti a lasciarli liberi?Risposta :SI

I catturatori,acquirenti e possessori di negri o altri indigeni che non hanno fatto male a nessuno e sono stati catturati con la forza e con l'inganno sono tenuti a dar loro compensazione?Risposta :SI---

congregazione del sant'uffizio marzo 1686
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

viator

Salve Tersite. Nulla di che. Da molto prima del 1686 ad oggi il funzionamento dell'istituzione ecclesiastica ha sempre fatto - a seconda delle convenienze - comunione oppure distinzione tra alte dottrine e bassi comportamenti. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

Citazione di: viator il 27 Febbraio 2019, 22:17:22 PM
Salve Ipazia. Certo che faccio una distinzione netta tra individuo e società. Sto categorizzando. Cioè attribuendo un confine alle relazioni insite nel concetto logico (forse solo logica viatoriana....ma non si sa !) di categoria.

Se invece tu possiedi un'apertura mentale (e ti prego di credere che lo credo possibile) tanto ampia da poter logicizzare senza far ricorso a delle categorie....................complimenti ! Saluti.

Purtroppo per la tua logicizzazione è difficile trovare un individuo umano che non sia socializzato, o antisocializzato (che è il rovescio della medaglia). Sul piano fisico la separazione regge, ma sul piano etico proprio no. Per cui la differenza tra etica/morale individuale e sociale diventa una questione filosofica di lana caprina.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Ipazia. Diventa una questione di lana caprina a livello generalistico, non a livello particolare ed "assoluto". Se la specie umana si riducesse ad un pugno di individui che vivano ciascuno isolatamente, esisterebbero alcune etiche umane (cioè non semplicemente istintuali) ma non esisterebbe alcuna morale (la quale è sempre necessariamente basata sulla CONDIVISIONE). Per chiarire e definire certi concetti non è certo sufficiente esaminarne la diffusione e la prassi, ma secondo me è necessario esaminarne ANCHE le manifestazioni marginali, solitarie, singolari. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 27 Febbraio 2019, 21:44:31 PM
Ridurre il dibattito filosofico al confronto tra una filosofia negriera pratica (utilitarismo anglosassone) e una filosofia negriera teorica continentale (l'animale-schiavo dell'Etica aristotelica) ignorando le prospettive filosofiche non schiavistiche.

Ciao Ipazia
Non credo proprio sia così semplice. Nel senso che non è di due posizioni politiche che stiamo
parlando, ma di due visioni filosofiche che, antiteticamente, intendono significare tutta la realtà.
Nello specifico, la visione anglosassone della morale scaturisce dal "relativo", mentre quella
continentale dall'"assoluto": vedi tu se può esservi un "tertium" che non sia, perlomeno, una
commistione fra questi due termini fondamentali...
O, per meglio dire, è sempre una questione di "commistione" (come del resto specifico nella risposta
all'amico Davintro), ma pur NELLA commistione restano sempre ben individuabili i due termini (e
non è forse questo "lavoro di scavo" uno dei compiti principali della filosofia?).
La tua "etica biologica", che pretende di introdurre l'assoluto nel relativo, mi ricorda un pò
la visione filosofica di Kant, che dopo aver sentenziato il "non sapere" della Ragion Pura dice
che bisogna comunque agire "come se" si sapesse...
Però Kant era ben consapevole di questo "stacco" arbitrario: tu onestamente non lo sembri altrettanto...
saluti

Ipazia

#323
Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Marzo 2019, 14:21:39 PM
Ciao Ipazia
Non credo proprio sia così semplice. Nel senso che non è di due posizioni politiche che stiamo parlando, ma di due visioni filosofiche che, antiteticamente, intendono significare tutta la realtà.
Nello specifico, la visione anglosassone della morale scaturisce dal "relativo", mentre quella continentale dall'"assoluto": vedi tu se può esservi un "tertium" che non sia, perlomeno, una commistione fra questi due termini fondamentali...

Altro che "significare tutta la realtà": i limiti di entrambe le filosofie sono evidentissimi. L'utilitarismo riduce tutto al punto di vista individuale: ma l'utile della gazzella non è l'utile del leone. Pertanto su un piano intersoggettivo, come l'etica richiede, l'utilitarismo è di una cecità assoluta. L'idealismo continentale è abbarbiccato ai massimi sistemi: il Vero, l'Assoluto, il Bene, l'Essere, il Nulla,... metafisica decotta  buona tutt'al più a occupare cattedre universitarie. Con risultati del tipo che lo schiavo è una cosa perchè può essere usato e un animale perchè è mobile. Ultimamente va di moda la ginnastica e le flessioni, ma siamo sempre lì.

Non è che occorra una terza filosofia per andare oltre queste elucubrazioni. Basta un po' di buonsenso. E in etica, dove a dominare è il conflitto - non il chimerico Bene - di buonsenso ce ne vuole molto per risolvere i problemi della vita reale.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

0xdeadbeef

Citazione di: Ipazia il 01 Marzo 2019, 14:56:23 PM
Altro che "significare tutta la realtà": i limiti di entrambe le filosofie sono evidentissimi. L'utilitarismo riduce tutto al punto di vista individuale: ma l'utile della gazzella non è l'utile del leone. Pertanto su un piano intersoggettivo, come l'etica richiede, l'utilitarismo è di una cecità assoluta. L'idealismo continentale è abbarbiccato ai massimi sistemi: il Vero, l'Assoluto, il Bene, l'Essere, il Nulla,... metafisica decotta  buona tutt'al più a occupare cattedre universitarie. Con risultati del tipo che lo schiavo è una cosa perchè può essere usato e un animale perchè è mobile. Ultimamente va di moda la ginnastica e le flessioni, ma siamo sempre lì.

Non è che occorra una terza filosofia per andare oltre queste elucubrazioni. Basta un po' di buonsenso. E in etica, dove a dominare è il conflitto - non il chimerico Bene - di buonsenso ce ne vuole molto per risolvere i problemi della vita reale.
.

Ciao Ipazia
Scusa ma perchè in etica (se non piace, "a la Viator", si sostituisca pure con "morale") dovrebbe
dominare il conflitto? Forse, beh sì, "domina" ma come termine che la morale intende/deve superare...
Quanto al "Bene" (maiuscolo), propongo di sostituire il termine con "utile collettivo", e siamo
tutti contenti...
Ora, io contesto "in nuce" la tua idea di "etica biologica" proprio perchè fra il leone e la
gazzella non può esservi un "utile collettivo/di entrambi" (quindi non può esservi una: "condotta
rivolta all'utile collettivo/di entrambi, che è la definizione propria di etica e/o morale).
La filosofia anglosassone sappiamo bene come "risolve" (e risolve in maniera, direi, grottesca,
visto che afferma che Dio fa sì che l'utile del leone coincida con quello della gazzella -
naturalmente sto estendendo "caricaturalmente" il concetto anglosassone agli animali del
nostro esempio).
Quanto alla filosofia continentale, sarà pure "decotta", "superata" etc., ma è ancora quella
che riesce a dire lucidamente che l'utile di entrambi (del leone e della gazzella) è
pensabile solo all'interno di un quadro metafisico...
Per quanto riguarda il buonsenso, beh, non credo che la gazzella possa dire al leone: guarda,
ti concedo un mio cosciotto ma non anche tutto il resto (caricatura, ammetto, davvero "abnorme",
ma se pensi alla forbice che c'è fra ricchi e poveri ci riconoscerai almeno, penso, una certa
somiglianza....).
saluti

tersite

#325
♣♣♣♣ Quanto alla filosofia continentale, sarà pure "decotta", "superata" etc., ma è ancora quella
    che riesce a dire lucidamente che l'utile di entrambi (del leone e della gazzella) è
    pensabile solo all'interno di un quadro metafisico ♣♣♣♣

Alla luce di questa considerazione risulta difficile inserire Wittgenstein nella filosofia "continentale" ma
questo sarebbe il problema minore che tanto il nostro aveva un opinione infima della metafisica che (ogni tanto fa bene ricordarlo) non costituisce la filosofia intera ma ne è solo una parte.

L'utile di entrambi semplicemente non esiste perché sarebbe come cercare l'utile di entrambi i combattenti di un arena romana e sappiamo tutti qual è....terminare il gioco.
Continuando ad applicare concetti e metafore che appartengono a sfere diverse (concettualizzazione umana vs meccanicismo istintuale) si fa solo confusione.

P.s.:non esistendo l'utile di entrambi è curioso vedere come una metafisica invece se ne inventi uno...e d'altra parte che metafisica sarebbe se no ?
Ogni definizione è artificiosa e in ciò è il suo potenziale evolutivo. (anonimo)

Ipazia

Citazione di: 0xdeadbeef il 01 Marzo 2019, 17:31:02 PM

Ora, io contesto "in nuce" la tua idea di "etica biologica" proprio perchè fra il leone e la gazzella non può esservi un "utile collettivo/di entrambi" (quindi non può esservi una: "condotta rivolta all'utile collettivo/di entrambi, che è la definizione propria di etica e/o morale).

La mia "etica biologica" risolve metafisicamente la questione affermando che tanto per il leone, la gazzella, e ogni altro vivente il Bene Assoluto Incontrovertibile è la sua vita individuale. Mentre eticamente l'unica verità sta nel conflitto, che nel caso specifico è difficile abbia una soluzione di tipo anglosassone o continentale condivisibile per tutti. A livello specista antropologico è più facile trovare la soluzione (che ab origine non tiene conto che a pagarne il conto saranno comunque altri viventi) e questo è il grande compito dell'etica sub specie antropologica: dirimere i conflitti individuando comuni denominatori non conflittuali, o comunque superabili in un contesto di reciproca tolleranza.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

0xdeadbeef

A Tersite e Ipazia
L'utile di entrambi non esiste (quasi mai...), ma esiste l'utile del più debole, che Socrate
indica come "misura della giustizia"...
Ma l'utile del più debole non è, così, una cosa "fisica", perchè nella "physis", nella natura,
a vincere è il forte (infatti per il sofista Trasimaco la giustizia è l'utile del più
forte). Il debole vince allora solo nel piano culturale, o del "nomos", come "dover essere"
che si impone, dominandolo, sull'"essere": sulla "physis".
Tuttavia, l'utile del più debole è ANCHE l'utile collettivo. Primo perchè i deboli sono molto più
numerosi dei forti, e secondo perchè i forti avranno comunque
una "garanzia", cioè quella di sapere che se diventeranno deboli il perseguimento dell'utile
del più debole sarà il perseguimento del loro utile...
Ma questa prospettiva è assumibile solo all'interno della filosofia continentale, cioè della
filosofia tradizionale della "episteme", perchè è solo essa che ha un concetto del "bene"
come assoluto (il Bene E' l'utile del più debole).
Il "bene" come "vita individuale" non significa nulla, perchè non "risolve" (e si può
"risolvere" solo e soltanto con un atto di volontà che postula una certezza che non può
sussistere) l'aporia del conflitto fra il forte e il debole (il bene della vita individuale
di chi? Del forte o del debole?).
saluti

Sariputra

cit. Oxdeadbeef:Il "bene" come "vita individuale" non significa nulla, perchè non "risolve" (e si può
"risolvere" solo e soltanto con un atto di volontà che postula una certezza che non può
sussistere) l'aporia del conflitto fra il forte e il debole (il bene della vita individuale
di chi? Del forte o del debole?).

Sì, concordo. Viene a mancare il "perchè"  la "vita individuale" sarebbe un "bene". Il "bene" del forte non sarà mai il "bene" del debole; e quale 'bene' sarà allora da preferire per fondare il senso della 'giustizia'? Si confiderà ancora nella fantomatica "natura" per equilibrare? ...Auguri e figli maschi... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Ipazia

Essì Ox, se giochi la carta debole/forte vieni ancora più dalla mia parte. 

1) Sul piano giusnaturalista perché in natura i piccoli (deboli) sono sempre difesi dai forti (adulti). Perfino tra le formiche sono le guerriere forti a difendere la parte debole del formicaio; e non c'è neppure uno straccio di Nomos a prescrivere tutto ciò. Ma se proprio ce lo vogliamo mettere si casca inesorabilmente nella padella dell' "etica biologica" ipaziana

2) Laddove invece ha davvero senso parlare di Ethos e Nomos declinati antropologicamente, la difesa del più debole dalla prepotenza del più forte a che principio etico fondativo possiamo ascriverla ? La risposta ipaziana la sai già  ;D
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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