Scienza, poesia, filosofia

Aperto da giopap, 25 Aprile 2020, 22:39:47 PM

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giopap

Qualche giorno fa, leggendo un libro di divulgazione scientifica (A. Zee: Gravità. Trattazione leggera di un soggetto pesante), ho trovato questa considerazione:

"Nella scienza si cerca di dire ciò che nessuno ha mai detto prima. Nella poesia si cerca di dire ciò che ha già detto qualcun altro, ma meglio. E' questo, in sostanza, a spiegare perché la buona poesia é rara come la buona scienza".

Forse l' autore intende per "poesia" la filosofia, oppure vi include comunque anche, fra l' altro, la filosofia insieme a tutto ciò che non é scienza. Francamente non l' ho capito (si tratta comunque di una marginale "nota di colore"); e comunque spesso anche della filosofia si dice che, contrariamente alle scienze, tratta sempre gli stessi problemi riproponendo sempre le stesse soluzioni, per quanto con variabili gradi di approfondimento o in forme e interpretazioni diverse.

Mi é venuto da chiedermi se qualcuno nel forum potrebbe commentarla secondo una sua interessante interpretazione più o meno critica.

niko

#1

La poesia è usare il linguaggio per fare, non per dire...


Quindi semmai la fai per fare qualcosa che ha già fatto, qualcun altro... di solito peggio.
Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

Phil

Citazione di: giopap il 25 Aprile 2020, 22:39:47 PM
"Nella scienza si cerca di dire ciò che nessuno ha mai detto prima. Nella poesia si cerca di dire ciò che ha già detto qualcun altro, ma meglio. E' questo, in sostanza, a spiegare perché la buona poesia é rara come la buona scienza".
Ci vedo la divergenza fra: la novità scientifica presentata da scoperte e invenzioni (il «dire ciò che nessuno ha mai detto prima», perché era ancora ignoto o non ancora inventato), in contrasto con quello che è già noto (le emozioni, i sentimenti, etc.) ma che essendo difficile da dire, può esser detto, poeticamente, ancora meglio.
In entrambi i casi l'insita difficoltà rende raro (seppur fattibile) raggiungere "buoni" traguardi, siano essi l'inventare/scoprire novità scientifiche oppure il dir meglio ciò che tende a sottrarsi al dire.

Non ho letto il testo, ma credo che in una tale dicotomia la filosofia sia lasciata volutamente in disparte, in quanto trasversale ad entrambe le situazioni, spaziando dall'epistemologia all'estetica (generalizzando molto: è una disciplina che cerca di dare nuove risposte a domande antiche e al contempo rilegge le risposte antiche alla luce di nuove domande; dice novità e riformula teorie già dette).

Sariputra

#3

Beh!..La poesia è un linguaggio universale che non subisce l'ingiuria del tempo. Non si può certo dire lo stesso della scienza. Se leggo Shakespeare o la Murasaki sento corde profonde vibrare ancora oggi. Pochissimi invece si interessano della medicina praticata dagli antichi egizi. La poesia parla  a tutti e non solo agli specialisti. La poesia è compresa da tutti e non solo dagli specialisti. Tutti possono scrivere poesie (più o meno buone..),  ma non tutti possono fare scienza (in modo serio). La poesia è democratica e popolare, senza o a bassissimo costo; la ricerca scientifica è elitaria e poco accessibile, oltre che costosissima. I poeti non si scornano tra loro, gli scienziati spessissimo (specialmente durante le pandemie..). La scienza serve per capire il mondo e soggiogarlo per rendere più piacevole e duratura la nostra vita, la poesia serve per far innamorare o per far piangere, ma in definitiva...
Poeti  e scienziati, seppur con lodevoli eccezioni, sono come gli uomini e le donne: due categorie che in fondo non si capiscono. Il poeta si strugge e muore d'amore o di pena, lo scienziato non glielo lascia fare e gli prescrive la pillola, stilando una casistica su quanti poeti sono depressi...
Alcuni scienziati si cimentano nel poetare (con risultati...beh!..), invece non succede mai il contrario. Le ragazze amano di più i poeti, ma sposano gli scienziati, perché sono benestanti.  I poeti hanno molte amanti, gli scienziati , persi nei loro esperimenti,si scordano persino dei compagni...che spesso si rivolgono ai poeti o alla poesia (è scientificamente dimostrato..).
Oggigiorno viviamo in un'epoca scientifica e quindi non c'è partita. I poeti devono pagare di tasca propria se vogliono pubblicare qualcosa; oppure postare le loro creazioni in forum o siti specializzati (molto frequentati da poetesse in gamba..). Si dice che la poesia conti qualcosa nella società attuale, ma non è vero. Lo dicono per non deprimere ulteriormenti i poeti che normalmente lo sono già di loro...Molti poeti si son dovuti adattare a fare la pagina dedicata all'oroscopo per campare (sono i migliori. Come prevede il futuro un poeta...beh!Non c'è nessuno che lo batta).
Il poeta fa anche della filosofia (esistenzialismo di solito...), ma involontariamente. Non è quello il suo obiettivo...gli scappa diciamo. Dall'altra parte ci sono bravi divulgatori scientifici, che però non riescono a raggiungere un livello che direi "poetico"...interessante caso mai. Ma si rivolgono ad un altro pubblico. Il lettore maledetto non compra libri scientifici, non fanno piangere abbastanza. Non riesce molto a compatirsi leggendo libri od opuscoli di divulgazione scientifica.Avete per caso mai sentito di qualcuno che si è suicidato dopo aver letto "Al di là della Luna" di Maffei? Invece ho letto di gente che ha abbandonato il lavoro e la famiglia dopo aver letto una poesia di Jimenez!
La grande poesia , con un solo verso, descrive un'intero universo (interiore). Allo scienziato servono quattrocento pagine più CD allegato...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

iano

#4
Citazione di: giopap il 25 Aprile 2020, 22:39:47 PM


"Nella scienza si cerca di dire ciò che nessuno ha mai detto prima. Nella poesia si cerca di dire ciò che ha già detto qualcun altro, ma meglio. E' questo, in sostanza, a spiegare perché la buona poesia é rara come la buona scienza".

Penso con Phil che la filosofia sia trasversale a scienza e poesia.
Ma mi pare che sia la poesia a dire ciò che nessuno ha mai detto prima , mentre la scienza prova a dire meglio quello che qualcuno ha già' detto , perché anche quando la scienza la si descrive come procedente per geniali salti è invece sempre il risultato di un lavoro oscuro graduale e continuo , che ogni tanto emerge all'attenzione generale,
Si può dire lo stesso della poesia in fondo .Tutti fanno poesia , ma non tutta emerge.
Il sommerso però non è meno importante di ciò che emerge .
La funzione della poesia è quella di impadronirsi del linguaggio se non vogliamo che il linguaggio si impadronisca di noi.
La funzione della scienza è quella di padroneggiare i nostri pregiudizi , che nascono dai fatti , criticandoli alla luce di sempre nuovi fatti , non lasciando quindi che siano i nostri pregiudizi a padroneggiarci.
La morale comune è che dobbiamo essere coscienti e padroni dei nostri mezzi .
E la filosofia?
Rimbalza fra l'una cosa e l'altra diventando veicolo di contagio , così che a volte un equazione sembra  generare forti emozioni   e una poesia trasmettere indubitabili verità.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

giopap

Grazie a tutti.

Francamente ero un po' dubbiosa nel proporre questa riflessione su una frase che mi aveva un po' colpito anche perché era una divagazione o una considerazione generalissima per introdurre una storia particolare; e che però mi lasciava anche un po' interdetta.
Le vostre considerazioni sono davvero interessanti e, stranamente, almeno in qualche misura tutte condivisibili (ma spero ne vengano altre, naturalmente).

Lou

#6
Citazione di: giopap il 25 Aprile 2020, 22:39:47 PM
Qualche giorno fa, leggendo un libro di divulgazione scientifica (A. Zee: Gravità. Trattazione leggera di un soggetto pesante), ho trovato questa considerazione:

"Nella scienza si cerca di dire ciò che nessuno ha mai detto prima. Nella poesia si cerca di dire ciò che ha già detto qualcun altro, ma meglio. E' questo, in sostanza, a spiegare perché la buona poesia é rara come la buona scienza".

Forse l' autore intende per "poesia" la filosofia, oppure vi include comunque anche, fra l' altro, la filosofia insieme a tutto ciò che non é scienza. Francamente non l' ho capito (si tratta comunque di una marginale "nota di colore"); e comunque spesso anche della filosofia si dice che, contrariamente alle scienze, tratta sempre gli stessi problemi riproponendo sempre le stesse soluzioni, per quanto con variabili gradi di approfondimento o in forme e interpretazioni diverse.

Mi é venuto da chiedermi se qualcuno nel forum potrebbe commentarla secondo una sua interessante interpretazione più o meno critica.
A mio avviso scienza, poesia e filosofia sono profondamente intrecciate, sin dalle origini: penso a Parmenide e il suo Poema, la nascita della filosofia è poesia o a Lucrezio e il suo De Rerum Natura che è scienza in poesia e, detta francamente la filosofia è essa stessa scienza, così come la scienza nei suoi aspetti teorici più alti si fa filosofia e poesia, poichè è una forma d'arte. La formula dell'energia di Einstein può esser letta come una elegante metafora che descrive il segreto dell'universo, così come alcuni passi di Feynmann, a io parere. Detto ciò, molto sinteticamente, su quanto affermato nel passo che hai riportato direi che dal mio punto di vista, la poesia cerca di dire del linguaggio qualcosa che il linguaggio non ha ancora detto, così come la scienza cerca linguaggi per una realtà che ancora non è stata detta. In un certo senso entrambe mosse dallo stesso pathos, muovono alla ricerca di dimensioni inedite della conoscenza e sono perfettamente affini in questo, tuttavia il linguaggio gioca un ruolo diverso nella scienza e nella poesia, nella seconda, esule sa una funzione di "designatore rigido" che ne caratrerizza l'uso nella prima, è esso stesso a scoprirsi nelle sue pieghe inedite, indeterminate, antitetiche.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Ipazia

Citazione di: giopap il 25 Aprile 2020, 22:39:47 PM
...."Nella scienza si cerca di dire ciò che nessuno ha mai detto prima. Nella poesia si cerca di dire ciò che ha già detto qualcun altro, ma meglio. E' questo, in sostanza, a spiegare perché la buona poesia é rara come la buona scienza".

Non mi pare proprio, visto che :
Citazione di: webPOIESIS (Ποίησις). - Il nome ποίησις che significa propriamente il fare dal nulla (Plat., Symp., 205, b), appare la prima volta in Erodoto col senso di "creazione poetica" (ii, 82).

La citazione sconta un grave bias scientistico che ignora del tutto quella forma particolare di creazione che origina dall'attività del pensiero umano: la cui catena po(i)etica si trasmette di generazione in generazione ampliando la visione sul mondo che ci circonda e che siamo.

In tale senso concordo con Lou che vi è una grande affinità con la poiesi filosofica. Fin dall'antichità nell'uso magistrale della lingua in maieutica, fin dalla sintesi lucreziana di poesia e filosofia. Per riemergere potentemente con la riscoperta della potenza del linguaggio poetico in filosofia da parte di F.Nietzsche. Ma pure tutta la filosofia orientale è intessuta di linguaggio poetico. E infine l'arte tutta: poietica ben più delle ovvietà che le protesi tecniche ci permettono di dire scientificamente spacciando il tutto per l'unica creazione certificata e marchiata CE.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

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