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Scienza e magia.

Aperto da iano, 31 Marzo 2021, 14:19:26 PM

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iano

Il clima culturale in cui sono cresciuto distingueva bene fra scienza e magia, ma la storiografia attuale tende a vedere continuità dove si vedeva discontinuità.
Questo revisionismo però  sembra dare per scontato che la magia sia del tutto superata in ambito scientifico, e che sia da perseguire culturalmente laddove fosse attualmente rilevata. Sono d'accordo, ma mi pare perciò si sia trascurato di indagare  quanto di magico persista strutturalmente  nella scienza ufficiale attuale.
Culturalmente ci crediamo ormai lontani dai tempi in cui si praticava la magia e fatichiamo a comprendere come si potesse credere che la natura là si potesse comandare con una formula magica, mentre ci sembra ovvio che possa essere comandata con una formula scientifica.
Non ho dubbi sul fatto che la natura risponda ad una formula scientifica , ma in che termini ciò avvenga, alla luce di pari precedente convinzione magica, andrebbe sottoposto a una critica sulla quale ho l'impressione che si sia storicamente sorvolati.
Provate con un esperimento mentale  a riguardare i principi di Newton come fossero formule magiche.
In fondo chi le ha formulate era un mago prima che uno scienziato.
Sembrano quelle formule davvero magiche, seppur sconfinino nella poesia con la loro semplicità e limpidezza.
Nulla sembrano conservare del vecchio ermetismo, diversamente dalle attuali formule scientifiche che,  agli occhi del profano , quell'ermetismo sembrano aver recuperato.
Che la natura possa essere ingabbiata dentro simboli umani per me rimane ancora una magia, pur senza doversi appellare a forze extraterrene.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

Sintetizzerei questo mia sensazione nel seguente modo: finché occorreranno simboli ci sarà magia.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

Ipazia

La scienza è magia e i suoi effetti sulla nuda realtà naturale hanno realmente un carattere magico. Piuttosto sposterei la contrapposizione tra scienza e stregoneria, tra quella che gli antichi chiamavano magia bianca (botanica, medicina,...) e la magia nera. La scienza moderna è un misto di magia bianca e nera. Ma l'opera al nero emerge spesso tardivamente, quando l'apprendista stregone ha già fatto danni: le scorie e catastrofi radioattive, le plastiche oceaniche, Seveso e Bhopal, i cancerogeni, il buco dell'ozono, l'inquinamento idrico e atmosferico, Wuhan,...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve iano. Citandoti : "......e fatichiamo a comprendere come si potesse credere che la natura là si potesse comandare con una formula magica, mentre ci sembra ovvio che possa essere comandata con una formula scientifica".

Scusa ma credo ti gioverebbe riflettere anche dopo esserti dato alla scrittura. Che cacchio c'entrano le formule magiche con quelle scientifiche ? Le prime sarebbero ciò che - una volta richiamato, scritto, enunciato..........genera l'effetto da esse previsto, ovvero risulterebbero le CAUSE DELL'EFFETTO VOLUTO.

Le seconde - all'opposto - sono ciò che viene derivato DA CAUSE CHE PRECEDONO LA FORMULAZIONE, quindi risultano essere EFFETTO di ciò che è stato osservato. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

iano

#4
Citazione di: viator il 31 Marzo 2021, 21:13:10 PM
Salve iano. Citandoti : "......e fatichiamo a comprendere come si potesse credere che la natura là si potesse comandare con una formula magica, mentre ci sembra ovvio che possa essere comandata con una formula scientifica".

Scusa ma credo ti gioverebbe riflettere anche dopo esserti dato alla scrittura. Che cacchio c'entrano le formule magiche con quelle scientifiche ? Le prime sarebbero ciò che - una volta richiamato, scritto, enunciato..........genera l'effetto da esse previsto, ovvero risulterebbero le CAUSE DELL'EFFETTO VOLUTO.

Le seconde - all'opposto - sono ciò che viene derivato DA CAUSE CHE PRECEDONO LA FORMULAZIONE, quindi risultano essere EFFETTO di ciò che è stato osservato. Saluti.
Hai ragione , non sempre scriviamo dopo profonda riflessione, ma non in questo caso, non per me.
Secondo te da dove nasceva la convinzione che i simboli avessero potere sulla natura?
Per Galileo la natura era un libro scritto in caratteri geometrici.
Quindi in sostanza era già scritta in simboli.
Bastava saperla leggere impadronendosi di quei caratteri.
Ma la natura non è scritta in simboli.
Siamo noi che la traduciamo in simboli.
Ora a me sembra che a questi simboli noi non diamo l'omaggio che i maghi gli dedicavano, sbagliando.
Poniamo l'accento sulle prove, sulle verifiche, sulle cause e sugli effetti, come giustamente fai tu, ma dimentichiamo volentieri mi pare, e mi chiedo perché, di sottolineare che tutto funziona nella misura in cui la nostra esperienza  si può tradurre in simboli.
Cosa tentavano i maghi , goffamente se vuoi , col senno di poi, di tradurre in simboli?
Non chiedere a me cosa c'entra la magia con la scienza, perché io ti ho invitato a chiederlo direttamente a Newton, che nei due campi e' stato massimo esponente.








Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

iano

#5
Citazione di: Ipazia il 31 Marzo 2021, 17:41:05 PM
La scienza è magia e i suoi effetti sulla nuda realtà naturale hanno realmente un carattere magico. Piuttosto sposterei la contrapposizione tra scienza e stregoneria, tra quella che gli antichi chiamavano magia bianca (botanica, medicina,...) e la magia nera. La scienza moderna è un misto di magia bianca e nera. Ma l'opera al nero emerge spesso tardivamente, quando l'apprendista stregone ha già fatto danni: le scorie e catastrofi radioattive, le plastiche oceaniche, Seveso e Bhopal, i cancerogeni, il buco dell'ozono, l'inquinamento idrico e atmosferico, Wuhan,...
Diciamo che suggerisci elementi di continuità, come invitavo di fatto a fare, che vanno oltre le mie attese.  :)
In effetti questo vuol essere il tema della discussione , seguendo possibilmente il filo rosso dei simboli.
In sostanza le cose cambiano, ma non così tanto come ci piace pensare.
In effetti una delle centralità in cui si rifugia l'uomo, fra tutte la più disdicevole, è quella del tempo che viviamo, e siccome lo viviamo noi è speciale.
La conseguenza è che più che cercare continuità marchiamo differenze col passato.
Ieri la magia e oggi la scienza, ed è tutta un altra cosa, come ben ci spiega Viator che questo tempo vive .
Certamente c'erano maghi buoni che praticavano la magia bianca e maghi cattivi per quella nera.
Da ciò deriva che la reputazione del mago era dirimente nel valutare la sua arte.
Oggi sembra esserlo meno, ma rimane pur tuttavia importante , e non si sottolinea abbastanza.
La scienza è fatta di prove e di verifiche aperte a tutti, ma di fatto vi sono campi in cui pochi riescono ad avventurarsi per poter verificare, e così giocoforza la reputazione torna ad essere centrale.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
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iano

#6
Provocatoriamente affermo, non è forse magia che due corpi sì attraggano a distanza?
Che avvengano azioni a distanza senza contatto , come afferma Newton?
Solo un mago esperto come lui poteva inventarsi questa fantasia, cui Einstein volutamente ovviò, perché cosa da considerare come inconcepibile, inventandosi uno spazio non contenitore delle cose, ma mediatore dell'azione.
Ma forse che Albert, pure non sospettabile di arti magiche, non usi meno arti di fantasia?
Certamente la sua narrazione era aggiornata ai nuovi fatti su cui si era posta osservazione, ma forse per ciò fa' meno sfoggio di fantasiosa arte descrittiva?
In questi giorni su Rai Storia lo storico Lucio Villari appare in una puntata massimamente interessante che ha risvegliato in me la riflessione sulla' importanza dei simboli, e sull'uso che l'uomo, scienziato o mago che si voglia dire, ne fa'.
Il revisionismo storico che fa' Villari è affascinante, ma non del tutto nuovo, seppur lontano dall'esser diventato  luogo di comune coscienza.
Alla fine cosa importa se vi è azione a distanza oppure no?
Una fantasia vale l'altra a meno che non si voglia privilegiare la nostra soggettiva percezione.
Il punto è che i simboli con cui traduciamo la nostra esperienza sempre meno si prestano oggi a raccontarci una bella storia in cui tutta l'esperienza attuale riesca ad inquadrarsi, così che siamo costretti a dire "purché funzioni".
Pazienza se quel che funziona non è più neanche lontano parente della nostra soggettiva percezione, che anche quando la negava , restava ad essa pure ancorata.
Non è che l'utilitarismo sia una scuola filosofica, ma una necessità.
In un modo o nell'altro comunque continua l'avvincente avventura dei simboli.
Eienstein: ''Dio non gioca a dadi''
Bohr: '' Non sei tu Albert, a dover dire a Dio cosa deve fare''
Iano: ''Perchè mai Dio dovrebbe essere interessato ai nostri giochi?''

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