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Scienza e libertà

Aperto da Jacopus, 01 Novembre 2018, 22:33:50 PM

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Jacopus

Parto da un postulato che bisogna accettare per proseguire. Lo strumento migliore per la conservazione e lo sviluppo della libertà nelle società moderne è la conoscenza e la forma migliore di conoscenza è la scienza.
Viviamo in contesti democratici: uno vale uno. È giusto. Ma non dobbiamo neppure dimenticare le possibili involuzioni. Se la maggioranza diventa "ignorante" nel senso letterale del termine, le conseguenze, tragiche, riguarderanno tutti.
Voglio dire che la democrazia per essere davvero portatrice di libertà ha bisogno di una continua immissione di informazioni valide ed elaborabili dal maggior numero di consociati. Non basta la tessera elettorale.
Assistiamo al giorno d'oggi ad un corto circuito che introduce "bachi" nel sistema della conoscenza con conseguenze gravi nella stessa dinamica politica.

  • Il primo baco è relativo all'applicazione del principio della maggioranza alla conoscenza. Se tutti gli agricoltori pugliesi sentenziano che la xylella è una invenzione dei burocrati europei, la conseguenza sarà la diffusione epidemica del contagio. L'uno vale uno, in ambito tecnico-scientifico.
  • Il secondo baco, contiguo al primo, è dato dall'illusione che leggendo Wikipedia e qualche blog si possa governare una materia specialistica qualsivoglia, introducendo così un bias di fondo al processo di assimilazione culturale. Mutatis mutandis é quello che accade quando si chiede a un ragazzo cosa fa, e lui risponde: "suono", per poi scoprire che suona i dischi e non uno strumento. La tuttologia universale in ambito tecnico-scientifico.
  • Il terzo baco, anch'esso imparentato con i precedenti, riguarda l'abbassamento culturale generalizzato descritto attraverso quel fenomeno definito "analfabetismo funzionale". La cosa singolare che accade al giorno d'oggi è il nesso esistente fra maggiore ignoranza e maggiore credenza di essere supercompetenti, proprio perché si coltivano circuiti conoscitivi facilmente accessibili, che confermano le proprie idee ma privi di legittimazione scientifica tradizionale. Si tratta dell'effetto Dunning-Kruger, che ha attualizzato ciò che già proclamava il fu-Socrate.

Per sintesi. Abbassamento fisiologico del livello culturale indotto dai processi della democrazia (Toqueville) + facilità di abbordare una pseudo-conoscenza (internet) + critica della scienza tradizionale = attacco alla libertà democratica.
Homo sum, Humani nihil a me alienum puto.

Ipazia

#1
Metterei in conto un quarto baco, che genera i tre da te descritti: la sussunzione della comunità scientifica al potere dominante, che è un potere di parte, per cui non ha l'autorevolezza di far valere le sue ragioni, anche quando ha ragione, perchè è politicamente screditata. Rispetto a questo baco, la libertà di bufala, non più riservata, grazie alle nuove tecnologie, agli esperti embedded, è un ausilio (faticoso ma reale), non un attacco alla libertà democratica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

sgiombo

Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 09:11:53 AM
Metterei in conto un quarto baco, che genera i tre da te descritti: la sussunzione della comunità scientifica al potere dominante, che è un potere di parte, per cui non ha l'autorevolezza di far valere le sue ragioni, anche quando ha ragione, perchè è politicamente screditata. Rispetto a questo baco, la libertà di bufala, non più riservata, grazie alle nuove tecnologie, agli esperti embedded, è un ausilio (faticoso ma reale), non un attacco alla libertà democratica.


Dopo tante polemiche vivaci (e forse un po' sopra le righe; purtroppo sono fatto così) mi corre l' obbligo di segnalare (inutilmente: chiedo venia a tutti) il mio pieno e convinto consenso.

baylham

Citazione di: Jacopus il 01 Novembre 2018, 22:33:50 PM
Per sintesi. Abbassamento fisiologico del livello culturale indotto dai processi della democrazia (Toqueville) + facilità di abbordare una pseudo-conoscenza (internet) + critica della scienza tradizionale = attacco alla libertà democratica.

Dissento profondamente da questa tesi: la democrazia innalza il livello culturale ed il processo di retroazione è positivo non negativo, i processi democratici sono auto rinforzanti. Infatti c'è stata una crescita culturale di massa in Occidente senza precedenti nella storia umana. La democrazia è l'unico regime politico che promuove la libertà. Non capisco come un cittadino o una società senza diritti politici possa diventare più intelligente.

Wikipedia e in generale la rete sono strumenti di cultura e di conoscenza eccezionali, Wikipedia è uno strumento che favorisce una crescita culturale di massa.
La maggioranza non diventa ignorante: tutti gli uomini sono ignoranti, dipende dalla prospettiva, dalle soglie di ignoranza e di conoscenza individuali e collettive.

Dissento anche da chi sostiene che la scienza non sia democratica.

Ipazia

#4
La scienza non può essere nè democratica, nè antidemocratica. Semmai la "comunità scientifica", con tutti i suoi lati oscuri, che finiscono con l'oscurare anche quelli chiari.

Se proprio vogliamo chiamare in causa la scienza dobbiamo ammettere, con Piero Angela, che essa è decisamente totalitaria, riconoscendo solo ciò che passa il vaglio del suo metodo sperimentale. Se questo, nello stretto ambito delle discipline scientifiche, può essere fecondo e auspicabile, è pur facile estendere metafisicamente il concetto alla società civile e usare la scienza, e la sua comunità, come martello antidemocratico. Di ciò, chi appartiene alla comunità scientifica deve essere consapevole e contrastarne la tendenza. Cosa che, spesso, ha un costo elevato, che pochi scienziati sono disposti a pagare:

Il fuoriuscito
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Citazione di: baylham il 02 Novembre 2018, 15:06:55 PMDissento anche da chi sostiene che la scienza non sia democratica.
Concordo e aggiungo che la scienza si pone anche come argine e antidoto nei confronti di derive demagogiche.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Lou

Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 15:59:36 PM
Se proprio vogliamo chiamare in causa la scienza dobbiamo ammettere, con Piero Angela, che essa è decisamente totalitaria, riconoscendo solo ciò che passa il vaglio del suo metodo sperimentale.
È un metodo riconosciuto dal consenso libero, partecipato e razionale della comunità, perciò non può essere detto totalitario.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Ipazia

Citazione di: Lou il 02 Novembre 2018, 16:24:59 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 15:59:36 PM
Se proprio vogliamo chiamare in causa la scienza dobbiamo ammettere, con Piero Angela, che essa è decisamente totalitaria, riconoscendo solo ciò che passa il vaglio del suo metodo sperimentale.
È un metodo riconosciuto dal consenso libero, partecipato e razionale della comunità, perciò non può essere detto totalitario.
Non mi avvito su un termine. Diciamo che non è democratica: la velocità della luce non si decide per referendum. Tornando alla sua comunità risulta, dal libro che ho postato, che anche al suo interno il consenso sia tutt'altro che libero, partecipato e razionale. Dipende molto dagli interessi in gioco che finiscono col prevalere sul suo tanto osannato e neutrale metodo.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

#8
Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 16:44:29 PM
Citazione di: Lou il 02 Novembre 2018, 16:24:59 PM
Citazione di: Ipazia il 02 Novembre 2018, 15:59:36 PM
Se proprio vogliamo chiamare in causa la scienza dobbiamo ammettere, con Piero Angela, che essa è decisamente totalitaria, riconoscendo solo ciò che passa il vaglio del suo metodo sperimentale.
È un metodo riconosciuto dal consenso libero, partecipato e razionale della comunità, perciò non può essere detto totalitario.
Non mi avvito su un termine. Diciamo che non è democratica: la velocità della luce non si decide per referendum.
Nemmeno attraverso un principio di autorità se è per questo, ma attraverso risultati pubblici posti al vaglio critico della comunità.
La scienza, in forza di ciò,  può essere semmai, un prezioso antidoto contro l'esser totalitari.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

baylham

Sono d'accordo con Lou.
Il processo scientifico è prepolitico, ma i suoi principi di apertura, di relatività, di confronto infinito ispirano e sorreggono un atteggiamento politico democratico, non totalitario. La scienza non si regge sulla forza, sulla violenza, sull'autorità, ma sul consenso e, quindi, anche sul dissenso, sulla libertà.

sgiombo

Secondo me a proposito di conoscenza scientifica non ha senso porsi problemi di "democrazia o meno" ma di "verità o meno", "certezza o meno" (a certe condizioni, date certe premesse indimostrabili, in un certo determinato senso, entro certi limiti, non in assoluto).

Quello della democrazia o meno (e anche quelli etici in generale) é un problema che riguarda la prassi d fatto, il comportamento per così dire "extrateorico", pratico degli scienziati, le loro ricerche come azioni e non i "contenuti di conoscenza" delle loro teorie): come rapportarsi con gli altri, chi (e secondo quali criteri) sceglie quali ricerche finanziare e svolgere, con quali mezzi, ecc.

Socrate78

Io credo invece che il progresso scientifico possa avere grossi risvolti totalitari. Ad esempio in un futuro più o meno lontano si potrà scoprire che manipolando il DNA si possono far nascere individui molto intelligenti, dal carattere deciso o al contrario troppo mite; di conseguenza la scienza potrà spingere per creare una casta di persone geniali che domineranno il mondo mentre gli altri saranno selezionati per essere docili e obbedienti e non troppo intelligenti, come Aldous Huxley aveva descritto nel suo "Il mondo nuovo". Ma anche se non si arriverà a questi livelli estremi e apocalittici, sarà possibile che in futuro si scopra con certezza che determinare caratteristiche considerate "positive" delle persone (come l'altruismo, la bontà, la fiducia, l'ottimismo, la determinazione, ecc.) sono il frutto di meccanismi biochimici cerebrali, ed allora finiranno per produrre le sostanze adatte a questo e per spingere le persone al consumo di queste droghe in modo da avere un esercito di persone modellate in base alle esigenze di chi governa la società in quel momento. Ovviamente si potrà dire di NO, ma in un contesto del genere le pressioni sulla volontà dell'individuo potranno essere forti, molto di più di quelle attuali.

sgiombo

#12
Citazione di: Socrate78 il 02 Novembre 2018, 18:44:55 PM
Io credo invece che il progresso scientifico possa avere grossi risvolti totalitari. Ad esempio in un futuro più o meno lontano si potrà scoprire che manipolando il DNA si possono far nascere individui molto intelligenti, dal carattere deciso o al contrario troppo mite; di conseguenza la scienza potrà spingere per creare una casta di persone geniali che domineranno il mondo mentre gli altri saranno selezionati per essere docili e obbedienti e non troppo intelligenti, come Aldous Huxley aveva descritto nel suo "Il mondo nuovo". Ma anche se non si arriverà a questi livelli estremi e apocalittici, sarà possibile che in futuro si scopra con certezza che determinare caratteristiche considerate "positive" delle persone (come l'altruismo, la bontà, la fiducia, l'ottimismo, la determinazione, ecc.) sono il frutto di meccanismi biochimici cerebrali, ed allora finiranno per produrre le sostanze adatte a questo e per spingere le persone al consumo di queste droghe in modo da avere un esercito di persone modellate in base alle esigenze di chi governa la società in quel momento. Ovviamente si potrà dire di NO, ma in un contesto del genere le pressioni sulla volontà dell'individuo potranno essere forti, molto di più di quelle attuali.









Innanzitutto non credo che esistano "geni dell' intelligenza [che cosa é di preciso?], del carattere deciso o al contrario troppo mite, ecc." perché ritengo che il comportamento umano, soprattutto nei suoi caratteri distintivi, individuali, personali (quelli che ci differenziano gli uni dagli altri) sia quanto di più plastico e creativo, di meno geneticamente determinato, ma invece ambientalmente ed esperienzialmente modulato (casomai in larga misura geneticamente condizionati sono i comportamenti più generalmente e uniformemente diffusi, quelli che ci accomunano tutti,  come gli istinti ad alimentarsi, a procreare, a coprirsi, a fuggire il troppo caldo e il troppo freddo, a giocare, non affaticarsi troppo se appena possibile, ecc.).

Quello del "determinismo genetico" (cosiddetto assai impropriamente: a mio parere il determinismo é un' altra cosa, molto più seria) é un vecchio cavallo (anzi: un ronzino bolso e rachitico) di battaglia pseudoscientifico e anzi antiscientifico di tutti i reazionari, dai fautori dell' ottocentesco "darwinismo sociale" a quelli della novecentesca "sociobiologia", del preteso "egoismo dei geni", ecc.

Inoltre quelle che paventi sono possibili (ammesso e non concesso) applicazioni tecniche pratiche (più o meno buone, democratiche, eque, socialmente giuste, rispettose dei diritti delle potenziali generazioni future, ecc.: questioni di etica relative all' "agire tecnicamente assistito"); invece le questioni della verità e della certezza della conoscenza scientifica sono completamente diverse (anche se ovviamente ci sono di fatto molteplici non irrilevanti relazioni e condizionamenti reciproci fra le teorie scientifiche e le applicazioni tecniche; ma anche con l' economia, l' estetica, lo sport, il tempo libero, la cultura generale e non, ecc.).
Ma malgrado questi molteplici intrecci e reciproci condizionamenti non é affatto infondato, irrazionale, non interessante, inutile distinguere fra verità e certezza della conoscenza scientifica (o meno; e in quale misura, a quali condizioni, in che senso, ecc.) da una parte e aspetti sociali ed etici delle applicazioni tecniche delle conoscenze scientifiche dall' altra.

Ed anche nel secondo degli scenari apocalittici che paventi, spingere le persone al consumo di queste droghe" sarebbe ben diversa cosa, a mio parre, da non confondersi affatto, rispetto aallo "scoprire con certezza che determinare caratteristiche considerate "positive" delle persone (come l'altruismo, la bontà, la fiducia, l'ottimismo, la determinazione, ecc.) sono il frutto di meccanismi biochimici cerebrali"; anche perché la conoscenza neurologica già ora serve a curare gravi e invalidanti patologie (senza fare impossibili miracoli, ovviamente) come il morbo di Parkinson e altre discinesie e a limitare quando necessario e giustificato gravi sintomi psichiatrici auto- ed etero-lesivi.

Ipazia

#13
Concordo con Socrate78. La comunità scientifica ha grosse responsabilità sui crimini contro l'umanità commessi con la sua ricerca. In chimica si sono inventati centinaia di prodotti di sintesi che hanno impestato l'ambiente e prodotto malattie oncologiche. I ricercatori li hanno prodotti con la stessa nonchalance dei kapò nazisti. Lasciando che fosse la sperimentazione sull'uomo nei posti di lavoro e nell'uso comune a testarne la cancerogenicità. Quando si sono scoperte le sostanze radioattive si è capito subito la loro pericolosità: ma tutti allineati e coperti a servire i rispettivi governi per produrre le armi atomiche. Sui geneticamente modificati siamo daccapo. Prima si fa la frittata e poi si rimedia. Se si può. Nel frattempo ci teniamo gli alogenoderivati nelle falde e nel latte.  I laboratori delle industrie di morte sono pieni di ricercatori. La ricerca è progredita. MA A CHE PREZZO ? (tralascio l'Economia perchè è come sparare sulla croce rossa).
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

#14
No non tutti, sono allineati, ipazia. Leggere la storia farebbe bene.
Amo la critica, ma una critica che guardi ambo i lati. Con la stessa veemenza si puó prefigurare un mondo che oscura la scienza e i suoi progressi, senza libertà di ricerca. Certo un bel rito esorcista contro una malattia mortale, ottimo. Che mondo è e sarebbe quel mondo che oscura e discredita quei processi di conoscenza che vi permettono, adesso!, cure e, assai più banalmente, gli stessi mezzi per poter esprimere le vostre degne opinioni?
La scoperta della ruota è male in sè perchè con essa sí sono costruiti carri da guerra? La tachipirina? Oh ny god!E via di seguito.
Non vi pare un problema etico e politico, prima che scientifico?
Poi certo in un paese dove chi fa ricerca è considerato zero, meglio apocalyps now corredate da scii kimoche. Che va bene e va bene.
Ricordo a Socrate78, che fu la stessa scienziata madre del raglia e cuci dna a lanciare un appello etico, alla politica. La comunità scientifica si contrappose, entró in discussione. E poi? Le forme di governo, la politica, si interessa di ció?



"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

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