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Schiavi della felicità

Aperto da daniele75, 13 Novembre 2019, 06:54:11 AM

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daniele75

Vi siete mai chiesti perché cerchiamo sempre qualche fonte di felicità? Lettura, internet, giochi, socializzare, droghe, tabacco, sesso, cibo etc etc?
Perché istintivamente c'è un meccanismo che pulsa all'infinito che ci obbliga a ricercare dopamina (il chimico della felicità). La felicità è di diverso grado ma comunque dura relativamente poco. La maggior parte del tempo lo viviamo in uno stato di tensione, dove la pulsione inconscia fa da padrona, stimolandoci a nuove ricerche, nuovi obbiettivi( questo stato è negativo). Questo meccanismo ha garantito la nostra sopravvivenza. Quando un antenato andava a caccia riceveva una scarica di dopamina una volta che prendeva la preda, quando faceva sesso e quando condivideva il pasto con il gruppo, stessa cosa una bella scarica di dopamina, che motivava l'antenato a ripetere le azioni. Infondo dipendiamo dai chimici che emana il nostro cervello e ci comportiamo di conseguenza. Questo è il segreto dell'evoluzione, la dipendenza da dopamina. Esistono altri chimici che giocano ruoli fondamentali come l'ossitocina, serotonina etc etc, ma esamino solo la fondamentale la dopamina. Siamo dei tossici alla ricerca di una dose continua di dopamina. Avete notato che quando state inattivi a lungo senza fare nulla subentra la noia? L'ansia? Ecco in quel momento il cervello emana dei chimici negativi che vi stimolano a ricercare. Siamo nati per ricercare la felicità. Anche il potere stimola dopamina, sopraffare l'altro, la competizione, il corteggiamento. Tutto provoca dipendenza, a volte diventando vere e proprie patologie. L'uso delle droghe per esempio, il cervello non riconosce i veleni, se bevendo varechina il cervello produce dopamina in grandi quantità, avremo i dipendenti da varechina, sembra ridicolo ma è così. Quando la dopamina è tanta, e l'assunzione è continua si può instaurare una dipendenza portando l'individuo anche alla morte. Vedi coma alcolici, infarto per l'uso di coca, overdose etc etc. Questo meccanismo primordiale della continua ricerca della felicità può rivelarsi fatale. Sentite frustrazione? Il vostro cervello non sta producendo dopamina, e via alla ricerca. Gli studiosi del marketing sanno bene come funziona questo meccanismo e aime lo boicottano a loro favore, installando in noi nuovi desideri secondari. Il gioco d'azzardo da la stessa sensazione che riceveva l'antenato quando prendeva la preda. Così seguire le mode, shopping, auto di lusso, etc etc. Tutto ruota sulla competizione e la ricerca della felicità. Perché il sesso è così piacevole? Stesso meccanismo delle droghe, ci invoglia a procreare, nostro compito primario, non ha caso siamo 7 miliardi. Una società che a lungo andare con la tecnologia costruirà nuove droghe senza sostanza, utilizzando le scoperte scientifiche a scopi di lucro, influenzando il nostro inconscio con tecniche raffinatissime, produrrà sempre più schiavi perfetti, ottimi consumatori. Siamo dei robot? In parte si. Ci rimane il nostro piccolo cervello razionale che ha il compito di cercare un giusto compromesso tra istinti e raziocinio, insomma una via di mezzo per non essere troppo impulsivi. Questo è il succo! Siamo schiavi della dopamina. Ad ogni azione corrisponde una sensazione psicologica, un emozione, non sono altro che dei chimici(droghe) che il cervello produce. Dove stiamo andando? Senza più regole morali, in balia del controllo psicologico di massa, diventeremo sempre più schiavi della felicità, dell'acquisto, delle droghe. Il cervello vuole sempre di più, e sempre novità. Per approfondire vi lascio un link interessante:
https://www.google.com/amp/s/lascimmiachepensa.wordpress.com/2017/03/15/tutto-provoca-dipendenza/amp/

Ipazia

Abbiamo inseguito per secoli il Santo Graal e ce l'avevamo in corpo. Grazie a daniele75 che ce lo fa scoprire. Dopamina in pillole per tutti e crolla perfino il muro di cui nessun politicamente corretto vuol parlare: quello d'Israele. Da chimica dovrei essere fiera di questa sfrenata apologia dei biochimici naturali, elisir di felicità, ma la deontologia professionale me lo impedisce. Un fisico potrebbe contrapporre le energie che sono in gioco nel perseguimento della felicità. Scomodando pure la quantistica con qualche fenomeno a distanza tra particelle della felicità umana entangled con le loro accoppiate, concentrate in qualche astro ad altra densità orgonica che irradia di libidine l'universo. I fisici sono perfidi, e dopo aver sottratto ai chimici l'atomo potrebbero pure espropriare chimici e filosofi della felicità.

Ma torniamo alla dopamina che di primo acchito appare nella sua ubiquità indifferenziata funzionare come la democrazia: tutti la vogliono, ma nessuno la apprezza. E questo rimanda all'essere umano che non si accontenta di esistere, ma vuole essere (nessuno direbbe: "esistere umano"). Ecco allora che la biochimica faidatè deve supplire anche il campo più remunerativo della personalizzazione ricorrendo ad elisir più specializzati. Ad esempio la serotonina, prediletta da contemplativi e pacati; l'adrenalina, complemento indispensabile alla vita dei nevrotici; le endorfine, compagne preziose di chi come me predilige uno stile di vita fondistico; per finire, last but not least, con quel mix afrodisiaco di biochimici, autentica tempesta ormonale perfetta, che è l'innamoramento. Laddove ognuno combina nel modo più personale possibile la sua biochimica amorosa ottenendo talvolta il paradiso, talaltra l'inferno, a dimostrazione che la realtà finisce col difrangere perfidamente anche le più accurate formulazioni di laboratorio.

A conferma sperimentale dell'inaffidabilità della via chimica alla felicità ci sta l'esercito di zombies che fin dalla notte alcolica dei tempi ha attraversato l'universo antropologico e che oggi marcisce anima e cervello nelle droghe sintetiche. Insomma, droga per droga, la filosofia e le scienze umane hanno ancora qualche lunghezza di vantaggio sulla chimica nell'arduo cammino della felicità. Anche sul piano epistemico. Poi ognuno può credere ciò che vuole. Ma sapere è altra cosa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

daniele75

Le droghe alterano il circuito di ricompensa, ovvio che se ne diventi dipendente la tua vita diventa un inferno. Io intendo cercarla naturalmente con i giusti mezzi, non rincorrendo questa pazza società della felicità mordi e fuggi. Buon viaggio, è tutta una questione di chimici, ma devi saperlo dosare e cercare in maniera sana. Le droghe sintetiche lasciale agli zombie.

anthonyi

Citazione di: Ipazia il 13 Novembre 2019, 14:58:28 PM
Insomma, droga per droga, la filosofia e le scienze umane hanno ancora qualche lunghezza di vantaggio sulla chimica nell'arduo cammino della felicità.

Anche della gestione dell'infelicità, l'umanesimo sovente rovescia il paradigma di Daniele per il quale "tutti cercano la felicità" e quindi "tutti sono schiavi della felicità", insegnando a gestire, valorizzare, assaporare la propria condizione di non felicità rendendola fonte di conoscenza, di bellezza e di umanità.

baylham

Citazione di: daniele75 il 13 Novembre 2019, 06:54:11 AM
Perché istintivamente c'è un meccanismo che pulsa all'infinito che ci obbliga a ricercare dopamina (il chimico della felicità). La felicità è di diverso grado ma comunque dura relativamente poco. La maggior parte del tempo lo viviamo in uno stato di tensione, dove la pulsione inconscia fa da padrona, stimolandoci a nuove ricerche, nuovi obbiettivi( questo stato è negativo). Questo meccanismo ha garantito la nostra sopravvivenza. Quando un antenato andava a caccia riceveva una scarica di dopamina una volta che prendeva la preda, quando faceva sesso e quando condivideva il pasto con il gruppo, stessa cosa una bella scarica di dopamina, che motivava l'antenato a ripetere le azioni. Infondo dipendiamo dai chimici che emana il nostro cervello e ci comportiamo di conseguenza. Questo è il segreto dell'evoluzione, la dipendenza da dopamina. 

Non sono convinto che questo meccanismo abbia garantito la sopravvivenza della specie. Questo meccanismo della dopamina poteva funzionare in qualunque situazione, indipendentemente dalla sopravvivenza dell'individuo o della specie, l'ambiente ha fatto la selezione delle situazioni, tra cui la sessualità e l'alimentazione, in cui questo meccanismo agisce.

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