Relativo, Assoluto, Totalità

Aperto da viator, 09 Giugno 2018, 10:22:20 AM

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sgiombo

Salve, Viator.
 
Purtroppo continuiamo a non intenderci.
 
La "memoria" di cui parli é puramente e semplicemente qualcosa di materiale, analogamente alla "memoria" di un computer: un insieme di stati del cervello naturale (collegamenti assonali e sinaptici) prima, della macchina artificiale (circuiti elettronici di semiconduttori o altro di analogo) dopo la sostituzione passo a passo delle strutture biologiche originarie.
Ma i ricordi coscienti sono tutt' altra cosa, anche se accadono (o "si evocano") nella coscienza** del "titolare del cervello-poi-macchina" (il quale cervello-poi-macchina si trova nelle coscienze* di eventuali osservatori) solo allorché tali circuiti prima neurologici e poi meccanici o elettronici si attivano (in corrispondenza biunivoca di tali "attivazioni").
 
Certe determinate esperienze coscienti** dei ricordi (e non altre) necessariamente accadono contemporaneamente a ed in corrispondenza biunivoca con certe determinate attivazioni di certi determinati circuiti prima neurologici poi artificiali e non altre (reali nelle esperienze coscienti* di chi le osservi), ma tuttavia sono ben altre "cose" (enti e/od eventi): da una parte per esempio i ricordi, magari vividi e coloratissimi, di albe, tramonti o arcobaleni, di emozioni magari intensissime di gioia o di paura, di sentimenti magari fortissimi, di ragionamenti e di esperienze vissute e informazioni acquisite, ecc. in una determinata coscienza** e dall' altra determinate attivazioni di circuiti neuronali biologici oppure artificiali elettronici di altra natura materiale non biologica in determinate altre coscienze*: che differenza enorme fra le due pur necessariamente coesistenti e biunivocamente corrispondenti!.
 
Un cervello é una certa determinata cosa (reale, accadente nella coscienza* di chi lo osservi), l' esperienza cosciente** che il "titolare di tale cervello" sta vivendo-esperendo é tutt' altra cosa anche se di necessità le due cose accadono contemporaneamente e in modo biunivocamente corrispondente: determinate attivazioni di determinate aree e circuiti cerebrali (che accadono nell' abito delle esperienze coscienti* di osservatori) e non altri in caso di determinate esperienze coscienti** (corrispondenti a ciò che accade nel cervello dell' osservato) e non altre e viceversa.
 
Non comprendo punto le tue considerazioni finali sulle "copie" della realtà e dei cervelli; ma sicuramente queste ultime non possono con tutta evidenza essere identificate con le esperienze coscienti corrispondenti agli eventi cerebrali: é difficile trovare altre cose tanto reciprocamente diverse quanto lo sono determinate attività neurofisiologiche cerebrali (potenziali d' azione, eccitazioni e/o inibizioni trans-sinaptiche, ecc.) da una parte (nelle esperienze coscienti* degli osservatori dei cervelli) e le esperienze coscienti vissute (coloratissimi arcobaleni, emozionanti sensazioni, forti sentimenti, rigorosi ragionamenti, ecc. a seconda dei casi) in altre, diverse esperienze coscienti** dall' altra.

viator

Salve Sgiombo. La memoria consiste nelle informazioni e non nel supporto di memoria rappresentato da cellule o chips. Le informazioni sono enti (mentalmente)concettuali quindi (fisicamente) immateriali, dal momento che sono codificate da un insieme di "stati" energetici. L'energia infatti è una dimensione fisica IMMATERIALE (non per nulla si distingue tra materia ed energia).
Se l'energia non fosse immateriale - ad esempio - non potrebbe propagarsi alla velocità della luce. (Solo ciò che è privo di massa può venir accelerato sino a tale velocità-limite).
Per avere a che fare con l'immaterialità non è quindi necessario scomodare lo spiritualismo o porsi profondissimi quesiti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Ciao, Viator.
 
Ma massa ed energia si trasformano l' una nell' altra secondo proporzioni definite (e = m c c), deterministicamente (in circostanze definite da modalità o leggi universali e costanti): sono la stessa cosa ("materia in generale") che deterministicamente passa continuamente dallo stato di massa o "materia massiva" allo stato di energia o "materia energetica" e viceversa.
Tutto ciò nell' ambito del mondo (fenomenico) materiale naturale (la cartesiana "res extensa"), esperito in terza persona, (postulabile sebbene non dimostrabile essere) intersoggettivo e misurabile attraverso rapporti espressi da numeri, e dunque scientificamente conoscibile.
 
Non vedo perché mai l' energia (ma invero solo quella elettromagnetica), per il fatto di essere materia, non dovrebbe potersi propagare alla velocità della luce, cosa impossibile unicamente a quell' altro stato o forma della materia, alternativo a quello energetico, che é la massa; casomai per essere materia non dovrebbe potersi muovere a velocità infinita; ed infatti non lo fa.
E per avere a che fare con l'immaterialità è quindi necessario prescindere dalla materialità (anche energetica: non confondere "immaterialità" ovvero "non materialità" con "non massività"), senza necessariamente cadere nello spiritismo (pensare ad anime immortali e affini), ma comunque non confondendo la res cogitans con quella parte non massiva ma pur sempre materiale della res extensa che é l' energia.
 
Invece il pensiero é un altro "ambito" (pure fenomenico) della realtà, non misurabile attraverso rapporti numerici  e non postulabile essere intersoggettivo (e dunque non conoscibile scientificamente; per lo meno in senso "stretto" o "forte") e con quello materiale naturale (=massivo e/o energetico) non comunicante o in alcun modo interferente (per la chiusura causale del mondo fisico, che é un' altra condizione della conoscibilità scientifica di quest' ultimo), ma che si può solo postulare con esso divenga in corrispondenza biunivoca.
E' con tutta evidenza tutt' altro che quella componente del mondo fisico o materiale naturale che é l' energia (materia in forma energetica).
 
Le informazioni (in senso stretto o letterale; non la cosiddetta metaforicamente "informazione" come caratteristica del mondo fisico materiale, cioé il suo ordine, il modo determinato e non casuale in cui diviene, oggi molto di moda ma decisamente fuorviante) sono mentali, concettuali (costituiti da pensieri), quindi immateriali;
Il fatto che possano essere simbolizzate verbalmente (materialmente: su carta o altro supporto materiale o attraverso quegli eventi fisici, materiali, che sono i suoni: propagazioni -peraltro a velocità sottoluminale- di energia meccanica) o comunque codificate su supporti fisici (materiali) in modo da poterle comunicare e conservare nel tempo (rileggendo gli scritti o comunque decodificando quanto simbolizzato su supporti materiali) non ne fa qualcosa di fisico materiale (quale é invece quella forma di materia che chiamiamo energia): i concetti (mentali) non sono (e non vanno confusi con) i loro rispettivi simboli o corrispondenti materiali, ma invece i significati a questi arbitrariamente attribuiti per convenzione, che questi evocano nelle menti (e non nei cervelli) per associazione di idee.

viator

Salve Sgiombo.
"Non vedo perché mai l' energia (ma invero solo quella elettromagnetica), per il fatto di essere materia, non dovrebbe potersi propagare alla velocità della luce, cosa impossibile unicamente a quell' altro stato o forma della materia, alternativo a quello energetico, che é la massa; casomai per essere materia non dovrebbe potersi muovere a velocità infinita; ed infatti non lo fa
Forse c'è stata una vista nel leggere il mio testo precedente, nel quale io precisavo che l'energia (una delle due dimensioni della SOSTANZA, assieme alla materia eventualmente  massificata) è caratterizzata dal poter propagarsi alla velocità della luce. Il fatto che massa ed energia siano reciprocamente convertibili e le relative condizioni ed esiti della reciproca convertibilità fa in modo che la materia-massa possa venir definita come "energia estremamente concentrata" e la energia-forza come "materia estremamente diluita".

"E per avere a che fare con l'immaterialità è quindi necessario prescindere dalla materialità (anche energetica: non confondere "immaterialità" ovvero "non materialità" con "non massività")".
Qui si apre il caso. Ti spiego la mia visione del mondo fisico :

Il mondo fisico privo della presenza umana consiste in una unicità (che chiameremo SOSTANZA) che vive attraverso l'intrinseca contraddizione di una duplicità: quella costituita dalla MATERIA da una parte e dall'ENERGIA dall'altra. Chiamiamo queste ultime due "DIMENSIONI della SOSTANZA".
Non posso/voglio qui spiegarti in cosa consista secondo me tale contraddizione (che chiameremo ENTROPIA) perchè la faremmo troppo lunga.
La continua parziale trasformazione di materia in energia (e viceversa) genera la "vita" del mondo fisico.

Il mondo fisico includente la presenza umana consiste nell'apparire altre due DIMENSIONI che si affiancano alla materia ed all'energia: esse sono il TEMPO e lo SPAZIO. Il loro insieme si chiama FORMA. Anche queste due dimensioni sono reciprocamente convertibili : "v=s/t". Andando più veloci si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?.
Quindi abbiamo due "dimensioni sostanziali" e due "dimensioni formali", queste ultime generate dall'apparizione dell'uomo.
In che senso ? Perchè l'uomo è apparso come "osservatore dell'esistente" per osservarlo ha utilizzato una modalità, una FORMA in cui lo osserva. Il TEMPO è solo la dimensione FORMALE consistente nella percezione, da parte nostra delle modalità con cui avvengono i fenomeni che coinvolgono la MATERIA. Lo SPAZIO è la stessa cosa per quanto guarda i fenomeni che coinvolgono l'ENERGIA.
Quindi delle quattro dimensioni classiche utilizzate  dalla scienza (umana) fisica (materia, energia, tempo, spazio) due fanno parte del mondo fisico, le altre due della mente dello scienziato che le esamina.
Il tempo e lo spazio non fanno parte della realtà a noi esterna (SOSTANZIALE) ma solo di quella a noi interna (FORMALE).
Ecco quindi la distinzione tra il mondo MATERIALE (SOSTANZA ed oggettività) e IMMATERIALE (FORMA e soggettività).
Più in là non vado, almeno per ora. Ma altre cose mi sono trovato a pensare. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: viator il 21 Giugno 2018, 18:08:41 PM
Salve Sgiombo.
"Non vedo perché mai l' energia (ma invero solo quella elettromagnetica), per il fatto di essere materia, non dovrebbe potersi propagare alla velocità della luce, cosa impossibile unicamente a quell' altro stato o forma della materia, alternativo a quello energetico, che é la massa; casomai per essere materia non dovrebbe potersi muovere a velocità infinita; ed infatti non lo fa
Forse c'è stata una vista nel leggere il mio testo precedente, nel quale io precisavo che l'energia (una delle due dimensioni della SOSTANZA, assieme alla materia eventualmente  massificata) è caratterizzata dal poter propagarsi alla velocità della luce. Il fatto che massa ed energia siano reciprocamente convertibili e le relative condizioni ed esiti della reciproca convertibilità fa in modo che la materia-massa possa venir definita come "energia estremamente concentrata" e la energia-forza come "materia estremamente diluita".

CitazioneTu hai scritto.
"Se l'energia non fosse immateriale - ad esempio - non potrebbe propagarsi alla velocità della luce".
Dove sarebbe la mia svista?
Le tue parole inequivocabilmente negano che qualcosa di materiale (ovvero: qualcose che non sia immateriale) possa propagarsi alla velocità della luce, al che ho obiettato che casomai qualcosa di materiale non potrebbe propagarsi a velocità infinita, ma alla velocità della luce può benissimo farlo.

Quella che chiami "
SOSTANZA" non é che la materia, la quale può presentarsi o come massa o come energia, non si crea né si annichila (resta complessivamente di quantità costante),  ma continuamente si trasforma dall' una all' altra e viceversa secondo modalità e in quantitativi universali e costanti.



"E per avere a che fare con l'immaterialità è quindi necessario prescindere dalla materialità (anche energetica: non confondere "immaterialità" ovvero "non materialità" con "non massività")".
Qui si apre il caso. Ti spiego la mia visione del mondo fisico :

Il mondo fisico privo della presenza umana consiste in una unicità (che chiameremo SOSTANZA) che vive attraverso l'intrinseca contraddizione di una duplicità: quella costituita dalla MATERIA da una parte e dall'ENERGIA dall'altra. Chiamiamo queste ultime due "DIMENSIONI della SOSTANZA".
Non posso/voglio qui spiegarti in cosa consista secondo me tale contraddizione (che chiameremo ENTROPIA) perchè la faremmo troppo lunga.
La continua parziale trasformazione di materia in energia (e viceversa) genera la "vita" del mondo fisico.

CitazioneIl mondo fisico non é (di fatto) privo della "presenza umana" ma invece la comprende.

Quella fra massa ed energia, le due forme della materia che, restando complessivamente costante (quantitativamente), non creandosi né annichilendosi mai, si trasforma continuamente secondo proporzioni determinate universali e costanti (e = m c c) dall' una all' altra non può essere considerata una contraddizione, ma casomai una complementarità fra due modi di essere della materia stessa.
Nel che non c' é proprio nulla di contraddittorio (contrariamente alle pretese di Parmenide e di Severino): é il divenire naturale (che fra ' altro, in determinate, particolari condizioni, genera la vita).

Secondo il II° principio della termodinamica l' entropia é una grandezza fisica che tende a crescere (=/=cresce sempre e comunque!) nei sistemi termodinamicamente isolati (=/= in qualsiasi sistema termodinamico, compresi quelli chiusi ma non isolati e quelli quelli aperti!), spiegando l' evoluzione della probabilità della configurazione macroscopica di essi nel tempo come espressione (o conseguenza) della frequenza relativa delle sue diverse possibili configurazioni macroscopiche caratterizzate da diversa quantità di ordine (o inversamente di informazioni di cui é necessario disporre per descriverle).



Il mondo fisico includente la presenza umana consiste nell'apparire altre due DIMENSIONI che si affiancano alla materia ed all'energia: esse sono il TEMPO e lo SPAZIO. Il loro insieme si chiama FORMA. Anche queste due dimensioni sono reciprocamente convertibili : "v=s/t". Andando più veloci si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?.

CitazioneAnche quelle parti del mondo fisico che non implicano (non ancora, oppure non più, oppure non mai) la presenza umana divengono (cambiano ordinatamente, cioé secondo modalità generali universali e costanti, astraibili da parte de pensiero scientifico dai variabili e cangianti particolari concreti) nello spaziotempo.

Non vedo in che senso le accelerazioni possano essere considerate conversioni reciproche fra spazio e tempo.

Quindi abbiamo due "dimensioni sostanziali" e due "dimensioni formali", queste ultime generate dall'apparizione dell'uomo.
In che senso ? Perchè l'uomo è apparso come "osservatore dell'esistente" per osservarlo ha utilizzato una modalità, una FORMA in cui lo osserva. Il TEMPO è solo la dimensione FORMALE consistente nella percezione, da parte nostra delle modalità con cui avvengono i fenomeni che coinvolgono la MATERIA. Lo SPAZIO è la stessa cosa per quanto guarda i fenomeni che coinvolgono l'ENERGIA.

CitazioneAnche gli animali comparsi prima dell' uomo osservano (anche se molto meno "contemplativamente", "teoricamente", disinteressatamente) l' esistente (quella parte che é percepibile dai loro organi di senso; ma questa limitazione vale altrettanto per l' uomo).

Il tempo scorre in natura (=la natura diviene) anche senza alcuna osservazione (umana in particolare), del tutto indipendentemente da qualsiasi eventuale osservazione (umana o meno).
E di conseguenza ogni osservazione umana della natura avviene, in quanto fenomeno naturale, nel divenire naturale, id est: nel tempo.

Quindi delle quattro dimensioni classiche utilizzate  dalla scienza (umana) fisica (materia, energia, tempo, spazio) due fanno parte del mondo fisico, le altre due della mente dello scienziato che le esamina.

Il tempo e lo spazio non fanno parte della realtà a noi esterna (SOSTANZIALE) ma solo di quella a noi interna (FORMALE).
Ecco quindi la distinzione tra il mondo MATERIALE (SOSTANZA ed oggettività) e IMMATERIALE (FORMA e soggettività).
Più in là non vado, almeno per ora. Ma altre cose mi sono trovato a pensare. Salutoni.

CitazioneDi tutte quelle da te enunciate solo il tempo é una dimensione del divenire naturale (lo spazio é costituito dall' insieme di tre dimensioni; secondo alcune teorie che personalmente non condivido da di più di tre).
Solo il tempo é una dimensione del divenite mentale (oltre che di quello fisico ovvero materiale; per dirlo alla tua personale maniera "sostanziale"); le altre sono proprie unicamente del mondo fisico materiale ("sostanziale").

Ricambio di cuore i cordiali saluti.

viator

#95
Salve Sgiombo. Farò un ultimo sforzo chiarificatorio.

"Se l'energia non fosse immateriale - ad esempio - non potrebbe propagarsi alla velocità della luce".
Dove sarebbe la mia svista?
Le tue parole inequivocabilmente negano che qualcosa di materiale (ovvero: qualcose che non sia immateriale) possa propagarsi alla velocità della luce, al che ho obiettato che casomai qualcosa di materiale non potrebbe propagarsi a velocità infinita, ma alla velocità della luce può benissimo farlo".

La tua svista (o convinzione secondo me errata) consiste nel sostenere che un ente materiale possa muoversi alla velocità della luce. Un ente materiale, possedendo una massa, non può raggiungere la velocità della luce perchè l'energia occorrente ad accelerarlo fino a tale velocità aumenta costantemente al crescere della velocità dell' "oggetto" sino a diventare INFINITA. E' come per lo zero assoluto, infinitamente avvicinabile ma mai raggiungibile. Comunque ciò risulta da qualsiasi testo o voce che tratti della "velocità della luce".


"Quella che chiami "SOSTANZA" non é che la materia, la quale può presentarsi o come massa o come energia"
Io chiamo SOSTANZA la coppia di dimensioni fisiche che la scienza ufficiale chiama rispettivamente e separatamente materia ed energia. Concordo sul fatto che materia ed energia siano reciprocamente convertibili e che la quantità totale di SOSTANZA resti invariata all'interno del mondo.

Se tu preferisci chiamare sostanza la sola materia oppure non vuoi attribuire un nome, una defizione all'insieme delle due dimensioni che, secondo me - visto che rappresentano le due facce della medesima medaglia - rappresentano l'UNICITA' fondamentale.........OK, prendo atto.


Il mondo fisico non é (di fatto) privo della "presenza umana" ma invece la comprende
Non capisco la tua precisazione. Nellla prima ipotesi ho considerato lo stato di un mondo prima dell'arrivo dell'uomo o dopo la sua scomparsa, nel secondo caso ho parlato dell'attualità del mondo , la quale include ovviamente anche noi umani


"Secondo il II° principio della termodinamica l' entropia é una grandezza fisica che tende a............"
L'esistenza dell'entropia genera la contraddizione (esclusivamente logica e filosofica) fondamentale circa l'essere del mondo. L'entropia è quell'andamento delle cose (cioè la modalità di funzionamento del mondo fisico) che fa in modo che l'energia tenda a distribuirsi da dove ce nè di più verso dove ce n'è di meno.
Quindi consiste nella tendenza al raggiungimento dell'equilibrio energetico e termico che si realizzarebbe una volta che - infine - dappertutto fosse presente la stessa quantità di energia (cioè la medesima temperatura). Il guaio sarebbe che, raggiunta tale condizione, non ci sarebbe più energia che si sposta e cesserebbero le trasmutazioni tra materia ed energia. Nulla più potrebbe accadere e quindi assisteremmo alla morte del mondo fisico (credo proprio anche di quello "formale", cioè astratto e spirituale !). Tale tendenza però si realizza attraverso i fenomeni fisici che intanto fanno "vivere" il mondo. Perciò l'entropia lavora facendo esistere l'opposto di ciò a cui tende. L'entropia realizza la continua diversificazione dei contenuti del mondo (vita del mondo) che si oppone nei fatti alla tendenziale uniformità di essi (morte del mondo).


Non vedo in che senso le accelerazioni possano essere considerate conversioni reciproche fra spazio e tempo.
Mai affermato da parte mia  : ho solo detto "Andando più veloci si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?". Tale considerazione riguarda unicamente la velocità momentanea che si sta tenendo, non il fatto che possa occorrere una accelerazione per raggiungerla.



Anche gli animali comparsi prima dell' uomo osservano
Benvenuti gli animali, allora. Se osservano allo stesso modo dell'uomo, applicheremo democraticamente ad essi le considerazioni fatte per l'uomo, altrimenti lasciamoli perdere.



Il tempo scorre in natura (=la natura diviene) anche senza alcuna osservazione (umana in particolare)
Guarda che non è l'osservazione umana a far si che il tempo esista fuori di noi mentre osserviamo. Secondo te, mi sembra, il tempo è una dimensione oggettiva e fisica. Secondo me è una modalità di percezione psichica. Quello che tu chiami scorrere del tempo (locuzione perfettamente sensata in via interlocutoria) io lo chiamo "sequenza degli eventi", cioè "svolgersi dell'essere" cioè "inarrestabile concatenazione di cause ed effetti". Quindi l'uomo osservatore non sta guardando il tempo (che è solo in lui) ma gli eventi.


(lo spazio é costituito dall' insieme di tre dimensioni; secondo alcune teorie che personalmente non condivido da di più di tre).

Lo spazio, ripeto, secondo me è solo la modalità psichica con cui noi percepiamo l'esistenza della materia, e non possiede "sottodimensioni". Le tre (od "n") dimensioni con le quali noi ci trastulliamo hanno un significato geometrico e non fisico. Fanno quindi parte delle convenzioni presenti nel linguaggio matematico-geometrico (assieme ai concetti di retta, semiretta, striscie di Moebius etc., le quali sono anch'esse solo nostre creazioni mentali).

Chiudo augurandoti qualcosa che credo prezioso nelle giornate attuali : tanto fresco. Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

sgiombo

Citazione di: viator il 22 Giugno 2018, 22:44:59 PM
CitazioneSalve, Viator!

Salve Sgiombo. Farò un ultimo sforzo chiarificatorio.

"Se l'energia non fosse immateriale - ad esempio - non potrebbe propagarsi alla velocità della luce".
Dove sarebbe la mia svista?
Le tue parole inequivocabilmente negano che qualcosa di materiale (ovvero: qualcose che non sia immateriale) possa propagarsi alla velocità della luce, al che ho obiettato che casomai qualcosa di materiale non potrebbe propagarsi a velocità infinita, ma alla velocità della luce può benissimo farlo".

La tua svista (o convinzione secondo me errata) consiste nel sostenere che un ente materiale possa muoversi alla velocità della luce. Un ente materiale, possedendo una massa, non può raggiungere la velocità della luce perchè l'energia occorrente ad accelerarlo fino a tale velocità aumenta costantemente al crescere della velocità dell' "oggetto" sino a diventare INFINITA. E' come per lo zero assoluto, infinitamente avvicinabile ma mai raggiungibile. Comunque ciò risulta da qualsiasi testo o voce che tratti della "velocità della luce".

CitazioneUn ente materiale non necessariamente possiede una massa, potendo trattarsi benissimo di energia senza massa, per esempio di una radiazione elettromagnetica ovvero un fascio di fotoni che hanno massa = 0).
E in questo caso nulla osta al suo propagarsi alla velocità della luce (ma casomai a una velocità infinita).
Infatti "ciò risulta da qualsiasi testo o voce che tratti della velocità della luce".



"Quella che chiami "SOSTANZA" non é che la materia, la quale può presentarsi o come massa o come energia"
Io chiamo SOSTANZA la coppia di dimensioni fisiche che la scienza ufficiale chiama rispettivamente e separatamente materia ed energia. Concordo sul fatto che materia ed energia siano reciprocamente convertibili e che la quantità totale di SOSTANZA resti invariata all'interno del mondo.

Se tu preferisci chiamare sostanza la sola materia oppure non vuoi attribuire un nome, una defizione all'insieme delle due dimensioni che, secondo me - visto che rappresentano le due facce della medesima medaglia - rappresentano l'UNICITA' fondamentale.........OK, prendo atto.
CitazioneNo, guarda che tu (confondendo ciò che la scienza ufficiale intende per "massa" con ciò che la scienza ufficiale intende per "materia") chiami SOSTANZA (non ciò che la s. u. chiama "massa", bensì) ciò che la s, u. intende come "materia" (e chiama solitamente "energia"), la quale può trasformarsi secondo proporzioni definite, universali e costanti da massa ad energia e viceversa (di fatto da parte della scienza ufficiale si preferisce parlare di "energia" per indicare quella che secondo me meglio -sventando il pericolo di fraintendimenti come il tuo proprio- sarebbe chiamare "materia (in generale)", ovvero quella che tu chiami "SOSTANZA", della quale "energia" chiama indifferentemente "massa" o "materia" (ovvero:) le "manifestazioni" o "i casi" dotati di massa (per l' appunto "energia massiva", "energia dotata di, o caratterizzata -anche- da, massa).
 
Infatti massa ed energia sono reciprocamente convertibili e dunque la quantità di materia (in generale: di ciò che tu chiami "SOSTANZA" e che la scienza ufficiale solitamente chiama "energia") resta invariata nel mondo fisico materiale.



"Secondo il II° principio della termodinamica l' entropia é una grandezza fisica che tende a............"
L'esistenza dell'entropia genera la contraddizione (esclusivamente logica e filosofica) fondamentale circa l'essere del mondo. L'entropia è quell'andamento delle cose (cioè la modalità di funzionamento del mondo fisico) che fa in modo che l'energia tenda a distribuirsi da dove ce nè di più verso dove ce n'è di meno.
Quindi consiste nella tendenza al raggiungimento dell'equilibrio energetico e termico che si realizzarebbe una volta che - infine - dappertutto fosse presente la stessa quantità di energia (cioè la medesima temperatura). Il guaio sarebbe che, raggiunta tale condizione, non ci sarebbe più energia che si sposta e cesserebbero le trasmutazioni tra materia ed energia. Nulla più potrebbe accadere e quindi assisteremmo alla morte del mondo fisico (credo proprio anche di quello "formale", cioè astratto e spirituale !). Tale tendenza però si realizza attraverso i fenomeni fisici che intanto fanno "vivere" il mondo. Perciò l'entropia lavora facendo esistere l'opposto di ciò a cui tende. L'entropia realizza la continua diversificazione dei contenuti del mondo (vita del mondo) che si oppone nei fatti alla tendenziale uniformità di essi (morte del mondo).
CitazioneSecondo il II° pr. d. TD. il raggiungimento dell'equilibrio energetico e termico tende a realizzarsi (e non: necessariamente sempre e comunque si realizza!) una volta che [non: "dappertutto" ma invece soltanto nei sistemi termodinamicamente isolati!] fosse uniformemente distribuita la stessa quantità di energia [termica]; e inoltre non "infine", non essendo impossibile (ma solo improbabilissimo =/= infinitamente improbabile! =/= impossibile!), anche nei sistemi termodinamicamente isolati una violazione di un processo "tendenziale" (=/= assolutamente, inderogabilmente necessario sempre e comunque).
Ovvero potrebbe ancora darsi, per quanto improbabilissimamente, che ci fosse ancora energia [e pure massa] che si sposta e che ancora accadessero trasmutazioni tra massa ed energia (nell' ambito della costanza quantitativa della materia in generale): nessuna ineluttabile "morte del mondo fisico"!
Anche perchél' universo fisico (secondo me; e contro le cosmologie conformistiche) é esteso spazialmente (e temporalmente) al' infinito, e dunque non può essere considerato un sistema termodinamicamente isolato (non potendo esistere altro da esso che lo circoscriva e da cui possa essere termodinamicamente isolato); inoltre perché (comunque, anche ammessa e non concessa la finitezza spaziale dell' universo fisico) in un tempo infinito prima o poi accadono anche gli eventi più improbabili (=/= infinitamente improbabili =/= impossibili).
 
Questo ci ha insegnato il grandissimo Boltzmann (e un secolo dopo Prigogine non l' aveva ancora capito).
 
Peraltro la vita (complessivamente) costituisce un sistema termodinamico aperto (scambia con il resto dell' universo materia, sia sotto forma di massa che di energia) per il quale non vale dunque il II° principio, abbassandosi la sua entropia proprio in virtù degli apporti materiali (e in particolare energetici ad alta temperatura) dal suo esterno.



Non vedo in che senso le accelerazioni possano essere considerate conversioni reciproche fra spazio e tempo.
Mai affermato da parte mia  : ho solo detto "Andando più veloci si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?". Tale considerazione riguarda unicamente la velocità momentanea che si sta tenendo, non il fatto che possa occorrere una accelerazione per raggiungerla.

CitazioneVeramente hai scritto testualmente (copio/incollo):
 
"...il TEMPO e lo SPAZIO. Il loro insieme si chiama FORMA. Anche queste due dimensioni [inequivocabilmente il tempo e lo spazio, N.d.R.] sono reciprocamente convertibili : "v=s/t".
Andando più veloci [= accelerando] si può "accorciare lo spazio" impiegando meno tempo, no?



Il tempo scorre in natura (=la natura diviene) anche senza alcuna osservazione (umana in particolare)
Guarda che non è l'osservazione umana a far si che il tempo esista fuori di noi mentre osserviamo. Secondo te, mi sembra, il tempo è una dimensione oggettiva e fisica. Secondo me è una modalità di percezione psichica. Quello che tu chiami scorrere del tempo (locuzione perfettamente sensata in via interlocutoria) io lo chiamo "sequenza degli eventi", cioè "svolgersi dell'essere" cioè "inarrestabile concatenazione di cause ed effetti". Quindi l'uomo osservatore non sta guardando il tempo (che è solo in lui) ma gli eventi.
CitazioneGuarda che, se é vera la conoscenza scientifica (che se non lo credi, allora non penso potremmo intenderci), allora il tempo é una dimensione fisica (= materiale naturale) intersoggettiva, per quanto relativa, dello spaziotempo, reale "fuori di noi" (indipendentemente dalla presenza o meno qualsiasi eventuale osservatore), oltre che un aspetto del nostro divenire interiore o menale (o ("psichico").
 
Quindi l'uomo osservatore sta proprio guardando il tempo (che non è solo in lui) ma anche negli eventi fisici naturali materiali, il cui "svolgersi dell'essere" è un "inarrestabile concatenazione di cause ed effetti".



(lo spazio é costituito dall' insieme di tre dimensioni; secondo alcune teorie che personalmente non condivido da di più di tre).

Lo spazio, ripeto, secondo me è solo la modalità psichica con cui noi percepiamo l'esistenza della materia, e non possiede "sottodimensioni". Le tre (od "n") dimensioni con le quali noi ci trastulliamo hanno un significato geometrico e non fisico. Fanno quindi parte delle convenzioni presenti nel linguaggio matematico-geometrico (assieme ai concetti di retta, semiretta, striscie di Moebius etc., le quali sono anch'esse solo nostre creazioni mentali).
CitazioneSecondo me lo spazio é un aspetto astratto dei fenomeni (insiemi, successioni di sensazioni) materiali (è qualcosa di fenomenico materiale e non fenomenico "psichico" se, come comunemente accade, per "psichico" si intende il fenomenico mentale e non materiale); e con tutta evidenza empirica si articola in tre dimensioni (almeno; secondo molti in più di tre).
Le tre "o più) dimensioni con le quali "ci trastulliamo" utilmente e dilettevolmente conoscendo scientificamente il mondo materiale naturale hanno anche un dignificato "fisico" (= fenomenico materiale), oltre che geometrico (fenomenico mentale).
 
Assieme ai concetti di retta, semiretta, strisce di Moebius etc., sono anch'esse nostre astrazioni (fenomeniche) mentali dal mondo (fenomenico) materiale (postulabile, anche se non dimostrabile, essere) intersoggettivo e scientificamente conoscibile.

Chiudo augurandoti qualcosa che credo prezioso nelle giornate attuali : tanto fresco. Salutoni.
CitazioneChiudo ricambiando il gradito augurio di frescura e i salutoni!

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