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Relativismo/Assolutismo

Aperto da Jacopus, 05 Marzo 2017, 16:46:13 PM

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acquario69

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 10:53:30 AM
E' nell'assoluto che si risolvono le apparenti ( per l'uomo) contraddizioni del relativo. Come si 'attinge' all'assoluto per risolvere le contraddizioni? Si potrebbe forse iniziare con il non-attaccarsi e identificarsi con le contraddizioni relative?...Chiaro che non si deve trattare di formulare l'ennesima teoria ( relativa) sull'assoluto...

Infatti non e' una teoria :) ... perché questa deriva comunque dal "mentale" (che e' umano/relativo)

baylham

Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AM
Sono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.

Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.

baylham

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 10:53:30 AM

E' nell'assoluto che si risolvono le apparenti ( per l'uomo) contraddizioni del relativo. Come si 'attinge' all'assoluto per risolvere le contraddizioni? Si potrebbe forse iniziare con il non-attaccarsi e identificarsi con le contraddizioni relative?...Chiaro che non si deve trattare di formulare l'ennesima teoria ( relativa) sull'assoluto...

Non si risolvono le contraddizioni e non si attinge all'assoluto, si è relativi. Solo il relativo può porsi un problema, tra cui quello impossibile di diventare assoluto.

donquixote

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 10:53:30 AME' nell'assoluto che si risolvono le apparenti ( per l'uomo) contraddizioni del relativo. Come si 'attinge' all'assoluto per risolvere le contraddizioni? Si potrebbe forse iniziare con il non-attaccarsi e identificarsi con le contraddizioni relative?...Chiaro che non si deve trattare di formulare l'ennesima teoria ( relativa) sull'assoluto...

"Conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli dei" (frontespizio sul tempio di Apollo, a Delfi)

"Noli foras ire, in te ipsum redi. In interiore homine habitat veritas" (S. Agostino)

"Tat tvam asi" (Mandukya upanisad)

Il non-attaccamento, come del resto qualsiasi "comandamento", è sia un punto di partenza che uno di arrivo. Si può partire dalla comprensione dell'assoluto per arrivare alla necessità logica del non-attaccamento oppure viceversa, si tratta solo di avere la volontà di compiere il percorso e scegliere il modo che meglio si adatta alle proprie caratteristiche. Ma come dici sempre tu se non si "pratica" (in questo caso la meditazione o l'impegno intellettuale) ma si vuole rimanere alla superficie teorica e "razionale" sarà come credere di placare la fame leggendo il menu del ristorante.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

Sariputra

Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AMSono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.
Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.

Non si può assumere il punto di vista dell'assoluto, in quanto l' assoluto non ha punti di vista  ( al massimo comprende tutti i punti di vista), ossia è Vuoto di punti di vista realmente esistenti. Attingere all'assoluto non attaccandosi ai punti di vista non è la soluzione del problema, in quanto il problema non sussiste. Il problema è una creazione del pensiero. Il problema sorge sempre dall'attaccamento ai punti di vista. Non attaccamento ai punti di vista non significa non operare per necessità di vita, ma essere consapevole che questi punti di vista sono semplicemente necessari ( per la sopravvivenza).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Sariputra

Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 11:30:53 AM
Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 10:53:30 AME' nell'assoluto che si risolvono le apparenti ( per l'uomo) contraddizioni del relativo. Come si 'attinge' all'assoluto per risolvere le contraddizioni? Si potrebbe forse iniziare con il non-attaccarsi e identificarsi con le contraddizioni relative?...Chiaro che non si deve trattare di formulare l'ennesima teoria ( relativa) sull'assoluto...
"Conosci te stesso, e conoscerai l'universo e gli dei" (frontespizio sul tempio di Apollo, a Delfi) "Noli foras ire, in te ipsum redi. In interiore homine habitat veritas" (S. Agostino) "Tat tvam asi" (Mandukya upanisad) Il non-attaccamento, come del resto qualsiasi "comandamento", è sia un punto di partenza che uno di arrivo. Si può partire dalla comprensione dell'assoluto per arrivare alla necessità logica del non-attaccamento oppure viceversa, si tratta solo di avere la volontà di compiere il percorso e scegliere il modo che meglio si adatta alle proprie caratteristiche. Ma come dici sempre tu se non si "pratica" (in questo caso la meditazione o l'impegno intellettuale) ma si vuole rimanere alla superficie teorica e "razionale" sarà come credere di placare la fame leggendo il menu del ristorante.

Ti amo, Don !!!.... ;D ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

donquixote

Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AMSono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.
Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.

Non c'è nessuna contraddizione: non ho mai detto che bisogna assolutizzare se stessi, ma semmai riconoscere in sé l'assoluto. Noi siamo tante cose, fra cui ad esempio natura, per cui possiamo in teoria assumere il punto di vista della natura partendo dalla comprensione di ciò che in noi è natura. Possiamo farlo con l'assoluto partendo dalla comprensione dell'assoluto che è in noi (che non vuole per niente dire che noi, soprattutto se intesi come tanti piccoli ego, siamo assoluti o dovremmo pensare di esserlo)
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

baylham

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 11:31:57 AM
Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AMSono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.
Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.

Non si può assumere il punto di vista dell'assoluto, in quanto l' assoluto non ha punti di vista  ( al massimo comprende tutti i punti di vista), ossia è Vuoto di punti di vista realmente esistenti. Attingere all'assoluto non attaccandosi ai punti di vista non è la soluzione del problema, in quanto il problema non sussiste. Il problema è una creazione del pensiero. Il problema sorge sempre dall'attaccamento ai punti di vista. Non attaccamento ai punti di vista non significa non operare per necessità di vita, ma essere consapevole che questi punti di vista sono semplicemente necessari ( per la sopravvivenza).

Il problema o la soluzione è relativo alla parte, che tu sei e rimarrai, pensiero o non pensiero, attaccamento o non attaccamento.

Sariputra

Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 12:02:01 PM
Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 11:31:57 AM
Citazione di: baylham il 10 Marzo 2017, 11:20:22 AM
Citazione di: donquixote il 10 Marzo 2017, 10:46:07 AMSono anni che scrivo che il problema non è l'assoluto (che essendo ab-solutus ovverosia slegato è in sé e per sé e non necessita di altro che di se stesso) ma l'assolutizzazione del relativo, che a quanto pare è un concetto molto difficile da comprendere. Tutto dipende dall'assoluto ed è relativo ad esso (ovvero in relazione di dipendenza con questo), e porre come assoluto qualcosa che non lo è (sia questo la vita, il bene, l'uomo, la natura, un dio particolare, l'economia, l'uguaglianza o qualunque altro relativo) è proprio ciò che genera la violenza di doverlo imporre, dato che essendo un relativo non si può imporre da solo, determinando conseguenze disastrose. Solo assumendo il punto di vista dell'assoluto si può riuscire a comprendere tutti i relativi (e anche le relazioni sussistenti non solo con l'assoluto ma anche fra di loro) e dar loro il corretto valore senza necessità di alcun tipo di imposizione.
Trovo contraddittorio che il problema sia anche la soluzione: assumere il punto di vista dell'assoluto equivale proprio ad assolutizzare il relativo.
Non si può assumere il punto di vista dell'assoluto, in quanto l' assoluto non ha punti di vista ( al massimo comprende tutti i punti di vista), ossia è Vuoto di punti di vista realmente esistenti. Attingere all'assoluto non attaccandosi ai punti di vista non è la soluzione del problema, in quanto il problema non sussiste. Il problema è una creazione del pensiero. Il problema sorge sempre dall'attaccamento ai punti di vista. Non attaccamento ai punti di vista non significa non operare per necessità di vita, ma essere consapevole che questi punti di vista sono semplicemente necessari ( per la sopravvivenza).
Il problema o la soluzione è relativo alla parte, che tu sei e rimarrai, pensiero o non pensiero, attaccamento o non attaccamento.

Ma la parte fa parte dell'assoluto, non è che sia 'staccata' e che viva da sola da 'qualche parte'. Non c'è nessun problema nell'essere una parte, basta non desiderare di essere l'assoluto, il che è impossibile ( per la parte) e attaccarsi a questa idea assurda. Se la parte non ha alcun problema ad accettarsi come parte, perché deve andare in cerca di una 'soluzione'?  :)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

acquario69

Noi siamo parte ma allo stesso "tempo" le stesse parti sono pur sempre contenute nel Tutto..

acquario69

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 12:13:26 PM
Ma la parte fa parte dell'assoluto, non è che sia 'staccata' e che viva da sola da 'qualche parte'. Non c'è nessun problema nell'essere una parte, basta non desiderare di essere l'assoluto, il che è impossibile ( per la parte) e attaccarsi a questa idea assurda. Se la parte non ha alcun problema ad accettarsi come parte, perché deve andare in cerca di una 'soluzione'?  :)

infatti credo che questo sia in sintesi il relativismo che diventa in questo caso assoluto..perche si crede separato o peggio ancora che non "vede" il Tutto che ne sarebbe la sua vera essenza o la sua vera "natura"

Sariputra

Citazione di: acquario69 il 10 Marzo 2017, 12:29:08 PM
Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 12:13:26 PMMa la parte fa parte dell'assoluto, non è che sia 'staccata' e che viva da sola da 'qualche parte'. Non c'è nessun problema nell'essere una parte, basta non desiderare di essere l'assoluto, il che è impossibile ( per la parte) e attaccarsi a questa idea assurda. Se la parte non ha alcun problema ad accettarsi come parte, perché deve andare in cerca di una 'soluzione'? :)
infatti credo che questo sia in sintesi il relativismo che diventa in questo caso assoluto..perche si crede separato o peggio ancora che non "vede" il Tutto che ne sarebbe la sua vera essenza o la sua vera "natura"

Amo anche te, acquario... ;D ;D ( son pieno d'amore oggi, troppo bella questa giornata di cielo terso e primaverile, questa 'assoluta' Bellezza  :'( )...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

donquixote

Citazione di: acquario69 il 10 Marzo 2017, 12:15:10 PMNoi siamo parte ma allo stesso "tempo" le stesse parti sono pur sempre contenute nel Tutto..

Detto in altro modo e utilizzando i concetti di questo topic possiamo dire che se noi siamo relativi rispetto all'assoluto, per raggiungere il medesimo bisogna partire da questa relazione e utilizzare per comprenderla ciò che, in noi, ci consente di stabilirla, e che Platone chiamava nous, intelletto, e arrivare quindi a comprendere innanzitutto cosa in noi c'è di assoluto.
Non c'è cosa più deprimente dell'appartenere a una moltitudine nello spazio. Né più esaltante dell'appartenere a una moltitudine nel tempo. NGD

acquario69

Citazione di: Sariputra il 10 Marzo 2017, 13:01:33 PM
Amo anche te, acquario... ;D ;D ( son pieno d'amore oggi, troppo bella questa giornata di cielo terso e primaverile, questa 'assoluta' Bellezza  :'( )...

https://www.youtube.com/watch?v=EHV0zs0kVGg    :)

forse riflettendoci un po sopra, l'amore (qui si intende l'amore nel senso più ampio possibile) coincide anch'esso con il Tutto.. 


CitazioneDetto in altro modo e utilizzando i concetti di questo topic possiamo dire che se noi siamo relativi rispetto all'assoluto, per raggiungere il medesimo bisogna partire da questa relazione e utilizzare per comprenderla ciò che, in noi, ci consente di stabilirla, e che Platone chiamava nous, intelletto, e arrivare quindi a comprendere innanzitutto cosa in noi c'è di assoluto.


sono d'accordo con te...forse non sarebbe male aprire una discussione a parte per comprendere meglio tale relazione in virtù delle proprie specificita in ognuno di noi...magari visto il punto in cui si e' giunti,sarebbe anche un modo per approfondire meglio..

baylham

Essere parte dell'assoluto non significa essere in relazione con l'assoluto, impossibile, ma con altre parti.