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Relativismo assoluto

Aperto da fdisa, 12 Ottobre 2017, 18:30:48 PM

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fdisa

Salve, volevo condividere con voi questo articolo, per un vostro parere e discussione. La fonte è la rivista L'Indiscreto, lo allego integralmente con il permesso della rivista.

* * *



"Tutto è relativo, e questo è il solo principio assoluto".
August Comte
1. Ogni verità è una persuasione.

La ballerina qua sotto gira a destra o a sinistra?

Alcuni sostengono che l'ombrosa fanciulla ruoti in senso orario, mentre altri giurano di percepire il movimento in direzione opposta. Bene, quale che sia la vostra convinzione osservate l'immagine ancora per un po': prima o poi percepirete un improvviso cambio di direzione.
La danzatrice senza volto e la sua inesauribile pirouette non sono soltanto un interessante esperimento di percezione visiva, ma anche uno dei vari esempi di un'idea banale e per molti inaccettabile, il fatto che ogni verità è una credenza.
Qualunque indagine, infatti, così come ogni pensiero, evento e prova è fondato su una magia, ovvero il fatto che, in un modo o nell'altro, determinate sensazioni, parole, visioni e sentimenti ci persuadono che le cose stanno in un modo e non altrimenti.
Alcune verità, di natura più debole, non nascondono la propria mancanza di assolutezza. Che il barista sotto casa sia un brav'uomo, che un abito sia chic, che la persona amata sia la più desiderabile al mondo... per cambiare opinione è sufficiente una truffa, un tradimento, la lente deformante del tempo. Il buon'uomo si rivelerà un manigoldo, l'abito un cencio fuori moda, la prima tra le amanti l'ultima delle attrazioni. Cambiare idea non è sempre facile, ma di certo non impossibile – sebbene il parere più recente venga considerato "quello giusto" fino al seguente giro della ruota.
Altre verità, invece, sono più restie nel rivelare il proprio carattere di credenza e per via della loro cocciutaggine si direbbero persistenti: il dolore, ad esempio, offre un convincimento più antico e longevo delle convenzioni sociali. Si tratta di verità occulte, così sfacciatamente persuasive che, al culmine del proprio carisma, pretendono di non averne affatto, per presentarsi come oggettive. A questa categoria appartiene il sole che sorge ogni mattina, l'arsura cancellata dall'acqua, la gravità che ci àncora i piedi a terra e la legge di non contraddizione che ci trattiene la testa sulle spalle. Anche in questi casi però, si tratta, in misura più o meno importante, di fede: nei sensi, nell'abitudine, nel pensiero. Come le altre, sono verità legate a una forma e ci parlano di un mondo – che, guarda caso, è il nostro.

2. Se il vero è duraturo, il falso è raro.

Davanti alla danza di multiformi persuasioni che si susseguono in modo più o meno tenace, la reazione è duplice: o si relativizza ogni credenza o ci si affida a quelle più persistenti. In breve, si conclude che o non c'è nulla di vero o a esser vere sono le illusioni più ostinate.
Se ho una percezione nitida ma occasionale di un maiale viola seduto al mio fianco che legge queste righe, ad esempio, la considero un'allucinazione. Se più persone vedono il mio commentatore porcino, la veridicità della cosa aumenta e se è possibile ripetere l'esperienza, diciamo invitando il suino a una festa affollata, si dovrà riconoscere che è vero quanto me. La realtà è riducibile a una questione quantitativa, in cui "più appare, più è vera" – a seguire fedelmente il criterio con cui si classifica la veridicità delle cose, saremmo costretti a sostenere che quel che prima non si riusciva a vedere, sentire, toccare o dedurre da calcoli e astrazioni, come gli acari e i quark, non esisteva. Anche se si trattasse di un'unica apparizione, dunque, sarebbe più corretto definire il maiale viola "raro" che "irreale".

3. Una verità è tale solo in relazione ad altre.

La durata però non è una garanzia, perché è limitata dall'incapacità di conoscere il futuro; persino che il sole tramonterà resta una scommessa, per quanto poco azzardata. Anche il migliore dei chiaroveggenti, inoltre, non può recidere il legame che ogni verità ha con le forme a cui è correlata.
Avicenna scrisse che: "chi nega la legge di non contraddizione dovrebbe essere picchiato e bruciato finché non ammette che essere picchiato e bruciato non è lo stesso che non essere picchiato non essere bruciato.". Eppure, se il nervoso filosofo mi scaglia un sasso, nel tentativo di persuadermi con ogni mezzo della falsità di quel che dico, io credo al dolore che provo. Questa credenza, ben supportata dalla sofferenza e dal cranio spaccato, si basa sulla mia forma, in grado di percepire il dolore e di subire fratture. Se invece del sasso il filosofo volesse provare con l'annegamento, la persuasività della testa sommersa si annullerebbe qualora io fossi un pesce: a un cambiamento di forma segue un cambiamento del sistema di credenze. Se infine Avicenna, folle di furia e realtà, finisse col prendersela col sasso, convinto che il minerale la pensi diversamente (cosa peraltro vera) si troverebbe privo di una retorica adatta, perché se non sappiamo com'è essere un pesce, figuriamoci un sasso.
È dunque difficile negare la relatività di ogni verità, che in ultima analisi appare fondata su una credenza, più o meno persuasiva. Anche qualora ci affidassimo a delle potenze esterne nel ruolo di garanti (è vero perché lo dicono i sensi, la scienza, dio o il maiale viola) la verità resta relativa al carisma di tali garanti, ai quali prima o poi si deve credere.

4. Che la verità sia relativa è l'unica verità assoluta?

Il relativismo però pone dei problemi, perché se ogni verità è persuasione, questo vale anche per la veridicità della precedente affermazione: di conseguenza io credo che ogni verità sia una credenza. Diciamo che "La verità è sempre relativa". Quest'ultima però è una verità assoluta?

La contraddizione possiede una meccanica analoga al paradosso del mentitore, con una differenza: la veridicità di tutta la riflessione (R), essendo basata su un processo logico, è anch'essa relativa a delle regole specifiche. All'interno di un insieme di norme in cui è assente il principio di non contraddizione, ad esempio, il valore di (R) cambia. Di conseguenza, la validità o meno di (R) è relativa al principio di non contraddizione: conformemente ad esso, (R) è valido, mentre rispetto alla sua negazione (R) non è valido.

Anche il paradosso si espone fatalmente alla relatività, e, mediante un circolo vizioso che si apre in un regresso infinito, costruisce innumerevoli cerchie di mura a protezione del fatto che ogni verità è relativa (a). Difatti, qualunque prova si opponga al relativismo assoluto è anch'essa congenitamente relativa alla fede in determinate regole: la razionalità è anch'essa un garante, e non è intrinsecamente più valida dei sensi, delle emozioni o del maiale viola. Il mentitore viene per così dire sconfitto dal supermentitore.
 
5. Ma allora va bene tutto?

Fingiamo che vi siate persuasi – per l'appunto – della bontà di quel che è stato finora sostenuto: quali sarebbero le conseguenze? Che non c'è nulla di vero e dunque è possibile credere in qualunque assurdità, dal dio spaghetto al Nazismo? Che si dovrebbe trasformare la vita in una sorta di funerale a loop, in cui si compiange sia le proprie convinzioni che il funerale stesso? Prospettive simili non fanno che rendere allettante un'altra ipotesi, ovvero considerare questo breve testo come un ammasso di sciocchezze. Non è raro che alcune visioni del mondo siano ripudiate perché fanno paura, suonano pericolose rispetto alla morale in voga o risultano semplicemente fastidiose. Un altro motivo per rinnegare l'ipotesi soprastante, forse più nobile dei precedenti, è che questa, seppur non palesemente falsa, pare quantomeno inutile.
Ma una cosa è capire e un'altra è assimilare o addirittura vivere la portata di una credenza. L'attuazione effettiva del relativismo assoluto, infatti, implica la perdita della propria forma, in presenza della quale è congenitamente impossibile abbandonare la totalità delle credenze a essa relativa. Finchè siamo umani, alcune cose, seppur relative, sono quasi obbligate, come la fame, la sete, il sonno e via dicendo. Un punto di vista assoluto, cioè al di fuori delle relazioni, è inapplicabile a qualunque forma finita: anche se la verità è sempre relativa, infatti, lo è rispetto a qualcosa. Si potrebbe dire che ogni certezza presenta delle sfumature congenite: alcune sono valide per una sola persona, altre per decine, centinaia o anche per la totalità degli uomini. Ma non appena la forma dell'uomo cambia, mutano le sue verità. Per fare un esempio, la verità di "gli uomini affogano sott'acqua" è tale finché non appariranno strani mutamenti negli uomini che li portino a sviluppare delle branchie. Al celebre dilemma dell'albero dunque, "se un albero cade in una foresta e nessuno lo sente, fa rumore?", potremmo rispondere che fa rumore finché ci riferiamo a esso come a un albero che cade.
In termini pratici, questo approdo teorico si declina in un'etica che assume come vere le proprie attuali credenze, ma con la consapevolezza che potrebbero essere errate, o che il loro valore potrebbe variare in base alle forme di riferimento. Un piacevole effetto collaterale è mettersi al riparo dalla sclerotizzazione in una forma e da pericolosi fanatismi: in due parole farsi tolleranti e flessibili. Se la prima dote va (apparentemente) più a beneficio altrui che proprio, la seconda ha come conseguenza la capacità di reagire velocemente agli immancabili errori – perché per correggersi si deve accettare che si può sbagliare. E in un certo senso si sbaglia sempre, a voler dar credito a queste pagine.


Francesco D'Isa  (Firenze, 1980), di formazione filosofo e artista visivo, dopo l'esordio con I. (Nottetempo, 2011), ha pubblicato romanzi come Anna (effequ 2014), Ultimo piano (Imprimatur 2015), La Stanza di Therese (Tunué, 2017) e saggi per Hoepli e Newton Compton. Direttore editoriale dell'Indiscreto, scrive e disegna per varie riviste.

Sariputra

#1
Sto visualizzando . La ballerina ha un bel fisico... ;D
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Angelo Cannata

#2
Sariputra, (P.S. vedo ora che hai tolto il messaggio precedente

CitazioneIo non percepisco alcun cambio di direzione, mentre mia figlia sì. Che è...son scemo?
La ballerina gira sempre verso destra e nello stesso modo. E' assolutamente vero che gira sempre verso destra.
E' uno dei vantaggi della pratica  della meditazione non cadere in questi trucchi visivi...  
La percezione del cambiamento è data dal fatto che non si riesce a mantenere, senza pratica, la mente ferma ( un pò di samadhi risolve tutto, non è preoccupante...  ).

ciò che segue era in relazione a quello) guarda che dicendo così non fai onore alla pratica della meditazione: verrebbe a significare che essa abbia come risultato una limitazione delle nostre capacità mentali, mentre dovrebbe essere il contrario. Che tu non percepisca il cambiamento di direzione non è una conquista, un vantaggio, ma un limite, poiché è matematicamente dimostrabile che la ballerina può essere percepita come girante in entrambe le direzioni e difatti tua figlia lo dimostra, forse perché, essendo più giovane di te, riesce ad avere una mente meno ferma, più elastica, più capace di prendere in considerazione punti di vista diversi.

Se proprio non riesci ad accorgertene, ti suggerirei un aiuto: prova a coprire con qualcosa l'intera immagine della ballerina; se la copri con le mani bada bene di non lasciare fessure tra le dita. Poi comincia a scoprire un poco l'immagine a partire dal basso, in modo da vedere esclusivamente il piede; in questo modo sarà più facile renderti conto che quello può essere sia un piede sinistro, che gira in senso orario, che un piede destro che gira in senso antiorario. Visto che tu la vedi girare verso destra, significa che ti sembra scontato che il piede che tocca il pavimento sia il sinistro. Ora, con tutta l'immagine coperta, lasciando scoperto solo il piede, comincia a pensare che esso può essere benissimo, invece, un piede destro chegira in senso antiorario. Non sollevare la copertura dell'immagine finché non riesci a percepire come funzionante quest'idea. Tutt'al più scoprila ancora un poco, in maniera da visualizzare un piccola parte dell'altro piede. Dopo che per un po' ti risulta accettabile considerarlo un piede destro, comincia a scoprire sempre di più l'immagine, cercando di stare concentrato sulla percezione di quel piede come piede destro. Pian piano ti accorgerai che risulta del tutto accettabile considerare l'intera ballerina come girante in senso antiorario e quindi poggiante sul suo piede destro.

Sariputra

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Ottobre 2017, 19:52:02 PMSariputra, (P.S. vedo ora che hai tolto il messaggio precedente
CitazioneIo non percepisco alcun cambio di direzione, mentre mia figlia sì. Che è...son scemo? La ballerina gira sempre verso destra e nello stesso modo. E' assolutamente vero che gira sempre verso destra. E' uno dei vantaggi della pratica della meditazione non cadere in questi trucchi visivi... La percezione del cambiamento è data dal fatto che non si riesce a mantenere, senza pratica, la mente ferma ( un pò di samadhi risolve tutto, non è preoccupante... ).
ciò che segue era in relazione a quello) guarda che dicendo così non fai onore alla pratica della meditazione: verrebbe a significare che essa abbia come risultato una limitazione delle nostre capacità mentali, mentre dovrebbe essere il contrario. Che tu non percepisca il cambiamento di direzione non è una conquista, un vantaggio, ma un limite, poiché è matematicamente dimostrabile che la ballerina può essere percepita come girante in entrambe le direzioni e difatti tua figlia lo dimostra, forse perché, essendo più giovane di te, riesce ad avere una mente meno ferma, più elastica, più capace di prendere in considerazione punti di vista diversi. Se proprio non riesci ad accorgertene, ti suggerirei un aiuto: prova a coprire con qualcosa l'intera immagine della ballerina; se la copri con le mani bada bene di non lasciare fessure tra le dita. Poi comincia a scoprire un poco l'immagine a partire dal basso, in modo da vedere esclusivamente il piede; in questo modo sarà più facile renderti conto che quello può essere sia un piede sinistro, che gira in senso orario, che un piede destro che gira in senso antiorario. Visto che tu la vedi girare verso destra, significa che ti sembra scontato che il piede che tocca il pavimento sia il sinistro. Ora, con tutta l'immagine coperta, lasciando scoperto solo il piede, comincia a pensare che esso può essere benissimo, invece, un piede destro chegira in senso antiorario. Non sollevare la copertura dell'immagine finché non riesci a percepire come funzionante quest'idea. Tutt'al più scoprila ancora un poco, in maniera da visualizzare un piccola parte dell'altro piede. Dopo che per un po' ti risulta accettabile considerarlo un piede destro, comincia a scoprire sempre di più l'immagine, cercando di stare concentrato sulla percezione di quel piede come piede destro. Pian piano ti accorgerai che risulta del tutto accettabile considerare l'intera ballerina come girante in senso antiorario e quindi poggiante sul suo piede destro.

Guarda che la meditazione consiste nel liberare e controllare la mente non correrci dietro alle illusioni percettive, come fai tu.
Quindi, visto che tu fai l'offeso per niente spesso, penso potresti risparmiarti apprezzamenti e conclusione su quello che capisco non conosci approfonditamente.
Come avrai notato ho modificato il mio post, non perché lo ritenessi sbagliato ma perché , riflettendoci, ho pensato potesse risultare offensivo per fdisa ( mi faccio anche questi scrupoli...). La meditazione di concentrazione non ha nulla a che fare con la capacità di 'prendere in considerazione punti di vista diversi' ( cosa che, per inciso,  visto l'ardore che ci metti nel difendere la tua posizione pare difettare pure a te... :) ).
Non ci pigliamo proprio vero Angelo Cannata; hai forse un'antipatia poco 'relativa' per il Sari, forse? Peccato...
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Angelo Cannata

Mi spiace che l'abbia presa così, non era mia intenzione.

Sariputra

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Ottobre 2017, 20:53:00 PMMi spiace che l'abbia presa così, non era mia intenzione.
Citazione di: Angelo Cannata il 12 Ottobre 2017, 20:53:00 PMMi spiace che l'abbia presa così, non era mia intenzione.

Anche per me non era mia intenzione altre volte , e penso pure per altri...riflettici.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

viator

Salve. Meravigliosa trattazione. Il succo è che l'assoluto (il Tutto) esiste, essendo semplicemente l'insieme di tutti i relativi (le sue parti).

Noi non possiamo attingervi (l'Assoluto è il contenitore, i relativi il contenuto) e siamo condannati a vagare tra i contenuti appunto relativi.
Quindi se l'assoluto non possiamo percepirlo, esserlo, viverlo, accontentiamoci di poterlo concepire.

Circa poi il fatto che tale visione del mondo (relativismo del quotidiano e sterilità dell'assoluto) non offra speranze ed appigli alla soddisfazione delle nostre egoistiche speranze e convenienze..............ciò genera la nostra scelta esistenziale.

La gente, non essendo interessata alla sterile contemplazione dei concetti, sceglierà di credere a fedi consolatorie, etiche consuetudinarie, promesse più o meno mirabolanti.

Una minoranza, cui appartengo, si limiterà a tirare avanti sperando che il Mondo (cioè l'Assoluto) si senta amato da lui e sia clemente con lui.

Infatti il mio atteggiamento circa ciò che mi circonda è semplicemente il seguente : "Il mondo mi ha fatto ed è quindi giusto che esso faccia di me ciò che più gli piacerà". E non esiste dichiarazione di umiltà più umile di questa.

Dal punto di vista pratico, quotidiano, sbaglierà chi pensi che questa mia sia una dichiarazione rinunciataria e di sterile passività.

Infatti il riconoscere che ogni nostro atto o scelta risulterà - trascorso un tempo adeguato - vano, errato, inutile, non ci esime dal fare secondo coscienza e criterio personali.

Noi siamo i costruttori del mondo (almeno quello umano) ma dobbiamo costruirlo senza la presunzione di esserne i progettisti. Ne siamo solo la manovalanza.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

green demetr

A parte che io vedo girare solo a destra----
Come al solito con sti esperimenti il mio cervello va in palla.

E continuo a chiedermi.....MA COSA C'ENTRA??????????

Tra l'altro andando contro le regole del forum, fdisa non ha nemmeno scritto di che vuole parlare----


Lasciamo perdere un minimo di presentazione del tema-----ma almeno più o meno, a parole tue----
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Angelo Cannata

Citazione di: Sariputra il 12 Ottobre 2017, 20:54:47 PM...riflettici.

Nel forum risultano scritti 646 miei messaggi: sfido chiunque a trovarne anche uno solo in cui si trovino

- valutazioni sulle intenzioni delle persone
- giudizi di valore sulle persone o su quanto hanno scritto.

Mi sono sempre limitato a discutere, o mettere in discussione, i contenuti espressi nei messaggi. Mi sembra che lo scopo del forum sia questo: discutere. Non mi sono mai permesso di sminuire il valore di alcuna persona, né di ciò che è stato scritto.

Al contrario, in diversi casi, dopo che ho provato ad esprimere quelle che mi sembravano alcune conseguenze logiche di ciò che veniva scritto, ho constatato che l'interlocutore s'irritava, la metteva sul personale, esprimeva giudizi di valore su di me o su ciò che avevo scritto.

Sfido chiunque a trovare un solo mio messaggio in cui io abbia manifestato irritazione per vedere messo in discussione di ciò che io avevo scritto. Di tutto ciò che io scrivo si può discutere ogni aspetto, anzi, scrivo proprio per questo, affinché ciò che scrivo venga messo in discussione. Ma se uno mi risponde "Hai scritto una scemenza", oppure parla di antipatie personali, significa che egli non ha intenzione di discutere, altrimenti non cambierebbe discorso, ma entrerebbe nel merito di ciò che ho scritto.

A quanto vedo, però, non tutti qui scrivono con il desiderio di vedere messo in discussione ciò che hanno scritto. Ma se non si accetta il discutere, a cosa serve allora il forum?

Poco tempo fa avevo smesso di partecipare a questo forum proprio per questo: per assenza di discussione, di argomentazioni. Argomentare significa ragionare sui contenuti, non certo esprimere giudizi di valore.

Forse hai ritenuto un'offesa il fatto che io abbia scritto "Se proprio non riesci ad accorgertene, ti suggerirei un aiuto": è comprensibile che il "proprio non riuscire ad accorgersi" di una cosa possa essere percepito come inferiorità. Quello che non capisco è il motivo. Io per esempio sono zero nel gioco del calcio, proprio non ci riesco, ma non per questo mi sento un essere inferiore. Sono scarso anche nel ragionare, ed è per questo che cerco di migliorare. Non parliamo poi della mia memoria e della mia cultura: un abisso di vuoto. Non esiste un dovere di saper giocare al calcio per valere qualcosa, così come non esiste un dovere di riuscire a vedere la ballerina in entrambe le direzioni per valere qualcosa. Quindi non capisco l'irritazione per il fatto che ho scritto che matematicamente la ballerina può essere vista ruotare in entrambe le direzioni, quindi chi non ci riesce mostra un limite mentale che, volendo, è possibile superare. Anch'io ho molti limiti mentali proprio sulla matematica: certi tipi di calcoli sono troppo difficili per me, proprio non ce la faccio, ci dovrei studiare moltissimo, mentre per altri sono elementari. È un'offesa riconoscere che la mente umana è limitata?

Citazione di: green demetr il 12 Ottobre 2017, 21:30:34 PM
COSA C'ENTRA??????????

Tra l'altro andando contro le regole del forum, fdisa non ha nemmeno scritto di che vuole parlare----

Lasciamo perdere un minimo di presentazione del tema-----ma almeno più o meno, a parole tue----

Io nel mio computer leggo bene di cosa fdisa vuole parlare, per lo meno, il titolo mi appare: Relativismo assoluto.

Cosa c'entri la ballerina mi sembra chiaro: il vederla girare in un senso piuttosto che in un altro è relativo alla nostra mente, perché matematicamente è possibile che giri sia in un senso che nell'altro.

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Ottobre 2017, 21:51:26 PM

Io nel mio computer leggo bene di cosa fdisa vuole parlare, per lo meno, il titolo mi appare: Relativismo assoluto.

Cosa c'entri la ballerina mi sembra chiaro: il vederla girare in un senso piuttosto che in un altro è relativo alla nostra mente, perché matematicamente è possibile che giri sia in un senso che nell'altro.

Si ma cosa del relativismo assoluto: della ballerina?? e delle altre nojose informazioni di seguito, sarei felice di leggerle, se prima però qualcuno mi desse il suo punto di vista.

Se gli interessa della ballerina, cioè della forma della ballerina, allora gli interessa della forma????

E la forma della ballerina è l'assoluto????

Angelo sul serio non lo so!  ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Sariputra

@ A.Cannata

Il problema Angelo è che tu sei molto 'sensibile' alle osservazioni che gli altri ti fanno ma, a volte, come tutti noi, non ti accorgi di quelle che fai tu che possono urtare gli altri. Non tutti abbiamo la stessa sensibilità e cose che tu ritieni 'normali' per altri possono risultare 'durette'. Ovviamente questo discorso si può capovolgere e sentirti tu, come è successo, urtato . Per es. una frase tipo " non fai onore alla meditazione' che per te non risulta urtante per chi, come me, si 'diletta' in questo da 35 anni, lo è.  
Ma l'ira che si prova nel momento dobbiamo lasciarla al guado ( parafrasando la famosa storiella zen...). Io l'ho già lasciata e non la porto con me, spero anche te. Alla fine sono stupidaggini... ;)
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Angelo Cannata

Citazione di: green demetr il 12 Ottobre 2017, 21:57:09 PMAngelo sul serio non lo so!  ;)
Mi sembra semplice: il fatto che la ballerina possa sembrar girare in un verso, piuttosto che in un altro, ci fa sospettare che tutte le nostre idee potrebbero essere così: ci sembrano avere certe caratteristiche, mentre invece ne hanno altre. E così il principio di non contraddizione ci potrebbe sembrare coerente, ma chissà, forse non lo è. Ci sembra di aver pensato un'idea, ma chissà, forse ci siamo ingannati.

Apeiron

#12
My two cents

"Tutto è relativo, e questo è il solo principio assoluto". Appunto già qui si vede l'aporia, la contraddizione interna. Dire prima che "tutto è relativo", arrivare a dire che è un "principio assoluto" e poi dopo aver lanciato il sasso si nasconde la mano (osservazione che non vuole offendere, è solo per ridere) - con questo intendo che si vuole assolutizzare il relativo ;D



Ad ogni modo tutti questi discorsi che sembrano puntare al "relativismo" mi paiono molto più rivolti ad un prospettivismo, un relazionalismo (=ossia dare importanza alle relazioni tra le cose), ad una sorta di "ignoranza socratica" (non pensare di sapere ciò che non si sa), ad un fallibilismo e infine ad un corretto tentativo di voler contestualizzare le cose. Certe verità sono vere in certi contesti ma già riconoscere che certe verità sono vere in certi contesti suggerisce che per così dire ci siano "gerarchie" tra prospettive, ossia che alcune prospettive includano altre prospettive . Per esempio dalla relatività generale si può riprodurre la meccanica newtoniana, che è "vera" per campi gravitazionali deboli. Inoltre il principio di "relatività" in fisica spiega perchè le misure delle grandezze fisiche sono relative al sistema di riferimento. Ma la relatività generale non è "relativista" perchè assume un "assoluto" che spiega le relazioni tra le osservazioni dei vari sistemi di riferimento. Che poi magari in futuro si vedrà che la "relatività" debba essere sostituita con un'altra teoria non ha importanza. Si capirà che la relatività è "vera" in certi contesti, in altri no - mentre la teoria futura sarà "vera" in tutti i contesti conosciuti.


Perchè passare al "relativismo assoluto" (ossia una contraddizione in termini) anziché fermarsi a relazionalismi, prospettivismi, fallibilismi e contestualizzazioni. Perchè essere così volenterosi di negare l'assoluto, cioè dire una cosa che non si può dire (perchè se tutto è relativo dire che "tutto è relativo" è una contraddizione perchè la verità che "tutto è relativo" è relativa e quindi il relativismo assoluto si auto-distrugge) ? Si chiede l'autore ma il relativismo: in realtà è "il bene" se qualcuno lo vivesse veramente? Ma se tutto è relativo, che sarà mai assoluto il modo di vivere il relativismo? E se io vivo il relativismo in modo diverso da un altro? E se qualcuno lo usa come scusante alle sue azioni? Quando si finisce di parlare di assoluti è facile finire nelle contraddizioni e ciò avviene anche per chi appoggia il relativismo assoluto. Di certo il relativismo assoluto, anche se qui è riportato l'esempio di un fenomeno studiato dalla scienza (le illusioni ottiche), non è contemplato dalla scienza. Visto che si vuole capire perchè tale fenomeno avviene e tutte le spiegazioni non sono uguali  ;)



Prima che venga fatta un'altra discussione su come concepire il termine "relativo" faccio un piccolo notabene. Ritengo il termine "relativismo" un nome errato che è soggetto a generare grossi equivoci su posizioni in realtà molto interessanti. Fallibilismo o apertura all'altro e al diverso mi paiono termini molto migliori e che non generano (o almeno generano meno) inconsitenze. Ossia il relativismo assoluto mi pare un altro modo di non riuscire a "non dire più di quello che si conosce" (Wittgenstein).
"[C]hi non pensa di trovarsi nell'indigenza non può desiderare quello di cui non pensa di aver bisogno" (Diotima - Simposio, Platone)

green demetr

Citazione di: Angelo Cannata il 12 Ottobre 2017, 22:26:23 PM
Citazione di: green demetr il 12 Ottobre 2017, 21:57:09 PMAngelo sul serio non lo so!  ;)
Mi sembra semplice: il fatto che la ballerina possa sembrar girare in un verso, piuttosto che in un altro, ci fa sospettare che tutte le nostre idee potrebbero essere così: ci sembrano avere certe caratteristiche, mentre invece ne hanno altre. E così il principio di non contraddizione ci potrebbe sembrare coerente, ma chissà, forse non lo è. Ci sembra di aver pensato un'idea, ma chissà, forse ci siamo ingannati.

Beh se fosse quello l'argomento, sarei d'accordo, d'altronde hai già spiegato in sintesi molto bene tu.

Solo che io non considero le idee delle "forme" come fanno gli analitici americani.

A mio parere sono dei trascendentali, come pensava Kant.

E il problema si sposta immediatamente sul problema del giudizio piuttosto che sulle forche caudine infernali del percetto.

Come se l'informazione accurata del percetto, potesse veramente dare il via ad un discorso.

Un discorso presuppone sempre un soggetto.

Ma al di là di queste resistenze, condivido l'intento di mostrare la relatività degli assunti.


Vai avanti tu che mi vien da ridere

Angelo Cannata

Una piccola curiosità: ci sono versioni leggermente modificate di questa danzatrice, che costringono la mente ad accorgersi che essa può danzare in entrambe le direzioni: si trovano a fine pagina di questo sito:


https://en.wikipedia.org/wiki/Talk:Spinning_Dancer

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