Re:I postulanti dell'Assoluto - Approfondimenti.

Aperto da atomista non pentito, 12 Settembre 2020, 21:53:49 PM

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viator

Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 08:22:58 AM
Ciao Viator (stavolta sono sicuro di riferirmi al nome giusto), se è come penso, è una descrizione molto, molto interessante, ma riassumo per chiedere se ho compreso bene:
ciò che vediamo, tutte le forme, sono modelli mentali elaborati da noi, in realtà lo sfondo, su cui immaginativamente crediamo di vedere tali forme, è un flusso di materia ed energia.
È possibile ulteriormente riassumere dicendo che c'è solo una dualità di base, e che la molteplicità di forme con le loro relative qualità è solo una immagine che ci facciano di tale base duale a causa della "bassa risoluzione" con cui riusciamo a comprenderla?
Sì, Aum, stavolta secondo me ci siamo. La "troppo bassa risoluzione" dei nostri sensi ci impedisce di cogliere il fondamentale, universale, esclusivo dualismo materia-energia..............ma usando gli strumenti di ingrandimento (sia ottico che mentale, cioè anche attraverso lo sviluppo culturale) possiamo realmente renderci conto di tale dualismo.

Oltre (dal due all'Uno, dalla dualità alla monade, dal quanto al Tutto) non potremo mai andare per via del fatto che sia noi che i nostri strumenti sono "altro" rispetto all'"Unico" che vorremmo poter contemplare. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Aumkaara

Citazione di: Dante il Pedante il 26 Ottobre 2020, 10:49:21 AM
Secondo me qui entriamo in un  campo piuttosto complesso del linguaggio umano. E' vera una visione d'insieme umana? Può esserlo,basandosi su degli "universali" umani,ossia può non essere falsa, ma certo non può essere LA visione.  :)
Non è poi chissà quanto un problema linguistico: le visioni d'insieme non sono false di per sé, solo non sono... visioni d'insieme. 😅 Nel senso: sono visioni di un certo insieme, arbitrariamente ampio, ma, appunto come dici te, non essendo una visione d'insieme di tutto, non vanno scambiati con qualcosa di definitivo. Quindi neanche degli eventuali universali sono veramente definitivi (qui è proprio l'aspetto linguistico ad aiutarci a capirlo: univarsale, verso l'uno, quindi una tendenza all'intero, non l'intero vero e proprio.

Aumkaara

Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 13:55:51 PM
Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 08:22:58 AM
Ciao Viator (stavolta sono sicuro di riferirmi al nome giusto), se è come penso, è una descrizione molto, molto interessante, ma riassumo per chiedere se ho compreso bene:
ciò che vediamo, tutte le forme, sono modelli mentali elaborati da noi, in realtà lo sfondo, su cui immaginativamente crediamo di vedere tali forme, è un flusso di materia ed energia.
È possibile ulteriormente riassumere dicendo che c'è solo una dualità di base, e che la molteplicità di forme con le loro relative qualità è solo una immagine che ci facciano di tale base duale a causa della "bassa risoluzione" con cui riusciamo a comprenderla?
Sì, Aum, stavolta secondo me ci siamo. La "troppo bassa risoluzione" dei nostri sensi ci impedisce di cogliere il fondamentale, universale, esclusivo dualismo materia-energia..............ma usando gli strumenti di ingrandimento (sia ottico che mentale, cioè anche attraverso lo sviluppo culturale) possiamo realmente renderci conto di tale dualismo.

Oltre (dal due all'Uno, dalla dualità alla monade, dal quanto al Tutto) non potremo mai andare per via del fatto che sia noi che i nostri strumenti sono "altro" rispetto all'"Unico" che vorremmo poter contemplare. Saluti.
Perfetto. Ma, almeno con una intuizione (da cui poi può scaturire un atto pratico spontaneamente conseguente), non si può almeno tendere anche all'uno e non solo al due? In fondo, gli esempi non mancano: la materia è energia meno libera; sia le cose che ci appaiono percepibili sia le immateriali forze che le animano e che le fanno interagire sono in realtà particelle con gli stessi tipi di comportamenti; il nero è semplicemente bianco trattenuto e non irradiato; ecc.

viator

#303
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Dante il Pedante

Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 16:37:31 PM
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.

O la tensione verso lo scetticismo assoluto? ;)
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

Ipazia

Citazione di: Aumkaara il 25 Ottobre 2020, 09:26:44 AM
Citazione di: Ipazia il 25 Ottobre 2020, 00:33:18 AM
I grandi enigmi, non necessariamente eterni bensì disvelabili, riguardano chi si diletta di scienza.

Lascerei il pongo invece a chi modella umani di creta il quale sa benissimo che il difficile non è la forma, ma la sostanza: l'elan vital. Detto anche prana, passato il Bosforo.
La scienza elabora, non disvela, infatti tutte le conoscenze che ottiene sono (e devono) essere provvisorie (senza che si renda conto che sono formulazioni diverse di principi sempre uguali, che si ripresentano di volta in volta). La filosofia invece sa che le proprie sono solo formulazioni provvisorie di costanti che ormai ha già identificato da sempre (difficile da dimostrare all'esterno della filosofia, proprio perché, per la natura stessa di tali principi, non può esserci una sola indicazione ed un solo linguaggio per farlo), e chi non sa questo crede che la filosofia possa solo essere un modo per rendere più poetiche o linguisticamente ed emotivamente più interessante le "conoscenze" (formulazioni provvisorie) della scienza.

Mi pare una teoresi troppo dualistica, incoerente con una visione non dualistica della realta. Scienza e filosofia sono apparati epistemici che perseguono congiuntamente il disvelamento della realtà attraverso comuni strumenti gnoseologici strutturati sulle facoltà cognitive umane. Giustamente gli antichi chiamavano la scienza: filosofia naturale. E tale rimane anche oggi. La filosofia è invece scienza umana, meta-fisica che indaga la fondatezza dei protocolli conoscitivi (epistemologia) e la congruità delle soluzioni etologiche (etica). Usando un vocabolario kantiano la scienza sta alla filosofia come la ragion pura sta alla ragion pratica, ma sempre di ratio si tratta.

CitazioneE a proposito di formulazioni modificabili, userei esempi più complessi della plastilina, ma se parlo di quark ed elettroni sembra di proporre un riduzionismo, che è tutta un'altra cosa, perché un conto è prendere come esempio l'insieme di tutti i costituenti, che, appunto perché sono un insieme di tutti, non si tratta di fare riduzioni (sono costretto ad elencarne pochi, tipo quark, elettroni, ecc., perché il resto che non conosciamo sarebbe il 95% circa, ci dice la scienza), e un conto sarebbe credere che tutto sia spiegabile solo dalla manciata di "costituenti" che conosciamo, che sarebbe appunto un riduzionismo perché questi hanno poco più che carica, spin e massa. Ma a quanto pare non era chiaro, almeno senza averlo ora spiegato, che non tutti e due questi atteggiamenti sono riduzionisti, e che prendendo quello giusto si può evitare di cadere in creazionismi mascherati, in cui le proprietà che riscontriamo nelle aggregazioni e nelle forme visibili "nascerebbero" grazie alle mutazioni di forma e alle aggregazioni stesse.

Il creazionismo non ha bisogno di mascherarsi perchè si dà in tutti i processi biologici quando cellule di viventi danno origine ad altre vite del tutto indipendenti dai progenitori. L'enigma biologico ha introdotto la creazione nella realtà. Una creazione di carne e sangue, non di fumo (a cui rimanda lo stigma veterometafisico). La biologia autocosciente ha prodotto pure una forma più evoluta di creazione, generata dalla creatività dell'ingegno umano, creatore instancabile di arte-fatti ignoti all'evoluzione naturale, inorganica od organica che sia. Già qui la dualità è grande e così incontrastabile da essere presente anche in questo momento laddove una unità biologica dualmente psico-somatica sta comunicando attraverso arte-fatti tecnologici.

CitazionePS: già, il prana. L'atteggiamento ipermaterialista, che a volte si sente persino nella divulgazione di conoscenze rigorose, dice che era una idea primitiva ora smentita, perché indagando con la biologia non è stato trovato nessun "fluido psichico" nei sistemi cosiddetti viventi ma solo oggetti inerti che interagiscono (se ne vantava tempo fa qualcuno in tv). Peccato che, indagando con la fisica, si è trovato (per ora, ma per la scienza è sempre un "per ora", che prima o poi ritorna in forme diverse) che tutto quello che SEMBRA inerte è fatto di costituenti non localizzabili, come le parti di un fluido, e descrivibili non come oggetti ma come eventi, come per la psiche.

Ragionamenti di questo tipo mi fanno pensare come l'atteggiamento antimaterialista, guardando ossessivamente i cieli spirituali, finisca sempre col cadere entro buche teoretiche che più materialiste non si può. Perchè non lasciare alla psiche il suo ambito di esistenza senza scomodare la fisica e i suoi accrocchi teoretici (energia, materia, entropia, quark, entenglement,...) come suggerisce davintro, sulla scia di Cartesio, Husserl (e Freud aggiungerei), in altra discussione ?
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 16:37:31 PM
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.
Già, una semplice tensione verso il vertice, per equilibrare sia la tendenza a cadere in quello che ha appena suggerito Dante, sia la tendenza a trascinarci nel vortice della dualità. Anche sapendo che tale tensione non ci farà mai raggiungere il vertice, impossibile per i motivi che hai detto precedentemente (e anche perché non c'è n'è bisogno: il vertice è un punto, e il punto, nella sua adimensionalità, corrisponde a tutto lo spazio, anche quello in cui avvengono i rapporti di forza suddetti: quindi siamo già immersi nel vertice).

Aumkaara

#307
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2020, 17:15:18 PM
Citazione di: Aumkaara il 25 Ottobre 2020, 09:26:44 AMLa scienza elabora, non disvela, infatti tutte le conoscenze che ottiene sono (e devono) essere provvisorie (senza che si renda conto che sono formulazioni diverse di principi sempre uguali, che si ripresentano di volta in volta). La filosofia invece sa che le proprie sono solo formulazioni provvisorie di costanti che ormai ha già identificato da sempre (difficile da dimostrare all'esterno della filosofia, proprio perché, per la natura stessa di tali principi, non può esserci una sola indicazione ed un solo linguaggio per farlo), e chi non sa questo crede che la filosofia possa solo essere un modo per rendere più poetiche o linguisticamente ed emotivamente più interessante le "conoscenze" (formulazioni provvisorie) della scienza.

Mi pare una teoresi troppo dualistica, incoerente con una visione non dualistica della realta. Scienza e filosofia sono apparati epistemici che perseguono congiuntamente il disvelamento della realtà attraverso comuni strumenti gnoseologici strutturati sulle facoltà cognitive umane. Giustamente gli antichi chiamavano la scienza: filosofia naturale. E tale rimane anche oggi. La filosofia è invece scienza umana, meta-fisica che indaga la fondatezza dei protocolli conoscitivi (epistemologia) e la congruità delle soluzioni etologiche (etica). Usando un vocabolario kantiano la scienza sta alla filosofia come la ragion pura sta alla ragion pratica, ma sempre di ratio si tratta.
Non c'è nessuna dualità tra i due sistemi: entrambi elaborano costantemente ed inevitabilmente, trovando sempre gli stessi principi in forme diverse. E in ambiti diversi: nelle visioni d'insieme nella filosofia (comunque relative, come dicevamo con Dante) e nelle visioni particolari nella scienza (comunque applicabili ad ampi eventi). L'unica differenza essenziale sta nell'essere consapevoli di questo gioco (e l'essere consapevoli di una differenza annulla le dualità assolute e comprende in sé quelle relative): la filosofia, guardando più ai principi, rielabora le proprie formulazioni (con cui parla di essi) per adattarle alle situazioni ma senza l'illusione di poter trovare nuovi principi. La scienza invece, guardando più alle formulazioni, crede di trovare ogni volta principi diversi, solo perché sono diversi gli ambiti e le formulazioni.


Citazione
CitazioneE a proposito di formulazioni modificabili, userei esempi più complessi della plastilina, ma se parlo di quark ed elettroni sembra di proporre un riduzionismo, che è tutta un'altra cosa, perché un conto è prendere come esempio l'insieme di tutti i costituenti, che, appunto perché sono un insieme di tutti, non si tratta di fare riduzioni (sono costretto ad elencarne pochi, tipo quark, elettroni, ecc., perché il resto che non conosciamo sarebbe il 95% circa, ci dice la scienza), e un conto sarebbe credere che tutto sia spiegabile solo dalla manciata di "costituenti" che conosciamo, che sarebbe appunto un riduzionismo perché questi hanno poco più che carica, spin e massa. Ma a quanto pare non era chiaro, almeno senza averlo ora spiegato, che non tutti e due questi atteggiamenti sono riduzionisti, e che prendendo quello giusto si può evitare di cadere in creazionismi mascherati, in cui le proprietà che riscontriamo nelle aggregazioni e nelle forme visibili "nascerebbero" grazie alle mutazioni di forma e alle aggregazioni stesse.

Il creazionismo non ha bisogno di mascherarsi perchè si dà in tutti i processi biologici quando cellule di viventi danno origine ad altre vite del tutto indipendenti dai progenitori. L'enigma biologico ha introdotto la creazione nella realtà. Una creazione di carne e sangue, non di fumo (a cui rimanda lo stigma veterometafisico). La biologia autocosciente ha prodotto pure una forma più evoluta di creazione, generata dalla creatività dell'ingegno umano, creatore instancabile di arte-fatti ignoti all'evoluzione naturale, inorganica od organica che sia. Già qui la dualità è grande e così incontrastabile da essere presente anche in questo momento laddove una unità biologica dualmente psico-somatica sta comunicando attraverso arte-fatti tecnologici.
Va benissimo, se ci si vuole fermare ad un qualche tipo di creazionismo. Chi non si accontenta di esso può vedere invece che, quando c'è una cellula vivente (o collegamenti pensanti di cellule specializzate), non c'è niente di più che gli stessi costituenti fisici degli oggetti inorganici (costituenti fisici che per il 95%, ricordiamolo, sono sconosciuti, a quanto ci dicono), anche se organizzati in modo diverso. Non nasce niente da una riorganizzazione, si applicano semplicemente le stesse cose in modo diverso.

Citazione
CitazionePS: già, il prana. L'atteggiamento ipermaterialista, che a volte si sente persino nella divulgazione di conoscenze rigorose, dice che era una idea primitiva ora smentita, perché indagando con la biologia non è stato trovato nessun "fluido psichico" nei sistemi cosiddetti viventi ma solo oggetti inerti che interagiscono (se ne vantava tempo fa qualcuno in tv). Peccato che, indagando con la fisica, si è trovato (per ora, ma per la scienza è sempre un "per ora", che prima o poi ritorna in forme diverse) che tutto quello che SEMBRA inerte è fatto di costituenti non localizzabili, come le parti di un fluido, e descrivibili non come oggetti ma come eventi, come per la psiche.

Ragionamenti di questo tipo mi fanno pensare come l'atteggiamento antimaterialista, guardando ossessivamente i cieli spirituali, finisca sempre col cadere entro buche teoretiche che più materialiste non si può. Perchè non lasciare alla psiche il suo ambito di esistenza senza scomodare la fisica e i suoi accrocchi teoretici (energia, materia, entropia, quark, entenglement,...) come suggerisce davintro, sulla scia di Cartesio, Husserl (e Freud aggiungerei), in altra discussione ?
Non c'è nessun ragionamento antimateralista: la materia è sperimentata senza alcun dubbio anche dagli antimaterialisti, per quanto "materia" sia un nome dato all'organizzazione (già, anche in questo caso) di qualcosa di non determinato. Si può però vedere, nell'esempio del prana, come la scienza fugge da certe formulazioni antiquate per ritrovare comunque gli stessi principi: si allontana dall'indeterminatezza e dall'omogeneo per cercare il concreto e il discreto, e trova l'esatto opposto, in forme ancora più spinte (dal prana-etere è finita nell'incongruentemente "vuoto ribollente" del campo quantistico e nelle funzioni d'onda probabilistica, in cui solidità e misurabilità sono delineabili ma sono aleatori per natura, e non per momentanea incapacità né per un migliorabile errore strumentale); anche se poi può ripetere il gioco e cercare di nuovo una migliore forma di determinatezza e di rigore (e indovina cosa troverà, se non di nuovo una compresenza di opposti, in forme nuove, come la filosofia ci dice che è inevitabile trovare essendo tutto basato, anche se non primariamente, su di un principio di polarità complementari?).

Lou

Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 18:33:19 PM
Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 16:37:31 PM
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.
Già, una semplice tensione verso il vertice, per equilibrare sia la tendenza a cadere in quello che ha appena suggerito Dante, sia la tendenza a trascinarci nel vortice della dualità. Anche sapendo che tale tensione non ci farà mai raggiungere il vertice, impossibile per i motivi che hai detto precedentemente (e anche perché non c'è n'è bisogno: il vertice è un punto, e il punto, nella sua adimensionalità, corrisponde a tutto lo spazio, anche quello in cui avvengono i rapporti di forza suddetti: quindi siamo già immersi nel vertice).
(il punto è la negazione dello spazio, non corrisponde ad esso, lo nega e in ciò ne afferma la possibilità. A voler essere dialettici.)
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Aumkaara

Citazione di: Lou il 26 Ottobre 2020, 19:07:20 PM
Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 18:33:19 PM
Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 16:37:31 PM
Salve Aumkaara. Certo. Tendere (provare tensione (che per caso sia un fenomeno elettroenergetico ?)) si può certamente. Anzi, tutti tendono a qualcosa............ e la maggior parte di essi - per sovramercato - tendono all'irraggiungibile (la monade, l'immortalità, il comunismo integrale, il far sesso con una grande irraggiungibile stangona, il patrimonio di G.Soros, la capigliatura di S.Berlusconi..........................). Stammi bene.
Già, una semplice tensione verso il vertice, per equilibrare sia la tendenza a cadere in quello che ha appena suggerito Dante, sia la tendenza a trascinarci nel vortice della dualità. Anche sapendo che tale tensione non ci farà mai raggiungere il vertice, impossibile per i motivi che hai detto precedentemente (e anche perché non c'è n'è bisogno: il vertice è un punto, e il punto, nella sua adimensionalità, corrisponde a tutto lo spazio, anche quello in cui avvengono i rapporti di forza suddetti: quindi siamo già immersi nel vertice).
(il punto è la negazione dello spazio, non corrisponde ad esso, lo nega e in ciò ne afferma la possibilità. A voler essere dialettici.)
Ottima formulazione, anche se io preferisco dire che il punto è adimensionale, e quindi corrisponde ad uno spazio adimensionale, presupposto di ogni spazio determinato solo dagli elementi delineati in esso (tridimensionale quando le delineazioni sono tridimensionali, ecc.).

Ipazia

Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 19:04:41 PMVa benissimo, se ci si vuole fermare ad un qualche tipo di creazionismo. Chi non si accontenta di esso può vedere invece che, quando c'è una cellula vivente (o collegamenti pensanti di cellule specializzate), non c'è niente di più che gli stessi costituenti fisici degli oggetti inorganici (costituenti fisici che per il 95%, ricordiamolo, sono sconosciuti, a quanto ci dicono), anche se organizzati in modo diverso. Non nasce niente da una riorganizzazione, si applicano semplicemente le stesse cose in modo diverso.

Se non si vuole cogliere la complessità dell'evoluzione naturale - dalla materia inorganica all'autocoscienza - si finisce in un riduzionismo da materialismo volgare, imbellettato ("essendo tutto basato, anche se non primariamente, su di un principio di polarità complementari") con principi primi&ultimi dal carattere religioso esoterico per iniziati.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve Aum. Citandoti : "Ottima formulazione, anche se io preferisco dire che il punto è adimensionale, e quindi corrisponde ad uno spazio adimensionale, presupposto di ogni spazio determinato solo dagli elementi delineati in esso (tridimensionale quando le delineazioni sono tridimensionali, ecc.).".
Io invece preferisco dire che il punto è un concetto, ovviamente immateriale ed ancora più ovviamente (data la mia convinzione circa lo spazio come "dimensione "interiore"" puramente psichica) privo di dimensioni "esteriori" e/o "geometriche". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Lou

#312
Citazione di: viator il 26 Ottobre 2020, 20:43:24 PM
Salve Aum. Citandoti : "Ottima formulazione, anche se io preferisco dire che il punto è adimensionale, e quindi corrisponde ad uno spazio adimensionale, presupposto di ogni spazio determinato solo dagli elementi delineati in esso (tridimensionale quando le delineazioni sono tridimensionali, ecc.).".
Io invece preferisco dire che il punto è un concetto, ovviamente immateriale ed ancora più ovviamente (data la mia convinzione circa lo spazio come "dimensione "interiore"" puramente psichica) privo di dimensioni "esteriori" e/o "geometriche". Saluti.
( la dimensione interiore "puramente" psichica è luogo, non spazio, o quantomeno non meramente spaziale - luogo come spazio proprio. Forse può starci come dizione, per ciò che intendi. Oggi son particolarmente in vena di puntiglio espressivo, abbiate pazienza )
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

viator

Salve Lou. Citandoti : "( la dimensione interiore "puramente" psichica è luogo, non spazio, o quantomeno non meramente spaziale - luogo come spazio proprio. Forse può starci come dizione, per ciò che intendi. Oggi son particolarmente in vena di puntiglio espressivo, abbiate pazienza )".
Puntiglio per puntiglio (stiamo giocando con le parole, non è vero ?) :Se lo "spazio" (e pure il tempo) sono, come io sostengo, dimensioni (cioè estensioni geometriche oppure interiori, cioè concettuali) puramente psichiche ed immateriali (quindi nel nostro caso, appunto puramente concettuali).............ne discenderà che un "luogo" (geografico oppure interiore) non sarà altro che una porzione di uno "spazio" (geografico oppure interiore). Saluti..
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Aumkaara

#314
Citazione di: Ipazia il 26 Ottobre 2020, 20:00:20 PM
Citazione di: Aumkaara il 26 Ottobre 2020, 19:04:41 PMVa benissimo, se ci si vuole fermare ad un qualche tipo di creazionismo. Chi non si accontenta di esso può vedere invece che, quando c'è una cellula vivente (o collegamenti pensanti di cellule specializzate), non c'è niente di più che gli stessi costituenti fisici degli oggetti inorganici (costituenti fisici che per il 95%, ricordiamolo, sono sconosciuti, a quanto ci dicono), anche se organizzati in modo diverso. Non nasce niente da una riorganizzazione, si applicano semplicemente le stesse cose in modo diverso.

Se non si vuole cogliere la complessità dell'evoluzione naturale - dalla materia inorganica all'autocoscienza - si finisce in un riduzionismo da materialismo volgare, imbellettato ("essendo tutto basato, anche se non primariamente, su di un principio di polarità complementari") con principi primi&ultimi dal carattere religioso esoterico per iniziati.
Il fatto che ci sia chi voglia essere iniziato a formulazioni esoteriche ovvero tenute nascoste (o considerate per pochi), non ha niente a che vedere con il fatto, formulato in modi accessibili e comprensibili a tutti, che, in qualunque modo si formula o si indaga l'esistenza, si intravedono certe costanti (che non sono degli assoluti, la loro ragion d'essere dipende pur sempre dagli ambiti mutevoli in cui si affacciano).
Ho appena detto che l'intravedere questi principi in ogni formulazione ed indagine è "un fatto". Ovviamente non deve diventare un dogma. Visto che è inevitabile continuare a formulare ed indagare, si può constatare di persona se davvero si ripresentano sempre. Ovviamente questo non nega che abbiamo la possibilità di avere una visione maggiormente d'insieme (neanche questa assoluta, come dicevamo con Dante) che può permetterci di vedere quasi d'un colpo che tutti i contesti con cui abbiamo a che fare sono inevitabilmente basati sulle stesse costanti, ma in ogni caso dobbiamo almeno ogni tanto riprendere indagini più particolari e puntigliose, in cui l'evidenza delle costanti si presenta con più difficoltà da parte nostra.
E tutto questo non nega la "complessità dell'evoluzione dalla materia inorganica all'autocoscienza", la riconosce però come una variazione di organizzazione che mette in evidenza certe caratteristiche e attenua l'evidenza di altre, senza bisogno di autentiche creazioni, né natural-panteistiche né di altro genere.

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