Re:I postulanti dell'Assoluto - Approfondimenti.

Aperto da atomista non pentito, 12 Settembre 2020, 21:53:49 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

Aumkaara

#240
Citazione di: IpaziaPerchè ? Sa tanto di noumeno kantiano ovvero di metafisica hard, abituata a mettere il carro davanti ai buoi. Che l'universo reale sia complesso, e la nostra ignoranza grande, è evidente

Perché... ci abbiamo già provato ad arrivare al perché, ma ci siamo fermati ad un "evidente dato di fatto" empirico, nonostante persino la scienza non postuli dati di fatto di questo genere. TUTTO il percepibile e il conoscibile indagabile con il metodo scientifico è confutabile, anche secondo la scienza, figuriamoci per la filosofia. Se vogliamo riprendere da dove ci siamo fermati, vedremo se quello che ho detto è filosoficamente sensato e scientificamente possibile (anche solo nel senso che la scienza non può arrivare a smentirlo perché non rientra nel suo ambito, e non perché sia meno vero o reale di ciò che può indagare la scienza).

Ipazia

Tutto ciò che abbiamo scoperto lo dobbiamo alla scienza, non certo alla metafisica. Per cui rimando la critica "filosofica" al mittente. Compito della filosofia in effetti non è scoprire ma inventare il modo di vivere bene. Mi pare che anche in questo campo arranchi ben più della scienza, vivendo, al contrario di quest'ultima che continuamente si rinnova, dei lasciti di qualche millennio fa.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

paul11

#242
 ...come a dire che i metafisici greci, non mangiavano e guardavano il cielo senza calpestare la terra?
C'è parecchia ignoranza sulla filosofia metafisica, grazie al pregiudizio del mainstream culturale attuale.


La metafisica nacque proprio sull'indagine della natura. Non esiste nessuna filosofia che postula aprioristicamente e pregiudizialmente un assoluto: arrivarci  per deduzione del pensiero è ben altra cosa. Parmenide scrisse il suo famoso poema "Sulla natura" per dedurre  l'Essere.
Platone scrive moltissimo sulle organizzazioni umane, come in "Repubblica" come in "Leggi".
Discussero più sulla natura e sull'uomo di quanto oggi facciano gli scientisti contemporanei.


Il problema quindi non è il postulato sull'assoluto che più propriamente significa che vi è un qualcosa , un qualcuno che ha generato, creato l'universo ,la natura, l'uomo, bensì che la natura veniva già allora indagata dalla scienza, come il medico indagava sulle malattie, e l'agronomo sulle coltivazioni; più propriamente il filosofo si pose delle domande e spesso fu comune il concetto che il dominio del sensibile era apparente, sfuggevole e mutevole, per cui di queste apparenze si poteva fare opinione, non verità. Cercavano la verità i metafisici .
In Platone è illustrato chiaramente, soprattutto nel Timeo, che il divenire delle apparenze, poteva sussistere, grazie ai contrari, alle differenze. L'acqua scorre se c'è un dislivello, l'atomo oggi sappiamo che funziona per cariche opposte e quindi le diverse polarità elettromagnetiche. Il voltaggio viene definito differenza di potenziale. Insomma il mondo in cui vivano, si movimenta grazie alle differenze e questo lo capirono benissimo già quei metafisici, e non solo, greci.


Una postulazione dell'assoluto, con relative argomentazioni , si trova semmai nella teologia.
Perchè vi è una sacra scrittura con una rivelazione: è diverso dalla filosofia, anche se ne applica i metodi.
Ad esempio per quanto il demiurgo in Platone sia presente, è il Bene il concetto a fondamento nella sua metafisica. E' il bene, perché universo e natura sono bene : più naturalista di così?Come dire che cio chè è bene, perché imprescindibile, perché natura e universo sono così nonostante i nostri pensieri con i relativi criteri di giudizio.


Nietzsche, che scrive fesserie antimetafisiche è cosciente della forza del pensiero metafisico, quando nella prima parte di "Umano troppo Umano" in "Delle prime e ultime cose" scrive:
<l'intelletto umano ha fatto apparire le apparenze e le sue errate concezioni fondamentali ha trasportato nelle cose.>
Al di là del criterio se siano errate o giuste, e filosoficamente Nietzsche mostra i suoi limiti, ha ragione comunque che la metafisica comporta un'interpretazione a "ridiscendere", vale a dire che determina come viene interpretata la vita, la società,  la natura e le cose in generale.
Ecco in questo si dovrebbe trovare le relazioni fra metafisica e natura fisica, fra pensiero e parassi , per capire i limiti filosofici del pensiero metafisico e della filosofia attuale. Ma senza contrapposizioni sterili che non portano  a nulla. Per far questo bisogna essere prima di tutto autocritici.
Il pensiero attuale "è debole" e sorretto ancora dalle mimesi del pensiero metafisico .
Un esempio è un testo di Walter Benjamin " Il capitalismo come religione", di come il capitalismo si è appropriato di termini religiosi tanto da porsi come un fenomeno "trascendentale", come culto.
Un esempio: " ....rimetti a noi  inostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori...",
il concetto di promessa, di fiducia, di patto, sono termini potenti che l'economia ha saputo autogiustificarsi nelle prassi mediandole dai termini religiosi . E questo dovrebbe far capire che il materialismo è un pensiero debole contro un trascendente capitalismo inafferrabile da presunte analisi sul solo scambio economico.


La scienza, e da sempre l'uomo, se vuole inventare e scoprire e non rimanere al tempo del pietrone, deve sempre andare al di là delle proprie assiomatizzazioni, postulazioni, enunciati.
Un Einstein fa "metafisica" prima che vengano dimostrati i suoi capisaldi.
Il bosone di Higgs, e lo dico per l'ennesima volta, doveva solo essere scoperto perchè il pensiero teorizzante sapeva già che nel modello atomico avrebbe dovuto esserci , oppure saltava l'intera teoria atomica. La cosmologia è fantascienza? I sincrotroni che costano una paccata di denaro , sono sempre più potenti per avvicinarsi sempre più al fatidico punto "zero", in cui ci fu il big bang ed è in quello del Cern di Ginevra che è stato scoperto il bosone di Higgs.
L'onda gravitazionale fossile era solo da scoprire ,perchè era già teorizzata.
Il pensiero precede la scoperta e l'invenzione, basterebbe guardare schizzi e scritti di  L.Da Vinci.
Il pensiero è più forte dei sensi ,se così non fosse saremmo animali stantii, il luogo inerte in cui ci avrebbe collocato la tassonomia naturale.

Ipazia

La scienza é meta-fisica naturale, la metafisica é il tentativo (fallito) di postulare un assoluto a priori che l'antimetafisico FN definì efficacemente: mondo dietro il mondo.

La metafisica vive ancora di rendita sui lasciti meta-fisici di una sapienza (reale) antica, che per la parte gnoseologica naturale ha lasciato, finiti i roghi, l'ontologia al dominio della scienza. Salvo patetici tentativi di riappropriazione con scorciatoie epistemiche variamente retrò condite con patafisiche New Age.

Altro discorso (logos) é sull'ontologico fattuale che risale all'arché dell'universo antropologico, ritrovando a tutt'oggi riscontri etici importanti nella lezione degli antichi maestri occidentali e orientali. Ben venga il Socrate di Platone, ma ancora meglio Eraclito, Democrito ed Epicuro che aprono prospettive diverse all'autoriflessione etologica umana e alla pluralità dialettica delle invenzioni esistenziali, eternamente ritornanti. Le quali, nelle versioni moderne,  non sono  esenti da ingenue e truffaldine fallacie metafisiche anche nel campo secolare, costellato di grossolani vitelli d'oro buoni per culti immanenti da osteria post illuministica, resi ancora più potenti dall'intossicazione mediatica. Laddove l'ultimo uomo incombe greve.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

Citazione di: Ipazia il 14 Ottobre 2020, 22:37:40 PM
Tutto ciò che abbiamo scoperto lo dobbiamo alla scienza, non certo alla metafisica. Per cui rimando la critica "filosofica" al mittente. Compito della filosofia in effetti non è scoprire ma inventare il modo di vivere bene. Mi pare che anche in questo campo arranchi ben più della scienza, vivendo, al contrario di quest'ultima che continuamente si rinnova, dei lasciti di qualche millennio fa.
Io la riprendo volentieri una critica filosofica, se è quel tipo di filosofia che pone domande, come avevamo fatto e poi interrotto, e che possiamo riprendere appena verrà messo in dubbio qualunque dato considerato come fatto, che è ciò che interrompe questo tipo di filosofia.
Quelle filosofie che invece vivono dei propri lasciti sono quelle che fanno da supporto ad altre discipline, ad esempio alla scienza, fornendogli quei parametri, non scientifici, da cui parte per le sue continue innovazioni (ottima definizione, molto più appropriata di "scoperte", nel caso della scienza).

viator

#245
Salve Ipazia.Citandoti (e facendoti i miei ennesimi complimenti per la tua dialettica, purtroppo sempre elitaria e mai proletaria) : "La scienza é meta-fisica naturale, la metafisica é il tentativo (fallito) di postulare un assoluto a priori che l'antimetafisico FN definì efficacemente: mondo dietro il mondo".
Condivido quasi assolutamente. Solo che, essendo la metafisica creazione umana, secondo me essa consiste in un tentativo "a posteriori" di postulare un contenitore unico per i troppi e disorientanti contenuti del mondo. Che dici ?.

Infine scusami se faccio il pagliaccio come al solito : a proposito di FN, che non so bene chi sia, mi viene il burlesco "Federico, Federico........il tuo cognome so ma non lo dico !!". Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

@viator dico che la complessità dell'universo antropologico è tale da rendere fragile e meramente descrittiva qualsiasi sintesi assoluta. Il monismo o non dualismo funziona bene in una sola situazione: dentro la psiche di una monade umana. Ne basta un'altra per rovesciare il tavolo metafisico dell'Uno.

Citazione di: Aumkaara il 15 Ottobre 2020, 18:09:04 PM
Io la riprendo volentieri una critica filosofica, se è quel tipo di filosofia che pone domande, come avevamo fatto e poi interrotto, e che possiamo riprendere appena verrà messo in dubbio qualunque dato considerato come fatto, che è ciò che interrompe questo tipo di filosofia.

Anche Socrate, non certo l'ultimo arrivato, filosofeggiava interrogando gli ateniesi nell'agorà sui fatti che li riguardavano, cosa che lo portò a bere cicuta. Una filosofia che non tragga il proprio nutrimento dai dati di fatto (ad es: ivg) che valore può avere ? Che risposte - perchè è questo il suo compito, anche avessimo esaurito (LW  :P ) le risposte della scienza - può dare, che soluzioni o dubbi può prefigurare ? Lode al dubbio, ma alla fine bisogna pur agire (BB) direbbe l'homo faber da te citato come campione di "buona tecnica" esistenziale antropologica.

CitazioneQuelle filosofie che invece vivono dei propri lasciti sono quelle che fanno da supporto ad altre discipline, ad esempio alla scienza, fornendogli quei parametri, non scientifici, da cui parte per le sue continue innovazioni (ottima definizione, molto più appropriata di "scoperte", nel caso della scienza).

Ci sono lasciti e lasciti. Alcuni immortali, ma molti più sono Holzwege, sentieri interrotti che hanno smarrito la strada, impiccandosi ad un ramo con su scritto: "ipse dixit" (non solo altalene offre la foresta filosofica...). Il filosofo muore un po' come il pesce: muto. Ma è una morte reale anche la sua, soffocato dal suo stesso logos divenuto afono e incapace, come il protomedico Filemazio (FG), di decifrare e presagire il mondo (umano) che lo attornia. Al filosofo si chiede anche di essere mago, oltre che forse saggio, dopo che i numi hanno abbandonato la scena. E si torna agli antichi lasciti che hanno ancora il carisma - venerabile - dell'attualità logica, epistemologica e soprattutto etica.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

#247
Citazione di: Ipazia il 15 Ottobre 2020, 23:08:27 PM
Una filosofia che non tragga il proprio nutrimento dai dati di fatto (ad es: ivg) che valore può avere ?
A non trasformare in dogmi non solo le opinioni, ma neanche i dati elaborati con metodi e tecniche, ad esempio? Per riflettere senza dover per forza contare e misurare? Per agire c'è già altro: appunto la scienza, le emozioni, gli istinti, le necessità fisiche.

Citazione di: Ipazia il 15 Ottobre 2020, 23:08:27 PMCi sono lasciti e lasciti. Alcuni immortali, ma molti più sono Holzwege, sentieri interrotti che hanno smarrito la strada, impiccandosi ad un ramo con su scritto: "ipse dixit"
Lasciamoli stare gli Immortali, non crediamo alle favole, e lasciamo stare i morti, impiccati agli ipse dixit. O magari ai "dati di fatto". Perché invece non riprendiamo, o ricominciamo sistematicamente, stavolta senza deviazioni nel mezzo, una catena logica che possa dimostrare la fondatezza della molteplicità, visto che le dimostrazioni delle percezioni ingannano, e quelle della scienza sono, secondo le basi della scienza stessa, perennemente rivedibili e non definitive?

Ipazia

Citazione di: Aumkaara il 16 Ottobre 2020, 00:01:00 AM
Citazione di: Ipazia il 15 Ottobre 2020, 23:08:27 PM
Una filosofia che non tragga il proprio nutrimento dai dati di fatto (ad es: ivg) che valore può avere ?
A non trasformare in dogmi non solo le opinioni, ma neanche i dati elaborati con metodi e tecniche, ad esempio? Per riflettere senza dover per forza contare e misurare? Per agire c'è già altro: appunto la scienza, le emozioni, gli istinti, le necessità fisiche.

Citazione di: Ipazia il 15 Ottobre 2020, 23:08:27 PMCi sono lasciti e lasciti. Alcuni immortali, ma molti più sono Holzwege, sentieri interrotti che hanno smarrito la strada, impiccandosi ad un ramo con su scritto: "ipse dixit"
Lasciamoli stare gli Immortali, non crediamo alle favole, e lasciamo stare i morti, impiccati agli ipse dixit. O magari ai "dati di fatto". Perché invece non riprendiamo, o ricominciamo sistematicamente, stavolta senza deviazioni nel mezzo, una catena logica che possa dimostrare la fondatezza della molteplicità, visto che le dimostrazioni delle percezioni ingannano, e quelle della scienza sono, secondo le basi della scienza stessa, perennemente rivedibili e non definitive?

La molteplicità é autoevidente: . . le emozioni, gli istinti, le necessità fisiche. Cervelli e stomaci distinti che pensano e si cibano distintamente.

Averne di dogmatismo, se fosse sempre dipendente dai dati di fatto ! Ci saremmo risparmiati almeno le guerre di religione !
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

#249
Citazione di: Ipazia il 16 Ottobre 2020, 21:05:10 PM

La molteplicità é autoevidente: . . le emozioni, gli istinti, le necessità fisiche. Cervelli e stomaci distinti che pensano e si cibano distintamente.

Averne di dogmatismo, se fosse sempre dipendente dai dati di fatto ! Ci saremmo risparmiati almeno le guerre di religione !
Di guerre ce ne sono di più oggi, e più gravi e pericolose di prima (grazie alla scienza e alla tecnica, ma senza averne colpa), la maggior parte promosse da motivazioni per niente religiose, per quanto in alcuni casi la religione venga usata per mascherare altri fini.
E anche il sole che si muove nel cielo mentre la Terra è ferma è autoevidente, se non si indaga.
Proviamo a seguire il buon esempio della scienza, quando non si ferma ai dogmi, e riprendiamo o ricominciamo ad analizzare la coerenza logica e filosofica di una molteplicità fondamentale?

Ipazia

Che la religione stessa sia nata per altri fini (potere, affrancamento dal duro lavoro) sono la prima a sostenerlo. Ció non toglie che essa funzioni come valore aggiunto satanico (S.Weinberg) nel processo di civilizzazione e perciò ne vada analizzata rigorosamente la "coerenza logica e filosofica" nell'ethos.

Altrettanto, spostandosi verso la metafisica, va fatto per le numerologie fondative della realtà e per la metafisica dell'apparenza. Assumendosi "virilmente" il rischio di scoprire che di maya esistono solo i veli. Da curare, abbellire e migliorare.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

#251
Citazione di: Ipazia il 17 Ottobre 2020, 08:24:03 AM
Che la religione stessa sia nata per altri fini (potere, affrancamento dal duro lavoro) sono la prima a sostenerlo. Ció non toglie che essa funzioni come valore aggiunto satanico (S.Weinberg) nel processo di civilizzazione e perciò ne vada analizzata rigorosamente la "coerenza logica e filosofica" nell'ethos.

Altrettanto, spostandosi verso la metafisica, va fatto per le numerologie fondative della realtà e per la metafisica dell'apparenza. Assumendosi "virilmente" il rischio di scoprire che di maya esistono solo i veli. Da curare, abbellire e migliorare.
Valutare la religione solo da un punto di vista di coerenza e logica, sempre e comunque (tra l'altro considerandola solo "satanica", come se qualcosa potesse avere solo un aspetto: il che è paradossalmente una considerazione molto religiosa e poco logico-razionale), rischia di snaturarla e renderla inservibile nei momenti in cui può essere utile, e, visto che un certo grado di religiosità esiste in tutti, per quanto non convenzionale o irriconoscibile possa essere, è bene lasciarle un minimo di spazio sia collettivamente che personalmente: sarebbe come voler analizzare la sessualità (visto che è stata accennata la virilità nella seconda parte del discorso, e anche su quella torneremo) fino a ridurla a dei componenti oggettivati e spersonalizzati inutilizzabili (nonostante essa, come tutto il resto, non sia formata da componenti, per quanto essi siano formulabili e utilizzabili come concetto per rendere fruibile la sessualità - e qualunque altra cosa - anche dalla ragione): se anche un individuo non la utilizzasse più nella sua vita (perché è un eremita, troppo anziano, troppo debilitato, ecc.), sarebbe bene che ne conservasse l'organicità e l'interezza per lo meno nella sua psiche, riducendola solo quantitativamente, integrandola o incanalandola eventualmente in qualche aspetto più ampio o perlomeno alternativo. Analizzare fino a distruggere, invece che analizzare solo per favorirne un certo utilizzo o una qualche integrazione o trasformazione, non porterebbe a niente di equilibrato, al massimo a qualcosa di freddo e asettico le cui conseguenze prima o poi porterebbero a risvegliare la propria sensibilità (sessuale o, fuor di esempio, religiosa) in modi più traumatici e a volte poco riconoscibili, tanto da rendere poi anche difficile un recupero della funzione "asetticamente smembrata".


Tornando invece alla citata metafisica: strano che la conclusione descritta sia anche la mia: di Maya abbiamo solo i veli, la "sostanza" dei veli non possiamo averla e neanche possiamo manipolarla, perché è quello che siamo (la creta può solo cambiare forma scontrandosi con altra creta, non può cambiare di natura solo mutando forma). Il problema è che per fare "virilmente" questo (senza dimenticare l'aspetto più "femminile", o incorriamo nei problemi descritti prima) dobbiamo prima penetrare, appunto virilmente (aiutandosi con tutta la sensibilità necessaria sia verso se stessi sia verso l'argomento), tutto quello che ci dimostra che maya è un velo, una forma, e non una realtà fondamentale, una sostanza. Altrimenti sarebbe come piegarsi di fronte ad una resistenza, ad un dogma considerato impenetrabile, ad una posizione frigida per partito preso, e non per incapacità o insensibilità connaturata.

Ipazia

La religione non è solo satanica, ma l'inferno l'ha inventato lei e alcune religioni hanno fatto, e fanno, di tutto per realizzarlo in terra. Nietzsche e Weinberg, ma pure Rushdie hanno detto cose importanti e meritevoli di riflessione su questo argomento.

Non capisco cosa significa "un certo grado di religiosità esiste in tutti" ? Affermazione impegnativa che esige una dimostrazione. Nel mio caso ho chiuso con la religione nella prima adolescenza, trovandola incompatibile non solo con la razionalità, ma pure, visto che ne parli, con una gioiosa sessualità.

Il richiamo alla virilità è una ironica chiamata in causa del coraggio per accettare il fatto che non esiste nessuna cosa in sè, nessuna maya, nessuna quintessenza e nessuna divinità. Esiste solo ciò che appare e su questo bisogna lavorare per renderlo sempre più, come insegnarono gli antichi greci, a misura d'uomo (ma pure di donna e bambino). Ci vuole molto coraggio per costruire sul nulla, inventandosi giorno per giorno, epoca per epoca, i propri fondamenti di valore. Senza Ricettari Unici e caramelle finali.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Aumkaara

#253
Citazione di: Ipazia il 17 Ottobre 2020, 22:17:58 PM
La religione non è solo satanica, ma l'inferno l'ha inventato lei e alcune religioni hanno fatto, e fanno, di tutto per realizzarlo in terra. Nietzsche e Weinberg, ma pure Rushdie hanno detto cose importanti e meritevoli di riflessione su questo argomento.

Non capisco cosa significa "un certo grado di religiosità esiste in tutti" ? Affermazione impegnativa che esige una dimostrazione. Nel mio caso ho chiuso con la religione nella prima adolescenza, trovandola incompatibile non solo con la razionalità, ma pure, visto che ne parli, con una gioiosa sessualità.

Il richiamo alla virilità è una ironica chiamata in causa del coraggio per accettare il fatto che non esiste nessuna cosa in sè, nessuna maya, nessuna quintessenza e nessuna divinità. Esiste solo ciò che appare e su questo bisogna lavorare per renderlo sempre più, come insegnarono gli antichi greci, a misura d'uomo (ma pure di donna e bambino). Ci vuole molto coraggio per costruire sul nulla, inventandosi giorno per giorno, epoca per epoca, i propri fondamenti di valore. Senza Ricettari Unici e caramelle finali.
La religione ha postulato un inferno e lo ha anche realizzato. Le società che lo hanno negato e hanno abbracciato scienza e tecnologia pensando che bastassero o che comunque rivelassero l'essenziale, lo hanno realizzato molto meglio. Solo in parte, per ora, per una piccola fetta di mondo (che può appena trovarsi contenta di lavorare quasi solo per acquistare), e quasi totalmente per il resto dei popoli, quelli colonizzati militarmente prima ed economicamente ora.
Io non ho mai iniziato una religione, ma so che ho un aspetto che vede il mondo con la stessa qualità di sensazioni, emozioni e sentimenti che animano i religiosi. E ho visto che tutti quelli che negano tale aspetto lo vivono comunque, scambiandolo per qualcos'altro: non hanno senso le analisi psicologiche su internet, ma hai insistito abbastanza su di una visione di un mondo in cui sono reali solo le apparenze (?!), per vedere che si può arrivare a credere all'incredibile, quindi a credere ideologicamente. Come con le religioni, ma senza saperlo.
Capirne l'assurdità, anche solo linguistica, capire che una cosa che appare è appunto apparenza di altro, e che se invece è l'unica realtà allora non è un'apparenza, non significa aspettarsi una caramella finale: significa continuare a costruire il mondo, perché è inevitabile, perché, in quanto apparenza, appare necessariamente, per sua natura, ma non per questo è qualcosa di fondamentale. E ciò che non è fondamentale non ha bisogno di grande coraggio. E quindi neanche di grande paura, con tutto quello che consegue l'averla, soprattutto se non si sa di averla, e in ogni caso dovendola costantemente compensare con il coraggio e le ideologie (o con le appropriazioni "infernali" di spazi altrui di cui sopra).

Ipazia

Citazione di: Aumkaara il 17 Ottobre 2020, 23:09:55 PM
La religione ha postulato un inferno e lo ha anche realizzato. Le società che lo hanno negato e hanno abbracciato scienza e tecnologia pensando che bastassero o che comunque rivelassero l'essenziale, lo hanno realizzato molto meglio. Solo in parte, per ora, per una piccola fetta di mondo (che può appena trovarsi contenta di lavorare quasi solo per acquistare), e quasi totalmente per il resto dei popoli, quelli colonizzati militarmente prima ed economicamente ora.

Homo sapiens è animale assai immaginifico. Di fronte alle difficoltà della sua condizione reale si inventa una dualità tra bene e male, paradiso e inferno, nirvana e samsara. Gli è difficile accettare il mondo così com'è, come appare nella sua assoluta evidenza di vita e morte... Vi è una differenza sostanziale tra gli inferni/paradisi dell'immaginario e della pratica religiosa rispetto alle figure omologhe generate dalla tecnoscienza: l'immaginario che anima la religione, postulando l'assoluto, non ha limiti, ed ogni crimine in nome di Dio, viene legittimato. Cosa che nessun despota o regime dispotico immanente si può concedere: i dittatori passano, inquisitori e tagliagole restano.

CitazioneIo non ho mai iniziato una religione, ma so che ho un aspetto che vede il mondo con la stessa qualità di sensazioni, emozioni e sentimenti che animano i religiosi. E ho visto che tutti quelli che negano tale aspetto lo vivono comunque, scambiandolo per qualcos'altro: non hanno senso le analisi psicologiche su internet,

Spannometria fenomenologica, non degna di chi disdegna le apparenze. Per giunta farlocche come in questo bias.

Citazionema hai insistito abbastanza su di una visione di un mondo in cui sono reali solo le apparenze (?!), per vedere che si può arrivare a credere all'incredibile, quindi a credere ideologicamente. Come con le religioni, ma senza saperlo.

Altro non sequitur. Ciò che appare ha una sua legittima, anche quando è ingannevole, dignità ontologica. Ci voleva una ideologia specifica, appunto religiosa, per trasformare il moto apparente del sole in una guerra di religione. Le ideologie immanenti sono un tantino più razionali anche nella cattiveria.

CitazioneCapirne l'assurdità, anche solo linguistica, capire che una cosa che appare è appunto apparenza di altro, e che se invece è l'unica realtà allora non è un'apparenza, non significa aspettarsi una caramella finale: significa continuare a costruire il mondo, perché è inevitabile, perché, in quanto apparenza, appare necessariamente, per sua natura, ma non per questo è qualcosa di fondamentale. E ciò che non è fondamentale non ha bisogno di grande coraggio. E quindi neanche di grande paura, con tutto quello che consegue l'averla, soprattutto se non si sa di averla, e in ogni caso dovendola costantemente compensare con il coraggio e le ideologie (o con le appropriazioni "infernali" di spazi altrui di cui sopra).

E' vero: non si tratta di coraggio, ma del suo precursore, l'innocenza:

Citazione di: F.Nietzsche - La gaia scienza 1886«Oh questi Greci! Loro sì sapevano vivere; per vivere occorre arrestarsi animosamente alla superficie, all'increspatura, alla pelle, adorare la parvenza, credere a forme, suoni, parole, all'intero Olimpo della parvenza! Questi Greci erano superficiali – per profondità!»

Profondità limpida come una superficie, non mostro abissale che brama le, indubbiamente solide, fondamenta di una prigione. O di una caserma, dove si allevano shahid educati a perinde ac cadaver secondo l'insegnamento del loro primo generale che recitava: "Datemi un bambino nei primi sette anni di vita e io vi mostrerò l'uomo". Da cui hanno tratto insegnamento anche le madrase islamiste, sempre a rimorchio dei primi della classe in fatto di inumanità...postulante l'Assoluto.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Discussioni simili (1)