Re:I postulanti dell'Assoluto - Approfondimenti.

Aperto da atomista non pentito, 12 Settembre 2020, 21:53:49 PM

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Phil

Citazione di: Lou il 09 Ottobre 2020, 09:32:01 AM
una conoscenza può essere fondata sui principi, come nel caso della filosofia. Un tipo di conoscenza razionale.
Andrei anche oltre fino ad affermare che tanto la filosofia quanto la scienza (quanto la filosofia della scienza e le scienze filosofiche) si fondano più sui principi (del metodo, del paradigma, etc.) che sui dati, poiché ogni dato è (in)formato dai principi metodologici (e prospettici) di chi se ne occupa. Come si suol dire, la realtà viene fatta a fette a seconda del coltello che si usa, dalla mano che lo stringe e dalla mente che la guida.
Ciò non significa certo che la realtà in sé sia "creata" da principi o idee umani, ma solo che nel rapportarci al mondo vediamo categorie se siamo uomini, vediamo pixel se siamo computer, vediamo altro se siamo altro; il metodo condiziona il risultato (come ben rappresentato dalle scene di pesca e caccia di Dante e Viator); senza che ciò comprometta una fruizione funzionale e funzionante del mondo (funzionalità pragmatica che ci conferma che un paradigma non vale l'altro, ma ce ne possono essere molteplici).
Il famigerato "mito del dato" (Sellars) appartiene ad una "mitologia (non teologia)" umanistica e corrispondentista che è quanto di più ontologicamente spontaneo e legittimo possa esserci per un pensatore umano: la ragione intersoggettiva non può che produrre convenzionalità euristica, con il rischio di confondere la sintesi passiva (Husserl) con la neutralità cognitiva (confondere il darsi degli oggetti con il riceverli senza deformazioni dovute al proprio esser-uomo). Tuttavia, nella consapevolezza di tale mitologia esplicativa (prima che produttiva/performativa), l'ontologia diventa, secondo me, una questione di conoscenza fruibile, non di conoscenza assoluta e perfetta (come anelato dalla cultura antropocentrico-umanista, ancora ben pulsante, nata prima dell'autocomprensione analitica e "meta-umanista" del tardo novecento).

Ipazia

#166
Non può essere certo accusata di feticismo del dato una filosofia che rifiuta le postulazione dell'assoluto e non ha bisogno nemmeno dei maestri con la matita rossa e blu. Una visione del mondo relativista conosce bene la relatività del dato e le interferenze della mediazione tra osservatore e osservato.

I puntini sulle i, e la ricerca di fondamenti più solidi, sono derivati dalla contingenza di chi confonde un assassino con una aggregazione di quark, generando quella famosa notte in cui tutte le vacche sono nere.

Anche i mandriani notturni di vacche nere alla fine necessitano di punti di gravità (semi)permanenti e li vanno a cercare nella cultura antropocentrica al netto di tutte le raffinatezze filosofiche pre e post qualcosa.

Lo spazio dei dati di fatto non ha bisogno di maestrini scettici che segnano il passo sul post(o) rimasticando se stessi e la loro assolutistica scepsi, ma di critica epistemologica che cessa laddove il dato impone euristicamente se stesso e può riprendere ad operare solo dopo che un altro dato ha falsificato il primo. La realtà epistemica opera così a prescindere da tutti i metadiscorsi che ci si possano fare sopra. I quali pure dipendono dal dato, pur nel travestimento di principi, paradigmi, metodi, ecc. che si guadagnano la pagnotta solo nella loro quotidiana dimostrazione di funzionare, fosse pure per tirare la carretta sgangherata di una superstizione fuori corso.

Tornando al significato del fare filosofia, rimando alla considerazione finale del pensatore che, all'inizio della sua riflessione, ha chiamato mondo lo spazio dei dati fatto:

Citazione6.52 Noi sentiamo che anche qualora tutte le possibili domande scientifiche avessero avuto risposta, i problemi della vita non sarebbero stati ancora neppure toccati. Certo, allora non resta più domanda alcuna, e questa appunto è la risposta.

Se non resta più alcuna domanda, in cosa consiste la risposta ?
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Dante il Pedante

Sono Dante  :)
Secondo me se ogni visione è preordinata dal metodo non significa affatto che non c'è un Assoluto ma semplicemente che non c'è un Assoluto rinchiudibile(identificabile) in un metodo umano.L'Assoluto può solo rivelarsi all'uomo in questo casoE infatti è ciò che avviene.
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

Aumkaara

Citazione di: IpaziaSe non resta più alcuna domanda, in cosa consiste la risposta?
Lo ha già detto quel pensatore citato: la risposta è l'assenza di domande. O meglio, visto che non ci sarà mai un arresto delle domande: la risposta è nel fatto che le domande, anche se inevitabili, sono inutili per cogliere la realtà, essendo senza fine.

Phil

Sui differenti modi di intendere la filosofia, usando immagini dal (defunto) sito projectcartoon.com (che lasciava personalizzare le didascalie), propongo questo poster (cliccarci per ingrandirlo):


Ipazia

Manca solo questo,



che all'assenza di domande e di filosofi che sappiano rispondere a tale assenza, dà comunque una risposta.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Lou

Citazione di: Phil il 09 Ottobre 2020, 12:35:32 PM
Citazione di: Lou il 09 Ottobre 2020, 09:32:01 AM
una conoscenza può essere fondata sui principi, come nel caso della filosofia. Un tipo di conoscenza razionale.
Andrei anche oltre fino ad affermare che tanto la filosofia quanto la scienza (quanto la filosofia della scienza e le scienze filosofiche) si fondano più sui principi (del metodo, del paradigma, etc.) che sui dati, poiché ogni dato è (in)formato dai principi metodologici (e prospettici) di chi se ne occupa. Come si suol dire, la realtà viene fatta a fette a seconda del coltello che si usa, dalla mano che lo stringe e dalla mente che la guida.
[...]
Infatti l'oggetto di indagine della filosofia è per l'appunto determinabile secondo prospettiva e non è "ovviamente dato" come per la scienza. Per quest'ultima, e in ciò si differenzia dalla prima sotto questo aspetto, l'oggetto d'indagine è determinato e ritenuto valido, è il mondo reale
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Aumkaara

Citazionel'assenza di domande e di filosofi che sappiano rispondere a tale assenza[/size]
Abbiamo già detto che le domande non finiscono mai, al massimo vengono interrotte dagli "è così", oltre che dalle bandiere di appartenenza. 😉

Aumkaara

Phil: secondo te perché i metafisici (prima andrebbe però spiegato a chi e a cosa ci si riferisce con questo termine) hanno un'altalena con tre sedili?

Phil

Fra le righe, o meglio, fra i sedili, c'è il motto del celebre rasoio «gli elementi non sono da moltiplicare oltre il necessario»; la metafisica (chiaramente generalizzo, almeno tanto quanto ironizzo) ha una tendenza a moltiplicare i "piani" (e le entità); ad esempio: mondo materiale, mondo delle idee e mondo della Trascendenza, Divinità, Assoluto, etc.

Phil

La domanda di Aumkaara mi ha fatto notare che forse le immagini del poster (che non vuole certo essere un paper filosofico) risultano più sensate con una spiegazione; quindi, nell'ordine:

dogmatici: l'altalena non oscilla liberamente, c'è un punto (il dogma-tronco) che non può essere superato e da cui si deve partire
poeti: l'altalena è appesa su una struttura insolita, il tronco sembra sospeso e la fruizione non è facile; è affascinante, ma non invitante per tutti (qualcuno direbbe che è troppo complicata e non ce n'era bisogno)
nichilisti: una prospettiva con il sedile per terra, senza slanci verso il cielo, il moto è annichilito dalla mancanza di sollevamento-sollievo
pessimisti: piuttosto eloquente il tema della morte e della sofferenza
docenti: ci si trovano a loro agio, nulla di più comodo e illuminante
buddisti: c'è solo un'ombra, un'apparenza, quasi un'illusione, ma essenzialmente la visuale è vuota (il pluricitato sunyata, lo enso, etc.)
asceti: ardua ascesa di sacrificio fino al ramo su cui appollaiarsi (come facevano i dendriti)
storici: un lungo percorso fra alti e bassi
teologi: l'importante sono le radici, cioè il pensiero antico e medievale; nessuna frivola altalena con cui trastullarsi
tecnofili: l'altalena ha il suo momento di tendenza (emerge candida in contrasto all'albero scuro), un nome moderno e anglofono: iSwingswing» significa oscillare, preceduto dalla «i», sulla scia di iPod, iPhone, etc.)
esistenzialisti: nell'aria un po' malinconica, sotto un cielo di grigie nubi, sullo sfondo c'è l'Altro, distante ma presente, sebbene possa sciogliersi (solipsismo latente)
antropologi: l'uomo inventa la ruota e le trova anche un uso alternativo, elogio della "plasticità" dei sapiens
inquisitori: le radici (v. sopra) non gradiscono il tronco e i rami; chi ha detto «altalena»?
transumanisti: il meglio deve venire, per ora l'albero è ancora troppo giovane, ma già è "connesso" all'altalena
divulgatori: albero con frutti, altalena comoda e gratis; tutto troppo facile?
panteisti: una delicata farfalla spezza l'altalena, per la natura (sive Deus) il fare umano è caduco e a malapena d'intralcio
postmoderni: delimitata la "scena del (dis)crimine", le altalene (plurale d'obbligo) non sono più fruibili

viator

Salve Phil. Ottimo. Una boccata d'aria fresca che si fa largo tra le fumosità delle troppe dottrine, Salutoni.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Ipazia

#177
A conferma del postulato che un sistema  non può vedere se stesso dall'esterno noto che in questo succulento poster mancano i relativisti, che disegnerei con l'altalena appesa sotto un fungo.
.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

Phil

Giusta osservazione (non ci crederai, ma me l'aspettavo), seppur dovuta ad una mia mancanza esplicativa: ho usato tutte le immagini fornite da quel sito, cercando di trovare gli abbinamenti per ognuna; non ho scelto le immagini in base a chi volessi stigmatizzare, bensì il contrario: sono partito dalle immagini date e ho provato a fare gli abbinamenti senza escluderne nessuna (come dimostra il caso degli inquisitori; non ho trovato di meglio da abbinare al fuoco... forse Eraclito?).
Fra le immagini disponibili non so quale si presterebbe a raffigurare il relativismo; in mia rappresentanza ce ne sono comunque già due (e, detto fra noi, al di là delle etichette altrui, sono quelle in cui mi riconosco di più).

Dante il Pedante

Che poi,guardando con aria serena e distaccata,senza leggere la definizione per non farsi condizionare la testa,credo che un bambino innocente che non sa nulla di filosofia sceglierebbe la seconda immagine,quella dei dommatici perchè  di tutte è l'unica che gli permetterebbe veramente di giocare a dondolarsi(anche quella degli antropofaghi ma è scomodissima  :D ).Con un incredibile rovesciamento la più odiata dai filosofi diventa la più bella per un bimbo innocente (lasciate che i bimbi vengano a me...meditate gente ,meditate ;) )
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

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