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Realtà e verità.

Aperto da viator, 14 Maggio 2020, 18:42:11 PM

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viator

Salve. Ho estratto questa semplice domanda dal corpo di uno dei vostri interventi in corso :"Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?".

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Poichè lo stabilire il "cosa sia" un qualcosa dovrebbe convenzionalmente implicare il fatto che la definizione - se raggiunta e condivisa - di quella tal cosa covrebbe consistere nella "verità", mi sono permesso di abbinare i due concetti, proponendomi l'ardua (mica troppo!) intenzione di dimostrare che "realtà" e "verita" risultano invece concetti antitetici, nel senso che - ove si ammetta l'esistenza di entrambi essi - dove l'uno sta l'altro deve risultare assente, ovvero entrambi sono concetti relativi che possono avere senso solo all'interno di ambiti relativi diversi.

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Cominciando con la "realtà", ahimè dobbiamo anzitutto affermare in esordio che essa realtà - pur essendo concettualizzabile - in sè non è affatto un concetto bensì un insieme di eventi ben concreti, sentendo io di definirla come  "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)". Accenno appena al rovescio (complementare) del concetto di realtà, quello di "fantasia", per il quale quindi dovrebbe valere la definizione "l'insieme dell'essere immateriale come da noi concepibile (mentalmente).

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Se così si fosse d'accordo che sia, ecco che la realtà risulta percepile nell'immediato anche in assenza di sua elaborazione mentale, la quale può avvenire solamente a posteriori. In effetti, potremmo secondo me affermare che la fantasia consista proprio nell'attività di concettualizzazione degli ingredienti delle realtà già sperimentate dal soggetto.

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Forse che i sogni (sia quelli del sonno che quelli della veglia), per quanto fantastici, surreali possano essere, non sono forse composti di singoli frammenti e fotogrammi vissuti, ricordati, conosciuti come possibili nella realtà ma che vengono assemblati in modi diversi, illogici, impossibili, onirici appunto..............per comporre infine la loro irrealtà complessiva ?

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Allora ecco, a questo punto dovremmo aver risposto alla domandina con cui si esordiva sopra : la "realtà mentale" non esiste dal momento che la realtà stessa non può che risultare originariamente, eziologicamente, estranea alla mente, per raggiungere la quale deve anzitutto far parte dell'"essere materialmente" (=evento fisico), quindi produrre effetti materiali sensorialmente percepibili, quindi coinvolgere le nostre funzioni psichiche (=emozionali) poi quindi le nostre ulteriori facoltà concettuali e di livello ancor più superiore per venir eventualmente "manipolata" mentalmente. Quindi risulterebbe evidente che la realtà in sè può esistere solo in via oggettiva poichè il suo "ingresso" nella nostra mente attraverso un simile percorso non potrebbe che snaturarla rendendola soggettiva.

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Venendo alla "verità", dal momento che "vero" - per ciascuno di noi e poi quindi per tutti noi - significa "ciò che io son convinto che sia" (sfido chiunque a confutare - con qualsiasi mezzo ed attraverso qualsiasi acrobazia dialettico-filosofica-fideistica)...........è ovvio che :


       
  • in mancanza di un qualche "io" che risulti convinto di qualcosa, la verità non può esistere (per cui non è possibile che all'interno della realtà sia contenuta una qualche verità)
  • dal momento che ciascuno di noi crede ad un certo numero di verità personalistiche, la "verità" è sempre sia multipla che relativa. Ripeto per l'ennesima volta (ed anche qui invoco improbabile confutazione)......ma si è mai visto qualcuno che trovasse non vero ciò in cui crede ??.
DIMENTICAVO : In : "ciò che io sia convinto che sia" il "sia" (verbo essere) significherebbe "ciò che avendo secondo me una o più cause, son convinto che abbia uno o più effetti".
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Allora e quindi, la realtà può stare solo fuori delle nostre teste, mentre la verità può starvi solo dentro. O no?. Salutoni.


Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

bobmax

Il Vero non è ciò di cui sono convinto.

Perché anche quello in cui credo fermamente, e per il quale potrei persino sacrificare la vita, potrebbe non essere Vero.

La mia "verità" è sempre relativa, mai assoluta.
Infatti richiede che ogni volta mi rimetta in gioco in prima persona. Rischiando.

In nome di che cosa?

In nome del Vero!

Che non possiedo, e mi appare perciò come Nulla.

Questo Nulla, la Verità, è la stessa Realtà.
Tardi ti ho amata, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amata. Tu eri con me, mentre io ero lontano da te.

Ipazia

#2
Citazione di: viator il 14 Maggio 2020, 18:42:11 PM
Salve. Ho estratto questa semplice domanda dal corpo di uno dei vostri interventi in corso :"Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?".

Ho posta io la domanda, ma non ho ricevuto una risposta chiara e distinta come vorrebbe il padre fondatore della "realtà mentale", per cui ritorno da lui, che le idee chiare e distinte le aveva. La realtà mentale è res cogitans. Reale in quanto rispondente al principio epistemologico della chiarezza (evidenza) e distinzione (omnis determinatio est negatio) che la distingue dalla res extensa, realtà naturale, nel processo evolutivo che ha prodotto il pensiero, ovvero il perno della realtà duale psico-somatica.

Il pensiero è ben più che fantasia. E' cognizione, intuizione, intelletto, interpretazione, progettazione che ci permette di creare realtà artificiali. Ed infine fantasia che permette di creare realtà virtuali. La funzione del pensiero è innanzitutto evolutiva, strumento "intelligente" di sopravvivenza nella res extensa, da cui egli stesso origina e nei cui miliardi di cellule neuronali esso è contenuto in forme e processi di enorme complessità che le nostre ricerca cercano puntigliosamente di dipanare.

La verità è "adaequatio rei et intellectus" (l'epistemologia viene da lontano). Quale verità ? Non la Verità dei metafisici dell'assoluto, bensì la verità risultante da una sagace mappatura del reale, sezionandolo in aree omogenee di significato sulla base della nostra sensorialità biologica e soprattutto mentale, raffinata dall'uso di strumenti cognitivi sofisticati che chiamiamo scienza. Evolutisi a loro volta lungo flussi culturali mossi da una forza fatale - l'Ulisse dantesco - che chiamiamo filo-sophia.
...
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

cvc

Per come la vedo io la verità è una disambiguazione da ciò che è falso. Ciò è rappresentato bene dalla logica binaria. In base a dei parametri prestabiliti viene restituito il valore vero o falso.
La realtà invece è, sempre a mio modo di vedere, l'affermazione di ciò che è, che ha una consistenza; in contrapposizione a ciò che non è ed è inconsistente. Esiste la realtà oggettiva, esplicita e dimostrabile a tutti - la scienza in primis - ed esiste la realtà individuale per cui uno fa l'astrofisico e l'altro il panettiere, uno è sposato l'altro ha 10 donne, uno è sempre sorridente l'altro ha il muso perenne, uno è onesto l'altro è un ladro e così via. Ora - sempre secondo me - la realtà soggettiva esiste ed è quella che ci fa essere quello che siamo. Ovvio che la realtà soggettiva va a fare a cozzi in più occasioni con la realtà oggettiva. Es, fuori c'è il sole ed è una splendida giornata. Sì, però a me è morto il gatto......
Certo uno può dire, "ma a noi che c'è frega di sta realtà soggettiva, a noi interessa ciò che è valido per tutti e si può dimostrare. Il gatto era tuo, saran cavoli tuoi". Difficile dargli torto.  Però se è vero, come penso che lo sia, che in questa famigerata realtà individuale ci siamo dentro tutti, pure chi ha ideato le teorie più perfette, allora pure essa merità il novero di realtà. Ovvio che si parla comunque di uno sdoppiamento della realta. Qualcosa le unisce? Si. L'uomo, perché le ha dentro entrambe. E pure lo scienziato. Pure quello che dice che la cosa in sè non esiste, e lui non è essere in sè?
Poi se si ammette l'esistenza della realtà soggettiva, allora ovviamente qualsiasi cosa può essere una realtà soggettiva. O una realtà mentale riallacciandosi alla domanda. Anche il matto da legare ha la sua realtà. Ciò non significa certo equiparare il premio Nobel con quello che se lo sta portando via l'ambulanza. Perché il fatto importante della realtà soggettiva non è che sia vera o falsa (che esista, che consista in qualcosa o meno), ma che funzioni o no. Nel Nobel funziona bene, nel caso da TO funziona male. Comunque sia in qualche modo funziona. Vevo dire qualcosa anche sulla fantasia ma già mi sono dilungato parecchio. La prossima volta.

Saluti.
Fare, dire, pensare ogni cosa come chi sa che da un istante all'altro può uscire dalla vita.

Ipazia

La realtà soggettiva appartiene alla realtà mentale, al lato psichico del reale. Il quale non nasce sotto un cavolo, ma è emanazione di una realtà "oggettiva" che lo costituisce materialmente e storicamente: nel suo essere materiale e divenire esistenziale. Il passaggio all'oggettività avviene attraverso una razionale attività intersoggettiva che mettendo insieme tante realtà mentali soggettive produce alfine un "cervello collettivo" meno vulnerabile ai bias individuali. Il tutto ha le sue controindicazioni, ma la sua assenza è peggio per tutti anche sul piano individuale.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

giopap

Viator:

Salve. Ho estratto questa semplice domanda dal corpo di uno dei vostri interventi in corso :"Cos'è una "realtà mentale" e qual'è la sua eziologia ?".

Poichè lo stabilire il "cosa sia" un qualcosa dovrebbe convenzionalmente implicare il fatto che la definizione - se raggiunta e condivisa - di quella tal cosa covrebbe consistere nella "verità", mi sono permesso di abbinare i due concetti, proponendomi l'ardua (mica troppo!) intenzione di dimostrare che "realtà" e "verita" risultano invece concetti antitetici, nel senso che - ove si ammetta l'esistenza di entrambi essi - dove l'uno sta l'altro deve risultare assente, ovvero entrambi sono concetti relativi che possono avere senso solo all'interno di ambiti relativi diversi.

giopap:
Se, come faccio io, si definisce la verità come "una caratteristica di un (evento reale costituito da un) predicato circa la realtà tale che la realtà é come ne viene predicata essere; oppure non é come non ne viene predicata essere", allora non c' é alcun problema di compatibilità: la verità é una (possibile) caratteristica della realtà, di qualcosa di reale.



Viator:
Cominciando con la "realtà", ahimè dobbiamo anzitutto affermare in esordio che essa realtà - pur essendo concettualizzabile - in sè non è affatto un concetto bensì un insieme di eventi ben concreti, sentendo io di definirla come  "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)". Accenno appena al rovescio (complementare) del concetto di realtà, quello di "fantasia", per il quale quindi dovrebbe valere la definizione "l'insieme dell'essere immateriale come da noi concepibile (mentalmente).

goipap:
Definizione inaccettabile se si vuol ragionare di tutto ciò che realmente accade perché aprioristicamente (e falsamente) ne esclude buona parte di ciò che ne fa (realmente, nei fatti) parte, i fenomeni mentali, la "res cogitans".

Questa é la definizione di "realtà materiale" e non certo della "realtà (in toto indiscriminatamente intesa in tutte le sue componenti)".
E a me dei rapporti fra materia e verità non interessa nulla, almeno in sede filosofica; mi interessano invece i rapporti fra ciò che é reale generale, in tutte le sue componenti, e verità




Viator:
Forse che i sogni (sia quelli del sonno che quelli della veglia), per quanto fantastici, surreali possano essere, non sono forse composti di singoli frammenti e fotogrammi vissuti, ricordati, conosciuti come possibili nella realtà ma che vengono assemblati in modi diversi, illogici, impossibili, onirici appunto..............per comporre infine la loro irrealtà complessiva ?

giopap:
Falso!
I sogni sono eventi realissimi!
Non reale é solo l' esistenza al di fuori di essi e intersoggettivamente verificabile dei contenuti dei sogni, e non affatto i sogni (quelli che realmente accadono)!




Viator:
Allora ecco, a questo punto dovremmo aver risposto alla domandina con cui si esordiva sopra : la "realtà mentale" non esiste dal momento che la realtà stessa non può che risultare originariamente, eziologicamente, estranea alla mente, per raggiungere la quale deve anzitutto far parte dell'"essere materialmente" (=evento fisico), quindi produrre effetti materiali sensorialmente percepibili, quindi coinvolgere le nostre funzioni psichiche (=emozionali) poi quindi le nostre ulteriori facoltà concettuali e di livello ancor più superiore per venir eventualmente "manipolata" mentalmente. Quindi risulterebbe evidente che la realtà in sè può esistere solo in via oggettiva poichè il suo "ingresso" nella nostra mente attraverso un simile percorso non potrebbe che snaturarla rendendola soggettiva.

giopap:
Spettacolarissima petizione di principio: la realtà mentale non esiste dal momento che aprioristicamente, arbitrariamente si é stabilito per definizione che non esiste (-rebbe) altro che la materia.




Viator:
Venendo alla "verità", dal momento che "vero" - per ciascuno di noi e poi quindi per tutti noi - significa "ciò che io son convinto che sia" (sfido chiunque a confutare - con qualsiasi mezzo ed attraverso qualsiasi acrobazia dialettico-filosofica-fideistica)...........è ovvio che :

giopap:
"ciò che sono convinto che sia" non é affatto la definizione di "vero" (ma casomai di "ciò che ritengo -a torto o a ragione, veracemente o falsamente- essere vero": sai quanta gente per quanto tempo ha creduto nella teoria cosmologica geocentrica?




Viator:

       
  • in mancanza di un qualche "io" che risulti convinto di qualcosa, la verità non può esistere (per cui non è possibile che all'interno della realtà sia contenuta una qualche verità)
  • dal momento che ciascuno di noi crede ad un certo numero di verità personalistiche, la "verità" è sempre sia multipla che relativa. Ripeto per l'ennesima volta (ed anche qui invoco improbabile confutazione)......ma si è mai visto qualcuno che trovasse non vero ciò in cui crede ??.
giopap:
Ma in presenza di un qualche io che predichi qualcosa la verità può esistere eccome!
(Credi forse che non esista nessuno?).

Dal momento che ciascuno di noi può anche sparare della gran cazzate falsissime, la verità non può essere multipla se le sue componenti sono non conformi alla realtà (o reciprocamente contraddittorie).

Invoco improbabile confutazione: ma si è mai visto che, per il semplice fatto che tutti trovano che ciò in cui credono sia vero (banalissima tautologia!), necessariamente sempre qualsiasi cosa affermata in barba a come é la realtà, anche l' affermazione che la realtà sarebbe diversa da come é,  sarebbe vera (=la realtà é diversa da come é, ciò che é anche non é, nel medesimo tempo e nei medesimi termini)?



Viator:

Allora e quindi, la realtà può stare solo fuori delle nostre teste, mentre la verità può starvi solo dentro. O no?. Salutoni.


giopap:
i nostri cervelli sono reali e son nelle nostre teste.
Ergo: la realtà sta (e a maggior ragione può stare; anche) dentro le nostre teste.

Invece la verità, essendo caratteristica di pensieri, i quali (contrariamente a neuroni, sinapsi, assoni, ecc.) non sono affatto nelle nostre teste può starne solo fuori.

Salutoni ricambiati.

viator

Salve bobmax :

Citazione di: bobmax il 15 Maggio 2020, 05:04:21 AM
Il Vero non è ciò di cui sono convinto. (Viator è d'accordo con te che il vero oggettivo non sia ciò di cui siamo convinti. L'ha infatti scritto nel suo post di apertura)

Perché anche quello in cui credo fermamente, e per il quale potrei persino sacrificare la vita, potrebbe non essere Vero. (D'accordo).

La mia "verità" è sempre relativa, mai assoluta. (D'accordo)
Infatti richiede che ogni volta mi rimetta in gioco in prima persona. Rischiando.

In nome di che cosa?

In nome del Vero!

Che non possiedo, e mi appare perciò come Nulla.

Questo Nulla, la Verità, è la stessa Realtà.

Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve Ipazia :

Citazione di: Ipazia il 15 Maggio 2020, 08:01:17 AM

La realtà mentale è res cogitans. (Viator pensa che la res cogitans sia basata sui nostri desiderata aut necessitates, deinde su ciò in cui tendiamo a credere). Reale in quanto rispondente al principio epistemologico della chiarezza (evidenza) e distinzione (omnis determinatio est negatio) che la distingue dalla res extensa, realtà naturale, nel processo evolutivo che ha prodotto il pensiero, ovvero il perno della realtà duale psico-somatica.

Il pensiero è ben più che fantasia. (Viator non ha mai affermato che che il pensiero sia SOLO fantasia !) E' cognizione, intuizione, intelletto, interpretazione, progettazione che ci permette di creare realtà artificiali. Ed infine fantasia che permette di creare realtà virtuali. La funzione del pensiero è innanzitutto evolutiva, strumento "intelligente" di sopravvivenza nella res extensa, da cui egli stesso origina e nei cui miliardi di cellule neuronali esso è contenuto in forme e processi di enorme complessità che le nostre ricerca cercano puntigliosamente di dipanare. (Viator è d'accordo).

Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

viator

Salve giopap :

Citazione di: giopap il 15 Maggio 2020, 10:21:05 AM

............................................................................... .......

Viator:
Cominciando con la "realtà", ahimè dobbiamo anzitutto affermare in esordio che essa realtà - pur essendo concettualizzabile - in sè non è affatto un concetto bensì un insieme di eventi ben concreti, sentendo io di definirla come  "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)". Accenno appena al rovescio (complementare) del concetto di realtà, quello di "fantasia", per il quale quindi dovrebbe valere la definizione "l'insieme dell'essere immateriale come da noi concepibile (mentalmente).

goipap:
Definizione inaccettabile se si vuol ragionare di tutto ciò che realmente accade perché aprioristicamente (e falsamente) ne esclude buona parte di ciò che ne fa (realmente, nei fatti) parte, i fenomeni mentali, la "res cogitans".

Questa é la definizione di "realtà materiale" e non certo della "realtà (in toto indiscriminatamente intesa in tutte le sue componenti)".(per Viator la realtà "in toto" (cioè l'assieme di realtà oggettiva e soggettiva) che ho affermato autoescludersi reciprocamente............appunto non può esistere).
E a me dei rapporti fra materia e verità non interessa nulla, almeno in sede filosofica; mi interessano invece i rapporti fra ciò che é reale generale, in tutte le sue componenti, e verità




Viator:
Forse che i sogni (sia quelli del sonno che quelli della veglia), per quanto fantastici, surreali possano essere, non sono forse composti di singoli frammenti e fotogrammi vissuti, ricordati, conosciuti come possibili nella realtà ma che vengono assemblati in modi diversi, illogici, impossibili, onirici appunto..............per comporre infine la loro irrealtà complessiva ?

giopap:
Falso!
I sogni sono eventi realissimi!(Viator ha detto che la realtà soggettiva (in questo caso quella di giopap) consiste solamente in ciò in cui si crede. Se giopap crede che sia falso che i sogni non siano reali......vuol dire che quella è la sua realtà).
Non reale é solo l' esistenza al di fuori di essi e intersoggettivamente verificabile dei contenuti dei sogni, e non affatto i sogni (quelli che realmente accadono)!(per Viator sarà (per giopap stessa) come a giopap piace credere !).




Viator:
Allora ecco, a questo punto dovremmo aver risposto alla domandina con cui si esordiva sopra : la "realtà mentale" non esiste dal momento che la realtà stessa non può che risultare originariamente, eziologicamente, estranea alla mente, per raggiungere la quale deve anzitutto far parte dell'"essere materialmente" (=evento fisico), quindi produrre effetti materiali sensorialmente percepibili, quindi coinvolgere le nostre funzioni psichiche (=emozionali) poi quindi le nostre ulteriori facoltà concettuali e di livello ancor più superiore per venir eventualmente "manipolata" mentalmente. Quindi risulterebbe evidente che la realtà in sè può esistere solo in via oggettiva poichè il suo "ingresso" nella nostra mente attraverso un simile percorso non potrebbe che snaturarla rendendola soggettiva.

giopap:
Spettacolarissima petizione di principio: la realtà mentale non esiste dal momento che aprioristicamente, arbitrariamente si é stabilito per definizione che non esiste (-rebbe) altro che la materia. (per Viator siamo sempre alla conferma delle proprie tesi : viene confermato che definizioni e credenze SOGGETTIVE di Viator e di giopap sono diverse, rappresentando solo due delle miliardi di convinzioni e definizioni formanti ciò in cui crede ciascuno di noi).




Viator:
Venendo alla "verità", dal momento che "vero" - per ciascuno di noi e poi quindi per tutti noi - significa "ciò che io son convinto che sia" (sfido chiunque a confutare - con qualsiasi mezzo ed attraverso qualsiasi acrobazia dialettico-filosofica-fideistica)...........è ovvio che :

giopap:
"ciò che sono convinto che sia" non é affatto la definizione di "vero" (assoluto od oggettivo, ma solo di verità soggettiva...rileggere Viator) (ma casomai di "ciò che ritengo -a torto o a ragione, veracemente o falsamente- essere vero":sai quanta gente per quanto tempo ha creduto nella teoria cosmologica geocentrica?

.........................sorvolo sul resto perchè di senso praticamente ripetitivo.


Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

giopap

Citazione di: Ipazia il 15 Maggio 2020, 09:22:54 AM
La realtà soggettiva appartiene alla realtà mentale, al lato psichico del reale. Il quale non nasce sotto un cavolo, ma è emanazione di una realtà "oggettiva" che lo costituisce materialmente e storicamente: nel suo essere materiale e divenire esistenziale. Il passaggio all'oggettività avviene attraverso una razionale attività intersoggettiva che mettendo insieme tante realtà mentali soggettive produce alfine un "cervello collettivo" meno vulnerabile ai bias individuali. Il tutto ha le sue controindicazioni, ma la sua assenza è peggio per tutti anche sul piano individuale.


Rinvio, per non restare off-tpopic e per evitare un doppione, all' altra discussione su "materia, forma, anima e spirito" per i miei radicali dissensi e le mie obiezioni.

giopap

A Viator (risposta all' intervento #8).

Apprezzo l' ammissione che per te la realtà é pregiudizialmente e indimostratamente solo materiale.

Ma nei fatti si verifica empiricamente anche l' esistenza della res cogitans non materiale, e dunque si falsifica empiricamente l' attribuzione della realtà alla sola res extensa (a meno di dimostrare che si tratta pur sempre di res extensa).




Rileggendo meglio, vedo che ho frainteso Viator (e chiedo scusa) nell' attribuirgli erroneamente (é falso, soggettivamente, relativamente e pure oggettivamente, assolutamente: vedi sotto) la non realtà dei sogni, circa i quali Viator stesso dice invece  giustamente: "Forse che i sogni (sia quelli del sonno che quelli della veglia), per quanto fantastici, surreali possano essere, non sono forse composti di singoli frammenti e fotogrammi vissuti, ricordati, conosciuti come possibili nella realtà ma che vengono assemblati in modi diversi, illogici, impossibili, onirici appunto..............per comporre infine la loro irrealtà complessiva ?".

Peraltro, nel mio fraintendimento del pensiero di Viator, ho sempre sostenuto piuttosto il contrario che di
credere che sia falso che i sogni non siano reali (dunque questa non é la mia realtà).[



Le definizioni, per quanto in pratica sia preferibile accordarcisi onde discutere proficuamente e progredire nella ricerca della verità, in teoria possono essere soggettivamente "ritagliate" o "cucite" ad libitum sulla realtà.

Però la tua definizione [la realtà]
sentendo io di definirla come "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)", a parte la sua inconciliabilità col linguaggio corrente, per la quale, onde intendersi, ci si deve sobbarcare un defatigante processo di traduzione, non é pertinente a quello che in linguaggio corrente si definisce "reale".
Ora non mi sembra intelligente dire che si parli della materia chiamandola "tutto ciò che realmente é/accade", perchè allora per parlare di quello che in linguaggio corrente discesi "tutto ciò che realmente é/accade" bisognerebbe coniare appositamente un' altro concetto, che includesse la res cogitans.

E comunque, quindi, quel che affermi in questa discussione in linguaggio corrente va tradotto come:

"Non affermo affatto che reale é solo la materia" (firmato Viator)

Ma lasciami dire in tutta sincerità che tutta questa operazione mi fa nettamente l' effetto di un escamotage scorretto per suggerire che la realtà (ciò che si intende per "realtà" nel linguaggio corrente: tutto ciò che esiste-accade, pensiero, sentimenti, fenomeni mentali compresi) é solo e unicamennte materiale, in evidente mancanza di argomenti per dimostrarlo.

Ma per togliermi questo fastidioso (almeno per me) dubbio basta che tu precisi che la traduzione in linguaggio corrente delle tue parole in "viatorese" che ti ho attribuito, e cioé "Non affermo affatto che reale é solo la materia" (firmato Viator) é vera.

Se così non fosse, ti inviterei a spiegarti e a dimostrare.



Ribadisco che "ciò che sono convinto che sia" non é affatto la definizione di "vero (ma casomai di "ciò che ritengo -a torto o a ragione, veracemente o falsamente- essere vero": sai quanta gente per quanto tempo ha creduto nella teoria cosmologica geocentrica?

"Falsità" =/= da "verità", la quale non può essere l' arbitrario soggettivo predicare circa la realtà ...in barba alla realtà stessa (che altrimenti non ti dovrei chiedere scusa come invece ho convintamente e doverosamente fatto, per averti attribuito l' affermazione che i sogni non sarebbero reali -vedi sopra- la quale -per assurdo, ammesso e non concesso- sarebbe "non verità o falsità -assoluta od oggettiva- ma solo verità soggettiva" ...rileggere Viator).

A meno che anche a questo proposito tu pretenda di usare definizioni tutte tue, diverse e almeno per importanti aspetti contrarie a quelle del linguaggio corrente, al che deciderei che non vale proprio la penna di compiere defatiganti traduzioni e ignorerei ogni ulteriore tua affermazione in proposito.

viator

Salve giopap. Perdona il mio linguaggio, mai tratto da dizionari generalistici e men che meno filosofici o specialistici bensì (udite, udite! dagli all'amerikano !!)) dalle letture infantili della edizione in italiano del Reader's Digest. Forse se il mio scrivere si fosse formato nel leggere "L'Unità" sarei risultato diversamente comprensibile (o incomprensibile, non è detto !).

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Circa il "Ma per togliermi questo fastidioso (almeno per me) dubbio basta che tu precisi che la traduzione in linguaggio corrente delle tue parole in "viatorese" che ti ho attribuito, e cioé "Non affermo affatto che reale é solo la materia" (firmato Viator) é vera"................................... CONFERMO CHE VIATOR NON AFFERMA AFFATTO CHE REALE E' SOLO LA MATERIA - (scritto e sottoscritto da Viator stesso).


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Di realtà assolute (singolari, monistiche, quindi totalizzanti) ce n'è sicuramente una sola, ovviamente per noi unattingibile.
La monade, comunque interpretata è concetto che - dal punto di vista umano - può venir affrontato solo rinunciando ad esso : il livello più "basso" (cioè il meno lontano dall'essenziale) del quale possiamo speculare è il dualistico rapporto tra l'oggetto (la realtà OGGETTIVA E RELATIVA che attiene al "fuori di sè") ed il soggetto (la realtà SOGGETTIVA E RELATIVA che attiene al "dentro di sè").

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Come vedi io di realtà ne vedo addirittura tre. Forse è colpa delle mie passate letture combinate con la mia dilagante predilezione per le bevande alcoliche.

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Circa infine il precedente inciso "[la realtà,] sentendo io di definirla come "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente)", a parte la sua inconciliabilità col linguaggio corrente,................"............ esso si è rivelato effettivamente impreciso e disorientante (e me ne scuso) poichè mancante di termini più qualificanti che aggiungo ora, correggendo in "[la realtà SOGGETTIVA,] sentendo io di definirla come "l'insieme dell'essere materiale come da noi percepibile (sensorialmente) E NON COME ESISTENTE FUORI DELLA SUA PERCEZIONE".
Saluti-
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

giopap

viator:
Salve giopap. Perdona il mio linguaggio, mai tratto da dizionari generalistici e men che meno filosofici o specialistici bensì (udite, udite! dagli all'amerikano !!)) dalle letture infantili della edizione in italiano del Reader's Digest. Forse se il mio scrivere si fosse formato nel leggere "L'Unità" sarei risultato diversamente comprensibile (o incomprensibile, non è detto !).

giopap:
Si vede che gli Amerikani (in Italia) hanno un linguaggio tutto loro non coincidente con l' Italiano (d'altra parte da occupanti - limitatori della sovranità altrui si sentono in diritto di fregarsene della lingua degli occupati - limitati nella loro sovranità).

Almeno su L' Unità ai tempi si scriveva in italiano corrente, non in russo, né in uno pseudoitaliano modificato a piacimento dei Russi).



viator:
Circa il "Ma per togliermi questo fastidioso (almeno per me) dubbio basta che tu precisi che la traduzione in linguaggio corrente delle tue parole in "viatorese" che ti ho attribuito, e cioé "Non affermo affatto che reale é solo la materia" (firmato Viator) é vera"................................... CONFERMO CHE VIATOR NON AFFERMA AFFATTO CHE REALE E' SOLO LA MATERIA - (scritto e sottoscritto da Viator stesso).
giopap:
Ottimo!
(Fra l' altro lo penso anch' io).


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