Rapporto tra etica e memoria

Aperto da Kobayashi, 13 Agosto 2022, 12:27:02 PM

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niko

Citazione di: green demetr il 03 Ottobre 2022, 00:04:20 AMSi ma questo è quello che razionalmente dovrebbe essere ma non è così, il fatto è che le mele (gli LGBT) impediscono non tanto le pere (la civiltà), ma quanto il fatto che se si parla di mele si dovrebbe automaticamente parlare di pere.
E invece, magia magia, si parla solo di mele.

Mi dispiace, non mi interessa. Prima si parla di pere e POI si parla di mele.
Ma non è così che funziona, i giovani hanno l'attenzione di un pesce rosso, e la propaganda liberale anti-socialista aspetta semplicemente che i grandi (che grandi non sono mai stati) muoiano.

Oggi il giovane ascolta Greta non sa nemmeno chi sia Marx, figuriamo chi sia Lenine, Trotsky e in che maniera essi si siano opposti a Stalin.

Il giovane non sa niente, e niente diverrà. (non che il vecchio sa qualcosa, perchè io solo ora mi sono rimboccato le macchine  :D ;) )

Ma poi perchè stiamo litigando su una cosa su cui siamo d'accordo? :D




Le mele erano la rivendicazione dei diritti civili e biopolitici (i diritti che "interessano" gli lgbt, come il diritto di sposarsi,  adottare eccetera) le pere i diritti sociali ( casa, lavoro eccetera).

Sono cose un po' diverse, ma rivendicare gli uni non impedisce, e soprattutto non esclude, di rivendicare gli altri.

Questo dicevo.

E no, non c'e' una gerarchia per cui qualcuno di questi diritti viene prima di un altro. Non c'e' un prima e non c'e' un dopo.

Sono entrambi due "tipi" di diritti imprescindibili.

Senza giustizia sociale non si e' liberi, senza liberta' (e quindi anche diritti civili e biopolitici) non vi e' giustizia sociale.

Come in altre occasioni e altrove ho scritto che non approvo chi distingue tirannia da ingiustizia sociale, qui scrivo che non approvo chi distingue giustizia sociale da liberta' civile, liberta' bioetica e liberta' biopolitica. 

La questione e' piu' che mai olistica; l'oggetto del desiderio di liberazione e' un tutto, un uomo nuovo in una societa' nuova.

Pensare il marxismo come qualcosa di contrapposto al liberalismo o al libertarismo, (NON ho qui detto liberismo!), se lo fai,  non ti portera' molto lontano. 

Anzi ti portera' a seguire i pregiudizi di chi ha avuto pregiudizi prima di te.

Anche i pregiudizi sui giovani, non aiutano.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

daniele22

Citazione di: Kobayashi il 13 Agosto 2022, 12:27:02 PML'etica nel Novecento, in certe formulazioni, è tornata a concentrarsi sul dialogo, sulla comunicazione (Apel, Habermas). Ma il dialogo, la partecipazione al dialogo, implica la consapevolezza della propria identità. E la propria identità nasce dal confronto continuo con il proprio passato, con la propria memoria (Locke, Hume).
Nel corso della sua evoluzione l'uomo ha cercato supporti esterni alla memoria organica.
La scrittura, per esempio.
Oggi questo processo di concentrazione dell'informazione su supporti esterni si basa sulla rete. Nella rete confluiscono continuamente nozioni generali ma anche ricordi personali. Foto accompagnate da poche parole postate sui social come ricordo di una gita, per esempio. E le parole, le espressioni, al di là delle capacità di scrittura del singolo, sono sempre "sociali", stereotipate. Conformi ad uno stile impersonale, per non irritare gli altri con forme che potrebbero essere interpretate come ostentazione di originalità.
Il risultato è un flusso di nozioni e ricordi anonimi.
Mentre il diario mantiene un livello di sincerità e personalizzazione massimo, e il testo epistolare si costruisce sulla relazione con il proprio interlocutore, i messaggi social sono rivolti a tutti, quindi in fondo a nessuno.
Se quindi il luogo dell'elaborazione del rapporto con il mio passato sono i social, se il luogo della riflessione e della scrittura sono le chat e le pagine di facebook, allora la mia identità (risultato appunto del rapporto tra presente e passato, sguardo sulla propria memoria) sarà deviata verso l'anonimato.
E se tutti hanno identità simili, allora non può nemmeno prendere avvio un dialogo, ma solo una comunicazione di rispecchiamento.
Senza dialogo la filosofia muore, perché il carattere veritativo della filosofia è indissolubilmente legato al dialogo (convinzione mia, certamente discutibile).
Dunque molti problemi contemporanei attinenti la stessa esistenza della filosofia e del dibattito etico dipenderebbero dai processi di trasformazione del rapporto con la memoria?
O magari, al contrario, questo mutamento, sempre che sia reale, segna finalmente il passaggio ad una cultura libera dall'illusione romantica dell'originalità (la quale ci fa dire che tutti sono conformisti e scontati tranne noi, che la nostra vita per quanto apparentemente uguale a quella di tutti gli altri è particolare, anche se tale particolarità poi si esprime solo come passione per la ricerca di un nostro mitologico desiderio originario – R. Girard)?
Penso che Ipazia senza spendersi troppo in parole centri perfettamente il problema. Dice poi Phil che l'elaborazione del rapporto col proprio passato non può tendere all'anonimato ... dico io che tenderà forse all'omologato. Sorvolando il pregevole discorso sulle maschere, condivido senz'altro pure la conclusione di Phil sul fatto che la cura della sapienza (filosofica) corrisponda ad una comprensione dei "meccanismi umani", ad una consapevolezza insomma.
Dopodiché, nel porre il tema Kobayashy all'inizio dice che l'essere umano "ha cercato supporti esterni alla memoria organica". Lui fa l'esempio della scrittura, anche l'oralità comunque. Ora, le parole son parole, però io sarei di opinione avversa al fatto che l'uomo "abbia cercato", e tale fatto sarebbe fondamentale rispetto alla cura della sapienza, perché "il trovare una via", in modi apparentemente casuali, terrebbe a mio giudizio in piedi una concezione filosofica (forse psichica) del mondo opposta al "cercare una via" (dato pure che la via che si trova poggia su una via che già c'è). Per quel che attiene alle possibilità del dialogo sono in un certo senso pessimista, ma attendo se c'è qualche vostra considerazione

green demetr

Citazione di: niko il 03 Ottobre 2022, 12:12:46 PMLe mele erano la rivendicazione dei diritti civili e biopolitici (i diritti che "interessano" gli lgbt, come il diritto di sposarsi,  adottare eccetera) le pere i diritti sociali ( casa, lavoro eccetera).

Sono cose un po' diverse, ma rivendicare gli uni non impedisce, e soprattutto non esclude, di rivendicare gli altri.

Questo dicevo.

E no, non c'e' una gerarchia per cui qualcuno di questi diritti viene prima di un altro. Non c'e' un prima e non c'e' un dopo.

Sono entrambi due "tipi" di diritti imprescindibili.

Senza giustizia sociale non si e' liberi, senza liberta' (e quindi anche diritti civili e biopolitici) non vi e' giustizia sociale.

Come in altre occasioni e altrove ho scritto che non approvo chi distingue tirannia da ingiustizia sociale, qui scrivo che non approvo chi distingue giustizia sociale da liberta' civile, liberta' bioetica e liberta' biopolitica.

La questione e' piu' che mai olistica; l'oggetto del desiderio di liberazione e' un tutto, un uomo nuovo in una societa' nuova.

Pensare il marxismo come qualcosa di contrapposto al liberalismo o al libertarismo, (NON ho qui detto liberismo!), se lo fai,  non ti portera' molto lontano.

Anzi ti portera' a seguire i pregiudizi di chi ha avuto pregiudizi prima di te.

Anche i pregiudizi sui giovani, non aiutano.


E certo, il problema che viviamo è sociale, e dunque il PD che fa?

Mette un LGBT a capo del partito! (manco a farlo apposta ti hanno risposto prima loro)

Caro Niko, a me piace dare un'occhiata ai dibattiti americani, sta cosa dura da un decennio.
IDENTITA' LGBT/NERA/SPAGNOLA VS IDENTITA' patriarcale.

Il risultato? una completa debacle delle riforme sociali, ed una feroce polarizzazione del dibattito politico (con diritti civili umani abbattuti).

Capisco la tua sensibilità ma non ti accorgi che stanno esportando il modello americano proprio davanti i tuoi occhi?

Forese faranno felice qualche LGBT ricco (ELTON JOHN) ma tutti gli altri esseri viventi veranno de-mentizzati ancora di più.

E mentre l'identità altro non è che l'alienazione "io sono QUESTA cosa qui"
La socialita RICHIEDE il pensiero.

Dunque è evidente che il problema sociale è dimenticato a favore di quello identitario.

O si cambia direzione o quello che stiamo vivendo andrà peggiorando con una rapidità disarmante.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#18
Citazione di: green demetr il 07 Ottobre 2022, 00:44:49 AME certo, il problema che viviamo è sociale, e dunque il PD che fa?

Mette un LGBT a capo del partito! (manco a farlo apposta ti hanno risposto prima loro)

Caro Niko, a me piace dare un'occhiata ai dibattiti americani, sta cosa dura da un decennio.
IDENTITA' LGBT/NERA/SPAGNOLA VS IDENTITA' patriarcale.

Il risultato? una completa debacle delle riforme sociali, ed una feroce polarizzazione del dibattito politico (con diritti civili umani abbattuti).

Capisco la tua sensibilità ma non ti accorgi che stanno esportando il modello americano proprio davanti i tuoi occhi?

Forese faranno felice qualche LGBT ricco (ELTON JOHN) ma tutti gli altri esseri viventi veranno de-mentizzati ancora di più.

E mentre l'identità altro non è che l'alienazione "io sono QUESTA cosa qui"
La socialita RICHIEDE il pensiero.

Dunque è evidente che il problema sociale è dimenticato a favore di quello identitario.

O si cambia direzione o quello che stiamo vivendo andrà peggiorando con una rapidità disarmante.



*Non c'e' motivo di dare importanza al PD ai fini di questo dibattito 

* all'identita' patriarcale e' normale per ogni persona intellettualmente normodotata e non razzista e bigotta preferire l'identita' nera o lgbt, almeno a livello di empatia e simpatia, perche' tali categorie di persone, i neri e i gay, sono state in un passato recente, e tuttora sono, in parte, ancora perseguitate, i "patriarchi" invece, direi proprio che no, non sono stati perseguitati in un passato recente; e NO, la BIBBIA con le sue storie IMMAGINARIE di.patriarchi perseguitati ai fini di questo discorso non vale, come passato recente (o la realpolitik del preferire il meno peggio anche se per le anime belle non si centra il punto della questione sociale preferendo il meno peggio vale solo quando fa comodo? Se si e' di sinistra in generale si sta con gli oppressi, e ti sara' difficile sostenere seriamente  che i PATRIARCHI simbolicamente costitutivi del patriarcato, qualunque categoria di persone reali essi oggi rappresentino, siano, e siano stati, oppressi quanto le donne, i neri e i gay!) .

* Non c'e' bisogno di teorizzare un complotto o una volonta' pilitica a nessun livello per spiegare perche' in una societa' capitalista i diritti civili avanzino e progrediscano -mediamente- meglio e prima dei diritti sociali, basterebbe capire la natura di una societa' capitalistica.

Se poi alcuni diritti civili usufruiti da categorie ristrette di persone hanno natura di "contentino" rispetto ad altre possibili riforme sociali che andrebvero a toccare veri e piu' ampi interessi dei potenti, il problema e' tutto di chi si ferma al contentino o se ne accontenta pienamente, non di chi il contentino lo vuole "nel modo giusto", ovvero nella liberta' etica e politica di volere pure altro.

Tu cerchi di portare nella oggettivita', quello che e' un problema della soggettivita': se le persone si fermano al contentino elargito furbamente dai potenti per non elargire le riforme vere, il problema e' tutto nel cervello della gente, che, se non tende a subire tutto passivamente, quanto meno tende ad accontentarsi si quello che ritiene "possibile" senza sognare l'impossibile della rivoluzione sociale, non nella natura disturbante o problematica del contentino.

Anche un aumento salariale, rispetto a una rivoluzione e' un contentino, eppure la sinistra nella sua storia ha sempre ritenuto nobile, perseguire gli aumenti salariali in attesa o in assenza della rivoluzione.

Ma non si deve rinunciare ai diritti civili per avere i diritti sociali come non si deve rinunciare al minimo per avere il massimo, come anche non si deve rinunciare agli aumenti salariali per avere la rivoluzione.

* a me non interessa ne' l'identita' , ne' la socialita' ne' il pensiero, interessa il divenire, e guardo con simpatia alle identita' emergenti, piuttosto che a quelle patriarcali.

Anche solo perche' il tempo non si puo' fermare.

Sono i conservatori o i reazionari,  che vogliono fermare il tempo.

Insomma io mi interesso di divenire e di rivoluzione, non di quello che fa o non fa il PD. 

Sulla croce rossa non sparo, e i vari sofismi o costrutti verbali in cui la sinistra parlamentare attuale viene presa come sinistra vera non mi interessano.

Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 07 Ottobre 2022, 01:58:15 AM*Non c'e' motivo di dare importanza al PD ai fini di questo dibattito 

* all'identita' patriarcale e' normale per ogni persona intellettualmente normodotata e non razzista e bigotta preferire l'identita' nera o lgbt, almeno a livello di empatia e simpatia, perche' tali categorie di persone, i neri e i gay, sono state in un passato recente, e tuttora sono, in parte, ancora perseguitate, i "patriarchi" invece, direi proprio che no, non sono stati perseguitati in un passato recente; e NO, la BIBBIA con le sue storie IMMAGINARIE di.patriarchi perseguitati ai fini di questo discorso non vale, come passato recente (o la realpolitik del preferire il meno peggio anche se per le anime belle non si centra il punto della questione sociale preferendo il meno peggio vale solo quando fa comodo? Se si e' di sinistra in generale si sta con gli oppressi, e ti sara' difficile sostenere seriamente  che i PATRIARCHI simbolicamente costitutivi del patriarcato, qualunque categoria di persone reali essi oggi rappresentino, siano, e siano stati, oppressi quanto le donne, i neri e i gay!) .

* Non c'e' bisogno di teorizzare un complotto o una volonta' pilitica a nessun livello per spiegare perche' in una societa' capitalista i diritti civili avanzino e progrediscano -mediamente- meglio e prima dei diritti sociali, basterebbe capire la natura di una societa' capitalistica.

Se poi alcuni diritti civili usufruiti da categorie ristrette di persone hanno natura di "contentino" rispetto ad altre possibili riforme sociali che andrebvero a toccare veri e piu' ampi interessi dei potenti, il problema e' tutto di chi si ferma al contentino o se ne accontenta pienamente, non di chi il contentino lo vuole "nel modo giusto", ovvero nella liberta' etica e politica di volere pure altro.

Tu cerchi di portare nella oggettivita', quello che e' un problema della soggettivita': se le persone si fermano al contentino elargito furbamente dai potenti per non elargire le riforme vere, il problema e' tutto nel cervello della gente, che, se non tende a subire tutto passivamente, quanto meno tende ad accontentarsi si quello che ritiene "possibile" senza sognare l'impossibile della rivoluzione sociale, non nella natura disturbante o problematica del contentino.

Anche un aumento salariale, rispetto a una rivoluzione e' un contentino, eppure la sinistra nella sua storia ha sempre ritenuto nobile, perseguire gli aumenti salariali in attesa o in assenza della rivoluzione.

Ma non si deve rinunciare ai diritti civili per avere i diritti sociali come non si deve rinunciare al minimo per avere il massimo, come anche non si deve rinunciare agli aumenti salariali per avere la rivoluzione.

* a me non interessa ne' l'identita' , ne' la socialita' ne' il pensiero, interessa il divenire, e guardo con simpatia alle identita' emergenti, piuttosto che a quelle patriarcali.

Anche solo perche' il tempo non si puo' fermare.

Sono i conservatori o i reazionari,  che vogliono fermare il tempo.

Insomma io mi interesso di divenire e di rivoluzione, non di quello che fa o non fa il PD.

Sulla croce rossa non sparo, e i vari sofismi o costrutti verbali in cui la sinistra parlamentare attuale viene presa come sinistra vera non mi interessano.


Si ma è proprio del divenire che io ti parlo: tu parli come se non avessi il pensiero di poter predirre quello che succederà, e succederà perchè è già successo in america.
La pseudo-sinistra arcobaleno (come le pseudo-sinistre rossobruniane hanno ormai fatto entrare nel lessico della resistenza) americana sta ATTACCANDO i presunti patriarcalisti di destra (bè a dire il vero lo sono  ;) ), ma non lo fanno con progetti educativi (di consapevolezza storica), ma con meri attacchi alla PERSONA.
(quindi su questo ti stai sbagliano visto che neghi gli attacchi).
Il punto è che nella realtà accellerata la politica ha perso ogni valore educativo.
E' diventata una lotta con al centro NON i diritti, ma le persone stesse, e con risultato l'abbattimento dei diritti, e non la loro implementazione.
(e ce ne accorgeremo in questo decennio fascista, sotto dominio nazista, la storia si ripete tale e quale).
Questo ad un attento analista anche semplicemente politico, ma tanto più se filosofo, porta a vedere una polarizzazione della società che può portare solo a disordini crescenti, se non che a guerre civili (forse che non sai che la sinistra arcobaleno ossia NY e LA, hanno proposto la secessione dall'america patriarcale degli stati interni? CAVE CANEM amico mio! ;) )

Il divenire è questo, ma la rivoluzione non è quella che indichi tu. :-[





Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

#20
Citazione di: green demetr il 08 Ottobre 2022, 18:08:27 PMSi ma è proprio del divenire che io ti parlo: tu parli come se non avessi il pensiero di poter predirre quello che succederà, e succederà perchè è già successo in america.
La pseudo-sinistra arcobaleno (come le pseudo-sinistre rossobruniane hanno ormai fatto entrare nel lessico della resistenza) americana sta ATTACCANDO i presunti patriarcalisti di destra (bè a dire il vero lo sono  ;) ), ma non lo fanno con progetti educativi (di consapevolezza storica), ma con meri attacchi alla PERSONA.
(quindi su questo ti stai sbagliano visto che neghi gli attacchi).
Il punto è che nella realtà accellerata la politica ha perso ogni valore educativo.
E' diventata una lotta con al centro NON i diritti, ma le persone stesse, e con risultato l'abbattimento dei diritti, e non la loro implementazione.
(e ce ne accorgeremo in questo decennio fascista, sotto dominio nazista, la storia si ripete tale e quale).
Questo ad un attento analista anche semplicemente politico, ma tanto più se filosofo, porta a vedere una polarizzazione della società che può portare solo a disordini crescenti, se non che a guerre civili (forse che non sai che la sinistra arcobaleno ossia NY e LA, hanno proposto la secessione dall'america patriarcale degli stati interni? CAVE CANEM amico mio! ;) )

Il divenire è questo, ma la rivoluzione non è quella che indichi tu. :-[








Che ben vengano i disordini, se i contendenti "disordinati" cioe' partecipanti ai disordini, non sono uguali.

E se c'e' un meglio, e c'e' un peggio.

Sinistra e' sacrificare l'ordine sociale in nome della giustizia sociale. L'eternita' in nome del divenire. Questa e' l'unica cultura del sacrificio che mi appartiene.

Io se fossi vissuto durante la guerra civile americana, idealmente, (se avessi avuto la giusta possibilita' e la giusta lucidita' di scelta intendo)  sarei stato con i nordisti per sparare in faccia ai suddisiti, perche' , sebbene quella guerra non fu dichiarata veramente per abolire la schiavitu' ma per ben altri e ben piu' sporchi interessi economici e di dominio, ebbe di fatto come effetto quello di abolire la schiavitu', e si poteva ragionevolmente immaginare a guerra iniziata che il contentino  (contentino ai fini di questo discorso = diritto civile nell'impossibilita' di una imminente rivoluzione sociale) dell'abolizione della schiavitu' in caso di vittoria della parte nordista sarebbe stato comunque dato (sia pure con la "naturale" continuazione della schiavitu' in forma di lavoro salariato, paradossalmente per bianchi e per neri).

E non sarebbe stato dato, nemmeno il "contentino" dell'abolizione, in caso di vittoria della parte suddista. Contentino negato e dilazionato sulla pelle di milioni di schiavi neri.

Ugualmente nel caso di una guerra civile tra lgbt e "patriarchi" di certa destra radicale e identitaria soprattutto americana saprei benissimo con chi stare, e a chi sparare in faccia.

Indietro a prima del sessantotto nell'occidente industrializzato non si torna, almeno finche' saro' vivo e avro' mani per imbracciare un fucile.

Anche se lo saprei benissimo, che quella (eventuale) guerra non sarebbe stata dichiarata REALMENTE per i diritti degli lgbt.

Ma per luridi interessi economici da due élite di contendenti effettivamente decisori della guerra una identica all'altra e una sporca e immorale come l'altra.

Insomma combatterei la sporca guerra dei padroni, se avessi il sentore che dalla sporca guerra dei padroni potesse scaturire la difesa o il progresso di un diritto civile in caso di vittoria di una parte e non dell'altra.

Le componenti sociali e politiche di una societa' non sono tutte uguali.

Si spera, e spero, di non arrivare mai ad una guerra civile, ma se ci si arriva puo' esistere un buon motivo intrinseco per schierarsi.

Il "sono tutti uguali' in politica non mi e' mai piaciuto.

Questo volevo dire, per questo mi sono permesso un linguaggio un po' violento in chiave naturalmente ironica: non voglio certo inneggiare al terrorismo o augurare la morte a nessuno.

Ironia che faccio anche e soprattutto perche' non prendo neanche affatto sul serio la premessa, cioe' mi sembra altamente improbabile che ci sia, davvero, nel tempo che mi resta da vivere, una seconda guerra civile americana.

Era solo per dire che tu vuoi fare il marxista, ma per fare il marxista dovresti prima capire che la realta' esiste, ed esistendo si porta appresso la necessita' della preferenza relativa per il meno peggio nell'impossibilita' del meglio.

Non solo le rivoluzioni, ma anche alcune guerre, e alcune guerre civili, sono da combattere.

Poi continui a confondere oppressione con attacco alla persona: la violenza verbale in un dibattito politico e' ben diversa dall'oppressione.

Tra politicanti volano insulti e qualcuno, di destra o di sinistra che sia, ogni tanto si prende gli insulti.

Se amiamo una politica pacata e raffinata questo dato di fatto potrebbe non piacerci , ma e' cosi' e penso che sia piu' o meno cosi' da sempre.

Questo non cambia la verita' che ho esposto prima, e cioe' che donne, gay e non bianchi sono categorie di persone in certo luoghi e in certe situazioni oppresse, e intendo oppresse specificamente per il loro essere donne gay o non bianchi.

Viceversa I maschioni bianchi etero e aderenti alle varie confessioni cristiane, non sono, oppressi o discriminati in societa' e sul lavoro per il loro essere, se non forse in certe rare situazioni in misura minima e non paragonabile alle categorie esposte prima.

La violenza verbale politica non c'entra niente con questa realta.

E' chiaro che un fan della Meloni puo' insultare Letta con una parolaccia o una diffamazione, e un fan di Letta puo' insultare la Meloni con una parolaccia o una diffamazione.

Tanto piu' al bar i fan dei due schieramenti tra un bicchiere e l'altro si insulteranno tra di loro.

Questo non toglie che le categorie prese di mira dall'ideologia della Meloni, come immigrati e lgbt, sono categorie oggettivamente a rischio di persecuzione o di razzismo, di riduzione arbitraria dei loro diritti presenti e futuri, mentre i complotti contro la famiglia naturale, la religione o la patria, con cui i fascisti vorrebbero giustificare il loro odio, non esistono, sono pure farneticazioni per giustificare l'odio contro chi realmente e ingiustamente di fatto da loro viene odiato.

Quindi, Mentre posso accettare l'affermazione che l'odio politico in qualche modo e' speculare e simmetrico, io insulto te e tu insulti me, l'odio sociale no, non e' simmetrico, perche' la societa' stessa non e' simmetrica, e' segnata da profonde ingiustizie e sperequazioni, e il diritto a l'odio va in senso opposto alla dissimmetria e alla scala delle ingiustizie, con l'oppresso che ha il "diritto" ad odiare l'oppressore e l'oppressorie che viceversa non ha il "diritto" ad odiare l'oppresso, e si rende ancora piu' odioso se consapevolmente lo odia (che poi e' la natura specifica dell'ideologia e della prassi fascista, l'odio di classe che diventa esplicito dall'alto verso il basso in un dualismo di classe, mascherandosi all'occorrenza da odio razziale o moralistico).

Questo vale tanto per l'odio di classe in se', quanto per  l'odio di e verso, eventuali categorie "interclassiste" (razze, generi, religioni) ingiustamente discriminate, laddove effettivamente in certi momenti o luogji esistano, categorie interclassiste ingiustamente discriminate.


Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 08 Ottobre 2022, 20:13:19 PMChe ben vengano i disordini, se i contendenti "disordinati" cioe' partecipanti ai disordini, non sono uguali.

E se c'e' un meglio, e c'e' un peggio.

Sinistra e' sacrificare l'ordine sociale in nome della giustizia sociale. L'eternita' in nome del divenire. Questa e' l'unica cultura del sacrificio che mi appartiene.

Io se fossi vissuto durante la guerra civile americana, idealmente, (se avessi avuto la giusta possibilita' e la giusta lucidita' di scelta intendo)  sarei stato con i nordisti per sparare in faccia ai suddisiti, perche' , sebbene quella guerra non fu dichiarata veramente per abolire la schiavitu' ma per ben altri e ben piu' sporchi interessi economici e di dominio, ebbe di fatto come effetto quello di abolire la schiavitu', e si poteva ragionevolmente immaginare a guerra iniziata che il contentino  (contentino ai fini di questo discorso = diritto civile nell'impossibilita' di una imminente rivoluzione sociale) dell'abolizione della schiavitu' in caso di vittoria della parte nordista sarebbe stato comunque dato (sia pure con la "naturale" continuazione della schiavitu' in forma di lavoro salariato, paradossalmente per bianchi e per neri).

E non sarebbe stato dato, nemmeno il "contentino" dell'abolizione, in caso di vittoria della parte suddista. Contentino negato e dilazionato sulla pelle di milioni di schiavi neri.

Ugualmente nel caso di una guerra civile tra lgbt e "patriarchi" di certa destra radicale e identitaria soprattutto americana saprei benissimo con chi stare, e a chi sparare in faccia.

Indietro a prima del sessantotto nell'occidente industrializzato non si torna, almeno finche' saro' vivo e avro' mani per imbracciare un fucile.

Anche se lo saprei benissimo, che quella (eventuale) guerra non sarebbe stata dichiarata REALMENTE per i diritti degli lgbt.

Ma per luridi interessi economici da due élite di contendenti effettivamente decisori della guerra una identica all'altra e una sporca e immorale come l'altra.

Insomma combatterei la sporca guerra dei padroni, se avessi il sentore che dalla sporca guerra dei padroni potesse scaturire la difesa o il progresso di un diritto civile in caso di vittoria di una parte e non dell'altra.

Le componenti sociali e politiche di una societa' non sono tutte uguali.

Si spera, e spero, di non arrivare mai ad una guerra civile, ma se ci si arriva puo' esistere un buon motivo intrinseco per schierarsi.

Il "sono tutti uguali' in politica non mi e' mai piaciuto.

Questo volevo dire, per questo mi sono permesso un linguaggio un po' violento in chiave naturalmente ironica: non voglio certo inneggiare al terrorismo o augurare la morte a nessuno.

Ironia che faccio anche e soprattutto perche' non prendo neanche affatto sul serio la premessa, cioe' mi sembra altamente improbabile che ci sia, davvero, nel tempo che mi resta da vivere, una seconda guerra civile americana.

Era solo per dire che tu vuoi fare il marxista, ma per fare il marxista dovresti prima capire che la realta' esiste, ed esistendo si porta appresso la necessita' della preferenza relativa per il meno peggio nell'impossibilita' del meglio.

Non solo le rivoluzioni, ma anche alcune guerre, e alcune guerre civili, sono da combattere.

Poi continui a confondere oppressione con attacco alla persona: la violenza verbale in un dibattito politico e' ben diversa dall'oppressione.

Tra politicanti volano insulti e qualcuno, di destra o di sinistra che sia, ogni tanto si prende gli insulti.

Se amiamo una politica pacata e raffinata questo dato di fatto potrebbe non piacerci , ma e' cosi' e penso che sia piu' o meno cosi' da sempre.

Questo non cambia la verita' che ho esposto prima, e cioe' che donne, gay e non bianchi sono categorie di persone in certo luoghi e in certe situazioni oppresse, e intendo oppresse specificamente per il loro essere donne gay o non bianchi.

Viceversa I maschioni bianchi etero e aderenti alle varie confessioni cristiane, non sono, oppressi o discriminati in societa' e sul lavoro per il loro essere, se non forse in certe rare situazioni in misura minima e non paragonabile alle categorie esposte prima.

La violenza verbale politica non c'entra niente con questa realta.

E' chiaro che un fan della Meloni puo' insultare Letta con una parolaccia o una diffamazione, e un fan di Letta puo' insultare la Meloni con una parolaccia o una diffamazione.

Tanto piu' al bar i fan dei due schieramenti tra un bicchiere e l'altro si insulteranno tra di loro.

Questo non toglie che le categorie prese di mira dall'ideologia della Meloni, come immigrati e lgbt, sono categorie oggettivamente a rischio di persecuzione o di razzismo, di riduzione arbitraria dei loro diritti presenti e futuri, mentre i complotti contro la famiglia naturale, la religione o la patria, con cui i fascisti vorrebbero giustificare il loro odio, non esistono, sono pure farneticazioni per giustificare l'odio contro chi realmente e ingiustamente di fatto da loro viene odiato.

Quindi, Mentre posso accettare l'affermazione che l'odio politico in qualche modo e' speculare e simmetrico, io insulto te e tu insulti me, l'odio sociale no, non e' simmetrico, perche' la societa' stessa non e' simmetrica, e' segnata da profonde ingiustizie e sperequazioni, e il diritto a l'odio va in senso opposto alla dissimmetria e alla scala delle ingiustizie, con l'oppresso che ha il "diritto" ad odiare l'oppressore e l'oppressorie che viceversa non ha il "diritto" ad odiare l'oppresso, e si rende ancora piu' odioso se consapevolmente lo odia (che poi e' la natura specifica dell'ideologia e della prassi fascista, l'odio di classe che diventa esplicito dall'alto verso il basso in un dualismo di classe, mascherandosi all'occorrenza da odio razziale o moralistico).

Questo vale tanto per l'odio di classe in se', quanto per  l'odio di e verso, eventuali categorie "interclassiste" (razze, generi, religioni) ingiustamente discriminate, laddove effettivamente in certi momenti o luogji esistano, categorie interclassiste ingiustamente discriminate.



Ma è proprio questo che ti critico, che la partigianeria personale viene fagocitata da quella sociale.
Comunque ho capito la tua posizione: prendo un pò di bene, insieme a tantissimo male.
Ognuno fa le sue scelte politiche, io combatto il male, nel personale in tutte le sue forme, perciò mi dispiace ma non mi prendo un pò di bene se poi la mia scelta porta il male, nel sociale come dici tu non ho alcuna scelta.

Non a caso la partigianeria di sinistra sta cominciando a capire questa cosa, ma da quello che vedo sono ancora in altissimo mare.
Io non faccio il marxista, io faccio l'analista delle proposte socialiste.
La mia base di pensiero è l'esatto opposto del marxismo, per me tutto dipende dal personale, e non esiste ricetta dall'alto, dipende sempre da un tu e un me.
Se dentro una partigianeria di sinistra trovo dentro gente come te, io me ne vado è semplice!
Altra cosa grazie al cielo, la libera cultura e il libero confronto che avviene su questa piattaforma, che ritengo tutt'ora nonostante l'epoca dei blog roll prima e dei cinguettii oggi, l'unica piattaforma possibile, quella del forum.

Quindi volentieri alla prossima "guerra" ideologica fatta nella nostra comune casa ideologica. ;)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

niko

Citazione di: green demetr il 08 Ottobre 2022, 21:14:55 PMMa è proprio questo che ti critico, che la partigianeria personale viene fagocitata da quella sociale.
Comunque ho capito la tua posizione: prendo un pò di bene, insieme a tantissimo male.
Ognuno fa le sue scelte politiche, io combatto il male, nel personale in tutte le sue forme, perciò mi dispiace ma non mi prendo un pò di bene se poi la mia scelta porta il male, nel sociale come dici tu non ho alcuna scelta.

Non a caso la partigianeria di sinistra sta cominciando a capire questa cosa, ma da quello che vedo sono ancora in altissimo mare.
Io non faccio il marxista, io faccio l'analista delle proposte socialiste.
La mia base di pensiero è l'esatto opposto del marxismo, per me tutto dipende dal personale, e non esiste ricetta dall'alto, dipende sempre da un tu e un me.
Se dentro una partigianeria di sinistra trovo dentro gente come te, io me ne vado è semplice!
Altra cosa grazie al cielo, la libera cultura e il libero confronto che avviene su questa piattaforma, che ritengo tutt'ora nonostante l'epoca dei blog roll prima e dei cinguettii oggi, l'unica piattaforma possibile, quella del forum.

Quindi volentieri alla prossima "guerra" ideologica fatta nella nostra comune casa ideologica. ;)

Il problema e' che il mondo esiste e va avanti anche senza di te, quindi se "non prendi un po' di bene insieme a tantissimo male", schierandoti in una congiuntura storica particolarmente critica, come per esempio la guerra civile americana o la seconda guerra mondiale, che a questo punto diventano esempi ottimi ai fini del mio discorso, la conseguenza, la consequenza del tuo non schierarti intendo, sara' che avrai, (o contribuirai a far esistere) il peggio, cioe ' "tantissimo male e basta".

Il mondo non si preoccupa che tu non ti schieri, nella sua immensita' non si preoccupa di te come individuo,  in una guerra o in una rivoluzione, qualcuno dei contendenti comunque alla fine vincera' , e comunque con il potere conseguente alla sua vittoria plasmera' il mondo a sua immagine, proprio quell'unico mondo esistente e diveniente in cui dovrai vivere anche tu che non ti sei schierato. Per questo dico che a volte quando volano le botte, quando un conflitto sociale o militare ha delle accelerazioni o dei momenti critici, occorre schierarsi.

A volte, la quello che per etica o per calcolo si deve avere a cuore, non e' il caos attuale, ma l'ordine futuro che emergera' dal caos attuale.

Il pensiero di sinistra vuole essere un pensiero alternativo,  non per questo bisogna cadere nella posizione sciocca e insostenibile di pensare che ci siano SEMPRE delle alternative, intendo qui con "alternative" delle terze o delle ulteriori opzioni aggiungibili dalla nostra pur leggittima creativita' di individui o di gruppi  ai dualismi o alle gamme di opzioni in numero limitato che propone nel qui e ora  la realta', che emergono da un momento storico reale : a volte le alternative ulteriori ai dualismi o agli incroci predefiniti che la vita, cosi' come la storia, ci mette davanti NON ci sono  e la situazione e' del tipo : "o mangi questa minestra o salti dalla finestra", o i nordisti o i suddisti,  o il peggio o il meno peggio.

Con cio' non mi pare di aver detto niente di strano o di contrario al senso comune a parte l'aspetto piu' politico del discorso.



Ci hanno detto che potevamo scegliere tra la pace e il climatizzatore, non abbiamo ottenuto nessuno dei due.

green demetr

Citazione di: niko il 08 Ottobre 2022, 23:49:57 PMIl problema e' che il mondo esiste e va avanti anche senza di te, quindi se "non prendi un po' di bene insieme a tantissimo male", schierandoti in una congiuntura storica particolarmente critica, come per esempio la guerra civile americana o la seconda guerra mondiale, che a questo punto diventano esempi ottimi ai fini del mio discorso, la conseguenza, la consequenza del tuo non schierarti intendo, sara' che avrai, (o contribuirai a far esistere) il peggio, cioe ' "tantissimo male e basta".

Il mondo non si preoccupa che tu non ti schieri, nella sua immensita' non si preoccupa di te come individuo,  in una guerra o in una rivoluzione, qualcuno dei contendenti comunque alla fine vincera' , e comunque con il potere conseguente alla sua vittoria plasmera' il mondo a sua immagine, proprio quell'unico mondo esistente e diveniente in cui dovrai vivere anche tu che non ti sei schierato. Per questo dico che a volte quando volano le botte, quando un conflitto sociale o militare ha delle accelerazioni o dei momenti critici, occorre schierarsi.

A volte, la quello che per etica o per calcolo si deve avere a cuore, non e' il caos attuale, ma l'ordine futuro che emergera' dal caos attuale.

Il pensiero di sinistra vuole essere un pensiero alternativo,  non per questo bisogna cadere nella posizione sciocca e insostenibile di pensare che ci siano SEMPRE delle alternative, intendo qui con "alternative" delle terze o delle ulteriori opzioni aggiungibili dalla nostra pur leggittima creativita' di individui o di gruppi  ai dualismi o alle gamme di opzioni in numero limitato che propone nel qui e ora  la realta', che emergono da un momento storico reale : a volte le alternative ulteriori ai dualismi o agli incroci predefiniti che la vita, cosi' come la storia, ci mette davanti NON ci sono  e la situazione e' del tipo : "o mangi questa minestra o salti dalla finestra", o i nordisti o i suddisti,  o il peggio o il meno peggio.

Con cio' non mi pare di aver detto niente di strano o di contrario al senso comune a parte l'aspetto piu' politico del discorso.





Ma certamente, non metto in discussione la tua libertà di espressione all'interno di un ragionare a sinistra, tantomeno la ritengo strana, ti ripeto da giovane 20enne questo modo di ragionare era per lo più la regola, e infatti fece diventare il PCI l'attuale DS.

A me interessa in particolare una visione che riparta dal comunitarismo, che sia un comunitarismo etico che tende sempre all'alto.
Dunque è solo dentro un movimento di siffatta forma che può nascere una partigianeria che rimanga dura e pura. Sul fatto che sia mera utopia a me non interessa affatto. Io non sono gli altri, questo è un problema che sto cercando di affrontare con 3d come Hegel, e Lacan.

Sulla questione della responsabilità personale, e sulle categorie del "TU DEVI" le lascio volentieri ai Kantiani di professione. (se ti va un bel bagno a destra nel libertarismo di Nereo Villa (canale rumble) ci starebbe proprio bene, per capire quali danni ha portato nella storia).
Per quel poco che vale io le aborro, e ci trovo da 30 anni a questa parte le solite questioni della teologia politica.
Io non devo niente a nessuno, io sono una persona libera.
E come tale libera voglio rimanere, a dispetto del fascismo imperante e della società delle api di mandelleviana memoria.
;)
Questo non vuol dire che mi rifiuti il confronto o che pensi a priori che il marxismo o qualsiasi altra forma socialista (comprese quelle libertarie) sono cose sbagliate (come fa il mio buon Nero Villa).

Mi pare proprio che qua abbisogni che si facciano delle distinzioni per evitare i minestroni presenti e futuri.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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