Quesiti sull'Io puro di Husserl.

Aperto da Socrate78, 08 Dicembre 2020, 12:00:32 PM

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viator

Salve Ipazia : Citandoti : "Già Freud aveva spazzato via l'illusione husserliana di un "io puro". Il prosieguo dell'indagine neuropsicologica ed etologica umana ne ha ancor più disintegrato ogni fondamento epistemico".
Attenzione ti prego, ai concetti di "purezza" ed "impurità". I quali non si prestano certo alla trattazione del presente argomento in chiave di filosiofia materialistico-fisicistica.

Qui stiamo facendo finta di star cercando l'essenza di qualcosa (quindi della sua raffinazione alla massima purezza), perciò dovrà darsi per scontato che la versione "impura" di quella stessa cosa (quella "full optionals") risulta solo scontata ed ostacolante. Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Phil

Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
siamo ciò che resta di noi dopo che noi ci sia separati da tutto ciò che è separabile da noi
Se ho bene inteso la questione è dunque: cos'è separabile da viator senza che viator smetta di essere viator?
Se, ad esempio, a viator togliamo il cervello, resta ancora viator? Probabilmente otterremmo un viator-morto, che è, in un certo senso, pur sempre viator, ma non un viator che plausibilmente possa essere cosciente di essere "un qualcosa" (salvo ipotizzare che un corpo senza cervello possa comunque avere coscienza del proprio essere).

Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
ciò che resta di NOI, dicevo, è semplicemente LA FORMA DEI CONTENUTI DEL NOSTRO CERVELLO
Se ciò che resta (del viator reale, suppongo) è «la forma dei contenuti del cervello» viene da chiedersi se esista, nella realtà (non come mera astrazione), una forma senza materia che la "incarni" (anche l'impronta di ciò che non c'è più, presuppone almeno un qualcosa su cui essere impressa). Se ciò che resta è solo una forma (che pur rende viator tale) in cosa consiste tale forma, se viator ha ancora una qualche "consistenza"?
La risposta, se non sbaglio, è:
Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
essa forma altro non è che l'insieme delle relazioni neurologiche (cioè elettroneurali, cioè energetiche) che risultano presenti ed agenti encefalicamente, cioè l'insieme dei flussi neuroelettrici il cui generarsi, modularsi, variegarsi e concatenarsi nel tempo e nello spazio endocranico consiste appunto nella incessante mutevolezza della nostra FORMA NEUROLOGICA
La sussistenza di tale forma mi pare presupporre che essa non sia stata separata (v. sopra) dal cervello, senza il quale essa non potrebbe essere, come la descrivi/definisci, «l'insieme delle relazioni neurologiche (cioè elettroneurali, cioè energetiche) che risultano presenti ed agenti encefalicamente»; l'elettro-neurale e il neuro-logico (di suddetta forma) non so se possano essere davvero separati dai rispettivi «-neurale» e «neuro-»; ugualmente non sono sicuro sia possibile avere tali «relazioni» e «flussi» senza ciò che li "sostanzia".
Se separiamo tali "relazioni presenti ed agenti" dal cervello in questione, suppongo esse non possano che essere concettualizzazioni presenti magari in un altro cervello, ma non in quello da cui sono state separate (concorrendo ad identificare viator come tale); sarebbe come voler separare i cavi dalla corrente che vi scorre e pensare di poter avere ancora quella corrente (identità) senza quei cavi (se pure i cavi si "autorinnovano", mantenendo attivo il flusso della corrente, ciò dimostra che è l'esistenza di quella corrente a dipendere dall'esistenza di quei cavi, quindi non ne può essere separata).

Possiamo dunque togliere l'"io" di viator dal suo cervello (come forse avviene con la morte), senza che il cervello smetta di essere tale, ma dubito possiamo togliere il cervello a viator senza che il suo "io" smetta di essere tale (almeno se identifichiamo viator come persona viva e il cervello come organo separato dagli altri).
Se quindi prendiamo per buono che «siamo ciò che resta di noi dopo che noi ci siamo separati da tutto ciò che è separabile da noi»(cit.), credo che il cervello non rientri nel separabile da noi (anche se magari non è l'unico elemento a restare per poter avere ancora un "io"... in fondo, chi può dimostrare di non avere un'anima, un legame karmico o altre infalsificabili "identità essenziali"?).


P.s.
Sulla distinzione fra "materialismo" e "fisicalismo" (usandone la tua accezione), non so se esista davvero qualche materialista che sia "negazionista energetico", ovvero che non riconosca anche l'esistenza e il ruolo dell'energia (suggeriti dalle bollette elettriche), riducendo invece tutto l'esistente a materia ma senza energia (tale materialismo dubiterebbe anche della nota formula di Einstein?). Parimenti (richiamando anche il post di paul11) non so se si possano avere ancora dei legittimi dubbi sul ruolo del dna nella strutturazione "formale", non dell'Io (che dubito qualcuno identifichi con il dna), ma almeno del corpo umano (non sono minimamente competente di epigenetica o di genetica del comportamento per potermi sbilanciare oltre quell'«almeno»).

Alexander

Non so se il pargolo è morto. Io me lo sento ben vivo!
Penso che il concetto di purezza o impurità non possa essere applicato all'io, in quanto struttura complessa, che ha la sua base sulle sensazioni.

Ipazia

L'energia entra integralmente e con pieno diritto nel materialismo filosofico, in cui rientrano anche gli apparentemente immateriali rapporti materiali dell'universo etologico umano.

La purezza, insieme a tutti gli altri assoluti, è  un concetto limite che la metafisica converte con eccessiva faciloneria in feticcio.
pacata posse omnia mente tueri (Lucrezio)
simplex sigillum veri

viator

Salve phil. Rispondo al tuo recente intervento inserendo le mie controosservazioni in grassetto :


Citazione di: Phil il 17 Dicembre 2020, 23:20:46 PM
Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
siamo ciò che resta di noi dopo che noi ci sia separati da tutto ciò che è separabile da noi
Se ho bene inteso la questione è dunque: cos'è separabile da viator senza che viator smetta di essere viator? (Hai inteso molto bene).
Se, ad esempio, a viator togliamo il cervello, resta ancora viator? (dipende da cosa intendiamo con "viator" : la persona e la sua identità svaniscono, il corpo resta mutilo, l'anagrafe lo libererà dalle sue responsabilità...........). Probabilmente otterremmo un viator-morto (=cadavere), che è, in un certo senso, pur sempre viator, (per alcuni ma non per altri, infatti per alcuni il cadavere di viator sarebbe assai vile, per altri assai sacro, per altri ancora (gli eventuali destinatari di trapianti) assai utile..........) per altri ma non un viator che plausibilmente possa essere cosciente di essere "un qualcosa" (salvo ipotizzare che un corpo senza cervello possa comunque avere coscienza del proprio essere) (un corpo privo di cervello sarebbe privo anche di memoria, di istinti, di sentimenti, di emozioni - ciò almeno a mio parere - ........figuriamoci quindi dove finirebbe la sia identità psichica. Poi, certo, resta in piedi l'ipotesi spiritualistica per chi vi crede........)

Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
ciò che resta di NOI, dicevo, è semplicemente LA FORMA DEI CONTENUTI DEL NOSTRO CERVELLO
Se ciò che resta (del viator reale, suppongo) è «la forma dei contenuti del cervello» viene da chiedersi se esista, nella realtà (non come mera astrazione), una forma senza materia che la "incarni" (anche l'impronta di ciò che non c'è più, presuppone almeno un qualcosa su cui essere impressa). ("Forma" è un concetto astratto, cioè il prodotto di una mente. Dicendo - come ho affermato in precedenza - che la "forma psichica" o "individualità" di un soggetto o "io" è l'insieme delle relazioni di ciò che succede all'interno del cranio (passami una descrizione così troppo rozza e semplificatoria), intendo dire che i componenti materiali (biologici) sono tra di loro relazionati in modo tale da generare ciò che in sè non è affatto materiale (le funzioni psichiche e mentali). Il "miracolo" avviene attraverso l'aspetto energetico (attività neuroelettrica) dal momento che l'energia è appunto quell'aspetto, quella dimensione contemporaneamente sia fisicissima che per nulla materiale (!!) che permette di far vivere ciò che di per sè sarebbe immobile, statico, immutabile (la materia)............cioè di trasformare lo "stare materiale" nel "divenire energetico" dando una forma (sempre provvisoria e mutevole perchè consistente appunto nel divenire) a ciò che ha appunto bisogno di una forma per poter esistere (nel senso dinamico che ho citato e resta tutto sommato l'unico modo possibile di esistere veramente per tutto ciò che ci circonda).
Se ciò che resta è solo una forma (che pur rende viator tale) in cosa consiste tale forma, se viator ha ancora una qualche "consistenza"? (Credo di aver risposto parzialmente qui sopra. Ma il dire che "io sono ciò che resterà di me dopo che mi sia separato da tutto ciò che è separabile da me".....non significa esattamente affermare che io consista unicamente nella mia forma astratta. Per la precisione occorre intendere "io sono la mia forma psicomentale resa e mantenuta funzionante dal proprio irrinunciabile supporto materiale (anche neurologicamente, io sono l'insieme che trascende le proprie parti).
La risposta, se non sbaglio, è:
Citazione di: viator il 17 Dicembre 2020, 13:54:03 PM
essa forma altro non è che l'insieme delle relazioni neurologiche (cioè elettroneurali, cioè energetiche) che risultano presenti ed agenti encefalicamente, cioè l'insieme dei flussi neuroelettrici il cui generarsi, modularsi, variegarsi e concatenarsi nel tempo e nello spazio endocranico consiste appunto nella incessante mutevolezza della nostra FORMA NEUROLOGICA
La sussistenza di tale forma mi pare presupporre che essa non sia stata separata (v. sopra) dal cervello, senza il quale essa non potrebbe essere, come la descrivi/definisci, «l'insieme delle relazioni neurologiche (cioè elettroneurali, cioè energetiche) che risultano presenti ed agenti encefalicamente»; l'elettro-neurale e il neuro-logico (di suddetta forma) non so se possano essere davvero separati dai rispettivi «-neurale» e «neuro-»; ugualmente non sono sicuro sia possibile avere tali «relazioni» e «flussi» senza ciò che li "sostanzia". (valga la precisazione che ho ora fornito qui sopra).
Se separiamo tali "relazioni presenti ed agenti" dal cervello in questione, suppongo esse non possano che essere concettualizzazioni presenti magari in un altro cervello, ma non in quello da cui sono state separate (concorrendo ad identificare viator come tale); sarebbe come voler separare i cavi dalla corrente che vi scorre e pensare di poter avere ancora quella corrente (identità) senza quei cavi (se pure i cavi si "autorinnovano", mantenendo attivo il flusso della corrente, ciò dimostra che è l'esistenza di quella corrente a dipendere dall'esistenza di quei cavi, quindi non ne può essere separata).
(La separazione tra la forma (astratta ed immateriale, come ho già detto) di qualcosa ed il suo supporto (concreto e materiale) inesorabilmente necessario alla generazione della forma stessa (ed in questo caso pure alla sua funzione) .....è possibile solamente concepirla, non renderla reale. Quel tal certo preciso flusso di corrente (o di coscienza) transitante in quel cavo (o nel sistema nervoso di Viator) non potrà mai risultare perfettamente identico se si cercasse di realizzarlo altrove. Il supporto sarà impercettibilmente diverso, la tensione e la frequenza della corrente pure.......tutto ciò che si concepisce di voler realizzare identicamente risulterà invece comunque differente.
Possiamo dunque togliere l'"io" di viator dal suo cervello (come forse avviene con la morte), senza che il cervello smetta di essere tale, ma dubito possiamo togliere il cervello a viator senza che il suo "io" smetta di essere tale (almeno se identifichiamo viator come persona viva e il cervello come organo separato dagli altri). (Infatti !!).
Se quindi prendiamo per buono che «siamo ciò che resta di noi dopo che noi ci siamo separati da tutto ciò che è separabile da noi»(cit.), credo che il cervello non rientri nel separabile da noi (infatti ciò non l'ho mai sostenuto in precedenza ed anzi qui sopra l'ho negato) anche se magari non è l'unico elemento a restare per poter avere ancora un "io"... in fondo, chi può dimostrare di non avere un'anima, un legame karmico o altre infalsificabili "identità essenziali"?).


P.s.
Sulla distinzione fra "materialismo" e "fisicalismo" (usandone la tua accezione), non so se esista davvero qualche materialista che sia "negazionista energetico", ovvero che non riconosca anche l'esistenza e il ruolo dell'energia (suggeriti dalle bollette elettriche), riducendo invece tutto l'esistente a materia ma senza energia (tale materialismo dubiterebbe anche della nota formula di Einstein?). (Certo, son d'accordo con te, ma ciò che io contesterei sarebbe il significato corrente (in vigore in ogni genere di ambiente culturale ufficiale) di "materialismo", termine che dovrebbe venir rimpiazzato da "fisicismo", incorporante quindi la fisica, scientifica e filosofica complementarietà tra materia ed energia.) Parimenti (richiamando anche il post di paul11) non so se si possano avere ancora dei legittimi dubbi sul ruolo del dna nella strutturazione "formale", non dell'Io (che dubito qualcuno identifichi con il dna), ma almeno del corpo umano (non sono minimamente competente di epigenetica o di genetica del comportamento per potermi sbilanciare oltre quell'«almeno»).


Saluti.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

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