Quali sono i filosofi dimenticati del dopoguerra italiano?

Aperto da green demetr, 19 Novembre 2020, 18:49:34 PM

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green demetr

Stavo ascoltando il mio adorato Dottor Divago, quando ha cominciato a parlare di Panzieri, sostenendo che sia un grandissimo intellettuale.
MI chiedevo quali fossero gli altri. AH prima poi lo chiederò a lui.


In effetti la moda dello straniero, va per la maggiore anche nel considerare i nostri intellettuali, chissà forse ce ne è qualcuno pure oggi.
(al di là dei mostri sacri)
Vai avanti tu che mi vien da ridere

Dante il Pedante

#1
Cio Green Demetr
Sono Dante  :)
Di filosofia non me intendo, ma vorrei segnalare un intellettuale italiano, che era soprattutto un teologo, che è praticamente ormai dimenticato: Divo Barsotti.«Se potessi dire con una parola sola tutto il mondo di don Barsotti prenderei in prestito un termine che ha inventato Solovjev: l'unitotalità, cioè l'idea che tutto sia compreso nell'esperienza cristiana e sia compreso non in un modo settoriale o fisso, ma in un modo unitario». card.Giacomo BiffiTutto è compreso nell'esperienza cristiana perché tutto è assunto dal Cristo; In Lui tutto è salvo, a Lui tutto converge. La vita cristiana coincide coll'entrare in un rapporto sempre più vivo e reale con Lui che è presente, con Lui che è la Presenza stessa. In questa luce tutto ciò che è autenticamente umano era anche al centro del suo interesse: dalla letteratura alla mistica dell'estremo oriente o sufi, al mondo dell'arte, alla opere dei classici greci, alle civiltà antiche di ogni epoca ed ogni latitudine. Nella sua tensione religiosa Divo sentiva il bisogno di dover "assumere" tutto per tutto portare a Cristo.(WP)
Padrone dacci fame, abbiamo troppo da mangiare.La sazietà non ci basta più. Il paradosso di chi non ha più fame,ma non vuol rinunciare al piacere di mangiare.(E. In Via Di Gioia)

green demetr

Grazie Dante, un cristianesimo a trazione olista, interessante.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

davintro

Mi verrebbe da pensare soprattutto, anche perché sarebbe il mio principale "campo" di studi e riflessione, ai protagonisti del dibattito circa le possibilità di armonizzazione tra la centralità moderna della soggettività e dell'autocoscienza (in Italia recepita particolarmente per il tramite del neoidealismo gentiliano) e il recupero di una metafisica di ispirazione agostiniana, dibattito che si è, prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale, articolato nelle posizioni di chi, in forme tra loro differenti e contrastanti, ha provato a percorrere la strada di questa armonizzazione nel passaggio interiorità-trascendenza, penso ad Armando Carlini, Michele Federico Sciacca, Luigi Stefanini, e di chi in nome di un approccio più vicino al tomismo, ha assunto posizioni più critiche rispetto a questi tentativi, come mons. Olgiati o Cornelio Fabro (evito di citare Bontadini perché più noto, e dunque, almeno per il momento, meno a rischio di oblio).

green demetr

Grazie Davintro, non ne avevo mai sentito parlare.


Non sapevo di questi tuoi interessi.


A buon rendere, mi paiono interessantissimi.
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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