Quali 4 filosofi vi hanno cambiato la vita?

Aperto da Ercole, 23 Luglio 2018, 21:57:12 PM

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Ercole

Rispondo io per primo: Montale (Forse un mattino), Nietzsche (Così Parlò Zarathustra), Stirner (Antologia de L'unico e la sua proprietà), Schopenhauer (Parerga e Paralipomena).

sgiombo

Severino Boezio, David Hume, Friederich Engels, Jean Paul Sartre (l' ultimo in ordine di tempo storico é stato di fatto nella mia personale esperienza il primo che mi ha aiutato a capire; in gioventù, quando cominciai a ragionare con la mia testa e sottoporre a critica razionale quanto inculcatomi in famiglia).

Ma perché proprio quattro?

Raffaele Pisani

Se devono essere quattro, io mi sento di dire che per me sono stati i tre maestri del sospetto (Marx, Nietzsche e Freud) a cui si può aggiungere Derrida con la sua 
difference-differance.
Così,come I Moschettieri, diventano quattro, anche se si continua definirli tre.

Sariputra

Difficile estrapolarne quattro. Forse:

Siegmund Feniger (la visione del Dhamma) - Dostoevskij (tutti i romanzi) - l'asino Anselmo (Il ragliare come modalità espressiva dell'essere nella società liquida- Riflessioni di un asino inadeguato) - la signora Uccia (Lacrime e cipolle-Riflessioni su Dio).
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

sgiombo

Grazie, Sari!
(E grazie anche a Ercole che ti ha dato lo spunto).

Quando torno dalle imminenti ferie mi procuro qualcosa di Pasqualotto (sempre da te segnalato nel forum; a proposito, con quale libro mi consigli di cominciare?) e anche La visione del Dhamma di Seigmud Feniger.

Penso che ogni età (anche tarda o forse meglio, nel mio caso, decrepita) sia buona per cominciare a cercare di colmare le proprie lacune culturali.

Sariputra

Citazione di: sgiombo il 24 Luglio 2018, 09:47:11 AMGrazie, Sari! (E grazie anche a Ercole che ti ha dato lo spunto). Quando torno dalle imminenti ferie mi procuro qualcosa di Pasqualotto (sempre da te segnalato nel forum; a proposito, con quale libro mi consigli di cominciare?) e anche La visione del Dhamma di Seigmud Feniger. Penso che ogni età (anche tarda o forse meglio, nel mio caso, decrepita) sia buona per cominciare a cercare di colmare le proprie lacune culturali.

Di Giangiorgio Pasqualotto ti consiglio "East & West- identità e dialogo interculturale" - Marsilio editore, premio "Siracusa" per la filosofia 2003/04. Se poi lo trovi di tuo interesse puoi continuare con altri più "specialistici" dello stesso autore.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

Carlo Pierini

Citazione di: Ercole il 23 Luglio 2018, 21:57:12 PM
Rispondo io per primo: Montale (Forse un mattino), Nietzsche (Così Parlò Zarathustra), Stirner (Antologia de L'unico e la sua proprietà), Schopenhauer (Parerga e Paralipomena).


CARLO
Per quanto possa sembrare "scandaloso" a prima vista, uno dei libri che più mi ha colpito è "L'arte di essere egoisti", di un certo Kirschner, il quale, a dispetto del titolo, non è una apologia dell'egocentrismo, ma traccia un insolito percorso che parte dall'ego-narciso e si espande gradualmente a spirale fino all'evangelico <<ama il prossimo tuo COME te stesso>>.

Phil

Pascal (una ventata di "ragionato esistenzialismo" ai tempi della mia adolescenza), Wittgenstein (la scoperta dell'importanza della logica e del linguaggio), Foyan Qingyuan (il primo autore di filosofia chan/zen che abbia letto, mi ha ispirato a curiosare anche ad oriente), Derrida (il passaggio dalla fenomenologia di Husserl all'ermeneutica postmoderna).

Jean

Citazione di: Sariputra il 24 Luglio 2018, 10:41:59 AM
Citazione di: sgiombo il 24 Luglio 2018, 09:47:11 AMGrazie, Sari! (E grazie anche a Ercole che ti ha dato lo spunto). Quando torno dalle imminenti ferie mi procuro qualcosa di Pasqualotto (sempre da te segnalato nel forum; a proposito, con quale libro mi consigli di cominciare?) e anche La visione del Dhamma di Seigmud Feniger. Penso che ogni età (anche tarda o forse meglio, nel mio caso, decrepita) sia buona per cominciare a cercare di colmare le proprie lacune culturali.

Di Giangiorgio Pasqualotto ti consiglio "East & West- identità e dialogo interculturale" - Marsilio editore, premio "Siracusa" per la filosofia 2003/04. Se poi lo trovi di tuo interesse puoi continuare con altri più "specialistici" dello stesso autore.

 
La figura del sapiente a cui buddhismo zen e Nietzsche sembrano riferirsi è ormai chiaramente delineata: egli è amorevole nei confronti di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma non per dovere, bensì per virtus, per esuberanza di gioia e amore, ossia per potere; egli è saggio non per dottrina, ma per esperienza, per un'attenzione di uguale intensità per le grandi e anche per le piccole cose; in ogni luogo e in ogni circostanza è padrone di sé, fuori di ogni pregiudizio e da ogni fede...   
 
https://nowxhere.files.wordpress.com/2015/04/pasqualotto-nietzsche-e-il-buddismo-zen.pdf
 


"Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti..."
 

Cordiali saluti
Jean

Carlo Pierini

Citazione di: Jean il 24 Luglio 2018, 17:44:17 PM
Citazione di: Sariputra il 24 Luglio 2018, 10:41:59 AM
Citazione di: sgiombo il 24 Luglio 2018, 09:47:11 AM Grazie, Sari! (E grazie anche a Ercole che ti ha dato lo spunto). Quando torno dalle imminenti ferie mi procuro qualcosa di Pasqualotto (sempre da te segnalato nel forum; a proposito, con quale libro mi consigli di cominciare?) e anche La visione del Dhamma di Seigmud Feniger. Penso che ogni età (anche tarda o forse meglio, nel mio caso, decrepita) sia buona per cominciare a cercare di colmare le proprie lacune culturali.

Di Giangiorgio Pasqualotto ti consiglio "East & West- identità e dialogo interculturale" - Marsilio editore, premio "Siracusa" per la filosofia 2003/04. Se poi lo trovi di tuo interesse puoi continuare con altri più "specialistici" dello stesso autore.


Giangiorgio Pasqualotto
La figura del sapiente a cui buddhismo zen e Nietzsche sembrano riferirsi è ormai chiaramente delineata: egli è amorevole nei confronti di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma non per dovere, bensì per virtus, per esuberanza di gioia e amore, ossia per potere; egli è saggio non per dottrina, ma per esperienza, per un'attenzione di uguale intensità per le grandi e anche per le piccole cose; in ogni luogo e in ogni circostanza è padrone di sé, fuori di ogni pregiudizio e da ogni fede...  


CARLO
Vorrei ricordare a Pasqualotto che Lo Zarathustra nietzsciano è proprio l'opposto di un uomo <<amorevole nei confronti di tutte le cose e di tutti gli esseri>>. Come già ho scritto altrove (commentando un brano dell'opera omonima) la sua è una figura che guarda con risentimento il mondo dell'uomo civile, cioè, di chi laboriosamente sa trasformare in farina e pane <<l'aurea voluttà dei campi assolati>>, di chi sa <<infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama>> per sottrarre lo spirito a una cruda nudità e per dargli la dignità di una veste. Guarda costoro con avversione, con la stessa avversione indiscriminata che sente verso chi <<gioca con dadi truccati>>, verso chi <<prepara veleni>> o verso coloro che <<aspettano come ragni>> quanti <<zoppicano nella scienza>>.
E' la metafora di un uomo mutilato nella sua "potenza" di distinguere il bene dal male e che pertanto fugge dalle proprie responsabilità <<sbattendo la porta>> in una regressione infantile verso la selvaggia Madre Natura, dove si dorme <<su pelli di bue>>, dove ancora <<i fanciulli giocano>>.

Il brano dello Zarathustra che ho commentato è questo:

"Mentre giacevo nel sonno, una pecora si mise a brucare la corona d'edera che mi cingeva il capo; ne mangiò e disse: 'Ecco, Zarathustra non è più un dotto'.
Così parlò, e se ne andò con fare greve e tronfio. Un fanciullo me lo raccontò.
Volentieri sto qui disteso, dove i fanciulli giocano, presso le mura diroccate, fra i cardi e i rossi fiori del papavero.
Un uomo dotto io sono ancora per i fanciulli, e anche per i cardi e i papaveri rossi. Essi sono innocenti, persino quando sono cattivi.
Ma per le pecore non lo sono più: così vuole la mia sorte; che sia benedetta!
Perché questa è la verità: io sono uscito dalla casa dei dotti, e ho sbattuto la porta dietro di me.
Troppo a lungo la mia anima sedette affamata alla loro mensa; io non sono addestrato alla conoscenza al pari di loro, per cui conoscere è come schiacciar noci.
Io amo la libertà e l'aria sulla terra fresca; preferisco dormire su pelli di bue piuttosto che sulle loro dignità e rispettabilità.
Io sono troppo ardente e riarso dai miei stessi pensieri: spesso mi manca il fiato. E allora bisogna che fugga all'aperto, via dal chiuso delle stanze polverose.
Ma loro siedono freddi all'ombra fredda: in ogni cosa vogliono esser solo spettatori, e si guardano bene dal sedersi là dove il sole arde i gradini.
Simili a coloro che stanno sulla strada e guardano a bocca aperta la gente che passa, anch'essi attendono e stanno a guardare a bocca spalancata i pensieri che altri hanno pensato.
A toccarli con mano, ti impolverano tutto come sacchi di farina, senza volerlo; ma chi penserebbe che la loro polvere sia stata grano, l'aurea voluttà dei campi assolati?
Se fanno i saggi, le loro piccole sentenze e verità mi fanno rabbrividire: spesso alla loro saggezza è mischiato un odore che sembra provenga dalla palude: e in verità ne ho già udito anche gracidare la rana!
Abili e con dita versatili: che mai può la mia semplicità a petto della loro complicatezza! Quelle dita sanno infilar l'ago, intrecciare i fili e tessere la trama: e così tessono le brache allo spirito!
Ottimi orologi sono essi: purché non si dimentichi di caricarli bene! Allora mostrano l'ora senza fallo, mentre emettono un lieve ronzio.
Come mulini lavorano e macinano: provate a gettar loro la vostra semenza! Essi sanno come ridurla in polvere bianca.
Non perdono mai di vista le mani l'uno dall'altro e non si fidano di nessuno. Ingegnosi nelle piccole astuzie, aspettano coloro la cui scienza zoppica; li aspettano come ragni.
Li ho visti sempre preparar veleni, con cautela; e nel far ciò indossavano guanti di vetro.
Sanno giocare anche con dadi truccati; li ho visti giocare con tanto zelo che grondavano sudore.
La realtà è che noi siamo estranei gli uni agli altri, e le loro virtù mi vanno a genio ancor meno delle loro falsità e dei loro dadi truccati.
E quando io abitavo presso di loro, in realtà stavo sopra di loro. Perciò me ne vollero.
Che uno cammini sopra le loro teste non vogliono neppure sentirlo dire; e così posero legno, e terra, e rifiuti tra me e le loro teste.
In tal modo attutirono il rumore dei miei passi: e chi peggio mi ha udito sono stati finora i più dotti.
Fra me e loro posero le falle e le carenze di tutti gli uomini: 'falso soffitto' lo chiamano nelle loro case.
Tuttavia io vago coi miei pensieri al di sopra delle loro teste; e perfino volendo camminare sui miei errori, mi troverei pur sempre al di sopra di loro e delle loro teste.
Perché gli uomini non sono uguali: così parla la giustizia.
E a loro non dovrebbe essere lecito volere ciò che io voglio."
[NIETZSCHE: Così parlò Zarathustra]

sgiombo

Citazione di: Jean il 24 Luglio 2018, 17:44:17 PM



La figura del sapiente a cui buddhismo zen e Nietzsche sembrano riferirsi è ormai chiaramente delineata: egli è amorevole nei confronti di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma non per dovere, bensì per virtus, per esuberanza di gioia e amore, ossia per potere; egli è saggio non per dottrina, ma per esperienza, per un'attenzione di uguale intensità per le grandi e anche per le piccole cose; in ogni luogo e in ogni circostanza è padrone di sé, fuori di ogni pregiudizio e da ogni fede...  

https://nowxhere.files.wordpress.com/2015/04/pasqualotto-nietzsche-e-il-buddismo-zen.pdf



"Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti..."


Cordiali saluti
Jean
CitazioneMannaggia, questa citazione incrina un po' il mio desiderio di leggere Pasqualotto.

Ma lo leggerò, perché la mia fiducia nei consigli di Sariputra non ne é invece incrinata minimamente (come anche un fuoriclasse può talora sbagliare un calcio di rigore, così anche un autore valido e interessante può fare qualche affermazione errata).

Sariputra

Citazione di: sgiombo il 25 Luglio 2018, 13:56:13 PM
Citazione di: Jean il 24 Luglio 2018, 17:44:17 PMLa figura del sapiente a cui buddhismo zen e Nietzsche sembrano riferirsi è ormai chiaramente delineata: egli è amorevole nei confronti di tutte le cose e di tutti gli esseri, ma non per dovere, bensì per virtus, per esuberanza di gioia e amore, ossia per potere; egli è saggio non per dottrina, ma per esperienza, per un'attenzione di uguale intensità per le grandi e anche per le piccole cose; in ogni luogo e in ogni circostanza è padrone di sé, fuori di ogni pregiudizio e da ogni fede... https://nowxhere.files.wordpress.com/2015/04/pasqualotto-nietzsche-e-il-buddismo-zen.pdf "Esiste, probabilmente, una curva, una traiettoria stellare immensa e invisibile di cui le nostre strade e mete tanto diverse possono costituire piccoli tratti..." Cordiali saluti Jean
CitazioneMannaggia, questa citazione incrina un po' il mio desiderio di leggere Pasqualotto. Ma lo leggerò, perché la mia fiducia nei consigli di Sariputra non ne é invece incrinata minimamente (come anche un fuoriclasse può talora sbagliare un calcio di rigore, così anche un autore valido e interessante può fare qualche affermazione errata).

G.Pasqualotto è una personalità filosofica 'complessa' direi. Nasce come neomarxista ( studia Adorno e scuola di Francoforte). Si interessa e si occupa poi del pensiero di Nietzsche (nessuno è perfetto... ;D ). Insoddisfatto degli esiti del pensiero occidentale, e in cerca di nuove ispirazioni, si rivolge ad Oriente e in particolare approfondisce il pensiero buddhista e la filosofia giapponese (Nishida Kitaro in primis).

"Dalla fine degli anni Ottanta è stato il primo pensatore italiano a elaborare la valenza teoretica di una filosofia come comparazione, distinguendola da un mero esercizio comparativo di pensieri appartenenti ad ambiti geo-filosofici differenti. Il suo pensiero ha trovato echi e possibilità di dialogo con filosofi italiani, come Giuseppe Cacciatore, Giuseppe Cognetti, Giovanni Leghissa, e stranieri come Raul Fornet-Betancourt, Heinz Kimmerle, François Jullien, Ram A. Mall, Ryōsuke Ōhashi, Raimon Panikkar, Georg Stenger, Franz Wimmer." fonte Wikipedia
Personalmente lo trovo molto interessante proprio per questo spirito di comparazione tra pensiero dell'Occidente, che è in crisi, e quello dell'Oriente ( che ci andrà... :( )e sicuramente per la sua notevole conoscenza del buddhismo anche se...percependo la sua mancanza di pratica meditativa...è più un approccio da intellettuale che non da buddhista praticante.
Infatti penso che un arhat buddhista non si definirebbe un 'sapiente'... ;D  
Lo consiglio per questo.
Sulla strada del bosco
Una ragazza in lacrime
Trattiene rondini nei capelli.

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