Psicofilosofia: Filosofia come cammino verso la maturità

Aperto da Federico Mey2, 09 Gennaio 2019, 19:02:06 PM

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viator

Salve Federico Mey2 : Voglio solo farti i miei complimenti per la spiritosità (che non esclude affatto più profondi significati) con la quale hai scelto il tuo motto personale qui comparente. Saluti cordiali.
Esiste una sola certezza : non esiste alcuna certezza.

Freedom

#16
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PMSto cercando quello, l'ultimo piano del palazzo, quello dove si decide

Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:45:18 PMNon ho capito.
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 12:00:53 PMSì, effettivamente ho dato per scontato cose che ho in testa. Si tratta di una specie di mito platonico mio.
La mente di ognuno, il suo pensiero, è un palazzo a 10 piani. Anche il "pensiero" della società lo è, funziona parallelamente a quello dei singoli. Su ogni piano dei palazzi si svolge un "gioco di società", ci sono regolamentazioni, un linguaggio... Ma principi e finalità del gioco sono definiti al piano superiore. Si tende a "giocare" su un unico piano, eventualmente si sale di qualche livello, ma senza mai cercare di raggiungere l'ultimo piano, che è speciale. Quello è il piano che io chiamo "dell'Anima", dove si definiscono finalità e principi sulla base dei quali si deve "giocare" ai piani sottostanti.
Vedo la società di oggi fatta da palazzi in cui si "gioca" ai piani inferiori e in cui nessuno ambisce a stabilirsi all'ultimo. Anche il palazzo della società non è interessata a esso: si guarda in basso e, posto che tutto sembra funzionare, non è necessario farlo.

All'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

sileno

Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 18:36:25 PM
Citazione
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMscopo di un pensiero alternativo, libero dalle etiche dei poteri, dai saperi tecnologizzati e dalle terapie. Il linguaggio deve essere lieve e preciso per una visione non univoca della realtà
La mia idea è di un pensiero alternativo, ma prima che libero da quelle cose di oggi che hai citato, dovrebbe esserlo al di là dell'oggi, cioè anche per l'ieri io vedo l'esigenza di un pensiero alternativo in occidente.
Con un linguaggio come dici tu diverso e io direi semplice, usando questa caratteristica come strumento per raggiungere la perfezione (in questo la penso forse diverso da te, sono Monista).
Si deve partire dal nulla, che è semplice e perfetto, e costruire su di esso con accortezza evitando gli errori. E la complessità ne è portatrice...
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMUna rinnovata filosofia doverbbe puntare sull'essenza, riconoscere il legame della filosofia con la vita di ogni giorno.le significatività, recuperare il senso delle domande sensate utili per la vita.
La mia proposta è diretta verso questa direzione, io metto al centro della comprensione l'Anima umana, data dallo spazio dei propri valori e finalità: su essi si basano le nostre azioni e la nostra capacità di rispondere ai nostri sensi e alla vita.
Citazione di: sileno il 11 Gennaio 2019, 13:59:39 PMPuò curare la filosofia? Non nel senso della psicoanalisi e psicoterapie
Sono d'accordo che la filosofia che propongo io sta ad un altro livello della psicologia.
Anche se etimologicamente corrispondono (psiche=anima), a me piace definire 2 concetti proprio con questi due nomi, corrispondenti a 2 livelli che si hanno dentro.
Il livello psicologico, popolato da emozioni, bisogni, paure, istinti, caos o chiarezza.
E il livello dell'Anima, destinato ad essere compreso soprattutto da i, maturando, riesce a superare almeno in parte quello inferiore, in cui risiede la spiritualità, la coscienza, che dev'essere più propria possibile. E che non si cura, ma si matura.
Nella tua lettera ci sono poi molti altri spunti ma in un flusso di idee di cui non riesco a isolare le principali.




Anima e psiche si possono oggi usare come sinonini, ma psiche ha connotazioni più fisiche, mentre l'anima ( che tu scrivi con la maiuscola) fa parte della metafisica e della religione,che non considero per il mio discorso.

Un linguaggio diverso da quello di oggi, sarebbe certamente il più semplice possibile anche parlando di temi complessi.

Per me il rinnovo del pensiero avviene per un qui e oggi, anche se ovviamente sono utili apporti di grandi pensatori del passato.
Con psiche intendo le funzioni cerebrali, emotive, affettive, relazionali dell'individuo: facoltà conoscitive, intelletive, razionali come coscienza; qualcuno v'include anima e inconscio.

Anemus ( vento, vita): il senso ha progressivamente guadagnato nell'Occidente il senso dell'insieme di attività psichiice come la piscoilogia scientifica de sec.xix, il termine "anima" fu abbandonato perché con implicazioni metafisiche e si adottò psiche.
Non m'interessa distinguere tra materia e spirito quanto il problema del rapporto tra la nostra coscienza e la materia del cervello: campo ancora inesplorato delle neuroscienze.
Come noterai il mio discorso è scevro da retaggi spiritualistici, religiosi, filosofico-metafisici.,più orientato alla logica,nonformale, alla linguistica,a una neo retorica.

Saluti

Federico Mey2

#18
Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 12:45:18 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 12:00:53 PMSì, effettivamente ho dato per scontato cose che ho in testa. Si tratta di una specie di mito platonico mio. La mente di ognuno, il suo pensiero, è un palazzo a 10 piani. Anche il "pensiero" della società lo è, funziona parallelamente a quello dei singoli. Su ogni piano dei palazzi si svolge un "gioco di società", ci sono regolamentazioni, un linguaggio... Ma principi e finalità del gioco sono definiti al piano superiore. Si tende a "giocare" su un unico piano, eventualmente si sale di qualche livello, ma senza mai cercare di raggiungere l'ultimo piano, che è speciale. Quello è il piano che io chiamo "dell'Anima", dove si definiscono finalità e principi sulla base dei quali si deve "giocare" ai piani sottostanti. Vedo la società di oggi fatta da palazzi in cui si "gioca" ai piani inferiori e in cui nessuno ambisce a stabilirsi all'ultimo. Anche il palazzo della società non è interessata a esso: si guarda in basso e, posto che tutto sembra funzionare, non è necessario farlo.
All'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
No, non è ciò che intendo io. Per capirlo, elimina il "palazzo" della società, e pensa soltanto a quello individuale. L'economia e il materialismo non ti permettono di "guardare in alto". Quando hai riflettuto così, magari, pensa anche alla società e dove essa guarda: ma non c'entra il potere, non mi riferisco a quello. Bisogna ragionare in modo non materialistico per capire certe cose: ci sono finalità materiali e finalità spirituali: le seconde sono superiori, ma oggi non sono considerate, non ci si riflette.

Freedom

Citazione di: Freedom il 11 Gennaio 2019, 23:21:23 PMAll'ultimo piano c'è quello che qualche economista definisce l'1%. Cioè quelli che comandano ed i loro esecutori. Lo scopo principale del comando è mantenere i privilegi accumulati nei secoli.
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 20:22:07 PMNo, non è ciò che intendo io. Per capirlo, elimina il "palazzo" della società, e pensa soltanto a quello individuale. L'economia e il materialismo non ti permettono di "guardare in alto". Quando hai riflettuto così, magari, pensa anche alla società e dove essa guarda: ma non c'entra il potere, non mi riferisco a quello. Bisogna ragionare in modo non materialistico per capire certe cose: ci sono finalità materiali e finalità spirituali: le seconde sono superiori, ma oggi non sono considerate, non ci si riflette.
Cosa sono per te le finalità spirituali?
Bisogna lavorare molto, come se tutto dipendesse da noi e pregare di più, come se tutto dipendesse da Dio.

Federico Mey2

Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 20:26:23 PMCosa sono per te le finalità spirituali?
Allora ti faccio esempio di finalità materiali: quella prevalente oggi, l'utilità individuale e collettiva, oppure nel passato estendere il proprio territorio nazionale più possibile, o difendere il proprio territorio, o fare il Bene, o il Male...
Si entra in uno spazio spirituale quando si mette in discussione la finalità materiale che solitamente è predefinita per l'individuo dalla società in cui esso si trova a vivere. Insieme a questa riflessione si discutono anche i princìpi...
L'elemento finale, ultima conseguenza di questa riflessione può essere una nuova finalità materiale, ma non c'è un collegamento diretto ad essa, è soltanto la foce del fiume della riflessione. 
Forse per farsi capire meglio potrei parlare di "finalità materiali" e, invece di "finalità spirituali", di "riflessione spirituale sulle finalità".

Lou

#21
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMCiao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" rinnovando quello sguardo bambino di cui ti fai promotore trovo, correggimi se sbaglio, un tentativo che attraversa parte della PFO, la sospensione del giudizio che parte dagli scettici e giunge sino ad Husserl con l'epoké, con nel mezzo una costellazione di altri filosofi, mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale".
Non ti correggo, non so se sbagli, dico soltanto che ho recentemente tentato di dare uno sguardo a tutto il PFO ma questo atteggiamento, che emergerebbe evidente anche da un linguaggio molto più semplice non l'ho percepito. Lo percepisco in qualche filosofia esortativa, nelle religioni, nel libro che ho letto di Zen...Complessivamente nel PFO no, è una caratteristica tipica di esso l'esprimersi in un modo molto più complesso che lo "sguardo bambino".
Capisco, sebbene parte del linguaggio filosofico nel PFO possa risultare ostico e, per questo ed altri aspetti, possa risultare controversa l'idea dello sguardo del bambino filosofo che permea il pensiero filosofico in oggetto, ritengo che, al di là delle numerose immagini e metafore che i filosofi ci offrono di questo sguardo, esso sia il fondamento che fa dellla filosofia filosofia e non altro, non religione, non esortazione, ma una strenua e incessante interrogazione nei confronti di sè, del mondo, di anima, dio a cui non da una ricetta, ma indica un percorso, questo sì, fornendo non risposte, ma educando a una autonomia di pensiero che non assicura forse i picchi spirituali dello zen o di delle religioni, il che forse rischia che a fronte di semplici intuizioni e curiosità che sfociano domande complesse, come quelle pongono i bambini, forse si esigono creazioni complesse.
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMesiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi.
Ho una certa contrarietà al pluralismo, se uno sta cercando la propria direzione, questa deve essere una, altrimenti, come si dice comunemente "non crede in nulla". Ed è questo il problema di oggi.
Come "si dice" è interessante, forse come "si" dice però forse non individua la domanda filosofica: il punto è in cosa credere? Perchè le credenze sono necessarie?
Il pensiero è credenza?
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PME sebbene la filosofia nasca e si distingua dagli altri saperi nella capacità di razionalizzazione dei fenomeni, mantiene, in ogni caso, sin dalle origini, una spiccata origine in un thauma, in una passione non del tutto razionalizzabili e nei miti.
Il concetto di razionalizzazione che ho usato è un po' ingannevole, e per capire quello che ho scritto bisogna seguire il mio ragionamento.
Io mi riferisco alla mente umana, che è data da sue finalità, elemento spirituale, e sua operatività, elemento materiale. Razionalizzare per me significa far si che il "gioco" (che comprende il linguaggio) che devi giocare/stai giocando ti limiti a giocarlo, e non lo metti in discussione...
Questo gioco funziona magari perfettamente, è razionale, ma è l'accettare le regole che non è razionale, perchè sei chiamato a pensare anche a quelle!
Io non propongo affatto l'irrazionalità, ad un livello superiore, anzi. Dico che a un livello inferiore, apparente, SEMBRA che i tuoi ragionamenti (la tua partita) sia logica e perfetta e razionale ma nel complesso mancano di qualcosa.
Questo per introdurre alla negazione dell'atteggiamento tipico che giudica come irrazionale tutto ciò che non segue logiche razionali apparenti. Bisogna tener presente che esiste la sfera direzionale, nella mente umana, ed essa non è necessariamente irrazionale, anche se appare tale, perchè per essa non ha proprio senso il concetto di razionalità, perchè è scelta arbitraria, al limite.
Comunque sono d'accordo con ciò che hai scritto, ho voluto soltanto sradicare un po' l'idea che ci sia nella mente una parte razionale e una non razionale, al di là del caos psicoanalitico che molto frequentemente si ha.
Grazie per la precisazione, sulla quale concordo.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

Federico Mey2

Citazione di: Lou il 14 Gennaio 2019, 18:12:48 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMCiao Federico, l'idea e il sogno ^^ di "partire da zero" ...  mi risulta essere parte integrante del "pensiero filosofico occidentale".
...ma questo atteggiamento, che emergerebbe evidente anche da un linguaggio molto più semplice non l'ho percepito. ...
Capisco, sebbene parte del linguaggio filosofico nel PFO possa risultare ostico e, per questo ed altri aspetti, possa risultare controversa l'idea dello sguardo del bambino filosofo che permea il pensiero filosofico in oggetto, ritengo che, al di là delle numerose immagini e metafore che i filosofi ci offrono di questo sguardo, esso sia il fondamento che fa dellla filosofia filosofia e non altro, non religione, non esortazione, ma una strenua e incessante interrogazione nei confronti di sè, del mondo, di anima, dio a cui non da una ricetta, ma indica un percorso, questo sì, fornendo non risposte, ma educando a una autonomia di pensiero che non assicura forse i picchi spirituali dello zen o di delle religioni, il che forse rischia che a fronte di semplici intuizioni e curiosità che sfociano domande complesse, come quelle pongono i bambini, forse si esigono creazioni complesse.
Premetto che devo ancora maturare meglio il ragionamento, e non replico puntualmente alla tua osservazione.
La mia idea è che esista un atteggiamento mentale errato soprattutto in Occidente, e questo causa da un lato un errore di direzione dello sguardo, dall'altro la complessità immotivata. 
Lo definisco "ansia non frenata" di capire e di fare, dove ansia è connessa al concetto di "troppo" e quindi è un eccesso, un errore, una irrazionalità. Nel campo del "fare" si potrebbe iniziare un discorso lungo e piuttosto facile. 
Ma il problema è che esiste anche nel capire.
Bisogna andare a monte nella psicologia (e considerare anche che esistono differenze innate, non siamo in partenza tutti uguali, e la differenza può essere radicale: 0 o 1) per capire l'errore, dato dalla "pretesa" di capire, patologica, piuttosto che limitarsi a fare il "tentativo" di capire, elemento della filosofia sana.
La complessità, che mi sembra evidente, deriva anch'essa da questo errore psicologico di base.

Citazione di: Lou il 14 Gennaio 2019, 18:12:48 PM
Citazione di: Federico Mey2 il 11 Gennaio 2019, 21:35:22 PM
Citazione di: Lou il 11 Gennaio 2019, 19:42:22 PMesiste una complessità e una pluralità nelle filosofie, ma - forse - in ciò sta una certa ricchezza, una pluralità di sguardi.
Ho una certa contrarietà al pluralismo, se uno sta cercando la propria direzione, questa deve essere una, altrimenti, come si dice comunemente "non si crede in nulla". Ed è questo il problema di oggi.
Come "si dice" è interessante, forse come "si" dice però forse non individua la domanda filosofica: il punto è in cosa credere? Perchè le credenze sono necessarie? Il pensiero è credenza?
In cosa credere? (1a domanda). Non è credere che la terra è piatta o rotonda, e neanche l'avere il tesserino di appartenenza ad una Religione. Il concetto che ho usato di "credere" significa avere delle finalità esistenziali, spirituali (e non soltanto materiali), avere individuato una strada da percorrere. 
"Credere" non è necessario (2a domanda), infatti si può vivere avendo sole finalità materiali, cioè nell'economia, nella politica e anche nella religione (che spesso serve a dare una apparenza di spiritualità ad un sistema mentale totalmente materialistico). Ma chi vuole "elevare" il proprio pensiero, e il filosofo dovrebbe fare questo per definizione (anche colui che è veramente religioso), dovrebbe credere, cioè avviare quel processo mentale che lo porta a determinare fini e valori. 
Quindi dal mio punto di vista il livello di pensiero più elevato è credere (3a domanda).

Lou

#23
No, ma infatti, che la terra sia tonda o piatta è questione di scienza, alla cui base, ovviamente esiste un atto di fiducia, un tener per vero originario,  ( in questo senso uso l'accezione del verbo credere), come nelle religioni, eppure ci sono differenze, pur nell'equiparazione che poni in essere, forse, non per voler complicare, ma la scienza non è questione di tesseramento dottrinale. No, vorrei dirlo perchè, data l'importanza della direzione dello sguardo, reato in base a quale criterio?, mi pare semplice trovare, non solo analogie genealogiche, ma anche differenze tra scienza, filosofia e religione.
Invece, a mio parere, credere, nel senso che ho prima esposto, è un atto spontaneo e necessario. Per vivere e sopravvivere, le distinzioni che poni tra materiale e spirituale sono già pregne di condizionamenti dati dalle pfo, dove con "o" si intendo questa distinzione orientale, occidentale a cui stiamo dando corso. Io non so come il filosofo "deve" conformarsi "per definizione" a "elevarsi". L'inabissamento, può essere una grande opportunità, tentare di alzare una piastrella e poi richiuderla veloce, perchè andare a fondo è una esperienza in cui il credere, nelle accezioni che possiamo che ci permettiamo, e che vacilla incerta. Ed è dal fondo, che forse, si ha l'opportunità di elevarsi, quando si raggiunge la messa in discussione del pensare, del pensare di credere e del credere di pensare, elevazioni e abissi.
"La verità è brutta. Noi abbiamo l'arte per non perire a causa della verità." F. Nietzsche

green demetr

#24
Citazione di: Federico Mey2 il 12 Gennaio 2019, 21:20:06 PM
Citazione di: Freedom il 12 Gennaio 2019, 20:26:23 PMCosa sono per te le finalità spirituali?
Allora ti faccio esempio di finalità materiali: quella prevalente oggi, l'utilità individuale e collettiva, oppure nel passato estendere il proprio territorio nazionale più possibile, o difendere il proprio territorio, o fare il Bene, o il Male...
Si entra in uno spazio spirituale quando si mette in discussione la finalità materiale che solitamente è predefinita per l'individuo dalla società in cui esso si trova a vivere. Insieme a questa riflessione si discutono anche i princìpi...
L'elemento finale, ultima conseguenza di questa riflessione può essere una nuova finalità materiale, ma non c'è un collegamento diretto ad essa, è soltanto la foce del fiume della riflessione.
Forse per farsi capire meglio potrei parlare di "finalità materiali" e, invece di "finalità spirituali", di "riflessione spirituale sulle finalità".

Non farti ingannare dagli utenti materialisti di questi forum da chi come Ipazia ritiene che la filosofia non debba occuparsi di anima (perchè ha già dato, dice) a chi confonde come Sileno la psicoanalisi con la psicologia comportamentale che contraddistingue l'inferno del consueling filosofico, e in general del domandare sofistico ossia senza fini di Socrate (ma ho già dimostrato che invece lui era uno che i fini ce li aveva ben in testa, e infatti è stato mandato giustamente a morte).

O forse non ti inganni e semplicemente come avevo già predetto anche tu scambi l'Anima con il Mondo...come si faccia a confondere il fine spirituale (ossia l'ingaggio con le attività dell'inconscio, o se vogliamo con le sfide della sfinge, oracolari) con quello materiale. E' una cosa ripugnante.

Se infine credi che il progredire sia veramente materiale e non quello deciso dalle elite come ti fa notare freedom, bè allora ti taccio anche di ingenuità.

Assolutamente no. Il fine Spirituale non ha nulla a che fare con il fine materiale. Se non nelle sue ritorsioni inferali come i grandi moralisti francesi, o nietzche o freud o jung, ci hanno insegnato a riconoscere.(ed a evitare sarebbe il caveat! mai rispettato, nessuno vuole vivere davvero).
Vai avanti tu che mi vien da ridere

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